Gli omicidi a Palazzo di Giustizia di Milano: come leggerli?

Al momento in cui scrivo, non sono passate 24 ore dal triplice omicidio accaduto nel Tribunale di Milano e già si è scatenata una rissa senza precedenti fra politici e giudici che accusano i primi di essere gli “istigatori” dell’assassino, per le loro campagne di odio contro la magistratura.  Domanda: cosa c’entra questo caso con lo scontro fra politici e magistrati?

Come dire che quello che un paio di anni fa sparò a piazza Montecitorio, ferendo gravemente un carabiniere, lo fece istigato dalla campagna di odio verso i politici o i carabinieri.

Ragioniamoci un po’ su. La cosa in sé si presenta come un caso eccezionale, al limite fra la follia individuale ed il crimine, ma sempre di carattere individuale.

Certamente è un omicidio premeditato (uno non si porta una pistola in Tribunale ed aggira i controlli, se non ha intenzione di fare quel che ha fatto), ma non sappiamo nulla del movente dell’assassino: è una persona esaltata convinta a torto o a ragione di aver subito un torto che ha deciso di vendicarsi (prima di tutto dal suo avvocato, a quanto pare)? E’ un delinquente professionale o, comunque un “guappo” abituato all’idea che ci si debba fare giustizia da sé? C’è dietro la storia molto più torbida di qualcuno che ha usato un uomo rovinato e ridotto alla disperazione, per colpire il magistrato per tutt’altra storia? Tutto è possibile e noi non abbiamo elementi per fare anche la più pallida ipotesi; in fondo, pare che le indagini ed i processi si facciano proprio per questo, per capire come è andata una certa vicenda ed irrogare eventualmente le pene.

Qui, invece, la sentenza è già uscita: il colpevole è la casta dei politici con le sue campagne di odio per le toghe. Come se fossimo in presenza di una mattanza di magistrati. Ma non pare che ci siano altri casi del genere, neppure meno gravi. O si sa di cittadini che aspettano sotto casa i magistrati per gonfiarli di botte? C’è molta insoddisfazione degli italiani per come funziona (male, molto male) la giustizia e di questo viene fatto giustamente carico ai magistrati, però, sin qui, questo stato di malessere non è sfociato in nessun episodio di violenza e questo è un caso individuale da studiare come tale. Anzi, il primo ad essere ammazzato è stato quel poveretto dell’avvocato, ma  nessuno parla di campagne di odio verso gli avvocati e neppure contro i nipoti ed i soci d’affari. E non ci vuole molto a immaginare cosa saranno i funerali del magistrato ucciso che avranno luogo a Palazzo di Giustizia: si trasformeranno in un processo penale, solo che sul banco degli accusati non ci sarò Giardiello ma la classe politica, Renzi in testa.

E allora, diciamoci le cose come stanno: questa è una strumentalizzazione bella e buona da parte della casta giudiziaria (che non è meno casta di quella politica) che ha preso la palla al balzo per avviare la “mani pulite bis”. E’ nell’aria un regolamento di conti fra magistrati e politici e si sentono già i primi tuoni del temporale in arrivo. Intendiamoci: lungi da me l’idea di difendere quei farabutti dei politici, i reati ci sono e vanno perseguiti, non ho nessuna simpatia per Renzi che è l’”innominato” di queste polemiche, ma da un punto di vista politico il problema non sono i reati di una classe politica certamente abietta, ma il regolamento di conti fra i due massimi poteri istituzionali della repubblica e per ragioni di equilibri di potere con cui lo Stato di Diritto e il principio di eguaglianza dei cittadini davanti alla legge hanno ben poco a che fare.

Spiace che una persona equilibrata e sicuramente perbene, come il Capo dello Stato, si sia lasciato andare a dichiarazioni così poco caute come quelle che abbiamo letto e che ci hanno richiamato gli sgradevoli ricordi di Saragat sul caso Annarumma e di Pertini sul caso 7 aprile. Un errore lo possono fare tutti.

