La frana di Fi è già iniziata

Ormai non fai più a tempo a fare una previsione che i fatti ti sorpassano: per la regola secondo la quale piove sempre sul bagnato, la decisione del tribunale sull’ ex Cavaliere va a coincidere quasi perfettamente con il mandato d’arresto per Dell’Utri che, saggiamente, si è dato alla fuga. Lui dice per curarsi ma che poi torna. Quando? Dopo. In attesa che Fi si trasformi, anche ufficialmente, in un club di pregiudicati, con annessa lista catturandi, i sondaggi piovono impietosi e la danno regolarmente sotto il 20%. E la grande fuga è già iniziata: non si trovano nomi nuovi e diversi di quelli vecchi (udite, udite: persino Bonaiuti!) prendono il largo, esattamente come centinaia di amministratori locali in vista delle elezioni del prossimo anno. Nella maggior parte dei casi in direzione di Alfano, qualcuno per la Lega o Fd’I.

In teoria questo dovrebbe tradursi in un inaspettato successo di Ncd, ma non è affatto detto che gli elettori si spostino seguendo consiglieri comunali, sindaci ed assessori: questi amministratori locali non sono quelli della Dc, che avevano quadrate legioni di clienti al seguito. E peraltro anche quelle legioni, al momento del crollo, nel 1993, si squagliarono come un ghiacciolo sotto il solleone. Ma, più ancora quello che conta è che Alfano ha il carisma di una triglia bollita. Comunque, se il centro destra ha possibilità, per quanto non fortissime, di riprendersi in vista delle politiche, è solo recuperando nella coalizione il Ncd e, forse, cedendo proprio ad Alfano il posto di capo coalizione.

Intanto, se vuole lanciarsi, Alfano deve raggiungere un risultato significativo, non basta il 6 o 6 e mezzo, Deve andare verso il 10. Vedremo.

E sull’elettorato di Fi in rotta si è precipitato come un falco Renzi al “salone del mobile” a Milano con un discorso molto in sintonia con la platea: lotta feroce alla burocrazia! Mettere un po’ in riga il pubblico impiego (che, poi, burocrazia quello significa) non è affatto una cattiva idea, anzi! Ma bisogna sapere che significa, se si vuol fare solo una sparata o fare sul serio.

Personalmente mi sono sempre scontrato con i difensori ad oltranza della categoria in questione, ritengo che i sindacati di settore siano delle insopportabili corporazioni che hanno fatto danni incalcolabili, ed ho sempre sostenuto il ripristino delle sanzioni disciplinari ormai desuete. Però, fare sul serio non significa prendersela con qualche impiegato assenteista o con qualche rappresentante sindacale “fastidioso” (beninteso: per l’amministrazione, non per il pubblico); se si vuole fare sul serio, occorre cominciare “da sopra”, iniziando a smantellare la disastrosa riforma Bassanini.

Per il Pd però, questa di Renzi, se vera, può essere una mossa molto pericolosa, stabilito che il pubblico impiego è la più numerosa componente del suo seguito elettorale.
Anche Grillo si è avventato sull’elettorato di destra, ma con una preferenza per quello leghista e veneto in particolare (vedi le sue ultime dichiarazioni in materia di secessionismo); non so quanto gliene importi davvero della Repubblica di San Marco (credo poco e niente) ma, come sempre, fa agitazione e, a mio parere, vuole il M5s primo partito in quella regione.

Ed anche altri, come la Lega, nel loro piccolo, cercano di arraffare quel che si può nell’ovile invigilato di Silvio; può darsi che il vecchio illusionista riesca ancora una volta a tirar fuori un qualche coniglio dal cilindro (ci credo poco, visto le condizioni in cui si trova, ma tutto è possibile) e circoscrivere il danno, ma, anche in questo caso, sarebbe solo un breve rinvio. Ho l’impressione che la strada sia segnata in ogni caso.

Il guaio è che la fine di Berlusconi sembra coincidere con una berlusconizzazione generale del sistema, con una gara a chi è più populista dell’altro. Salvo, poi, fare poco i conti non la realtà di questo paese che sta andando a rotoli per davvero.

