Referendum: se Renzi perde deve andarsene? Si, con buona pace di Di Maio.

Che deve fare Renzi se perde il referendum? Deve andarsene, punto e basta. In primo luogo perché ha impegnato la sua parola in questo senso e non possiamo permettere che possa restare Presidente del Consiglio un Pulcinella del genere, poi per ragioni di ordine costituzionale che ho già spiegato. Per questo non ho per nulla apprezzato la recente uscita di Luigi Di Maio (“non chiederemo le sue dimissioni”). Uscita inopportuna ed anche assai incauta.

Infatti,  non ci vuole molto a capire che, in caso di vittoria del No, partirà una richiesta di dimissioni di Renzi a furor di popolo e tanto per cominciare, dal popolo 5 stelle e lui potrebbe trovarsi costretto a rimangiarsi le parole di oggi.

Non sempre la scelta più moderata è anche la più prudente ed assennata. So che la  maggioranza degli italiani è molto scettica sulla possibilità che Renzi si dimetta se vincono i No al Referendum. Io sono di parere opposto e non perché consideri Renzi uomo di parola (figuriamoci!) o sensibile a considerazioni di ordine costituzionale ( rifiguriamoci!) ma per una banale questione di rapporti di forza: una sconfitta del genere gli spezzerebbe le gambe, lui potrebbe anche voler restare, ma i rapporti di forza non glielo consentirebbero.

In primo luogo, il partito entrerebbe in ebollizione e lui non avrebbe assolutamente la presa di prima. Non mi riferisco  ad una azione della “sinistra” unita (Bersani + Cuperlo + Speranza) che pensa solo a prendere un 30% di voti congressuali per trattare sulla rielezione del maggior numero possibile dei suoi parlamentari. Penso proprio allo sfascio del correntone renziano. Al di là alla ristretta corte fiorentina, il seguito di Renzi ha aggiunto molte altre componenti del partito: gli ex veltroniani, gli ex miglioristi, la maggioranza dei margheritini, ex dalemiani, ma, soprattutto il corpaccione “doroteo” del partito: gli amministratori locali, gli affaristi a vario titolo, i parlamentari in cerca di rielezione eccetera. Tutta questa marmellata (per usare una epressione gentile) era ed è al seguito del giullare nella convinzione che egli abbia un “tocco magico”, che rende vincente ogni battaglia di cui si ponga alla testa. Ma se (magari dopo un risultato negativo alle amministrative) si aggiungesse una dèbacle referendaria che mette a rischio la vittoria alle politiche, il magnetismo renziano finisce di colpo e tutti iniziano a cercarsi altre nicchie in cui inserirsi. Il tutto, poi, sotto congresso ed in vista delle politiche. Conseguenza: la frantumazione disciplinare dei gruppi parlamentari che renderebbe debolissimo il governo.

Il secondo effetto sarebbe sugli alleati, e su Alfano e Casini piuttosto che Verdini che sarebbe probabilmente il più fedele. Alfano e Casini già stanno scomodi  nella coalizione per via della questione delle unioni civili e della prescrizione, la sconfitta del referendum (magari proprio per il voto determinante dei family day) li metterebbe in una posizione insostenibile, soprattutto in caso di successo della destra a Milano. Ed il ritiro di questi dalla coalizione sarebbe la fine del governo.

Anche i sindacati sarebbero invogliati a tornare a premere sul governo con una ondata di conflitti, proprio nella speranza di trovare un avversario indebolito e salvare la faccia in qui assai compromessa dai troppi cedimenti.

Ovviamente, un governo così debole non servirebbe neppure alla Ue ed alla Bce, dove Renzi, già ora , non conta troppi amici e, per di più in un momento in cui i rischi di crisi economica si farebbero più pesanti.

Peraltro, tutti quelli che, per una ragione o per l’altra, hanno avuto motivi di avversione per il fiorentino (dagli americani alla Confindustria, ai magistrati ecc.) troverebbero la via libera per la spallata finale.

