Grillo, Casaleggio, Favia…

Questa volta mi sembra che Grillo stia sbagliando. Ma cominciamo dal principio. Giovanni Favia, consigliere regionale emiliano del movimento, alla fine di una intervista,  ha fatto una serie di pesanti dichiarazioni fuori onda sulla mancanza di democrazia nel M5s sul ruolo di Roberto Casaleggio, che poi il giornalista (molto scorrettamente) ha mandato in onda, provocando una tempesta di dichiarazioni, smentite, polemiche. Ieri sul blog di Grillo è comparso un intervento del giornalista free lance Maurizio Ottomano che, esaminando la successione oraria dei fatti, sostiene che si è trattato di un finto fuori onda in realtà concordato fra Favia ed il giornalista. E questo perché Favia si starebbe apprestando a passare ad un altro partito (il Pd) ed avrebbe cercato di montare il caso. Ovviamente l’interessato ha smentito, una parte dei grillini lo ha attaccato come un nuovo Scilipoti, altri lo hanno difeso ecc. Sinceramente non so se si è trattato di un vero fuori onda o di una sceneggiata, ma sia in un caso che nell’altro il giornalista è di una scorrettezza totale: nel primo caso perché ha abusato della fiducia di un intervistato, nel secondo perché si è prestato a fare una truffa al pubblico.D’altra parte, non si capisce perché Favia doveva ricorrere a questa commedia: se avesse in mente di passare ad un altro partito o scindere il M5s, gli converrebbe molto di più una battaglia a viso aperto, se si nasconde è perché vuole restare nel movimento. Ma vai a sapere come pensa la gente!

Nel primo caso (fuori onda vero) Favia sarebbe un pollo, nel secondo un intrigante di basso profilo. In ogni caso, questo dimostra che il livello degli esponenti del M5s non è propriamente eccelso e qualche problema, i suoi militanti, se lo devono porre.

Seconda questione: sceneggiata o no, quel che dice Favia è vero? E sino a che punto? Lasciamo da parte per ragioni di spazio la questione di Casaleggio su cui torneremo con una riflessione più ampia.

Il M5s non ha uno statuto (ed il trucchetto retorico del “non-statuto” non risolve niente, perché una “non cosa” è un modo di dire che quella cosa non c’è, facendo finta che ci sia qualcosa di simile), cioè, sostanzialmente non ha regole se non quelle del codice civile sulla proprietà dei marchi. Ne deriva che il reclutamento del M5s avviene secondo il modello del “contratto per adesione”: quando noi prendiamo il tram paghiamo il biglietto senza contrattare né il percorso, né le regole di viaggio; tutto questo è stabilito dall’azienda di trasporti che garantisce di portarci da una fermata del percorso ad un’altra, in cambio del pagamento del prezzo del biglietto ed i viaggiatori non hanno diritto a costituirsi in assemblea per decidere di saltare una fermata, fare una deviazione di percorso o eleggere qualcuno nel consiglio di amministrazione dell’azienda. Questo va benissimo per un tram (ci mancherebbe altro!) ma va molto meno bene per un partito che si vuole democratico, anzi, fa della “democrazia diretta” la sua bandiera.

Peraltro, se un partito è un tram che ha come capolinea “Montecitorio” (o Palazzo Madama) gli Scilipoti sono proprio quelli che pagano disciplinatamente il biglietto senza fare storie. Fuor di metafora: il rischio di imbattersi in voltagabbana, opportunisti e profittatori vari è direttamente proporzionale al numero di yesmen che si imbarcano.

Dunque, Grillo un problema reale lo ha: così come stanno le cose la selezione dei parlamentari (soprattutto se non ci fosse il voto di preferenza) in ultima istanza dovrà farla lui e con inevitabile  codazzo di polemiche, scontenti e veleni vari. Ed alla fine, con molta probabilità, si troverà con un gruppo parlamentare ad alto rischio di uomini allineati, coperti e sdraiati “sulla linea”, ma solo sino alla prima occasione in cui tradire sarà conveniente.

Il suo ruolo personale è stato necessario nella fase iniziale, quando era inevitabile che dovesse esserci un punto di riferimento centralizzato, ma ora che il movimento ha raggiunto certe dimensioni, insistere in questo modello sarebbe autolesionismo puro, anche per lo stesso Grillo che –lo abbiamo detto e lo ribadiamo- sovraesponendosi si trasforma pericolosamente in un possibile bersaglio.

Grillo ha reagito alle accuse di Favia parlando di complotto. Come sa chiunque frequenta questo blog, io sostengo che ci siano giochi “coperti” politici e finanziari, che spesso sono alla base di episodi altrimenti non spiegabili; e sostengo anche che si debba indagare in questa area “coperta”, al caso, facendo ipotesi. Ma, adesso non esageriamo! Non possiamo mica spiegare tutto con una paranoica ossessione del complotto! E magari, liquidare le cose che meno ci convengono come frutto di chissà quale macchinazione. Queste cose lasciamole fare a Berlusconi.

Anche perché Favia ha detto cose sostanzialmente vere: non so se davvero Casaleggio sia il ventriloquo di Grillo, però che il M5s soffra di una sindrome di scarsa democrazia mi pare cosa difficile da negare. Ripeto, che si può capire il motivo che spinge Grillo ad esercitare questa sorveglianza, contro il rischio di infiltrazioni nel movimento, ma, nei fatti, questa prassi -che non assicura affatto alcun reale controllo sulle adesioni- si risolve in una sorta di epurazione permanente dei dissidenti. E’ arrivato il momento di aprire il pugno e lasciar respirare il movimento, affidandosi al dibattito democratico fra i militanti. E lo faccia subito, prima delle elezioni: non è più tempo di tutele paternalistiche. Soprattutto non faccia la sciocchezza di mettere la questione sul piano delle espulsioni, che causerebbero un enorme danno di immagine.

