Fine della Seconda Repubblica: come si rimescoleranno le carte?
Scontato l’incarico a Monti, direi inevitabile: se non ci fosse stato a quali valori sarebbe schizzato lo spread nella giornata di lunedì? E poi c’è un argomento semplice semplice di cui non parla nessuno: se questo anno sono scaduti 60.000 miliardi di titoli italiani, nel 2012 ne scadranno per 250.000, il che significa che, all’interesse attuale del 6% circa, dovremo trovare 15.000 miliardi solo per pagare gli interessi. Inoltre, nell’anno prossimo arrivano a scadenza una valanga di altri titoli: una congiuntura senza precedenti per cui tutti saranno a caccia di liquidità come dispersi nel deserto.
Inimmaginabile affrontare nuove elezioni con un vuoto di potere di tre-quattro mesi nel mezzo di una tempesta così. Dunque, Monti non ha alternativa e ci tocca sorbircelo (anche se siamo perfettamente coscienti che sarà un governo che farà impallidire il ricordo di Quintino Sella). Ed è abbastanza logico che arrivi alla fine della legislatura. Molte cose cambieranno in questi 18 mesi ed andremo ad un rimescolamento generale di carte.
Quindi, non ha avuto del tutto torto il Cavaliere a dire che la caduta del suo governo segna la fine della Seconda Repubblica, suggerendo tacitamente un parallelo fra il tentativo di Monti e il governo Ciampi.
Il punto è che non si capisce con cosa la sostituiremo. Per ora è prevedibile solo che muterà la geografia politica italiana.
Iniziamo dal chiederci perchè Berlusconi, ha improvvisamente mollato la presa, dicendosi disponibile ad un governo Monti piuttosto che chiedere elezioni subito. Spiegazione ufficiale: “la situazione è grave e non posso assumermi la responsabilità di un default dell’Italia”. Può darsi che, per una volta sia sincero, per parte nostra continuiamo a pensare che a Berlusconi dell’Italia non importi un fico secco. Certo, in una situazione del genere lui andrebbe incontro a sicura sconfitta, ma terrebbe unito il partito e potrebbe ancora giocare un ruolo politico, mentre con un governo tecnico il partito va verso lo sfaldamento e lui verso l’uscita di scena definitiva.
Probabilmente ad indurlo a più miti consigli sono state le due flessioni consecutive del 12% ciascuna del titolo Mediaset: un avvertimento molto efficace per calmarne i suoi bollori autunnali. Non è vero che Berlusconi, una volta fuori da Palazzo Chigi non ha più nulla da perdere. Ha ancora molto da perdere e qualcuno glielo ha ricordato con la cortesia che usa nei salotti della finanza.
Ma questo avvia il Pdl e la coalizione di centro destra alla disintegrazione: la Lega si è già smarcata e cerca di rifarsi una verginità con qualche periodo di opposizione contro “Roma ladrona”; nel Pdl, accanto a Scajola e Pisanu ci sono molti altri parlamentari.
Ma l’ago della bilancia è lui, il Cavaliere e i suoi seguaci più stretti (Cicchitto, Bondi, Alfano) che si schierano per il “senso di responsabilità”, cioè per il governo Monti. E c’è una carta di tornasole infallibile: Gaetano Quagliariello. Conosco Gaetano da quando era giovanissimo segretario regionale dei radicali pugliesi, mediatore abile, buon organizzatore, dotato di fiuto politico, ma con una enorme debolezza: il bisogno di una figura forte di riferimento, una sorta di “padre” politico. Che all’epoca trovò in Pannella, che adorava e di cui fu vice segretario, poi, ruppe con lui e, dopo una breve parentesi con Geppy Rippa (di cui fu pure vice segretario) cercò questo riferimento in Rino Formica, quindi in Domenico Minniti, in ultimo in Silvio Berusconi del quale subisce palesemente il fascino. Non credo avrebbe mai preso le posizioni di cui leggiamo in questi giorni se fossero state in contrasto con la volontà del suo capo. Dunque, chi ha deciso è lui, Silvio.