In politica c’è una regola fondamentale: assai importante è non perdere. Magari, potrebbero esserci rilievi morali, ma la politica italiana non mi pare l’ambiente più adatto a questi scrupoli. Ecco perché sono convinto che non supererebbe  la sconfitta.

Che scenari per il dopo?

Il primo:  Renzi cade, lasciando il posto ad un governo tecnico (quarto non eletto dagli italiani ed in una situazione di forte delegittimazione del Parlamento) per il quale occorrerebbe trovare una maggioranza (cosa per niente scontata) e che comunque sarebbe solida come un budino. In primo luogo perché Renzi dovrebbe dimettersi anche da segretario del partito e, come abbiamo detto il Pd entrerebbe  in ebollizione rivoltandosi. Anche le forze di centro (i deputati ex scelta civica approdati al Nazareno, gli ex casiniani, alfaniani) partirebbero alla ricerca dei salvagente, prima che la nave affondi del tutto. Quanto durerebbe questa melassa? Ed, anche in ogni caso, che effetto farebbe una sentenza sfavorevole della Corte sull’Italicum?

Lo scenario più probabile è il secondo: votare nel 2017, ma non si sa bene con che legge elettorale, con il Pd in pieno marasma e con una destra ancora in via di ristrutturazione. Per la destra potrebbero esserci chances di salvezza, ma per il Pd, appena sconfitto, privo di una leadership, travolto dagli scandali  sarebbe la disfatta.

Determinante, in questo senso, sarebbe la pronuncia della Corte Costituzionale, ma immaginiamo che un esito del genere renderebbe assai meno popolare il sistema maggioritario fra i parlamentari di Pd, centro e destra. Vuoi vedere che si guadagnano un po’ di mesi per rifare la legge elettorale?

Aldo Giannuli

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Aldo Giannuli

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Comments (46)

  • D’accordo bene o male su tutto tranne la parte della rivolta del PD.
    Oltre alla minoranza, perché anche il resto del PD non “toscano” dovrebbe rivoltarsi? A me sembra più probabile che restino “fedeli” per almeno qualche altro anno perché, dopotutto, una sconfitta non rende Renzi un perdente e alle prossime elezioni comunque è probabile che Renzi possa prendere un’altra carrettata di voti, sopratutto se la destra non riesce a ricompattarsi/ristrutturarsi.

  • Ho trovato molto intelligente la dichiarazione di Di Maio, forse al limite della furbizia politica ma certo non campata in aria, e sono anche convinto che sia ragionata e concordata con Grillo, Casaleggio e altri.
    Per due motivi, uno sostanziale e uno meramente tattico-strategico (e forse anche un po’ furbesco):
    1) come ha giustamente fatto osservare più d’uno, trasformare i quesiti referendari in un quesito pro o contro il governo, anzi, in questo casi addirittura pro o contro una persona, significa snaturare l’istituto stesso del referendum e andare contro quei principi che hanno ispirato i Costituendi nel prevederlo. Il che è apertamente in contraddizione con la principale ragione dei sostenitori in linea di principio del “No”, fedeli alla Costituzione cos’ com’è e sopratutto contrari all’operazione di modificarla a forza di voti di fiducia e per di più da parte di un governo autoeletto dai poteri forti. In più, per un Movimento che fa della democrazia diretta il principale punto del suo programma, basata sulla possibilità per i cittadini di esprimersi e decidere sulle questioni, mi pare un autogol bello e buono.
    2) Spersonalizzare il referendum serve anche a togliere un po’ di argomenti ai sostenitori del “Si”, riportando la questione al merito delle questioni e alle sue effettive implicazioni per il nostro futuro. Anche perché, checché se ne dica, la vera contrapposizione che Renzi ha cercato di far passare, purtroppo con successo, è tra lui in rappresentanza del sistema decrepito dei partiti tradizionali contro i cosiddetti Populisti, rappresentati dal M5S. E molti che sarebbero tentati di votare “No”, potrebbero rivolgersi al “Si” solo per paura di consegnare il Paese al Movimento, o peggio alla Lega. E tutto sommato sarebbe anche abbastanza inutile, con le elezioni comunque da tenere nel 2017.
    Non sono sicuro poi che l’appello al PdR nel caso vinca il “No”, sia così peregrino e istituzionalmente fuori luogo: in fondo, anche se finora ha brillato per l’assenza, è pur sempre il garante della Costituzione e un suo intervento sarebbe forse l’unico modo per evitare quell’allungamento del brodo paventato dal prof. , prendendosi altri mesi, magari un anno, con la scusa di fare una nuova legge elettorale.

