Cade, non cade: un governo sull’orlo di una crisi di nervi.

Immaginiamo per un attimo che la crisi della maggioranza giallo-verde precipiti già prima del voto alle europee e che si profilino nuove elezioni. Per prima cosa: votare quando?

Per votare entro il 30 giugno, il Presidente dovrebbe sciogliere le camere entro il 16 maggio, dopo si tratterebbe di votare a luglio, come dire rovinare la stagione turistica: albergatori, ristoratori, titolari di agenzie di viaggio assedierebbero il Quirinale con i forconi.

Anche l’anno scorso, nel delirio della crisi infinita si parlò di voto in piena estate ma poi la cosa rientrò per la sua palese irrazionalità. E questa volta sarebbe anche peggio, perché lo scioglimento avverrebbe 10 giorni prima del voto per le europee che diventerebbe una specie di primo turno, nel caos più completo.

Per di più, questo significa che ci sarebbero 16-17 giorni per fare tutto (conclamazione della crisi, consultazioni e scioglimento).

Dunque, si tratterebbe di andare alla seconda metà settembre, data per la quale lo scioglimento potrebbe avvenire fra i primi di luglio e primissimi di agosto.

Ma nel frattempo che fare? Tenersi un governo dimissionario per l’ordinaria amministrazione per quattro mesi? E se, constatata la situazione, Mattarella nominasse un governo tecnico? Certamente Lega e 5s potrebbero negargli la fiducia, ma tanto, governo dimissionario per governo dimissionario, si starebbe andando a nuove elezioni, ed allora…

Solo che sarebbe questo governo a dover fare la legge finanziaria (e magari sotto le indicazioni della Bce) nel caso non si formasse subito un nuovo governo e con una maggioranza omogenea. E se le elezioni non dessero la maggioranza a nessuno? Ma lasciamo da parte questi dettagli tecnici e veniamo ai problemi politici.

Un anno fa, Di Maio infranse un dogma di fede del M5s, per il quale mai il M5s si sarebbe coalizzato a nessun altro partito perché diverso ed incompatibile con tutti gli altri, poi i seggi non bastavano, coerenza avrebbe voluto che il M5s tenesse fede al suo principio e chiedesse nuove elezioni, ma Di Maio sta alla coerenza come il cane alla cipolla, per cui decise di allearsi e scelse il partito più distante da se ricorrendo alla trovata da cabaret del contratto di governo.

Ora, arrivare alla crisi significherebbe ammettere di essersi sbagliati e l’esperimento è fallito. Come spiegarlo all’elettorato e per di più alla vigilia del voto delle europee che già si stanno mettendo male stando ai sondaggi?

Salvini, che pure i sondaggi danno per vincente, dovrebbe ammettere anche lui il fallimento, per di più dovendo affrontare i malumori di quella parte del suo elettorato che gli rimprovera di aver ceduto sul reddito di cittadinanza per poi non ottenere la flat tax. E i sondaggi fanno presto a squagliarsi, anche perché una campagna elettorale della Lega con sul groppone un caso di corruzione (dal quale non sappiamo che altro può venir fuori) non è il massimo, mentre per i 5 stelle sarebbe un incito a nozze.

Dunque nessuno dei due ha interesse alla crisi subito. Ma come uscirne? Se Siri resta il M5s fa una figura da chiodi e tutti si ricordano del voto sulla Diciotti, come dire che una ulteriore flessione di due o tre punti percentuali è da mettere nel conto, ma se il sottosegretario è cacciato dal governo e la Lega incassa il colpo senza reagire, l’immagine di uomo forte di Salvini finisce a pezzi e Berlusconi ha ragione di dire che questo è un governo a conduzione 5stelle.

Una soluzione forse ci sarebbe: Conte convoca il reprobo e gli schiede spiegazioni, poi gli concede una settimana per produrgli una memoria difensiva, dopo, comunque lo invita a dimettersi, ma lasciando alla sua discrezione di decidere come e quando, l’altro ci pensa e fra una mina e l’altra si decide che le dimissioni avverranno dopo il voto. Insomma una commedia in piu atti per superare l’ostacolo delle elezioni, poi sulla base dei nuovi rapporti di forza si deciderà. Oppure, l’indagato si dimette e la Lega si riserva la reazione al dopo voto “per senso di responsabilità”, basta che non si tocchi Giorgetti.

Chi ha detto che la Commedia dell’Arte è finita secoli fa? Mica vero, è sempre attuale.