La dinamica politica porta con forza verso questo percorso: rottura Pdl-Lega, scissione del Pdl, accorpamento di quel che resta con il terzo polo e rinascita di un forte blocco di centro che, probabilmente, batterebbe la sinistra alle elezioni. Mollata la Lega e persa la zavorra fascistoide dei Larussa e dei berluscones meno intelligenti, non ci sarebbe ragione per la quale gli Alfano, i Bondi, i Cicchitto, i Quagliariello (per non dire gli Scajola ed i Pisanu) non debbano stare nello stesso partito dei Casini, Rutelli, Fini. Verrebbe fuori un grande contenitore di centro a forte guida cattolica (Casini-Rutelli-Formigoni-Pisanu-Scajola e forse anche Fioroni e Renzi) con un po’ di insalata laica (Cicchitto, Fini, La Malfa, forse Tremonti), dietro cui ci sarebbe il compromesso fra i due poteri forti del paese: la finanza (rappresentata e garantita dai tecnocrati e dai “laici”, e Santa Madre Chiesa alla base del nuovo grande centro cattolico. E si immaginano anche i futuri organigrammi: Casini al Quirinale, Monti o Cordero di Montezemolo a Palazzo Chigi, ai “laici” ministero dell’Economia, Esteri, Industria, mentre ai cattolici andrebbero Sanità, Pubblica Istruzione-Università, Welfare (magari ridenominato Welfare e famiglia), Difesa, Interno.
Dunque, tutto deciso e senza problemi?
Un problema c’è ed è proprio lui, il Cavaliere che Casini e Fini non accetterebbero mai, non fosse altro perchè caratterizzerebbe troppo a destra la nuova formazione e rappresenterebbe più un costo che un vantaggio elettorale. Alfano dice che Berlusconi è una calamita elettorale ma sbaglia l’accento: una calamità elettorale.
Con lui di mezzo, la nuova Dc sarebbe percepita come il Pdl riciclato. Bisogna convincere il Cavaliere a fare due, tre… venti passi indietro e farsi del tutto da parte. Facile a dirsi: ma come?
L’uomo è tenace (lo ha sempre dimostrato) e niente affatto disposto a ritirarsi a scrivere le sue memorie. Sino a tre anni fa, si poteva pensare una uscita onorevole con un prestigioso incarico internazionale (che so? Vice presidente del Fmi con delega ai divertimenti serali. Sai che coppia con Strauss Khann?!) e, quel punto, anche le pendenze giudiziarie sarebbero andate spegnendosi. Ma dopo questi tre anni che lo hanno trasformato in una macchietta da gargote, non è proponibile neppure come vice bidello del Fmi. Farlo Presidente della Repubblica? Chi osasse proporlo sarebbe linciato. E neppure la Presidenza del Senato calzerebbe per un personaggio così intemperante, fazioso, smodato.
E nel nuovo partito cosa fargli fare? Anche nominarlo Presidente onorario –senza nessun potere effettivo- potrebbe essere troppo imbarazzante: chi glielo va a dire a Bertone che il presidente della nuova Dc organizza pubbliche serate di Bunga bunga? E se si incontra in ascensore con Fini, riescono a resistere alla tentazione di strangolarsi a vicenda?
In altri tempi, nei palazzi del potere, la soluzione ideale sarebbe stata quella del “caffè corretto”, ma ormai qui nessuno sa più fare un buon caffè. (Ovviamente scherzo: per chi non l’avesse capito!)
Quindi, non resta che convincerlo di quanto sia bella la vita ad Antigua e di quanto questo potrebbe giovare alla causa successoria di Piersilvio e Marina. Oppure, una soluzione potrebbe esserci: il Cavaliere potrebbe fare da delegato d’affari di Putin per l’Europa, capo della nuova lobby moscovita. Un impegno discreto e lucroso.
Aldo Giannuli
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GA
Beh da un lavoro del genere non potrebbe che rinascere una sinistra-sinistra visto che il centro sarà occupatissimo.
Occorre poi vedere quale sarà la legge elettorale, con truppe del genere e una legge maggioritaria si prendono tutto il parlamento! Con un proporzionale la sinistra giocherebbe un ruolo.
Gli amici di Vendola, su Gli Altri, da Colombo a Sansonetti gridano al colpo di stato, anche se poi nel loro blog scrivono come il parlamentarismo sia roba vecchia da sostituire con leader forti e partiti inesistenti.
