Grecia: l’inutile gioco del cerino.

Come volevasi dimostrare. A quanto pare siamo allo showdown finale: non sappiamo come andrà il referendum, ma se anche i greci votassero sciaguratamente si al piano della troika, ormai saremmo lo stesso alla rottura, perché il gioco del cerino è finito. Se anche la Grecia accettasse le condizioni demenziali poste, fra un mese, alla prossima rata di interessi, saremmo punto e a capo e la troika chiederebbe altro ancora.  

Qui il problema non è quello di fare sacrifici inumani per saldare il debito, ma farli per poter continuare a pagare gli interessi in eterno. Le richieste ad Atene parlavano di tagli a salari e pensioni, di aumentare l’Iva del 13% sugli alberghi: tutte misure che avrebbero ulteriormente abbattuto il Pil, facendo crescere in corrispondenza il peso percentuale del debito, con il risultato di nuovi e più pesanti interessi e di gettito fiscale ridotto.

Il punto è che, anche se Tsipras accettasse tutti i diktat dell’Universo e abolisse le pensioni, portasse l’Iva al 30% e vendesse il Partenone ai tedeschi ed i bambini al mercato degli schiavi, lo stesso non ce la farebbe a pagare il debito accumulato, che supera di tre volte il Pil annuo; per cui strozzare il popolo greco servirebbe solo a pagare gli interessi su un debito eterno e, per di più, siccome con una cura del genere il Pil non potrebbe che scendere, il divario aumenterebbe e prima o poi si arriverebbe lo stesso al default.

Tsipras ha tentato di mediare, forse con la riserva mentale di scaricare sui suoi interlocutori la responsabilità della rottura, di fatto un gioco del cerino che però è rimasto fra le sue dita anche se la rottura è decisa dagli altri.

Il governo greco ha dato la sensazione di non fare sul serio: a ogni tornata ha urlato che non avrebbe accettato i diktat della troika, ma poi un pezzo lo lasciava sul campo ogni volta.
Tsipras avrebbe dovuto impostare le cose più seriamente: in primo luogo essere più sincero con l’elettorato e chiarire che il suo programma sarebbe stato quello di ottenere quantomeno la rinegoziazione del debito, anche a costo di arrivare al default ed uscire dall’Euro. Promettere la fine dell’austerità e la permanenza nell’Euro denota o una totale incompetenza o una malafede altrettanto totale (propendo per la prima delle due).

Ottenuto un mandato pieno dall’elettorato, avrebbe dovuto presentarsi alla Bce sin dai primi giorni di governo e porre la questi termini: “o ristrutturiamo il debito, quantomeno con un haircut, o noi non paghiamo neppure un Euro già dalla prossima scadenza e se volete cacciarci dall’Eurozona fate pure, sono pronto ad emettere una moneta provvisoria ed a cercare nuovi partner”. E’ difficile dire cosa avrebbero scelto i partner europei, perché l’espulsione avrebbe comportato dolori molto seri per i greci, ma ne avrebbe causati e di molto seri per la Ue nel suo complesso e per ciascun suo componente. In primo luogo si sarebbe stabilito il precedente della recedibilità dall’Euro (e per di più ex abrupto), quello che non è previsto dai trattati e su cui si è fondata la stabilità dell’Euro sui mercati monetari mondiali.

Non ci vuol  molto a capire che un secondo dopo una decisione del genere, la speculazione finanziaria si sarebbe avventata non tanto sulla Grecia, dove c’è ben poco da mangiare, ormai, ma su Italia, Spagna, Portogallo e probabilmente Francia. Di riflesso le quotazioni dell’Euro avrebbero iniziato a ballare. E questo senza tener conto degli affetti politici di una simile scelta (rafforzamento delle tendenze centrifughe dall’Unione, destabilizzazione della Nato, effetto domino sui paesi con forte indebitamento, rafforzamento delle tendenze populiste ecc.)

Dunque, una scelta forse ancora più problematica per la Ue che per i greci (che, peraltro, avrebbero evitato i salassi di questi mesi) quel che gli avrebbe permesso di negoziare (o almeno provare a farlo) le condizioni dell’uscita della Grecia dall’Euro. Ma una scelta di questo genere avrebbe richiesto una intelligenza strategica, un coraggio ed una radicalità politica che Tsipras o Varufiakis non hanno essendo dei mediocri socialdemocratici.

