Esami di coscienza

Molto volentieri vi propongo questo articolo curato da Erica Picco dell’Associazione Lapsus dedicato abolizione della traccia a carattere storico dalle prove di maturità. Anche io ritornerò sul tema a breve. Buona lettura! A.G.

Negli ultimi giorni la notizia dell’abolizione della traccia a carattere storico dalle prove di maturità ha generato una vasta mole di commenti da parte di storici accademici e intellettuali. In alcuni casi le voci in difesa della disciplina si sono tradotte in un appello morale a non trascurare i pericoli di un progressivo smantellamento del sapere storico; in altri casi ci sono sembrate più che altro delle rimostranze, che suonano un po’ come un “non ci avete nemmeno chiesto il permesso”, da parte di un ambiente, quello degli storici accademici, chiuso nel proprio comfort intellettuale e poco avvezzo a misurarsi con il mondo oltre il proprio naso. Ci sembra che questa levata di scudi contro l’eliminazione del tema storico sia l’ennesimo appello cieco alla realtà dei fatti.

Siamo consapevoli della progressiva marginalizzazione della storia nei programmi scolastici, che ha preso la forma di una riduzione progressiva del monte ore dedicato alla disciplina in tutti gli ordini e gradi scolastici e, in ultimo, l’ulteriore taglio delle ore nei professionali; consapevoli pure della scarsa rilevanza che il pensiero storico abbia nel discorso pubblico contemporaneo, che preferisce un vago nostalgismo della memoria, dei “bei tempi andati”, che nulla ha a che fare con la ricerca seria; consapevoli anche dell’autoreferenzialità estrema del mondo accademico, poco propenso a far uscire la storia dalle sue sedi tradizionali per farsi strada tra le persone comuni, “sporcandosi” con la divulgazione; siamo però altrettanto consapevoli delle problematiche legate all’insegnamento di questa disciplina, che sconta un reale problema: la mancanza di un metodo, di un “saper fare” utile agli studenti e alle studentesse per orientarsi nella complessità del mondo, che sappia rendere la storia uno strumento operativo e non un semplice esercizio mnemonico in vista della verifica.

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Aldo Giannuli

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Comments (9)

  • Per come viene insegnata è meglio così.
    Il problema legato all’insegnamento di questa disciplina non è solo la ‘mancanza di un metodo, utile per orientarsi nella complessità del mondo’, ma soprattutto il taglio ideologico di chi la insegna in scuole e università. Coloro l’hanno prima utilizzata per promuovere ‘comunismi’ e ‘progressismi’, e più di recente immigrazione di massa e ‘cultura della diversità’. Orwell li saluta 🙂

  • Condivisibile. Tuttavia mi chiedo: se l’impostazione da cruciverba è talmente odiosa e lo scopo della storia è fornire strumenti critici a cosa, di nuovo, serve la storia, visto che gli strumenti critici per costruirsi la propria personalità e la propria capacità di ragionamento e di analisi possono essere strutturati attraverso altri percorsi? C’è uno studente, credo un dottorando all’università, che su FB e su YouTube sta generosamente conducendo una serie di iniziative volte allo sviluppo di un modo di ragionare in maniera logica, affrontando e commentando i temi più disparati, a volte partendo dall’analisi di banalissimi “meme” che circolano nella cloaca della grande rete. Finora non ha mai trattato di storia, eppure le considerazioni di metodo e di logica affrontate e proposte sono tutt’altro che banali.

  • VERGOGNA !
    I gendarmi francesi hanno perquisito gli uffici del partito di Melenchon, la sua casa e quella dei suoi collaboratori, sequestrando hardk disk e altre periferiche, con l’accusa di falsi impieghi al Parlamento europeo e di violazione delle leggi sul finanziamento elettorale.
    In Francia l’azione penale fa capo al ministro della giustizia.
    Al re sole non piace l’opposizione.
    P.s. Che si dice di Sarkozy?

