Immigrati: mettiamoci in testa che…

Nel dibattito sulla questione dell’immigrazione capita di sentire cose completamente campate in aria, ma dette con la sicurezza delle verità più scontate. Qualche eco si è avvertito anche nelle pagine di questo blog. Chissà perché i sostenitori della favola delle centinaia di milioni di neri che ci sommergerà o dell’insostenibilità economica della cosa, non si preoccupano mai di ragionare su numeri e stime, ma butta lì la cosa come se fosse del tutto ovvia. Forse conviene fare qualche riflessione più approfondita.

Prima cosa: molti pensano che se decidessimo di accogliere i profughi, si riverserebbe una valanga umana di centinaia di milioni di persone.

Secondo le stime dell’Istat, in Italia il picco ci sarà nel 2042 (fra oltre un quarto di secolo) quando, udite udite, saremo 64 milioni, di cui circa 12 di immigrati. In tutta Europa, sembra che gli immigrati, fra circa 40 anni saranno meno di 100 milioni. Un dato consistente, ma molto lontano dalle centinaia di milioni di cui si favoleggia. Per di più, sarà bene ricordare che nello stesso 2042, in Italia oltre un terzo della popolazione autoctona (vale a dire circa 50 milioni di persone) sarà di ultra sessantacinquenni, e la fascia in età lavorativa sarà un po’ meno del 50% di essi.

Considerando che una parte di essi non lavorerà (disabili, rentiers, studenti, detenuti e soprattutto casalinghe e quota fisiologica di disoccupati ed inoccupati ecc.) si ricava che, senza gli immigrati il carico pensionistico sarebbe insostenibile. Insomma, cari amici oggi quarantenni, se volete che qualcuno vi paghi la pensione, occorre che ci sia una bella quota di lavoratori immigrati. Mettevi l’anima in pace.

Seconda cosa: la maggioranza di immigrati non viene affatto dall’Africa ma dall’Est Europa e dall’Asia e non arriva via mare ma da terra, magari entrando con un tranquillo visto turistico, per poi restare in modo irregolare.

Terza cosa: la gente pensa che il grosso degli immigrati africani sia costituito da quelli che annegano o da quelli che vengono intercettati e messi nei campi in attesa di rimpatrio (sempre che poi sia possibile farlo). In realtà, quelli sono i casi di cui abbiamo notizia e riguardano al più qualche migliaia di persone, mentre la maggior parte riesce a sbarcare e disperdersi sul territorio in cerca di fortuna. E spesso finiscono nelle mani della malavita.

Quarta cosa: per presidiare efficacemente un tratto di mare di circa 700 Km ci vorrebbe un presidio navale ingente e molto superiore alle disponibilità della nostra marina militare che, peraltro, deve pensare anche agli altri 2.500 km (siamo un paese con oltre 3.000 km di costa), anche se lì non c’è la stessa emergenza. E questo per un tempo indefinito. Due domande: quanto costa? E quanto rende? Certo, senza lo sbarramento navale arriverebbero più immigrati, è certo, ma è altrettanto certo che una quota considerevole arriverebbe comunque. Quindi, i conti vanno fatti sulla stima delle differenze, per cui il costo va ripartito per il numero presumibile di immigrati che si riuscirebbe a filtrare. Siete sicuri che costi di meno che accoglierli?

Quinta cosa: siccome una quota di clandestini (non solo africani) ci sarebbe comunque, nei costi vanno aggiunti anche quelli per il contrasto alla criminalità e quelli sanitari, perché la clandestinità favorisce l’espansione di malattie contagiose (non ci avevate pensato?).

Poi ci sarebbero alcune considerazioni di carattere morale. Lo so: si tratta di temi assolutamente desueti, che non hanno nessuna importanza, ma, sapete, sono un vecchio signore un po’ all’antica ed ho ancora certe fissazioni, me ne scuserete. Per cui, forse vale la pena di ricordare che allo scasso di questa situazione abbiamo generosamente contribuito noi occidentali, con le politiche neo coloniali degli anni settanta ed ottanta e con una serie di interventi militari demenziali, che hanno creato gli inferni da cui questi scappano. Lo so: non è un argomento tale da scalfire la delicata sensibilità della maggioranza degli italiani, che rispondono con un “e chi se ne frega?!”.  Però, vedete, poi non restiamo lì a chiederci “ma perché ci odiano tanto?” di fronte a qualche altro 11 settembre o Atocha. Insomma, qualche ragione per detestarci mi pare che la abbiano.