    • Credo che sia tattica comunicativa…Infatti chiedere le dimissioni non sarà necessario se dovrà essere Renzi a darle spontaneamente. Inoltre il M5S vuole sapere da Mattarella cosa vorrà fare. E’ chiaro che se Renzi non vorrà dimettersi partirà l’attacco e lo sbraneranno sia i suoi che gli altri. Insomma gli converrà dimettersi.

      • Aggiungo anche altre considerazioni.
        Ma se è lo stesso Renzi ad aver dichiarato, ancor prima che qualcuno glielo chiedesse, che in caso prevalga il “No” lui lascerà la guida del governo, perchè seguirlo rischiando di rafforzare la sua posizione di (finto) democratico?
        Se facessi l’allibratore, non avrei difficoltà a pagare 10 a 1 chi scommettesse che non terrà fede alle sue dichiarazioni; non è per un caso che lo chiamano “il Bomba”!
        Facciamo le due ipotesi;
        1) perde e lascia davvero: buon per il M5S, si va alle elezioni (presto, sperabilmente, e questo è l’unico punto oscuro), e con due soldi s’è comprato l’asino al mercato. Sarebbe una sua scelta, e non potrà fare la vittima dei cattivi Populisti e Giustizialisti.
        2) perde e rimane dov’è: quale migliore argomento per attaccarlo, rimarcando la sua ennesima dimostrazione di guasconaggine e mancanza di parola? Tutti punti in più alle elezioni, di lì a pochi mesi dopo (sempre sperabilmente).
        Quindi, invece di fargli da sponda adesso, tranquillizziamo l’elettorato moderato e tendenzialmente astensionista: basta aspettare, si sta cuocendo da solo nel suo brodo.
        Il vero pericolo, che Giannuli stranamente non prende neppure in considerazione, è se nel marasma che seguirebbe alle sue effettive dimissioni, dietro l’angolo ci aspettasse un’altro governo tecnico, sponsorizzato da Napolitano e non ostacolato dal suo avatar Mattarella (sigh!), con la scusa di avere il tempo per decidere la legge elettorale e per porre un freno ad un’altra tempesta speculativa analoga a quella che spianò la strada al mortifero Monti.
        Allora si che sarebbe buio pesto!

          • E’ giusto, chiedo venia, nella foga ho tralasciato di leggere compiutamente un passaggio del post. Invece avevo letto bene la domanda finale “Vuoi vedere che si guadagnano un po’ di mesi per rifare la legge elettorale?” e mi è sembrata un’ipotesi poco approfondita e quasi sorvolata: viceversa la vedo davvero come una quasi certezza. Questi hanno sempre un piano B.

          • se è è per questo hanno sempre un piano C ed un piano D, solo che da un po’ di tempo in qua non gliene funziona uno

          • io invece credo all’esatto opposto che (come i precedenti) un governo tecnico avrebbe una vasta e solida maggioranza. Tanto per cominciare, gli “antirenziani” (a parole ) del PD non avrebbero più ragioni per opporsi al pdc tecnico, una volta ottenuta la testa del loro nemico. Poi la retorica della responsabilità nazionale sarebbe perfetta per nascondere meglio nuovi nazareni.

  • Di Maio e chi gli sta alle spalle proseguono la rincorsa per normalizzare il calderone 5 stelle. Se Renzi resta al governo il successo è garantito nell’arco di 3-4 anni. Questo a mio avviso il motivo principale della sua uscita, che farebbe capire anche a un cieco quanto valga e dove stia andando la truppa fondata da Grillo. Ma quando si è ciechi per scelta anziché per malasorte il buio cala su tutto ciò che si preferisce non vedere.

