La difficile partita del Quirinale
L’elezione del Presidente della Repubblica sarà il primo banco di prova su cui la (probabile, ma non sicura) maggioranza di sinistra si dovrà misurare. Come si sa, il collegio elettorale è composto da 630 deputati, 315 Senatori, più i 4 senatori a vita attuali, Napolitano (ma di solito il Presidente uscente non vota) e 58 delegati regionali, per un totale di 1008 elettori, la maggioranza richiesta nei primi tre turni è di 672 voti, dalla quarta in poi 505. Se la sinistra vincerà alla Camera (come ancora sembra…poi chissà), si aggiudicherà 340 seggi, cui dovrebbero sommarsi i 140-160 del Senato ed i circa 30 delle regioni (compresi Uv e Svp), ed un paio di senatori a vita: per un totale di 513-533 “grandi elettori”: troppo pochi per i primi tre turni ma abbastanza per il quarto. Ma con un margine non gradissimo: al massimo di 25 voti, al minimo di 5. Probabilmente, intorno alla dozzina. E qui si aprono i problemi.
Il candidato “naturale” della sinistra sarebbe Prodi, che, però, nessun altro gruppo sarebbe disposto a votare (tranne, forse, Rc, se ce la farà ad entrare in Parlamento): sicuramente non Grillo e la destra. Il centro montiano potrebbe, ma, presumibilmente nel quadro di un accordo più complessivo di governo. Dunque, le chances di elezione di Prodi si riducono solo al caso che la maggioranza resti compatta senza sbavature. Della qual cosa nessuno può essere certo, anzi l’ipotesi di una pattuglia anche sparuta di franchi tiratori appare probabile. Magari qualcuno che lavora per una candidatura “subacquea”. Per cui, Prodi dovrebbe affrontare la prova del fuoco delle prime tre votazioni e se in esse si verificasse qualche perdita progressiva (anche di 4-5 voti da una votazione all’altra), la sua candidatura sarebbe impallinata sul nascere.
Allora, l’ipotesi potrebbe essere quella di un “candidato di bandiera per le prime tre votazioni (magari la Finocchiaro o la Bindi per il Pd, che così farebbe la parte di “candidare una donna” e Vendola per Sel) da ritirare alla quarta votazione, per presentare Prodi. Non è un grande espediente, perché, comunque, resterebbe il problema dei “franchi tiratori”, ma almeno eviterebbe lo stillicidio della perdita progressiva. In ogni caso, se la coalizione non è compattissima (e si fa presto a perdere una ventina di voti, magari anche solo per assenze) Prodi è fritto in men che non si dica: al massimo due-tre votazioni, dopo di che la sua candidatura tramonta.
E qui si farebbero avanti altre candidature “di compromesso”. Il primo nome potrebbe essere quello di Amato, gradito a Napolitano, ma con qualche problema: a votarlo potrebbero essere il Pd e Monti, ma, a quel punto, potrebbe ritirarsi Vendola, temendo una anticipazione della coalizione che lo emargina. E la stessa cosa potrebbe pensare Fassina. A quel punto saremmo al punto di prima.
Dunque, in questo caso inizierebbe a serpeggiare l’idea di una “maggioranza ampia”, cioè che coinvolga anche il Pdl. E qui una ipotesi potrebbe essere quella di un Pd incolore stile Marini o qualche altro pesce in barile del genere. Ma potrebbe anche esserci l’ipotesi di un candidato autorevole, del Pd ma gradito al Pdl, che ha appena fatto un passo indietro, ma solo per prepararsi a farne tre avanti. Chi vi ricorda?
A me viene in mente D’Alema, da sempre il leader Pd che piace di più a Berlusconi e, magari, un’opportuna intesa in materia processuale –tanto per capirci- potrebbe spianargli definitivamente la strada.
