Giorgio Salamanna e Tino Casali.
Ho casualmente appreso della scomparsa di Giorgio Salamanna, presidente dell’Anpi barese, accaduta il 28 giugno scorso. Giorgio, che aveva 91 anni, era stato partigiano in Montenegro, poi catturato dai tedeschi fu internato in un lager nei pressi di Belgrado.
Rientrato in Italia si iscrisse al Partito Socialista, poi aderì alla scissione del Psiup e successivamente al Pdup. In seguito passò al Pci, ma restò sempre un socialista di sinistra. Uomo di assoluta rettitudine, ne ho un ricordo molto caro, come lo si può avere di un amico conosciuto 45 anni fa e con il quale sono sempre rimasto in contatto, sino a quando sono stato a Bari.
E’ stato Presidente dell’Anpi barese dalla fine del 1977, dopo la morte di Aramis Guelfi che ne era stato il primo presidente. Contrariamente a quanto spesso si pensa, nel meridione non sono mancati i partigiani, anche se hanno combattuto in altre parti d’Italia ed Europa. A Bari i fogli matricolari segnalavano la presenza di oltre 2.000 partigiani combattenti che avevano partecipato alla Resistenza nel nord, ma anche il Grecia, Jugoslavia ed alcuni in Francia e Russia.
Nelle stesse ore in cui ho appreso la scomparsa di Giorgio, moriva anche Tino Casali, presidente onorario dell’Anpi nazionale. Fu nel maquis francese, poi tornò in Italia dove fu fra i gappisti milanesi.
Personalmente l’ho incontrato solo quando era già molto anziano, ma ne ho un ricordo vivido e presente. La morte è un fatto naturale che va accettato con serenità, soprattutto quando giunge in tarda età, ma questo ovviamente non elimina il rimpianto di chi ci lascia, soprattutto quando si tratta di persone di questa qualità.
Ciao Giorgio, ciao Tino, cercheremo di difendere ancora le libertà repubblicane che avevate conquistato e che oggi hanno nuovi e forse più pericolosi nemici.
Aldo Giannuli
aldo giannuli, anpi, giorgio salamanna, libertà repubblicane, partigiani, repubblica, resistenza, tino casali
claudio del bello
«Contrariamente a quanto si pensa»… Se qualcuno si fosse presa la briga di fare elenchi e mappe ci accorgeremmo della quantità di partigiani del sud dislocati nel nord e nei Balcani, ma soprattutto della abnorme quantità di morti – massimo di costi e minimo di benefici, soprattutto militari – che la Resistenza diffusa e acefala ha accumulato. E quindi si potrebbe finalmente fare la critica della sua conduzione, e di chi ne ha impedito poi una trattazione storiografica unitaria.
Gaz
Ricordare !
Paola sala
Bellissimo articolo professore. .. con l’occasione vorrei ricordare anche le tante donne che hanno combattuto per la resistenza
GherardoMaffei
@Sala, si ricordi pure delle trecento donne fasciste del Servizio Ausiliario Femminile della RSI, che furono seviziate,rapate a zero, dileggiate nelle pubbliche vie,molte non senza prima di essere stuprate, uccise dai partigiani.Poi lei che è femmina, si ricordi pure di un tabù che le femministe tutte rigorosamente di sinistra volutamente ignorano ,vale a dire dei due milioni di donne tedesche stuprate dai mongoli dell’armata rossa nel1 945 in Germania.Il più grande stupro storico mai avvenuto in Europa nel secolo scorso.
Gaz
Sbatto la porta con l’intento di fare tanto fragrore da far vibrare i vostri monitor.
E’ una vergogna collettiva che questo post abbia ricevuto solo due commenti e stia praticamente passando sotto silenzio.
Sprechiamo commenti su argomenti molto meno fondanti e non sappiamo balbettare nulla su un tema così importante e fondante.
Che i nostalgici si siano dati la consegna del silenzio è intuibile, ma tutti gli altri dove sono?