Intanto un effetto concreto si sta producendo già prima delle votazioni e riguarda le sorti della legge elettorale: da quando si profila il pericolo di un M5s in seconda posizione, lorsignori non sono più sicuri che l’Italicum vada bene. Il punto è questo: come avevamo detto e come aveva capito chiunque capisca qualcosa di sistemi elettorali, l’Italicum non era pensato per assicurare la governabilità, ma il duopolio Pd-Fi, tagliando fuori il terzo incomodo. E’ stato un assist di Renzi al Cavaliere per aiutarlo a stare a galla, mediato dal comune amico Verdini. Il che dice quale sia la reale natura del renzismo “fase suprema del berlusconismo”.

Le soglie di sbarramento altissime servivano a costringere i piccoli ad entrare sotto l’ombrello protettivo dei due grandi ed il doppio turno a rendere ininfluente il M5s.
Ora il problema è che se, invece, al ballottaggio ci arriva il M5s al posto del centrodestra, il gioco salta e mette nei guai sia Fi (ridotta all’irrilevanza cui si sarebbe voluto costringere il M5s), che il Pd (perché si avverte il rischio che la maggioranza dell’elettorato di centro destra preferisca il M5s al Pd). Ed allora il doppio turno non va più bene, oppure va ripensato il resto delle regole.

Almeno sulla carta, Fi può farcela a conquistare il secondo posto se fa coalizione con Lega, Fdi e Ndc (stando ai sondaggi, sarebbero al 33-34%, distanziando di 8-9 punti il M5s), però questo accade:

a. se l’entità della frana attuale di Fi non sia troppo grossa  e non ci siano ulteriori smottamenti prima delle politiche

b. se la sconfitta di Fi non sia seguita da un “rompete le righe” che renda la situazione irrimediabile nel giro di poco tempo

c. se FdI, Lega, Casini e Ndc ci stiano tutti e non parta un gioco di veti incrociati (il Ndc potrebbe rivendicare la candidatura alla Presidenza del Consiglio, ma la Lega sarebbe disposta ad accettare Alfano?)

d. se la frana di Fi non coinvolga anche i suoi vicini di casa

e. se gli elettori delle formazioni “minori” seguano compattamente i loro partiti nella nuova coalizione con Fi e non ci sia una quota minoritaria, ma consistente, che prenda altre strade

f. se il M5s non abbia una ulteriore avanzata

Troppi se in una sola volta: l’operazione è troppo rischiosa. E parte il piano B: per ora si rivedrebbero le soglie di sbarramento per rendere possibili le coalizioni con i “piccoli” altrimenti demotivati ad allearsi. Ma, se la frana di Fi dovesse essere troppo forte, questo non basterebbe ed occorrerebbe rimettere mano a tutto l’impianto. E’ sintomatico che ormai la discussione sulla legge elettorale è slittata a giugno, dopo le elezioni europee: se davvero il M5s dovesse arrivare secondo, e magari con percentuali oltre il previsto, scatta l’operazione “Liquidare l’Italicum” (e questo è già un ottimo motivo per votare M5s). Peraltro, occorre anche tener presente che a fare a pezzi Silvio non ci sono solo soggetti politici, ma anche altri. Pensate a tutti quelli che non vedono l’ora di avventarsi sulle sue aziende su cui banchettare, poi ci sono le altre condanne in arrivo, poi ci sono i guai giudiziari di Verdini e degli altri…

Nubi basse e nere all’orizzonte, nonostante la volontà del Pd di salvare il suo più intimo nemico.

Aldo Giannuli

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Aldo Giannuli

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Comments (17)

  • Professore, che possibilità ci sono, secondo Lei che Renzi spacchi il PD e con la parte che gli rimane attaccata cerchi di prendere quello che non sarà più FI?

  • Una precisazione è d’obbligo.
    La riforma della burocrazia non si riduce ad interventi sul pubblico impiego, come tanti erroneamente pensano. Aldo stesso allarga il discorso tirando in ballo la Bassanini; poi ci sono questioni come la gestione degli appalti, il funzionamento degli organi politici e tante altre. Chi pensa di affrontare i problemi della burocrazia (che sono reali e gravi) agendo solo sul pubblico impiego, è ignorante o in mala fede.
    Per quanto riguarda poi lo specifico del pubblico impiego, qualsiasi intervento che non riguardi in primo luogo la dirigenza è fumo e ha quindi altri obiettivi.

