Cosa c’è dietro l’attentato di Roma?
Nelle tre ore immediatamente successive all’attentato di Roma, sul web impazzavano articoli che sospettavano la mano dei servizi segreti: siamo un paese con una tradizione “importante” in questo senso e la suggestione dell’attentato, durante il giuramento del governo peggiore della storia repubblicana, spingevano in questo senso. Anche io, nell’immediatezza, avevo drizzato le orecchie per capire di cosa si trattasse, ma, a costo di deludere i miei lettori, devo dire che i servizi –sia italiani che stranieri- non c’entrano nulla con questa storia, che non è un episodio di strategia della tensione, ma l’ennesima manifestazione del dramma sociale nel quale stiamo sprofondando.
Ovviamente, è possibile che mi sbagli e che dietro questo ci sia una diabolica trama finalizzata a chissà cosa, ma, allo stato delle conoscenze, tutto lascia pensare che le cose stanno esattamente come sembrano: una persona psichicamente fragile, esasperata da fallimenti personali e rovinata dal gioco d’azzardo che tenta un grido disperato di protesta contro la casta e finisce per ferire (speriamo in modo curabile) un povero disgraziato come lui, che sta lì per guadagnarsi uno stipendio con cui far vivere la famiglia.
Da militante della sinistra radicale, non amo l’Arma dei Carabinieri, ma ho un moto di rivolta contro la profonda ingiustizia di un uomo che paga, casualmente per colpe di altri. Quel che mi suscita una sincera pietà umana, che sarebbe assai più tiepida in altri casi.
E qui tocchiamo il vero tasto politico di questo caso. Un deputato del M5s si è azzardato a dire che molti pensano che se Luigi Preiti avesse sparato ad un ministro la cosa non avrebbe suscitato nessuna indignazione. Subito si è levato il coro dei suoi colleghi: “vergogna! Dimettiti!”. Ma le cose stanno proprio come dice quel deputato: questa mattina, nel bar dove ho preso un caffè, nell’ufficio postale dove ero andato, nella metro ho ascoltato un coro unanime: “Se avesse beccato un ministro avrebbe fatto una cosa santa!”. Perché l’odio per i politici (l’odio, non il generico dissenso di cui dice Vendola: non è il caso di edulcorare le cose) è una realtà.
Alemanno ha ragione di dire che quello che è accaduto ha dietro questa spinta, dove sbaglia è nel pensare che questo odio per i politici sia il prodotto di qualcuno che lo aizza (il M5s), perché non capisce che i massimi ispiratori di quell’odio sono proprio i politici in questione, con la loro incompetenza, avidità, disonestà, grettezza, ignoranza, impresentabilità, arroganza, incapacità. Cari politici nostrani, siete umanamente spregevoli, avete ridotto alla miseria centinaia di migliaia di persone con le vostre scelte politiche sbagliate, state portando il paese al fallimento con le vostre decisioni, non avete avuto la sensibilità di diminuirvi i vostri pingui stipendi di 1 euro mentre avete tagliato sulla spesa pensionistica e sanitaria e magari vorreste essere “amati”?
Il vero guaio è che la gente ha confuso l’odio (meritatissimo) per i politici, con l’odio (sbagliato) per la politica e reagisce con sentimenti elementari e non meditati. Questo provoca quel vuoto di azione collettiva che apre la porta ai gesti disperati individuali che non servono ma, anzi peggiorano le cose. Il problema non è di ordine morale ma, appunto, politico. Dal punto di vista morale questa classe politica meriterebbe ben altro, ma, ragionando per estremo, se anche impiccassimo ai lampioni per strada tutti i componenti della casta, i nostri problemi non sarebbero risolti, sia perché resterebbe poi il conto da regolare con i banchieri, sia perché poi dovremmo sostituirli e non abbiamo una classe dirigente di ricambio. E, in ogni caso, dovremmo trovare una via di uscita da questa crisi. Il che non è affatto semplice, anche in assenza delle bestialità di questo ceto politico.
Il problema dell’assenza di alternativa sta diventando drammatico ed è quello che alimenta in modo esponenziale la disperazione sociale. Da questo punto di vista, i danni maggiori, duole dirlo, non vengono dai Berlusconi, dai Monti o dai Maroni e neppure dai Bersani o dai Letta, ma proprio dalla punta di sinistra del sistema, come quei giovanotti rampanti che si compiacciono di farsi chiamare “giovani turchi” senza reagire e questo già dice molto sulla loro vacuità. Chiarisco il punto: se qualcuno, per magnificare il loro spirito innovativo e quasi “rivoluzionario” li avesse chiamati “le nuove Brigate rosse” o, per dire del loro “estremismo” radicale li avesse detti “i nuovi nazisti”, essi sarebbero insorti, rigettando un’etichetta del genere.