Concludendo: l’alternativa che abbiamo davanti non è quella fra avere o no gli immigrati fra i piedi o avere solo quelli che ci piacciono e nel numero che ci piace. L’alternativa vera è fra averli come clandestini o come regolari e cercare di gestire il fenomeno.

E se vogliamo gestire il fenomeno, l’unica è di renderlo economicamente funzionale e sostenibile, cercando di metterli al lavoro, di espandere il Pil ed, in parte, di creare le condizioni per un dignitoso rimpatrio di una parte di essi. Che ne dite?

Aldo Giannuli

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Aldo Giannuli

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Comments (35)

  • Il nodo centrale della immigrazione è la “peste bianca” vale a dire quello che i demografici chiamano la denatalità delle popolazioni europee, l’Italia ne detiene il letale primato. Fra due decenni la popolazione dell’Africa raggiungerà il miliardo, cifra che lei evita di citare per non dire che è ovvio che ne verremo travolti. Occorre operare dei distinguo: degli immigrati in futuro non potremo farne a meno siamo tutti d’accordo, ma dovremo privilegiare i bianchi caucasici dei paesi dell’est europeo, a noi simili per morfologia, per mentalità e civiltà, non certo dei congolesi o dei boscimani.Dobbiamo operare una selezione naturale, dei negri africani, dobbiamo e possiamo farne a meno, poiché nella scala evolutiva degli umanoidi essi occupano l’ultimo posto, ma purtroppo non per prolificità. L’incubo “nero” degli USA dovrebbe insegnarci qualcosa, ma per le “anime belle” occidentali intrise, intossicate,avvelenate fino al midollo, dai falsi miti dell’ antirazzismo, dell’umanitarismo , in pratica del cristianesimo e del marxismo, è un tabù. Il numero è potenza affermava Mussolini negli anni trenta, un miliardo e trecento milioni di cinesi, un miliardo di indiani, dimostrano che aveva ragione ancora una volta lui. Per salvarci dovremo operare prima di tutto una rivoluzione culturale poi quella politica. Vale a dire liquidare i falsi miti cattolici e marxisti entrambi in coma irreversibile, poi rendere obbligatorio fin dall’asilo lo studio del libro del conte Arthur De Gobineau “Saggio sulla ineguaglianza delle razze umane”, farne la nostra bibbia, il nostro testo sacro, il nostro vangelo.Guai ai pietosi!

    • @Maffei peccato che il patrimonio genetico che condividiamo sia lo stesso dei negretti; che fai per differenziarlo, ti sottoponi a una buona dose di radiazioni? Sai è più economico che cambi tu, che modificare tutti loro.

      • Caro Leopoldo, purtroppo il riferimento genetico non basta a spiegare le differenze razziali.
        E questo sia in senso negativo che positivo.
        Abbiamo in comune con i moscerini della frutta il 97% del patrimonio genetico eppure è impossibile stabilire anche la più lontana somiglianza.

          • Posso tranquillamente fare compagnia a Maffei , io parlo con tutti.
            Da un punto di vista evoluzionistico l’ambiente discrimina le specie, quindi è la scienza ad affermarlo.
            D’altro canto il mio commento non affermava questo, si limitava a considerare non determinante il riferimento genetico nello stabilire differenze razziali che comunque ci sono.
            Faccio un esempio per spiegarmi meglio: se metti un etiope ed un nigeriano vicino ti accorgi subito delle evidenti differenze che non sono solo fisiche ma anche comportamentali e probabilmente anche attitudinali.
            Ora conseguentemente se metti un tanzaniano e un giapponese vicino ti accorgi con tutta evidenza di avere a che fare con due razze distinte che però la scienza dice geneticamente identiche o quasi, ergo queste differenze vengono da altro e probabilmente la sola influenza dell’ambiente non basta a spiegarle.

