La fine della socialdemocrazia europea.

Una settimana fa la Spd di Schulz (sino a non molto tempo prima data in forte risalita) ha incassato la terza batosta di fila in una elezione locale (e nel land più popoloso, tradizionale roccaforte socialdemocratica); ormai nessuno più crede che Schulz possa sfidare credibilmente la Merkel ed alcuni iniziano a prospettare scenari con una Spd sotto il 20%. Più o meno contemporaneamente, i socialisti spagnoli (ridotti ai minimi termini elettoralmente) sono alle soglie di una scissione rovinosa. Il tutto dopo la dèbacle senza precedenti dei socialisti francesi. E’ la fine della socialdemocrazia europea?

Scorriamo le tendenze elettorali di lungo periodo in Europa:

Il Partito socialista portoghese passa dal 45% del 2005 al 32% del 2015

Il Partito socialista operaio spagnolo ancora nel 2008 il 43,9% ottiene ol 20% nel 2016

Il Partito socialista francese crolla dal 28, 6% del 2012 al 6,4% attuale

Il Partito del lavoro olandese sprofonda dal 31% del 1989 al 5,7% del 2017

Il Pasok, in Grecia che nel 2009 aveva il 43%, nel 2015 è sceso al 6,3%

Partito socialdemocratico danese nel 1998 era al 34% e nel 2015 al 26,3%

In Austria il Spo nel 1995 aveva il 38.1% e nel 2016 l’11,3%

In Germania la Spd ancora nel 1990 aveva il 40,9%, oggi è intorno al 25%e c’è chi pensa scenderà ancora.

Caso anomalo è l’Italia, dove l’originario partito socialista è stato cancellato, ed il suo posto è stato preso dal Pd che, a rigore, non è un partito socialista pur aderendo all’internazionale socialista.

La traiettoria delle elezioni del parlamento europeo ha seguito questa parabola:
1994: 198 seggi
1999: 180
2004: 200
2009: 184
2014: 182 (grazie al boom del Pd)

A leggere meglio i dati emergono alcune “regolarità”: in alcuni paesi (come la Germania) il declino è iniziato già negli anni novanta, in coincidenza con l’affermazione del processo di globalizzazione neo liberista, ma in misura abbastanza contenuta (e, infatti, la rappresentanza nel Parlamento europeo si è mantenuta intorno ai 200 seggi, salvo la caduta del 1999), Poi il processo ha iniziato a galoppare con l’inizio della crisi (2008-9) con il crollo in serie dei partiti di Grecia, Olanda, Spagna, Austria, Francia). Si basi che senza l’isolato ed anomalo successo del Pd, già nel 2014 la flessione sarebbe stata decisamente più severa (in quell’anno il Pd avanza di ben 13 seggi, per cui, se fosse restato stabile, il gruppo socialista sarebbe sceso a 169 seggi, la quotazione più bassa dal 1979.

Proiettando i risultati nelle elezioni nazionali (dopo i crolli di Francia, Spagna, Austria ed Olanda e considerando anche la prevedibile flessione del Pd) si piò prevedere un numero di seggi inferiore ai 150 che collocherebbero il gruppo socialista al terzo posto dopo i partiti democristiani e quelli “populisti” (se questi facessero gruppo unico).

Dunque, non sembra esagerato parlare di declino irreversibile dei partiti della cd internazionale socialista che paga il conto, prima della sua resa al neoliberismo e dopo della crisi. E’ significativo che la crisi, pur attaccando la base di consenso di tutti partiti classici (socialdemocratici, liberali, democristiani, conservatori e verdi) punisce in modo più severo i partiti “socialisti” che, accettando la smobilitazione del welfare, hanno segato il ramo su cui stavano seduti. Ed è sintomatico che neppure figure come Corbyn o Hammon servano ad invertire la tendenza: arrivano troppo tardi quando non c’è più nulla da fare.