Invece, si pavoneggiano nel nome di “giovani turchi” come se quel nome non si riferisse ad un gruppo di criminali che ha sterminato un milione e mezzo di armeni (a proposito: sono pienamente solidale con la comunità armena che ha protestato per questa mancanza di sensibilità). Il dubbio è che i baldanzosi giovanotti in questione non sappiano nulla né dei giovani turchi veri né dello sterminio degli armeni, perché, in realtà, la loro ignoranza è pari solo alla loro sconfinata ambizione e inconsistenza.
Sembravano i più decisi e ferventi oppositori del governissimo con il Pdl ed ecco lì Orlando che si accomoda giulivo nella poltrona ministeriale. Si dichiaravano i più fieri avversari di Renzi ed eccoli lì a fare il “patto generazionale” come se fossero Forlani e De Mita a San Ginesio. Il loro padre nobile, Fabrizio Barca si è spinto a dire che lui e Renzi sono complementari. Ed ha detto la verità –mica vero che i politici mentono sempre!- perché lui ed il rottamatore sono le due facce di un unico nulla. Ma vi pare che si possa sperare qualcosa da uno che, in un manifesto politico, si esprime con termini come “catoblepismo”, “élite estrattiva” ecc.?! Mi sembra il fratello scemo di Lucio Magri (con tutto il rispetto per la buonanima che era un politico di qualità, nonostante certe debolezze snob). Come dire: dalla “sinistra di governo e di lotta” alla “sinistra di malgovero e di salotto”.
I Fassina, gli Orlando, gli Orfini sono destinati a dissipare il loro seguito nel partito mentre fanno le belle statuite del governo Berlusconi-Letta.
Giovani turchi? Meglio “giovani pagliacci”.
Aldo Giannuli
aldo giannuli, attentato di roma, giovani turchi, palazzo chigi, politica
byu tech
analisi fantastica.
25 anni di mediaset/rai hanno prodotto questi italiani.
Deficit Spending
Da aspirante anarchico, nemmeno io amo l’Arma dei Carabinieri. Ma ho una sconfinata stima per (quasi tutti) i Carabinieri.
E i questi Giovani Turchi sono solo Giovani Turkeys.
salvo lombardo
mah.i simboli pero’ ci sono tutti,il disoccupato con il vizio del gioco e del profondo sud,fannulone vizioso,da disprezzare ed emarginare da razzisti quali siamo,pero guardate la sua foto,capelli corti e in ordine freschi di barbiere,faccia pulita,ben vestito,e la sua espressione,come a volere dire:oh,andateci piano,sono dei vostri!e la benemerita,storicamente ed eternamente,bersaglio preferito.mancano solo grembiulini volanti e compassi traccianti!
Andrea T
Prof Giannuli,
Concordo, in linea di principio, con quanto scritto da lei. Si tratta probabilmente soltanto di una manifestazione estrema del dramma sociale nel quale stiamo sprofondando
Però c’è una strana coincidenza che potrebbe insospettire. E’ vero che le coincidenze non fanno una prova ma non vanno nemmeno sottovalutate in un mondo, come quello politico, dove i poteri comunicano anche per “segnali” che non sono intellegibili da tutta l’opinione pubblica (che non dipone dell’ informazione in possesso del destinatario necessaria può decifrare il messaggio).
Premetto che solitamente non guardo il programma televisivo “Le Iene” però ieri sera, per puro caso, facendo un po di zapping televisivo, mi sono trovato a vedere un interessante servizio sul gioco d’azzardo illegale.
Nel servizio viene intervistato un boss pentito di una famiglia dell’ndrangheta, autore di vari atti criminali tra cui la gestione di video poker e sale scommesse.
Il boss dichiara che spesso, i malavitosi,oltre che per riciclare denaro, utilizzano il gioco anche per un altra funzione. Proponendo di azzerare il debito di un giocatore compulsivo(insospettabile agli occhi della legge) si può chiedere a questo di concorrere ad atti criminali come ad esempio accettare di nascondere in casa quantitativi di droga.
A questo mi viene soltanto da aggiungere un auspicio. Che le indagini sull’arma del delitto e sulla sua provenienza vengano fatte in maniera non approssimativa e, soprattutto, che non vengano in qualche modo inquinate dalla polizia giudiziaria.
Kris
Però il dubbio che mesi di urla vuote in piazza, il professare l’odio per la casta e i luoghi simbolo delle istituzioni, possano aver fatto da scintilla per quella miscela esplosiva pre esistente fatta da difficoltà personali dell’attentatore e sociali. Personalmente non sono praticamente mai d’accordo con Alemanno, ma devo dire che un nesso ce lo vedo. Illuminatemi.
byu tech
che i segnali ci siano è vero…io ci metterei anche il fatto che le pochissime parole dette da berlusconi nelle ultime settimane recitano sempre lo stesso concetto…ci vuole un governo forte, con il pugno sul tavolo…che è la normale reazione alla tensione di piazza.
forse mi sbaglierò..ma la mia impressione è che stiano preparando il terreno ad un autunno devastante con misure anti deficit fortissime fino al prelievo stile cipro..il governo fantoccio di letta serve solo a prendere tempo, tenere il potere
Andrea T
http://www.video.mediaset.it/video/iene/puntata/386164/toffa-la-piaga-delle-slot-machines.html
Ecco il link del video del servizio. L’intervista del pentito comincia al minuto 8.50 circa.
