Elezioni amministrative in Francia: è solo l’antipasto
Il crollo dei socialisti e la parallela affermazione del Fn di Marine Le Pen non hanno sorpreso nessuno, ma l’entità degli spostamento è andata al di là delle previsioni. Il Ps paga l’impopolarità di Hollande, dovuta alle sue scelte di governo, ma, più in generale paga la sua posizione scomodissima di gestore della crisi. La sinistra “riformista” non ha e non può avere spazio nell’ordinamento liberista, perché la sua ragion d’essere sta nella mediazione fra capitale e lavoro, mentre il neo liberismo non cerca alcuna mediazione, perché postula semplicemente il dominio capitalistico e la totale subalternità del lavoro.
C’è un errore di fondo: pensare che il liberismo sia la faccia economica del pensiero liberale. Sbagliato: il liberismo è indifferente alla qualità del regime politico e, nella sua variante neo liberista, ha un’anima essenzialmente totalitaria che sopporta la democrazia liberale (debitamente svuotata di senso e con istituzioni rappresentative prive di reale potere decisionale), solo perché teme che un regime autoritario potrebbe ridestare il fantasma del primato della politica.
Dunque, non ha bisogno di sindacati e Parlamento ecc che devono sopravvivere solo come feticci, mentre lo stato sociale deve semplicemente sparire e la stessa Costituzione diventa un inutile intralcio. Ma la sinistra riformista senza Parlamento, sindacati e stato sociale, semplicemente non esiste. E tanto più nel tempo della crisi, quando il capitalismo tende a fuoriuscire dalla democrazia in favore dello stato d’eccezione.
La sinistra moderata, che si candida a gestire una forma temperata di dittatura neo liberista, può reggere, con difficoltà, questa posizione sin quando non precipiti la crisi; dopo, se conquista il governo è costretta solo a fare il lavoro sporco. Quello che rende debole la posizione della sinistra “riformista” è la sua incapacità di immaginare un “altro” rispetto all’ordinamento esistente.
Costitutivamente, la sinistra moderata accetta la dittatura dell’esistente e ritiene che il suo compito sia quello di temperare le ingiustizie del capitalismo, con una serie di conquiste parziali e creando “nicchie” di giustizia sociale.
Quando poi, con la crisi, il capitalismo travolge irresistibilmente conquiste parziali e nicchie di equità, la sinistra moderata, in un primo momento, cerca di resistere, poi si appiattisce, in attesa di tempi migliori. Ma, così facendo, perde il contatto con la sua base ed inizia fatalmente a declinare, mentre la protesta sociale contro la repressione capitalistica, prende altre strade. A volte assai sbagliate o pericolose.
Ora, come in altre circostanze storiche simili, la sinistra moderata diventa la sinistra dell’impotenza, perché non comprende che, lungi dal ridurre il tiro ed abbassare i toni, queste situazioni esigono un confronto radicale sul modello di società: se il capitalismo tende a fuoriuscire dalla democrazia, alla sinistra spetta fuoriuscire dall’ordinamento esistente in direzione opposta.
Nelle circostanze storicamente presenti -qui ed ora- la questione che si pone è quella dell’ordinamento neo liberista dell’Europa, costruito intorno alla Ue ed all’Euro: c’è da decidere se cercare di mantenere in piedi tutta la baracca o buttarla giù a spallate. Su questo sta montando una fortissima protesta popolare di cui il risultato francese è uno dei sintomi, ma non l’unico e non il più pesante.
Quello che si capisce, senza troppa difficoltà, è che vasti settori di ceti popolari (che ormai sfiorano il 25%-30% del corpo elettorale, senza tener conto degli astenuti) attribuiscono all’Euro ed alle politiche di mantenimento di esso (come il fiscal compact) la responsabilità dell’inasprirsi della crisi e, conseguentemente, chiedono il superamento della moneta unica. E si badi che la protesta viene sia da chi guarda dal punto di vista dei paesi debitori (come Italia e Grecia), ma anche dio paesi creditori (come la Germania, Olanda o la Finlandia), che chiedono di tornare alla moneta nazionale o del Nord Europa, perché si ritengono danneggiati dalla condivisione della moneta con i “peccatori del debito”.
Le elezioni francesi, in questo senso, sono solo il vento che annuncia la tempesta di fine maggio. Di fronte a questo, chi si schiera più risolutamente in difesa dell’attuale ordinamento europeo è proprio la sinistra moderala del Pd, Ps francese e spagnolo, Spd ecc. E persino la “Sinistra Europea”-Gue (accusata di essere euroscettica perché osa mettere in discussione il fiscal compact) pur vagheggiano una vaga ed improbabile “altra Europa”, non osa mettere in discussione l’attuale assetto istituzionale europeo.
A testimoniare dell’incredibile ottusità dei socialisti francesi, viene l’appello alla “solidaritè repubblicaine” verso la destra gaullista. Geniale: c’è una protesta che monta sulla base del fatto che la gente ritiene uguali sinistra e destra moderate ed i socialisti che fanno? Propongono il blocco elettorale comune fra loro e i gaullisti! Con maggiore intelligenza, la destra ha lasciato subito cadere la proposta e si predispongono ad avere le mani libere nel rintuzzare l’assalto lepenista.
Adesso, magari capite perché è una fortuna che in Italia ci sia il M5s senza del quale rischieremmo che il malessere si incanali verso la Lega o magari Forza Nuova.
Aldo Giannuli
p.s. Per chi volesse approfondire, segnalo questa lezione del laboratorio organizzato dall’Associazione Lapsus, la prima parte è un approfondimento storico sul front national, di Guido Caldiron
aldo giannuli, capitalismo, elezioni europee, euro, europa, front nationale, hollande, liberismo, m5s, marine le pen, neoliberismo, unione europea, uscire dall'euro

ilBuonPeppe
Io questa fortuna non la vedo proprio.
M5s incanala effettivamente una consistente fetta di scontenti, ma poi li tiene impantanati su posizioni ambigue; di fatto hanno una posizione simile alla lista di Tsipras, con proposte che fanno ridere. Anzi, piangere.
In questo senso, il M5s di fatto è collaterale al sistema di potere e impedisce che il grosso della protesta trovi altri sbocchi. Qualcuno può anche pensare che sia un bene, ma questo non è più tempo per le mezze misure; come dice lo stesso Grillo, siamo in guerra, e in guerra questi comportamenti non sono accettabili.
aldogiannuli
Buon Beppe: i limiti del M5s mi sono ben presenti, ma preferiresti una Lega o una Forza Nuova al 25%
E poi una cosa: certi giudizi sul M5s prescindono totalmente dal fatto che è un movimentro molto giovane ed in piena evoluzione, per cui è anche possibile che muti in meglio (ovviamente anche in peggio, ma si può lavorare per un esito positivo)
Heraclio
Bell’analisi, incredibilmente sono d’accordo con lei.
Ovviamente fino ad un certo punto. Due annotazioni:
1) anche se lei si ostina a non voler leggere e a far finta di niente, ma le formazioni interne al Gue non hanno una posizione unanime, ma si dividono tra una parte antiliberista e antieuro, ma prudente, che quindi non si dichiara ufficialmente per la rottura dell’Ue; e una parte, invece (quella maggioritaria, ad essere onesti), dichiaratamente anti-Ue (tra cui la sinistra di Syriza). Quindi dire che il Gue non ha una posizione su questo, è proprio sbagliato oltre che scorretto.