          • Federico io non pongo discriminanti tra alti basi, bianchi o neri ecc…. Siamo tutti diversi anche i fratelli omozigoti vestiti uguali hanno le loro differenze, ma non per questo dobbiamo ammazzarne uno e tenerci altro(-: oppure sbarazzarci di tutti gli omozigoti per evitare l’incomodo della finzione del doppio per chi la percepisce, obbio.

            se vogliamo parlare di biologia e caratteri recessivi posso darti poche soddisfazioni Mendel, ecc.. hanno aperto una strada per conoscere, non per costruirci qualsiasi schifezza ideologica per conservare, rubare, mistificare i propri porci comodi. Perché i contratti sociali basati su ingiustizie e esclusioni prima o poi si rompono e generalmente non in modo pacifico.

      • egregio Leopoldo, si può cambiare idea, si può cambiare religione, si può cambiare vita, si può cambiare perfino sesso basta andare a Casablanca,ma fatevene voi tutti antirazzisti una ragione non si può cambiare RAZZA! Se nasci boscimane, se nasci negro africano magari cannibale, non puoi cambiare in cinese, o meglio in bianco caucasico, rimani per sempre tale. Il vostro è un semplice dogma ideologico,pernicioso e letale. A New York i bianchi sono una minoranza razziale; entro qualche decennio sarà il nostro incubo quotidiano. Politici lungimiranti e profetici, da tempo hanno lanciato un grido di allarme inascoltato. La prossima guerra mondiale sarà di squisito carattere razziale di sterminio,le due guerre mondiali precedenti non saranno nulla al confronto e la divisa del soldato sarà data dal colore della pelle.Le razze esistono! Guai agli inermi!

        • Saprà, Maffei, che vaste fasce d’opinione nord-europee hanno piuttosto teso, nella storia recente, a considerare gli Italiani non propriamente bianchi, quanto una sorta di meticci dal posizionamento ambiguo entro la scala gerarchica dei tipi umani cui lei si riferiva. Saprà che era d’uso sottoporre gli immigrati italiani, negli Stati Uniti del tardo Ottocento e primo Novecento, a preliminari esami di salute da cui, quasi immancabilmente, uscivano col responso di inferiorità mentale rispetto agli europei d’origine centro-nordica. Saprà che era d’uso chiamarli “negri accoltellatori” negli Stati Uniti, e, specialmente se meridionali, “zingari con la valigia” nella Germania del dopoguerra. Saprà che chi poteva fingersi francese non si trovava di fronte a una scelta, quanto piuttosto ad una necessaria stretegia di sopravvivenza. Saprà, in breve, che i cultori della razza ci hanno spesso e volentieri considerato misuratamente inferiori al vagheggiato dolicocefalo biondo. E’ sicuro di trovarsi a suo agio di fianco ai cultori della natura “crudele e aristocratica”? “Guai ai pietosi”, lei scrive, ma è sicuro che non tramuterà prontamente in un invocatore di pietà laddove una vasta schiera di cultori della razza, nello scenario da lei vividamente dipinto, tornerebbe di buon grado a relegarci nel poco lusinghiero angolo dei bastardi?

        • @maffei, escludendo i tuoi deliri eugenetici che valgono ben poco per una discussione seria. Sia in passato che oggi le guerre sono mascherate da parodie intellettuali per puri fini economici o di potere [che poi se non mantieni il potere non conservi i soldi e viceversa, il solito cane che si mangia la coda]. Tranne poche volte come la rivoluzione russa del ’17 o la rivoluzione cubana di castro o la guerra civile partigiana del ’43-45 in italia ha significato un vero mutamento ideologico nella società per un certo periodo.
          Le guerre in futuro come oggi si fanno per i controllo dei mercati e di chi commercia con chi, in Syria e Iraq per il commercio con la EU del gas e petrolio del golfo saudita/emirati o iraniano; Sudan, Nigeria, Mali, ecc.. per le rotte di commercio di droghe, armi, gas, metalli, ecc… mica per le quattro braccia che possono arrivare in europa a svalutare il lavoro o incrementare la criminalità. A philips e compagnia restante gli interessa avere materie a buon mercato per propri prodotti e mercati a cui vendere quei prodotti. Molti africani, cinesi, ecc… andranno via dai loro paesi di origine lo facciamo pure noi italiani, ma l’africa non si svuota se no a chi vendono i cellulari? Le guerre per il disagio/ingiustizie nelle città occidentali(?). Ve se ti preoccupi per questo, arrivi tardi. Le rivolte a londra nelgli anni ’80, nelle città americane, future a parigi o nelle città tedesche già sono messe in conto e non è con ipocresia di qualche pseudo ideologia fanatica che puoi nascondere la fifa. )-:

    • “Occorre operare dei distinguo: degli immigrati in futuro non potremo farne a meno siamo tutti d’accordo, ma dovremo privilegiare i bianchi caucasici dei paesi dell’est europeo, a noi simili per morfologia, per mentalità e civiltà, non certo dei congolesi o dei boscimani.Dobbiamo operare una selezione naturale, dei negri africani, dobbiamo e possiamo farne a meno, poiché nella scala evolutiva degli umanoidi essi occupano l’ultimo posto, ma purtroppo non per prolificità. ”

      questa perifrasi oltre a sembrar uscita da un saggio di goebbels sarebbe anche materiale interessante oltre che di psicoanalisi anche per una bella denuncia penale per istigazione all’odio, al razzismo e se esistesse per insulto a tutte le vittime di persecuzioni razziali , che si basano su stronzate illeggibili come queste.

      a tutto ci dovrebbe essere un limite , personalmente un commento del genere trovo che lo superi abbondantemente.

    • Lei è nazista! invito i moderatori del blog, a norma di legge, a bannare questi commenti che istigano all’odio razziale. Nessuna libertà di parola ai nazisti.

      • è evidente quale sia l’ideologia di Maffei ma io non credo in nessuna forma di censura ahce se è evidente quello che penso di certe tesi

        • secondo me a tutto c’è un limite, non amo le denunce ne chi le scrive quindi non farò eccezione nemmeno questa volta ma conversare amabilmente con una reliquia del terzo reich non dà lustro a chi lo ospita nè a chi ci dialoga come se niente fosse.
          non è che idiozie del genere siano pericolose, anche se con le giuste condizioni nulla vieta si ricreino.
          è proprio che dà il voltastomaco leggerle cosi buttate in un commento , in un sito di analisi politica.
          voglio il programma tv svedese che smaschera gli haters su internet e li intervista esponendoli al pubblico lubridio.
          lo voglio anche in italia.
          voglio vederla in faccia maffei cosi se la incontro per strada cambio marciapiede.

    • #peppe magari si sviluppassero cooperative di assistenza e venissero valorizzate tutte le piccole impresse che gli stranieri creano in italia. Ma gli ultimi governi non sono lungimiranti.

      • @ leopoldo
        magari si sviluppassero cooperative di assistenza
        ***
        Per farle sviluppare basterebbe scarcerare la premiata ditta Buzzi & Carminati, specializzata in truffe fasciomuniste con coop pro migranti.
        Si potrebbe procedere con una bella grazia del presidente Mattarella. Basta chiedere.

        • @tenerone

          lo sai benissimo che intendo cooperative serie che funzionino ;P

          cmq quella di buzzi occupava 1300 e più persone. Vero che molti erano in galera, ma non tutti sono ritornati dentro con buzzi ;D

          • Perdonami ma considerato che sembri di sinistra, viene spontaneo chiedersi; non vi siete stancati di aspettare una nuova e pulita classe politica che ci dia istituzioni pulite e cooperative pulite?
            Leggendoti mi ritorna alla mente quando si auspicava la riforma sanitaria e da sinistra si affermava che la nuova macchinona burocratica della sanita di stato avrebbe marciato gloriosamente svelta ed efficiente sotto la guida di nuovi ed onesti uomini di stato. Come è andata a finire lo sappiamo bene.
            Quanto alle cooperative sociali, servono solo a realizzare l’intermediazione di manodopera, volgarmente detta “caporalato”, contro cui la sinistra ha tuonato sempre o almeno fino a che ha capito che con la versione riverniciata del caporalato ci poteva magnare a quattro ganasse.
            Quindi, la vogliamo finire e vogliamo buttare giu’tutte queste istituzioni mangerecce?? E magari fare come gli anglosassoni che hanno uno stato leggero e pieno di contrappesi di potere (id est c’è sempre qualcuno che ci controlla e ha interesse a prendercicon le mani nel miele).
            Fino a prova contraria gli unici che riescono ad avere uno stato pesante ed efficiente al tempo stesso sono i francesi. Ma i nostri cugini d’oltralpe sono perennemente incazzati e rompono le scatole non appena un autobus ritarda cinque minuti. Inoltre, cosa ancor piu’ importante, ogni 30/50 anni fanno una rivoluzione e tagliano un po’ di teste, consentendo il rinnovo della classe dirigente ed un serio ammonimento ai gestori della cosa pubblica.
            E noi italiani??? Due giorni fa i nostri politici hanno mandato i loro squadristi a distruggere le nostre auto e i nostri negozi per farci capire che non era il caso di mugugnare contro l’EXPO e di pagare buoni e manzi le tasse e noi zitti e pippa. I francesi avrebbero spedito a Renzi la testa di una decina di frequentatori di centri sociali. Noi neanche abbiamo fiatato. Dammi retta. Lasciale stare le cooperative.