… del futuro non v’è certezza ma certo senza figure politiche di qualche capacità… un presidente ottantenne e un presidente del consiglio che presto ci arriverà….
aldogiannuli
del sistema elettorale ecc parleremo fra poco: datemi il tempo di esaurire un filone
Cardono
semplicemente cessata la seconda Repubblica mai attecchita, si continua con la prima con la sparizione dei partiti nati nella seconda SEL,IDV,PD,PDL già FI, FLI, si riparte cioè dall’ arco costituzionale delle forze politiche che va dalla sinistra della sinistra alla destra della destra; allora avremo la riunione di coloro che erano i comunisti: comunisti italiani, Rifondazione comunista, socialisti radicali che costituiranno il gruppo della “Sinistra”;parte dei socialisti in SEL,PD, nel PDL ed in FLI tornerannno sotto la bandiera dell’ Avanti ed ingrosseranno le file dell’ attuale PSI; parte del PD, PDL e di FLI costituiranno l’ ossatura di un nuovo raggruppamento che ricorda la vecchia DC; Berlusconi finalmente potrà venire allo scoperto guidando il gruppo della “Destra” in cui si ritroverà Scilipoti, La Russa, Santancchè, Gasbarri, Sacconi, Cicchitto, Storace e via dicendo, IdV e Lega correranno da soli
Nicola
Le Repubbliche cambiano, le basi americane restano.
verio massari
Sarà , è già, il delegato di Putin!
aldogiannuli
si, ma io dicevo a tempo pieno
Pierfrancesco ciancia
una cosa che non ritrovo in questa interessantissima analisi è come avrà gioco il sodalizio oramai confermato tra una larga maggioranza della dirigenza PD e l’UDC. Sin dai tempi delle trattative di d’alema con bonsignore per la scalata a BNL, si è andato rafforzando un rapporto che poi ha interessato anche enrico letta e lo stesso segretario bersani, tanto da far dire a crosetta nell’intercettazione in cuio insulta berlusconi che l’UDC impone il PD. Questo governo monti sembra la coronazione di questo sogno proibito per tanti anni, e dopo, si andrà a elezioni di nuovo divisi relegando il giuoco delle parti a tavoli a latere come prima?
aldogiannuli
No credo che l’asse Pd-Udc sia stato strumentale ed ora all’Udc non serva più. Si apprestano a scaricare Bersani e c
reb
un posto in qualche organo europeo o nella banca mondiale ad esempio sull’impatto hai giorno d’oggi dei media.napolitano ha parlato dei bot btp ha scadenza peccato non abbia una ricetta certa…
Francesco Acanfora
D’accordo su tutto, Aldo, ma c’è qualche problema che stai trascurando:
1) la DC aveva da spendere, e spendeva; questi neo-guelfi (si fa per dire, non trovo di meglio) ci ànno le pezze al culo, in lingua partenopea;
2)financo Berlusconi un sogno o incubo l’ha agitato, quello dell’arricchitevi tutti, traducendo il vangelo liberista nel suo tipico stile fancazzista;
3) ammesso che siamo d’accordo sui punti 1) e 2), la soluzione logica del problema risulta essere non una terza repubblica, ma un bel regime alla Salazar, un protettorato gestito da potenze esterne con un grosso apparato di repressione interna; questa soluzione mi appare per fortuna improbabile, viste le caratteristiche dell’Italia, terra di Comuni, di autonomie, di individualismo anarcoide, di poteri paralleli; su youtube c’è qualcuno che ha messo una mappa dell’Europa dove c’è segnata sulla penisola una sola epigrafe, in italiano, BORDELLO;
4) e questi nostri giovani, è possibile che subiscano tutto e si facciano scippare la vita senza alcuna reazione, senza uno scatto d’orgoglio, senza un tentativo di rivolta? non ci credo, perchè loro all’Europa han creduto e perchè conoscono gli altri ragazzi europei, che, di destra o di sinistra, sono almeno abituati a chiedere il conto ai partiti politici. Se la sinistra italiana non capisce che su questo si gioca tutto, beh, ciao ciao, la sinistra è andata dove si merita. Ma a noi vecchiacci spetta almeno l’onere di tentare di costringerla a guardare il fatto così come è.
aldogiannuli
Si siamo sostanzialmente d’accordo sui punti 1 e 2. Un po’ meno sul tre. Mi spiego meglio: il blocco di centro non avrà la possibilità di raccogliere consenso con la distribuzione selettiva delle risorse come faceva la Dc, perchè, appunto, non hanno miente da dare e tutto da prendere. Questo non significa automaticamente uno sbocco come quello da te ipotizzato -che, comunque,ha forti probabilità di affermarsi- perchè intanto nonc’è una credibile alternativa (almeno per ora) che possa a sua volta raccogliere consensi ed, alla fine, la vecchia soluzione del “consenso passivo” almeno per un po’ può funzionare. Poi dipende anche da molte altre variabili: come “butta” la crisi internazionale, cosa farà la mala vita organizzata che è in possesso di ingenti quantità di liquido, se la Ue resterà in piedi o no, se la crisi degli Usa esploderà in modo irreversibile ed in che modi e tempi, ecc.