Aldo Giannuli

aldo giannuli, caso siri, di maio, lega, m5s, salvini


Aldo Giannuli

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Comments (11)

  • “… albergatori, ristoratori, titolari di agenzie di viaggio assedierebbero il Quirinale con i forconi.” Manco se li vedo ci credo.

  • ACME NEWS
    Sulla Gazzetta Ufficiale – serie concorsi è stato pubblicato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri il bando a un posto di astronauta a tempo determinato, riservato al personale politico in servizio presso gli Organi Costituzionali, per una missione orbitale intorno alla Terra di 27 giorni. I 5 Stelle, nomen omen, sono entusiasti.
    Il candidato, al fine di far rientrare il debito pubblico italiano, avrà la missione di contattare civiltà extraterrestri e sottoporle a tassazione piatta (flat per gli anglofoni), uguale per tutti, affinché non ci siano rivolte, tumulti e agitazioni tra marziani, vegani, e saturniani.
    Un posto al sol della politica che brilla è assicurato al vincitore del concorso.

  • O.t.
    2019. La stupidità, l’ignoranza, l’ottusità e l’ipocrisia politica al potere.
    Giove, padre degli dei, nella sua immensità politica, a pochi giorni dalle celebrazioni del cinquecentenario della morte di Leonardo da Vinci, ha deciso di falcidiare drasticamente il numero delle cattedre di italiano nei licei e nelle università, per altro già ampiamente decurtato negli anni precedenti, malgrado la crescente richiesta del suo insegnamento e l’imminente visita di Mattarella in Francia … giusto per dargli il benservito.
    E’ un maleducato politico imperialista, con la faccia di bronzo, capace pure di lamentarsi della scarsa diffusione del francese in Italia.
    Ve lo avevo detto che all’anti-italiano Jupiter gli rodeva la diffusione della lingua italiana !
    E questo sarebbe l’europeista del nuovo Rinascimento ? La netiquette vale anche per me.
    Chi siede al MIUR ?

    • … si tratta dello stesso Dio che in TV la va a menare sulle commedie di Edoardo de Filippo, su Napoli, etc. etc.
      Intellettuali del calibro di Fazio(so) Fabio o di Bernard Henri Levi al riguardo non hanno da dire nulla.
      Che tristi tempi !
      Quale trauma avrà mai sofferto costui per pensare di muovere guerra a Dante, Boccaccio, Tasso, Alfieri, Leopardi, Manzoni, Pirandello, Moravia, Pavese, Ginzburg, Morante, Bufalino … ?

      • LA LOTTERIA FRANCESE.
        … io stesso curai l’iscrizione alla scuola media. Opzionai la casella della lingua inglese. Nessuno voleva frequentare i corsi di francese, tanto che avveniva un sorteggio degli alunni da iscrivervi contro il loro volere.
        Avere la disgrazia di finire in uno dei corsi di francese equivaleva alla condanna scolastica e poi sociale. Nelle nostre considerazioni di studentelli quelle classi erano appena un gradino sopra le scuole differenziali. Note disciplinari, sospensioni ed episodi sopra le righe erano all’ordine del giorno. *
        Il ballottaggio tra anglofortunati e francosfigati era una prassi arcinota, che andava avanti da decenni. Sarebbe stato sufficiente prevedere il ruolo ad esaurimento delle cattedere di francese, ma -mi sembra- non sia stato mai fatto.
        Perchè ?
        Inutile cercare la norma che facultava una simile violenza, perchè non è pubblicabile.
        Il ministro della pubblica Istruzione del governo del cambiamento dovrebbe svelare in base a quale “imposizione” coloniale dei francesi si siano potute bruciare generazioni di studenti. Ora Macron vuole cancellare l’Italiano dall’Istruzione francese.
        Chi pecora si fa, il lupo se la mangia.

        * Il francese era la lingua delle peggiori soldataglie e degli stupratori, dei lager a cielo aperto nel Sahara, dei ladroni che avevano portato via ori e opere d’arte, degli emigranti che se la passavano peggio, per non parlare di quei bidoni che erano quasi tutte le macchine francesi …

  • giuseppina divico

    I sinistroidi non sopportano di stare all’opposizione. I sinistroidi, e quindi il 90% dell’informazione, da quando si è formato questa accoppiata (anomala) di Governo, non fanno altro che cercare di mettere, le due forze politiche, una contro l’altra. I cittadini italiani sono stomacati delle bugie che raccontano l’informazione, l’opposizione e gli opinionisti. Occorre ricordare che il 55-60% degli italiani approva questo Governo. FATEVENE UNA RAGIONE!

