Euforia nelle borse. Perché non è una buona notizia il “rimbalzo del gatto morto”.
Gli articoli sulla giornata di giovedì in borsa sembrano bollettini della vittoria:
<<L’Eurostoxx50 sale dell’1,9%, Francoforte dell’1,8%, Parigi del 2,1%, Londra dell’1.7%. Piazza Affari segna +1,7% nel Ftse mib con il nuovo exploit di Mps (+19%) e il balzo di Tod’s (+5,7%) dopo i risultati delle vendite 2015 superiori alle attese. Vigoroso recupero del petrolio (+3,9% il Wti a 30,69 dollari al barile e +4,6% il brent a 30,59 dollari al barile) permettono un avvio di seduta ancora brillante… Borsa di Tokyo, con l’indice Nikkei che ha guadagnato oggi 941,27 punti (+5,88%) a quota 16.958,53… in netto rialzo tutte le altre borse asiatiche: in Cina l’indice Composite di Shanghai guadagna in questi minuti l’1,40%, mentre quello di Shenzhen quasi l’1,70%. Ancora meglio fa Hong Kong, con lo Hang Seng che viaggia a +2,90%. Bene anche il sudcoreano Kospi (+1,95%), il Sensex indiano (+1,80%) e la Borsa di Sydney (+1,10%)…rimbalzo tecnico sulle soglie minime toccate mercoledì e la spinta arrivata dalla Nce, con l’apertura a nuove misure di sostegno all’inflazione>>
Insomma, nel giorno di San Mario, Draghi ha fatto il miracolo e la crisi sembra essersi fermata, i titoli delle banche italiane salvati, il petrolio risalito e l’euforia estesa sino al confine dell’Asia. E per di più, l’uomo di Francoforte non ha detto molto, ha solo annunciato piuttosto genericamente che fra un mese e mezzo la Bce passerà ad una politica monetaria espansiva di cui si ignorano i dati. E tanto è bastato.
Non sarà un po’ esagerato? Anche perché, per una banale questione di fusi orari, la giornata borsistica inizia in Giappone e poi in Cina, cioè le borse più lontane dall’Europa, dove si immagina che l’annuncio draghesco abbia avuto un effetto così vistoso.
In effetti anche il pezzo di Repubblica da cui abbiamo tratto i brani su riportati, parla di “rimbalzo tecnico”. Di che si tratta? L’andamento dei mercati di borsa, salvo momenti particolarissimi, non è mai rettilineo e procede, semmai, a balzi di canguro. In particolare è noto che dopo un forte calo in borsa, c’è sempre un recupero più o meno vistoso e dipende essenzialmente dal gioco dei ribassisti che offrono determinati titoli a prezzi sempre più bassi, e questo contribuisce a tirare giù il titolo presi di mira, ed in genere vendono allo scoperto. Ovviamente, quando essi stessi valutano che il titolo ha raggiunto il massimo punto di ribasso, provvedono ad acquistare i titoli da dare a chi li ha acquistati, incassando il differenziale fra i prezzo di vendita al momento dell’ordine e quello al momento della consegna. E questo, normalmente, determina la ripresa del titolo. Ci sono momenti in cui i ribassi sono generalizzati e questo favorisce la speculazione, determinando, peraltro, recuperi più o meno generalizzati. Dunque, un certo recupero a tratti è fisiologico.
Una ventina d’anni fa, ci fu un economista (credo di Singapore, se la memoria non mi inganna) che disse che “Gettato dall’alto di un palazzo rimbalza anche un gatto morto”. Che può dare l’illusione di essere vivo e guizzante, ma poi torna a cadere e resta morto, intendiamoci!
Nel caso specifico, è realistico che la tendenza abbia subito una inversione a partire dalla ripresa del petrolio dovuto allo stesso meccanismo ribassista e si sia sommato all’”effetto Draghi”.
Quindi, la “notizia” non c’è: si è trattato solo di una normale oscillazione di borsa come ce ne sono tante senza che, per questo, si alterino le tendenze di fondo del mercato.