Il M5s ha avuto un successo rapidissimo e rappresenta oggi il punto di coagulo dell’opposizione, ma questo ha provocato una sorta di “ubriacatura da alta quota” che induce molti militanti (e lo stesso Grillo) a sopravvalutare le proprie chances e sottovalutare molto i punti deboli. E qui già mi aspetto i commenti di chi mi darà del servo del regime, perché mi permetto di dubitare che il M5s sia il più straordinario fenomeno politico della storia, qualcosa di mai visto e che mai più si vedrà (“Sole che sorgi, libero e giocondo, sul colle nostro i tuoi cavalli doma, tu non vedrai nessuna cosa al Mondo, maggior di Roma”… si, va bene, questa canzone l’ho già sentita…).

Direi che è il caso di mettere i piedi per terra e prendere atto dei molti motivi di fragilità del M5s:

a-sinora il M5s ha totalizzato circa il 4% su base nazionale, con punte intorno al 10% nelle regioni di Emilia e Piemonte. Alcuni  sondaggi gli attribuiscono intorno al 20%, mentre altri non vanno oltre il 14%. Va detto, però, che i sondaggi premiano sempre i movimenti minori, nuovi, quelli di opinione e quelli sostenuti da giovani, perché c’è sempre quella parte che non risponde o risponde “Non so” e quelli sono elettori che poi vanno a votare, ma non votano quasi mai i partiti minori, nuovi, sostenuti da giovani o di opinione. Considerando che nel Sud e nelle zone rurali il movimento difficilmente supererà il 3-4%, personalmente penso che alla fine si attesterà fra il 9 ed il 14%. Quindi il massimo coincide con le previsioni minime;

b- Comunque un risultato largamente sotto-maggioritario (per quanto si stia parlando probabilmente del terzo partito italiano o forse del quarto, se ci fosse un successo dei centristi). E bisogna ricordare che si tratta di un movimento che non ha alleati e non ne cerca (neppure l’Idv);

c-Il M5s ha una identità politica assai poco definita: il programma, unico documento politico ufficiale, è un abbozzo molto limitato ed approssimativo in cui non c’è nulla su temi come la politica estera, la riforma della giustizia, il problema del debito pubblico, l’immigrazione, la ricerca scientifica, ecc ecc. Per di più, il movimento in quanto tale non ha alcuna pubblicazione di cultura politica e non fa alcun convegno di studio e, tantomeno, promuove corsi di formazione (se sbaglio correggetemi);

d-Le adesioni al movimento provengono tanto da formazioni di sinistra (Pd, Rifondazione-Sel, a suo modo anche Idv) quanto di destra (Lega, ma in parte anche la destra storaciana). Questo può preludere ad un nuovo soggetto politico dotato di una sua originale cultura politica (né di destra né di sinistra amano ripetere i grillini, ma su questo abbiamo già detto).
Tuttavia, per ora questa è solo un’ aspirazione ed il movimento è la confluenza di rivoli e correnti molto diversi fra loro.

e-In realtà il propellente maggiore ed il collante che, per ora, tiene insieme il tutto, è il sacrosanto rigetto di una classe politica profondamente ripugnante e sostanzialmente omogenea al suo interno. Dunque, un collante prevalentemente negativo, basato più su un No che su dei Si.  Dato che lo squallore del ceto politico non migliorerà nei prossimi mesi (e come potrebbe?) è ragionevole che il vento continuerà a soffiare nelle vele del M5s, ma i problemi verranno sicuramente dopo, quando la fisionomia del movimento andrà precisandosi nei fatti, man mano che il gruppo parlamentare dovrà prendere posizione su tante questioni, con il rischio di scontentare o una parte o l’altra del proprio elettorato.

Non ho mai nascosto la mia simpatia esterna verso un movimento che può crescere e dare un contributo importante al rinnovamento di questo paese ed ho sempre detto che l’esito del processo aperto dalla nascita del M5s dipenderà anche dalla capacità di dialogo che avremo noi da sinistra. E dunque ho avuto un atteggiamento amichevole che confermo –pur nella differenza di collocazione politica: io ero e resto marxista- ma la migliore prova di amicizia è non tacere nessuna critica.

Aldo Giannuli

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Aldo Giannuli

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Comments (31)

  • Aldo, che altro dire?
    Non resta che attendere l’evolversi della situazione.
    Certo è che la logica del ‘chi non è con me è contro me’ non appartiene a nessuna scuola democratica che ha tra i suoi connotati la tolleranza, il confronto e il dibattito. Evidentemente non si è ancora chiusa l’era della personalizzazione nella politica e dello scontro frontale. È, forse, un’eredità che ci porteremo dietro per lungo tempo?
    Per il resto, questi continui giochi da bookmakers, più che da sondaggisti, lasciano il tempo che trovano.
    Se dovessi azzardare, visti i precedenti dei movimenti simili, seppur nella diversità, indico un risultato che oscilla tra un 7-8%.
    Ti saluto e ti ringrazio.