E’ facile prevedere che a breve potrebbe prospettarsi lo scioglimento dell’ Internazionale e di diversi suoi partiti, sostituiti da una nuova aggregazione del tipo “partiti della Nazione” (tendenza Macron-Renzi) e, in effetti, qualcuno ha già iniziato a proporlo. Sarebbe un fatto altamente positivo: la fine di una mistificazione che presentava come socialisti partiti che, in realtà erano solo u na variante più cialtronesca del liberismo. Ed è ragionevole pensare che nell’operazione di travaso dalla casa socialista a quella nuovista dei Macron e dei Renzi, questi partiti perdano per strada una fetta di consensi.

Di fatto, distruggendo l’illusione che questi partiti possano essere ancora utili per battaglie non dico socialiste, ma semplicemente di democrazia sociale, è possibile che si liberino forze utili a nuove aggregazioni di sinistra. La truffa del sedicente “riformismo” socialista in questi anni ha disarmato i lavoratori e la sinistra di fronte all’offensiva liberista. E pertanto, il nemico più insidioso da battere e distruggere è proprio la cosiddetta internazionale socialista con il suo ceto politico di burocrati, carrieristi, tangentari e faccendieri vari.

Aspettiamo con ansia il risultato delle europee fra due anni, che certificheranno questa disfatta.

Aldo Giannuli

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Aldo Giannuli

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Comments (35)

    • già…penso che la spiegazione sia tutta qua. Oggi sono loro gli oppressori o i complici degli oppressori. Di cio che erano o della funzione che svolgevano (condivisibile o meno…) ne è rimasta solo un patina apparente e sbiadita . Oggi son un “qualcos’altro ” ….che non si capisce manco cosa..è sinistra ma non lo è ..è destra ma non lo è…

  • L’ultimo vero e genuino leader socialista europeo è Jeremy Corbyn che, guarda caso, da ieri è stato messo in condizioni di non poter più “nuocere” in seguito alla sospensione della campagna elettorale voluta dal primo ministro. Qualche giorno prima dell’attentato di Manchester alcuni sondaggi non ufficiali davano il partito laburista in vantaggio nelle intenzioni di voto dei britannici. Non aggiungo altro.

    • Tenerone Dolcissimo

      La questione inglese è più complessa di un calcolo elettorale.
      Gli inglesi prima non sono entrati nell’euro e poi se ne sono andati dal paradiso (neoliberale? io direi neosovietico) della UE
      Qualcuno sta ora tentando di far rientrare il dentifricio nel tubetto … tipo per battere il terrorismo ci vogliono servizi di sicurezza integrati anzi un solo grande servizione europeo.
      Due errori sono stati fatti con la germania
      1) non tirargli un paio di atomiche in testa
      2) permettergli di riunificarsi

      • Neosovietico?
        Non mi risulta che la UE si sia mai adoperata per la piena occupazione o per la partecipazione attiva dei lavoratori alla gestione della produzione.

        • Tenerone Dolcissimo

          In compenso si applica ampiamente l’eliminazione della proprietà privata e la soppressione della privacy individuale e della libertà di parola.
          PS Non mi sembra che in URSS si praticasse la partecipazione attiva dei lavoratori alla gestione della produzione. Le aziende erano in totale possesso della nomenklatura

  • “E c’è chi come me fra sessantotto e masochismo,
    è ancora lì che aspetta il socialismo,
    arriverà siam certi, euro, dal volto umano,
    speriamo che non sia di seconda mano”.

    Professore buongiorno! Così cantavano i Nomadi all’inizio degli anni Ottanta in quella che, probabilmente, fu la loro formazione migliore (l’album conteneva registrazioni dal vivo semplicemente superlative). Mi è venuta in mente perché, fra eurocomunismo di Carrillo e Berlinguer, socialismi craxiano (genialmente sintetizzato, a fine decennio, nella figura della fidanzata “socialista” di Willi Signori nell’omonimo film di Nuti) e mitterandiano, il “riflusso”, la tendenza a tirare i remi in barca era già evidente. Proclami a parte, sempre meno pensavano a tempi e modi della transizione al socialismo (inteso come modo di produzione alternativo al capitalismo) avendo in mente, più che altro, come differenziarsi dalle destre nella amministrazione “socialistica” del capitalismo.