2) Mi interessa invece la sua conclusione: quindi siamo d’accordo che l’elettorato del M5S è un elettorato solo in parte di sinistra e che per buona parte raccoglie voti potenzialmente di estrema destra. Bene, mi fa piacere: trovavo strano avesse un leader demagogo, un’eminenza (neanche troppo) grigia liberista, una “cultura politica” qualunquista e una base di sinistra, come diceva lei.
Scherzi a parte, la invito a prestare attenzione: la nostra ondata populista e di destra noi l’abbiamo avuta (e continuiamo ad averla) proprio nel Cinque Stelle; capisco che lei non lo possa accettare, sostenendo pubblicamente questa formazione, ma il vuoto della sinistra produce dei mostri anche qui e le reazioni non sono tutte uguali. In Francia funziona il nazionalismo, il razzismo e la paranoia securitaria; in Italia, accanto a questi elementi presenti sullo sfondo, funziona di più la retorica anti-Casta e centrata sulla corruzione. Ma il risultato è simile: non a caso, l’asse Fn-M5S non l’ha inventato la Le Pen, ma Grillo qualche mese fa.
H.
salvo lombardo
i senza lavoro sono fuori dalla societa,e quindi legittimati,a non riconoscerla e a non osservarne le leggi, fatte da questi porci di politici che non li rappresntano,e le elezioni francesi lo hanno dimostrato!
Vincenzo Cucinotta
Caro Aldo, vedo che anche tu hai deciso di aderire alla corrente di pensiero che tende a differenziare il neoliberismo dal liberalismo. E’ molto difficile affrontare un tema di questa portata nel breve spazio di un commento, ed io milimiterò ad intervenire sul metodo. Voglio dire che se si vuole sostenere questa tesi,bisogna allora specificare quali principii fondamentali del liberalismo siano stati abrogati dal neoliberismo. Che il neoliberismo nella pratica accantoni tutto ciò che gli fa da ostacolo, non mi pare sufficiente per creare questa discriminazione.
La mia tesi è opposta, e cioè che solo oggi il liberalismo riesca a portare alle estreme conseguenze quanto è già contenuto nei suoi principii. E’ invece vero che il neoliberismo non sia compatibile con l’ordinamento democratico, e ciò pone il problema aggiuntivo di meglio separare a livello concettuale la democrazia dal liberalismo.
Capisco che il mio appaia un discorso teorico che qualcuno potrebbe perfino trovare ozioso, ma io invece sono convinto che la rovina del pensiero della sinistra sia conseguenza dell’avere incorporato come parte dei propri principii fondamentali il liberalismo.
Come noto, ciò è avvenuto storicamente nel ’68 che considero ormai come l’inizio della fine della sinistra.
Pertanto, sono sempre più convinto che il riscatto della sinistra (qualunque cosa si voglia intendere con questo termine) passi attraverso il ripudio del liberalismo.
MAURIZIO BAROZZI
Il fenomeno Le Pen è in fenomeno ambiguo e del tutto particolare, basti considerare che il populismo che viene agitato, ha un sottofondo liberale e filo sionista il che è tutto dire.
Comunque nessuno pensi che, in termini di successi elettorali, possa essere ripetuto in Itlaia, dove le destre non a caso sono disintegrate in una miriade di partitini. Il fatto è che la Francia ha tradizioni storiche di posizioni indipendentiste, anche antiatlantiche, riferibili a De Gaulle, mentre in Italia, tutto questo non c’è perchp le destre italiane a cominciare dal Msi, hanno sempre e solo avuto posizioni filo atlantiche e filo statunitensi. Queste cose si pagano.
david arboit
Capita di rado. Ma capita. Sono completamente d’accordo con il prof.
leopoldo
rimane sempre la questione di come rinvigorire le istituzioni e che diventino efficaci ed efficienti.
massimo
Aldo, io il M5S l’ho votato, con considerazioni vicine alle tue, ma guardandolo ora mi sembra molto più una risposta “calmierante” interna al sistema di potere neoliberista che un oggetto in grado di metterlo in discussione… insomma tutti contro la casta e gli sprechi (quali sprechi?) e pro un sistema darwinista/meritocratico/liberoscambista basato su una fittizia democrazia digitale, che in una terra regina del digital divide fa un po’ ridere da sè…. finisce che per queste europee io mi voterò la destra, il messaggio deve essere forte e chiaro, se a sinistra la si smette con ste liste tsipiras forse c’è la possibilità di riaprire una discussione sennò mi toccherà valutare una scheda nulla alle politiche o peggio…
Eraclito
Premesso che condivido tutta l’analisi sulla sinistra moderata e sul neoliberismo è su questo punto che non capisco/condivido:
“Nelle circostanze storicamente presenti -qui ed ora- la questione che si pone è quella dell’ordinamento neo liberista dell’Europa, costruito intorno alla Ue ed all’Euro: c’è da decidere se cercare di mantenere in piedi tutta la baracca o buttarla giù a spallate. Su questo sta montando una fortissima protesta popolare di cui il risultato francese è uno dei sintomi, ma non l’unico e non il più pesante.”
Non capisco/condivido questa opinione perchè l’autore non tiene conto di due dati storici: liberismo e neoliberismo sono due concetti distinti e che l’Unione Europea non è nata come una potenza neoliberista ma come un sistema a mercato liberale. Quella di oggi è solo un’Europa degenerata dalla sua idea iniziale.
Quindi non bisogna buttare giù niente, ma solo correggere. Sempre ovviamente che si voglia ancora un mercato comune liberale…
alberto
dottor giannuli,
analisi perfetta.
il problema è che molti militanti di sinistra, purtroppo, non hanno il coraggio di cambiare: si inneggia al che guevara, ma poi, quando è necessario alzarsi da terra e bestemmiare dicendo che “acquì no se rende,si lucha hasta la muerte!”, essi si rifugiano presso la mitologia-ideologia di partito e si và a votare pd, perché di là sono fascisti o al meglio “non capiscono un cazzo”.
ci vuole uno scatto d’orgoglio, qualcosa che va oltre al puro pensiero, alla ragioni della moderazione senza via d’uscita, al fatto che la destra è ed è sempre da osteggiare; il mondo non và così, è più complesso, le interconnessioni sono ormai a un livello magmatico e non è più tempo di dicotomie funzionali agli apparati ideologici; uscire dal proprio seminato è sempre e più che mai necessario; la scelta è: uscire dalla trincea e affrontare le pallottole, oppure morire in trincea mangiati dai topi: è tempo di decidere se vivere o morire in dignità, oppure morire affranti dal minimalismo decadente di questa epoca senza nerbo.
diciamocelo: a destra sono più consapevoli, più grintosi, più concreti nella lotta ed è per questo che in francia hanno vinto; a sinistra stiamo dietro ai fabio volo, jovanotti, fazio e company, al veltronismo demolitore dei valori della resistenza: ma dove vogliamo andare conciati così, per l’amor di iddio!!
sveglia gente di sinsitra!!
sveglia gente di sinistra!!
a mare gli svendoli, i ferreri, i renzie, il mainstream mediatico di narcotizzazione delle coscienze; ma come, non l’avete ancora capito!!
scusate per la rabbia, ma sono troppo, troppo incazzato!!
saluti
alberto
Gaetano
Leggendo i commenti su questo blog mi sembra che molti abbiano adottato la “linea Bagnai”,cioè votare qualsiasi forza politica che propugna l’uscita dall’Euro senza se e senza ma,indifferentemente dal resto dei contenuti politici di quest’ultima. Volevo chiedere a lei,professor Giannuli,cosa ne pensa di questo approccio
aldogiannuli
Gaetano. io voterò il m5s perchè mi dà la possibilità di votare un movimento a base democratica (pur se fra pasticci ed approssimazioni) che è contro l’Euro. Mentre non voterei mai Lega, Fli o Foirza nuova.