Ora la rottura avverrà lo stesso, ma nel modo più traumatico per tutti (ed è bene che gli italiani in primo luogo si preparino all’urto). La politica del cerino di Tsipras non è servita a molto, perché ugualmente adesso si trova a gestire  la situazione nel peggiore dei modi: dopo aver illuso i greci che fosse possibile conciliare fine dell’austerità e la permanenza nell’Euro, ora deve guidare il suo paese nella tempesta peggiore, anche perché la Ue si impegnerà a strangolare Atene, sia come deterrente verso gli altri paesi debitori, sia per recuperare credibilità sui mercati monetari mondiali, dimostrando che “non c’è salvezza fuori dell’Euro”.

Per non soffocare la Grecia (che dovrà darsi una sua moneta necessariamente debole) deve cercare urgentemente finanziatori che sostengano la sua ripresa economica e questo può significare solo tre cose:

– Russia, che potrebbe essere interessata tanto al passaggio dei suoi gasdotti sul territorio greco ed ottenere una destabilizzazione della Nato;

– Cina, che potrebbe aprire in Grecia una miriade di filiali delle proprie imprese manifatturiere, invadendo il mercato europeo senza nemmeno i costi di trasporto, ed usare i porti greci (oltre che quello del Pireo che già hanno) come punti di partenza e di arrivo (e la cina sta lavorando a mettere le mani sulla logistica mondiale;

– Emirati arabi che potrebbero fornire le risorse petrolifere a credito in cambio di contropartite come, ad esempio il rifiuto di far passare gasdotti russi sul proprio territorio.

Ottenere le migliori condizioni dipenderà dalle capacità negoziali del governo (che sin qui, per la verità, non ha brillato).

La moneta “debole” peraltro, si rivelerebbe rapidamente un vantaggio netto sulle economie Euro per quanto riguarda le esportazioni.

In prospettiva, se la Grecia dovesse ripartire sarebbero problemi molto seri soprattutto per i paesi meridionali della Ue.

Nell’immediato, invece, il precipitare della crisi greca agirà  da forte acceleratore nella crisi del debito pubblico europeo.

Aldo Giannuli

aldo giannuli, bce. merkel, cina, crisi del debito, debito grecia, default grecia, europa, germania, gioco del cerino, grecia, russia, tsipras, varufakis


Aldo Giannuli

Storico, è il promotore di questo, che da blog, tenta di diventare sito. Seguitemi su Twitter o su Facebook.

Comments (41)

  • Gerardo D'Ambrosio

    Probabilmente Tsipras ha dovuto mentire in campagna elettorale (fine dell’austerity ma dentro all’euro) perché era l’unico modo per farsi eleggere. Dire che sarebbe uscito dall’euro avrebbe inibito un elettorato già terrorizzato dagli scenari apocalittici prospettati dei media in caso di uscita. Uscire dall’euro sarà il primo passo per riappropriarsi della sovranità economica, anche se il problema della Grecia credo che sia l’eccessiva specializzazione in pochi settori, in primis il turismo, che non garantirà una ripresa in tempi brevi pur svalutando la moneta.

    • insomma Tsipras avrebbe fatto una furbata che lo ha aiutato a vincere.
      Ora però sono guai seri. In politica le furbate sono sempre un disastro
      ed voglio vedere come si mette per lui se nel referendum (come temo) vincano i Si

  • Spett. Aldo, come tu dici il debito NON si potrà MAI pagare, perchè domani saranno punto e a capo, e questo non è solo per la Grecia, ma per tutto la zona Euro,(hanno firmato dei trattati con le banche centrali che per il migliore ci vorrebbe l’ergastolo), quindi prima se ne esce e prima finisce questa agonia che sarà eterna. Sarà sicuramente dura anzi durissima per i primi tempi, ma se i padroni della nuova moneta saranno i stessi Greci e NON più le banche cioè non esisterà mai più il “DEBITO PUBBLICO”.(se non con loro stesso) con una moneta collegata con l’economia reale e non con la finanza o i “mercati”. Se riusciranno in questo, bè avranno dato una lezione al mondo, e forse sarà l’inizio della fine di questa dittatura finanziaria. Tu dirai: e i creditori?!! Dovranno prendere la nuova moneta o i carri armati, come dice Casaleggio.