Cito alcune frasi che considero significative:
“Certi soggetti che sono così persi, a volte viene azzerato il conto o magari gli viene dato anche un aiutino e in cambio che magari ti tenga in casa 10 kg di cocaina … o magari che ti faccia qualche viaggio …”
Da notare le parole particolarmente preoccupanti e, devo dire, per me piuttosto criptiche, dal minuto 12.00 in poi.
“C’è una cosa che devi capire…Che è una cosa molto importante…Ci sono, delle porte, che i soldi non riescono ad aprire. Invece ci sono altre cose che riescono ad aprire le stesse porte…Noi dobbiamo analizzare la ‘ndrangheta come un’istituzione. E come tutte le istituzioni, come tutti gli stati,naturalmente, ha le mani dappertutto”.
N.B. Il servizio è andato in onda proprio ieri sera. E’ immagino che, dato che è stato registrato, la programmazione fosse nota in anticipo.
Giovanni Talpone
Completamente d’accordo su tutto. Semmai, puzza un po’ di “già visto” la strana storia degli “Hacker del PD”. A me sono sembrati i nipotini fessi di Luigi Cavallo.
andrea
Tutti appreziamo le analisi e gli articoli del Dott. Giannuli, altrimenti non torneremmo qui a leggerli… possibile che tutte le volte venga sempre fuori il “critico” che applaude all’analisi? 😀
Gianluca
Negli anni ’50 anche un gruppo di politici sardi, tra cui c’era Cossiga, fu soprannominato “giovani turchi”, in quel caso essi presero le distanze da questo nominativo oppure lo fecero proprio?
aldogiannuli
A Gianluca: no non risulta alcuna dissociazione dei giovani Dc sardi, ma va detto che all’epoca si sapeva poco e nulla del massacro degli armeni (cosa conosciuta da un ristretto gruppo di specialisti, oltre che dagli armeni in verità poco ascoltati) che, invece, emerse nelle ricerche fra fine anni ottanta e oprini novanta. In tempi più recenti sono stati pubblicati libri importanti (come quello eccellente di Marcello flores) e si è spesso discusso della questione anche sui mezzi di informazione in relazione al dibattito sul negazionismo e la shoa, per cui oggi è decisamente più imperdonabile di 60 anni fa.
Germano Germani
Mi consenta una messa a punto sotto il profilo storico di alcune sue affermazioni relative all’arma dei carabinieri e della cosidetta “strategia della tensione”.Per quanto riguarda l’arma benemerita, trovo strano che lei scriva che da oltranzista di sinistra non ama la benemerita. Guardi che dovrebbero essere gli oltranzisti di destra a non amare l’arma. Furono i carabinieri ad aprire il fuoco sui squadristi (tra i quali Renato Ricci,Amerigo Dumini) ad Empoli massacrandone decine;furono i carabinieri (che mai portarono sul bavero della divisa i fasci a differenza della polizia) ad arrestare Mussolini su ordine del re, furono i carabinieri ad ammazzare il superfascista Ettore Muti, che si stava prodigando per liberare il duce, furono i carabinieri a non aderire alla RSI e darsi alla lotta partigiana, meritandosi l’epiteto da parte dei tedeschi di “badoglio truppen”.Carabinieri furono Salvo d’Acquisto in via di beatificazione e anche il vituperato comandante generale De Lorenzo, che combatte con il regno del sud contro RSI e tedeschi. Poi per quanto riguarda la c.d.”strategia della tensione” vorrei darle atto della sua onestà intellettuale, che dopo aver esaminato una montagna di documenti giacenti sulla via Appia, appartenenti alla famigerata Divisione Affari riservati del Viminale,non ha trovato un solo documento, dove risulti che Stefano delle Chiaie, era sul libro paga degli Affari Riservati.Concludendo cito il libro dello storico Massimiliano Griner dedicato alla c.d. “strategia della tensione” ove costui documenti alla mano demolisce la nota teoria del complotto reazionario, ispirato dagli americani in combutta con i neofascisti, usati come manovalanza. In verità il beneficiario della “strateia della tensione” fu il PCI di Berlinguer che divenne il primo partito in Italia e governò con la DC la penisola. Il MSI di Almirante subì una emarginazione e una persecuzione politica giudiziaria feroce e repressiva che non ebbe eguali in Italia.