Personalmente sono contro l’euro da quando se ne iniziò al parlare a metà anni novanta
Gaetano
Professore,
evidentemente molti qui non considerano il M5S abbastanza anti euro,troppo ambiguo su certi punti (vedi referendum sull’Euro) per votarlo.Invece voterebbero qualsiasi cosa pur di uscire dall’Euro,volevo appunto sapere la sua opinione su questo,se una “uscita a destra” sia davvero così disastrosa
aldogiannuli
gaetano: ripeto quello che ho detto a giandavide: anche se non potrebbero restaurare il faascismo ci starebbe poco da stare allegri con le varie Fn, alba dorata cc. Per questo è bene rimarcate una cosa: noi (o almeno chi vi parla) siamo per l’uscita dall’Euro ma per una soluzione democratica che mi pare nobn sia esattamente quella che vogliono i vari partiti di estrema destra
Andrea T
@Heraclio:
Scusi, eh, ma io faccio veramente fatica a capire i discorsi del tenore del suo commento:
“L’elettrorato del M5S è solo in parte un elettorato di sinistra” etc etc etc.
Quelli “de sinistra” che utilizzano queste argomentazioni mi fanno non so se più rabbia o pena. Ancora non vi rendete conto che siete dei falliti (politicamente parlando) proprio per queste motivo: ma CHI attribuisce queste patenti di sinistrità D.o.c.? La Spinelli? Florea D’Arcais? Ferrero? Vendola (tra una poesia e una chiamata con Riva)? Dall’alto dei loro attici sull’Aventino o in qualche altro salotto buono dove si disquisisce in perfetta dizione (e senza dire le parolacce, perbacco!) di qualche varietà indocinese di marxismo -leninismo in salsa trozkista? Roba che – come rendeva brillantemente uno degli intervenienti di questo blog – ci vorrebbe un apposito corso di Laurea Magistrale per indottrinarsi in questo modo.
Questa sinistra mi fa pena! E, secondo me (magari mi sbaglio), ha smarrito le fondamenta del marxismo che parte prima dall’appartrnenza di classe (proletari…) e, soltanto dopo, arriva all’organizzazione e all’appartenenza politica (…unitevi!) .
giandavide
allora. vorrei capire se l’aldo giannuli di oggi è lo stesso che qualche tempo fa riteneva impensabile un ritorno in auge del fascismo. dato che in tal caso il m5s salvaguarderebbe da un pericolo inesistente. in caso contrario è irrilevante la configurazione specifica iniziale di un movmento di estrema destra, dato che per la deriva fascista si può sempre attendere. per il resto, riguardo allo stato comatoso della socialdemocrazia, non posso che essere d’accordo. con un appunto: i paesi con leggi elettorali maggioritarie sono quelli che si trovano più in sofferenza in questi contesti, dato che si tratta di leggi che favoriscono la stagnazione politica quando i partiti principali non sono più egemoni ma non si sono ridotti oltre una soglia critica, e il cambiamento traumatico e discontinuo quando queste forze diventano troppo deboli per competere seriamente in un sistema maggioritario.
per il resto trovo oziose le distinzioni del professore tra sinistra socialdemocratica e le realtà più a sinistra di questa: la differenza principale tra è che nel secondo caso non ci sono i voti per attuare le politiche che propugnano. non mi ricordo di casi in cui “l’estrema sinistra” abbia avuto i voti per governare, comprovando le tesi del professore, che rimangono quindi un piissimo processo alle intenzioni.
quindi non vorrei che il discorso in realtà verta sul solo punto evidente della questione: con gli argomenti da sfigati della sinistra non si raccattano nemmeno i voti dei parenti, quindi è necessario solleticare le corde del messianismo autoritario (uno sport italiano forse più popolare del calcio) e aspettare fiduciosi l’immancabile trasformazione alchemica dalla merda all’oro.
@ vincenzo cuciontta: come fai a distinguere in modo così netto il liberalismo come fenomeno economico e il liberalismo come fenomeno sociale? ad esempio, riguardo la libertà di religione, come la pensi? sei per il cuius regio, eius religio? oppure hai abbracciato anche tu delle pericolose derive liberali?
aldogiannuli
giandavide: Foprza Nuova, Alba dorata ecc sono fascismo della più dell’acqua non c’è dubbio, ma se anche avessero il 51% il fascismo non tornerebbe perchè la storia non si ripete. Ciò non di meno nonb sarebbe certo una situazione allegra, ti pare? Anche il fn non è esattamente fascista (o meglio è una forma di fascismo molto annacquato) però non sono affatto contento che la protesta anti euro stia prendendo quella strada
Que se vayan
Scrivo in francese. Aldo c’ha le p. di sporcarsi le maniche con la realta’ e per questo merita rispetto. Molto + di quelli che stanno male senza la cadrega sotto al c.
Ma qua se nessuno costruisce un cantiere di lotta transnazionale ci rimangono soltanto due tristi strade di ritorni indietro.
Sono sicuro che gli ucraini avevano 1000 e piu’ buoni motivi per buttare giu’ a spallate il regime. Ma lo hanno fatto dentro l’egemonia di gruppi organizzati nazisti.
Io non capisco che che proposta ci sia dietro a questo Euro-scetticismo pieno di tecnica e vuoto di politica. Okkio che ‘riveno n’altra volta i ’30.
Tenerone Dolcissimo
Vorrei tanto capire quali paesi soffrano sotto il tallone di dittature liberiste o neoliberiste. Vorrei anche sapere con quali violenze sono andate al potere queste dittature e quali uomini ne siano esponenti. Vorrei infine capire il significato di questi termini, sicuramente non coniati da un liberale.
Quanto all’euro -da me avversato, come il compianto Milton Friedman- osservo che ha fatto danni più che per se stesso, per le soprattutto per le iniziative demenziali che lo hanno accompagnato tipo fiscal compact.
Ma per dare a cesira quel che è di cesira, noto che la sua persecuzione è tipica di chi è responsabile dello sfascio in cui viviamo. Giorni fa Salvini ci ha spiegato che prima dell’euro venivano derubati e tutto andava bene. Poi è arrivato l’euro e tutto è franato. Se togliessimo l’euro torneremo ad essere derubati e contenti.
In conclusione, lo statalismo è una triste malattia che blocca la crescita e fa rimanere bambini, come quando si aspettava che la mamma ci imboccasse. Anche ora molti aspettano che lo stato provveda ai loro bisogni anche psicologici, come i minorati mentali che hanno bisogno della televisione di stato in quanto da soli non sono neanche in grado di scegliere qualetrasmissione vedere in tv.
Robert Daniel Clementi
Noi non possiamo fare come la Francia o altri paesi Europei.
Noi dobbiamo pagare il Debito in Euro,non possiamo tornare alla Lira.
Anche se quando c’era la Lira stavamo economicamente bene!
Noi Giovani non abbiamo un futuro, non esiste più il posto fisso “Scodatevelo”.
Ancora nel 2014 sento dire: Lo Stato non ha i soldi.