    L’unica speranza in vista della formazione di un’opposizione seria in Italia è lo sfascio del movimento che, al momento, blocca la formazione di una destra lepenista (per cominciare) in grado di capitalizzare sul tema dell”invasione extracomunitaria. La caduta di Renzi potrebbe mettere il M5S davanti a scelte e responsabilità immediate e, così, causarne la frammentazione prima che i Di Maio abbiano il tempo di consolidare l’inciucio.

    Sul fatto poi che Renzi si dimetta davvero se perde il referendum ho i più ampi dubbi. Dipende dalla carta su cui decideranno di puntate i Marchionne & C. che, come lo stesso ha apertamente dichiarato in una recente intervista, lo hanno installato al potere.

    • sta dicendo che un'”opposizione seria sarebbe un partito di estrema destra xenofoba? Se vogliamo fare la fine di 80 anni fa, di sicuro.

      • La costruzione di un’opposizione seria serve precisamente a fare la fine di 80 anni fa, solo moltiplicata a potenza.

        Senza abbattere il vero garante del sistema (il “sovrano” in senso schmittiano), cioè gli Stati Uniti d’America, ogni cambiamento è illusorio. E le superpotenze crollano come risultato delle guerre mondiali.

        Le quali guerre, si cominciano nella speranza di vincerle e nella consapevolezza di poterle perdere.

  • Gentile e paziente ospite, pur non essendo un conoscitore della tattica politica, io avrei qualche difficoltà a criticare Di Maio.
    Nel nostro Paese per come sono fatti gli elettori bisogna soppesare ogni parola. Lei pensa veramente che gli elettori si renderanno conto di come Renzi ed il suo staff occulto gli hanno maldestramente preparato il pacco dentro la riforma costituzionale? Sono assolutamente troppo pigri per mettersi a studiarlo e capire come, a questo giro, il potere valutario anglosassone glielo metterà in quel posto, così come fu per i loro avi. Non dico che gli elettori non si occuperanno della cosa, ma la stragrande maggioranza lo farà solo a livello emotivo, da stadio. Per la maggior parte dei pigri di intelletto, se un Renzi qualsiasi dice che se perde se ne va, loro si commuovono e gli donano il SI. Se poi un Di Maio qualsiasi promette che se il Renzi perde lui ne pretenderà la testa, anche gli elettori talmente pigri da essere ancora indecisi passeranno senza esito al fronte del SI. Dunque il sommarsi dei due slogan di questo tenore farebbe un danno micidiale al Paese, perché, conferendo almeno un altro 5% effettivo al fronte del SI, renderebbe più praticabile la strada, peraltro già decisa, dei brogli presso i terminali del Viminale (dove non dimentichiamo essere già presente un’unità di crisi della CIA).
    D’altra parte Di Maio affermando che in caso di vittoria dei NO spetta ancora al Presidente della Repubblica l’iniziativa, non dice nulla che non sia già scritto nella Costituzione.
    Infine mi permetta di osservare che la spallata gli americani a Renzi gliela darebbero solo se perdesse il Referendum.

    • io però un partito di opposizione che non chiede le dimissioni del gioverno, per di più dopo un referendum perso e di quella importanza, non lo avevo ancora visto.

      • Prof. la realtà ha superato tante volte la fantasia in questo “Paese” negli ultimi anni che non mi sembra proprio l’uscita di Di Maio la più stravagante; segue un ragionamento che ha il suo fondamento e visto che il M5* ha iniziato, come anche da lei auspicato, ad usare la tattica perchè censurarlo?

      • un partito che chiede le dimissioni del governo SEI MESI PRIMA di un referendum, così esponendosi alla figuraccia di dare per scontata la sconfitta e quindi ad essere DISTRUTTO a livello di mmagine? No, nemmeno io ho mai visto un partito tanto autolesionista.