Se questa ignobile classe politica farà la fine di quella (tutto sommato ben migliore) della Prima Repubblica non ci dispiacerà, anzi…, però questo stile di cambiare classe politica, non per ritiro del mandato politico da parte degli elettori, ma con l’”aiutino” del braccio secolare giudiziario, non è un sintomo di buona salute della democrazia e, come si dimostra, non serve neppure a sradicare la malapianta della corruzione. E’ un costume insano che ci ricorda il ricorso allo straniero per regolare i conti di casa così diffuso nel Cinquecento. Il risultato fu una catastrofe per il paese, speriamo che ora, mutatis mutandis, la storia non si ripeta.

Vorremmo vedere questa classe politica sprofondare nel più nero degli abissi, ma cacciata a furor di popolo, non a botta di sentenze e di carta bollata.

Aldo Giannuli

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Aldo Giannuli

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Comments (24)

  • aldo, però Matarella fa parte di entrambi gli schieramenti, potremmo definirlo un mediatore culturale, bisogna capire dove si colloca sia per formazione che per impegno? Gli sarà molto difficile avere una autonomia )-:

  • Angelo Iannaccone

    Caro Aldo dissento profondamente dalla lettura che dai della reazione dei magistrati al tragico e criminale evento di ieri nel tribunale di Milano. Non è la prima volta che un magistrato ed un avvocato siano assassinati per aver svolto la loro funzione di rendere concreta la legalità in questo paese, ma questa volta è avvenuto addirittura in un’aula del principale tribunale del paese. Sebbene si tratti dell’atto di uno squilibrato criminale, è sconvolgente che un qualsiasi criminale possa entrare armato nell’aula di tribunale, in cui si svolge il suo processo, ed assassinare magistrati, avvocati, testimoni e coimputati. Si è abituati a magistrati asserviti al potere o a magistrati eliminati dal potere perché scomodi, ma non a questo, che dà l’idea di uno Stato in dissoluzione, di una totale assenza di legalità e di possibilità di una convivenza civile. Nessun magistrato si è sognato di affermare che “il mandante”sia l’ignobile casta politica che occupa le istituzioni di questo paese, ma è un fatto che il clima in cui è avvenuto l’ignobile crimine è quello di delegittimazione dell’intera funzione giudiziaria; è un fatto che questo clima sia stato fomentato dalla casta politica, che per i suoi misfatti si è vista colpita da procedimenti giudiziari, e dalla stampa ad essa asservita; è un fatto che la causa principale delle lungaggini e delle disfunzioni del sistema giudiziario è dovuta alla carenza di strutture e di investimenti adeguati e quindi a scelte politiche; è un fatto che le falle nella sicurezza dipendono senz’altro da cattiva organizzazione e dall’errore umano, ma principalmente dalla carenza di fondi di investimenti, che non permettono l’adozione di idonei e costosi strumenti e questa è una responsabilità politica (la casta invece – Renzi e Alfano in testa – imbastire alla caccia al capro espiatorio al solo fine di assolvere se stessi); è un fatto che l’unico modo che la casta politica ha di affrontare il problema è quello di ostacolare con apposite normative il diritto dei cittadini ad accedere alla giustizia (così da diminuire il carico di procedimenti) e quello di approvare riforme, che per molti reati evitino i procedimenti penali e la carcerazione (sempre al fine di alleggerire il carico dei procedimenti). Certo vi sono responsabilità (minori) anche di altri soggetti (magistrati, avvocati, personale amministrativo), ma in molti tribunali questi soggetti (a differenza della casta politica) si sono impegnati per una migliore efficienza della funzione giudiziaria. E’ sempre più diffusa l’insofferenza e l’idiosincrasia al rispetto delle regole e del principio che il mancato rispetto possa poi essere sanzionato, è sempre più diffusa ed alimentata la falsa convinzione che la magistratura sia la sola responsabile delle gravi disfunzioni della giustizia in questo paese, garantendo così l’assoluzione alla casta politica in realtà vera e principale responsabile. Certo anche i magistrati hanno delle responsabilità e commettono errori, ma sono stati lasciati da soli a difendere la legalità in questo paese, mentre qualunque incompetente, ignaro dei problemi e delle reali cause delle disfunzioni del sistema giudiziario, blatera a vanvera con prosopopea le sue idiote ed inattuabili soluzioni (l’elenco delle riforme sbagliate, che negli ultimi decenni si sono accanite sul processo peggiorando la soluzione, è infinito, ma l’informazione ignorante e servile tiene all’oscuro di ciò il cittadino). Ben venga quindi la voce del Capo dello Stato, che proprio per la sua serietà ed onestà non intende stare a questo ignobile gioco. Quanto poi al fatto che questa casta politica dovrebbe essere cacciata a furor di popolo e non a forza di sentenze e di carta bollata, concordo pienamente, ma se ciò non avviene è responsabilità del “popolo”, che si fa facilmente “infinocchiare”, e comunque i reati commessi dai politici vanno perseguiti penalmente. Angelo Iannaccone