          • guarda che coop pulite ci sono, né conosco diverse, come le aziende sane, le persone corrette. Il difficile è che emergano come massa. Ti ripeto la stessa cooperativa di buzzi non era completamente marcia, altrimenti le 1200/1300 persone che sono sarebbero tutte agli arresti.
            Vedo che spesso tu non distingui il contesto delle diverse persone che interagiscono nelle vicende faccendo di tutta l’erba un fascio. Eppure dovresti accorgerti che poni alla tua esposizione ;D.

  • Mamma che palle ‘sti sbarchi!
    Questo, più o meno, starà pensando il fiorentino. E non è che possiamo dargli troppo torto, solo loro ci mancavano, alcune migliaia a settimana e tutto ANS (a nostre spese) presenti e future, a meno di considerare i quattro soldi che ci passa la UE.
    La maggior parte stanzia al sud – la Valle d’Aosta ha previsto n° 1 di posto per loro, ma è una regione piccola, è vero – dove vi è beneficio per il clima ed opportunità di occupazione. Proprio l’altro giorno intervistarono (in tv) tre poveracci ipomelaninici, nostrani, sempre delle nostre zone calde. Uno era il datore di lavoro e gli altri due operai (raccoglitori di frutta). Le domande erano rivolte pressoché a questi ultimi: “ma come potete accettare un lavoro a 14 euro al giorno?”. Loro ci hanno provato a spiegare di avere figli in casa disoccupati e che, tutto sommato, fosse meglio che stare alla finestra, ma niente. Il reporter non si capacitava.
    Trovargli un lavoro, fargli pagare le tasse e poi, se mai, sperare in un rimpatrio col relativo gruzzoletto? Sarebbe meraviglioso quanto folle solo pensarlo. Sempre che il lavoro sia offerto dai privati, veri privati, quelli che investono in attività produttive i loro capitali e il loro ingegno, fidando in uno Stato amico e favorevole. Differentemente saremmo sempre noi, Stato, a fornir loro uno stipendio lordo, che include sostanzialmente anche le tasse, trattenute a monte, comprensive di fondo per il TFR e la pensione, a 75/77 anni se tutto va bene, beninteso. Che sogni!
    La soluzione non c’è, a mio parere. Troppe sono state le scelte sbagliate o mai compiute nei decenni passati e questi sono gli effetti, inevitabili.
    Ah, se forse avessimo firmato un ipotetico trattato di… Tripoli o de Il Cairo invece di Maastricht! Non saremmo qui ad elemosinare materie prime, pensando a come contenere approdi “alieni”. Magari sarei espatriato io.