        • ma perchè dici sciocchezze di questo calibro e parli di cose che nessuno ha detto? Il quesiti è: se Renzi pdovesse perdere il referendum (se Renzi pdovesse perdere il referendum, ripeto) chiederete le dimissioni o no? Il futuro ha un senso mi pare ed anche la costruzione ipotetica del periodo, esattamente come lo è l’affermazione di Renzi (se perdo me ne vado. Al di là dello scarso uso del congiuntivo e di quello approssimativo dei tempi).
          Azionare il cervello prima della tastiera…

    • Scusi,potrebbe spiegarci meglio questa storia dei brogli ai terminali del Viminale già decisi?
      Aspettiamo con ansia di sapere cosa ne sa lei.
      Grazie.

      • Caro WOW,
        i brogli al Viminale, a mio avviso, devono essere considerati come il Piano B.1 di coloro che manovrano Renzi, vale a dire come quel programma di emergenza da seguire nel caso i NO superino i SI di un margine poco percettibile dall’opinione pubblica. Ora dire che il nostro Ministero degli Interni sia immune da “errori di trascrizione dei dati” dopo il 2008 (anno di introduzione delle soglie di sbarramento al 4%) lascia perplessi, dato che allora diversi “partituzzi” furono di un soffio eliminati. Oltretutto chi allora aveva la responsabilità di questo settore al Viminale guarda caso ha poi avuto ampia conferma ricoprendo negli ultimi tre anni la delega ai servizi. Figuriamoci ora che si tratta di una sola scheda, con “affidabili” exit poll che, magari in diretta da Parigi, possono dare una “robusta” tendenza già alle 22,15.
        Mi pare che volgere lo sguardo verso Vienna in questi giorni sia sufficiente per comprendere che se neppure i Paesi meno inclini alla truffa sono impenetrabili alla lunga mano dei padroni d’Occidente (capaci di far resuscitare persino gli austriaci morti all’estero), nel Bel Paese faremmo bene a prenderci tutti la briga di fare la conta del risultato referendario del nostro seggio e poi di richiedere visione dello stesso trascritto nei tabulati generali.

  • Telegraficamente:
    1) Di Maio è già schierato con i grandi poteri. Amen
    2) Renzi (se perde) darà le dimissioni ma tra consultazioni preincarichi e manfrine varie può durare ancora un pezzo.
    3) Renzi è comunque il segretario del PD per cui non mi sorprenderebbe qualche operazione per mettersi in sicurezza, anche prima del referendum.
    4) Mettere un altro burattino al posto di Renzi credi davvero che cambierebbe qualcosa?

  • Giannuli,
    se Renzi perde il referendum gli unici a chiedere elezioni e che se ne vada saranno il M5S e la Lega.
    L’uscita di Di Maio è stato un impappinarsi nelle parole esatte,voleva semplicemente dire e lo si capisce dal prosieguo della frase che dovrà essere il presidente della Repubblica a decidere.
    A volte mi chiedo se viviate voi commentatori in un mondo mediatico dove sono la grammatica e la sintassi a contare e non i fatti concreti,i voti,le iniziative pratiche e la prassi.
    Sempre più allibito da questo blog.

    • interpretazione assai benevola la tua (non si capisce fondata su cosa, ma va bene) resta il fatto che se poi M5s e Lega saranno gli unici a chiederele dimissioni, che senso ha dire oggi che non le chiderà? Solo un impappinamento? Io ci vedo una manovra maldestra di presentare il M5s come una “grande forza tranquilla”, moderata che però, detto qui ed ora, si risolve in una ciambella di salvataggio a Renzi al di là delle intenzioni

      • Ecco una parola di buon senso. Se si pensa che pochissimi anni fa il M5S si presentava come una forza di pura protesta, per nulla tranquilla, si misura la distanza del cammino percorso.

        Giannuli è sempre benevolo cogli umanistoidi e specialmente col M5S, ma è possibile un’interpretazione più sinistra. L’uscita di Di Maio, ormai schierato coi poteri forti, è un segnale a Renzi che ci sono forze 5S importanti, se non dominanti, che non intendono impegnarsi a fondo per il no (propaganda, comizi, volantinaggio ecc.) e già puntano ad accordarsi con Renzi (se vince il referendum) o sostituirlo (in caso vincesse comunque il no).