    Una deriva che ha portato i “realisti” a essere più realisti del re, virando a un certo punto più a destra della cara, vecchia, dottrina sociale della Chiesa. Il falso contrasto dei Novanta fra Blair e Jospin era, in realtà, la semplice manifestazione della presa d’atto, da parte della nomenklatura socialistica europea, dell’impossibilità di andare oltre a una semplice “governance”. Quando Agnelli disse che Prodi era stato più bravo a fare le sue (dell’avvocato) cose di chi c’era prima, non mentiva. All’epoca, si parlava mi ricordo le due sinistre: quella anticapitalistica doveva, nelle intenzioni di questi grandi teorici della rivoluzione, “tenere su coi pugni” la prima. Proponendo le 35 ore e la Tobin tax, ovvero, di fatto, rinunciando alla costruzione di un’alternativa ideologica vera e dei passi concreti necessari per raggiungerla. Torri gemelle e G8 di Genova fecero il resto. Sotterrato un antagonismo sociale equiparato al terrorismo, scendere in piazza, da quel momento in poi, andarono solo i tassisti, i boyscout e congreghe pro-qualcosa o contro-qualcos’altro. E’ meglio parlare di vaccini, di diritti più o meno civili, di telefonate dove figli cazziano padri e di porti d’armi, piuttosto che dei tredici milioni di italiani senza lavoro che vivono grazie allo stipendio o alla pensione dei genitori, del jobs act che non funziona (ma va?), di quella che si ha il coraggio di chiamare “ripresa” (sic!), della progressiva concentrazione capitalistica in corso, e di altri futili argomenti, indegni anche di finire sotto le “varie ed eventuali”.

    Rispetto a un secolo fa, c’è Kerenskij, c’è Bernstein, c’è persino il-rinnegato-Kautsky, ci sono i Rotschild e i Krupp (sempre di più e sempre più forti)… manca tutto il resto. E non lo si può nemmeno improvvisare sui due piedi, visti i danni prodotti da quella sciagurata deriva sopra accennata che portò dalla tuta blu al cachemire. Ma non è mai troppo tardi! 🙂

    Un caro saluto.
    Paolo

    • Tenerone Dolcissimo

      D’accordo su tutta la linea tranne che su un punto.
      Erri quando metti anche il porto d’armi e la legittima difesa fra gli argomenti farlocchi, finalizzati ad incantare il popolo ed a non farlo pensare alle cose serie.
      La legittima difesa è un argomento serio e strettamente connessa ad argomenti seri come lavoro e tasse.
      Insomma, qualcuno ci sta dicendo: TI POSSIAMO TOGLIERE ANCHE LE MUTANDE CON LE TASSE E TI POSSIAMO LASCIARE SENZA UN LAVORO PER MANTENERTI E SE CI VA E NON FAI IL BUONO MANDIAMO DENTRO CASA TUA UN MIGRANTE (ops UNA RISORSA) CHE VIOLENTA TUA FIGLIA E TI PORTA VIA ANCHE I MOBILI E TU DEVI STARE ZITTO E LASCIARLO FARE PERCHE’ SE TI RIBELLI E GLI SPARI TI SBATTIAMO IN GALERA FINO ALLA FINE DEI TUOI GIORNI

