Ci sono i documenti per fare una storia della strategia della tensione?

Il mio prossimo libro sarà una storia della strategia della tensione in cui riassumo i trenta anni di lavoro dedicati al tema. Come potete capire, ci tengo in modo particolare e, come potete ugualmente capire, ho dovuto tagliare moltissima roba dalle oltre 7.000 pagine già scritte fra relazioni di perizia, relazioni tecniche alle commissioni parlamentari, saggi, libri, interviste e lettere ad amici.

Per quanto molte cose fossero ripetute ed altre fossero di stretti interesse giudiziario, restava qualche migliaio di pagine da ridurre alle 4-500 del libro, dunque molta roba è restata fuori ed anche si cose che potevano avere interesse per i lettori, per cui ho deciso di riprendere un po’ di questi “scampoli di lavorazione” ed offrirli qui nel blog, cominciando dall’interrogativo principale: se ci sono fonti sufficienti a scrivere una storia della strategia della tensione.

Quando chiedo ai miei amici storici del perché siano così scarsi gli studi sul tema, mi si risponde spesso: “Mancano i documenti”. Sicuro? Vediamo un po’.

In primo luogo ci sono state quattro Commissioni di inchiesta parlamentare (affare Sifar, Loggia P2, Stragi monocamerale e bicamerale) che hanno riguardato direttamente il tema in questione e altre, che hanno riguardato tangenzialmente il periodo, e nella cui documentazione è possibile rinvenire audizioni e testi di interesse (ad esempio commissione Moro, caso Eni Petromin, caso Mitrokhin). Si tenga presente che la sola commissione P2 ha prodotto 78 volumi e la Commissione bicamerale Stragi una ventina. Va detto che in massima parte sono documenti di origine giudiziaria.

E veniamo alle carte di natura giudiziaria:

• la strage di Piazza Fontana ha avuto 5 diverse istruttorie
• la strage di Peteano tre
• la strage di Gioia Tauro due
• la strage di via Fatebenefratelli due
• la Strage di Brescia tre
• La strage dell’Italicus una
Ci sono poi stati casi meno conosciuti (stragi di Savona, di Trento, seconda di Brescia,) che hanno dato luogo a procedimenti penali. Altri procedimenti penali hanno riguardato i colpi di stato del dicembre 1970, della Rosa dei Venti e del Golpe “bianco” poi confluiti in un unico procedimento presso la procura di Roma. Poi altri processi riguardanti organizzazioni in quanto tali (Ordine Nuovo, Avanguardia Nazionale, P2). Ci sono stati poi una infinità di processi minori, per singoli episodi di violenze o querele a giornalisti, eccetera, difficilmente quantificabili.

Tenuto conto che la sola prima istruttoria per piazza Fontana ha prodotto circa 1 milione di pagine e la terza per Brescia oltre 1 milione e 300 mila, non è azzardato parlare di una massa di atti giudiziari per non meno di 10-12 milioni di pagine.

Archivi istituzionali: qui l’offerta si fa più avara: non sono molte le prefetture che hanno inviato agli archivi di Stato i loro incartamenti, Solo da una decina di anni sono stati inviati fondi di interesse all’Archivio Centrale di Stato e non sempre la documentazione è stata riordinata e resta disponibile. In ogni caso, sono già consultabili fondi per parecchie migliaia di pagine. Peraltro, presso l’Acs ci sono molti fondi personali di singoli uomini politici nei quali è possibile trovare qualcosa di interessante.

Quindi, ci sono alcuni archivi di partito, segnatamente quello del Pci presso l’Istituto Gramsci di Roma e quello della Dc presso l’istituto Sturzo di Roma.