        A pensare male si fa peccato, diceva Andreotti, ma spesso ci si azzecca. Come nel caso di Syriza, la sinistra (per ridere) prepara neppur troppo copertamente (ché bisogna rassicurare i poteri forti a cui ci si è venduti) all’ennesimo e prevedibile tradimento.

  • Che M5 abbia di fatto consegnato a Renzi l’Italia mi pare l’unico risultato chiaro che ha ottenuto. Altri non se ne sono visti. La mia non è una analisi e mi dichiaro find’ora incombente a controbattere nel dettaglio. Ma a un certo punto uno guarda i fatti. I fatti più evidenti sono che ha consegnato il paese a Renzi e adesso glielo lascia in caso di perdita del referendum. M5 è un movimento che a parte le solite denunce e proteste non esprime una idea costruttiva, solo contro. Non se ne può più. Il paese ha bisogno di fatti, proposte costruttive. Siamo stufi di vederci spiegare che la cricca dei politici al governo è nelle mani di burattinai. ok ma allora che ci serve ancora m5? scusate lo sfogo.

  • Veramente più che farselo consegnare dalle mani del M5S, Renzi il governo l’ha prima serenamente tolto di bocca a Letta, che l’aveva appena addentato rubandolo da quella di Bersani, che l’aveva giaguarato dalle fauci di Monti, che l’aveva ricevuto come grazioso dono dalle mani di Napolitano.
    Una specie di filastrocca alla Branduardi, insomma.
    Ma a parte gli scherzi, il post tradisce una delusione sentita e anche comprensibile, da un certo punto di vista.
    Ho un suggerimento per Silvia e per i tanti come lei; vista la passione politica che traspare dal suo scritto, che ne direbbe di prendere contatto con i 5Stelle del luogo dove abita (ma non necessariamente), e provare a partecipare a qualche meetup? Così, giusto per rendersi conto di persona di cosa sia davvero il Movimento.
    E’ gratuito, non è necessario iscriversi a nulla, si può partecipare anche in forma semi-anonima (almeno presentarsi però! per educazione), nessuno ti chiede di fare attività politica, ma solo di ascoltare e, talvolta, anche di esprimere la tua opinione votando su qualche questione in discussione. L’avverto però, non sentirà parlare dei massimi sistemi, quanto piuttosto dei problemi specifici del territorio e di cosa si può fare e di cosa stanno facendo i portavoce eletti al consiglio municipale. Sono certo che capirebbe molte cose, ad esempio che il M5S è fatto di persone comuni, poco inclini alla violenza ed a lasciarsi strumentalizzare: semplici “Cittadini in Movimento”, come recita lo slogan.
    Visti da vicino, perchè non è raro che le possa capitare anche di scambiarci due parole, i vari Di Battista, Di Maio, Taverna, ecc., sono considerati davvero dei portavoce e come tali si comportano.
    Poi certo potrà trovare mille difetti e mille distinguo da fare, ma difficilmente sentirà puzza di paraculaggine.

    • Veramente più che farselo consegnare dalle mani del M5S, Renzi il governo l’ha prima serenamente tolto di bocca a Letta, che l’aveva appena addentato rubandolo da quella di Bersani, che l’aveva giaguarato dalle fauci di Monti, che l’aveva ricevuto come grazioso dono dalle mani di Napolitano.
      Non è vero:
      1. M5 aveva l’opportunità di governare con Bersani. Non l’ha colta in nome di una utopia che mi spiace ma non merita considerazione. Quindi? Il risultato qual è di questa geniale mossa? Il paese ha bisogno di fatti e “di sporcasi le mani” nell’arena politica che purtroppo è questa. Fa schifo. Ma è questa e questa s’ha da combattere.
      2. M5 ha avuto altre opportunità per smarcarsi da renzi e non le ha colte a parte la denuncia.
      3. M5 ha avuto una testa pensante: è morta. Grillo, il burattino, da solo e si è visto non si è neppure degnato di “studiare” e nei dibattiti politici alle elezioni faceva pena. He serietà c’è in Grillo? Sembra essere un ciarlatano che è incappato in un comunicatore pensante e che non ha voglia di imbarcarsi oltre nel processo che ha contribuito a innescare.
      4. I giovani “credenti” per quanto zelanti nel mostrare che hanno imparato si muovono come talebani della verità.
      5. M5 non ha gli strumenti e non è in grado di darseli, e non impara neppure dagli errori in nome di una rigidità ideologica che per chi non si ostina ha limiti evidentissimi.
      6. Mi auguro che sia come dice lei, ma anche le origini non sono chiare né chiarite. Di fatto è stato contattato dagli USA (e getta?) e ha stabiito alleanze europee per lo meno discutibili.
      7. Portavoce sì, ma purtroppo senza un leader non si va lontano.
      8. Difficilmente sentirà puzza di paraculaggine: evitare la paraculaggine non è l’obiettivo. Non esiste un mondo che si puo costruire da soli esiste un mondo di paraculi, in cui occorre muoversi per costruire e perseguire propri risuktati e obiettivi magari con qualche compromesso. Le ripeto in un mondo di duri e puri e non si va lontano. Non contrasti i terroristi facendo il buono. Li contrasti esercitando una forza uguale e contraria per farsi che la risultante abbia un direzione desiderata (magari non quella piu desiderabile)

