
Gli elettori di sinistra non possono votare per Sala, Giachetti ed il PD: non si vota per il nemico.
Un improvviso amore per la sinistra radicale sembra aver preso i candidati del Pd ai ballottaggi di Roma, Milano, Torino e Bologna: si cerca di arrivare ad accordi, si blandiscono le formazioni di sinistra con la promessa di assessorati, si sottolineano i punti comuni del programma (ma quando mai?), si esalta il passato comune, si fa appello persino alle ragioni del cuore. Uno zucchero!
Ed, al solito, si invocano gli scenari di tregenda qualora si dovessero consegnare le citta alle orrende truppe nere della destra o ai barbari populisti a 5 stelle, salvo poi pregare la destra di Roma e Torino contro i 5 stelle ed i 5 stelle di Bologna e Milano contro i 5 stelle. Cantava Carosone “chi vuò mbruglià?”
Il punto è che i candidati del Pd sono semplicemente invotabili per la semplice ragione che sono del Pd. Ragioniamo con calma.
In primo luogo c’è un bilancio da fare di una scelta che dura da 25 anni, da quando l’introduzione truffaldina del maggioritario ha costretto a scelte sempre più difficili: “votiamo il meno peggio, votiamo la sinistra moderata per non far vincere la destra”. Il risultato di questo ragionamento è che il Pds-Ds-Pd è andato sempre più a destra e, per non far vincere la destra nelle elezioni, abbiamo fatto vincere la destra (quella peggiore) nel Pd. La tattica dell’appoggio critico non ha funzionato, perché il Pd si è abituato all’idea che quei voti di sinistra, al secondo turno, sono scontati e questo ne ha azzerato il valore, annullando anche il potere contrattuale della sinistra radicale che, tanto “cosa altro devono votare? Devono votare per forza per noi”. Dunque un semplice automatismo. E questo ha vanificato ogni autonomia strategica della sinistra radicale riducendola a ruota di scorta del Pd. D’altro canto, se la sinistra sedicente radicale, da quell’11% che aveva prima del 2008, si è ridotta ad uno striminzito 4-5% (mettendoci dentro anche pezzetti di Idv e qualche fuoruscito del Pd) qualche motivo ci sarà. Provate a cercarlo.
E, se sino a Renzi si poteva far finta di scambiare il Pd per un partito di sinistra, nascondendo tutto dietro la foglia di fico del “se no vince la destra”, con Renzi questo alibi non vale più niente: Renzi è la destra. E se Job act, riforma Bankitalia, “buona scuola!” ecc non vi bastano a capirlo, ecco il combinato disposto di Italicum e riforma costituzionale che riduce la democrazia alla scelta, una volta ogni cinque anni, del dittatore temporaneo, azzerando ogni meccanismo di bilanciamento dei poteri, ogni garanzia, ogni organo di mediazione, piegando tutto alla volontà del Premier. Una forma di governo sconosciuta nelle democrazie liberali.
Faccio molte iniziative per il no al referendum nelle quali mi trovo spesso a fianco di relatori di sinistra italiana che denunciano i pericoli di questa riforma per la democrazia, ma, se credete davvero in quel che dite, cari amici, con che coerenza invitate a votare per i candidati Pd ai ballottaggi? Quando si tocca la corda della democrazia vuol dire che c’è un contrasto strategico insanabile e chi attenta alla democrazia non è Un nemico, ma IL nemico principale. E non si vota per il nemico. Mai.
Lo so che fra i militanti del Pd ci sono diversi compagni in buona fede e molti di essi voteranno no, ma un voto della sinistra ai candidati Pd sarebbe un minimizzare questo scontro, riducendolo ad una delle possibili occasioni di dissenso, mentre questa è la questione centrale, rispetto alla quale tutte le altre passano in secondo piano. Solo un atteggiamento della massima durezza, che renda evidente che una rottura definitiva si è consumata, può fare luce e costringere quei compagni a prendere atto di stare dalla parte della peggiore destra e trarne le dovute conseguenze.