salvo lombardo
spariti i politici,per i banchieri sara una passeggiata,basta togliergli l acqua dove nuotano,e la classe di ricambio esiste gia,sono tutti quei milioni di italiani,onesti,laboriosi,coscenziosi,che ben si rappresentano e si sapranno rappresentare!
menici60d15
Il gesto di Preiti è come una ciliegia candita che, caduta per caso non si sa da dove, centra esattamente il suo posto sulla torta. Ha consentito ai politici – e ai poliziotti – la violenza concettuale per la quale se mentre ti strangolano protesti sei un violento verbale che istiga a spargere sangue. Le tremebonde masse italiane saranno ancora più caute nel lamentarsi; mentre una piccola minoranza potrà essere spinta a emulare il gesto, giustificando così la repressione, e confermando il concetto che dire “i ladri sono ladri” è irresponsabile e violento.
Andrebbe sottolineato che non bisogna imitare Preiti, ma neppure lasciarsene intimidire: assolutamente no alla violenza, ma no anche al voler fare la rivoluzione coi Carabinieri, come diceva Montanelli. O all’affidare la rivoluzione a Eurogendfor. Andrebbe superata l’illusione dell’ammutinamento della Corazzata Potemkin, delle forze di polizia che si mettono dalla parte del popolo. Sembra che quando sono in gioco grandi interessi, come il saccheggio del Paese, i Carabinieri e le altre forze di polizia rispondano a poteri superiori, e siano cani da guardia dei politici che tengono al guinzaglio i loro padroni.
L’attentato, com’è come non è, può costituire un messaggio anche per figure di potere, oltre che uno spot per il popolo bue. Verso le teste di legno che stavano giurando a Palazzo Chigi, ricordando loro qualche cosa; e anche verso frange oneste, o tentate dall’onestà, delle istituzioni, della magistratura, o delle stesse forze di polizia: se cedi alla debolezza di fare il tuo dovere può sempre esserci una scheggia impazzita, un calabrese di ritorno, che arriva e ti spara.
Simone Mucci
Prof. Giannuli,
è notizia di oggi che verranno potenziate le scorte per i ministri e le misure di sicurezza per i palazzi del potere. Potrebbe essere questa la conseguenza voluta degli attentati di Roma, che a questo punto risponderebbero alla strategia della tensione, o pensa che la suddetta strategia non c’entri comunque?
aldogiannuli
Simone Mucci: se una strategia c’è (e può anche essere pensata dopo l’attentato, noin necessariamente prima) non è finalizzata ad una cosa di così piccola portata come le scorte e l’auto blu. Stiamo a vedere se seguono cose più “sostanziose” che, peraltro, non escludo affatto
Antonello
Prof. Giannuli il servizio delle Iene (postato da Andrea T) insieme ad un articolo del Corriere della Sera (link :
http://www.corriere.it/cronache/13_aprile_30/i-tre-indizi-che-mettono-in-dubbio-il-suo-racconto-fiorenza-sarzanini_599c71f4-b14f-11e2-9053-334578a33cff.shtml )mi fanno incominciare a sospettare qualcosa. Perchè anche io avevo pensato che si trattasse del gesto di una persona “psichicamente fragile” come ha detto lei ma i conti incominciano a non tornare anche se io non so proprio cosa ci
possa essere dietro.
aldogiannuli
ANTONELLO: GRAZIE PER LA DEGNALAZIONE, L’ARTICOLO DEL CORRIERE L’HO VISTO STAMATTINA. Si ci sono conti che non tornano, restano però du cose che non riuscimao a spiegarci:
a- chi fa una cosa del genere si espone al rischio di essere ucciso sul posto perchè non può sapere se uno dei carabinieri o poliziotti presenti in piazza noin estragga l’arma e non spari (in fondo sarebbe del tutto lecito farlo visto che c’è una persona che ha aperto il fuoro contro forze dell’ordine e sotto il Parlamento)
b- un episodio di strategia della tensione presupporrebbe non il gesto di una persona psichicamente instabile ma un gesto di terrorismo. Certo si può fare come Alemanno un uso dell’episodio per attaccare il M5s, ma, insomma…, mi pare un po’ debole.In fondo nessuno ha neppure cercato di dimoastrare un rapporto concreto fra l’attentatore ed i griillini.
Anche dal punto di vista dell’accettazione del governo la cosa mi pare discutibile negli effetti perchè sottolinea l’esasperazione sociale che sta montando.