    • Angelo, lo immaginavo che non saresti stato d’accordo, ma dove vedi un nesso fra lìazione di questo pazzo delinquente e lo scontro fra politici e magistrati? Ubna cosa del genere sarebbe pottuta accadere comunque ed in qualsiasi altro momento. Si lo so che ci sono stati magistrati assassinati dalla Mafia ed anche avvocati, ma a quando risale l’ultimo caso?
      Sai cosa penso della casta dei politici, ma, insomma le disfunzioni della giustizia sono attribuibili alla casta politica al massimo per il 30% il resto è tutto dei magistrati.

      Non ho capito invece l’allusione a fb

      • “Come se fossimo in presenza di una mattanza di magistrati.”
        Sta forse dicendo che finchè non ne ammazzano ogni due-tre mesi come negli anni ’70 o in Sicilia i giudici devono starsene zitti a farsi ammazzare? E non dica che sono io che interpreto male, visto che ci tiene particolarmente a insistere sul punto che (e sembra quasi che le dispiaccia!) non capita spesso che vengano uccisi dei giudici (“Si lo so che ci sono stati magistrati assassinati dalla Mafia ed anche avvocati, ma a quando risale l’ultimo caso?”), fingendo di non capire l’enorme gravità del fatto che adesso non è più il terrorista o il mafioso che attacca il magistrato (in quanto rappresentante dello stato, ovvero di un potere nemico) per attaccare lo stato, ma un delinquente qualunque. Se passa l’idea che chiunque si può fare giustizia da solo, scorrerà tanto di quel sangue che una guerra di mafia in confronto è una lite tra bambini.

        • lei non interpreta male: proprio inventa cose non scritte. Dico semplicemente che non si può parlare di allarme sociale in presenza di un solo caso.