      • Questo blog è di Giannuli, non il mio, e solo a lui tocca di polemizzare, se crede.
        Di tutte queste affermazioni, l’unica che mi stimola ad una breve riflessione e che mi permetto di commentare, è quella finale riguardante il mondo dei paraculi. Rivela un animo parecchio esacerbato e molto preoccupato di apparire debole in un mondo che è visto dominato dalla legge del più forte, legge alla quale chi scrive si è purtroppo arreso.
        Conosco bene questa concezione della condizione umana : “homo homini lupus”, “chi si fa pecora, il lupo se lo mangia”; “mors tua vita mea”; ecc. Ci sono passato anch’io, ci passano tutti, prima o poi: ma stia tranquilla, passerà, passa per tutti (o quasi), prima o poi. :-))

      • Tenerone Dolcissimo

        M5 aveva l’opportunità di governare con Bersani.
        Su questo punto si è chiaramente espresso Travaglio per dimostrarne l’infondatezza.
        Su YT potrai trovare numerosi interventi di MT su questo punto

    • In conclusione: se non ottieni i risultati che dichiari e la tua “inazione” determina risultati opposti o “glci fai” o “ci sei”. Al momento il “ci fai” era di Grillo e il “ci sei” degli …..ingenui terroristi che accompagnati all’aeroporto di zaventem con un biglietto e un borsone a testa sono esplosi (perché è chiaro che ancora non è dimostrato che fossero kamikaze) mentre il fido compagno si allontanava per andare … “in bagno” e defilarsi a piedi”.
      Non metto in discussione la sua buona fede nel controbattere. Ma c’è molto in m5s che dà la netta impressione che di democrazia vera non ce ne sia (espulsioni, votazioni, ect) e che vi lascino discutere a livello locale facendovi pensare liberi, mentre l’eterodirezione sa cosa deve fare e come deve “sbagliare”.
      A pensar bene si fa peccato…. con tutto il rispetto e molta provocazione.

  • Agostino Marrella

    Buongiorno al professor Giannuli e a tutt*.

    Premesso (a scanso di improprie interpretazioni delle mie parole) che non escludo di votare per il M5S alle prossime elezioni politiche – non già perché esso mi “entusiasmi”, ma perché il signor Renzi non può avere il mio “complice astensionismo” – ho dato una lettura negativa delle dichiarazioni del deputato Di Maio. Ne ho cioè tratto l’impressione che al M5S – assai carente in ordine ai processi democratici di costruzione del consenso – la “deforma” Napolitano-Renzi-Boschi-Verdini non dispiaccia poi così tanto e ciò a prescindere dalla posizione ufficiale a essa avversa manifestata dai “pentastellati”; impressione negativa, la mia, che “estendo” alla blanda opposizione del M5S alla “porcata 2” (alias “italicum”) che prevede, fra l’altro, listini semi-bloccati e uno sconcissimo premio di maggioranza senza soglia minima di conseguimento.