Ci sono poi le fonti aperte da consultare che spesso offrono interviste e memorie di grande interesse oltre che la cronaca del tempo. Certamente molta parte della documentazione è ripetitiva: lo stesso verbale di interrogatorio o sentenza di rinvio a giudizio la si troverà in altri incartamenti processuali o presso una commissione parlamentare per essere stata acquisita in un secondo momento, e molti articoli di giornale ripeteranno la stessa notizia tratta da un incartamento penale ecc. ed anche nella documentazione dei partiti ci saranno ripetizioni. Tuttavia, resta comunque una mole di materiale considerevole e molto superiore alla possibilità di esame di un singolo studioso. Dunque l’obiezione sulla scarsità di documenti cade.

Una obiezione più raffinata è quella per la quale di tratta di una documentazione mono-tipo, cioè di una documentazione eminentemente di carattere giudiziario. Obiezione giusta ma parziale, sia perché spesso nei fascicoli processuali saranno stati acquisiti anche documenti di tipo istituzionale (carte di polizia e note confidenziali, memorie storiche militari, carte di partito eccetera nel solo processo Brescia 3 sono stati acquisiti oltre 44.000 documenti di questo tipo), sia perché altro materiale di tipo non giudiziario è possibile rinvenirlo negli archivi di Stato o di qualche partito. Inoltre c’è una nutritissima produzione bibliografica che spesso raccoglie memorie. E qui ci fermiamo alla documentazione italiana, ma esiste anche una documentazione internazionale da studiare, ad esempio i Foreign Relations of Unitend States (FRUS, che arrivano sino a tutti gli anni ottanta). Oltre che la bibliografia on lingua francese, inglese, tedesca, spagnola, portoghese.

Certo mancano interi settori documentari di grande importanza: ad esempio l’archivio Nato non è consultabile e non si prevede che possa esserlo anche in futuro, gli archivi di interi partiti sono scomparsi (si pensi a quello del Msi), gli archivi dei carabinieri e del servizio segreto militare sono conosciuti solo per una piccola parte, quasi del tutto inaccessibile è la documentazione diplomatica di altri paesi, pochissimo o per nulla accessibile e considerata è quella di parte ecclesiastica e della segreteria di Stato Vaticana che abbiamo motivo di ritenere assai interessante.

Dunque non c’è dubbio che manchino molte carte, ma quando mai la documentazione a disposizione è completa o anche solo bastevole? Se pensiamo al fascismo, è sparito l’archivio della Milizia, mancano all’appello la maggioranza delle carte Ovra, quella di casa Savoia sono quasi del tutto indisponibili, l’archivio del Pnf è recuperato solo in piccola parte, ma tutto questo non ha impedito che ci fosse una nutritissima produzione storiografica sul tema.

Di nessun valore è l’obiezione sul lasso di tempo troppo breve che ci separa dai fatti (l’anno prossimo è il cinquantenario di Piazza Fontana!).

Dunque, ce n’è abbastanza quantomeno per iniziare. Sempre che se ne abbia la voglia.

Aldo Giannuli

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Aldo Giannuli

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Comments (43)

  • IlMoSSadservegliAriani

    Spero che inserisca il ruolo dei criminologi… i personaggi come Aldo Semerar…i e il capitolo II di shock economy.
    Suggerisco un titolo:
    Deinos-crazia in un NarcoStato a sovranità ridicola.

  • Un’occhiata all’andamento dei grafici sugli appartenenti alle Forze dell’ordine (forestali inclusi) e numero dei ricercatori, o se si vuole, in base ai rispettivi settori del PIL , dagli inizi della strategia della tensione, non guasterebbe.
    Ricordo negli anni settanta bandi per l’assunzione di agenti con numeri iperbolici …
    Sarà un caso che la classifica sui paesi che investono di più in ricerca e innovazione veda ai primi posti quelli che non hanno conosciuto forme di terrorismo o di altri tipi di guerra?

  • Qualcosa mi dice che questo libro sarà il più interessante tra quanti da lei scritti. Si affretti a pubblicarlo, Professore, che sono veramente curioso di leggerlo.