Un outsider potrebbe essere quello del “candidato riluttante”, che, di suo, eviterebbe di “scendere” al Quirinale, dato che ha di meglio da fare: Mario Draghi. Però potrebbe essere autorevolmente candidato dalla Merkel che provvederebbe a farlo ruzzolare dall’attuale scranno. La maggioranza presidenziale potrebbe essere la prova generale per il governo:
1- Prodi, significherebbe una coalizione secca Pd-Sel autosufficiente e compatta;
2- Amato potrebbe essere il candidato Pd + lista Monti. Immediata premessa di una coalizione di quel segno;
3- D’Alema (o candidato Pd meno autorevole) sarebbe il Presidente che preluderebbe ad una “grosse coalition” più o meno esplicita fra Pd e Pdl;
4- Draghi potrebbe essere votato da tutti per una partita patta. Ma la partita vera direbbe Germania-Italia 3 a zero.
Che ne dite?
Aldo Giannuli
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Antonio Veronese
oramai sono pressochè scomparsi, anche io ora ho deciso di cambiare e preferisco dare il voto al 5 stelle, ma la Bonino non ha proprio speranze?
aldogiannuli
A Veronese: Non credo che la Bonino abbia qualche chances
Carlo Dalla
E intanto noi, il popolo bue, (io senz’altro) non arriva alla terza settimana. Meno male che c’è la morte che ci libererà da tutto questo.
A meno che non arrivi Grillo a “rovesciare il tavolo”!!!
T.S.
Non è che ci sia molto da dire, anzi.
Gli scenari prospettati sono da passaggio tra padella e brace. Il peggiore in assoluto è quello che vede Draghi sullo scranno del Quirinale, ma sì tratta pur sempre di sciagure differenti in uno scenario generale che rimane, comunque, una Caporetto.
Sono parecchio sfiduciato.
Marco Molteni
Aldo ma Monti al Quirinale lo escludi proprio?
Peucezio
Se posso dire la mia, Monti al Quirinale è un’ipotesi tutt’altro che irrealistica, ma significherebbe che si è perso ogni minimo senso della decenza: un candidato capo del governo, che oltretutto probabilmente sarà anche andato male elettoralmente, che immediatamente dopo le elezioni si candida a fare il presidente della repubblica!
Solo che la decenza, se mai c’è stata, si è persa già da molto tempo, per cui la cosa non mi stupirebbe.
Luca Iozzino
Le ipotesi sono realistiche ma tutte , indifferentemente regalerebbero al paese altri 7 anni di incubo…
marco magnante
Non so quanto Prodi sia elegellibile, su di lui il pdl penso che metta un’ipoteca grande come una casa, quindi si andrebbe alla quarta votaziione che rischia di delegittimare l’elezione. Già con Napolitano si è eletto un candidato di bandiera. Da tenere presente D’alema,che ha un’esagerata considerazione di se, e tentò di inserirsi nella corsa al quirinale nel 2006, poi gli fu data la farnesina. D’altra parte, è un candidato che ce la può fare nelle prime tre votazioni. Miglior “alleato” di Berlusconi, a sinistra non c’è. Però non so quanto siano disposti, i destrorsi, a votare per la seconda volta un candidato di estrazione ex-Pci. A questo punto si potrebbe fare strada la candidatura di Gianni Letta. Viene percepito come uomo super-partes, anche se è tutto meno che cosi, e il centro-sinistra non si farebbe problemi a votarlo. Anche Vendola, se gli danno ciò che vuole in una coalizione e non serve tanto basta vedere Bertinotti nel 2006, lo voterebbe. Che ne pensi?
Paolo
Mi sembra che Giannuli continui a sovrastimare la capacità di azione politica autonoma della corrente di Fassina. A parte un certo lavoro culturale, finora politicamente non ha mai fatto mezzo passso fuori dal solco del segretario Bersani. E dice esplicitamente che con Vendola non fuore nessun asse, ma vuole fare l’alleanza col centro in modo che controbilanci SEL e a quel punto il PD, con la sua linea, diventi il punto d’equilibrio della coalizione.