Uscite dalla vostre sorde case, alzate gli sguardi alle lapidi che in città come Torino ricordano i martiri della libertà lungo i porticati, andate sulle piazze dove i monumenti e gli elenchi alla memoria sono infiniti, aprite i vostri impolverati libri di storia, mirate le intitolazioni delle troppe vie a ricordare quanti hanno dato la vita per combattere l’invasore, o sono stati martirizzati per mantenere vivo e alto il sentimento di libertà.
Visitatori senza memoria del proprio passato, meritanti un futuro fatuo ordito da altri, destatevi dal torpore dell’oggi, coltivate la rimembranza dei vostri concittadini caduti, leggete la Costituzione, interrogatevi sul rapporto tra il passato che non passa e il presente.
La netiquette e il rispetto per l’altrui casa che mi ospita mi impediscono di profferire le invettive e gli strali che vorrei lanciarvi.
E’ disperante vedere/non leggere che il sacrificio e gli ideali delle formazioni partigiane, del regio esercito, della regia marina, della regia aeronautica e di tanti civili che combattero l’invasore oggi vengono misconosciuti, esattamente come volle ieri chi descrisse gli italiani tutti con parole sprezzanti e offensive. Se l’Italia non fu divisa come la Germania, lo si deve a loro.
L’afasia e la smemoratezza delle libertà, -che non sono date una volta per sempre-, porta gli altri a parlare e a pensare in propria vece, ma per il prioprio tornaconto.
Dimentichi, vi accuso del vostro silenzio !
Herr Lampe
Chiamato in causa.. Non manco a un 25 aprile da diversi anni e il coraggio di chi ha fatto la Resistenza non è in discussione.
Devo però dire che, a mio modestissimo modo di vedere, la celebrazione della Resistenza (con la R!) e dei suoi martiri in determinati modi ha molto a che fare con il tentativo di togliattiana memoria di rimuovere tutte le istanze non compatibili con Teheran-Yalta-etc.
Non che Giannuli lo abbia fatto, però ormai quando sento citare Calamandrei (che era Calamandrei) e tutta la retorica sulla Resistenza e “la Costituzione più bella del mondo”, etc, penso sempre più spesso che non si può usare il sacrificio di allora per giustificare – ieri – la consegna del paese alla Dc; oggi la pochezza, o peggio, di quel che si fa ora.
Fenomeno evidente soprattutto tra i giovani, anche di sinistra, che secondo la mia esperienza si tengono ben alla larga da iniziative rituali tipo quelle dell’Anpi mentre partecipano a POQ, infatti che ha tutto un altro spirito.
Spero quindi sia chiaro il mio, di spirito s’ intende 😉
(ps: io invece sono sorpreso che proprio nessuno nessuno abbia colto l’occasione per citare Pansa)
GherardoMaffei
Gampaolo Pansa è venuto molto ma molto dopo.Il primo apri pista fu il grande giornalista nonché parlamentare missino Giorgio Pisanò che scrisse la verità sulla guerra civile 1943-1945.Parliamo di partigiani? Negli “anni di piombo” io rammento che a Milano nei cortei si incitava a massacrare ogni fascista preso perché non era un reato e lo avevano già fatto i partigiani. A Milano dove vi era un sindaco come Aldo Aniasi ex partigiano, noto con lo pseudonimo di Tiso, che sosteneva che la violenza politica era solo di estrema destra. Ma di clamoroso vi è il fatto che Pansa in quegli anni era assieme all’ex fascista antisemita Giorgio Bocca, alla Camilla Cederna, uno dei massimi esponenti dei cosiddetti “fontanologhi” e strenuo sostenitore delle “trame nere”. Oggi invece clamorosamente,ma fatto passare sotto silenzio dal regime, ha scritto che la celebre coppia Freda Ventura con la strage della BNA non c’entrano nulla. Per i partigiani dirò che fatto salvo i membri dei GAP, poche centinaia in tutta la penisola, sicuramente coraggiosi e tenaci, alcuni formatisi nelle brigate internazionali in Spagna, la gran parte dei resistenti erano dei disertori, degli opportunisti,molti ex fascisti, che si sono accodati ai gangsters americani invasori,sbarcati in Sicilia con l’aiuto della mafia siculo-statunitense, che tuttora occupano l’Italia con un centinaio di basi militari.La repubblichina attuale nata dalla resistenza, è affogata da decenni in un oceano, in un tsunami, di scandali,corruzione, malversazioni,ma date le premesse vale a dire l’immonda alleanza dei comunisti con i capitalisti non poteva finire che così. L’ANPI è l’ennesimo carrozzone mangia soldi che per non chiudere è stato costretto ad iscrivere nei propri ranghi anche fanciulli inconsapevoli,ma che persevera in compassionevoli cerimonie pseudo religiose, è tempo che venga sciolto. Hanno vinto le armi dell’antifascismo, compresa l’arma atomica contro civili inermi, non le sue idee.Amen.