  • “Ottenere le migliori condizioni dipenderà dalle capacità negoziali del governo (che sin qui, per la verità, non ha brillato).”
    Dipende da quali erano i reali obiettivi del governo nella trattativa. Dato per scontato il default, in realtà già avvenuto da tempo, se lo scopo di Tsipras era guadagnare tempo per consentire ai concittadini con qualche risparmio e qualche barlume di intelligenza di salvare il salvabile, direi che è stato centrato in pieno.

  • supporre che fossero possibili trattative migliori significa presupporre una volontà di dialogo da parte della troika. e se con la troika ci si può trattare con successo, che problemi avrebbe l’europa? mi sembra che ci sia qualche contraddizione. manca poi una lettura politica della cosa, che rappresenterebbe peraltro l’aspetto più interessante. l’economista saraceno fa notare qua

    https://fsaraceno.wordpress.com/2015/06/27/its-the-politics-stupid/

    che fa notare come l’economia c’entri poco in queste vicende.

    e comunque tra una mancata scadenza di pagamento e un default c’è un pò di strada; un pò troppa per valutarla a borse chiuse.

      • professore io non vorrei averla come avvocato: uno che di lavoro dovrebbe trattare non può fare saltare il tavolo da subito e per primo, sennò sembra che stia rubando i soldi (come il m5s, tanto per intenderci). e questo vale per qualsiasi professione: se vado da un falegname e gli chiedo un tavolo, questo non può rispondermi “non si può fare, vada a casa” e contemporaneamente mi chieda di essere stato pagato per la “consulenza”. con l’elettore grillino questo non funziona: basta che il rappresentante se ne stia su facebook tutta la giornata a non fare un cazzo, e va tutto bene, dato che “non si poteva fare altrimenti”. purtroppo siamo al livello ferrero: grandi valori iperuranici, ma quando si scende sul concreto l’azione politica è reazionaria fino al midollo. non vuole sporcarsi le mani con le mediazioni, e fa decidere tutto agli altri. molto meglio astenersi, dato che il risultato è lo stesso, ma almeno non c’è il perculaggio.

  • A differenza di molti, non credo che Tsipras si sia mosso, tanto in casa quanto nel consesso UE, come un novello Machiavelli.
    Purtroppo anche lui, come la stragrande maggioranza della sinistra europea (non soltanto socialdemocratica, ma anche “radicale”) ha commesso un errore di valutazione enorme in merito all’Unione stessa, che non è il faro di democrazia e sviluppo armonioso che ci è sempre stato spacciato.
    C’è solo d’augurarsi che averlo compreso (?) con così ampio ritardo renda ancora salvabile la situazione, che non prospetta cieli neri soltanto per la Grecia.

    • “…Purtroppo anche lui, come la stragrande maggioranza della sinistra europea (non soltanto socialdemocratica, ma anche “radicale”) ha commesso un errore di valutazione enorme in merito all’Unione stessa, che non è il faro di democrazia e sviluppo armonioso che ci è sempre stato spacciato….”
      siamo daccordo, ma gli errori delle “destre” dove li mettiamo? Qui non e’ piu questione di destra o sinistra che entrambi hanno preso per il culo i propri elettori. E’ questione che un qualsiasi governo con la testa sulle spalle avrebbe fatto gia’ da tempo un piano di emergenza per l’uscita dall’euro, per non ritrovarsi impreparati nel momento in cui questo baraccone senza fondamenta che e’ l’UE crollera’. Ricordiamoci che lo spread non e’ diminuito perche’ abbiamo sanato l’economia, che non abbiamo sanato un cazzo, ma perche’ la BCE da i soldi alle banche per comprare i titoli di stato, ma quanto potra’ andare avanti? Si capisce allora che l’UE prima o poi deve finire a “schifio”

      • Non comprendo il senso della sua replica al mio messaggio.
        Personalmente di quello che fa la destra m’interesso nella misura in cui la connoto come rappresentanza politica del nemico delle classi subalterne. In questo senso “la destra” – quella che lavora per l’interesse del grande capitale finanziario – ha lavorato benissimo, costruendo e propagandando come “inevitabile” una UE che “funziona” sono nella prospettiva di uno scontro tra blocchi imperialisti contrapposti, dove chi sta in basso alla scala è fisiologicamente destinato a prenderselo nello stoppino.