Spero che i giovani se ne accorgano ed insorgano. Per ora indignados ed occupy Ws sono primi segnali, haimè assai confusi e timidi, ma stiamo a vedere, Noi facciamo quel che possiamo almeno per dire come stanno le cose.
giandavide
il quadro è sicuramente questo: molto dipende da come si muoverà berlusconi, e soprattutto dai suoi tempi. credo che in fondo lo scenario potrebbe avere cambiamenti sostanziali a seconda di quanto tempo ci mettono alcuni eventi a verificarsi: da un lato la presenza di una maggioranza politica stabile che supporti monti, che sembra essere la strada intrapresa per durare fino al 2013, e che quindi si basi solo su pd, udc, e fuoriusciti pdl, con di pietro che fa l’ultima ruota del carro, prende schiaffi e lascia il partito a de magistris. se berlusconi infatti riuscisse a tenersi per qualche mese un numero di parlamentari consistente, riuscirà ad arginare la fuga degli altri. ma basta che perda più di una decina di parlamentari questo mese che la sua caduta politica si farebbe vertiginosa, e ci vederebbero scene tristi di vari casini, renzi e veltroni che vedono liberarsi grandi porzioni di elettorato e si precipitano verso la resurrezione della dc puntando su un elettorato “sicuro”, lasciando perdere l’elettorato di sinistra che non garantirebbe abbastanza posti. ma un cambio di casacca troppo veloce potrebbe essere disastroso, come potrebbe essere svilente anche quello lento: non è detto che il 25% dell’elettorato berlusconiano accetti di votare un casini più veltroni e renzi senza essere stato preso a schiaffi mediatici per qualche mese, mentre il casini e al limite il fini da soli quache transfugo potrebbero intercettarlo. berlusconi a dicembre probabilmente si prenderà una bella condanna, e molto dipenderà dalle posizioni di forza che avrà in quel momento, e paradossalmente un berlusconi che cade troppo presto potrebbe sparigliare la carte peggio che un berlusconi che non cade.
Stefano
Professor Giannuli, Lei ha avuto modo, se ha la pazienza di cercare nel suo archivio, qualche mia lettera in cui le dimostro la mia stima. Certe volte però, come in quest’ultimo post, mi chiedo, senza offesa: ma lei, ci fa o ci é ? Mi limito, per brevità, al commento delle battute iniziali, riguardo il rialzo di questo maledettissimo e mediaticissimo “spread”. Lei pensa veramente che ci sia una correlazione tra il valore dello spread e Berlusconi col suo governo? E’ vero che un governo Monti ancora non esiste ( e non si sa neppure se esisterà )e che il rialzo da record registrato oggi sarà dipeso anche da quello, ma un fatto inequivocabile c’è ed era prevedibile a qualsiasi primate: che lo spread si rialza anche senza Berlusconi. Quindi, teorie economiche a parte, delle quali denuncio la mia meschina ignoranza, penso che i problemi siano altri, cioè che l’Europa, come dice giustissimamente Lei è semplicemente un coacervo di Stati che si sono dati una moneta. Questa è la sola realtà…altro che Berlusconi! Con affetto e la stessa stima prima della lettura di questo articolo.
aldogiannuli
rispondo con un breve pezzo ad hoc
Daniele Visentin
Caro Aldo, nell’augurarmi anch’io un futuro di Berlusconi alla corte di Putin (ma più come addetto a un Politburo orgiastico, dato che per quello sarebbe molto più abile che nel trattare con i governanti europei), devo fare una notazione sull’ordine di grandezza delle tue cifre: al 6% l’anno prossimo dovremmo pagare circa 14,4 miliardi di euro, non 15.000, e così via.
Per il resto condivido sostanzialmente la Tua analisi, ma vorrei far notare alcune cose.
1. la rottura PDL-Lega, mi pare più di facciata, tant’è che nessuna delle due parti è particolarmente critica con l’altra. La Lega non poteva farsi scappare l’occasione di passare un periodo all’opposizione e tornare “di lotta”, come testimonia il ridicolo assembramento odierno del parlamento padano. Dal canto suo, il PDL non poteva essere tanto sfacciato, incoerente ed elettoralmente suicida da rifiutarsi di appoggiare il tentativo Monti.