Gaz
Ringrazio in primo luogo quanti intervenuti hanno ascoltato il mio grido.
Non penso che questo articolo raccoglierà altri commmenti, ragion per cui a bocce ferme posso reintervenire e tirare le fila del discorso.
La Resistenza, ovvero la lotta armata all’invasore tedesco e ai suoi alleati è il momento di rottura, di non ritorno degli equilibri politici e militari precedenti. Si fronteggiavano da una parte principalmente la Wermacht, dall’altro l’US Army, senza dimenticare RSI, formazioni partigiane, Regie Forze Armate, Alleati minori.
Atrocità e crimini contro l’umanità ne furono commessi da tutti, ma non nella stessa proporzione. L’elenco è purtroppo lungo.
Per quanto questo dato sia importante, voglio però guardare questa vicenda complessiva dal punto di vista politico interno e internazionale.
In numerose città i resistenti scacciarono e misero in fuga gli invasori, di modochè l’arrivo degli alleati fu solo una passeggiata. Nelle zone più aspre dell’Italia i partigiani diedero filo da torcere ai tedeschi per i quali erano banditen. Le forze armate regie fecero il loro dovere e pagarono il loro contributo di sangue. Non altrettanto si può dire per il loro capo, quella specie di disertore, nano, traditore di Sconfittolo.
Allora, di tutti questi elementi vogliamo politicamente tenerne conto, o gli italiani combattenti per l’Italia erano solo banditen per gli uni e spaghetti e “abbronzati” per gli altri?
Non faccio questioni sulla buona fede, sulla parola data, sulle contingenze di chi aderì alla RSI, perchè il discorso fu chiuso all’indomani della guerra.
La categoria che qui evoco non è quella del fascismo/antifascismo, ma quella della sovranità interna e internazionale.
Se un giornalista degrada la Resistenza una lotta tra macellai senza ideali, sbaglia, perchè quantitativamente e qualitativamente non avvenne ciò. Alimenta il revanscismo e la revisione storico-politica della parte che ha perduto, ma sopratutto fa un regalo su un vassoio d’argento agli alleati minori, fondamentalmente anti italiani, che sentivano nel loro pancreas i resistenti come concorrenti, come fumo negli occhi, per i quali l’Italia doveva essere una penisola satellite, a sovranità limitata, da schiacciare a prescindere … come era avvenuto alla fine della Prima Guerra mondiale.
Non è un buon affare deprimere oggi chi italiano politicamente e militarmente vinse ed esaltare chi perse. E’ come minimo divisivo.
Se si svauta la Resistenza, si svaluta la base del nuovo stato, che agli occhi di chi è malevolo verso l’Italia ha bisogno di essere posto sotto tutela, ma per meglio fare i propri affari indisturbati.
I resistenti hanno fatto quanto c’era da fare. Al contrario una moltitudine dei lettori di questo blog non é stata neppure in grado di spingere un tasto.
Tanto ci dice che tra noi c’è gente intubata al catodico, che sta dietro l’ultimo telefonino, che si appassiona all’ultimo starnuto o peto di questo o quello, come se fosse in una soap opera.
Ignavi politici !
Miopi delle Relazioni Internazionali !
Presbiti delle nubi che si addensano !
Baloccatevi nel vostro torpore e siate i luddisti del fatuo futuro riempito da altri. Bravi !!