      • Il problema, come al solito, è nelle proporzioni, che purtroppo sono completamente saltate. Mi riferisco alla quantità di migranti letteralmente schizzata alle stelle grazie al caos creativo di chi non pagherà mai le conseguenze delle sue guerre, ma che non va perdonato, neppure cristianamente, perché sapeva benissimo quello che faceva. E lo sa tuttora: 110 miliardi (miliardi!) di usd ai sauditi in forniture di armi frutto dell’ultimo viaggio di Trump http://www.fondsk.ru/news/2017/05/23/zarubezhnoe-turne-trampa-tuman-v-otnoshenii-saudovskoj-aravii-rasseivaetsja-44031.html. solo per darti un’idea,l’ammontare completo di tutte le forniture di armi usa nel periodo 2011-2015 è stato di 46 mld di dollari e meno di un mld all’anno è stato acquistato dai saud. Oggi quella somma aumenta di 100 volte!
        E con le prossime guerre in Africa e Medioriente finanziate dai saud facciamo cappotto. E mentre applaudiamo il nostro becchino a Taormina o da Mattarella, discutiamo se per sparare a un intruso occorre che abbia tutti e due i piedi nella nostra proprietà o uno solo… solo per questo, tenerone, vedo che c’è qualcosa, molto, che non torna.
        Ciao
        Paolo

  • Professor Giannuli, il suo articolo è ineccepibile. Siccome, però, la crisi di un partito è sempre il prodotto della crisi della sua cultura di riferimento (tanto più che non stiamo parlando di UN partito, ma di TUTTI i partiti europei di sinistra), io non posso fare a meno di chiederle se la cultura del socialismo non abbia cominciato a morire negli anni cinquanta sotto i colpi della Scuola di Francoforte, che ha ispirato la “Lettera alla Nuova Sinistra” scritta nel 1960 da Charles Wright Mills, con la quale il sociologo americano ha affermato, in buona sostanza, che si dovesse lasciar perdere il proletariato come soggetto rivoluzionario e smettere di preoccuparsi delle sue istanze e dei suoi disagi, e che il potere spettasse agli intellettuali. Se guardiamo la deriva cui la sinistra (e per sinistra non mi riferisco solo ai partiti, ma anche agli intellettuali organici, ai militanti, alla stampa fiancheggiatrice e alla base elettorale) è andata incontro dal 1968 ad oggi, direi che questa tesi vada quantomeno presa in considerazione.

    • E infatti, nella Sinistra, specie nella vecchia Nuova, i proletari hanno contato un millesimo degli intellettuali. Il problema è definire “intellettuali”: sono filosofi, poeti, scrittori, artisti, giornalisti o sono quelli che sviluppano concetti e tecniche della complessità produttiva e sociale? Cioè quelli che tutti gli “umanisti” insultano con il termine “tecnocrati”, cosa che funziona sempre come cortina fumogena?

  • I partiti socialdemocratici avevano trovato la “terza via” tra liberismo e comunismo sostenendo un tipo di economia mista pubblico/privata e il welfare state a tutela dei cittadini più indifesi.
    Fino alla caduta dei regimi comunisti, anche l’elite capitalistica occidentale aveva accettato queste soluzioni per motivi utilitaristici.
    Poi, venuto meno il pericolo rosso ed entrata in crisi l’economia industriale, l’elite si è mossa come un rullo compressore con una strategia di ampio respiro: culturale, economica, politica e ha usato i suoi immensi capitali per la realizzazione di un progetto di dominio totale.
    Fa tenerezza passare in rassegna i leader della “sinistra mondiale” di questi anni, da Blair a Clinton a Obama e studiare le loro patetiche rese senza condizioni ai diktat della finanza, le loro umilianti genuflessioni ai banchieri e ai manager delle multinazionali, con Obama che viene mandato in Italia dal complesso miltar-industriale, come un commesso viaggiatore, per costringere il nostro governo a comprare gli F-35 o Clinton che vara le leggi bancarie che danno il via all’orgia dei derivati senza capire bene, per sua ammissione, cosa stava firmando.
    Un esercito di tristezze umane ben pagate, che hanno costretto gli elettori a rivolgersi a partitelli folcloristici, con idee che sarebbero state considerate reazionarie già ai tempi dell’ Ancien Regime, per sperare di sottrarsi al neofeudalesimo finanziario.