      • A leggere tanti fanatici di tatticismo parrebbe di si. A mio parere, invece, Tsipras si è principale dimostrato un ingenuo entusiasta, sia nei confronti della troika, sia verso quei governi europei in cui sperava che le sue richieste avrebbero trovato sponda.

  • Il prof. la pensa come il prof. Bagnai: Tsipras doveva dire: usciamo dall’euro per far finire l’austerità. E’ un codardo. Il referendum un bluff.
    C’è un piccolo particolare: che con un programma così NON avrebbe vinto le elezioni. Perchè il popolo greco come tutti i popoli mediterranei considera l’euro come stare un club dei ricchi del nord, come viaggiare in Mercedes. Se dici al popolo: NO euro! lui ti volta le spalle terrorizzato dall’incertezza del salto nel buio e dai terrorismi psicologici inculcati dai mass media (casa risparmi vaporizzati etc…).

    Rompere subito! a parole si fanno le rivoluzioni sulla carta… poi vai a pagare pensioni e stipendi quando BCE ti chiude il rubinetto della banconote!

    Voi professori servite a spiegare il mondo, ma avete una grande pecca: non siete in mezzo al popolo e non lo capite, leggete il mondo con l’intelligenza razionale del pensiero. Siete in deficit di pensiero laterale (quello che hanno gli orientali, per semplificare) Ma invece il popolo è femmina irrazionale, si muove per emozioni. Prima viene l’emozione, poi la decisione. Cioè non potete fare politica….

    Sicchè, devi far capire al popolo, passettino dopo passettino, che questa europa è una tirannia al servizio delle oligarchie finanziarie e della Germania e che l’euro è il suo manganello di comando che ci impoverisce. Deve acquisire consapevolezza.

    Il referendum è giusto: è democrazia. Il popolo avrà l’ultima decisione. Avete paura della democrazia? volete o no l’austerità? SI o NO. Se si, continuerà il massacro sociale, e via via il popolo acquisterà consapevolezza della necessità di uscire dall’euro. Se no, la naturale conseguenza sarà l’uscita dall’euro con nuova moneta. Manipolazioni? altamente probabile, ma l’essere umano è intelligente e sa difendere i suoi interessi.

    Io la penso come il premio Nobel Krugman in questa intervista tradotta.
    Io la penso come il premio nobel economia Krugman in questo articolo tradotto
    http://www.comedonchisciotte.net/modules.php?name=News&file=article&sid=4205

    E’ vergognoso che i partiti dell’internazionale socialista siano sodali col partito popolare a voler imporre alla Grecia la tirannia europea a danno dei ceti subalterni: tagliare le pensioni minime, tagliare la sanità, aumentare l’IVA sul mangiare e sul turismo (unica attività che hanno). Ciò dimostra che il concetto di destra e sinistra è finito. Perchè è più di sinistra una Le Pen di un Renzi.

    • Non avrebbe vinto le elezioni? Pazienza.
      Adesso corre il rischio di perdere la faccia che è molto peggio
      Voglio vedere come la mette se viene sconfessato dal referendum

      • io credo che qua abbiamo davanti un caso di idiosincrasia nei confronti di tsipras, politico che è sempre stato profondamente sul cazzo al professore. ma la popolarità di un politico non va valutata dall’odio cieco che gli viene rivolto da chi non l’avrebbe mai votato, ma dalla compattezza del suo corpo elettorale.