GherardoMaffei
@ Gaz, sono d’accordo su molte sue affermazioni; tuttavia mi corre l’obbligo di una messa a punto finale. Fatto salvo che alcuni membri della resistenza, furono degli antifascisti (in primis i comunisti) coraggiosi e coerenti, che meritano il rispetto dovuto, ecco di seguito alcune mie prese di posizione. L’Italia non fu “liberata” dai partigiani,ma lo fu dagli angloamericani. La RSI fu un freno al trattamento che la Wermacht ci avrebbe sicuramente inflitto; Hitler aveva in alta considerazione Mussolini, non osò mettere a ferro e fuoco la penisola. Gaz rifletta su una cifra (non una opinione) le vittime sotto i bombardamenti terroristici angloamericani superano di gran lunga i morti fatti dai tedeschi nel corso della rappresaglie.Ma aggiungo che le rappresaglie dei tedeschi erano più che giustificate.Chi tradisce, chi viene meno ai patti internazionali, chi pugnala alle spalle l’alleato, come fecero gli italiani, con l’ex alleato germanico,merita solo un sovrano disprezzo. Anzi dirò di più merita solo di essere coperto di sputi. Il tradimento operato dagli italiani nei confronti dei tedeschi ci ha squalificato e continuerà a squalificarci a livello mondiale, ancora per un secolo.Concludo con una ulteriore considerazione finale: nel luglio 1945, dico luglio 1945, l’antifascista Ferruccio Parri capo di un governo fantoccio, al servizio degli occupanti angloamericani, ebbe la faccia tosta di dichiarare guerra perfino all’ex alleato nipponico! Che cosa ci sia da andar fieri come italiani , per la guerra fatta nel corso del secondo conflitto mondiale, non riesco proprio a capirlo.
Gaz
@GherardoMaffei. La ringrazio per la risposta.
Uno dei motivi logico-metodologici per cui noi due non riusciamo a capirci in perfetta buona fede di entrambi è, credo, dovuto alle rispettive forme argomentative diverse, ugualmente legittime.
Lei riesce ad abbracciare, intersezionare, contenere più argomenti.
Io sono invece sono monotematico, prendo un solo argomento per volta, sono penetrativo.
Dove lei allarga, io restringo. Al riguardo ci sono un paio di teorie …
Non pensi che sia un rimprovero, perchè è detto da chi sa di essere deficitario in quelle qualità.
Il numero di città liberate dai partigiani e delle azioni da loro compiute è rimarchevole. Certo non avevano l’artiglieria pesante e l’aviazione degli statunitensi, ma non trascurerei il ruolo delle forse armate regie.
La seconda g. m è stata la prima in cui il numero dei civili morti ha superato quello dei militari caduti, addirittura in qualche esercito il numero di chi ha visto negli occhi in combattimento il nemico è percentualemnte bassissimo. Distruzioni ci sono state da una parte e dall’altra. Londra, Brema, Warsavia, Stalingrado, Coventry, Berlino, Torino, Amburgo, MIlano, Foggia, Roma …
Dopo i rovesci militari italiani e i bombardamenti sulla penisola, i razionamenti alimentari … l’opposizione al fascismo è stato un fatto partito dal basso, persino in coerenza con la pompa della propaganda di regime.
Se non ci fossero state forze italiane a combattere a fianco agli americani, qualche alleato avrebbe avuto buon gioco a sostenere la divisione dell’Italia in più aree, come avvenne per la tetragona Germania.
Quanto alla RSI, devo ammettere di non aver mai approfondito autonomamente se sia stata uno stato sovrano o uno stato fantoccio. Di fatti però era uno stato tributario, e fortemente tributario della Germania, la quale aveva tutto il suo interesse a non torcere il collo alla gallina dalle uova d’oro, eppur tuttavia i crimini diretti contro la popolazione civile ci furono, come criminali furono le soldataglie franco marocchine che si scagliarono contro i locali dopo lo sfondamneto della linea di Cassino, come lo furono i russi in Germania, come lo furono i titini contro gli italofoni, come lo furono gli italiani contro gli africani, o gli inglesi, o gli olandesi …
Però vede tutto questo risale ad un periodo del quale non ci sono più da tempo i protagonisti, persino minori.