  • L’orizzonte strategico in cui si collocano tutte queste situazioni contingenti, è che manca un nuovo “pensiero generale”. Quello che oggi si vede è, tutt’al più, qualche luogo di elaborazione e l’impegno di qualche pensatore innovativo. I due “pensieri generali” che hanno, alternativamente, governato il ‘900 (quello liberale e quello socialista, con le rispettive varie declinazioni), non sono più in condizione di guidare questo tempo e le dinamiche che lo contraddistinguono. Tuttavia permangono (oggi senza risposte adeguate) le domande e i bisogni.

  • nel nome di fuori i ladri ci hanno tolto il proporzionale puro guadagnato col sangue della Resistenza. il malaffare ora è quantomeno uguale ma nelle aule parlamentari non c’è opposizione. le cooperative, nate come alternativa e superamento, si sono trasformate (non da oggi) in caporalato.

  • In tutto questo, resta un fatto incontrovertibile: la vecchia Europa resta il centro, il crogiolo di tutti gli esperimenti sociali. Prima lo era solo dell’Occidente, ora lo è dell’intero mondo.
    La Russia non è più una alternativa, né credo ci tenga ad esserlo.
    Gli USA sono sulla difensiva, in piena rivisitazione della caduta dell’Impero Romano.
    La Cina, non pervenuta: un mondo nato già malato, con tutti i difetti del capitalismo selvaggio senza i pregi del socialismo. E, tradizionalmente, i cinesi non sono mai stati un popolo di conquistatori; Troppo grande il loro territorio per pensare di annettersene altro e governarlo.
    L’unico a lottare per non farsi trascinare nella rovina e nel gorgo dell’assimilazione ad una società senza socialità, è il mondo mussulmano: peccato che lo faccia a modo suo, senza voler rinunciare alle comodità del progresso ed al denaro degli odiati (davvero?) occidentali, per di più con gravi compromissioni con questo o quel blocco. E poi, si capisce bene che la parole d’ordine tanto sbandierate, “calpestare il selciato di S. Pietro con gli zoccoli dei cavalli arabi”. sono parole al vento. Loro stessi si rendono conto che è una mission impossible.
    Se fossi più giovane di almeno una ventina di anni, direi: sono proprio curioso di vedere che succederà.

  • O.T.
    Gentiloni incontra Trump nella Casa Bianca.
    Gentiloni incontra Theresa May a Dowing Street.
    Theresa May incontra Gentiloni a Palazzo Chigi.
    Trump incontra il Papa in Vaticano, Il presidente della Repubblica al Quirinale e Gentiloni a Villa Taverna, sede dell’ambasciata Usa in Italia per circa un’ora.
    No comment.

  • Venceslao di Spilimbergo

    Buonasera professore
    Prendo atto della sua interessante opinione ma… sinceramente, non riesco a condividere il suo punto di vista. Posso comprendere che, sia per una ragione di convinzione ideologica, sia per una ragione di coerenza ad essa, Lei (e molti altri ospiti di questo sito, cui approfitto di porgere i miei saluti) possa auspicare ad una sorta di “ricostruzione” delle forze politiche di Sinistra mediante il recupero, il tentativo di tornare al pensiero originario, però… constatato che il “Socialismo”, in tutte le sue molteplici varianti (da quella “Socialdemocratica” a quella “Comunista”) è obiettivamente fallito, sotto l’aspetto teoretico- filosofico quanto sotto quello materiale- pratico, può avere ancora senso una simile strategia? I morti non possono ritornare in vita… i defunti andrebbero piuttosto sepolti; con i dovuti onori, ma pur sempre sepolti.
    La saluto augurandole ogni bene e una buona serata

    • Il mondo è duale, ce lo insegnano le filosofie orientali con lo Yin-Yang.
      Il Socialismo si regge sul contrasto con il Conservatorismo, o come altro lo si voglia chiamare.
      Se dunque il “Socialismo”, in tutte le sue molteplici varianti (da quella “Socialdemocratica” a quella “Comunista”) è obiettivamente fallito, automaticamente non si regge più neppure il suo contrario.
      In buona sostanza, egr. Venceslao, Lei cosa propone? Esiste forse una terza via?