      • Angelo Iannaccone

        Ciao Aldo, non dico che vi sia un nesso diretto tra la delegittimazione (per interessi esclusivamente politici e personali) della magistratura e quanto accaduto, ma solo che il clima di delegittimazione creato è un terreno pericolosamente fertile; poi gli squilibrati possono sempre colpire, ma credo che siano più sensibili al clima che si respira e si sentano da esso più incoraggiati. Il problema della delegittimazione della magistratura e della funzione giudiziaria è un problema a mio avviso molto grave, ancor prima che per la sicurezza dei magistrati e degli avvocati, per il convivere civile, che non può prescindere dal rispetto della legalità. In quasi trent’anni di professione legale ho tratto la convinzione che, con tutti i loro limiti, magistrati ed avvocati sono la parte migliore del sistema.
        So bene che la percezione che hanno invece gli utenti è ben diversa perché loro hanno contatto diretto solo con tali categorie e, non comprendendo a volte il perché di certi rinvii e certe formalità, finiscono con l’imputare a loro tutte le disfunzioni del sistema.
        Ad esempio gli utenti, non avendo in genere contatto diretto con il personale amministrativo, non percepiscono le responsabilità di questo nelle disfunzioni del sistema; gli utenti neppure conoscono la follia della mancanza di risorse adeguate e delle ripetute e immancabilmente fallimentari riforme processuali, che la casta politica ha emanato negli ultimi decenni, e pertanto non si rendono conto delle di gran lunga maggiori responsabilità politiche.
        Quanto alla casta politica solo negli ultimi decenni:
        – ha prodotto un’infinità di pessime riforme, ogni volta vendute come la soluzione di tutti i problemi, ma immancabilmente rivelatesi un fallimento totale (sono arrivati a modificare norme, che avevano abrogato anni prima);
        – invece di garantire il diritto dei cittadini ad una giustizia efficiente, ha espressamente emanato norme finalizzate ad ostacolare l’accesso alla giustizia (essendo questa l’unica strada che la casta politica è capace di concepire per alleggerire il carico di procedimenti pendenti, con buona pace dei precetti costituzionali)
        – ha perseguito a tal fine il costante aumento dei costi della giustizia con l’aumento delle imposte relative ed allo stesso tempo ha perseguito una assillante politica di taglio di costi e risorse, che determina sistemi di sicurezza inadeguati.
        Un sistema di controlli efficiente avrebbe fermato anche lo squilibrato, ma ha costi che non si sono voluti sostenere. L’ingresso di via Manara è attualmente privo di metal detector (quello che c’era in precedenza non funzionava) ed il controllo dell’ingresso veniva fatto da personale non armato, perché costa meno.
        Se queste non sono ragioni di responsabilità politica …………………..

        • Caro Angelo, l’ingresso di via Manara è come un altro milione di cose in questo paese (dalle scale mobili delle metropolitane, rotte e non riparate ai controlli di sicurezza in areoporti ecc) una cosa fatta alla carlona, e trascurata perchè qui ormai funziona tutto così. E non perchè i politici ce l’abbiano con i magistrati.
          La classe politica noin ha fatto nulla o ha fatto riforme sbagliate che hanno peggiorato la situazione? Sicuramente vero, ed è quel 30%di responsabilità sul cattivo funzionamento della giustizia, ol resto è opera al 60% dei magisttrti ed al 10% degli avvocati.
          Magistrati ed avvicati parte migliore delle classi dminanti? Dove si vede questo film?

          • basta con le facili scuse come dire che si fanno le cose alla carlona. Decidere di dare la sorveglianza dei tribunali alla viglianza privata NON è una cosa fatta alla carlona, è una scelta ben consapevole e coerente con la volontà di distruggere lo stato dalle fondamenta a favore del privato.

  • Angelo Iannaccone

    P.S.: Credo che una conferma di quanto affermato, circa la idiosincrasia sempre più diffusa al rispetto delle regole e della legalità unita alla arroganza e prosopopea, con cui si affrontano i problemi nella più totale ignoranza, sia costituita dall’idiozia di alcune pagine su Facebook dedicate alla strage nel tribunale di Milano e dai commenti ancora più idioti.

  • il killer oggi ha ammesso di avere in odio i magistrati in effetti, quindi la strumentalizzazione c’è ma fino a un certo punto, dato che il profilo patologico è proprio questo. per il resto credo che la politica italiana stia in cattiva salute anche senza l’intervento di mattarella, e, considerando la deriva autoritaria in un contesto privo di opposizioni che l’italia sta imbucando, devo dire che sono freddino rispetto a questi allarmismi sulla strapresenza della magistratura: non stanno togliendo nessuna sovranità dato che renzi non l’ha votato nessuno eppure è premier. quindi di che si sta a parlare?