Nelle Varie dirette politiche in televisione, abbiamo visto quando guadagnano i parlamentari, cifre da brivido da 40 mila Euro ad un massimo di 100 mila Euro al mese.
E ancora si dice: Lo Stato non ha i soldi?
Questa cosa mi fa incazzare come una iena!
Almeno finiamola con questa Pagliacciata.
Invece di ridurre la pensione alle persone comuni, cominciamo ha dimezzare definitivamente lo stipendio dei parlamentari.
Vergognoso un senatore a vita come Andreotti prendeva 100 Euro al mese!
Questa è un’offesa alla vera povertà!!!!
Da Robert Daniel Clementi R.D.C.
Se la sinistra non fa il suo lavoro... - pleonastico
[…] spunto da un articolo dell’ottimo Aldo Giannuli, che parte dal risultato delle elezioni amministrative in Francia e passa poi ad analizzare il […]
SantiNumi
Peccato che il “M5S __NON__ E’ CONTRO L’€URO”
E lo dice chi è stato attivista e ama e apprezza i valori che hanno unito lo zoccolo duro della base.
Destra e Sinistra, prima di essere un concetto politico, hanno un senso ECONOMICO. Tutto il resto è cosmesi.
FN ha un programma economico di sinistra, quindi è de facto sinistra economica, cioé SOSTANZIALMENTE socialista. Tutto il resto è DESTRA ECONOMICA.
La linea del M5S, per motivi insondabili, ha come posizione la “non posizione” che è DE FACTO una POSIZIONE PRO EURO. Inoltre le europee NON SONO LE NAZIONALI per poter far gli schifiltosi: la Lega Nord è da sempre Tea Party come gran parte dei partiti di destra e molti di pseudosinistra (la sinistra economica in Italia non esiste), ma alle europee è possibile scegliere ancora il faccione dei rappresentanti: i DEMOCRATICI voteranno Salvini CHE HA STUDIATO e ha risposto all’appello della Le Pen che ha ricordato a questa vergogna storica che si fa chiamare sinistra che I VALORI IDENTITARI sono… VALORI!
Per chi non ha ancora capito cosa è l’internazionalismo liberoscambista da cui è DA SEMPRE stata progettata l’unione europea, suggerisco:
http://www.ilmoralista.it/2014/03/25/2084-bestie-di-ventotene/
Il problema non è il nazionalismo: il problema è che “per far unire i proletari di tutto il mondo” è necessario distruggere il senso di Patria facendo il gioco di quel genio servitore della Corona di nome Adam Smith.
aldogiannuli
Santi Numi. A me risulta che il M5s sia contro l’Euro ma con un ragioonamento un po contorto per il quale bisognerebbe costringere la Germania ad uscire dall’Euro (dopo di che è ovvio che l’Euro non ci sarebbe piu)
giandavide
ammetto che è meglio grillo della lepen, ma in entrambi i casi sono presenti istanze di destra il cui ruolo futuro è tutto da vedere, e non darei per scontata un’evoluzione positiva di questi movimenti, per usare un eufemismo, dato che ritengo che questa conformazione ideologica sia transitoria.
per il resto non ritengo contorta l’idea di escludere la germania dall’euro: è semplicemente impraticabile. ma, data l’effettiva scarsità di soluzioni praticabili, non mi sembra l’uscita peggiore di grillo, e non è certo meno assurda della prospettiva di un’uscita italiana dall’euro, dato che lo stato nazione italiano è così malridotto che in capo a qualche mese ci ritroveremmo l’italia divisa in tanti comuni più lo stato pontificio.
SantiNumi
@aldogiannuli
Professore… non so più cosa dire.
Quella dell’ “uscita dall’alto”, cioà della Germania che esce per prima è il “suggerimento” di diversi premi Nobel, tra cui Stiglitz: il motivo non è assolutamente contorto: la Germania è il Paese che porta all’estremo gli squilibri da bilancia dei pagamenti dell’eurozona (mercantilismo tramite deflazione sariale interna) e sarebbe un segnale meno “preoccupante” per Dio Mercato in quanto sarebbe un segnale della dissoluzione dell’unione monetaria concertato bene e non in modo disordinato.
MAGARI il M5S la pensasse così!
Sino ad ora ufficialmente vorrebbe chiedere gli eurobond e, solo allora uscire dall’euro, dopo il nein…
Nel frattempo nell’uno e nell’altro caso la “terra dei fuochi” si estenderà dal mediterraneo, alla Francia e all’Irlanda, con un ottimo riserva di giovani disoccupati da arruolare contro Mosca e Pechino.
Fanno il gioco di temporeggiare e, SOPRATTUTTO, non fanno informazione. A differenza dei buzzurroni leghisti che rappresentano qualche piccolo imprenditore che deve aver mangiato la foglia.
La mia opinione è che in queste europee (che non sono le politiche!) non deve essere premiato chi ha preso una sfilza di voti fingendo un antieurismo doppiogiochista, prendendo in giro anche il sottoscritto.
Con rispetto.
Vincenzo Cucinotta
@giandavide
Temo o di non aver capito la tua risposta o più probabilmente di non essermi espresso in maniera sufficientemente chiara.Contando sulla seconda delle due ipotesi, tento di spiegarmi meglio.
Io non distinguo per niente il liberalismo economico dal liberalismo sociale, io sono contrario ad ogni aspetto del liberalismo. Il che ovviamente non significa che non condivido nessuna delle conquiste del liberalismo. Essere contro il liberalismo per me significa essere contro i suoi principii basilari.
Non mi fare per favore domande a cui sai che non posso rispondere succintamente, come quella sulla libertà religiosa.
Io ho introdotto una discussione che so essere difficile e del tutto inadatta a questo ambito in cui stiamo scrivendo soltanto perchè desideravo capire da Aldo, che mi pare fa una premessa e non intende argomentarla più di tanto, quali elementi di principio, gli unici che possano giustificare giudizi così radicalmente opposti, distinguano liberalismo e neoliberismo: io non ne trovo neanche uno, mentre è vero che il neoliberismo è ferocemente oligarchico e del tutto antidemocratico, ma non mi pare sia corretto dire che sia anche antiliberale.
Gaetano
@SantiNumi
a me l’idea di alcuni economisti (dalle quali tu sei stato sicuramente influenzato) secondo la quale alle europee non importa cosa voti purchè sia anti euro mi sa di disprezzo di qualsiasi tipo di valore e risultato portato da determinate forze politiche.Ma come si fa,dico io,dopo aver votato il M5S a voler votare dei Neanderthal che avrebbero l’unico merito di aver capito come cavalcare la protesta dilagante, e allo stesso tempo a voltare le spalle a un movimento con con tutti i suoi difetti si è dimostrato coerente e,come ha sottolineato il professor Giannuli,ancora in divenire?
eliogabalo
Condivido l’analisi su destra e sinistra.
Il problema è che si esce dall’euro all’improvviso, senza referendum, tra l’altro illegale, pena una catastrofe finanziaria. È questo il problema dei ms5, non sono antieuro, temo che, al contrario, siano uno specchietto per le allodole, dichiarandosi anti sono in realtà a favore.
aldogiannuli
eliogabalo, be nessuno ha detto che l’unico modo di uscire dall’euro debba essere quello più traumatico
giandavide
@vinncenzo cucinotta. io credo che tu sappia benissimo che il liberalismo ha dei caratteri relativistici che gli hanno permesso – solo in alcuni contesti storici, e non in quello odierno – di intrattenere un rapporto dialettico con le istanze di altre ideologie, come quella socialista. per quanto riguarda il liberismo queste caratteristiche non ci sono, dato che si pone in termini assoluti nei confronti dell’esistente. in questo senso liberismo e liberalismo possono tranquillamente essere contrapposti, dato che il primo ha perso la dimensione dell’individuo per privilegiare quella delle entità astratte come le corporations, che con la deregolamentazione dei mercati sono diventati entità sovraumane. d’altra parte il liberalismo ha tre secoli sul groppone, mentre il neoliberismo poco più di mezzo, il che dovrebbe portare a pensare che si tratta di due sport diversi: in un caso la storia del pensiero occidentale, nell’altro l’attualità politica.