  • Indubbiamente certi meccanismi andranno affinati. Molti difetti sottolineati hanno del vero e credo lo sappiano anche i diretti interessati. Lo sapevano anche quelli cha si sono candidati e hanno vinto. Che si cerchi di evidenziare l’urgenza di risolvere questi problemi, invece, mi sembra distogliere l’attenzione sulla campagna elettorale. Tutto a suo tempo. Adesso l’importante è portare in parlamento il maggior numero di candidati possible, focalizzando l’attenzione sulla scelta dei candidati (altrimenti una volta eletti si accasano tutti in luoghi meno agitati)e concentrenado le forze sulla campagna elettorale.

  • Non posso che ribadire il concetto che esprimevo nel commento al post precedente, quella forma di autoritarismo che critichi, è in realtà assolutamente indispensabile per quel movimento, per come è stato effettivamente costruito. L’argomento in negativo, come giustamente dici, di critica complessiva dell’attuale sistema politico, è condizione insufficiente a farne un partito chiaramente definito, e quindi Grillo funziona come succedaneo nel conferirgli identità.
    Non chiediamo a Grillo ed al suo movimento più di quanto ci possano dare, per sopperire alle deficienze di tutti noi che dovremmo assumerci maggiori responsabilità personali nell’ambiziosa impresa di costruire una nuova forza politica.

  • Le contesto un’espressione, questa: “il sacrosanto rigetto di una classe politica profondamente ripugnante e sostanzialmente omogenea al suo interno”. In un articolo in cui l’analisi vince, a me sembra che questa nota stoni un pochino. Mi sembra lo stesso atteggiamento che ha portato gli americani a votare Nader, perchè tanto repubblicani e democratici sono uguali.

    • va bene, vuol dire che in un prossimo pezzo motiverò quel giudizio sulla classe politica. Intanto però chiedetevi come mai (fra M5s e crescita delle astensioni) quel giudizio sia ormai coindiviso da circa un quarto degli italiani

  • Articolo interessante, come sempre Professore, soprattutto perché analizza in modo bilanciato la situazione, senza abbandonarsi a luoghi comuni e conclusioni dettati più dal ‘tifo’ che dai fatti. Giustamente Lei mi dirà: si aspettava qualcosa di diverso, ma per chi mi ha preso? se però Lei avesse in questi giorni letto, non dico gli articoli di giornale, che non dubito abbia fatto, ma i commenti nei vari articoli del fatto quotidiano, di cui frequento il sito da tempo, capirebbe il motivo per cui mi sorprendo positivamente di leggere uno scritto equilibrato su queste vicende. Oddio, forse un assaggino l’ha già avuto con i vari commenti sul suo blog ai suoi articoli che trattavano di Grillo e del M5S.
    Detto questo, avrei un paio di puntualizzazioni da sottoporle, suggerite dalla mia esperienza di lettore assiduo del blog di Grillo, di cui non mi perdo nessun articolo da almeno tre anni. Come Lei guardo al M5S solo con simpatia, non avendo nessuna intenzione d’impegnarmi in alcun modo, poiché, come ho già detto, ritengo che il M5S non sia la soluzione all’attuale degrado della politica italiana, piuttosto che tale soluzione possa passare attraverso il M5S.
    Il primo punto riguarda Favia. Il personaggio mi sembrava ambiguo già dalla sua elezione a consigliere regionale ed anche l’atteggiamento verso lui di Grillo. Infatti, se non ho preso una cantonata, quando si presentò come candidato alla Regione Favia era ancora consigliere in Comune a Bologna. Ora, giustamente a mio modo di vedere, Grillo ha lanciato strali contro De Magistris che prima chiede il voto, attraverso il blog di Grillo, per andare a continuare nel parlamento Europeo l’azione iniziata da magistrato contro l’asse mafia-politici-imprenditori nel mezzogiorno, poi dopo un anno lascia tutto per andare a fare il sindaco di Napoli. Se pretendiamo questo da De Magistris, perché non è stato applicato a Favia? Io sono profondamente convinto che in Italia, se vogliamo cambiare le cose, si deve pretendere un salto culturale epocale alla classe politica, non possono bastare facce un po’ più presentabili. Dobbiamo pretendere da un politico ciò che all’estero è la norma, ossia che esegua il suo mandato comportandosi da cittadino modello e che se ne vada scusandosi se viene sorpreso ad approfittarsi della posizione che occupa. Per questo l’elezione di Favia mi aveva lasciato più di un dubbio.
    Il secondo punto riguarda il complesso di mancanza di democrazia, assenza di statuto, ecc. che caratterizza il M5S. Qui il vero problema è, a mio giudizio, che il M5S è nato come esempio di democrazia dal basso, cioè movimento di cittadini che si riappropriano delle istituzioni. Questo va benissimo quando si parla delle istituzioni più vicine, cioè i Comuni, altra cosa è il governo del paese. Un partito politico può benissimo proporsi nella stessa veste, ossia simbolo, statuto, apparato dirigente, alle amministrative come alle politiche, ma lo stesso non può applicarsi ad un movimento, come il M5S, che nasce con il motto di portare cittadini con l’elmetto a guardia delle istituzioni. Le caratteristiche del movimento sono perfette per creare dei gruppi consiliari d’opposizione, scricchiolano un po’ già quando si tratta di governare un Comune, anche se fin qui l’idea che mi sono fatto delle realtà governate dal M5S non è negativa, sono del tutto inadeguate se portate in scala nazionale. Ora, non posso dire per certo che con la struttura attuale il M5S non potrebbe ben figurare in parlamento, portando persone valide ed idee nuove, non ho nemmeno gli strumenti culturali per analizzare tale aspetto, però credo che sarà difficilmente realizzabile senza apportare alcune importanti modifiche strutturali al movimento stesso.