  • Il pubblico impiego non si tocca.

    La burocrazia e l’esplosione delle dinamiche corruttive sono dovute alla sovrapposizione delle norme liberiste della UE sulle amministrazioni locali: come nei paesi del terzo mondo!

    Stiamo a grattarci le croste mentre sta andando in necrosi l’intero impianto costituzionale.

    Non c’è una, UNA SOLA, forza politica che abbia esponenti politici con la cultura minima necessaria per anche solo fare i PROPRI di interessi: figuriamoci quelli nazionali.

    Qualsiasi riforma strutturale sarà di natura neoliberista così come è stato sempre fatto nel terzo mondo: A PARTIRE DA BUROCRAZIA E DA PUBBLICO IMPIEGO.

    Gli imbecilli che non sanno che Reagan e Thatcher hanno devastato le rispettive middle class non possono sapere che qualsiasi riforma liberista è esplicitamente incostituzionale IN QUANTO LA NOSTRA COSTITUZIONE E’ ANTIFASCISTA E ANTILIBERISTA.
    L’unica cosa che hanno capito ‘sti fessi è che almeno l’attore e l’altra amica di von Hayek facevano almeno gli interessi nazionali (per forza, parlano la lingua dei padroni del mondo!): questi deficenti che occupano i posti di poteri nell’Europa periferica ci stanno consegnando ad una realtà di schiavitù africana.

    (Certo, poi c’è chi fa “resistenza” dicendo che “non basta uscire dall’euro”… il TTIP, questa gente, se lo merita… come l’euro)

  • p.s. ma ve l’immaginate i partigiani antifascisti che si dicevano “non basta uscire dal fascismo”? O che proponevano un referendum “per uscire dal fascismo”?

  • Le elezioni politiche dell’anno scorso sono state solo l’antipasto del futuro politico italiano: la disarticolazione completa definitiva del sistema fintadestra vs. fintasinistra = PDL+Lega vs. PD+SEL
    Forza Italia è finita, essendo finito fisicamente il suo duce. I suoi elettori non sono attirati dal merluzzo Alfano, che fa il reggicoda dei “comunisti” mettitasse . E’ già tanto se supera il 5%.
    La lega fa il canto del cigno con Salvini: in 20 anni al governo con ForzaItalia non ha realizzato nemmeno una riforma promessa, han preso poltrone e soldi.Il nord è diventato come il sud.
    Ogni troncone dell’ex PCI (SEL e prima rifondazione e scampoli vari) scomparirà. Tsipras va bene in Grecia, qua siamo in Italia.
    Resta il PD che è il comitato elettorale di Renzie e dei poteri finanziari liberisti europei; e M5* sempre più unica opposizione al governo.
    Questo è l’effetto politico della disintegrazione della società italiana sotto le cure eurotedesche. Più in generale, i primi effetti della globalizzazione: impoverimento progressivo irreversibile dell’occidente a favore del resto del mondo.
    Stesso scenario in tutta Europa, la Francia ne è l’antipasto. La Germania inizia a perdere colpi.
    I talebani liberisti dell’€ stanno gettando la maschera e iniziano a dire la verità, coi loro appelli ideologici pro-euro: l’€ e i vincoli di bilancio non sono solo una moneta, serve a eliminare gli stati nazionali, ad obbligare i popoli a accettare la fine dello stato sociale e dei diritti del lavoro, alla fine a eliminare la democrazia. Questa la partita in gioco per il futuro.
    Per fortuna il sistema globale è sempre più senza direzione e sicurezze, e può accadere l’inimmaginabile.

  • gianfranco d'atri

    Domani i lavoratori in mobilità a cosenza occuperanno ( tenteranno) lo svincolo autostradale. In calabria sono 40mila con un assegno di sopravvivenza, in ritardo da oltre sei mesi.
    Stann dichiarando che intendono bruciiare i certificati elettorali e fare propaganda x il non voto.
    Non hanno alcuna preferenza per italicumo non italicum, convinti che i loro frigoriferi resteranno vuoti.
    Belle e interessanti riflessioni . Scusate se non partecipo.