Ripeto: i conti noin tornano, ma chi può trarre vantaggio da una cosa fatta in questo modo?
makno
gentile prof giannuli se si trattava di un tentativo preterintenzionale di stabilizzazione mi sembra assai maldestro il tentativo di utilizzarlo a fini manipolatori. il giorno dopo i commenti diffusi nei lughi pubblici e sul web sono stati esattamente quelli riportati da lei, devo dire che l’unico che ha tentato di capire cosa ci sia dietro quel gesto è stato quel cane sciolto di adriano sofri, che probabilmente non ha nessuna rendita di posizione da difendere. il fatto che questi signori, quelli delpd in particolare ma anche gli altri non scherzano, dovrebbero iniziarsi a porre alcune serie e pressanti domande, ma come lei dice la mancanza di cultura e di visione storica e strategica di questi bambocci è mostruosa. in sintesi credo che l’avvenimento di domenica sia un segnale degli effetti dello shock economy avviata in europa da 5 anni a questa parte, come tempo fa mi diceva il vecchio segretario del pci del mio paese, il potere tecno finanziario crede oramai di poter fare a meno dei ceti medi occidentali, che ritiene di poter di scaricare senza colpo ferire. secondo lor signori di questi ceti che avevo formato un mercato di sbocco nelle società capitalistiche oltre che un fattore di stabilizzazione sociale contro possibili rivoluzioni o svolte sociale oramai non c’è più bisogno.sono cinico e dico che il profilo seriale del maldestro attentatore sembra quello di un ex elettore di forza italia, incantato illuso, utilizzato, incazzato , tipo robert deniro in taxi driver.invece di fare i finti idignati i nostri, non gli chiamo neanchee più politici, dovrebbero porsi almeno delle preoccupanti domande insieme a tutta la casta dei media ufficiali.
con stima e cordialità makno
COSA C’E’ DIETRO L’ATTENTATO DI ROMA | FiascoJob Blog
[…] Dal blog di Aldo Giannuli […]
Maurizio Barozzi
Caro Giannuli, le sue note toccano un tasto dolente: quella della confusione, dell’ignoranza e della faciloneria con cui viene coltivata l’opinione pubblica, il semplice cittadino.
Abbiamo chi, già per partito preso, vede in ogni evento un pò fuori della norma, una cospirazione e chi, viceversa, scettico su tutto fa spallucce.
Nostro compito, a prescindere dai singoli fatti, dovrebbe comunque essere quello di abituare le persone a ragionare con la propria testa ed in ogni caso a diffidare sempre.
A caldo, dopo il ferimento dei due carabinieri a Roma, ho scritto un articolo “Siamo sicuri che è tutto casuale?” (visibile nel sito http://www.fncersi.altervista.org) dove appunto, pur ritenendo il gesto di Roma, opera personale di un singolo soggetto, folle o meno che sia, sviluppavo questi argomenti.
La vita è tutta un “complotto” e lo può constatare chiunque, sul posto di lavoro, nelle vicende personale amorose, nella vita sociale, ecc. Tanto più negli affari e in politica dove “complottare”, con prassi lecita o illecita che sia, è la norma perchè certe cose, certe strategie non possono essere esplicitate se si vuole raggiungere gli obiettivi prefissi.
Ancor più questo avviene negli Stati, dove imperano interessi superiori e la “ragion di Stato”, non per niente i Servizi sono appunto “segreti” e vige il “segreto di Stato”. Tra nazioni poi, la storia ci mostra come la maggior parte delle guerre avvengono dietro false flag, una aggressione, un omicidio che determina il casus belli e consente a chi, invece, ha veramente scatenato la guerra, di passare come “aggredito” o offeso, con notevoli vantaggi, non solo “morali”, ma anche nella mobilitazione di tutte le forze della nazione.
Comunque sia, in genere, il potere, qualunque potere, il sistema costituito, si avvantaggia di fatti cruenti ed eccezionali, causali, accidentali, o provocati che siano, financo un imprevisto terremoto, e tanto più un attentato terroristico, magari sotto banco provocato.
Il gran parlare che ne consegue, lo sgomento dell’opinione pubblica e la paura ingenerata, sono utilissimi per bypassare certi iter procedurali, per far approvare certe Leggi o per ottenere adesioni, che in altri momenti sarebbe stato problematico avere.
Stante così le cose, tre, grosso modo sono le modalità di eventi terroristici che possono tornare utili al potere:
1. quelli che ben si sapeva stavano per accadere, da parte di chicchessia, ma li si lasciano ugualmente accadere, anzi si fa in modo che accadano, perchè tornano comodi, magari per scatenare una guerra: esempio calzante, ma ce ne sono tantissimi è Pearl Harbour.
2. Quelli addirittura autoprovocati o comunque atti terroristici in cui il potere ha la sua mano; esempio calzante: gli attentati dell’11 settembre in America o, qui da noi la famigerata Strategia della tensione.
3. Quelli causali, in genere opera di squilibrati o persone esaltate, che il potere pur non potendoli sfruttare politicamente come i precedenti, tornano però utili per quel “clima” di paura e di confusione, in certi momenti necessario al potere stesso ed a cui i mass media, proprietà di grosse lobby, in genere finanziarie, interne al potere, sono maestri a sfruttare in ogni modo. Esempi eclatanti, credo, l’attentatore di Brindisi e forse, questo di Roma.
