Feltri torna al Giornale
Feltri torna al Giornale
Che dopo il G8 sarebbe scattatala controffensiva berlusconiana è cosa che avevamo detto proprio in questo sito. Ora vengono i primi segnali: il malumore del Presidene del Consiglio verso i suoi ministri, che, come i tuoni lontani annuncino il temporale in arrivo, fa presagire un prossimo rimpasto di governo; poi i mal di pancia nel PdL che fanno prevedere anche lì qualche tempesta con sostituzioni ed azzoppamenti. E, sin qui, siamo al riordino interno di squadra. Ora arriva la notizia della nomina di Vittorio Feltri alla direzione del “Giornale” quel che può significare solo una cosa: che l’house organ di casa Berlusca si appresta a mettere da parte le buone maniere di Giordano e passa all’artiglieria campale pesante.
Ricordiamo che 12 anni fa Feltri lasciò la direzione di quel quotidiano perchè erano arrivate una valanga di querele per l’aggressività dei suoi servizi. Accetto scommesse: gia a settembre verranno fuori da quella parte rivelazioni molto pesanti sulla vita privata di politici, editori e giornalisti del centro sinistra. Ce ne sarà per tutti i gusti: mignotte e cocaina, perversioni sessuali varie ed alcoolismo e, all’occorrenza, tangenti, affari, vita dispensiosa…
Notizie vere, inventate, forzate, colorite, suggestive: come vi pare, ma sarà quello che servirà a dire: “ve la siete voluta”.
Il modello gia c’è ed è la vicenda del caso Montesi. Nel 1953 vennerinvenuto sulla spiaggia di Torvajanica il cadavere di una giovane donna, tale Wilma Montesi, morta in modo non chiaro. Le indagini fecero scoprire che la ragazza, subito prima di morire, aveva partecipato ad un festino un po’ spinto in una villa di Capocotta dove, si sussurrava, era anche girato qualche pizzico di “polvere bianca”. Il caso di cronaca nera divenne prepotentemente politico e conquistò per mesi le prime pagine, quando venne fuori che, fra i “capocottari”, c’era Piero Piccioni, figlio di Attilio, all’epoca Vicepresidente del Consiglio e fra i massimi esponenti della Democrazia Cristiana.
Alla stampa di sinistra non parve vero di poter orchestrare più fracasso possibile sulla vicenda, che dimostrava l’immoralità dei democristiani, la putrefazione delle classi dirigenti ecc.
Per la verità, nella zuppa immerse golosamente il pane anche l’allora Ministro dell’Interno, il rampante Amintore Fanfani, che voleva sbarazzarsi del vecchi Piccioni per dare l’assalto alla segreteria Dc.
La sinistra si espose molto ed un suo noto esponente, il presidente della Provincia di Roma, l’avvocato Giuseppe Sotgiu, accettò di difendere il direttore del giornale che aveva fatto lo scoop su Piero Piccioni. Poi, il 16 novembre 1954 due giornalisti di Momento Sera, scoprono Giuseppe Sotgiu e la moglie in una casa d’appuntamenti a Roma, dove la signora si intratteneva con due giovani (di cui uno minorenne) sotto gli occhi del marito. E’ facile intuire il seguito: al primo clamore della stampa di centro sulla vicenda Sotgiu seguì rapidamente la scomparsa del caso Montesi della pagine dei giornali.
Dunque, il modello dell’operazione c’è già e tutto fa intendere che questo sarà uno dei primi passi della controffensiva.
Ma non è detto che le cose debbano andare come mezzo secolo fa: questa volta c’è una scadenza un po’ particolare come la decisione della Corte Costituzionale sul Lodo Alfano e ilk Presidente del Consiglio ha già qualche imbarazzo con la giustizia.
Peraltro, i rumori che vengono da Caltanisetta ( le rivelazioni di Ciancimino junior, l’improvvisa voglia di parlare di Riina, le due interviste di Violante, ecc. ) fanno intendere che si stia aprendo uno scontro su quel fianco che potrebbe anche subire una torsione imprevista e riservare delle sorprese.
L’unica cosa che ci sembra certa è che agosto e settembre, quest’anno avranno temperature superiori alla medi stagionale. Farà caldo.
Aldo Giannuli, 6 agosto ’09
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Forzutino
Approfitto della tua pazienza per sottolineare come, a mio avviso, con la partecipazione ‘forzosa’ di Berlusconi al summit tra Erdogan e Putin sul gasdotto dalla Russia potrebbero riaprirsi scenari interessanti inerenti il “nostro”. Il gasdotto, infatti, è decisamente assai inviso a USA e perfino all’UE…
Chissà che non riprenda fiato una certa campagna volta a far cadere Silvio “the pelvis”. Potrei sbagliare, ovviamente, sono un inguaribile dietrologo.