Qui però c’è un aspetto che merita d’essere analizzato meglio: la pronta ripresa ed il rimbalzo contemporaneo in tutte le borse euro-asiatiche. Il che segnala una forte interdipendenza globale delle borse. Non ricordo (anche se posso sbagliare) episodi segnati da una tale simultaneità. E, dato che i giochi speculativi riprenderanno, esattamente come le tendenze di fondo, che non sono affatto di segno positivo, questo fa presagire un effetto domino rapidissimo. Se il rimbalzo di questo We ci ha dato un momentaneo beneficio globale, quando tornerà l’ondata ribassista, lo stesso effetto domino sarà un moltiplicatore formidabile del disastro. Ecco perché quella di giovedì non è affatto una notizia buona ma il preannuncio di una pessima.
Perchè i guai dell’economia reale sono ancora lì sul tappeto, tutti quanti. Negli anni settanta c’era una discutibilissima tendenza (in gran parte alimentata dal sindacato e dall’area di giornalisti ed intellettuali vicini) per la quale quello che contava erano gli indici occupazionali e salariali, i consumi e basta, mentre delle tendenze di borsa non interessava niente. Polemizzò con questo modo di pensare Cesare Merzagora che, giustamente, fece notare che economia e finanza non sono separabili e che l’economia non può fare a meno della finanza. Ero un giovane gruppettaro un po’ estremista ma devo confessare che, pur capendone pochissimo, ebbi la sensazione che il vecchio finanziere (uomo di destra) non avesse poi tutti i torti.
Oggi c’è una tendenza opposta ed ancora più scriteriata, per la quale la finanza può disinteressarsi dell’andamento dell’economia reale, perché ormai il denaro produce denaro senza passare per la merce; per cui se l’occupazione è ai minimi da 45 anni, i consumi precipitano, i salari sono da società schiavista, tutto questo non importa se l’indice Nikkei o il Vix sono a valori positivi. La prima, era una idea stupida, perché non capiva che l’economia reale senza il servizio della finanza non va avanti, ma la seconda è folle perché immagina una finanza autosufficiente campata in aria, che può crescere su se stessa senza svolgere la sua funzione servente nei confronti dell’economia reale. Quella finanziaria non è ricchezza reale, ma virtuale, e la realtà ha sempre la testa più dura di qualsiasi virtualità.
E fra un po’ che ne accorgeremo.
Aldo Giannuli
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benito
io vorrei che Giannuli avesse torto marcio, ma purtroppo per tutti noi le sue considerazioni sono basate su una logica ferrea. E gli economisti non l’hanno ancora capito.
Aldo Giannuli
anche io vorrei tanto essermi sbagliato, vi assicuro
francesco cimino
Da persona con limitate conoscenze di economia, mi sembra di capire che la famosa ” finanza separata dall’economia reale ” non può esistere semplicemente perché, alla fine, da qualche parte chi investe in Borsa i suoi guadagni deve trarli e se le imprese non hanno aumentato la produzione e i ricavi, nessuno potrà pagare i presunti favolosi guadagni borsistici. Ma se è così, come fanno gli operatori finanziari e i loro simpatizzanti a non capirlo? Si tratta del classico primato dell’interesse a breve termine su quello a lungo termine, della visione dell’interesse personale che non coglie l’insieme?
Gaz
La gattata in romanesco è il lancio del gatto morto:
https://www.youtube.com/watch?v=HVekQ47ga9I
In finanza la gattata, che in inglese fa più chic come dead cat bounce, è contesa tra Horace Brag e Wong Sulong da un lato e altri giornalisti finanziari di londinesi. L’espressione risale a non prima del 1985.
La commedia Rugantino risale al 1962 ed ha fatto il giro del mondo, mentre il film omonimo è del 1973.
Questo post non è uno sfoggio di cultura, ma lo svelamento di un plagio ad opera dei soliti … che tanto se la tirano.
andrea z.
Quello che afferma sul fatto che prima o poi economia reale e virtuale devono tornare a coincidere è vero, ma negli ultimi anni le nuove creazioni dei maghi della finanza hanno cambiato le cose.