  • Meno male che Silvio non c’è… .Altrimenti qualche ultra zelante toga democratica, avrebbe incriminato per favoreggiamento non solo Berlusconi ma pure il Giornale di Sallusti , nonché Libero di Belpietro e la nipote di Mubarak.Credo che dietro questo tragico epilogo ci sia solo la follia umana. Ora anche la casta degli avvocati, che sono pure loro una lobby potente e ben presente in parlamento, dovrà sottoporsi ai necessari controlli all’entrata nei vari tribunali. Ci saranno delle code inevitabili e un ritardo nell’inizio dei procedimenti. Suggerisco che i processi potrebbero iniziare un po’ prima, magari alle ore sette e non alle ore nove, continuando pure in tarda serata, come avviene nella maggioranza dei posti di lavoro. A Renzi non verrà perdonato il fatto di aver ridotto i giorni di ferie ai magistrati. Forse sarebbe opportuno come indicato da Brunetta che anche loro timbrassero il cartellino dell’entrata e uscita.

    • se lei avesse LA MINIMA IDEA di quanto lavorano i magistrati, saprebbe che se dovessero lavorare solo 36 ore come tutti i dipendenti pubblici, la giustizia collasserebbe nel giro di un mese. E a conferma del fatto che non sa di cosa parla, ad oggi le ferie non sono state ridotte.

      • Conosco la lenta, polverosa pratica quotidiana dei fascicoli giacenti in attesa che qualche solerete cancelliere, si degni della chiusura delle indagini preleminari, ai sensi dell’art. 415 bis del codice di procedura penale. Meno male che esiste la prescrizione, che dopo i rituali tempi d’attesa di qualche anno, sempre che il PM non ne richieda la proroga,metta fine alla vicenda giudiziaria. Spesso è la tattica suggerita dagli avvocati, che così incassano più laute parcelle, garantendo ai loro assistiti, che grazie alla prescrizione, la faranno franca, con il tanto peggio per chi è l’offeso del reato.In taluni casi basta la mancata notifica della chiusura delle indagini preleminari all’indagato, che nell’attesa ha cambiato residenza, senza comunicarlo, sempre su malizioso suggerimento, che bisogna che i cancellieri rifacciano la notifica, incaricando le forze dell’ordine dell’incombenza, che poi passano anche anni ulteriori di vane ricerche, per la burocratica notifica. Basterebbe la notifica al solo difensore, per accelerare i tempi, ma evidentemente non è questo che interessa. Gaetano Salvemini suggeriva che se vieni accusato di aver stuprato la madonnina del duomo di Milano, prima di tutto scappa, poi si vedrà!

  • Ai magistrati piace vedere le cose dall’alto, e nel farlo a volte banalizzano il dettaglio, nonostante sia nel dettaglio che spesso, secondo i rispettivi detti, si nascondono sia la verità che il diavolo. Una banalizzazione che fa parte della “microfisica del potere” in Italia. Il 5 marzo 2015 fa ho inviato una racc. con ricevuta di ritorno al Procuratore Buonanno, che indaga su questa strage. La Procura di Brescia della quale è a capo, che è stata pochi giorni fa proposta per divenire “superprocura nazionale antiterrorismo” non garantisce ai cittadini una corretta comunicazione tramite la posta: non mi è arrivata la ricevuta di ritorno. Per come funzionano le Poste, i cui progetti sulla riduzione della consegna delle lettere sono stati bocciati perfino dalla UE, sarebbe da schizofrenici lamentarsene. L’entrata dell’arma nel Palazzo di giustizia a Milano non sorprende perché l’ingresso di Via Manara sarebbe “alla carlona come le scale mobili rotte e non riparate della metro, come un altro milione di cose in questo paese” (Giannuli); et de hoc satis, secondo tanti commentatori.