  • Buongiorno Aldo! Pregustiamo il tuo prossimo libro! Due domande a bruciapelo:
    – l’archivio MSI è sparito in toto?
    – gli archivi NATO o USPA davvero non c’è modo di nasarli? Chissà quanto ben di Dio contengono anche su robine dei giorni nostri!!!

    • lìarchivio del Msi (36 scatoloni() venne buttato nella spazzatura negli anni ottanta
      i documenti Nato ed Uspa dovrebbero essere concessi in visione dal consiglio Nati dove ogni membro avrebbe diritto di veto… fai tu

      • Tenerone Dolcissimo

        lìarchivio del Msi (36 scatoloni() venne buttato nella spazzatura negli anni ottanta
        —-
        Gesto di un folle o le ragioni sono …. ALTRE ????? Capisciammé

          • Tenerone Dolcissimo

            MMMMmmmmmmmmmmmmmhhhhh
            Mi sembra una scusa tipo quella della sparizione dei ritratti di Kruscev ne IL COMPAGNO DON CAMILLO, quando Peppone va in URSS per un gemellaggio e, dopo due giorni di segregazione nella stanza d’albergo, va dal funzionario sovietico che accompagnava lui e gli altri componenti della sezione PCI di Brescello e gli chiede solennemente
            CHIEDO QUINDI CHE MI SIA COMUNICATO UFFICIALMENTE PERCHE’ SONO STATI STACCATI DALLE PARETI TUTTI I RITRATTI DEL SEGRETARIO DEL PARTITO COMUNISTA DELL’UNIONE SOVIETICA COMPAGNO NIKITA KRUSCEV
            e il funzionario
            PER SPOLVERARLI

    • Tenerone Dolcissimo

      Se pensa di chiedere carte all’archivio NATO mi consenta di sconsigliarLa. Sarebbe un peccato che questo sito perda un simpatico e cortese partecipante

  • adoro il complotto, ma la ‘faccenda tensione’ è uno stile di comportamento, una modalità di adeguarsi, un modo di fare: la consuetudine italica. Solo la P2 aveva elaborato precise disposizioni attuative per gestire alcune attività. La pianificazione si limita facciamo saltare la banca, esplode il treno e poi vediamo. Progetti posteriori non sono emersi.

  • perché chiamarla ancora “strategia della tensione”; non sarebbe più esatto chiamarla “guerra a bassa intensità”?
    tra l’altro questa guerra, mai dichiarata, continua senza scoppi, rumore e spargimenti di sangue visibili (eppure ce ne stanno, e tanti). le armi in uso, in questa stagione, sono quelli della finanza.

  • Tenerone Dolcissimo

    Caro Giannuli
    il problema di tutti gli storici non è che manchino i documenti, ma che mancano spesso quelli utili.
    Il lavoro dello storico è, quindi, diventare cieco a forza di compulsare montagne di fuffa per poi trovare due righe illuminanti. Questo se uno storico è fortunato … il che accade poche volte, perche’ nella stragrande maggioranza dei casi uno non trova un piffero. Si veda lo studio della partecipazione italiana alla II guerra mondiale, in cui, mancando il carteggio Mussolini Churchill (e probabilmente anche il carteggio Mussolini Roosvelt), sarebbe meglio lasciare in bianco la pagina dei libri di storia.
    Molte delle carte processuali citate da te appartengono a processi, i quali mi sembra siano stati condotti in modo poco seriO a causa di depistaggi da una parte e di faziosità dall’altra, a cominciare da quello sulla strage di Bologna che ha condannato Fioravanti e Mambro che non sembrano assolutamente i colpevoli proprio per conformazione mentale, nel senso non che fossero incapaci di uccidere 82 persone, ma che sarebbero stati capaci di ucciderne anche 8200, ma solo nel caso le vittime fossero state nemici dichiarati e non ignari passanti.
    Concludendo, auguri per la ricerca tua e di chi vi si dedicherà, ma il monito è che probabilmente sarà una fatica senza frutti
    D’altronde LO SCRIVERE LIBRI NON HA MAI FINE E IL MOLTO STUDIO AFFATICA LA CARNE

    • Bologna? #hastatoarafat!!!

