Compagno Ferrero, come si fa a dire: “Abbiamo piena fiducia nella magistratura…”?

Quasi due mesi fa, la magistratura torinese spiccò mandato di cattura contro qualche decina di appartenenti al movimento no Tav. Ancora in questi giorni il tribunale della Libertà ha nuovamente respinto le domande di scarcerazione. Se la memoria non ci fa velo, il codice di procedura penale prevede che la detenzione cautelare possa essere adottata solo  quando ci sia pericolo di fuga all’estero, inquinamento delle prove e reiterazione del reato e ci siano concreti elementi per pensarlo. Insomma, non basta pensare che uno voglia fuggire all’estero per sottrarsi ad una condanna o che abbia interesse ad inquinare le prove, ma deve esserci un qualche comportamento positivo in questo senso (preparativi di espatrio, minacce a un testimone, tentativo di far scomparire prove materiali ecc.). Nel nostro caso, l’unico motivo che può essere addotto è quello dell’ipotesi di reiterazione del reato: insomma che i no global arrestati volessero partecipare a nuove manifestazioni violente. Ma per evitare questo sarebbero sufficienti gli arresti domiciliari (sempre ammesso che le accuse siano fondate nei confronti dei singoli e che ci siano elementi per pensare che abbiano realmente intenzione di ripetere  quei reati). Ma, a quanto pare, i magistrati non la vedono assolutamente in questo modo e rinnovano la detenzione.  Di fatto, questo comportamento si può chiamare solo con in un modo: anticipo di pena. E’ come se la sentenza fosse già scritta.Certo: se ci sono reati la magistratura ha il dovere di procedere e nessuno chiede “trattamenti di favore” solo perché si tratta di persone a noi politicamente affini, ma la magistratura deve tener conto delle motivazioni degli inquisiti Nel nostro caso, ci sono motivazioni di ordine sociale –e non di vantaggio personale- che dovrebbero indurre i magistrati ad una valutazione più equilibrata e meno sfavorevole agli accusati, ma e questo è il punto, quelle stesse motivazioni, non solo non vale come attenuante, ma giocano come aggravante. Diciamocela schietta: la magistratura interviene in questo caso non come soggetto terzo deputato a decidere imparzialmente, ma come elemento ausiliario del governo per  stroncare una protesta sociale. Nessuno pretende che la magistratura sancisca il diritto del popolo (o di una sua parte) ad insorgere contro un ordinamento ingiusto o una decisione gravemente vessatoria, ma almeno il rispetto della terzietà è un principio di civiltà giuridica che andrebbe fatto salvo, persino dalla peggiore corporazione giudiziaria di Europa. Ma la valutazione sulla libertà provvisoria di ciascun imputato non sta seguendo alcuna logica giuridica: gli arrestati sono solo “ostaggi” da tenere dentro come deterrente nei confronti del movimento.

E la conferma viene dal confronto con un caso diversissimo di queste stesse settimane: l’affondamento del Concordia, nel quale un capitano codardo ed irresponsabile, dopo aver causato un disastro gravissimo per pura imperizia e stupidità, ha cercato maldestramente  di nascondere la malefatta ed ha pensato prima di tutto a mettersi in salvo lasciando passeggeri ed equipaggio allo sbando. Morale: rimesso in libertà dopo 48 ore. Certo, immaginiamo che non esista il pericolo che possa retiterare il reato (anche perché non pensiamo che ci sia nessun armatore disposto ad affidargli anche un canotto in una piscina), ma alcuni suoi comportamenti erano molto al limite dell’inquinamento delle prove. Sciocchezze: rimesso in libertà in un baleno. D’altra parte, non sembra ci sia alcun movimento di capitani di marina da reprimere…