Ma allora, mi direte, le giunte in comune? Rispondo: è un errore che ci siano ed andrebbero fatte cadere tutte. Il Pd va combattuto con tutti i mezzi e su tutti i piani.
E, se nonostante lo sfregio costituzionale, insistete nel voto al Pd al secondo turno, cari Fava, Pisapia, Furfaro, Basilio Rizzo eccetera, posso darvi un consiglio: lasciate perdere Sinistra Italiana o simili accrocchi elettorali, il vostro posto è nel Pd, a fare la finta opposizione a Renzi a fianco di Bersani. E togliamo di mezzo un inutile equivoco.
Aldo Giannuli
aldo giannuli, claudio fava foto pd, matteo renzi, perché non votare il pd, sinistra italiana sui battollaggi amministrative 2016, stefano fassina

Herr Lampe
Devo dire che la dichiarazione di Fassina prima delle urne sul rifiuto di votare Pd mi aveva sorpreso, e non poco.
Certo che avere Speranza in una Fava può essere un problema. Specie se si è un piccione in compagnia.
Enea
Condivido quanto ha scritto dr. Giannuli.
Ci aggiungerei una serie di concetti. Queste elezioni amministrative e ancor più il referendum costituzionale prossimo venturo al quale si richiama, hanno una importante funzione del “forzare” una definitiva operazione chiarezza a sinistra, anche perchè nel frattempo si sta già rendendo evidente il fatto che il congresso di SI a dicembre o non lo si farà affatto perchè le varie componenti si mandano a quel paese prima ( opzione più probabile e forse anche più auspicabile ), o se lo si farà sarà una resa dei conti a coltellate – neanche tanto metaforiche – più che una operazione di sintesi tra ciò che non è sintetizzabile.
Il piddì sta reagendo al proprio cedimento facendo mostra di un panico da vera e propria sindrome da accerchiamento e non avendo un solo straccio di valido motivo per chiedere il voto si riduce a niente altro che alla strumentalizzazione fuori contesto dell’antifascismo.
Nello stesso tempo chi da fuori del piddì non sa concepire altro che subalternità centrosinistrica risponde al richiamo: qua c’è il rischio di crollare e non possiamo riciclarci come sostenitori del m5s da fuori avendogli dato dei fascisti fino a 24 ore prima, pensano tanto i Peciola a Roma quanto le Pirovano a Milano, e quindi ne discende la parola d’ordine del far quadrato intorno alla “casa madre”.
L’operazione è di una ipocrisia, in vista del referendum costituzionale, troppo smaccata. E’ la volta, quindi, che facciamo chiarezza una volta per tutte. Se il piddì ha cedimenti non c’è più spazio per le forme più ipocrite di carrierismo, cioè il malpancismo da dentro e il centrosinistrismo da fuori, resta solo il rientro alla casa madre.
Oltre a questo c’è da dire un’altra cosa più generale.
La Lega è al palo. L’operazione di sbarco al sud con “noi con Salvini” utilizzando sul territorio il riciclaggio dei peggio rottami dell’estrema destra è fallita. Ed anche al Nord, nonostante l’Italia sia statistiche alla mano il più euroscettico tra i paesi dell’eurozona, la Lega Nord non solo non sfonda ma fa fatica, in ogni caso non replica neanche lontanamente i risultati dei suoi tempi migliori.
Questo ci mostra 2 cose:
1) nel confronto con Francia e Austria possiamo dire che la reale tenuta antifascista del nostro popolo, altri paesi europei se la sognano.
2) proprio perchè non c’è il rischio reale di una riproposizione di fascismo storico al governo i centrosinistrati ed il piddì devono capire che l’antifascismo oggi non va strumentalizzato proprio per non svalutarne il valore, ma va sostenuto come argomento all’interno di una più ampia cornice antiliberista. Altrimenti produce soltanto confusione tra quello che è il nemico primario, che abbiamo al governo, cioè il liberismo, e quello che è il nemico secondario, il fascismo, che al massimo è qua e la un problema di ordine pubblico.