    • interessanti le informazioni su Favia che, però, una volta di più pongono il problema di come si scelgono i candidati. Quanto all’assenza di regole: quesxto può andar bene per un collettivo o una assemblea di studenti, ma già una bocciofila è bene che un minimo di statuto se lo dia

  • Buongiorno,
    sono da sempre un simpatizzante del M5S, non un attivista e tanto meno un inscritto. devo confessare che la mia simpatia è cresciuta man mano che che cresceva il disgusto per la classe politica egemone. trovo tuttavia la sua analisi, mi permetterà per una volta, impostata su parametri politici non adeguti al fenomeno. quello che i vecchi politici e spesso i commentatori loro accodati non riescono proprio a capire è che Beppe Grillo ha già realizzato il più grande cambiamento nella storia della partecipazione politica che si sia mai visto (almeno dall’illuminismo in poi). da qui in avanti niente sarà più come prima. che si lui, o altre persone a portarlo a compimento poco importa, ma l’accesso illimitato alle informazioni, la comunicazione velocissima della rete, quella “democrazia diretta” inseguita dal M5S elimina immediatamente intermediari e ritardi nella comunicazione politica. quando Beppe Grillo dice “non abbiamo bisogno di nessuno” e con nessuno intende la vecchia politica e i vecchi giornalisti, compie una piccola rivoluzione… siamo di fronte ad un nuovo modo non solo di fare politica, ma persino di concepire la democrazia e le regole sociali.

  • Anch’io non nascondo la mia simpatia per il M5S, nonostante tutto, proprio per la sua conformazione “non democratica” non sono convinto sia la soluzione che vorrei al rinnovamento di questa classe politica.

    Però, riconosco un elemento di novità nel M5S, che è il motivo della mia simpatia nei suoi confronti ed anche di una speranza. Spero infatti che esso possa diventare la culla di una nuova politica; mi sto riferendo all’uso di uno strumento che più democratico ed egualitario di così non ce nè, il sorteggio.

    Concordo che le percentuali di voto non saranno altissime e spero il M5S non scenda patti con nessun partito ma svolga una funzione di Opposizione Costruttiva. A questo punto chi meglio di un cittadino estraneo ai giochi di potere politici sarebbe in grado di svolgere tale funzione?

    Il M5S risolverebbe il problema di democrazia interna (lo stesso Beppe non avrebbe alcu ruolo nelle nomine), e in parlamento ci sarebbe un gruppo di cittadini VERI, a garanzia di tutti.

    L’uso del sorteggio in politica non è una novità, si tratta di uno strumento molto usato nella storia e dalle grandi potenzialitá. Personalmente credo possa contribuire a migliorare la nostra Democrazia.

    Cosa ne pensate? pensate possa funzionare per il M5S e il suo problema di democrazia interna?

  • caro Aldo condivido in pieno tutto quello che hai scritto, effettivamente l’effetto Grillo, perlomeno da quello che posso constatare nella mia città, è quasi inesistente, ma d’altronde sai quanti scilipoti spunterebbero. Ma quanta amarezza nel vedere tutti questi politici e tecnici così disgustosi, falsi, cinici e altro.
    Però non demordo, non possiamo subire tutto questo.
    A proposito perchè sugli esodati è calato l’assoluto silenzio, non fa più notizia.

  • caro Aldo,

    io penso che per apprezzare a pieno il M5S dovresti analizzare meglio le premesse.

    I candidati saranno scelti come abbiamo fatto fino ad ora, prima selezione sul territorio: ogni gruppo locale indicherà il proprio portavoce preferito; seconda selezione da parte del garante: controllo curriculum e fedina penale; tersa selezione sul portale nazionale: tutti gli iscritti voteranno i curriculum presentati a livello nazonale; quarta selezione nell’urna: gli elettori sceglieranno con il voto; quinta e ultima selezione sul campo: anche dopo l’elezione continuerà la periodica valutazione di ogni singolo portavoce.

    Saluti

    • apprezzo il M5s, ma siamo sicuri che la selezione sui curricula sarà serena? Non vorrei che ci fossero epurazioni. Quanto alla consultazione on line. come garantirsi da operazioni di voto bloccato da parte di gruppi organizzati e non particolarmente limpidi?

  • io credo che favia abbia detto una cosa importante e che farà da spartiacque tra due fasi dello sviluppo del partito 5 stelle, e credo peraltro che non sia tanto importante la questione se favia sia stupido o malvagio, quanto il contenuto di ciò che ha detto, che è riscontrabile nella realtà. lo stato di pressione psicologica a cui favia era sottoposto, in quanto grillo gli imponeva degli stretti paletti comunicativi, può essere una giustificazione in se stessa, dato che dire cose che non si pensano può dare un certo fastidio alla lunga, e a un certo punto la corda si può spezzare, sebbene si stia parlando anche di un politico che avrebbe fatto una mossa politica, ma francamente non sto vedendo i benefici della cosa. tutto sommato favia ha vinto da poco, e avrebbe potuto scegliere momenti migliori per la sua uscita, dato che rimane il seconodo nome più conosciuto dei 5 stelle dopo grillo (sebbene non sia certo un “numero 2”) ed è già da qualche tempo che può contare su una certa copertura mediatica che sarebbe stata peraltro destinata a rafforzarsi.
    va anche considerato il fatto che si sta parlando dei grillini emiliani, antipatici a casaleggio perchè troppo di sinistra, e che in altri casi hanno avuto a che ridire con il capo; favia in particolare ha spesso messo una pezza, specie quando peppecrille se ne usciva con le sue sparate razziste, migliorando l’impatto comunicativo del movimento e tarandolo un pò anche verso quelli che conoscono più di 400 parole, senza contare il risultati dei 5 stelle in emilia, i migliori d’italia. insomma credo che si possa dire non solo che favia sia più di sinistra di grillo, ma anche che il lavoro sul territorio c’è anche stato, e che forse qualche merito del successo emiliano lo hanno anche gli attivisti locali. il problema della scelta si pone dopo: cosa ne vuole fare grillo di questa esperienza emiliana? vuole svilupparla o vuole lasciarla da parte? sembrerebbe che la risposta sia la seconda, e sotto questo aspetto la polemica di favia si inserisce in un contesto in cui prima sono venuti tavolazzi e defranceschi, e che in effetti dà una misura concreta della carenza di programmi e del trasformismo politico di grillo, dato che un partito che pensa che si debba cambiare rappresentanti (e quindi impostazione ideologica) ogni volta che finisce un mandato, sta mettendo in conto di cambiare idea molto spesso nel prossimo futuro.