Ecco quindi che dobbiamo invitare le persone a diffidare, pur restando con i piedi per terra. Tanto più che nel mio articolo spiegavo come, a volte, dietro fatti cruenti del terzo tipo, opera di un esaltato, un cane sciolto, o addirittura uno squilibrato, può esserci l’opera di “persone” che li hanno avvicinati, li hanno frequentati con discrezione e ne hanno esaltato gli istinti del loro precario equilibrio psicologico, fino a portarli a compiere il gesto eclatante. Senza che poi sia possibile risalire a questi “manipolatori”. Facevo due esempi storici, in questo senso: l’omicidio di Kennedy, in cui venne coinvolto Lee Oswald, ma sappiamo anche che Oswald non poteva aver sparato lui, o lui solo e comunque avevano fatto in modo che si trovasse sul luogo al momento giusto. E’ molto probabile che, “chi di dovere”, aveva provveduto a “influenzare” la personalità esaltata di questo individuo, ma di certo non fu una manipolazione discreta e perfetta, perchè poi fu necessario farlo eliminare.
Tempo addietro una notizia mi fece sobbalzare: lessi che in quei giorni a Dallas c’era un certo J. J. Angleton, figlio d’arte e maestro nella manipolazione dei presunti neofascisti dal 1945 in avanti. Era un caso?
Perfetta invece fu la manipolazione del giordano palestinese Shiran Shiran che sparò a Robert Kennedy, anche se ben sappiamo che, contemporaneamente, a Bob spararono anche altre rivolverate rimaste misteriose. Ebbene: chi aveva portato Shiran Shiran a quello stato di esaltazione contro Bob, tanto che neppure l’interessato che poi si è dovuto cibare l’ergastolo, se ne rese conto?
Insomma, sappiamo bene che certi Centri sociali, gruppi estremisti, in particolare di destra, ma non solo, gruppi cosiddetti “neonazisti”, circoli vari sono sempre “inquinati” dai Servizi, del resto per prassi di “ufficio”, ma sono anche infeudati da provocatori e comunque, per legge di natura, attirano sempre nei loro dintorni, esaltati e squilibrati apparentemente lucidi. E su questi ultimi, “chi di dovere”, può sempre “operare” in un certo modo.
Ecco ho espresso determinati punti, che andrebbero sviluppati e che mi sembrano indispensabili, anche se non bisogna mai generalizzare.
Diffidare sempre, indagare doverosamente, ma mai sconfinare nella paranoia che magari dietro ci sono gli Ufo e gli Alieni.
Corrado Ballarini
Uno arriva a Roma con una 7,65 con la matricola limata, quasi l’avesse acquistata alla Rinascente, spara a due carabinieri per ammazzarli: al primo mira al collo perché sa che con una 7,65 contro il giubbino antiproiettile gli farebbe il solletico, il secondo, che corre, lo colpisce ad una gamba. Preiti è uno che sa sparare (provate a mirare alle gambe di una persona che corre con una 7,65 a canna corta, se lo beccate vi danno una medaglia). Però un pm ha già escluso la possibilità di una perizia psichiatrica perché si sa, c’è sempre il rischio che la gente parli un po’ troppo con lo psichiatra … Invece sarebbe molto utile per le indagini sapere, ad esempio, se Preiti ha svolto il servizio di leva e, se non l’ha fatto, il perché. Al potere la strategia della tensione fa molto comodo: in questo momento favorisce la normalizzazione e la gente come Preiti è sempre molto disponibile ad eseguire ordini per un fine sconosciuto in cambio del giusto compenso…
aldogiannuli
tutto possibile , però
1 il compenso convince di meno nel caso in cui c’è il fondato rischio di rimetterci la pelle durante l’azione
2 per essere un episodio di strategia della tensione occorrerebbe sostenere che non di un matto si tratta ma di un attemntato politico.
Insomma, mi sfugge ancora la logica di questo gesto, anche se resto disponibilissimo a rivedere ogni cosa e prendere in considerazione l’ipotesi di una operazione di destabilizzazione
Andrea
Frncamente non ho seguito la vicenda e certamente non sono addentrato in questo genere di discorsi; vorrei far notare però che questo genere di episodi fanno il giro del mondo e, sommati ad altre notizie, nell’arco di mesi e anni restituiscono all’opinione pubblica internazionale l’idea di un paese. I dettagli non contano più di tanto, sono le immagini e i clichè ad essere importanti.
Pochi secondi di tg vissti distrattamente. Donne con il velo in medioriente, proteste in Russia, caos in Europa, ecc.