Veniamo ad un altro caso molto seguito su questo blog: Goracci ed altri. Sin qui ho mantenuto una posizione di rigida neutralità non conoscendo i fatti ed attendendo di capire quali elementi probatori avesse in mano la magistratura. Ci sarà tempo di vedere come stanno le cose nel merito, per ora concentriamoci sul problema della carcerazione preventiva: nulla indica che né Goracci, né tantomeno i suoi compagni, avessero intenzione di fuggire all’estero o inquinare le prove. Quanto alla reiterazione del reato: anche se volessero non potrebbero, non essendo più nella posizione istituzionale dalla quale avrebbero compiuto gli illeciti addebitatigli. Ed allora perché stanno in galera? E l’odore di un comportamento vessatorio nei loro confronti si fa molto pesante leggendo la motivazione con la quale il Pm sostiene la natura associativa dei reati: facevano parte della stessa lista, avevano incontri regolari e sistematici, erano legati da vincoli associativi. Insomma: facevano parte dello stesso partito. Come dire che l’associazione a delinquere è Rifondazione Comunista in quanto tale. Dunque, anche per Penati ed il Pd potremmo sostenere la stessa cosa come per qualsiasi altro partito. Quando un magistrato arriva a scrivere certe cose e nessuno reagisce e il Csm non interviene, vuol dire che la democrazia non gode di buona salute. Ma soprattutto, accentua il sospetto di un giudizio politico che non spetta all’autorità giudiziaria e di un atteggiamento sfavorevole verso gli imputati.

Anche qui un confronto è illuminante: il caso del leghista Davide Boni. Lasciamo perdere il fatto che i reati contestati sono molto più gravi di quelli di cui si parlerebbe nel caso Goracci (la presunzione di innocenza vale anche per i leghisti), il punto più grave è un altro: Boni rifiuta di dimettersi per cui resta nella posizione in cui potrebbe ripetere il reato. Certo, è troppo poco per decidere un mandato di custodia cautelare che, da garantisti, non invochiamo, ma non vi sembra che, se nel caso Boni non ci siano estremi per una detenzione, ce ne siano ancor meno per Goracci e gli altri che non hanno mantenuto le stesse posizioni istituzionali? Per di più, le istanze di libertà provvisoria continuano ad essere respinte con motivazioni sempre meno convincenti ed otto persone sono in galera da due mesi, a questo punto, senza che si capisca bene perché.

Ed allora, compagno Ferrero, sulla base di questi esempi: come si fa a dire: “Abbiamo fiducia nella magistratura”? Non ti sembra che, accanto alla corruzione della politica e della amministrazione, ci sia un altro bubbone da risanare in questo paese? Forse è il caso di iscrivere in agenda anche la “questione giustizia”, per aprire un discorso su come questa corporazione giudiziaria esercita il suo potere.
E, poi, compagno Ferrero, è già pesante mandare giù che un partito non sia in grado di garantire sull’onorabilità dei suoi uomini nelle istituzioni (vuol dire che non li controlla e non li sceglie a ragion veduta), ma che si faccia dire che è una associazione a delinquere senza fare un fiato mi sembra davvero troppo. Non ti sembra venuto il momento di una reazione?

Diamoci una mossa e smettiamola con gli atteggiamenti alla Ponzio Pilato.

Aldo Giannuli

P.s.
Quando avevo già scritto il pezzo è arrivata la notizia della concessione della concessione degli arresti domiciliari per Goracci. Ne sono molto lieto e spero che siano scarcerati anche gli altri compagni, ma questo non chiude il conto, sia perché non è la concessione della libertà provvisoria e –insisto- non si capisce sulla base di quale criterio si sta applicando una misura comunque restrittiva della libertà di un cittadino, sia perché l’inchiesta ha cumulato una serie di cose che non vanno per niente bene come quell’incredibile passaggio su Rifondazione di cui abbiamo detto. A questo punto, ritengo doveroso associarmi alla richiesta di concessione della libertà provvisoria per tutti gli inquisiti di questa strana inchiesta che merita tutta la nostra attenzione.
Ripeto: compagno Ferrero è il caso di darsi una mossa.

L’occasione mi è propizia per sostenere ancora una volta la richiesta di scarcerazione dei militanti No Tav e per mandare un abbraccio al mio amico Nicolò che spero di rivedere molto presto.