    sotto questo aspetto penso che grillo, a meno di un pentimento sulla via di damasco o un viaggio a lourdes, non rinuncerà affatto alla linea che ha adottato finora: la sua strategia comunicativa è quella di fare vedere ai suoi fano complotti ovunque in cui i comunisti lo vogliono ammazzare, facendogli fare quadrato attorno a lui (e non è il solo, anche il “non ci seppellirà nessuno di bersani” è un messaggio simile). insomma, se la tua strategia comunicativa è quella di dire che sono tutti contro di te perchè hai ragione, dire che hai sbagliato potrebbe rivelarsi un autogol. meglio espellere il congiurato, per cui si è come al solito invocato un complotto del pd, e quando usi la parola “pd” con un grillino, riesci ad evocare nella sua mente licio gelli, la banda della magliana, la banda bassotti e ciccio di nonna papera tutti contemporaneamente, creando una di quelle immagini esotiche con cui gli uomini si trastullano da secoli. e quindi a che gli serve la democratizzazione? non certo a guadagnare voti, dato che il disgusto verso gli altri partiti basta e avanza per motivare la base elettorale. al massimo gli potrebbe serbire per miglorare le condizioni della democrazia in italia, sebbene nel fare la cosa ci perderebbe la proprietà del partito.

    aldo dice che una maggiore democratizzazione aumenterebbe la solidità del partito (sebbene esso finora si sia retto sulle premesse contrarie), ma credo che questo discorso abbia un problema: la democrazia non è una cosa che si adotta per strategia politica: o uno crede nella democrazia, o non ci crede, non è che diventa democratico per essere meno fragile…
    senza contare che il centralismo e il marketing politico hanno permesso a partiti pochissimo democratici di spartirsi il potere per anni ed anni. anche il pd sarebbe più forte se fosse democratico. ma cosa gliene frega della democrazia e della sinistra a veltroni? ecco, per grillo lo stesso discorso.

    per quanto riguarda i pronostici, io vedo una percentuale dal 6 al 9% per i grilli alla camera. al senato, con la legge attuale devono superare l’8% in una regione perchè vengano eletti senatori. e in quante regioni il m5s supera l’8%? casomai dopo il caso favia togliamo l’emilia romagna. e cosa resta?…

  • p.s.

    grillo ha citato de andrè riguardo a favia:

    “Ti senti rinchiuso senza vie di uscita, ma la porta del piccolo locale dove ti trovi (da quanto tempo?) non ha serrature. Se abbassi quella maniglia potrai uscire fuori, ma non lo fai”

    insomma, lo caccia con una canzone… beh almeno non ha scelto masini…

  • non abbiamo i dati esatti per capire se in effetti sia conveniente. è chiaro che gli ex elettori di pdl e lega non si scandalizzeranno molto per un’espulsione, e così per i simpatizzanti della prima ora che hanno già creato i loro habitus. quelli di sinistra e i più acculturati non gradirebbero molto, e credo in effetti che a livello locale le esperienze più riuscite siano quelle in cui è stato sollevato uno spirito da lista civica di sinistra, spesso finalizzate contro la costruzione di opere in odore di obsolescenza. se non sappiamo esattamente qual’è la proporzione esatta (ho letto troppe dati diversi) e quindi che percentuale di elettori rischia di perdere, è anche vero che si andrebbero a perdere soprattutto i contributi positivi, ovvero quella militanza in grado di organizzare, coinvolgere e fare da quadro, il che potrebbe avere effetti più gravi sul medio periodo.
    ma se uno si affida a una società di marketing per la comunicazione piuttosto che a una struttura orizzontale, è più coerente aspettarsi da lui il ricorso alle tecniche di marketing e programmazione neuro linguistica esercitate dal proprio partner piuttosto che un mea culpa e a un’orizzontalizzazione.