Andrea T
Due domande per il Prof:
1) Magari sarà una pura casualità o, come è più probabile, una sorta di effetto emulazione, ma – come lei stesso ha scritto più volte – non ci sono forse, negli ultimi anni, un po’ troppi squilibrati in giro per il mondo che all’improvviso sbroccano e provocano una strage? (Non voglio suggerire che ci sia per forza un complotto o una strategia dietro ma, fosse anche un epifenomeno di una patologia profonda della nostra società, ci sarebbe comunque materia per una riflessione)
2)Sul compenso come motivo di una azione come quella di Preiti in cui con tutta evidenza si rischia la vita sono d’accordo con lei. Ma che dire invece dell’ipotesi di una persona fortemente indebitata con personaggi loschi (come tipicamente è un giocatore compulsivo) che ad un certo punto viene “messo in mora”, per così dire, con metodi brutali (magari alludendo anche a ritorsioni trasversali) per poi vedersi prospettata una possibilità di adempimento alternativo della sua obbligazione?
aldogiannuli
Andrea T:
1 certo ci sono “troppi” spostati in giro per essere tutti genuitamente spostati, ma, appunto, ce ne saranno anche di veri
2 si: l’ipotesi della persona costretta da gente “a cui non si può dir di no” è ben argomentata e ci sta, ma resta da capire il motivo dell’azione che richiederebbe una regia mediativa successiva che per ora non emerge.
Gherardo Maffei
Squilibrati che vengono manipolati da poteri occulti? Ma allora i casi storici del partigiano gappista Bruno Fanciullaci (a Firenze è stata intitolata una via alla sua memoria) che uccise uno dei più grandi filosofi del novecento Giovanni Gentile, la cui salma è tumulata in Santa Maria Novella, nonostante che l’ANPI chieda inascoltato da decenni, che sia rimossa,rientra in questo novero? Da tenere presente che quando scaricò in faccia al filosofo Gentile, il caricatore della sua pistola, il gappista Fanciullaci, esclamò che non uccideva un uomo, ma l’idea!Del resto era da tempo che radio Bari, organo del governo fantoccio del sud Italia “liberata”, incitava alla liquidazione del filosofo. Stessa e analoga considerazione possiamo fare per i gappisti di via Rasella? Teniamo presente che nella rappresaglia finirono trucidati i compagni dissidenti e trozkisti di “Bandiera Rossa”, ma non i vertici del PCI e i vertici resistenziali monarchico-badogliani operanti nella capitale. Pazzi, manipolati,sempre ed ovunque o solo quelli che fanno comodo?
alberto
http://www.megachip.info/tematiche/democrazia-nella-comunicazione/10191-una-strana-storia.html
che ne dite?
saluti
alberto
carlo63
Marx e Lenin hanno da tempo liquidato i gesti estremi come quello di Roma, ma una classe politica inciuciatrice che abolisce l’articolo 18, che porta l’età lavorativa a 67 anni, che privatizza e liberalizza tutti i servizi pubblici, che taglia il welfare e la sanità, che cosa si aspetta dai disperati che aumentano di giorno in giorno??
Andrea T
@aldogiannuli: mi viene in mente la frase di un romanzo di Le carré che, più o meno (vado a memoria), riferendosi al lavoro sporco dei “contractors” che eseguono commissioni ordinate da altri, fa dire a uno dei suoi personaggi: chi riceve la telefonata finale, magari in un ufficetto improvvisato in una cascina nella savana o nel deserto, non conosce le motivazioni e le strategie retrostanti (e sicuramente non le conosce neanche quello che la telefonata la fa), solo un nome, un indirizzo e una fotografia; è solo l’ingranaggio finale di un meccanismo complesso, all’interno del quale il livello decisionale è remoto e si perde nei vari passaggi di “compartimentazione”.
Come ben sappiamo, non è stato infrequente nella storia del Paese che le organizzazioni criminali (o anche piccole associazioni a delinquere) si prestassero ad eseguire azioni anche in nome proprio ma per conto altrui.
Tornando ad allargare il quadro mi permetto di evidenziare che, ad esempio, la compattezza del PD (sulla cui tenuta come contenitore di voti si gioca tutta la partita della sopravvivenza di un sistema di potere marcio fino al midollo ma che si era dotato di una opposizione gradita e complice) nel voto di fiducia al nuovo governo, non è un risultato da poco.
Vecchi schemi, se vogliamo, ma che con la mentalità e la cultura, dell’obbedienza alle “scelte responsabili” dei dirigenti, di una certa “sinistra” funzionano sempre.
