
Finisce il figlio unico. Comincia una nuova era per la Cina? 2a puntata.
Torna a farci visita Lamberto Aliberti, che riprende il discorso iniziato alcune settimane fa sull’abbandono da parte della Cina della politica del figlio unico. E non mancano le sorprese… Buona lettura! A.G.
2. Ipotesi sul futuro: la natalità.
Chiudevamo la fase di analisi storica sul tema, sottolineando l’indubbio successo, in ottica “crescita economica”, della politica del figlio unico. A partire dal varo della legge (fine anni ’70), la Cina acquisiva una delle condizioni di dipendenza (rapporto tra la somma delle popolazioni comprese tra gli 0 e 14 e oltre 64, rispetto a quella compresa tra i 15 e 64 anni) più favorevoli al mondo. Insomma, più persone valide, relativamente libere da impegni di cura e assistenza verso i bambini e gli anziani, per dedicarsi allo sfrenato aumento del PIL, dell’export soprattutto, che inizierà poco tempo dopo.
Ma che riserva loro il futuro? Ora che la legge è cambiata. Proviamo a rispondere col modello dinamico dependency, necessario perché le dinamiche della popolazione sono notevolmente complesse e la previsione richiede una matematica parecchio avanzata.
La natalità.
È chiaro che di qui si deve partire. Prima di tutto chiedendoci quali siano le inerzie del fenomeno, come andrebbe ceteris paribus, cioè senza che subentrino nuove condizioni ed accadimenti, di ordine sociale, economico e legislativo, come il cambiamento della legge sul Figlio Unico, in un orizzonte temporale, che arbitrariamente fissiamo nel 2060.
Il grafico riflette il prolungamento (extrapolazione) delle 3 curve elementari a 2 parametri. Il calcolo (interpolazione) è effettuato per la serie storica 1985-2013, trascurando dunque i dati precedenti, perché un po’ troppo “irregolari” per fenomeni di questa consistenza storica.
Scopriamo subito che l’extrapolazione rettilinea è priva di senso: in tempi neanche troppo lunghi entra in territorio negativo, assurdo. Tra l’esponenziale e la logaritmica la scelta è più laboriosa. Scegliamo la prima, perché lo scostamento nel periodo di interpolazione è minore. Ma nulla ci vieta di provare anche l’altra, in futuro. Lavoriamo con la simulazione. Il forecast non è una serie secca, “ottimale”, come si cerca con l’econometria, ma un campo, il più ristretto possibile, in cui le grandezze osservate si muovono. Quindi sono lecite e opportune tutte le ipotesi e congetture. E, come già si è sottolineato, la proiezione non è che un’ipotesi, valida nella misura in cui le condizioni storiche si presentano immutate in futuro. Cosa che non è in questo caso. Lo dobbiamo innanzitutto alla revisione della legge del Figlio Unico.
I suoi effetti? Facendo questo primo passo, prendiamo un’opzione generale: la limitata libertà di avere una prole numerosa può bloccare la tendenza alla riduzione, forse addirittura invertirla, ma non certo con tassi di crescita elevati. Ecco, in diagramma, le 3 ipotesi di questa prima serie di simulazioni.
La mortalità.
Guardando la serie storica 1961-2013, stavolta l’incertezza non è sulla variazione o sulla forma della curva, ma sulla direzione, In effetti ci troviamo di fronte a due dinamiche differenti, a seconda che guardiamo il lungo o il breve, recente, periodo. Nel diagramma si confrontano due esponenziali e si scoprono due dinamiche opposte: riduzione della mortalità non irrilevante, interpolando l’intera serie storica; crescita, sia pure poco accentuata, emergente dal 1985-2013.
Siccome guardiamo al tema del Figlio Unico, vorremmo una sola ipotesi per l’intero set di simulazioni. Cosa scegliere? Decidiamo per l’ipotesi di breve periodo, anzitutto simmetrica con la natalità e poi perché questo fenomeno, il recente aumento della mortalità, non si registra solo in Cina, ma anche in parecchi paesi avanzati. L’ultimo caso negli Stati Uniti. Ricercatori economici di Princeton hanno segnalato che per americani bianchi non ispanici di classe media (lavoratori prevalentemente manuali con scolarità media) il tasso di mortalità, tra il 1999 e il 2013, era salito e non poco, dopo decenni di discesa. Le cause? Palesi erano alcool e droghe. Cui forse si arrivava per essersi sottoposti a lavori usuranti, come dimostrato dall’alta inusuale presenza di suicidi. Prendendo l’impegno di un prossimo approfondimento, ci è sembrato opportuno usare per la Cina l’extrapolazione di breve periodo, su cui non ci risulta che nessuno si sia ancora soffermato, eppure l’usura del lavoro nel caso non può che essere largamente superiore a quella degli americani.