  • come sempre sono d’accordo con lei professore, mi trovo pero’ a non concordare sulfatto che il giornalista della 7 si sia comportato scorrettamente, anzi, a mio avviso ha fatto il suo mestiere. Si puo’ discutere sulla tempistica e sul fatto che fare un uscire questo scoop dopo 4 mesi sa un po’ di ‘giornalismo ad orologeria’ (per fare una citazione che detesto) ma come fruitore di notizie sono molto contenta che questa sia uscita fuori. D’altronde Favia sapeva benissimo di parlare con un giornalista e non con il suo padre confessore, la stessa cosa e’ successa qualche mese fa qui in Gran Bretagna con Vince Cable che ha fatto delle dichiarazioni ‘off the record’ che poi sono regolarmente apparse sui giornali il giorno dopo costringendolo a non occuparsi piu’ di Rupert Murdoch . Puo’ piacere o no ma per me, anche questa e’ liberta’ di stampa,

    • No non è libertà di stampa ed, anzi è una cosa che la danneggia.Lei non deve pensare al vantaggio momentaneo, ma al fatto che poi si compromette il lavoro futuro anche di altri. L’informazione corretta si basa su un rapporto fiduciario fra il giornalista e la sua fonte di cui non deve mai essere rivelata l’identità. Altrettanto fiduciario è il rapporto fra giormnalista ed intervistato: se ti faccio qualche confidenza fuori intervista, devo essere sicuro che poi non la pubbliìhi, diversamente è la fine di quel tipo di informazioni che possono fornire al giornalista “la dritta” per un lavoro successivo. E questo sì che è un danno alla libertà di informazione. Chi non sa mantenere la parola e gioca sporco ha tutto il mio disprezzo e, se fossi il presidente dell’ordine cui quel campione è iscritto starei promuovendo azione per radiarlo. Questo non è un giornalista ma una serva. Ma capisco che in questo mondo di cialtroni ormai la parola data ha il valore di uno yoghurt scaduto.

  • L’articolo, molto interessante, mi sembra stia mostrando la nascita di un partito. Ricordo le polemiche che hanno suscitato la Lega Nord (perdonate il paragone!) e l’IDV ai loro esordi. E poi sono diventate nel male e nel bene realtà tangibili e importanti del panorama politico. Purtroppo il successo della prima prova politica non aiuta il M5s a ridosso di un importante appuntamento nazionale. Non c’è tempo di preparare un programma organico e selezionare candidati al parlamento affidabili, problema che comunque tocca partiti con storia ben più importante. Spero che comunque la gente non si faccia influenzare dai subdoli tentativi di manipolazione di alcuni grandi giornali e televisioni.

  • Sono stato attivo nel movimento dal 2010, ho contribuito a farlo nascere nella zona est di Milano, mi sono candidato alle scorse comunali e sono stato a Rimini. Io ero uno di quelli che sempre criticato il sistema nazionale ed ho deciso di lasciare subito dopo le comunali. Nulla sarebbe cambiato perchè Grillo non vuole, e le persone sono troppo disoneste o stupide per rendere il movimento ciò che dovrebbe essere.
    L’articolo non è male. Di solito si leggono cose completamente sbagliate. Non ho capito, però, perchè prendere tra il 9% e il 14% dovrebbe essere un elemento di fragilità. Per me è meglio se prende ‘poco’, così è più gestibile visto che ora non esiste alcun tipo di organizzazione. Non ho ben capito cosa vuol dire ‘corsi di formazione’. Se non ricordo male a Rimini c’è stato un gruppo di discussione che ha parlato dell’argomento(molti sentivano la necessità di ‘essere formati’). Ho sentito che ci sono gruppi di paesi/città che promuovo una formazione interna al movimento, però non so dare indicazioni più precise.
    A me piacerebbe vedere un articolo che descriva in modo prettamente oggettivo come è fatto il movimento e come esso dovrebbe essere in teoria. Ovviamente sarebbe povero, però vedo che la gente, e gli attivisti stessi, non lo sanno!

  • Articolo interessante come sempre caro Professor Giannuli; anche io comincio a pensare in effetti da simpatizzante del Movimento 5 Stelle che il programma e la struttura che Grillo ha dato al Movimento sia adatta per un livello locale, quindi per elezioni comunali e regionali e lo sia meno per una consultazione nazionale.
    Anche nel programma perfetto secondo me per le realtà comunali, mancano dei riferimenti a livello di politica generale, in particolare per la politica estera e per tutta la parte economica, mentre per quello che concerne la selezione della classe politica, è ovvio che trattandosi di un movimento nuovo, si debba scontare l’inesperienza o la mancanza di “professionalità” di alcuni esponenti.
    Da non sottovalutare inoltre, trattandosi di un movimento in ascesa, a proposito sono perfettamente d’accordo sul suo giudizio negativo sull’attuale classe politica italiana che anzi io accenturei ancor di più, la possibile entrata di opportunisti e carrieristi che sarebbero poi pronti a scendere dal carro alle prime occasioni.
    In questa ottica è comprensibile che Grillo non allenti la presa e continui ancora a tenere la briglia della situazione, pena il rischio di un precoce spappolamento del Movimento.
    Quanto alla faccenda Favia francamente mi riesce difficile credere alla spontaneità del fuori onda genuino; se io sono un consigliere regionale e vado ad una trasmissione televisiva lo so che se mi faccio scappare delle battute fuori onda poi saranno in qualche modo recuperate e rese pubbliche; non credo alla preparazione e alla messa in scena ma piuttosto ad un peccato di ingenuità di Favia che si lascia andare a delle dichiarazioni ” a braccio” come se fosse a casa da amici.
    Questo dimostra che la spontaneità e l’apertura nel reclutamento della classe politica se ha tantissimi aspetti positivi, presenta anche degli inconvenienti dovuti alla scarsa dimestichezza di molti neofiti col proprio ruolo.
    In conclusione penso che Grillo non possa nei prossimi mesi allentare la presa sul Movimento ma dopo le elezioni credo si renderà improcastinabile darsi una struttura più solida da parte del Movimento stesso e aprirsi al confronto con altre forze con le quali il terreno per battaglie comuni esiste ed è ampio e non parlo certo degli ectoplasmi senza vita dei partiti alla PDL PD UDC LEGA, ma dei numerosi altri movimenti, uno su tutti Alternativa, ma anche Alba che tra tante difficoltà stanno cercando di organizzarsi per riformnare questo nostro sistema politico ormai in metastasi avanzata.
    L’affrancamento dalla stessa figura di Grillo è un passo successivo ma allo stato attuale, secondo me, prematuro e inopportuno perchè rischierebbe di lasciare la forza politica del Movimento nella tempesta senza una bussola e nel momento in cui presumibilmente gli attacchi sotto elezioni si intensificheranno.