La situazione è molto simile a quando il PRC cercava in ogni modo di costruire un asse con il correntone dei DS che di quell’asse non ne voleva sapere (e infatti alla fine è successo che chi è uscito dal PRC è finito sulle posizioni del correntone)
giandavide
perfettamente d’accordo.infatti prefrisco prodi ad amato o dalema, cosa che certo non si può dire per gli ingoiani, che fanno di tutto perchè monti amato e berlusconi entrino nel governo.
lascio perder i grillini, che ormai reputo dei casi disperati
@paolo
vermente buffa la vostra visione delle realtà:: secondo voi bersni ha firmato un patto con monti e c’è dentro anche sel.la relatà è ch bersni ha fimetoun patto con vendola in cui non c’è monti e in cui (in pratica) comanada bersani. in caso di entrata nel governo di monti il patto italiabenecomune si rompe e vendola non è più vincolato al pd, dato che monti non entra da stampella, ma da premier, basta che il pd abbia un sentore in meno. quindi questo famoso riequilibrio tra monti e vendola esiste solo tra i piccoli goebbels di ingroia e nelle menti degli sciocchi che credono alla propaganda da due soldi. se bersani perde queste elezioni, perde la segreteria, e arriva renzi che sarà molto piùpronto ad allearsi con monti, per regalarci 5 anni di mutande abbassate. e bersani lo rimpiangeremo.
paola sala
se D’alema viene eletto strappo la carta di identita’, chiedo di rinunciare alla cittadinanza italiana, mi strappo tutti i capelli, batto i piedi e urlo come una pazza… dice che puo’ scoraggiare qualcuno? Prodi mi potrebbe anche andare (congiuntivo d’obbligo) e Draghi – possiamo battere la Germania sul campo di calcio, ci riesce meglio
ermanno
Seguitiamo a “pescare” nel solito mucchio di (cialtroni) addetti ai lavori… Sarò senza meno un illuso e un ingenuo ma mi aspetto tutt’altri nomi…
Caruto
Secondo me Bersani punterebbe su Prodi. E tuttosommato sarebbe una scelta dignitosa.
Ma voglio essere pessimista: e’ piu’ probabile che sia Monti.
L’ipotesi D’Alema: voglio sperare di no. Di inciuci geniali non ne posso piu’.
Draghi? Rimango convinto (fino a prova contraria ed a informazioni velenose che mi mancano e che potrebbero uscire magari sul caso MPS) che sarebbe una buona presidenza; ma come ho detto in un post precedente: non so se lavora da solo ed e’ bravo, o e’ bravo perche’ non lavora da solo ed e’ in una cordata riservata.
Simone
E Monti? Lui non ha nessuna possibilità/volontà di essere eletto presidente della Repubblica?
Paolo
@giandavide: potrei esprimere la stessa curiosità sulla tua visione del mondo… io sono stato ai fatti, i fatti sono che i giovani turchi non vogliono l’asse con vendola per spezzare l’asse con monti,vogliono l’asse con monti e vendola per essere il punto di equilibiro. lo dicono pubblicamente.
Riccardo Landi
leggendo i nomi…. mi viene da vomitare.
Non possono scegliere un servitore dello Stato e non dei poteri forti internazionali e delle banche?
Deve essere un garante della Costituzione non un buffoncello al soldo e al servizio delle banche d’affari.
Stimo la Cancellieri.
antonella policastrese
Comunque vada sarà un insuccesso. Personaggi che dovrebbero stare incatenati alla montagna con un aquila che gli rode il fegato saranno premiati per aver buttato questo paese nel water e tirata la catenella. Più’ ingovernabilità di così… Le solite cose italiane.Si tratta nelle segrete stanze per mettersi d’accordo facendo finta in pubblico di litigare.