      E giù a ridere… Per la cronaca da Brescia a a Bologna (passando per Milano) i fasci non si sono mai fatti scrupoli a sparare nel mucchio.

      Del resto piazza fontana ha ben mostrato che lo Stato ha perseguitato poveri fascisti innocenti. Infatti accusarono da subito quel nero di Valpreda.

      Ps: lei è mica quello dell’ardita tesi storiografica feudalesimo=comunismo, o ricordo male io? Ossequi.

      • Tenerone Dolcissimo

        Leo come al solito sta facendo un minestrone mischiando gente gente losca come Delle Chiaie ed idealisti sanguinari come Fioravanti e Mambro
        Si chiarisca le idee.
        Sì sono io quello dell’ardita tesi. Perché ha qualcosa da obiettare??

        • No no, si figuri. Anzi, vorrei che la approndisse, magari con delle indicazioni bibliografiche. Di certo Pirenne, Bloch, Cipolla, etc. avranno scritto qualcosa su quel bolscevico di Carlo Magno.

          Attendo fiducioso.

          • Tenerone Dolcissimo

            No nessuno ha mai scritto, per il semplice motivo che lo studio del comunismo si fa iniziare da carlo marx. Errore clamoroso perché di comunismo in filosofia si parla da molto prima. Sicuramente idee comuniste erano in Babeuf ma anche nello stesso Platone.
            A questo punto Le faccio una domanda: PREMESSO CHE SIAMO IN PRESENZA DI COMUNISMO QUANDO I MEZZI DI PRODUZIONE SONO DI PROPRIETA’ DELLA MANO PUBBLICA, CHI ERA IL PROPRIETARIO DEI BENI DI PRODUZIONE DURANTE IL FEUDALESIMO?
            Ci sarebbe anche un’altra domanda più terra terra: COME MAI LA SINISTRA PARTE SEMPRE PER ANDARE VERSO IL POPOLO E FINISCE IMMANCABILMENTE IN BRACCIO AD ARISTOCRATICI COME LA BOLDRINI????

          • Grazie per la risposta.

            La sa per caso quella del tale che, guidando in autostrada, vede tutti gli altri viaggiare in senso opposto al suo?

      • Tenerone Dolcissimo

        Lei conosce la storia di Semmelweiss che tutti prendevano per il culo perché aveva la strana mania di far lavare le mani ai medici dopo avere sezionato cadaveri putrefatti e prima di toccare le partorienti?
        Lei conosce la storia di quella dama della corte del Re Sole che tutti consideravano pazza perché aveva la strana mania di fare il bagno una volta a settimana ? (all’epoca il bagno si faceva una volta l’anno se tutto andava bene)
        Lei è capace di argomentare una obiezione senza attaccarsi al luogo comune come fanno gli euristi e senza imitare quel mio amico che credeva che Tortora era camorrista, aggregandosi alla maggioranza, e poi ha dovuto subire l’umiliazione di sentire Melluso -id est uno dei massimi accusatori di Tortora- affermare che Tortora era innocente e che lui lo aveva accusato perché minacciato e che tutti quelli che gli avevano creduto erano stati dei cretini?

    • @Tenerone Dolcissimo.
      Il fatto che il carteggio Mussolini Churchill si sia eclissato non significa che non si possa ricostruire la politica estera italiana degli anni trenta. La politica estera francese era ripiegata su quella inglese. Figure come Deladier meriterebbero più attenzione.
      Il limite della storia contemporanea è dato dalla scoperta di nuovi documenti che possono mettere in discussione le acquisizioni precedente, ma un conto è la teoria, altro il lavoro pratico. Se un campo non viene per nulla dissodato, ovvio che resti duro.
      Se si vuole parlare di critica, questa andrebbe rivolta ad un ceto politico incapace di fare chiarezza, che invece demanda tale compito agli storici.