2. Tu sembri fiducioso che il governo Monti possa arrivare alla fine della legislatura, ma ciò significherebbe un senso di responsabilità da parte del PDL di cui fin ora non ci sono stati segnali. Questo potrebbe piuttosto derivare dalla perdita della leadership da parte di Berlusconi, cosa che mi sembra possibile tra i parlamentari del PDL, ma – nonostante tutto – molto meno tra il suo elettorato. Rimane da sperare che sia Berlusconi stesso a fare il definitivo passo indietro, e qui l’unica speranza sta nel fatto che, passati i 75 anni, non rischierebbe più il carcere, ma solo il rassegnarsi alla scelta di una prigione dorata tra le sue numerose ville. Ipotesi non troppo punitiva peraltro, dato che ha ben dimostrato che riuscirebbe a trovare interessanti passatempi.
3. un ultimo punto mi sta molto a cuore. Tu definisci i movimenti degli Indignados e di Occupy Wall Street come primi e positivi segnali di un riscatto generazionale. Per quanto li ritenga importanti nell’ottica del dibattito democratico, ho dei dubbi se augurarmi che acquisiscano “momentum”. A parte la palese frammentazione e pochezza delle proposte portate (il Financial Times laconicamente li congeda dicendo “The Occupy crowd is no match for the banks”), mi sembra che i giovani in Italia dovrebbero rendersi conto della necessità, e di conseguenza sostenere con forza la proposta – sostenuta con forza da Monti ma non certo inventata da lui –, di alzare l’età pensionabile e ridirigere i fondi risparmiati verso iniziative a favore dell’imprenditorialità giovanile, della formazione e del collegamento tra università e imprese. Non voglio argomentare questo punto qui perché richiederebbe troppo spazio e qualche informazione che onestamente mi manca, ma anche l’opposizione alla riforma dell’articolo 18 dovrebbe essere meno ideologica. Rischiando un’eccessiva semplificazione, una volta capito dove va il mondo (cioè verso una maggiore mobilità e flessibilità del lavoro), ci si dovrebbe battere per integrare un’accresciuta facilità nel licenziare con una maggiore flessibilità nell’assumente, un sistema fiscale che distingua con buon senso tra contratto a tempo determinato e indeterminato e renda più oneroso il primo, e sistemi di ammortizzatori sociali che prediligano al formazione e la ricalibrazione delle competenze.
aldogiannuli
giusta la rettifica all’errore di battitura (15.000 al posto di 15) che dipende dal fatto che sino un uomo del secolo scorso e penso automaticamente in lire, poi però , trascrivendo. dimontico di togliere tre zeri. Ad una certà età capita.
Berlusconi: credo che lo stiano tenendo per la gola (diciamo così) sulle sue aziende per cui non so se ha la forza di restare in pista, credo di no, con conseguente disgregazione del Pdl.
Indignados &c.: mi rendo perfettamente conto di quanto tardiva ed inadeguata sia questa protesta, di quanto mannchi di proposte credibili ed al livello dei problemi. Ma scommetto sulla capacità della gente di imparare in fretta nei momenti di tempesta. Altre volte ho perso questo tipo di scommesse, ma a modo mio sono uno scommettirore incallito come i finanzieri. Solo che a me non ne è venuto mai un centesimo, va bè.
aldogiannuli
Ripensandoci a mentre fredda. non c’è errore perche se scadono 250.000 miliardi di titoli (cioè quasi 1/8 del totale che è di 1.900 miliardi) il 6% è 15.000 e non 14 o 15 (nel qual caso non sarebbe affatto un problema: magari!) perchè l’1% di 250.000 è 2.500 che, moltiplicato per 6 fa, appunto 15.000 o sbaglio?
Massi66
Professore come lo vede il Passera come superministro?Secondo lei quali orizzoni si prospettano per le picole e medie imprese?
Daniele Visentin
Il debito pubblico è giustamente 1916 miliardi (su http://www.repubblica.it/economia/?ref=HRHM1-3 c’è un interessante contatore che fa vedere come aumenta inesorabilmente). Un ottavo è 240 miliardi, perché aggiungi altri tre zeri? (scusa se ti do del tu ma un paio di volte ci siamo parlati quindi mi viene più naturale).
aldogiannuli
Hai ragione, il guaio è che istintivamente penso in lire e divido per due dimenticandomi di togliere i tre zeri: brutto affare la vecchiaia! E con questo abbiamo definitivamente stabilito che le rate in scadenza sono circa 250 miliardi (miliardo più miliardo meno), cui corrisponde un interesse da 15 miliardi irca che, però, essendo in Euro e non in Lire, è comunque un guaio assai serio. Quanto al tu, figurati, mi fa poacere
ciao