          • fatto sta che anche renzi, come lei bagnai e shauble, dice che la questione è euro si-euro no. non sono io ad avere le opinioni coincidenti con la peggio tecnocrazia europea, e non devo difendere alcunchè

      • Lei confonde la carriera personale politica di Tsipras con la coscienza del popolo. Se vincerà il SI, ossia se il popolo accetterà austerità per restare in euro, Tsipras sarà sconfitto ma l’austerità distruggerà completamente l’economia greca che sta venendo usata come animale da cavia dagli scienziati del neoliberismo. Mi dispiacerà, ma se il popolo vuole questo, ne subirà le conseguenze fino in fondo e forse allora capirà lo sbaglio. Tanto peggio tanto meglio lo diceva anche Togliatti durante la guerra. Sicchè…

    • Tutto giusto, con una sola postilla.
      Proprio perchè il popolo è femmina (espressione efficace anche se un po’ misogena), come tale si comporta.
      Ciò significa che non ti perdona se lo costringi a decidere per te.
      Significa anche che bisogna saper giocare d’astuzia: nel caso specifico, altri avrebbero dovuto proporre il referendum, Tsipras doveva tenersi fuori e, in apparenza, mostrarsi persino poco favorevole, fino a farsela imporre a furor di popolo.
      Ormai, per come sono andate le cose, c’è poco da fare: Tsipras ha chiuso, qualunque sia l’esito del referendum.
      Ha dimostrato che messo alle corde non è stato in grado di gestire la situazione: il ricorso ad un referendum non è stato un suo motu proprio ma lo ha subito, in qualche modo gli è stato anch’esso imposto dalla troika, la quale ha deciso di venire a vedere il bluff, evidentemente avendo intuito la debolezza dei personaggi in gioco.
      Sopratutto, se mi è consentito un paragone calcistico, Tsipras ha dimostrato di giocare in difesa, di essere alla disperazione come quegli allenatori che per cercare di acciuffare un pareggio all’ultimo minuto, mandano all’attacco anche il portiere e, inevitabilmente, la squadra finisce per subire un’altra rete.
      D’altro canto, restiamo sul concreto: questa Europa è un aborto, tutti coloro che cercano di immaginare un dopodomani si rendono conto che non ha futuro.
      In qualche modo ci DEVE essere un evento scatenante che dia inizio alle danze!

      • concordo in pieno su quanto dici,sull’effetto scatenante temo invece che qualsiasi elemento svincoli la germania dall’unione monetaria possa gondurre a drammatiche conseguenze su scala mondiale,non sapendo come reimposterebbe la propria economia e geopolitica.

      • Credo che il referendum sia per capire quali settori del popolo greco va bene il gioco del debito:-(. è probabile che tsipras abbia chiuso, cmq. Se una partecipazione del 70/80% della popolazione e una maggioranza dei SI del 70% la popolazione greca si disintegrerà con una fortissima emigrazione degli 11 milioni e mezzo di greci di inizio crisi nè restano circa 10 dicono alcune fonti, ciò si aggraverà. è probabile che l’auterity abbia un rapporto popolazione-attiva/produzione che risolve il debito, ma questo vada dimostrato e per la grecia non è l’attuale costituzione sociale.

  • sarebbe interessante che lei pubblicasse esattamente l’elenco delle richieste fatte dalla troika e quelle di tsipras,giusto per iniziare a configurare meglio il dibattito,perchè non trovo totalmente irragionevoli le rchieste della troika.
    secondo punto se tsipras non avesse delegato il futuro ad una scelta referendaria le cose sarebbero andate un po meglio,l’accellerata negativa nei trattati è iniziata proprio con questa scelta vigliacca di non governare la situazione,ma lasciare la patata bollente ad una scelta popolare,il che è una scelta indegna per chiunque sia chiamato a governare,qui si parla di fare valutazioni complicatissime anche per i più esperti,non è possibile che si deleghi una questione così vitale al voto cittadino.
    siamo alla solita follia greca.

    • No No, non c’è nessuna scelta complicata. Il popolo sa bene di cosa si parla: diminuire le pensioni, eliminare la sanità, aumentare l’IVA sul mangiare il turismo, licenziare dipendenti pubblici, ridurgli lo stipendio, eliminare il diritto del lavoro. E sopratutto, diventare una colonia della Germania a prendere gli ordini da altri, non più padroni a casa loro. SI SI, le persone semplici queste cose le capiscono al volo, gli intellettuali no.