  • A mio avviso è difficile fare una ricostruzione lineare dei fatti dell’epoca partendo dai solo documenti. Le faccio un esempio. La celebre commissione Pike ( i cui documenti sono accessibili a tutti) accertò che la CIA si opponeva a che si desse del denaro al generale Vito Miceli per la causa anticomunista in Italia. Le motivazioni sono scritte nero su bianco, “la CIA riteneva il Miceli compromesso con l’estrema destra” e con i suoi tentativi di destabilizzare l’ordine democratico italiano.
    In altri documenti invece si fa riferimento ad un appoggio della CIA a persone e a gruppi della destra radicale. Come vede sono due versioni contraddittorie.

    Bisogna tener conto che le carte non sempre danno le giuste risposte e spesso nel passato sono state usate anche per depistare. Come Lei ben sa, alcune informative del SID parlavano di ambienti anarchici come esecutori della strage di piazza Fontana e lo stesso Guerin Serac dell’ Aginter Press era classificato come un “anarchico legato ad ambienti della Cina Comunista a Berna”.

    Il limite degli storici è sempre quello di dare eccessiva importanza alle “carte” cercando di dare un filo logico alla sviluppo della Storia che, spesso, non ha…

      • Non ho scritto che le carte non servono tout court ma scrivere un libro storico basandosi su carte e documenti contraddittori di quel periodo mi sembra alquanto inutile.
        Le verità processuali si stabiliscono in aula, cosa scrivono poi gli storici di quegli stessi argomenti hanno lo stesso valore di ciò che possono scrivere i giornalisti o i politici, e cioè il più delle volte sono ipotesi, illazioni, ricostruzioni arbitrarie e di parte, talvolta fantasy, magari dopo aver consultato la loro personale sfera di cristallo.

        Parafrasando un antico detto ” la Storia è come un timone, dove la si gira, va”

        • no la storia non è come il timone e se lo storico segue un metodo scientifico ancvher i documenti contraddittori, debitamente interpretati, portano a conoscenze positive

          • Si sbaglia, professore, la Storia non è una disciplina scientifica e lo storico accademico la studia e la interpreta secondo gli indirizzi della sua Comunità, se no non farebbe carriera nell’Università.
            Ed è per questo motivo che è mille volte meglio sentire urn divulgatore che un accademico di professione. E non lo dico solo io ma anche Gordon Stewart Wood ( il suo pubblico sa chi è?)

          • se per scienza intende qualcosa che abbia i canoni delle scienze naturali certamente non lo è ma è una scienza logica

  • O. T. Le cronache di questi giorni ci sottopongono argomenti, apparentemente slegati, ma collegati gli uni agli altri, ampiamente trattati su questo blog Politico dal Professor Giannuli e che hanno avuto qui ampio dibattito.
    Debito pubblico da rinegoziare e questione abbassamento prelievo tributario. La questione Whirlpool sta li a ricordarci che la globalizzazione, così come è stata non governata, è in grado di scovare dai posti più impensabili, anche aziende floride da delocalizzare. Sullo sfondo campeggia la questione tutta politica del modo di intendere l’Europa (dis)unita a guida tedesca, pro domo sua. Ancora più dietro si intravede la incapacità dell’Italia, sia a governo di sinistra, sia di destra, di avere una propia e autonoma proiezione internazionale, in parte dettata dalla debolezza/divisione interna, in parte dalle interessenze estere di quella sottospecie di alleati di … imposti, che ci ritroviamo, che mai sono stati tali, neppure quando abbiamo combattuto fianco a fianco. Anzi !! Sarebbe interessante domandarsi perchè il problema degli aiuti di stato alla Slovacchia non sia stato sollevato dalla Germania. L’utimo argomento richiama il tema dei controlli, anch’esso qui affrontato. Detto fuori dai denti e con tutta la libertà che qui posso permettermi, i ragionieri e giuristi hanno fatto il loro tempo, servono a poco in materia di contabilità pubblica: urgono anche altre figure, come economisti, ingegneri, medici, attuari … ma ci sono fortissime resistenze. Non è facile “educare” un controllore e il fatto che quasi il tutta la questione sia stata demandata a un commissario europeo sta a testimoniare che non è agevole acquisire certe professionalità “a tutto tondo” nei posti giusti. Da ultimo questa scialba campagna elettorale vede fuochi di violenza, da condannare in toto, senza se e senza ma, in luoghi dove il controllo della malavita è più ferreo. La strategia della tensione ha visto una lunghissima teoria di crimini, salvo avere sospetti più che fondati, che dietro si nascondevano entità non tricolori. A me resta difficile credere che gli italiani siano così sciocchi da ammazzarsi gli uni con gli altri solo perché hanno pensieri diversi e non siano in grado di debellare le mafie, in gran parte “regalate” con lo sbarco in Sicilia. Se così fosse, norvegesi, islandesi, francesi, danesi, portoghesi, polacchi, albanesi, austriaci, svizzeri, tunisini, australiani,angolani … sarebbero molto più intelligenti degli italiani. Scusate la lunghezza.