  • Buonasera Prof. ho letto con piacere la sua nuova disamina su quello che certamente ricorderemo come il tormentone politico dell’estate 2012 e in buona sostanza concordo con quanto da lei espresso.
    Essenzialmente, io mi sono fatto l’idea che il movimento sia preda dell’ansia da prestazione e in virtù di questa e di un accaloramento eccessivo verso l’immonda politica “tradizionale”, stia inanellando una serie di passi falsi d’antologia che si concretizzano nell’incapacità di costruire e perpetrare una classe dirigente legata a quello che dovrebbe essere il proprio elettorato.
    Con queste premesse che si riassumono negli slogan del “prima il parlamento poi le regole per organizzarci” il futuro del movimento appare pericolosamente scritto (più di quanto possa sembrare) nella storia di partiti come Lega e IDV che, a conti fatti, nella politica nazionale hanno rivoluzionato davvero poco, risultando nella sostanza semplici fiancheggiatori (o detrattori) del pesce grosso di turno.
    Ciò che dovrebbe fare il movimento o qualsiasi partito intenzionato a “rivoluzionare” è organizzarsi strutturalmente in modo diverso, che in un Paese incapace di perpetrare le proprie menti migliori (in ogni settore, basta domandarsi che eredi hanno avuto i vari Olivetti, Pertini, Mattei, Berlinguer) significa creare una fucina dirigenziale capace di reiterare e sviluppare nel tempo le istanze di democrazia e uguaglianza di cui necessità una società per svilupparsi equamente.
    Al momento, tutto questo manca tanto nel Movimento 5 Stelle quanto nella politica generale che dopo il tracollo di Berlusconi è naufragata ancora di più nel livore e nell’assenza d’idee e proposte autenticamente di rottura col modello sociale, politico ed economico vigente.

  • Mi sono documentato su Favia ed aggiungo una nota al mio precedente commento. Favia è stato eletto Consigliere Comunale nelle elezioni del 2009. A marzo 2010, come si può leggere sul suo blog all’interno del sito del Fatto Quotidiano, con il Comsiglio Comunale commissariato, ma in carica, si è presentato alle elezioni Regionali. Il suo mandato come Consigliere Comunale sarebbe scaduto nel 2011, quando si sono tenute le ultime elezioni comunali a Bologna. Pertanto ribadisco che per Favia è stata accettata una pratica che invece è stata duramente condannata per De Magistris. Personalmente sono d’accordo sullo stigmatizzare chi non rispetta fino in fondo il mandato ricevuto dagli elettori, ma sopra ad ogni altra ragione pongo la condizione che si richieda a se stessi molto di più di quanto si chiede agli altri. Altrimenti è solo fumo.

  • Per me un movimento nuovo per essere diverso dai partiti che ci ammorbano deve avere inscritto nel suo DNA il valore della trasparenza, deve essere una casa di vetro. Sta accadendo il contrario: che si confrontassero pubblicamente Casaleggio Grillo e Favia sul web, così capiamo! Secondo me hanno ragione entrambi e entrambi sbagliano: Favia ha quando accusare di mancanza di democrazia e dirigismo di Casaleggio, ma allora dillo pubblicamente non in camera caritatis col giornalista; Grillo ha ragione ad accusare Favia di non voler mollare dopo i 2 mandati per paura della disoccupazione ma perchè non spiega perchè ha trombato diverse persone? .
    Se continuano così, provocano solo danni.La gente si sta stufando.
    Ci sono 3 talloni di achille nel movimento:
    1) la proprietà del marchio in capo a Grillo, che può inibirne l’uso ad nutum suum: il movimento è cosa sua e può cacciare chi e come vuole. Non va bene. Concezione proprietaria berlusconiana.
    2) mancanza di organizzazione fisica: non è che il mondo gira su internet!! no organizzazione, no politica.Quando va via la corrente il movimento allora scompare, dagli schermi?
    3) assenza di un manifesto di programma: dai non prendiamoci per il culo: che combinerebbero al governo? mica puoi metterci le stelline a fare politica del governo. Ad esempio: politica internazionale: Israele attacca l’iran che fai? politica economica: per diminuire le tasse a chi tagli i servizi? etc…
    Sarebbe una peccato se dilapidassero il consenso già accumulato.

    Ricordiamoci che Grillo è l’effetto del declino italiano causato dalla filibusta politica. Ci fossero partiti veri con gente onesta e ricambio generazionale – il paese normale ma non quello che vuole il baffetto – Grillo non farebbe politica. L’ha detto egli stesso.

  • Allora, cominciamo con qualche osservazione tecnica. Il web non e’ una piattaforma libera, in quanto giuridicamente e’ un circolo privato costituito negli USA, e, praticamente, la diffusione di notizie dipende dai server, che sono gestiti da compagnie multinazionali facilmente condizionabili dal capitale finanziario.