  • Sono d’accordo con Maffei sulla necessità di fermare il flusso migratorio. Un paese non puo’ ospitare milioni di nuovi arrivati fornendo loro una casa e vitto di buona qualità e magari generi di conforto e divertimenti vari.
    Non sono d’accordo con lui, invece, sulle differenze razziali. Che esistano uomini superiori ed uomini inferiori è pacifico. Ma non dipende dal colore della pelle. D’altronde, ci sono molti italiani biondi e con gli occhi azzurri che sostengono che dobbiamo dare casa e lavoro a chiunque arriva sulle nostre coste e non appena arriva. Definirli subnormali è poco. E che dire degli italiani che sostengono la necessità che esista una televisione pubblica perché i cittadini -a loro detta- non sarebbero in grado di scegliere i programmi da vedere sul piccolo schermo? La patente di esseri inferiori se la danno da sé.
    Ma torniamo a bomba. E vediamo cosa fare per sopravvivere a questa catastrofe, senza usare i mezzi crudeli di Maffei (che volete, sono un tenerone e non riesco proprio ad essere cattivo)
    La necessità di gestire il fenomeno è palese e in questo il professore ha ragione da vendere.
    Vediamo i dati di fatto. Siamo il paese in prima linea e i trattati internazionali ci impongono -così affermano i nostri partner europei- di pipparci tutti quelli che arrivano senza mandarne nemmeno uno a tali nostri partner.
    La prima cosa da fare è rinegoziare i trattati. Ovviamente i nostri governanti, che tali trattati hanno stipulato, non saranno mai d’accordo e per questo occorre prima prendere i nostri governanti ed appenderli a testa in giu’ magari insieme ai loro amici blacbloc, che i suddetti governanti periodicamente mandano a bruciare le nostre automobili ed a sfasciare le vetrine dei nostri negozi, tanto per farci capire che dobbiamo pagare le tasse per mantenere loro e le loro mignotte e stare buoni e manzi.
    Solo quando avremo governanti in grado di stare in sede internazionale senza strisciare davanti alla Merkel o ad Obama potremo affrontare il problema.
    E il problema è che, a causa di una troppo veloce decolonizzazione l’africa è piombata nel caos, non essendosi verificata quella “solida presa di coscienza da parte delle masse africane” che i nostri illuminati progressisti ci avevano assicurato che si sarebbe verificata conducendo il continente nero ad un livello di civiltà da far invidia alla Svezia.
    Quindi, in primis rinegoziare i trattati, specialmente con quelli che ci accusano di non accogliere i migranti mentre loro i migranti li affogano cappottando i gommini col vento alzato dalle pale dei loro elicotteri.
    In secundis occorre monitorare la situazione, perché -come giustamente osserva il professore- non sappiamo quanti migranti abbiamo sul territorio e cosa fanno. A questo proposito, ricordo le gli escrementi umani del governo monti e successivi hanno emanato norme che disperdono le forze dello stato per sapere tutto sui nostri conti correnti e sulle nostre spese. Quindi occorre procedere cosi’.
    a) Far rimangiare loro queste norme a calci nei denti, perché nessun pezzo di merda deve intromettersi nella nostra vita privata, come sanciscono le costituzioni -quelle vere- nate per tenere lo stato a tre passi dai nostri coglioni (il che dovrebbe far capire ai fessi che credono alla storiella della “costituzione piubellademondo” che la nostra non è una costituzione, ma una presa per i fondelli);
    b) usare le risorse cosi’ liberate per sapere tutto mapropriotutto sui migranti nel paese;
    c) dotare la normativa di mezzi acconci ad intervenire: chi sta qui deve avere un lavoro e se non lo ha glielo diamo noi in un bel campo di lavoro coatto. Mancano tante opere pubbliche indispensabili e sono quelle piu’ piccole snobbate dai nostri governanti perché ci si ruba troppo poco. Quindi piccone in mano e giu’ a rimettere a posto le strade o raddoppiare i binari delle ferrovie locali per rendere la vita piu’ facile ai pendolari, cosi’ i nostri migranti potranno dire di avere contribuito alla crescita economica del paese.
    Quindi sono d’accordo col professore: procedere con pragmatismo, ma senza cedimenti ai fessi o ai finti fessi che sull’immigrazione ci mangiano. OK?
    Ci sarebbe altro da dire ma rispetto la sacrosanta volontà del professore di non strabordare.
    Zuccherosi saluti a tutti

  • purtroppo è una catena: le leggi del centrodestra creano piàù clandestini, gli elettori di centrodestra si preoccupano e votano centrodestra. ma anche la malavita entra in questo circolo: sia quella di mafiosi e scafisti che guadagnano dalle leggi del centrodestra, sia gli imprenditori schiavisti ed evasori fiscali, che hanno bisogno di clandestini come manodopera. credo che abbiamo davanti un rapporto simbiotico tra queste categorie sociali che garantisce un ritorno concreto per pochi a danno di molti. e che ricorda la concordanza di intenti tra puritani e mafiosi che c’era in usa in tempi di proibizionismo dell’acool. prima o poi questi stati allucinatori finiscono perchè economicamente e socialmente insostenibili, ma non credo che si tratti di una sbornia che finirà in tempi brevi