Paolo
Quando sei drogato (e le macchinette sono la peggiore delle droghe) diventi disposto a tutto. Secondo me, dietro l’attentato di piazza colonna, c’è la ndrangheta che ha voluto dare un segnale fortissimo alla politica in termini simbolici. Ci sono “troppi” arresti di latitanti negli ultimi tempi (tra i quali proprio Ciccio Pesce di Rosarno), troppe operazioni di confisca di beni (tra le quali anche quella al c.d. “Re” dei videopoker di Reggio Calabria). Preiti è un insospettabile, e secondo me, visto come si è organizzato, ha già “lavorato” per le ndrine.
aldogiannuli
Paolo: messa così non è affatto una ipotesi peregrina e va valutata, ma abbiamo ancora troppo pochi elementi per sostenere che sia andata così. Però è una pista investigativa interessante
Lorenzo
due piccoli contributi sul tema.
Il finanziamento pubblico ai partiti: oltre le ideologie dominanti (prima parte)
http://www.pensierieconomici.blogspot.it/2013/04/il-finanziamento-pubblico-ai-partiti.html
Il finanziamento pubblico ai partiti: oltre le ideologie dominanti (seconda parte)
http://www.pensierieconomici.blogspot.it/2013/05/il-finanziamento-pubblico-ai-partiti.html
giandavide
certo se la strategia fosse questabisognerebbe ripensasre innanzitutto il caso vantaggiato, che in effetti presenta alcuni aspetti simili. una cosa del genere d’altra aprte rappresenterebbe un mododi agire completamente nuovo per la mafia. ma se si considera che le modalità del delitto mafioso sono state oggetto di un’articolata analisi volta alla loro identificazione (penso in questo momento al saggio di palumbo sui morti di mafia), è ragionevole pensare che le mafie abbiano pensato di cambiare un pò le modalità di azione, in modo da non rendere facilmente identificabili i mandanti. questa cosa è senz’altro vera per svariati omicidi di donne in calabria fatti passare per “passionali”, ovvero nascondendo la vere motivazioni dietro il raptus di un singolo. in questo caso (come in quello di vantaggiato) ci sono molte meno prove ed è difficile uscire dall’ambito della speculazione.
Andrea T
@giandavide.
Secondo me il punto è un altro. Da sempre ci sono delitti che una organizzazione criminale, o, ben vedere, che qualunque organizzazione/associazione, può avere interesse a commettere 1)in nome proprio e per conto proprio; 2) in nome altrui e per conto proprio 3) in nome proprio e per conto altrui; in nome altrui e per conto altrui. Dipende dalla strategia a monte e dai vantaggi prospettati da eventuali committenti/concorrenti nel reato.
Naturalmente le modalità esecutive e operative rispecchiano, con coerenza, (e salvo errori, pur sempre possibili) quete scelte.
Andrea T
Mi spiego meglio: nell’ipotesi (astratta) in cui un soggetto (persona o centro d’interesse) si fosse posto come obiettivi strategici:
– il richiamo alla “responsabilità” di tutte le componenti che in teoria avrebbero dovuto votare la fiducia al nuovo governo (comprese le correnti maldipanciste del PD) e di conseguenza la ricomposizione, almeno al livello dirigenziale, della grave frattura nel PD.
– la martirizzazione della nostra classe politica (la più squalificata del mondo, credo)
– rinfrancare nelle forze dell’ordine la percezione della solidarietà tra la loro funzione e il Potere (“se la gente alza troppo la testa, per primi subite voi che state in prima linea”)
– rafforzamento (o mantenimento) di scorte e autoblu
Andrea T
– dare una calmata ai toni e alle parole del M5S
– la chiusura delle zone dei palazzi della politica al pubblico
– non da ultimo, creare nelle persone la percezione di un certo “stato di emergenza” nel paese (che alla politica fa sempre comodo)
Il gesto di un disperato come Preiti, elettore dichiarato del M5S, è stato esattamente quanto di più vicino a quello che serviva in questo momento per raggiungere questi obbiettivi.
Ma magari è soltanto una coincidenza fortunosa per le forze di governo (e purtroppo sfortunata per quelle persone innocenti che si sono trovate coinvolte)
salvo lombardo
ma le pallottole di preiti erano vere o a salve?e il sangue era sangue o succo di pomodoro? e i feriti,guariranno miracolosamente? e questo, a prescindere, spero,e glielo auguro veramente,e sinceramente!
silvia
Persona con debiti di gioco….calabrese….ricattabile…giorno del giuramento….per me è la mafia che ricorda alla politica un giuramento, accordi che vanno onorati
SantiNumi
In realtà l’uso di “deboli di mente” da parte dei Servizi è ampiamente documentato dal dopo guerra.
Questi squilibrati tendono ad uccidere cantanti pacifisti, presidenti degli USA, bambini fuori da scuole pugliesi, carabinieri e si può andare avanti per un altro secolo.
Uccidono tutti tranne i banchieri.
(I banchieri tendono a rapirsi i figli tra loro o usano appendersi sotto i ponti ma solo con degni rituali)
daniele
È difficile trovare persone competenti su questo argomento, ma sembra che voi sappiate di cosa state parlando! Grazie