      • Venceslao di Spilimbergo

        Buonasera Esimio signor Roberto B.
        La ringrazio per il commento che ha gentile voluto concedere al mio breve scritto di ieri sera. Prendo atto del suo pensiero ma, in tutta sincerità, non lo condivido appieno: il “Socialismo”, in tutte le sue varianti (da quella “Socialdemocratica” a quella “Comunista”), si è sempre opposto non tanto al cosiddetto “Conservatorismo” quanto piuttosto al “Liberalismo” (termine con cui si denomina la “faccia politica” del sistema “Capitalista”), di cui il pensiero “Conservatore” è solo una delle varie espressioni. Non ritengo nemmeno corretta la sua idea, per quanto interessante, di un “comune destino” tra le due ideologie prima citate: per Lei Esimio, “Socialismo” e “Liberalismo” sono uniti da un vincolo di interdipendenza (simul stabunt vel simul cadent); io invece ritengo che questi due pensieri, per quanto aventi una origine de facto comune (uno è la critica all’altro), abbiano vissuto obiettivamente in maniera autonoma tra loro… e la caduta del mondo “Socialista” non ha comportato la fine (anzi!) del sistema “Liberale” e quindi “Capitalista”. Riguardo invece alla cosiddetta “Terza Via” la mia opinione la avevo già espressa, in questo sito, in una precedente occasione; riassumendola molto succintamente, è mia ferma convinzione che dopo il fallimento del “Socialismo” in Unione Sovietica (e conseguentemente negli stati satelliti a essa subordinati) ai partiti “Progressisti” in Europa Occidentale legati a quella ideologia siano rimaste solo due possibilità: o rimanere fedeli alla loro vecchia e decaduta Fede, non accettando il verdetto insindacabile che la Storia ha assegnato (una scelta questa che comporta come conseguenza, per coloro che vorranno seguire questa strada, una chiusura dal resto del mondo in un isolamento nostalgico); o prendere atto di quanto accaduto, cercando di continuare ad esistere e di giocare un ruolo in questa realtà, per quanto a loro non molto congeniale… e per fare questo occorre fare proprie tutte (o almeno la maggior parte) le idee che sono sopravvissute allo scontro degli ultimi decenni: o quelle cosiddette “Ambientaliste” o invece quelle “Liberali Progressiste” (che è esattamente quanto ha fatto il signor Blair negli anni 90, venendo poi preso ad esempio dalle altre personalità del mondo “Progressista- ex Socialista” del Continente). La “Terza Via” non è pertanto una versione snaturata del pensiero “Socialista”, tutt’altro! Essa è in realtà il tentativo (alquanto disperato e non molto funzionante invero) da parte dei supersiti del decaduto mondo “Socialista”, di reinventarsi sullo scenario politico e, così facendo, continuare ad esistere sotto nuove e diverse sembianze.
        Ringraziandola nuovamente per il suo gentile commento, la saluto augurandole ogni bene e una buona serata

      • Caro Venceslao,
        mi spiace riprenderla, ma con molte parole Lei ha eluso la risposta alla domanda.
        Che non era “quale terza via per i socialisti ed il Socialismo (o quel che ne resta)”, bensì “quale terza via per il governo dei popoli (in generale), e per quello italiano la politica (in particolare)”.
        Quanto poi al concetto di dualità, se ci riflette un po’ vedrà che non si tratta solo di una teoria filosofica, ma è la Natura dell’Universo che procede in questo modo, ad iniziare dalla prima cellula che ha iniziato a scindersi, e poi di nuovo, e poi di nuovo, ecc.
        Perciò Conservatorismo, Liberismo, e tutti gli altri ismi che crede, si reggono solo perchè c’è un loro contrario che permette, se non altro, di definirne limiti e obiettivi.
        La saluto caramente