Ora quelli che vogliono fare argine contro m5s per motivo di antifascismo sventolato a sproposito, tra queste amministrative e il referendum, sono grossomodo forzati a rientrare nei ranghi del piddì.
Ne resteranno fuori quelle persone di sinistra che hanno capito che il piddì è nemico sistemico, o che magari come Fassina e D’Attorre ( pur con tutti i loro limiti ), hanno anche qualcosa di sensato da ridire sulla UE.
E tutto ciò è bene.
Paolo Selmi
Professore, buongiorno!
Sembrano passati secoli da quando un signore con la erre moscia “teorizzava” le due sinistre e i conseguenti patti, accordi, taciti o meno. Erano ragionamenti da ventesimo secolo, e già allora mostravano tutte le loro pecche. Oggi i partiti sono mutati geneticamente da allora, parlano quasi tutti americano: nella forma e nella sostanza. E, come in un’altra canzone di Carosone, “i soldi pe’ Camel” li pigliano senza alcuna remora dalla borsetta della mammà di turno. In altre parole, fanno politica all’americana senza alcun controllo, interno (“deontologico”), piuttosto che normato esternamente, su cordate e finanziamenti, che sono i primi responsabili dello svuotamento di senso delle caselle “destra” e “sinistra”.
Una storia alla Allen, purtroppo vera: le multinazionali del latte in polvere sponsorizzano i convegni della Società Italiana Pediatria (raitre di ieri sera). “Casualmente”, gli ospedali dove si tengono sin da subito i neonati attaccati alle madri per favorire l’allattamento al seno sono una minoranza, sicché dopo il 4° mese solo il 31% delle mamme allatta ancora al seno … che a questo punto cosa conta se la SIP è presieduta dalla “pediatria democratica” di turno o dai “liberi pediatri in libero Stato”? Ora, visto che esiste pure una legge dello Stato che punisce questo comportamento, legge puntualmente disattesa, un pediatra onesto cosa dovrebbe fare: votare un “pediatra democratico” o chiamare il 113?
Allo stesso modo Sala o Parisi, nel caso milanese, pari sono. Tuttavia, IN PROSPETTIVA NAZIONALE, PARI NON SONO: IL VERO VOTO UTILE E’ QUELLO CHE INDEBOLISCE IL PD. Ci si è messo lui, in questo cul de sac, col referendum costituzionale. Oggi abbiamo un premier alla disperata ricerca di un consenso sul suo progetto di smantellamento dell’ordine democratico. Ha bisogno, per l’ultima volta, del nostro voto (poi potrà fare da solo). Non esiterebbe quindi a celebrare un’eventuale vittoria ai ballottaggi per ripartire alla carica col resto (cioè con il referendum di ottobre): viceversa, un’ulteriore mazzata non sarebbe possibile coprirla neppure con la cortina fumogena dei media di regime (mi offro anch’io volontario a distribuire gratuitamente rasoi davanti a via del Nazareno per l’inevitabile “notte dei lunghi coltelli”… anzi, saremo in tanti fuori). Ora raccolga quel che lui stesso ha seminato.
Un caro saluto.
Paolo Selmi
leopoldo
meglio votare per Parisi e Albertini, Albertini che ha firmato i derivati vedi qui ; o meglio ammettere che abbiamo perso vivremo precari e dissoccupati finché camperemo, astenersi così giocano solo loro mentre noi non lì disturbiamo
Aldo S. Giannuli
quello che ti pare ma non per i nemici della Costituzione repubblicana
Tenerone Dolcissimo
Già …. quella più bella del mondo!
A nessuno viene in mente che se siamo al terzo PdC mai passato per le elezioni il merito è proprio della cosiddetta (1) Costituzione Repubblicana.