In questo modo, tra il 2010 e il 2060, la mortalità, per 1000 persone, sale da 6.8 a 7.6. È la media di tutta la popolazione. Ovviamente l’incidenza varia a seconda delle classi d’età trattate.
I flussi di popolazione.
Possiamo rappresentarci la popolazione come un flusso, originato dalle nascite, che scorre dal livello del gruppo compreso fra 0 e 14 anni, a quello compreso fra 15 e 64 e finisce con gli oltre 64. Escono definitivamente da tutti e tre i morti. Nei primi due, passano al livello successivo i rimasti, al compimento rispettivamente del 14° e 64° anno.
Le nascite sono determinate dal prodotto di popolazione (tra i 15 e i 64 anni, 1000 persone) per la natalità, che sarà testata secondo 3 ipotesi.
Una sola ipotesi di mortalità sempre per 1000 persone. Due coefficienti restringono tale valore sui due segmenti di popolazione (0/14 e 15/64 anni). Mentre il residuo ricade sugli oltre 64.
Gruppo 0/14 anni.
Le ipotesi sul Figlio Unico differenziano grandemente le dinamiche del segmento. Se la revisione della legge non porterà effetti (simul 0), in prospettiva 2060, si confermeranno le tendenze in atto, e, a partire dal 2011, il gruppo si ridurrà a più di un terzo. Pochi, pochissimi bambini.
La simul 1 prevede, anziché riduzione, un contenutissimo incremento della natalità, che passa da poco più di 16 a quasi 22 nascite per 1000 persone, tra il 2011 e il 2060). L’ effetto è mantenere, nella sostanza, la dimensione del gruppo. Che aumenta di una metà, anzi un po’ più (simul 2), se passiamo da quel poco più di 16 a un 27.5 circa di nascite per 1000 persone, tra il 2011 e il 2060.
Gruppo 15/64 anni.
Per questo gruppo le dinamiche sono molto meno intuitive delle precedenti e ovviamente comincia a farsi sentire l’ipotesi di mortalità in ascesa. Ne consegue (simul 0) che se il Figlio Unico non funziona, la dimensione del gruppo si contrae di un 40% buono. Se ha il piccolo effetto anzidetto (simul 1), la contrazione è inferiore al 20%, ma permane. Se l’effetto è un po’ più accentuato (simul 2), abbiamo una sostanziale conservazione, con una dinamica peculiare: riduzione iniziale, poi ripresa.
Gruppo 65 anni e oltre.
Le tre ipotesi si sovrappongono: il gruppo è destinato comunque a crescere e non di poco: quasi quattro volte e mezza.
Dunque, comunque vada la legge del Figlio Unico, la Cina è destinata a diventare una popolazione di vecchi, entrando a pieno titolo, nel novero dei paesi avanzati.
La dipendenza.
Ricordiamone il concetto: rapporto tra la somma delle popolazioni comprese tra gli 0 e 14 e oltre 64, rispetto a quella compresa tra i 15 e 64 anni. Cresce e cresce velocemente, quasi 3 volte, portando la Cina da una posizione di assoluto privilegio a una condizione non scevra di gravi problemi, tanto di ordine economico che sociale.
E la legge del Figlio Unico non sembra entrarci molto, anche formulando altre ipotesi, che probabilmente cambierebbero poco. In ogni caso si preparano per loro le stesse preoccupazioni nostre, per una popolazione di vecchi, con la differenza, soprattutto rispetto all’Europa, che il fardello, per il gruppo di popolazione attiva, non è attenuato da una spesa pubblica significativa, in assistenza e cura (sanità, pensioni e quant’altro). Dunque un impatto potenzialmente traumatico. Di cui ci occuperemo nella prossima puntata.
Lamberto Aliberti
23/2/2016
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M
Gentile Prof. Giannuli,
temo che le previsioni di Aliberti non si avvereranno, perché la Cina ha già iniziato un programma di decentramento urbano, sta per iniziare un programma di ammodernamento nel settore dell’energia, che avrà delle ripercussioni inimmaginabili anche da noi, e fra pochi anni inizierà anche la bonifica del deserto nelle regioni del Gansu, Nei Mongol, Qinghai e Xinjiang, avvalendosi di nuovi strumenti agronomici per ridurre l’emissione infrarossa. Dunque, dal mio punto di vista, la ripresa demografica nel primo Paese del mondo non è probabile, è certa.