La dicotomia fascisti/antifascisti è servita solo ad alimentare e fomentare divisioni. So di numerosi casi di fascisti e comunisti che lasciti per loro conto hanno vissuto sulla stesse vie o piazze. Di certo non si amavano, ma non si sono per questo sparati o sprangati. In occasione delle elezioni avevano l’intelligenza e il buon gusto di saltare i rispettivi civici nelle opere di propaganda.
Entrambi abbiamo idee opposte, qui tiriamo di fioretto, ma non mi pare che ci siamo mai insultati.
Quanto a Parri, fece di tutto perchè la sua parte politica fosse chiamata mosca cocchiera e marginalizzata.
Allora, ricorda il divide et impera, che lei pronucierà con l’accento giusto, e il cui bono, leggermente diverso dal cui prodest ?
Se vogliamo che l’eredità della seconda guerra mondiale, della guerra fredda e di altre guerre continui, persino dopo la caduta del muro, dobbiamo fare una cosa semplice. Dividerci, soffiare su artificiose contrapposizioni e farci comandare, di certo non nel nostro interesse.
Si chieda del perchè la Germania dal dopoguerra non ha avuto gli stessi problemi di instabilità dell’Italia, o perchè la transizione italiana non termina mai, mentre al contrario la stabilità tedesca è un dato di fatto?
La Germania ha avuto il coraggio di fare i conti col suo passato. In Italia non c’é stato un analogo fenomeno.
Vogliamo parlare della Francia di Vichy e della successiva rinascità?
Vogliamo smettere di pagare il cambialone della seconda guerra mondiale ?? Vada per il seggio mancato in seno al Consiglio di Sicurezza, ma abbiamo persino uno statuto delle N. Unite anacronistico che ci dipinge tutt’ora come nemici permanenti …
Il concetto su cui ho fatto leva è quello di sovranità da esercitare e praticare. E’ l’unico che ci possa mettere alla pari con altri, non certo velleitariamente, ma almeno per non farci schiacciare.
La sovranità è delineata nella Costituzione, non ci sono altri topos.
Immagino che lei penserà alle alte sfere politiche, soggette al volere della Costituzione, che poco e male fanno per affermare i dettami costizionali, ma c’è anche un altro livello, il nostro appunto, quello che parte dal basso. Però, vede, i risultati sono magri … pur tra un pubblico che sembra qualificato, malgrado tutto, ma per i romanzi gogoliani.
Non faccia l’errore di attribuirmi pensieri non miei. Non sono antiamericano, non sono anti nulla, sono italiano.
Non occorre essere profeti per scrivere che le anime (?) transeunti si ricorderrano di queste letture quando vedranno le grandinate cadere dai nuvoloni.
Dedico questa scena di Alberto Sordi agli ignavi.
https://www.youtube.com/watch?v=qqbHkPSRbhM
Non ve ne abiate a male, se preferisco uscire e passeggiare in riva al mare. Ho un raffreddore pernicioso.
In mia assenza evitate pettegolezzi.
Gaz.
Gaz
@GherardoMaffei. La ringrazio per la risposta.
Uno dei motivi logico-metodologici per cui noi due non riusciamo a capirci in perfetta buona fede di entrambi è, credo, dovuto alle rispettive forme argomentative diverse, ugualmente legittime.
Lei riesce ad abbracciare, intersezionare, contenere più argomenti.
Io sono invece sono monotematico, prendo un solo argomento per volta, sono penetrativo.
Dove lei allarga, io restringo. Al riguardo ci sono un paio di teorie …
Non pensi che sia un rimprovero, perchè è detto da chi sa di essere deficitario in quelle qualità.
Il numero di città liberate dai partigiani e delle azioni da loro compiute è rimarchevole. Certo non avevano l’artiglieria pesante e l’aviazione degli statunitensi, ma non trascurerei il ruolo delle forse armate regie.
La seconda g. m è stata la prima in cui il numero dei civili morti ha superato quello dei militari caduti, addirittura in qualche esercito il numero di chi ha visto negli occhi in combattimento il nemico è percentualemnte bassissimo. Distruzioni ci sono state da una parte e dall’altra. Londra, Brema, Warsavia, Stalingrado, Coventry, Berlino, Torino, Amburgo, MIlano, Foggia, Roma …
Dopo i rovesci militari italiani e i bombardamenti sulla penisola, i razionamenti alimentari … l’opposizione al fascismo è stato un fatto partito dal basso, persino in coerenza con la pompa della propaganda di regime.