Saluti
(1) da buon liberale devo ricordare che il termine Costituzione puo’ essere attribuito solamente a leggi supreme che garantiscono la libertà dei cittadini e non a leggi supreme che garantiscono la libertà dello stato di angariare i cittadini espropriandoli a piacimento.
leopoldo
diciamo che le riforme ‘renziche’ vanno fatte prima o poi, perché la società è cambiata e sta prendendo nuove strade. In un posto dove la maggior parte delle tariffe è gestita via web. IL mondo elettronico non è solo una forma diversa, cioè un mezzo con cui registrare e conservare i dati per i calcoli, implica degli adattamenti normativi che devono essere definiti, non sono chiari e mancano accordi nazionali e internazionali. Non è solo la questione senato si senato no
Aldo S. Giannuli
ik ma non mi pare che la riforma Renzi abbia questa logica
leopoldo
bhe. se la costituzione repubblicana mi fa morire di fame, che dobbiamo fare secondo la sinistra illuminata?
Aldo S. Giannuli
perchè tu stai morendo di fame?
leopoldo
sono vent’anni che vado avanti a lavoretti e campiamo con la pensione di mia madre, come molte altre decine di persone che conosco. Secondo me Sala non è così male.
Aldo S. Giannuli
E con una situazione personale del genere (Mi creda sono del tutto solidale con lei) non ha ancora capito che il Pd è il suo peggior nemico?
leopoldo
bhe d’altra parte del piatto c’è albertini. che facciamo non votiamo e aspetiamo che facciano loro
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/06/29/ndrangheta-lombardia-10-condanne-per-indagine-che-porto-ad-arresto-assessore/1824960/
leopoldo
non mi sembra molto illuminate a Milano dire non votiamo Sala sopratutto quando dall’altra parte c’è di peggio oppure non votiamo dimostriamo che non hanno il nostro consenso. La politica esiste per gestire queste situasioni, ovviamente chi è garantito può permertersi possissioni oltransiste, ma gli accordi raggiunti da Sala non sono la soluzione di tuttti i mali, come rivendica una certa sinistra, ma una strada per andare avanti. Poi se a lei non piace, nessuno pretende convincerla. Però la credevo grandicello per credere nella idea degli assoluti e discreditare la mediazione politica.
Aldo S. Giannuli
in primo luogo qui non stiamo votando per il sindaco di milano ma per cose molto più grandi. in secondo luogo: ma cosa vi fa credere che Sala ed i suoi sarebbero migliori degli altri? Per definizione?
leopoldo
errato qui si vota il sindaco di Milano, per il referendum si vedrà
Aldo S. Giannuli
è qui che sbagli. Il sindaco è solo la cosa secondaria e lo capirai dopo quando vedrai, in un senso o nell’altro l’effetto sui referendum. Ma anche se si votasse “solo” per il sindaco, lo stesso troverei Sala il meno votabile
Ercole
Un ragionamento razionale. Visto che il nemico principale attuale in Italia è il ‘PD’ è questo il partito da indebolire, anche al secondo turno: votando per gli avversari qualunque essi siano o almeno astenendosi.
Tenerone Dolcissimo
Renzi non è la destra. Io sono di destra e volentieri lo strozzerei.
Renzi è esponente di poteri forti che hanno occupato il paese e mirano a depredarlo usando strumenti che possono sembrare di volta in volta di destra o di sinistra.
Il jobs act è di destra e Renzi lo usa.
Ma l’elevata tassazione è di sinistra e anche questa Renzi la usa.
Quindi Renzi da che parte sta?