giandavide
@paolo: visto che sei tanto informato, sai dire dove lo dicono pubblicamente? sai postare un link? ho spesso chiesto cose simili agli ingroiani, ma non sono mai riusciti a postare dei link dove esponenti della coalizione italiabenecomune dicano effettivamente ciò che viene loro attribuito dagli ingroiani. e anche in questo caso il copione si ripete: arriva il solito ingroiano che smentisce in toto le dichiarazioni pubbliche di bersani e vendola senza avere una fonte, tanto sa di rivolgersi a un elttorato di analfabeti come gli elettori di berlusconi che di cercare delle fonti, dei dati, delle prove, non glien frega nulla.
forse voi fan di ingroia non sapete che su internet le affermazioni come le vostre, senza nessun link e nessuna prova, non valgono una cippa.
e questa tendenza a fare le cose approssimativamente in effetti descrive bene la tendenza di ingroia, che vuole fare che alla destra gli vada di culo alle elezioni. un pò come a dell’utri, che “nonostante” il “bravissimo” ingroia all’accusa, è stato assolto dopo il ’92, nonostante avesse a suo carico una quantità di prove spaventose. forse anche in quel caso ingroia, piuttosto che dedicarsi alle prove conrete del processo si è messo a fare inutili e controproducenti omelie, in modo che, mentre il prete predica, l’imputato la fa franca. ieri in aula di processo, oggi alle politiche…
Ucci
In un periodo così turbolento a mio avviso non sono possibili nè Prodi nè D’Alema.
Nel 2006 l’autorevolezza di Napolitano fu erosa dagli attacchi della destra berlusconiana, spianando la strada a quelli di DiPietro e Grillo.
Il prossimo presidente, sul piano istituzionale, si troverà ad affrontare anni ancora più difficili di questi ultimi: dovrà avere la maggiore legittimazione possibile.
Non può essere totalmente inviso a mezza Italia (come Prodi) o a 3/4 (D’Alema, Berlusconi).
In caso i risultati del Senato imponessero una grande coalizione Pd-Monti, dovrà essere qualcuno gradito al Vaticano.
Nel caso la coalizione Pd-Sel ottenesse una maggioranza netta alle urne penserei proprio alla Bonino, invece.
La Bonino è rimasta fuori dalla maggior parte delle polemiche degli ultimi anni.
Come prima donna al Quirinale, avrebbe in partenza la simpatia di metà dei citttadini. Slegata dai principali partiti, ha un’immagine piuttosto super partes.
Non è sgradita ai partiti esistenti: fece in passato l’accordo con il centrodestra, mentre all’ultimo giro fu con il centrosinistra candidata in Lazio.
Darebbe voce all’Italia laica che ha sempre trovato poco spazio nelle istituzioni.
La Chiesa non sarebbe felicissima, ma potrebbe cogliere l’occasione per modernizzarsi; il suo avversario più credibile sarebbe contemporaneamente costretto in un ruolo di imparzialità.
Roberto Buffagni
Ci sarebbe anche Hillary Clinton disoccupata. Perchè no? Così, di fa anche un’opera di bene.
Paolo
@gian davide
l’intervista del financial times a fassina basta?
pierluigi tarantini
Riesci ancora a sorprendermi per la capacità che hai di farmi fare gli scongiuri.
Dalema presidente no!
aldogiannuli
caro pierluigi lo so che c’è da fare la macumba per evitarlo ma il rischio mi pare molto concreto
Il tolemaicismo nella storia contemporanea italiana « menici60d15
[…] al post “La difficile partita del Quirinale” del 4 febbraio […]
giandavide
@ paolo
mi è stato cancellato il posti, non so perchè,ma sono costretto ad intevenire, dato che non vogliopassare per cazaro quando i cazzari sono altri:
http://www.ft.com/intl/cms/s/0/65175e70-5d87-11e2-a54d-00144feab49a.html#axzz2Hwjxe252
qua c’è l’intervista di fassina al financial times. ovviamente non parla di #vendola, nè ci sono riferimenti alle sciocchezze dette da paolo.
quindi continuo a chiedermi: come mai contiunate a scrivere queste cose senza leggerle da nessuna parte? non vi rendetre conto che uno stato di disinformazione pietoso come il vostro vi rende al livello dell’elettore di berlusconi?