        • Venceslao di Spilimbergo

          Buonasera Esimio signor Roberto B.
          La ringrazio della risposta che, anche in questa occasione, ha concesso al mio commento. Mi permetta di rassicurarla: non era mia intenzione, in alcun modo, eludere la sua domanda… e personalmente ritengo di non aver commesso un simile sgarbo nei suoi confronti; piuttosto, rileggendo il mio scritto di ieri e ricordando alcuni episodi simili già accaduti con altri ospiti di questo sito, non posso che constatare come la sua critica (di cui prendo rispettosamente atto) sia in realtà la conseguenza inevitabile al diverso approccio e al differente punto di vista che Lei e io abbiamo nei confronti dell’argomento in oggetto. Da Conservatore, per me la cosiddetta “Terza Via” altri non è se non l’estremo e fallimentare tentativo, da parte dei superstiti del mondo “Socialista”, per sussistere ancora nel mondo; per Lei invece, per quanto posso comprendere, essa è una potenziale alternativa (sia nei confronti del “Liberalismo” che del “Socialismo”) che bisogna solo trovare e/o inventare nel caso non esistesse ancora. Parliamo del problema da prospettive diverse… con linguaggi diversi; è naturale che ci si possa non comprendere, pur con tutta la buona volontà da parte di entrambi. Riguardo invece alla questione da Lei accennata sul “concetto di dualità” posso solo assicurarle che sono in buona parte d’accordo con Lei, per quello che concerne in termini generali, ma non lo sono purtroppo nel caso in oggetto su cui stiamo conversando; personalmente ritengo che il rapporto tra “Socialismo” (storicamente deceduto) e “Liberalismo” (vivo, vegeto e trionfante) era/è un rapporto tra mondi separati; essi possono anche entrare in contrasto uno con l’altro ma, alla pari di quanto accade tra due pianeti, la scomparsa di uno dei due non comporta assolutamente la fine per entrambi! Se per Lei, nei loro confronti, sarebbe da applicare il principio “simul stabunt vel simul cadent”, per me invece sarebbe più corretto in questo caso richiamarsi al pensiero darwiniano: può sopravvivere solo la specie che si sa meglio adattare all’ambiente esistente. E l’attuale ambiente è totalmente “Liberale” in quanto totalmente Americano.
          Ringraziandola nuovamente per la sua cortesia, la saluto augurandole ogni bene e una buona serata

          • Egregio don Venceslao, col permesso del non meno egregio don Roberto B., nei confronti del contrasto interplanetario tra socialismo e liberalismo e parafrasando l’inclito Fray Luis, uomo probo, savio e grandissimo vanto della letteratura terrena, addirittura universale, dicebamus hesterna die… “che il liberalismo, bene inteso, tende per principio e con naturalezza alla socialdemocrazia”.

            http://aldogiannuli.it/da-chavez-a-maduro-la-revolucion-bonita-perde-la-bussola/

            Senza ulteriori indugi e ringraziandoVi per l’attenzione, tolgo subito il disturbo, ciao.

          • @foriato
            In base al principio “gli estremi si toccano”.
            Ma bisogna anche dire che tutto il problema sta in quel “bene inteso”, per cui facilmente l’avverbio “bene” viene interpretato non già a pro del soggetto cui si riferisce, bensì a vantaggio di chi lo pratica.
            Sentitamente e con deferenza, ringrazio e saluto.

          • @Roberto B.
            Non tanto in base a interpretazioni più o meno dualistiche, ma nel senso genealogico. In quanto il liberalismo precede di tempo la socialdemocrazia, la quale, ben intesa, viene fondata su principii e valori propri del liberalismo.
            Cordialmente.