Vincenzo Cucinotta
@giandavide
Attento però a non confondere le premesse dalle conclusioni. Non credo che esista un liberista che dichiari esplicitamente che a lui preme garantire solo le grosse corporations. Sarebbe una tesi del tutto indifendibile in ambito politico.
I liberisti difendono sempre i diritti dell’individuo, e così avallano qualsiasi porcheria.
Io penso tuttavia che sia inefficace prendersela con le porcherie e condividere però una visione che vede la società come un insieme di individui titolari di una serie di diritti.
E’ chiaro che qui, per ragioni di spazio ed anche di opportunità, mi devo limitare ad enunciare il mio punto di vista, non posso argomentarlo (e comunque, c’ho scritto un libro e nel mio blog capita a volte che ne tratti più distesamente).
Pierluigi Tarantini
“Sarò breve e circonciso”.
Il deputato M5s Davide Tripiedi prende la parola nell’aula della Camera per intervenire ed inizia il suo discorso così:
“Sarò breve e circonciso”.
Adesso capisco perché è una fortuna che in Italia ci sia il M5s senza il quale rischieremmo che il malessere si incanali verso la Lega o magari Forza Nuova.
Almeno questi fanno ridere.
Pierluigi Tarantini
Ps.
Non voglio dire che nel M5S non ci siano parlamentari validi…
Bè, c’erano…
aldogiannuli
No Pierliuigi posso garantirti che ci sono sette o otto che stanno venendo su abbastanza bene e promettono. Poi vediamo se mantengono, ma per ora sembrano sulla strada giusta
Giorgio
Il Movimento5Stelle NON è contro l’ Euro.
E’ un movimento che è stato ” coccolato ” da quasi tutti gli organi di informazione come Radio24 di Confindustria oppure, al limite, hanno goduto della neutralità di Stampa e Telegiornali.
L’ esatto opposto al trattamento ricevuto dalla Lega Nord che ha subito da sempre un pestaggio mediatico.
Il motivo ?
Il M5S NON fa paura a nessuno anzi, è stato favorito proprio per intercettare i voti degli italioti delusi dalla Moneta che fino a ieri adoravano.
maurizio
ho seguito l’intervista a Grillo di Mentana e mi sembra che non abbia parlato di uscita dall’Euro senza se e senza ma come vorrebbero la DePen, la Meloni e Salvini…. ma prima di cercare di rinegoziare il debito e il fiscal compact con l’Europa..e se non verremo minimamente ascoltati a questo punto si prenderà in considerazione l’uscita dall’euro
credo che i danni che provocherà l’applicazione rigida del fiscal compact con il pareggio di bilancio alla fine potrebbero essere molto maggiori dell’uscita dall’euro… la disoccupazione salirebbe a tripla cifra…
Roberto Buffagni
Gran fortuna, così restiamo dentro la tonnara UE in saecula saeculorum.
SantiNumi
@Gaetano
La pensavo come te: fin tanto che mi son dovuto ricredere e fare un’inversione a “U”.
L’influenza dei prof. Borghi e Bagnai è massiccia perché sono stato costretto ad approfondire temi che ho sempre conosciuto in maniera epidermica e che ora ho sentito il dovere di comprendere a fondo: temi che ho scoperto essere dirimenti per la lettura del reale e INDIPSENSABILI per chi si occupa di scienze sociali. Un’analisi politologica, sociologica senza solide basi macroeconomiche è da rapportare ad un analisi strutturale di un ingegnere che non conosce la fisica e la matematica.
E’solo la mancata percezione di ciò che sta accadendo che non ci permette di reagire di fronte a qualcosa di molto simile al nostro genocidio. E se sei abbastanza informato da sapere realmente cosa succede in Grecia e Portogallo, sai che la mia non è un’iperbole.
maurizio
Questi 7 o 8 li darei in prestito o in comproprieta a qualche altro partito,come fanno le squadre di calcio.Nel M5s dove dominano il proprietario del marchio e quello del web,non hanno spazio.I due non hanno pazienza,mentre con i giovani del settore giovanile bisogna aver pazienza.Diamoli in prestito,si faranno le ossa.
Consiglierei in Italia Fratelli d’Italia,Lega Nord.Il Pd no,non imparerebbero niente,come ci ripete ogni due per tre il professore e poi adottano schemi diversi,superati,con pessimi allenatori e dirigenti.Se si opta per l’estero c’e’ solo l’imbarazzo della scelta:Fn innanzitutto,ma anche in Olanda il partito di Wilders,Jobbik,Vlaams belang in Belgio e tanti altri,in Usa il Tea party
Gaetano
@Perluigi
quindi,secondote, i validi all’interno del M5S sarebbero quelli che sono stati espulsi,cioè quelli che si sono voluti tenere i loro stipendi da parlamentari?
giandavide
@vincenzo. se si considera l’apparato concettuale del neoliberismo è veramente difficile trovarvici l’individuo, che se è povero non èun attore interessante, se è ricco avrà già trovato dei modi per garantire i suoi profitti individuali senza il fastidioso inconveniente di avere delle responsabilità individuali. gli altri per un neoliberista sono dei poveracci sfigati che costano soldi allo stato e che sono troppo poveri per fare realmente parte dei circoli neoliberisti, che sono stati fondati da persone molto ricche.
giandavide
per quanto riguarda il liberalismo invece in 300 anni si sono viste posizioni estremamente differenti tra loro. anzi, verso la fine degli anni 40 qualcuno pensava che il liberismo stesse diventando troppo socialista, e per combattere queste pericolose tendenze si è rivolto ad hayek e fridman con i risultati che tutti conosciamo
Tenerone Dolcissimo
Resto in attesa di una definizione di liberismo e di come prendano il potere le dittature liberiste
Vincenzo Cucinotta
Nel liberalismo, è centrale il concetto di mercato. Finchè esso si è dovuto confrontare con la tradizione, la chiesa cattolica, nobiltà e resistenze di ogni tipo, il mercato è stato in qualche misura delimitato sia come ambito di applicazione che come coerenza di applicazione. Una volta che il liberalismo ha vinto, tutto è diventato mercato, non v’è nulla nella società liberale contemporanea che si possa considerare al di fuori dei suoi effetti, e qualcuno grida al liberismo, ma è la stessa cosa di prima, solo portata alle sue estreme conseguenze.
Ciò si traduce nei fatti nel possesso delle persone (la famosa biopolitica) che si è rivelato un mezzo ben più efficiente per esercitare un potere assoluto rispetto alle dittature di un tempo
Mentre nei sistemi dispotici, le opinioni divergenti da quella del dittatore erano proibite, oggi non v’è bisogno di alcuna proibizione esplicita, basta una semplice campagna pubblicitaria e frotte di persone si precipiteranno spontaneamente verso quei comportamenti che si vuole suscitare.
ps. spero che mi perdoniate lo schematismo nell’esposizione, dovuto ad ovvii motivi di sintesi.
simone mercuri
“Adesso, magari capite perché è una fortuna che in Italia ci sia il M5s senza del quale rischieremmo che l malessere si incanali verso la Lega o magari Forza Nuova.”