    Per opporsi all’indirizzo del mainstream occorre avere certe dimensioni e certe tradizioni, che posso dire, la Cina si puo’ dotare di un apparato tecnico indipendente dagli USA, molto meno il Giappone, e vi e’ una certa tradizione ribalda dei paesi dell’ex blocco dell’URSS, i migliori siti pirata si sono sempre trovati in Slovenia e in Ungheria.
    Per quel che riguarda l’Italia, la situazione si puo’ descrivere con la nota figura dell’angolo retto, detto anche a novanta gradi, francese levrette, inglese doggystyle. Il latino, che non disponeva nativamente di sofisticazioni geometriche, ricorreva al linguaggio dei conduttori di greggi ovine, descrivendo la nota situazione detta della pecora nel fosso, o della pecorina. Non e’ insomma preciamente il massimo dell’indipendenza.

    Pensare alla democrazia diretta come la sostituzione del web alle elezioni democratiche o alla piazza e’ una stupidaggine infantile, che non puo’ essere perdonata solo perche’ oggi si ritiene che l’uscita dall’adolescenza sia verso i 42 anni di eta’. Facciamo qualche esempio concreto. Un giornale online propone un sondaggio cosi’ concepito “Puo’ il governo mettere altri soldi nella tasca dei lavoratori?” Risposte possibili: Si, No. Possibilita’ di commento: nessuna. Naturalmente io avrei voluto partecipare al sondaggio, modificando il verbo, da “mettere” a “togliere”, e il complemento di luogo, da “nella tasca” , al piu’ realistico “dalla tasca”. Si puo’? Non si puo’, tutto qui.

    E se il blog democratico e’ custodito da santa Caterina da Siena o da Giacomo Leopardi, come supremo o imparziale garante, fa qualche sostenziale differenza? No, e per me punto e basta.
    Dopo di cio’, se mi si aiutera’ a mettere i bastoni fra le ruote agli agenti delle banche e ai loro servi sciocchi, i transfughi del socialismo reale, che invece di ammettere la bastonatura solenne che la storia gli ha inflitto, e fare un normale partito socialdemocratico, si sono addirittura tirati dentro i cattolici, i liberisti, e qualche utile idiota nostalgico, ben vengano anche i confusi sostenitori della democrazia diretta su blog di proprieta’ privata, peggio di quelli che stanno al potere non sono.

    Ma non sono certo una soluzione dei problemi italiani, sarebbe molto meglio seguire Thomas sul sorteggio, alla maniera ateniese, dei membri del Parlamento.
    Purtroppo, pero’, in quei tempi il mondo era tanto piu’ vasto, e gli errori tanto piu’ facilmente rimediabili. Oggi non e’ cosi’, e un confronto serio e senza spirito di gregge sul tema della democrazia, e diretta, e indiretta, non puo’ essere eluso. E il problema non e’ solo quello di M5S, anzi!!!! C’e’ da capire che diavolo di societa’ vogliano prefigurare, narrare, far balenare, i compagni, che rispetto nella loro tensione ideale, che si richiamano al comunismo. Perche’ mi ci richiamo anche io, ma non ritengo che la Cina sia un’utopia positiva, e neanche un magico risorgere dell’URSS. Eh, lo so, sono discorsi che non si fanno, stai per venderti alla destra, cacando questi dubbi.

    Mah, io lavoro, e dove sono finiti gli eredi del PCdI? Chi sotto Monti, chi spera di infilarsi nel Bersani-Passera con Casini, Buttiglione, e Giovanardi, e c’e anche chi sventola otto bandiere rosse con due mani e l’1% dei voti.

  • Non vorrei con questo mio commento apparire saccente, però vorrei ricordare ai sostenitori del sorteggione stile democrazia ateniese, che tale sistema stava in piedi perché Atene si faceva mantenere dagli alleati. Ce li vedete i tedeschi che ci mantengono mentre noi sorteggiamo i nostri rappresentanti, per poi correre tutti a teatro, gratuito ovviamente perché la cultura è essenziale alla nostra democrazia?

  • Mantenere e’ termine antico, greve, diciamolo pure, torvo. Ora si dice “sostenere un’agenda di riforme strutturali”, o anche “impegnarsi nel risanamento trasferendo pezzi di sovranita’”. La democrazia rappresentativa e’ invece assai in auge, infatti fra i partiti politici tedeschi si fa a gara fra chi appoggia il portoghese e chi lo slovacco, come Presidente degli Stati Uniti d’Europa, con delega alla politica monetaria, eletto a suffragio universale anche da svedesi e britannici, si capisce, ci vuole piu’ Europa 🙂

  • ma come si fa’ a fare una scelta politica dal curriculum? Che tipo di curriculum deve avere uno per fare politica? Quindi chi ha la terza media e’ escluso dalla politica per il m5s? Ma siamo sicuri che un sindaco per fare bene il suo lavoro deve saperne di architettura o di astrofisica? Non dovrebbe invece saper fare buone scelte politiche e scegliere bene i tecnici che realizzino quelle idee? Quello che mi sconvolge dei grillini e’ che per loro la politica e’ pura amministrazione. Ma purtroppo non e’ cosi’ c’e’ una buona amministrazione di destra e ce ne una di sinistra e anche democristiana, insomma dipende dalle idee. Ci sono un po’ poche idee in giro su come dovrebbe andare il mondo, ma non e’ una scusa buona per smettere di cercarle. Poi sulla dichiarazione che il m5s sia stato il piu’ grande cambiamento sociale dall’illuminismo ad oggi stendiamo un velo pietoso

  • Molto bello il blog… però aspetto nuovi post, è da troppo tempo che non ci sono aggiornamenti. Vabbè, intanto mi sono iscritto ai feed RSS, continuo a seguirvi!

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