          • Venceslao di Spilimbergo

            Buonasera Esimio signor “Forlato”
            La ringrazio per i suoi sempre interessanti commenti con cui ha voluto onorare me e l’Esimio signor Roberto in questi giorni. Prendo atto del suo punto di vista, ma come ebbi a dire nella nostra precedente conversazione, per quanto personalmente auspichi anche io ad una soluzione di stampo “Socialdemocratico” (per gli attuali problemi della nostra società), non posso non constatare come anche quel tentativo sia fallito teoricamente oltre che praticamente… è purtroppo il “Socialismo” nel suo insieme (in quanto tale), nelle sue più varie manifestazioni, a essere stato vinto e non solamente una parte di esso. Non è scomparso un singolo animale; si è estinta tutta una specie. E se gli ultimi esponenti di quel mondo oramai decaduto non lo riescono a comprendere, non lo riescono ad accettare, per quanto possa essere comprensivo da un punto di vista Umano, non può esserlo da un punto di vista razionale, da un punto di vista politico.
            Ringraziandola nuovamente per la sempre sua squisita cortesia, la saluto augurandole ogni bene e una buona serata

  • Gennarino Carundrio aveva capito tutto in anticipo, riferendosi a Raffaella Pavone Lanzetti:
    “Brutta bottana industriale socialdemocratica! ”
    Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto, 1974, reg. Lina Wertmuller.

  • Permettetemi di citare il Prof. Bagnai Le politiche di destra nel lungo periodo avvantaggiano solo la destra. La socialdemocrazia dopo la caduta del muro di Berlino si e’ venduta anima e corpo (specie il culo degli operai) al capitale riposi in pace. Chiedo cortesemente agli altri lettori del blog se potete consigliarmi spunti o libri su tangentopoli che smontino la tesi di rivoluzione democratica spontanea, ormai penso che pure i polli si siano accorti che sono stati spennati scientemente.

  • Articolo condivisibile che però appare con 25 anni di ritardo, quando la poltiglia della fu sinistra sta per liquefarsi definitivamente. Speriamo in compagnia dell’intero carrozzone parlamentare.

    Queste parole andavano pronunciate negli anni ’90, quando era ormai evidente l’intento della ex-sinistra di trasformarsi in portaborse del grande capitale speculativo transnazionale e a mettersi in concorrenza col centro destra, ma con alle spalle un patronato più potente ed infinitamente più rapace.

    Le ultime organizzazioni di sinistra che io ricordi sono l’Unione Sovietica, le Brigate Rosse e i gruppi extraparlamentari. Già su Democrazia proletaria ho un giudizio misto. E l’ultimo atto timidamente socialdemocratico intrapreso da una forza parlamentare italiana fu il referendum contro l’abolizione della scala mobile.

    • @Lorenzo
      Nella carrellata delle organizzazioni di sinistra fatta mancano: Paperino, Peppone e Speedy Gonzales.
      Si è mai chiesto il perchè dell’Arco Costituzionale? Non risponda perchè l’egemonia culturale era in mano al PCI …
      Si è mai chiesto perchè non in Italia è stato normale che i conservatori si siano alternati ai progressisti?
      Si è mai chiesto perchè il terrorismo etichettato di destra e sinistra e le stragi impunite e le bombe (non alla crema) le abbiamo avute solo in Italia?
      Non ho difficoltà a dire che tutte le organizzazioni terroristiche sono bande armate. Tutte.

    • Queste parole andavano pronunciate negli anni ’90, quando era ormai evidente l’intento della ex-sinistra di trasformarsi in portaborse del grande capitale speculativo transnazionale e a mettersi in concorrenza col centro destra, ma con alle spalle un patronato più potente ed infinitamente più rapace. (Lorenzo )

      ——
      —–
      Condivido alcune cose che dice il Lorenzo altre decisamente no…(in generale non in riferimento a questo post nello specifico )
      ma quanto risponde a verità questa frase …è quasi perfetta. Concetto veritiero.

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