E se invece l’esistenza di m5s fosse la conseguenza del fallimento di quei partiti come la lega antiUE? M5s è solito ad inserirsi in ogni tematica e dichiararsi contario.Sul tema Ue ha pensato di prendere il posto di quei partiti che han fallito e schierarsi contro la maggioranza, facendo opposizione, che in un momento di crisi e’ senza dubbio la mossa strategica migliore per aumentare il proprio consenso.Il m 5s del resto mi sembra preoccupato in ogni azione solo al consenso elettorale non al benessere del cittadino.
Elia
Consiglio la lettura, per chi non l’ha già fatto, del libro di Emiliano Brancaccio e Marco Passarella “L’austerità è di destra”. Davvero ben fatto e con molte spiegazioni proprio sul neo liberismo e l’ideologia del “più mercato libero” che continua ad avanzare in europa a scapito dei diritti delle persone.
Andrea T
@Tenerone Dolcissimo:
Hai ragione tu. Guarda: mi hai convinto.
In effetti noi viviamo nel “migliore dei mondi possibili”. Come diceva Pangloss al suo pupillo, il giovane Candido: “Chi dice che tutto va bene dice una sciocchezza. È vero: non si può dire che tutto va bene; bisogna dire che tutto va per il meglio” 🙂
Se sei un cittadino, nell’accezione liberal-liberista del termine (cioè un proprietario), e magari hai anche un reddito superiore ai 100.000 all’anno, sei LIBERO di svolgere la tua personalità come meglio ritieni. Lo Stato (il Leviatano) deve solo ASTENERSI dall’interferire con le tue “libertà”.
Chi non è proprietario ed è escluso dal diritto al lavoro (cioè dalla dignità) non gode di altrettanta libertà ed è escluso, di fatto, anche dalla partecipazione alla vita politica economica e sociale? E ‘sticazzi! È “colpa” sua se soccombe alla dura legge della concorrenza tra individui (che, ovviamente, partono tutti a parità di condizioni, d’altronde l’ha spiegato molto efficacemente John Elkan: lui ha avuto successo perché ha saputo cogliere le opportunità che gli si sono presentate al momento giusto!)
E poi lo sappiamo che viviamo in un mondo dove i “mercati perfettamente concorrenziali” (dacché, come è possibile riscontrare quotidianamente, tutte le ipotesi sottostanti a sì concepito modello teorico sono verificate) guidano una “mano invisibile” verso l’equilibrio ottimale, “naturale”. Il 12% di disoccupazione è solo “colpa” di quei perdenti che NON VOGLIONO “sfruttare appieno le opportunità che si presentano loro”.
Perché questa gente “choosy” non mette su una “Start-up”? D’altronde, data l’efficienza dei mercati finanziari (che è sotto gli occhi di tutti) non dovrebbero avere particolari difficoltà a trovare credito per progetti validi. I mercati finanziari funzionano sulla base di “aspettative razionali” (e anche questo è un fatto acclarato, o no?) e riuscirebbero a “vedere lontano” per distinguere una iniziativa valida da un bidone.
Ma forse la colpa è della perfida burocrazia, che si diverte a frapporre ostacoli per tenere in piedi delle clientele. È curioso che, nonostante i tagli che da decenni impazzano e riducono continuamente il personale della P.a. le difficoltà, invece di diminuire aumentino.
Insomma, chi vive nella miseria è vittima di se stesso e al massimo della burocrazia. Noi siamo tutti liberi e felici e lo stato non deve interferire con il nostro agire. Al più intervenga per impedire che i pezzenti non arrechino nocumento alla nostra libertà ( cioè alla nostra proprietà)
Pierluigi Tarantini
@Gaetano
L’interminabile querelle sugli stipendi e sui rimborsi dei parlamentari del M5S è un’argomentazione nazionalpopolare pari a quella dell’abolizione delle province.
Chi la usa o non si rende conto di proporre una banalizzazione fuorviante (e, nel caso dei fuorisciti, strumentale)o è in malafede.
I parlamentari, infatti, sono solo la parte più facilmente identificabile della cd. casta.
La classe dominante è enormemente più ampia e conta decine, se non centinaia, di migliaia di soggetti che, per la sproporzione tra le utilità che rendono alla società e l’entità dei compensi che percepiscono, ben possono essere definiti parassiti.
Ti invito, quindi, ad informarti su quali siano i manager pubblici più pagati al mondo.
Per tornare ai fuoriusciti, per me, di sicuro, c’è solo che hanno avuto le palle di esprimere il loro pensiero.
Ma sono consapevole che, in tempi confusi, il sentirsi parte di un gregge è più rassicurante.
giandavide
mah non analizzerei la cosa in termini di vittoria e sconfitta, ma piuttosto in termini di genealogia. anche perchè i principali ambienti che sostengono che il neoliberismo costituisca l’unico erede accreditato del pensiero liberale sono (guardacaso) gli ambienti neoliberisti.
Gaetano
@Pierluigi Tarantini
votare dei neanderthal solo perchè parlano di uscire dall’euro non fa di te o di altri dei furbi,è che si è passati da un guru (o supposto tale) ad altri,spesso arrivandone ad imitare perfino il modo di parlare,pensa te…
Pierluigi Tarantini
@Gaetano
Nella migliore delle ipotesi devi avere equivocato….
Non sono anti euro essendo convinto che la moneta unica sia necessaria a riequilibrare lo strapotere finanziario americano.
Nondimeno, credo che sia necessaria una diversa gestione della moneta unica.
Quanto ai guru ed ai neanderthal , che dirti…
… cambia spacciatore.
eliogabalo
Io intendevo dire che solo uscendo all’improvviso si puó ottenere una transizione verso un’altra moneta in modo non traumatico. Altrimenti ci sarebbe il bank run e la fuga dei capitali. E allora si sarebbe veramente un disastro.
Tenerone Dolcissimo
@ Andrea T
Svegliamoci. Se in Italia gli imprenditori piccoli non beccano finanziamenti è perché le banche, controllate dall’aristocrazia di regime, investono in titoli di stato, che finanziano le ruberie dell’aristocrazia oppure finanziano i progetti di imprenditori fallimentari inzeppati nelle pratiche dell’aristocrazia, che i tonti come te hanno sempre sorretto, perché gli prometteva una repubblica dei cicciolini dove lo stato avrebbe pensato a tutto.
Quanto a Elkann, è il tipico imprenditore raccomandato dal regime che dal 1922 abbiamo in Italia.
Conclusioni: se violi criticare il sistema liberale, vai negli stati uniti, dove il sistema liberale esiste sul serio. Qui non si sa nemmeno cosa è come dimostri tu.
Zuccherosi saluti
Tenerone Dolcissimo
Vincenzo Cucinotta
Mentre nei sistemi dispotici, le opinioni divergenti da quella del dittatore erano proibite, oggi non v’è bisogno di alcuna proibizione esplicita, basta una semplice campagna pubblicitaria e frotte di persone si precipiteranno spontaneamente verso quei comportamenti che si vuole suscitare
***
Hai parzialmente ragione. Come dimostra la massa di beoti che, imbeccati da campagne pubblicitarie- crede che “se tutti pagassero le tasse, lo stato fornirebbe servizi migliori” e alcuni -i più decerebrati- pensano addirrittura che “se tutti pagassero le tasse, ognuno ne pagherebbe meno” e magari quando sentono che la finanza ha scovato degli evasori corrono a casa a vedere se è arrivato un assegno dell’agenzia delle entrate che rimborsa loro tasse già pagate.