Infatti, non bisogna dimenticare che sono strumenti finanziari non solo le azioni e le obbligazioni, che sono in numero limitato e hanno un valore necessariamente collegato all’andamento aziendale.
Esistono anche i famosi derivati, che sono trattati in mercati a parte e vengono emessi nei paradisi fiscali, fuori da ogni controllo.
Rappresentando una vera e propria scommessa sull’andamento di un prodotto sottostante hanno un rapporto con il bene reale simile a quello della schedina del totocalcio con la partita e possono essere creati all’infinito, perchè non c’è limite al numero di scommesse che si possono fare.
La quantità di derivati in circolazione è stimata più o meno tra le dieci e le venti volte il PIL mondiale e questo da un’idea dell’assoluta ignoranza dei governi e delle banche sul vorticoso giro di “scommesse finanziarie” in circolazione e sulle conseguenze di un eventuale crollo.
L’unica soluzione uscita in questi giorni è quella della “bad bank”, che dovrebbe raccogliere questi derivati e liquidarli, sperando che liquidarli non significhi: rifilarli ad ignari risparmiatori sotto forma di nuove obbligazioni.
benito
@ Andrea Z.
‘… L’unica soluzione uscita in questi giorni è quella della “bad bank”, che dovrebbe raccogliere questi derivati e liquidarli, sperando che liquidarli non significhi: rifilarli ad ignari risparmiatori sotto forma di nuove obbligazioni.”
ma in ogni caso a me sembra evidente che qualcuno alla fine dovra’ pagare il conto. E avranno gioco facile nel farlo pagare ai comuni risparmiatori.
Roberto B.
Liquidarli ….. per poi ricominciare daccapo?
Pierluigi
Caro Aldo,
leggendo il post sembrerebbe impossibile evadere una logica basata sulla contrapposizione tra estremi.
Fai infatti riferimento alla … discutibilissima tendenza per la quale quello che contava erano gli indici occupazionali e salariali, i consumi e basta,… cui giustapponi che …. oggi c’è una tendenza opposta ed ancora più scriteriata, per la quale la finanza può disinteressarsi dell’andamento dell’economia reale.
Tuttavia, ti so perfettamente consapevole dell’esistenza di una realtà e di una teoria molto più variegata.
Perciò, ed anche ai fini della lotta politica, sei certo che valga la pena insterilirsi in fosche profezie tipo ….quando tornerà l’ondata ribassista, lo stesso effetto domino sarà un moltiplicatore formidabile del disastro?
Aldo Giannuli
certamente c’è una realtà ed una teoria molto più variegata, il guaio è che quella presente è l’epoca dei fonamentaòismi. Quanto alla previsione di un a nuova ondata ribassista, staremo a vedere, a me pare abbdastanza nella linea di tendenza ma con un accorciamento dei tempi nel dispiegarsi del contagio
pierluigi
Anche Il pessimismo cosmico sembra essersi adeguato all’epoca dei fondamentalismi….
Pierluigi
Una buona lettura per superare il pessimismo fondamentalista
http://www.trend-online.com/prp/una-brutta-correzione-220116/
vincent
Ordoliberismo-neofeudalesimo modello economico Keynesiano la lotta è aperta attualmente sta perdendo il secondo modello infine quando le tensioni sociali saranno tali da non poter più essere così trolley se non con la violenza bruta sarà allora che molti nodi verranno al pettine …..
Forse verrà reintrodotto un nuovo Glass-Stegall Act i capitali saranno soggetti a controllo da parte degli Stati ed essi stessi ricominceranno a fare la funzione per cui le società civili li hanno creati forse si rioccuperanno di ascensori sociali redistribuzione del reddito piena occupazione ingerenza nell’economia con società statali E nel frattempo si spera non sia morto nessuno .
Tralascio qui l’argomento attuale dei titoli in derivati detenuti da TUTTE le mega-banche globalizzato si vocifera che hanno un valore 10 volte il PIL mondiale bhe vedremo…….