  • Stanotte alle 23:30 il motopeschereccio Gentilon Primo della marineria di Bologna è stato sequestrato dalle motovedette della Jendarmerì francese, al largo del Piemonte, mentre era intento a issare crescioni sulla pescosa Cala del Cimitero dell’Unione Europea. Uomini della Jendarmerì hanno abbordato la nave e vi hanno fatto irruzione con modi spicci, alla ricerca di armi, alcool e stupefacenti. Il natante italiano è stato costretto a far rotta su Massiglia, dove dopo l’attracco, l’equipaggio è stato multato e si è visto sequestrare il pescato. Alle rimostranze del Console italiano di Massiglia, secondo cui il natante italiano si sarebbe rovato in acque italiane, i francesi hanno risposto che i giovani e inesperti gendarmi che erano di pattuglia avevano il GPS made in China e che per loro si sarebbe trattato di un normale incidente, come tanti altri a senso unico avvenuti con l’Italia. Sul punto è intervenuto il presidentissimo, il quale ha invitato a relativizzare la questione e a non strumentalizzare gli errori di quelle schiappe della Jendarmerì. All’Eliseo le proteste italiane sembrano esagate, si pensa a quanto fanno i RAfalle in Siria, dove non chiedono il permesso alla Syria per bombardare.
    Se i francesi non chiedono niun permesso alla Siria, perche dovrebbero chiederlo all’Italia !
    Da Parigi si tende a sminuire la questioneMacron.
    Molti elettori si chiedono se Savini sia interessato a far cadere il governo.
    Ora è giunta l’ora della ninna nanna. Tutti a letto.

  • L’accendersi dei riflettori sullo sconfinamento della gendarmerì a Claviere ha dato un impulso decisivo nel rimpasto governativo francese. Ministro degli interni è un personaggione di quelli che piacciono a M. , il quale gli ha affiancato uno spione.
    Subito dopo, gli sconfinamenti della gendarmerì si sono moltiplicati.
    Da questa parte abbiamo un buon uomo che si trova a gestire una situazione internazionale appena difficile, ma favorevole, che non sa dove mettere le mani, per giunta con palazzo Chigi e Farnesina vacanti.
    Parigi cerca il morto eccellente in divisa, a costo di farcelo scappare di mano loro, pur di scaricare all’estero i propri problemi politici interni. All’Eliseo siede una specie di Galtieri argentino, pronto ad invadere le Falkland per motivi interni.
    Roma non sa far bere a Parigi il suo stesso veleno.
    Tra l’essere anti-francese e a-francese, meglio la seconda, anche perchè questo è un capito del secolare scontro franco tedesco, dove una delle due parti utilizza a turno e sfrutta l’Italia per ingrassarsi.
    Andassero al diavolo entrambi.
    Ditemelo voi se questi sono amici o alleati?
    P.s. Dall’estero nessuno si è schierato a favore della inefficace Roma .. vorrà dir pur qualcosa.

  • Quel gran personaggione che è il ministro degli interni francese, Cristophe Castagner, sulle questioni di confine/Claviere/Cesana sta prendendo in giro Salvini.
    Il retropensiero bacato francese è che siccome a Claviere si parla franco provenzale, quella sarebbe zona che dovrebbe appartenere alla Francia, cioè cosa loro.
    Il pensiero pubblico del ministro invece si appresta a sostenere che “le decisioni unilaterali non possono farci fare passi avanti” (quasi che gli sconfinamenti siano italiani e che l’Italia non abbia il dovere di presidiare la frontiera francese). Il furbone francese però degli sconfinamenti non vuole discutere alla pari, 1 a 1 con il solo Salvini, ma “con gli omologhi europei, (a cui della questione non interessa nulla).
    Castagner è di quelli che tiene per se i vantaggi e dona agli altri i propri punti di debolezza.
    Dubito che quel bravuomo di Salvini sappia inchiodare alle sue responsabilità Castagner.
    I francesi proveranno a fargli firmare qualcosa a proprio vantaggio, con l’accordo sottobanco della Germania.
    Salvini, se proprio non ce la facesse, potrebbe far saltare il tavolo e dare la colpa agli altri.
    Meglio nessun accordo, che una ciofeca di accordo capestro in proprio danno.
    Troppo colplicato per Salvini?

  • Tenerone Dolcissimo

    Una decisione logica.
    A qualcuno dà fastidio una plebe acculturata.
    Pensate se tutti conoscessero bene Adrianopoli … altro che calo al 15%. Il PD starebbe al 5

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