  • Professore, questa volta si è superato, la sua analisi è spettacolare. La condivido al 100%!!
    Aggiungo: se fosse davvero arrivato il momento in cui i governi degli altri Paese della UE optassero per una riduzione del debito greco, facendosene carico essi stessi? Certo, lo so che è utopia…ma se ciò diventasse prima o poi inevitabile? Se questo, poi, significasse (ragionando ancora in termini utopistici) che accettando di non farsi ripagare dalla Grecia dovremmo tutti ridurre i propri consumi, stili di vita, aspettative, adottare stili e ritmi più consoni ad una scoietà completamente diversa (e aggiungo: migliore)? Se questo significasse, cioè, doversi piegare alla necessità di una inevitabile solidarietà diffusa, di una ‘decrescita’ che a lungo termine davvero potrebbe rivelarsi ‘felice’ in termini di sostenibilità ambientale, umana e relazionale? Lo so cosa sta pensando Professore, che la filosofia in questi casi non funziona…e che prima di arrivare a una simile situazione – la storia dell’umanità ce lo insegna (e degli ultimi cento anni in particolare) – si dovrà forse passare per guerre, carestie, crisi etc. E pensare che, se ognuno di noi facesse un piccolo sforzo nel proprio quotidiano in termini di rinuncia a qualcosa dell’attuale status quo in nome della solidarietà umana, forse per la prima volta ci sarebbero le condizioni (perché un minimo di coscienza è ormai diffusa in tal senso) per un esito diverso della storia. In fondo il progresso dell’umanità in cosa si concretizzerebbe se non nel progresso delle coscienze?

  • Io negli ultimi giorni comincio a pensare che un’uscita della Grecia dall’Euro, Podemos in Spagna e una vittoria dei 5 stelle in Italia potrebbero veramente far crollare tutto. E alla fine non è poi così impossibile che accada. La troika è una macchina di morte, una malattia, e dove c’è malattia si formano anticorpi (a volte col manganello e olio di ricino, eheh). Solidarietà ai greci, ma tutto questo progetto dell’unione europea deve finire, è un crimine fascista di portata epocale!

  • sarà che tsipras si sarà mosso anche male, ma quale sarà il quesito? La questione che rimane sul tavolo è come si esce dal debito e dove sono finiti i soldi dei finanziamenti del debito e dei rimborsi fatti?

  • e comunque basare tutta la propria analisi su quel cazzaro di bagnai non è serio, anzi mi puzza di eterodirezione, dato che l’unico scopo delle sue “analisi” mi sia quello di assolvere il ppe e la dirigenza tedesca scaricando le loro colpe a destra e a manca.

  • gentile professore, sono estremamente realista, e dico cose che su altri blog non si possono nemmeno pensare, ma penso che la soluzione sia che zio wladimiro muova i propri trattori versola campagna ucraina, spingendo milioni di rubizzi contadini ucraini verso le fertili campagne polacche e tedesche, rendendo gli inflessibili marescialli teutonici più bisognosi di aiuti, e quindi più sensibili a rapportarsi a miti consigli, rabbonendo sotto un sano timore i nuovisti del baltico . con stima e cordialità makno

  • Posso chiedere un paio di precisazioni?
    Sento parlare di:
    oligarchi greci che non hanno mai pagato una dracma di tasse;
    greci che vanno in pensione a 50 anni;
    greci pigri e indolenti;
    FMI che manda in Grecia i propri “esperti” i quali appoggiano gli oligarchi….
    Insomma il peccato originale venne commesso concedendo alla Grecia l’entrata nella UE visto e considerati i debiti che avevano (furbi loro o sciocchi gli altri?), questo sembra lampante,
    ma, il resto?
    C’è qualcuno/a che conosce la storia greca per quello che è realmente? Se sì mi può aiutare a capirne di più?
    Purtroppo il vizio di molti giornalisti (e non sto parlando del Prof. Giannuli) consiste nel commentare gli avvenimenti e senza analizzarli per quello che sono/sarebbero/dovrebbero essere….
    Grazie
    Roberto