Ma ti invito ad avere più fiducia nell’essere umano: molti -fra cui il sottoscritto- accolgono con sghignazzi e pernacchie i passaggi televisivi di tali campagne. Quindi, come vedi, la manipolazione delle menti è più difficile di quel che credi.
Tenerone Dolcissimo
@ Andrea T
Ma forse la colpa è della perfida burocrazia, che si diverte a frapporre ostacoli per tenere in piedi delle clientele. È curioso che, nonostante i tagli che da decenni impazzano e riducono continuamente il personale della P.a. le difficoltà, invece di diminuire aumentino.
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Sveglia. Da quando avevo i calzoni corti le burocrazie sono sempre aumentate. prima hanno istituito le regioni senza togliere le province, poi le usl stroncando i medici perché le malattie erano causate dallo sfruttamento capitalista e dovevano essere curate dai burocrati mediante la “riappropriazione ludica e socializzante del proprio corpo”. Ricordati che abbiamo 200.000 impiegati pubblici più della germania che ha molti più abitanti di noi. Come insegnano -invano- i liberali più lo stato incassa e meno servizi eroga e più sono gli impiegati statali e minore è il lavoro che4 lo stato svolge.
SantiNumi
@Professore
A proposito di “uscita dall’alto”:
http://vocidallestero.blogspot.in/2014/03/smantellare-leuro.html?utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed:+VociDallestero+%28Voci+dall%27estero%29
Vincenzo Cucinotta
Beh, se ci si vuole consolare, si trova sempre come farlo, magari compiacendosi sghignazzando, ma i risultati sono sotto i nostri occhi. Chi comanda, mette in conto anche i nostri sghignazzi, essi sono irrilevanti (come l’indignarsi d’altra parte).
Tenerone Dolcissimo
Chi comanda, mette in conto anche i nostri sghignazzi,
Sicuro. Anche l’aristocrazia francese sorrideva. E anche re carlo. Poi arrivarono danton e soci. E poi arrivo’ cromwell. E’ meglio prendere in seria considerazione la rabbia antitasse. Almeno quando si ha a che fare con amglosassoni e francesi. Certo noi italiani siamo più bonaccioni, ma anche qui qualcosa si sta muovendo. Io il referendum del veneto non lo sottovaluterei
Andrea T
@Tenerone Dolcissimo
Caro,
Io ho vissuto e studiato negli Stati Uniti, e conosco la “liberale” società americana che non approvo affatto (e dove, comunque, nessun governo, nemmeno Reagan, si sognerebbe mai di far arrivare la disoccupazione al 12% senza intervenire A DEFICIT).
Tu, piuttosto, sai di cosa parli? O hai soltanto visto qualche film hollywoodiano di troppo e imparato tutta la classica sequela di luoghi comuni cui vengono esposti i soggetti della tua risma.
Il problema sono i tonti come TE, non quelli come me.
Qui nessuno può e vuole negare che la P.a. sia stata il luogo della coltivazione di clientele da parte della politica. Tuttavia, negli anni in cui la macchina del clientelismo funzionava a pieno regime il Paese cresceva comunque ad un livello del 2% del PIL (che oggi ce lo sogniamo)
Da tempo sono giunto alla conclusione che sia una cretinata fare continui paragoni con paesi stranieri che hanno una storia una cultura e persino una conformazione geofisica del territorio nazionale completamente differente rispetto a noi. Nessun paese al mondo confina (per così dire) a sud con paesi di lingua araba e religione musulmana e a nord con paese di lingua tedesca e professione protestante. L’Italia è un paese UNICO (nel bene e nel male) che deve trovare il SUO proprio equilibrio.
Se poi vogliamo comunque fare dei paragoni inopportuni con la Germania cominciano da un punto fermo: la Germania ha un livello di spesa pubblica superiore al nostro. Loro le “riforme” non le hanno fatte “a costo zero” per il semplice fatto che NON esistono riforme a costo zero. Le riforme hanno sempre un costo che può essere scaricato sulla fiscalità generale (modello Germania) oppure su singole categorie. Questa retorica del tagliare e tagliare ancora, propagandata a beneficio degli spaghettiliberisti come te, è l’anticamera del sottosviluppo. Non si è ancora capito che la caccia alle streghe oggi contro gli imprenditori e i professionisti evasori, domani contro gli impiegati pubblici fannulloni o i pensionati, È UN GIOCO A SOMMA NEGATIVA. Il Paese si sta disindustrializzando a vista d’occhio. E questo non accade perché la perfida burocrazia impedisce agli imprenditori di lavorare, né perché gli imprenditori non hanno credito, ma perché il Governo negli anni ha via via rinunciato a tutti gli strumenti di politica economica per rimettere in carreggiate l’economia. Tutti tranne uno: la cesoia. Può solo tagliare. E la condizione degli imprenditori migliora o peggiora? Indovina un po’…
…peggiora, caro.
Sai perché? Perché chi percepisce un reddito proveniente dalla spesa pubblica i soldi non li brucia nel caminetto ma li utilizza per acquisire beni e servizi dal settore privato con effetti moltiplicativi. Gli imprenditori non producono per il magazzino ma per vendere. Se i tagli fanno crollare la domanda interna ne risentono soprattutto gli imprenditori
Restando nell’ambito del Capitalismo: non esiste un solo modello di capitalismo. “Libero mercato” e “capitalismo” non sono sinonimi. Il libero mercato è soltanto uno dei possibili modelli di capitalismo. E non è quello accolto dalla nostra Costituzione. Sai perché?
Perché il libero mercato che c’è oggi non è una novità! È un film già visto. È il modello che negli anni ’30 provocò milioni di poveri, disoccupati e diseredati a fronte di una ricchezza smisurata accumulata in pochissime mani e aprì la strada ai fascismi e alla Seconda guerra mondiale.
L’Assemblea Costituente (la nostra così come quelle di molti altri Stati, nel secondo dopoguerra) RIGETTÒ questo modello malsano di capitalismo (in cui, in particolare, si considerava il lavoro – cioè la dignità delle persone – alla stregua di qualsiasi altra merce negoziata sul mercato) per accoglierne uno che non disconosce né la proprietà privata né la libera iniziativa imprenditoriale ma – e QUESTO È IL PUNTO – subordinandole alla pace sociale e alla partecipazione non esclusiva di TUTTI i cittadini. La Repubblica DEVE intervenire (dunque assumere un ruolo ATTIVO, non meramente passivo) per rimuovere gli ostacoli che minano la dignità e la partecipazione dei cittadini (art. 3 comma 2) e mantenere la pace sociale.
Ricordiamo che la crisi politico-istituzionale (oltre che finanziaria ed economica) che negli anni ’20 e, soprattutto, ’30 precedette l’instaurazione dei regimi autoritari è passata alla storia come “Crisi dello Stato liberale”.
Non ci può essere nessuna “libertà” se non c’è uguaglianza sostanziale e dignità per tutti
Tenerone Dolcissimo
@ Andrea T
1) Io non ho fatto paragoni. Ho semplicemente detto che l’Italia non è liberale mentre gli USA lo sono, per cui chi vuole criticare il liberalismo deve andare lì. Sai sono abbastanza stufo di sentire gente che dice che l’Italia è stata rovinata dal liberalismo, senza poi mai dire quali iniziative liberali siano mai state prese.