e una comunicazione così ambigua e mistificante mi rende molto sospettoso anche sugli ingtenti di ingroia, che ai fatti rimane uno dei responsabili dell’assoluzione di dell’utri e dell’affossamento del processo stato mafia,in quanto ha avuto un ruolo determinente in tutti e due i processi, e non ha certo ottenuto i risultati non dico di falcone o di borsellino, che è una bestemmia, ma di magistrati viventi e molto migliori di lui come woodcock o la boccassini. ma d’altra parte che fiducia può dare un magistrato che dice non di basarsi sulle prove, ma ammette candidamente di fare sentenze politicizzate? e così sono i suoi seguaci: si inventano le cose, non sono in grado di leggere un testo e di usarlo come bagaglio esperienziale, e ripetono sempre le solite omelie imparate a memoria dal prete ingroia. buona fortuna e per favore non mi censurate, o almeno comunicatemene il perchè, dato che sta cosa che scrivo i commenti mi è successa soloin tre posti finora: il blog di grillo, il fatto quotidiano e vivamafarka
aldogiannuli
non c’era stata nessuna censira giandavide, semplicemente non so cosa era successo
byu tech
io invece vorrei beppe grillo presidente della repubblica. in un paese di macchiette un vero comico come presidente andrebbe benissimo e farebbe un grande lavoro.
menici60d15
Il tolemaicismo nella storia contemporanea italiana
Ora, quando si saprà, o meglio, si dirà, tutta intera la verità del potere di questi anni, sarà chiara anche la follia dei commentatori politici italiani e delle élites colte italiane. E quindi la loro omertà.
Pasolini, 1976
La minuziosa previsione del prof. Giannuli sui bizantini giochi politici tra partiti che porteranno all’elezione del prossimo capo dello Stato permette di presentare un concetto, quello di “tolemaicismo”, che ho di recente usato in un commento su Ingroia, censurato, nel blog de Il Fatto (in: La fallacia esistenziale nel dibattito bioetico sulle staminali. http://menici60d15.wordpress.com/2011/10/22/la-fallacia-esistenziale-nel-dibattito-bioetico-sulle-staminali/). Chiamo tolemaicismo, in analogia alla teoria geocentrica dell’astronomo alessandrino Claudio Tolomeo, la pratica di ricondurre a dinamiche esclusivamente – o prevalentemente – interne fatti nazionali che sono in realtà determinati da poteri esteri, come gli USA, la Nato, la finanza internazionale, etc. Ci limitiamo qui al tolemaicismo “descrittivo”, che interpreta gli eventi; ma si potrebbe parlare anche di quello “materiale”, che orchestra determinati eventi in modo che risultino da fattori nazionali.
Le ipotesi su chi sarà il prossimo capo dello Stato ne sono un esempio. Penso che un metodo da non trascurare dovrebbe essere il considerare cosa imporrà lo ”italian desk” a Washington, e come si esprimerà Palazzo Margherita, cioè l’ambasciata USA. O anche guardare ai profili dei papabili in base ai requisiti dal punto di vista USA. Se sono filostatunitensi come Saragat, e Napolitano, “il mio comunista preferito” per Kissinger. Se hanno dato prova di fedeltà collaborando alla sistemazione di qualche italiano sgradito. Cossiga diceva che lui e i DC avevano ucciso Moro; intendendo di avere causato la morte di Moro indirettamente, come effetto collaterale previsto ma non voluto, e per una scelta autonoma, di difesa dello Stato; mentre fu una responsabilità di tipo diretto, e in esecuzione di volontà esterne. Ci si dovrebbe anche chiedere qual è il reale nesso tra Banca d’Italia o burocrazie bancarie internazionali e la carica istituzionale garante del sistema democratico. Il prof. Giannuli rinvia a tale questione, considerando tranquillamente Draghi come il candidato della Merkel; che verrebbe eletto come ripiego, per una “patta” tra i partiti.