      • sul fatto che i greci abbiano scialacquato, e che quindi siano stati la causa del loro male, beh su questo non ho niente da dire. Ma chi li ha fatti entrare in Europa? E non venitemi a raccontare la favoletta per bambini scimuniti che avevano truccato i conti. In Europa non c’erano esperti che potevano controllare i bilanci? E le agenzie di rating dove stavano in quel momento? E di Cipro che mi dite? hanno truccato i conti anche loro? Qualcuno ha un idea della miseria che c’e’ nei paesi baltici tutti entrati in Europa? Ma soprattutto la questione Ucraina e’ la piu’ illuminante: un paese sull’orlo della bancarotta al quale e’ stato prospettato di entrare in Europa. Forse non entrera’ in Europa, ma nella NATO si, cosi dovra’ comprarsi le armi, e con i soldi di chi, se soldi l’Ucraina non ne ha? E comunque il dato certo a questo punto e’ che la Grecia e’ entrata nell’UE perche’ a qualcuno (Germania) faceva comodo pur conoscendone le magagne. In quanto a Tzipras, ha sbagliato varie cose, ok, ma non perdiamo di vista il fatto che non si e’ trovato in una situazione facile, intanto i PIIGS lo hanno lasciato solo e poi il coltello dalla parte del manico non lo ha lui. Ormai l’unica via d’uscita per la Grecia e’ ricevere aiuti da Russia e Cina al che’ potra’ rispondere alla troika con uno sberleffo, e forse come io spero cio’ potrebbe anche costituire un cuneo infilato tra le chiappe della NATO.

    • Ecco chi è “pensierinformati” (dal loro sito)
      Questo blog è il fratello italiano di econbrainstorm.blogactiv.eu e la resurrezione del buon vecchio pensierinformati.ilcannocchiale.it. Stay tuned.
      WHAT IS FONDATION EURACTIV ?
      Fondation EurActiv is a public service foundation under Belgian law and acts primarily to bring together individuals and organisations seeking to shape European Union policies. It shares its mission ‘faciliter l’efficacité et la transparence de la Communauté des Acteurs Européens’ with EurActiv.com, the media. It does not lobby, except to promote online media independence, and is not aligned to any political faction or faith group.

  • Theofilos (dalla Grecia)

    Prof. il problema della Grecia è ed è sempre stato l’enorme, improduttivo e costoso settore pubblico con salari altissimi e d’altra parte un piccolo settore privato che deve sostenere pagando con le tasse appunto quello pubblico. Parlano i numeri: settore pubblico=quasi il 50% di quello privato! Stipendio medio sett. Pubbl.=quasi 1100€ contro i 650€ di quello privato! Dal inizio della crisi le istituzioni hanno chiesto solo una cosa, la diminuzione dell’enorme sett. Pubblico, ma causa Costo politico nessun governo l’ha fatto! A voi le conclusioni. Ottimo lavoro prof., continui cosi.

  • Dal 2000 ad oggi i dipendenti pubblici in Grecia sono stati tagliati del 25%, le pensioni ridotte, si è raggiunto un avanzo di bilancio consistente, però l’economia è crollata.
    Le ricette economiche e le previsioni della Troika sulla Grecia sono state giudicate dal Nobel Kruger il più grave errore commesso dagli economisti nel corso della Storia.
    Sinceramente, su questa strada non si poteva continuare, anche perché i funzionari europei hanno riproposto le stesse cose senza un minimo di fantasia, sempre in obbedienza ai diktat dei centri finanziari che vogliono gli avanzi di bilancio per tutelare i loro crediti, senza alcun interesse per la gente.

  • Alessandra Bergamo

    L’articolo mi pare non centrare il punto. L’obiettivo di Tsipras non è raccontare al mondo le sue idee o perché sono più giuste di altre. Alexis Tsipras non è un narcisista, non si soddisfa di qs. Alexis Tsipras sta facendo politica, cioè sta facendo democrazia. Raccoglie il volere delle masse, al punto in cui sono, che qt ai greci è stato finora di restare nell’euro. Poi si incarica di rappresentare qs posizione nei luoghi della politica internazionale, con gran consenso del popolo greco. A qs punto la troika risponde. Ecco, obiettivo raggiunto: adesso che la troika ha esplicitato al popolo greco, nelle sue varie classi, le sue intenzioni, questi si deve confrontare con tale verità e la caduta delle proprie illusioni. ADESSO il popolo greco si sveglia e vediamo che cosa decide di volere per se stesso. Questa è politica, a Tsipras non interessa convincere dall’alto del proprio sapere, non è un prof, e non serve. È sceso nella melma del dolore di un popolo, ha trovato le parole per dire quel dolore, ql parole in cui il popolo a livello di maggioranza si è riconosciuto, ha eseguito il mandato del popolo di portare tale volere in Europa, e ora il popolo ha potuto vedere la risposta. Ora non ha più le idee confuse, non è più preso negli opinionismi, nell’ideologia del ceto dominante. Adesso la visuale è cristallina. Adesso è il grado di esercitare discernimento e scelta. Tsipras ha fatto esattamente ql che doveva fare, con grande capacità. La partita comincia adesso. Adesso che l’incantesimo è caduto.