Se non ci fossero state forze italiane a combattere a fianco agli americani, qualche alleato avrebbe avuto buon gioco a sostenere la divisione dell’Italia in più aree, come avvenne per la tetragona Germania.
Quanto alla RSI, devo ammettere di non aver mai approfondito autonomamente se sia stata uno stato sovrano o uno stato fantoccio. Di fatti però era uno stato tributario, e fortemente tributario della Germania, la quale aveva tutto il suo interesse a non torcere il collo alla gallina dalle uova d’oro, eppur tuttavia i crimini diretti contro la popolazione civile ci furono, come criminali furono le soldataglie franco marocchine che si scagliarono contro i locali dopo lo sfondamneto della linea di Cassino, come lo furono i russi in Germania, come lo furono i titini contro gli italofoni, come lo furono gli italiani contro gli africani, o gli inglesi, o gli olandesi …
Però vede tutto questo risale ad un periodo del quale non ci sono più da tempo i protagonisti, persino minori.
La dicotomia fascisti/antifascisti è servita solo ad alimentare e fomentare divisioni. So di numerosi casi di fascisti e comunisti che lasciti per loro conto hanno vissuto sulla stesse vie o piazze. Di certo non si amavano, ma non si sono per questo sparati o sprangati. In occasione delle elezioni avevano l’intelligenza e il buon gusto di saltare i rispettivi civici nelle opere di propaganda.
Entrambi abbiamo idee opposte, qui tiriamo di fioretto, ma non mi pare che ci siamo mai insultati.
Quanto a Parri, fece di tutto perchè la sua parte politica fosse chiamata mosca cocchiera e marginalizzata.
Allora, ricorda il divide et impera, che lei pronucierà con l’accento giusto, e il cui bono, leggermente diverso dal cui prodest ?
Se vogliamo che l’eredità della seconda guerra mondiale, della guerra fredda e di altre guerre continui, persino dopo la caduta del muro, dobbiamo fare una cosa semplice. Dividerci, soffiare su artificiose contrapposizioni e farci comandare, di certo non nel nostro interesse.
Si chieda del perchè la Germania dal dopoguerra non ha avuto gli stessi problemi di instabilità dell’Italia, o perchè la transizione italiana non termina mai, mentre al contrario la stabilità tedesca è un dato di fatto?
La Germania ha avuto il coraggio di fare i conti col suo passato. In Italia non c’é stato un analogo fenomeno.
Vogliamo parlare della Francia di Vichy e della successiva rinascità?
Vogliamo smettere di pagare il cambialone della seconda guerra mondiale ?? Vada per il seggio mancato in seno al Consiglio di Sicurezza, ma abbiamo persino uno statuto delle N. Unite anacronistico che ci dipinge tutt’ora come nemici permanenti …
Il concetto su cui ho fatto leva è quello di sovranità da esercitare e praticare. E’ l’unico che ci possa mettere alla pari con altri, non certo velleitariamente, ma almeno per non farci schiacciare.
La sovranità è delineata nella Costituzione, non ci sono altri topos.
Immagino che lei penserà alle alte sfere politiche, soggette al volere della Costituzione, che poco e male fanno per affermare i dettami costizionali, ma c’è anche un altro livello, il nostro appunto, quello che parte dal basso. Però, vede, i risultati sono magri … pur tra un pubblico che sembra qualificato, malgrado tutto, ma per i romanzi gogoliani.
Non faccia l’errore di attribuirmi pensieri non miei. Non sono antiamericano, non sono anti nulla, sono italiano.
Non occorre essere profeti per scrivere che le anime (?) transeunti si ricorderrano di queste letture quando vedranno le grandinate cadere dai nuvoloni.
Dedico questa scena di Alberto Sordi agli ignavi.
https://www.youtube.com/watch?v=qqbHkPSRbhM
Non ve ne abbiate a male, se preferisco uscire e passeggiare in riva al mare. Ho un raffreddore pernicioso.
In mia assenza evitate pettegolezzi.
Gaz.