2) “negli anni in cui la macchina del clientelismo funzionava a pieno regime il Paese cresceva comunque ad un livello del 2% del PIL (che oggi ce lo sogniamo)”
Primo: il clientelismo funziona benissimo anche adesso, se non te ne fossi accorto. Anzi funziona meglio.
Secondo: il Paese cresceva non perché c’era il clientelismo, ma nonostante il clientelismo. Tu fai il ragionamento usuale della casta, che quando le cose vanno bene dice che l’Italia progredisce grazie a loro. Il fatto è che l’Italia progredisce nonostante loro e cioè loro magnano e stramagnano sempre, però imprenditori ed operai riescono a tenere su la baracca. Insomma, lo stato non risolve problemi: lo stato è il problema. E’ il meccanismo usato da ultimo dalla Lega: non siamo alla fame per quello che si sono magnati e stramagnati con regioni e province e si sarebbero magnati con la macroregione, ma per l’euro. È sua la colpa di tutto. Ora che l’euro sia stata una eurostronzata (soprattutto per la legislazione demenziale che l’ha accompagnato) è vero ma forse chissà anche il magna magna qualche responsabilità l’ha avuta. Lo stesso dicasi per il clientelismo. Fino ad un certo punto il mulo italiano ha sopportato il basto. Adesso non lo sopporta più. Tu fai come quel contadino che non dava la biada all’asino per abituarlo a non mangiare e, quando l’asino muore di fame, dice: “porca miseria quest’asino mi è morto proprio adesso che lo avevo abituato a non mangiare”.
3) “Perché il libero mercato che c’è oggi non è una novità! È un film già visto. È il modello che negli anni ‘30 provocò milioni di poveri, disoccupati e diseredati a fronte di una ricchezza smisurata accumulata in pochissime mani e aprì la strada ai fascismi e alla Seconda guerra mondiale.”
La crisi scoppiò in USA, ma negli USA non c’è mai stato né fascismo né altro regime totalitario. Quindi la tua equazione crisi=dittatura sembra la bomba dell’aereo di Ustica che secondo i sostenitori della sua esistenza sarebbe stata messa nel gabinetto sotto il water del velivolo ed esplodendo avrebbe distrutto tutto l’aereo, squarciando lamiere a molti metri di distanza, lasciando però miracolosamente indenne e privo di scalfiture il water.
4) “Perché chi percepisce un reddito proveniente dalla spesa pubblica i soldi non li brucia nel caminetto ma li utilizza per acquisire beni e servizi dal settore privato con effetti moltiplicativi.”
Sì, ma i soldi prima bisogna darglieli! E come? Semplice con le tasse e quindi tassando le imprese ed i lavoratori “veri”. Tu dirai che si può stampare carta moneta, ma così si genera inflazione che poi altro non è che una tassa e la più ingiusta, come si dice. Tu dirai che si può ricorrere al deficit, ma il deficit genera interessi e poi si deve ripagare e per ripagarlo occorre mettere tasse e per pagare gli interessi occorre mettere tasse. Quindi, per assumere parassiti occorre tassare e ogni tassa è recessiva come si capisce anche senza ricorrere a Laffer, ma semplicemente leggendo Robin Hood, ovvero guardando l’Italia dove a forza di tasse le imprese chiudono o se ne vanno e sarebbe interessante che tu cominciassi a meditare su chi le pagherà fra dieci anni le tasse. Quindi, per ogni posto fasullo creato nello stato se ne distruggono due (se non tre) veri nel privato.
Ed è quel che sta succedendo in Italia.
Ti devo ricordare che il superparassita BEFERA (quel bue che dice cornuto all’asino quando accusa gli evasori di essere parassiti) si è recentemente pronunciato contro chi vive alle spalle dello stato. Ora è strano che un parassita si interessi della sorte dell’animale cui succhia il sangue. Hai mai sentito una zecca preoccuparsi della vita del cane nel cui pelo vive? Ma la ragione c’è: BEFERA -che è una zecca più intelligente di quella che vive sul cane, essendosi evoluta- ha capito che una volta chiuse tutte le industrie il suo superstipendio e la sua superautoblu e poi la sua superpensione andranno a remengo, senza parlare del superstipendio del figlio miracolosamente assunto a tempo indeterminato al CONI mentre il figlio del segretario generale del CONI veniva assunto all’agenzia delle entrate diretta da BEFERA.
Ovviamente, ci sarebbe anche altro: come mostra la situazione italiana, incentivare il parassitismo provoca lassismo e disincentiva al lavoro vero e crea privilegi ed una società dove si va avanti solo per diritto di nascita incentivando ulteriormente la tendenza a non lavorare e pretendere uno stipendio dallo stato e dopo viene la corruzione e la mafia ecc. ecc.
5) “Le riforme hanno sempre un costo che può essere scaricato sulla fiscalità generale (modello Germania) oppure su singole categorie”
Diceva la Thatcher che “il socialismo è l’idea di vivere con i soldi degli altri” e poi aggiungeva: “il problema è che i soldi degli altri prima o poi finiscono”. Quindi io aggiungerei alla fine della frase il seguente lacerto: “almeno per un po’ di tempo”. E se fossi in te comincerei a pensare a chi si dovrà depredare per mantenere i parassiti. Perché tra un poco grazie alla tua idea che si può sempre scaricare sul fisco, in Italia non ci saranno più imprese. Forse rimarra’ la mafia alimentata proprio dal keynesismo. Ma dubito che quella si lasci tassare.
6) “Il Paese si sta disindustrializzando a vista d’occhio.”
Si puo’ deindustrializzare anche più velocemente. Diamo qualche alrto calcio in culo agli imprenditori, per indurli a chiudere o ad anadre in croazia o austria ecc…. continua con la storiella che si puo’ sempre scaricare sugli altri, continua.
7) “perché il Governo negli anni ha via via rinunciato a tutti gli strumenti di politica economica per rimettere in carreggiate l’economia. Tutti tranne uno: la cesoia. Può solo tagliare.”
Non mi sembra che si tagli. Le autoblu sono sempre le stesse. Anzia sia Letta che Monti ne hanno comprate altre. Tra il 2001 e il 2009 il numero degli statali è diminuito ma la spesa per le retribuzioni è aumentata. Ecc ecc.
Forse avranno tagliato qualche servizio a te. Ma chi magnava continua a magnare. D’altronde quando si ha a che fare con pirla che bellamente credono che le malattie siano provocate dallo sfruttamento capitalista e quindi vadano curare con la riappropriazione ludica e socializzante e quindi bisogna ridurre ruolo e stipendi dei medici e quindi aumentare ruolo e stipendi dei politici nella sanità … beh quando si ha a che fare con pirla simili sarebbe uno spreco non derubarli.
CONCLUDENDO visto che gli USA li conosci, checcidici del texas che insieme ad altri otto stati ha eliminato del tutto le imposte sui redditi (cioe se il tuo datore di lavoro ti dà 1000 ti ritrovi in tasca 1000 mentre in Italia se il tuo datore di lavoro ti dà 1000 ti ritrovi in tasca 400) e dalle scarse notizie che arrivano qui sta crescendo più della Cina???? Dicci qualcosa te perché qui i giornali queste cose non le dicono ma ci avvertono che la spesa pubblica è una manna dal cielo.