Va notato che Tolomeo non era un cretino, ma un ingegno superiore, scopritore di formule trigonometriche usate ancor oggi. E che il suo modello degli epicicli, mentre è falso sul piano fisico, ha in alcuni casi un buon potere predittivo; era capace di produrre previsioni sul moto dei pianeti più accurate di quello copernicano, ai tempi di Galilei. Il tolemaicismo politico è una forma elaborata di omertà, che ha raggiunto in Italia livelli sofisticatissimi, divenendo una vera e propria attività intellettuale, e anche lavorativa, in diversi casi. Es. la dottrina della mafia come il primo potere forte avverso al paese: dove si è omertosi su chi comanda davvero, e lo si serve, combattendo l’omertà sulla mafia; che è un potere criminale, per quanto forte, comunque subalterno a chi comanda davvero, che viene usato sul piano politico come il mammasantissima usa i suoi stessi picciotti per spaventare e fare chiedere protezione. La mafia andrebbe piuttosto vista come i picciotti non dichiarati dei poteri forti (La mafia e l’antimafia favoriscono la soggezione dell’Italia a poteri extra-nazionali? http://menici60d15.wordpress.com/2012/07/28/4271/ I professionisti della metamafia. http://menici60d15.wordpress.com/2010/06/08/i-professionisti-della-metamafia/). L’omertà tolemaica dei politici, dei magistrati, della classe dirigente e degli intellettuali si congiunge con quella del popolo, che istintivamente comprende che può dire peste e corna dei fanti ma deve lasciare stare i santi.
Paolo
Mi sfugge cosa in “Fassina offre il ramoscello d’ulivo a Monti” smentisca quello che ho detto.
Semmai, errore mio, c’è la differenza tra il discorso sui media (alleanza con Vendola E Monti) e il discorso pubblico tete-a-tete (alleanza con Vendola E Monti così loro si annullano a vicenda e la linea congressuale del PD non viene disturbata dagli alleati)
Poi, vabbè, se vuoi credere che Ingroia abbia mandato volontariamente Dell’Utri libero fai pure, solo ti faccio notare che in quanto a sostenere cose di cui non hai le prove, con questo spari nell’iper-uranio del parlare ad mentula canis
giandavide
innanzitutto non ti stai riferendo a frasi pronunicate da fassina ma dal commento del giornalista, e questo la dice lunga.
inoltre offire il ramposcello d’ulivo è un’espressione metaforica che non ha un significato preciso: in effetti non permette distinzioni tra appoggio esterno di monti al programma di bersani oppure governo di larga coalizione. di fronte a queste parole vaghe usate per la stampa estera c’è il patto firmato nero su bianco che non comporta un governo di larghe intese, e vendola non è quindi vincolato in caso di governo monti, e fassina e bersani lo sanno. infatti hanno parlato anche di elezioni anticipate se il pd non ha la maggioranza.
più che altro ti invito a leggere più attentamente e di non fermarti ai commenti del giornalista, perchè non è una pratica molto fedele alla verità prendere per dati delle interpretazioni fatte da altri. e poi non ho assolutamente detto che ingroia ha salvato dell’utri. ho detto solo che a dell’utri il processo è andato bene, e l’accusa di quel processo era gestita da ingroia, e sotto questo aspetto è responsabile della sentenza come i suoi colleghi del collegio. e purtroppo non devo dimostrare nulla: la felicità di dell’utri a fine processo parla da sola. è qualcun’altro che si dovrebbe perlomeno giustificare
richard
Stando ad alcuni giornali, Monti e non so quali forze politiche starebbero manovrando per far prolungare la permanenza di Napolitano al Quirinale. E a questo proposito vi chiedo: i suoi moniti sull’affollamento delle carceri, e la sua visita a San Vittore, non preludono magari a un indulto o un’amnistia, di cui sicuramente beneficerebbero in primis le, spero folti, schiere di rappresentanti del popolo in uscita dal Parlamento?