  • Buongiorno Prof. Giannuli,

    mi perdoni se non starò nelle 20 righe ma l’argomento non è esauribile in poche frasi.
    1) Il fatto che la popolazione italiana invecchi e diminuisca, anziché un problema, deve essere visto come un’opportunità. Meno popolazione significa meno cementificazione, meno inquinamento, meno dissipazione di materie prime, meno richiesta di energia, suolo e cibo. Io sono un sostenitore della decrescita e non si può incominciare a decrescere se non si diminuisce di numero. Quanto alla pensione, i quarantenni di oggi non la vedranno mai e quei pochi che l’avranno potranno contare su cifre da fame, quindi possiamo tutti fare tranquillamente a meno del contributi INPS degli immigrati.
    2) La quota di immigrati dall’Europa dell’est è destinata a diminuire a scapito di stranieri provenienti da Asia e Africa. Ad ogni modo il problema dell’immigrazione clandestina via mare o via terra è lo stesso, solo che il secondo fa meno scalpore mediatico.
    3) I respingimenti non costano di più dell’accoglienza, perché una volta fatto capire che determinati canali sono chiusi i flussi diminuiscono spontaneamente: si veda il caso di Melilla in Spagna.
    4) Ammesso che si debba per forza avere una quota fisiologica di clandestini sul territorio (a proposito: perché?) questo non comporta in sé una crescita del rischio di epidemie. Gli ospedali sono gratis per i clandestini e i ricoveri anonimi. Casomai è la crescita esponenziale della popolazione che aumenta il rischio di epidemie – e questo vale a livello globale, non solo locale.
    5) Sugli aspetti morali, chiedo venia se sono molto più all’antica di Lei, ma io non ho mai sostenuto il colonialismo né il neocolonialismo, non ho votato per i governi che hanno bombardato Iraq e Libia, arrivo a fine mese per il rotto della cuffia (quando ci arrivo) e non vedo perché dovrei sentirmi responsabile. A proposito, questi clandestini ce l’hanno un paese? Ce l’hanno un governo? Perché non rivendicano presso le loro classi dirigenti un posto di lavoro e un reddito dignitoso? Perché non si fanno carico di un minimo di coscienza di classe? Cosa credono di risolvere venendo in Europa, di sviluppare con questo i loro paesi?

    Questa faccenda dell’immigrazione clandestina di massa viene comodo solo alla classe economica capitalista, che potrà contare su tanta manodopera a molto basso costo. E non aiuterà il terzo mondo a risolvere nessuno dei problemi che ha.
    Saluti,
    Marco

    • marcot, “Ce l’hanno un governo? Perché non rivendicano…” quello che spaventa è questo punto: non esiste un riferimento alternativo. Quello che esiste sono movimenti in stile ‘isis’. è questa assurda condizione dell’alternativa impossibile, che implica uno sviluppo condizionato, che non lascia scampo né in oriente né in occidente.