La riflessione andrebbe fatta soprattutto dalle anime candide che qualificano la UE come “liberista (già di per sé è una cazzata perché il termine non ha senso: o si è liberali o non lo si è), senza riflettere che la UE ha imposto:
1) una legislazione invasiva e da stato totalitario mentre i liberali asseriscono che meno lo stato decide e meglio si sta;
2) una tassazione elevata mentre ogni liberale afferma che la pressione fiscale “totale” (1) può arrivare al massimo al 20% e solo in tempi di emergenza,
Saluti
(1) Il concetto di pressione fiscale totale andrebbe approfondito da parte di quei bischeri che magari odiano Renzo ma prendono per buone le sue affermazioni che la pressione fiscale sta sotto il 50%
Lorenzo
Caro Tenerone, la verità è che la distinzione destra/sinistra (anche ai suoi tempi d’oro alquanto vaga e confusionaria) sta diventando sempre più desueta. Le linee del politico sono variabili e in fase di continua ridefinizione. Sempre più la distinzione preminente è fra chi sta dentro e chi sta fuori da un sistema sempre più “extracting” ed autoreferenziale. Senza che né gli uni né gli altri abbiano idee chiare su cosa fare, i primi per tenerlo in piedi, e i secondi con cosa sostituirlo.
Tenerone Dolcissimo
In effetti sono il frutto di contrapposizioni muro contro muro tipiche di una certa epoca, in cui due erano gli schieramenti e occorreva intrupparsi in uno
Accadde cosi’, per esempio, che nel truppone di destra finirono tutti gli imprenditori,
– sia quelli piccoli che sono portatori di interessi di destra (“diritto” all’evasione fiscale e percezione dello stato come nemico)
– sia quelli grandi che sono sostanzialmente di sinistra (agnelli docet) e sognano una forte pressione fiscale che consenta allo stato di spendere, perché la grande imprenditoria vive sostanzialmetne di spesa pubblica
Aldo S. Giannuli
Agnelli, Pirelli, Costa, Falk, Valletta ecc. di Sinistra? Ma neanche su Topolino si legge una cosa così
Tenerone Dolcissimo
Quando Mussolini nel 22 formo’ il suo primo governo, che non era un vero governo fascista essendo aperto a personalità di altri schieramenti (uno per tutti il Peron di Pontedera al secolo giovanni Gronchi, quello di Tognazzi e Vianello), propose come ministro delle finanze od altro dicastero economico il grande EINAUDI, famoso apostolo del libero mercato. Ma la proposta venne respinta per l’intransigente ostracismo …
dei comunisti? naoh …
dei socialisti? naoh —
delle ali più estreme del fascismo, quelle legate ai programmi sociali tipo carta del lavoro (i famosi compagni in camicia nera insomma)? naoh
AD opporsi furono le organizzazioni degli imprenditori perché lo sapevano contrario ad ogni intervento statale nell’economia.
E’ per questo che quando per strada incontro qualcuno che mi propone l’acquisto di Lotta Comunista, io tiro fuori il Sole 24 Ore e gli rispondo: “mi dispiace, ma io già leggo un quotidiano comunista che è molto più comunista del tuo”.
Caro Giannuli “Ci sono più cose in Cielo e in Terra di quante ne sogni la tua filosofia”
Aldo S. Giannuli
più che altro c’è un gran minestrone nella tua testa…
david arboit
Continuate pure a cullarvi nelle vostre illusioni nichiliste.
Peraltro, questo tutti contro uno aiuta, aiuta Renzi e aiuta il PD.
Avanti così. Grazie.
Aldo S. Giannuli
i conti li facciamo alla fine e vediamo chi si fa illusioni
Daniele Gioannini
Grande Giannuli.
Bellissima risposta e bellissimo pezzo.
PS gli ultimi sondaggi danno il NO di Ottobre al 56%
Tenerone Dolcissimo
Dove hai trovato il dato?
Mi sembra eccessivamente ottimista
Brugial
Mi diverto molto a leggere questo tipo di analisi, ricche di doviziose disamine di quel che il partito X ha fatto e/o non ha fatto, con l’intendimento che se si riuscisse a scacciarlo le cose senz’altro cambierebbero.
E si presume chiaramente in meglio.
Nulla da eccepire sugli addebiti mossi al PD, salvo il fatto che si tralascia di dire che un qualsiasi altro governo in Italia avrebbe fatto lo stesso, se non di peggio.