  • ACME NEWS
    La decisione di Macron di ridurre al lumicino le cattedere di italiano nelle istituzioni culturali Francesi ha sollevato un’ondata di sdegno che in Italia ha travolto di proteste Palazzo Farnese, sede dell’ambasciata di Francia, e nel resto del mondo ha provocato una miriade di attestati di solidarietà.
    Numerosi insigniti italiani della Legion d’onore hanno consgnato all’Ambasciatrice di Francia l’onoroficenza. L’onorevole Emma Bonino, paladina dei diritti unami degli altri, ha dichiarato al Le Monde che “la decisione di Macron e disciminatoria e non gli fa onore”.
    Il vice conte Max D’alemik ha restituito la patacca francese per posta, preferendo tenersi stretto il titolo nobiliare vaticano, concessogli dal Papa.
    Dario Franceschini, ex ministro dei beni culturali, ha confidato agli amici che tutti gli sforzi a favore della cultura francese per meritarsi il cavalierato senza cavallo sono stati vanificati da quell’equino francese …
    Rico Letta ha fatto domanda per ottenere un grado superiore, almeno pari a quello di Napolitano, per cui non ci si poteva aspettare di più.
    Commoventi e inaspettate sono giunte al ministro della Cultura manifestazioni di stima e rispetto della civiltà Italiana dalle più alte personalità mondiali.
    Elisabetta II d’Inghilterra si è offerta di tenere un corso di italiano nell’Università di Cambrige.
    Donald Trump, ha tirato fuori un antenato italiano e reso opzionale l’italiano nelle scuole pubbliche.
    Xi Jinping ha rivelato di seguire un corso di Italiano.
    La stampa internazionale si è schierata a favore dell’Italia. Il Cincinnati Herald ha titolato “Vergognati Macron”, mentre il Sun ha omaggiato i suoi lettori delle opere di Umberto Eco.
    I paesi che adottano il franco coloniale per protesta hanno deciso di adottare come lingua ufficiale l’Italiano, in segno di sfida contro lo sfruttamento.
    Inattesa è giunta anche la presa di posizione dei gilet gialli, i quali hanno deciso di scrivere in italiano i cartelli di protesta, almeno per un giorno.
    Notevole scalpore ha destato la protesta dei maggiori conduttori televisivi francesi, i quali sono andati in video griffati con abiti italiani.

  • Lasciando da parte i dettagli tecnici e venendo ai problemi politici, caro Giannuli, risulta evidente che il crollo del governo giallo-verde rafforzerebbe enormemente il partito unico eurista e gli avvocati dell’austerità neoliberista.

    Ma evidentemente lei tiene più alla pelle dei negri, ai diritti dei froci e al sereno godimento della sua prossima pensione che non alla liberazione del Paese e alla distruzione dell’impero a stelle e strisce.

    • Ho dimenticato il nome di chi dichiarò guerra agli Stati Uniti, sul cui territorio non tirò neppure un colpo di fionda.
      In compenso invitò gli statunitensi a bombardare ed a invadere l’Italia.
      Ma che razza di medico aveva costui?

  • ACME NEWS
    Acquartierato in un bunker a 20 metri di profondità a 4.000 metri, nel granito delle Alpi, si è ricostituito l’eroico plotone aviotrasportato della morte, formato da arditi, pronti al supremo sacrificio, pur di liberare gli Stati Disuniti dall’oppressore. Laddove neppure le aquile osano, benedetta dal saggio cappellano militare, è stata rimandata la missione segreta, a causa delle avverse condizioni meteo e per l’impraticabilità dell’aereo scalo innevato. Mentre fremevano i preparativi, il morale degli ardimentosi è stato sollevato dalla notizia della sottoscrizione del Patto Nero con il Battaglione afro-americano Martin Luther King del capitanen O’Banen Barakka.
    Tutto era pronto in attesa dell’ora X, quando via satellite è giunto l’ordine di sospendere i preparativi dell’invasione e smobilitare.
    Donald Trump è stato eletto 219° presidente. Ci sta pensando lui in prima persona alla distruzione degli Estados, in qualità di comandante in capo delle Strump Trumpen.
    L’unico italofono del plotone, per allietare e far coraggio ai cameraten, ha declamato i sonetti licenziosi e lussuriosi di Pietro Aretino. E’ stato cacciato fuori, al freddo sulla neve, e travolto da una valanga di fischi.

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