  • Siamo così certi che il Pd sarà il primo partito alle europee?
    E’ possibile che questo accada, magari se si verificassero alemno 2 di queste 3 condizioni:
    -forza italia perde voti proprio verso il M5S
    -una parte dei civatiani decide di spostarsi su tsipras
    -qualcuno nella minoranza cuperliana fa lo scherzetto e non vota pd per impallinare renzi (stiamo parlando sempre del partito dei 101, quindi non dovrebbe stupire
    e se accade, cosa succede?
    Ecco, questo scenario, e la speranza che il PD perda, è quello che mi spingerà a malincuore a votare 5S e mollare la lista tsipras (che non credo arriverà al 4, penso che ci arrivi solo se proprio un pezzo di sinistra PD giunga su quei lidi, ma anche se arrivasse al 4 temo sia destinata a scomparire nel giro di pochi mesi).
    Che ne pensa, professore?

  • Leopoldo dipende da noi, se aspettiamo che siano gli attivisti del M5S a cambiare le cose consegnamo il Paese a Renzie e a quelli che rappresenta. Grillo lo disse chiaramente, il Movimento non è una badante e tutti devono uscire di casa a fare politica attiva, nel condominio, nel quartiere, nella città. B. è finito ma restano gli altri e finquando il M5S, cioè NOI, non riusciremo ad avere il 50% + 1 voto resteremo a guardare scempi come quello del condono di 98 miliardi alle bische.

  • @cinico senese

    Ti ricordo che il programma a cui sono vincolati i “cittadini portavoce” è assolutamente ordoliberista e, de facto, eurista.

    Canto dei cigni o no, Salvini dice la verità. Ripeto: DICE LA VERITA’.

    Se non hai ancora capito:

    ** SALVINI DICE LA VERITA’ **

    Devo ricordare a cosa hanno portato, nel magnifico XX secolo, le MENZOGNE? LE PALLE DEMAGOGIGHE? CHI SCRIVE SU QUEL MALEDETTO BLOG?

    Dire la verità è già profondamente democratico e rivoluzionario: sto dedicando la vita alle PMI, sono duri di comprendonio ma, per Dio, sono pronto a scommettere sull’onesta di ciò che, in realtà, è il vero tessuto sociale che tiene insieme l’Italia.

    E’ più facile che il piccolo imprenditore passi da spaghetti-tea-party-livoroso a sovranista e keynesiano piuttosto che il pubblico impiego capisca che l’ordoliberista PD distruggerà le sue famiglie.

    Il M5S sta conquistando il Veneto a scapito della Lega perché ne segue la brutta copia: livore contro lo Stato ladrone e mafioso in perfetto stile Tea Party, in perfetto stile migliano (altro simpatico ordoliberista strumentale al golpe del ’92).

    Il M5S in Europa va punito: alle politiche, dove i programmi contano, si vedrà.

  • mah mi sento molto lontano da questi ragionamenti tatticisti. se l’elettorato in uscita da forza italia premierà grillo, benissimo ma è roba che non mi riguarda, e lascerei compiere il magnifico cambiamento alle forze progressive individuate dai nobili sondaggisti italiani. io infatti farei parte di un altro settore dell’atlante politico, e non c’è alcun bisogno di riposizionarsi data l’estrema transitorietà della situazione attuale. lascio quindi le conversioni sulla strada di damasco ad altri, casomai a quelli che iniziano a indagare sull’oggettività culturale delle basi etniche, o sul sulla presenza o assenza del neoliberismo in una società di emarketing.

  • Mah… io ho la netta sensazione che sia andato a trattare le condizioni della “resa”. Dell’Utri ha sicuramente informazioni sensibili la cui rivelazione (ma si fa per dire… saprebbe bene che solo a provarci correrebbe il rischio di essere “suicidato”) può consentirgli di sedersi ad un tavolo con chi di dovere. E il Libano è così comodo da raggiungere da Israele.

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