    • Insomma, Alessandra, un politico è uan specie di ambasciatore che non porta pena, è un tramite passivo tra popolo e soggeto straniero, in questo caso gli organismi UE.
      C’era bisogno mi chiedo di indire delle elezioni per eleggere un ambasciatore? Un ambasciatore si nomina, non v’è alcun bisogno di eleggerlo.

  • E’ probabilmente sbagliato difendere Tsypras ad ogni costo, ha commesso errori, forse deluderà tutti cedendo agli ordini europei o facendo cadere la Grecia in un baratro.
    Però trovo la mossa del referendum uno schiaffo coraggioso alla protervia dei vari Juncker, Draghi, Dijssellboem ( che tra l’altro pontifica su argomenti economici con una laurea in agraria e un curriculum falsificato con master inesistenti).
    Gli organismi decisionali europei sono tutti rigorosamente non elettivi, mentre il Parlamento gioca un ruolo puramente decorativo.
    Gli euroburocrati non possono non aver notato l’affronto di un politico che si rivolge ai cittadini, mentre nella loro visione dell’Europa gli ordini devono arrivare da un ristretto vertice di menti illuminate con il popolo nel ruolo di mandria passiva.
    Credo che al di là degli errori, il messaggio che dobbiamo recepire è quello di diventare elementi attivi del nostro destino e ribellarci a questa costruzione europea elitaria e autoritaria.

  • Io credo che Giannulli abbia ragione e che Tsipras & C. siano tipiche espressioni della sinistra per ridere contemporanea. Il cui baricentro spirituale è calcato sul potere all’immaginazione e sui diritti di neg e fr anziché sui ganci da macellaio a cui i bolscevichi appendevano le guardie bianche dopo avergli piantato chiodi nel cervello. E dove quindi l’idea di rompere la dittatura europea, trendy, colorata e multirazziale, equivale a una bestemmia: è politically incorrect e peggio ancora, qualcuno potrebbe farsi male.

    E’ vero che senza l’adesione all’eurodittatura difficilmente Tsipras avrebbe vinto le elezioni. Ma se tale adesione fosse stata puramente strumentale, il nuovo governo avrebbe dovuto procedere immediatamente a

    1) assicurarsi il controllo dei media, colle buone o (più verosimilmente) colle cattive (come fece Putin appena arrivato al potere). Il gregge non è maschio o femmina, il gregge è ottuso e oggi ha una televisione al posto del cervello. Chi controlla i media ne controlla le primitive associazioni mentali.

    2) fingere di trattare colla Trojka e sfruttarne l’immancabile chiusura allo scopo di fanatizzare contro di essa masse imponenti, canalizzandovi le tensioni di anni e anni di impoverimento. Dato l’appoggio dei media, e in un contesto emozionale favorevole, chi ha il potere è in grado di rovesciare le proprie posizioni come un calzino nell’arco di poche settimane.

    Invece Syriza ha dissipato le aspettative delle masse che l’hanno votata, ha eletto alla presidenza della repubblica eurista di ferro (non sia mai qualcuno pensasse che voleva sottrarsi ai checks and balances…) ed avendo unito la sua voce alla propaganda filoeurista dei partiti di regime ha ora ottime probabilità di perdere il referendum. Ha giocato una partita puramente difensiva rimanendo all’interno della narrazione mitogenica avversaria e così facendo ha posto le basi per regalare alla dittatura una vittoria senza pari. C’è una ragione se il regime combatte le sinistre coi media e le destre col carcere.

    Meglio così, la rivoluzione la farà Alba dorata e insieme alla civiltà del denaro tirerà giù anche quella dei diritti. L’umanesimo tornerà dove gli compete, nella pattumiera della storia.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.