    Su questi omicidi nel Palazzo di giustizia di Milano, credo che un dato fondamentale, che sarebbe urgente conoscere, per comprendere e regolarsi, sia quello di come ha fatto Giardiello a entrare armato, superando i controlli (ammesso che fosse già armato quando è entrato); ma la magistratura, mentre intona immediatamente l’epicedio più che sulle vittime su sé stessa, su come sarebbe incompresa e maltrattata, non ci dice in che modo chi con premeditazione ha sparato in un tribunale ha potuto avere a disposizione una pistola. Né i cittadini sembrano particolarmente interessati. E’ il costume italiano: tanti discorsi alati e roboanti, fiati e archi, e disprezzo per il particolare, per i dati fattuali minuti; che poi invece spesso fanno la differenza tra il buono e il cattivo andamento della cosa pubblica; e anche tra una buona giustizia e una giustizia gonfia e gracile.

  • Ci vorrà del tempo prima di avere un quadro più comprensibile dell’accaduto; al momento, i media stanno bene attenti a dare informazioni che potrebbero essere scambiate per un tentativo di giustificare in qualche modo questa persona e quello che ha fatto.
    Ci sono dettagli non chiariti – tipo, come mai era in possesso di un’arma questa persona – ma anche un quadro psicologico completamente misconosciuto. Ad esempio, senza per questo voler minimamente giustificare la persona e le sue azioni – chiaramente opera di un uomo non nel pieno possesso delle sue facoltà mentali, forse la spiegazione più probabile dell’accaduto è quella (come al solito), la più semplice: una persona che reagisce in modo inconsulto, intrappolata in un qualche meccanismo infernale che lo ha stritolato e reso inerme, incapace di distinguere le proprie responsabilità da quelle di chi lo ha messo in una situazione che gli appare senza scampo. Un abisso di disperazione e di solitudine che non ha trovato appoggi neppure nei suoi famigliari, a giudicare dalle dichiarazioni della moglie che, stando ai giornali, ha detto che non aveva idea che il marito fosse in una situazione così disperata.

    • Errata Corrige: EX moglie, anche se non cambia poi molto la questione. Dei due figli, entrambi adulti a quanto si è capito, neppure non se ne parla.

  • Marco Villasmunta

    In tutto questo dibattito su tv e social ciò che mi ha colpito è la mancanza di dati. Quante persone fequentano il tribunale di Milano quotidianamente? Quanti varchi allarmati, metal detector e personale delle forze dell’ordine serve per gestire questo traffico senza paralizzare il palazzo? I
    o credo che l’evento “pazzoide”, fatti due calcoli, sia pressochè ineliminabile.
    Anche perchè nulla toglie che a impazzire possa essere un giudice, un avvocato o un poliziotto.
    Quindi concordo sulla strumentalizzazione di questo fatto di sangue da parte un pò di tutti (mica solo dei magistrati).
    Su tangentopoli 2. Bisognerebbe chiedersi come mai, se scoppiasse, accadrebbe proprio ora. Sulla prima tangentopoli, alcuni hanno ipotizzato addirittura una manovra complottistica internazionale per eliminare la classse politica al potere, ormai non più funzionale. Ma se il movente è debole, l’arma del delitto è improbabile e le prove pressochè assenti. Più probabilmente andò davvero come disse Di Pietro, con la trovata di, se non ricordo male, Davigo, che diede una nuova potente arma ai magistrati.
    Quindi, caro prof. Aldo, se è convinto che ci sarà una seconda tangentopoli, in base a quali dati fa questa previsione?

  • Nessuna simpatia per i politici ne per i magistrati ne per gli avvocati. Dire che la giustizia in ITALIA funziona malissimo è un tenero eufemismo . non funziona nulla ne la penale ne tantomeno la civile. Non conosco il caso in questione dello sparatore di Milano ma , pur mantenendo la necessita di punire chi commette gravi reati rendersi obbligatorio la concessione di tutte le attenuanti a chi li commette nei confronti delle 3 succitate categorie.

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