  • Caro Aldo,
    È il libro che aspettiamo tutti, da anni. La summa del tuo impegno scientifico e politico, della tua stessa missione culturale e di vita.
    Averne fatto parte, sia pure per un tempo relativamente breve, ancorché appassionante e intensissimo, insieme alla tua squadra di assistenti, mi inorgoglisce.
    Con l’affetto profondo che tu sai, mio inarrivabile Algido Lunnai (!!!), ti abbraccio e spero di leggerti presto.

  • Gentile Prof. Giannuli, da affezionato lettore del blog e di (quasi) tutti i Suoi libri, anche se non sempre d’accordo con le sue idee politiche, aspetto con interesse l’uscita del libro, che comprerò appena disponibile. mi piacerebbe inoltre che dedicasse un libro al caso Moro, forse per alcuni aspetti più interessante della strategia della tensione.
    Buon lavoro!

  • Sono temi interessanti ma, essendomene occupato un poco, sono giunto alla conclusione che seguirli ha senso solo se si è disposti a diventare dei (semi)specialisti in materia, capaci di districarsi fra le sottigliezze delle diverse scuole interpretative e delle loro ricostruzioni ipotetiche, quasi sempre legate all’esegesi di fonti incomplete, contraddittorie e/o di dubbia trasparenza.

    Altrimenti si finisce per fare il tifo per questa o quella tesi sulla base delle proprie preferenze politiche. Che è poi quel che fa l’80% degli autori che si occupando di questi temi. Le opere di Giannuli in argomento non le ho lette e non so valutarle.

  • Sono certamente fra i futuri lettori. Qualche domanda in anteprima:
    1) Le bombe di Savona (aprile 1974 – maggio 1975) hanno sempre destato scarso interesse. Come mai?
    2) Esiste un’analisi approfondita della protezione accordata dalla Francia ai terroristi “di sinistra”?
    3) Un altro tassello poco collegato al resto mi sembra la storia del Centro Mondiale Commerciale, che pure sembra una prefigurazione di organizzazioni eversive successive.
    4) Qualcuno ha studiato le fonti francesi, spagnole e greche? (Per la Svizzera mi sembra abbia fatto qualcosa Jean Ziegler)
    5) In generale a sinistra è stato considerato politicamente corretto sputare sul dossier Mitrokhin e lasciarlo agli storici di destra. Ma in effetti mi sembra che molte risultanze di questo dossier combacino male con quello che si sa da altre fonti. E’ un’impressione sbagliata?

  • ACME NEWS
    Il Presidente della Lista “Antartide” ha promesso, ma non è sicuro di mantenere, un milione di stufe ai pinguini che lo voteranno. Con lo slogan <> la lista Antartide conta di fare il pienone.

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