Quanto alle nuove ” forze politiche salvifiche” che di quando in quando appaiono sullo scenario, sono ormai troppo vecchio per aver visto che per queste il copione è sempre lo stesso: all’inizio sono i più puri ed onesti che mai si potrebbero trovare, ma appena arrivano a sedersi a tavola il loro principale intento è quello di poter avere la fetta più ampia possibile della torta, per poi lasciare il partito ai figli e fare investimenti all’estero dei soldi accumulati. E mi fermo qui.
Quasi sempre si tratta di gente dall’incerto avvenire, con difficoltà a mettere insieme il pranzo con la cena, che si attacca alla politica come chiunque farebbe con il biglietto del superenalotto che si sta rivelando vincente….
La realtà è che in questo Paese, come in altri, poco importo chi siede al governo e di che colore è il partito vincente.
Tanto le scelte che deve fare sono obbligate, perchè il vero potere è saldamente detenuto da una congrega formata da banchieri, alti dirigenti dei ministeri, magistrati, avvocati, notai, industriali, alti baroni della sanità e della università e pochi d’altri… che fanno quel razzo che vogliono.
Un esempio’? Guardate alla Grecia di Tsipras, alla sinistra alternativa… e ho detto tutto!
Lorenzo
Ben detto. I cambiamenti seri si fanno con le guerre che restituiscono al gregge la dignità del dolore e della disperazione e, come conseguenza, il gusto ferino di esercitare la violenza. La lotta contro il PD va fatta nell’ottica di un tracollo sistemico. Ma siccome si parla ai fantasmi di questa (in)civiltà consumistica, lasciamogli credere di lottare per la difesa della costituzione più bella del mondo. Così si rendono utili.
Cinico Senese
Il voto utile di sinistra è votare contro il candidato del PD: eliminare la destra è la parola d’ordine e per destra si intende il PD – precisazione dovuta visto il livello di anoressia mentale di sinistrati e pidioti. Peraltro a Milano è tutto più facile perché Sala e Parisi sono gemelli politicamente socialmente antropologicamente. Sicchè votare Parisi per battere il candidato di Renzi è il voto utile.
Roma è già a 5 stelle. A Napoli il PD manco gareggia. A Torino sarebbe veramente un miracolo se vincesse M5stelle, quasi più di Bologna che un ribaltone lo fece una volta. Sicchè la vera chance antiPD è a Milano: qui si deciderà dove penderà la bilancia.
Sinistra Italiana manco sapevo che esistesse e ci fossero dentro quei guitti. Tengo famiglia è il loro manifesto politico di fondazione: ridicoli: alla prima uscita già si dividono. Un futuro glorioso si prospetta per loro :-)))
Moravagine
Caro professore,
pur condividendo in toto l’analisi e considerando personalmente il PD come il male metafisico, resto attanagliato dal dubbio. Sono 8 anni che non voto per l’ulivo-centrosx-pd, a nessun livello, ma ora, al ballottaggio bolognese, non ce la faccio a votare la Borgonzoni. L’altra volta, in circostanze simili ma col risultato molto più scontato (Del Bono il mariuolo contro Cazzola), restai a casa. Adesso, se davvero rimuovessi tutti ipregiudizi come mi sono imposto di fare, dovrei votare Merola: il programma della Lega è aberrante, mentre il piddino fa almeno la parte (e di questi tempi non è poco) del re travicello. Bologna, fra l’altro, è tutto tranne che invivibile, e chi parla di emergenza criminalità fa solo ridere. E poi, un ultimo elemento di nausea: l’appoggio del Resto del Carlino (la feccia della città) a quella che viene chiamata solo “Lucia”.
Saluti, Moravagine.
andrea tiscalo
solito grande prof.
un abbraccio sincero
marco
secondo me , con la dovuta eccezione di napoli (dove si poteva fare un apparentamento), è stata lodevole la posizione del PCsp per l’astensione ai ballottaggi.
Cosa che ho personalmente praticato con il rafforzativo del rifiuto della scheda con messa a verbale.