  • Il pacato ed intelligente intervento di marcot merita un approfondimento.
    1) Primi tempi del governo Berlusconi. Si attua una politica dura contro l’immigrazione. Duri attacchi vengono dagli spagnoli che biasimano la crudeltà degli italiani. Peccato che gli spagnoli i migranti li respingono col filo spinato e lame in cima alle reti e alcuni dicono che cappottino i gommoni in mare.
    2) I nostri sinistri colgono la palla al balzo -come quelli che castrano i canguri- e protestano vivamente contro il governo Berlusconi “per ragioni umanitarie”, dicono. Le ragioni vere escono fuori quando scoppia mafia capitale e si capisce che ogni migrante è una miniera d’oro per pippare ulteriori soldi ai contribuenti.
    3) La miniera d’oro dei migranti viene difesa dalla sinistra con campagne di stampa contro i cittadini egoisti che non accolgono i migranti. Intanto la sinistra aumenta le tasse –e quindi il magna magna- e inizia una campagna di stampa contro gli italiani egoisti, usando i giornali che notoriamente sono pagati dallo stato (a propositolo sapevate che i giornalisti vanno in pensione a 50 anni e con pensioni da favola???? Difendere i migranti rende. Lo dico a voi che vi ostinate ad andare a lavorare).
    4) Ovviamente -come insegna il duo Hitler Goebbels- la campagna propagandistica non serve a nulla se non accompagnata da mezzi più decisi. A questo servono i centri sociali che su ordine di Monti e Renzi e Letta e altri politici minori mandano i blac bloc a bruciare le macchine degli italiani egoisti e che non vogliono pagare il pizzo per mantenere le cooperative di Buzzi e soci.
    5) A questo punto Francia ed Inghilterra bombardano la Libia di Gheddafi, lurido dittatore che però riusciva a controllare la situazione e gestire i flussi migratori. Dopo Gheddafi, come intuibile, si scatena un ulteriore e massiccio esodo che è un problema per l’Italia. Per l’Italia non per gli amici della sinistra e di Equitalia, che sulla migrazione ci magnano. Come reagiscono i nostri goveranti? Zitti e pippa. Anche perché l’Inghilterra, dopo aver causato il casino, dice che i migranti se li deve tenere il paese che toccano per primi. E quale è il paese che toccano per primi? Bravi l’Italia.
    CONCLUSIONI Non eiste un problema insolubile detto migrazione. Si puo’ risolvere. Ma prima occorre risolvere il problema dell’Italia occupata da una banda di parassiti chiamati popolo della sinistra, Equitalia, centri sociali ecc. Una masnada di parassiti che si è messa in testa di vivere alla grande a spese degli italiani e intende fare di tutto per mantenere i propri privilegi. Cosa fare. Proviamo a imitare i francesi del 1789.
    Un tenerissimo saluto a tutti

  • rimango sempre basita quando leggo gli articoli del professor Giannuli e i commenti inevitabili di taluni individui che sembra siano rimasti in un time warp di circa due secoli fa. Maffei ma tieni il frustino sotto il letto? dai ammettilo!!!

  • Caro Aldo,
    finalmente un tema sul quale siamo in perfetta sintonia !
    E’ vero, sei un vecchio signore un po’ all’antica e, come tale, hai certe fissazioni…
    E, a proposito di queste ultime, se come dici, noi occidentali (categoria un pò vaga) abbiamo il peccato originale delle politiche neo coloniali degli anni settanta ed ottanta e di una serie di interventi militari demenziali (non meglio indicati) che hanno creato gli inferni da cui questi scappano e, perciò siamo tanto odiati, mi spieghi perchè a milioni sognano di vivere proprio nell’aborrito Occidente ??
    E mi spieghi perchè vogliono quasi tutti andare in Olanda, Norvegia o Germania dove il welfare è ancora generoso?
    Forse che tedeschi ed olandesi sono occidentali meno odiosi degli altri?
    E, visto che ti preoccupi delle pensioni, perchè non preoccuparsi anche degli effetti dell’arrivo di tanti fruitori del welfare sulla sostenibilità dello stesso?
    E fammi capire se l’immigrazione non ha lo stesso effetto della delocalizzazione rispetto al mercato del lavoro delle colf o degli edili.
    E quindi, non ti sembra giunto il momento di evadere dai luoghi comuni del terzomondismo che fu?
    Pensa, un risultato positivo lo otterresti immediatamente…Eviteresti a questo blog la tristezza dei commenti degli ariani del menga!

    • Si lo so; sono un signore un po’ demodèd che crede ancora nell’etica mentre voi liberisti siete sostanzialmente amorali. Però, quando vi accorgerete che l’etica non è una frma di sentimentalismo, ma risponde a precise esigenze razionali, sarà troppo tardi perchè starete pagando un prezzo altissimo (e, purtroppo, noi con voi).
      Quanto al erzomondismo, io sono internazionalista ma non sono mai stato terzomondista…
      Per il resto, a solito non hai capito granchè della situazione

      • Caro Aldo,
        dalla replica stizzita deduco di essere di fronte ad un caso di terzomondismo inconsapevole.
        E comunque, pur non essendolo, potrei definirmi liberista solo se il termine significasse l’avversione per quelle che definisci precise esigenze razionali ma che a me sembrano vani esercizi dialettici.
        Forse, quando avrai il tempo di replicare compiutamente, riuscirò anch’io a capire qualcosa della situazione ….

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