Domenica non andrò a votare, nè per il Referendum, nè per Penati…
Domenica non andrò a votare, nè per il Referendum, nè per Penati…
Domenica si svolgeranno gli ennesimi referendum sulle leggi elettorali tendenti ad accentuare il carattere maggioritario del sistema attualmente vigente. E’ molto importante che, come per le occasioni precedenti, dal 1999 in poi, il referendum fallisca per mancanza del quorum previsto.
Sedici anni fa, sulla spinta delle inchieste di mani pulite e della conseguente ondata di
protesta, un referendum-truffa decretò la fine del sistema proporzionale nel nostro paese ed inaugurò la seconda repubblica. Agli italiani venne fatto credere che il nuovo sistema maggioritario avrebbe garantito governi di legislatura evitando elezioni anticipate, avrebbe impedito i giochi di Palazzo dei governi di coalizione, avrebbe consentito di scegliere con più accuratezza i propri rappresentanti che, in virtù del collegio uninominale avrebbero rappresentato il territorio di provenienza con molta maggiore fedeltà, infine, che il sistema basato sul collegio uninominale avrebbe consentito campagne elettorali meno costose.
Non era difficile prevedere che si trattava di promesse ingannevoli ma era quasi impossibile dirlo con tutto lo schieramento di giornali e Tv a favore dell’ipotesi referendaria.
Oggi posiamo fare qualche bilancio:
a- nessun governo è durato una intera legislatura, ci sono stati due scioglimenti anticipati delle Camere; la durata media dei governi è salita solo di poco rispetto a periodo precedente
b- i governi sono restati governi di coalizione e le contrattazioni sono state quelle di sempre come anche la spartizione di ministri e sottosegretari con le regole del “manuale Cencelli”
c- il collegio uninominale ha ridotto la capacità di scelta degli elettori non di rado costretti ad optare fra due candidati ugualmente impresentabili ed ugualmente paracadutati da fuori ed estranei al collegio
d- le campagne elettorali sono sempre più dispendiose, soprattutto per l’elevato costo delle inserzioni televisive e dei grandi manifesti 6 X 3 e simili.
A tutto questo si sono accompagnati altri effetti non secondari come il progressivo scadimento del livello dei parlamentari, il moltiplicarsi di casi di passaggio da un partito all’altro (ed anche da una coalizione all’altra). Soprattutto, il maggioritario ha comportato una forte caduta della rappresentatività delle Camere con fortissimi effetti distorsivi della volontà popolare e, nello stesso tempo, un crescente accentramento dei poteri nelle mani del Governo a tutto danno del Parlamento ridotto ai margini del potere decisionale. Più di tutto, la fine del proporzionale si è accompagnata ad un processo di progressiva delegittimazione della Costituzione.
Il meccanismo bipolare, artificioso e non rispondente alla effettiva conformazione del sistema politico italiano ha agito come una camicia di forza che ha bloccato la dialettica politica.
La riforma Calderoli di tre anni fa, ha solo parzialmente rettificato tutto questo –introducendo un correttivo proporzionale più ampio ed abolendo il collegio uninominale a favore di un maggioritario di lista- ma ha ulteriormente peggiorato le cose attraverso l’abolizione del voto di preferenza. Il nostro Parlamento è ormai alla lettera un’ “Assemblea di nani e di ballerine”, secondo la nota espressione di Rino Formica.
L’attuale referendum, se passasse peggiorerebbe tutto consegnando nelle mani del leader del partito più forte (che oggi non potrebbe essere altri che Berlusconi) il potere di nominare da solo il 54% dei deputati.
E che il Pd –fresco di sconfitta- inviti masochisticamente a votare per una simile bruttura è solo l’ennesima conferma della saggezza biblica: Deus demendat quos vult perdere (Dio fa impazzire coloro che vuol dannare).
E dunque è fondamentale che il referendum fallisca ed in modo vistoso: se i votanti andranno sotto il 30% forse ci libereremo una volta per tutte del pestilenziale movimento referendario di Segni, Barbera ecc. Ed una volta sgombrato il campo da questi cialtroni forse sarà possibile ricominciare un camino inverso che ripristini la legalità costituzionale nel nostro paese.
Essendo elettore a Milano, domenica dovrei andare a votare anche per il ballottaggio sul Presidente della Provincia. In effetti potrei ritirare la scheda per la Provincia, votare per il candidato del centro sinistra e rifiutare quelle per il referendum. Ma non farò nemmeno questo e per tre ottimi motivi:
a- Penati chiede di scegliere la persona: io vengo da una cultura politica che privilegia la forza politica sulla persona e respingo questo invito
b- Penati ha rifiutato apparentamenti con le forze di sinistra ed ha fatto una campagna elettorale tutta orientata verso l’elettorato di destra, dunque lo votino gli elettori di destra. se lo credono, non è a quelli come me che può chiedere il voto
c- Penati ha ripetutamente espresso posizioni inaccettabili in materia di immigrazione, politiche securitarie, assetto del territorio, sempre in omaggio al suo orientamento di cogliere consensi a destra. Se, nella debàcle generale lui vincesse, ciò sarebbe interpretato come l’indicazione che questa è la via giusta per vincere che la sinistra deve seguire; per cui avremmo i superstiti sindaci, governatori e Presidenti di provincia della sinistra scatenati a chiedere le ronde dei cittadini e la discriminazione contro rom, arabi, senegalesi. Si abbatterebbe una catastrofe culturale senza precedenti su questa sinistra già troppo dissestata.
E, dunque, nell’interesse della sinistra, auguro a Penati la sconfitta più sonora possibile.
Aldo GIANNULI, 14 giugno ‘09
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Paola Tonello
Grazie per questa esauriente spiegazione che condivido al 100%.