  • Tenerone Dolcissimo

    A Siracusa una vecchietta ogni giorno pregava gli dei affinché il crudelissimo tiranno della città Dioniso, fosse sempre incolume e vivesse a lungo. Dopo che Dioniso ebbe saputo il fatto, fece venire la vecchietta, e domandò il motivo delle preghiere. La donna molto sinceramente rispose: «Una volta a Siracusa comandava tiranno ingiusto; quando quello morì, un tiranno (ancora) più crudele occupò la rocca di Siracusa, e perciò desideravo ardentemente che anche la sua tirannia fosse quanto più breve possibile; ma poi abbiamo avuto te, il più crudele di tutti i tiranni. Perciò prego vivamente gli dei per la tua salvezza, che non ci tocchi dopo la tua morte un tiranno perfino peggiore di te.
    Valerius Massimus, Factorum et dictorum memorabilium libri IX, ibi liber VI
    ***
    Caro Giannuli, pensiamoci bene prima di cacciare il cazzaro di rignano.
    Ti ricordo che il corriere della sera ha iniziato la campagna elettorale in favore di Monti.
    Capisc, a mme

  • Giannuli, help please!
    Leggendo alcuni commenti mi sto rendendo conto che deve essermi sfuggito qualcosa, qualche dettaglio importante. Molti danno ormai per scontato che Di Maio è “schierato coi poteri forti”, e con lui tutta o quasi l’intellighenzia del M5S, appiattita su posizioni ultramoderate ed ai limiti del Renzismo.
    Visto che bel risultato hai ottenuto con la tua reprimenda?

    • questo era il modo di pensare del Pci che riteneva ogni critica un favore fatto al nemico, e la cosas è finita come si sa. Peraltro chi pensa che Di Maio ed il M5s sdiano allineati ai poteri forti lo pensavia già da prima e non ha atteso il mio post e c’è una fetta di opinione pubblica che lo pensa da sempre, non per questo dobbiamo rinunciare alla libertà di critica

  • Sono d’accordo con quanto espresso nell’articolo.
    Si tratta di una uscita veramente infelice da parte di Di Maio. Se Renzi perdesse il referendum il suo personale carisma di vincente ne uscirebbe peggio che intaccato, praticamente distrutto, i suoi alleati ncd si troverebbero di colpo tremendamente scomodi, i suoi sostenitori dell’ultima ora dentro il PD si risparpaglierebbero nuovamente in una miriade di correntine in attesa di capire quale sia il nuovo cavallo vincente cui saltare in groppa per non dover andare a cercarsi un lavoro vero, eccetera.

    La situazione del paese, contemporaneamente, diventerebbe di colpo instabile e non avendo un sostituto immediatamente a disposizione il PD, anche se la volontà politica è certamente la medesima, possiamo solo sperare che Mattarella manchi del nerbo necessario per rimetterci ancora formalmente in stato di protettorato come ai tempi di Napolitano-Monti.
    Eh si, perchè se Renzi e il PD vengono azzoppati, il panico ( letteralmente ) esplode innanzitutto nelle istituzioni tra Bruxelles, Francoforte e Strasburgo, e se non si trovasse la maniera di insediare subito un governo Draghi ( o similare, ma questa sarebbe l’opzione definitiva ) potrebbe innescarsi un devastante effetto domino per la stabilità della UE.
    E Dio solo sa quanto ne sarei felice!

    Ma perchè un simile scenario si apra prima bisogna vincerlo, il referendum, naturalmente sostenendo il no e subito dopo averlo eventualmente vinto bisogna politicamente inseguire Renzi per infliggergli immediatamente il colpo di grazia, facendo ostentata mostra di non conoscere pietà.
    Non c’è altra via.

    Aggiungo una semi-sconfortata chiosa: se il deputato europeo Marco Zanni fosse il futuro uomo di punta del m5s, considererei il movimento un orizzonte politico anche strategicamente così valido che ci entrerei di corsa.
    Essendo invece Di Maio posso al massimo votarlo per sgambettare il PD speculando – incrociando le dita – sulle contraddizioni che ciò potrebbe creare…

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