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Aldo Giannuli

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Comments (4)

  • Purtroppo funziona molto male e gli esempi citati sono particolarmente duri da digerire, in particolare il caso del movimento No Tav, che un amico sta vivendo, per fortuna ora ai domiciliari. Sembra eclatante notare come Ferrero si ponga acriticamente. Sembra eclatante notare l’assenza si una presa di posizione decisa…ma che fare, io i partiti mi rifiuto di digerirli, e ciò si aggiunge alla lista. Maurice Brinton metteva in luce nel 1968 come il “socialista tradizionale” vedesse la riscossa del popolo nella fattore economico e non in altre aree di dignità umana…sembra non esserci progresso

  • L’impressione che ne ho ricavato è che la Procura di Torino (e in primis il molto contestato Procuratore Caselli) stia adottando la linea giudiziaria e gli strumenti giudiziari usati a suo tempo per combattere il terrorismo.
    Gli anni di piombo furono quelli che videro il fiorire delle accuse e delle condanne per reati associativi, perché bisognava ‘togliere l’acqua in cui notano i pesci’, stroncare duramente le protezioni diffuse di cui godevano i terroristi (che a Torino in particolare utilizzarono un livello di violenza inenarrabile).
    Chi e per quali motivi ha deciso di usare questo armamentario giudiziario contro una protesta sociale che non ha provocato morti? Perché si è deciso di rischiare di provocare una escalation del livello della lotta? A proposito di escalation, ricordiamo che l’occupazione – illegale – dell’autostrada da parte dei notav è il seguito dell’occupazione da parte della polizia – illegale perché senza provvedimenti di esproprio – di altri terreni in Val Clarea.
    Sul versante politico dovremmo fare queste domande a coloro che più sostengono quest’opera: il PD, prigioniero della madre dei conflitti di interesse del centrosinistra (l’appalto più ricco è affidato alla CMC di Ravenna, nota coop ‘rossa’).Credo che tutto questo dispiegamento di repressione contenga il messaggio che il ruolo dei partiti (cordate istituzionali rapaci di risorse pubbliche) non si tocca.
    Difficile dimostrare che il Procuratore Caselli sia collegato a tutto questo, ma nei fatti rischia di risultarlo. Rischia di sostenere nei fatti una sola parte, quella più forte e prepotente.

  • Sul Procuratore Caselli e i NOTAV segnalo il post:

    http://menici60d15.wordpress.com/2012/02/23/giancarlo-caselli-e-i-no-tav-il-negativo-e-il-proibito/

    Credo che la magistratura condivida col Ministero degli interni una inclinazione che per comodità potremmo chiamare “ghibellina”:

    “L’Impero e i Baroni” in http://menici60d15.wordpress.com/2012/03/15/la-ue-come-mostro-adescatore-proibizione-agli-stati-nazionali-di-presentare-argomenti-scientifici/

    Le forze progressiste, oltre a combattere i soprusi dei “baroni” (a la Berlusconi), dovrebbero per lo meno riconoscere l’esistenza entro le istituzioni dello Stato di una corruzione “ghibellina” (a la Monti), che combatte la corruzione delle mazzette e dei magheggi, ma nell’ambito di un appoggio alla guerra che l’impero sta facendo ai baroni per soppiantarli come attore principale nello sfruttamento della nazione. Purtroppo la sinistra nostrana è la prima a correre in soccorso dell’“Impero”; e questo può contribuire a spiegare perché Ferrero esprima così tanta fiducia nella magistratura.

  • tutto giustissimo, un pezzo da tatuare sul petto di caselli in modo che possa leggere ogni giorno cosa significa essere un magistrato e ripassare cose che evidentemente si è scordato.
    la polarizzazione brlusconi-giudici non è stata catastrofica solo per il fatto che abbia vinto berlusconi, ma anche per il fatto che ha portato all’appoggio aprioreistico nei confronti della magistratura italiana, che in confronto alle magistrature dei paesi seri è un vergongna, piena di nepotismo, massoneria e comportamenti anticostituzionali, incapace di produrre giustizia per motivi endemici e per evidente sete di denaro da parte dei magistrati.
    e la stupida opposizione binaria tra il cattivo berlusconi e i buoni magistrati non ha fatto altro che allontanarci dalle soluzioni, dato che se non ci si chiede per prima cosa cosa debba essere cambiato nella magistatura italiana saremo sempre in alto mare

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