Devo esprimere la mia solidarietà a Marco Travaglio.
Devo esprimere la mia solidarietà a Marco Travaglio.
Come si sa, Marco Travaglio ha indirizzato una lettera a Michele Santoro per lamentare l’andamento dell’ultima puntata di “Anno Zero”, nella quale è stato arrogantemente e volgarmente insultato dai suoi interlocutori berlusconiani in assenza di reazioni significative del conduttore.
Marco Travaglio non ha ragione: ha ragione da vendere! E devo esprimergli tutta la mia solidarietà.
Da circa venti anni si è affermato un modello di dibattito televisivo semplicemente ignobile il cui format base è il seguente:
Domanda: “e’ vero che lei ha compiuto atti irregolari nell’esercizio del suo potere?”
Risposta “Cosa faceva tua moglie ieri in quell’albergo equivoco con quel tal finanziere?”
D: “Non ritiene che la sua politica sanitaria abbia dato pessimi risultati?”
R: “Il fatto è che tu hai l’Aids perchè sei un culattone”.
E così via. Per cui:
a. parla chi grida più forte
b. vince quello che impedisce all’altro di parlare interrempendolo in continuazione
c. non si risponde mai alle questioni di merito ma si aggredisce l’interlocutore cercando di squalificarlo personalmente.
Tutto questo accade perchè il conduttore non solo non interviene (se il caso con la durezza necessaria) ma incoraggia ed aizza, perchè questo “fa audience”. Ricordate le teorizzazioni a cavallo fra gli ottanta e i novanta? “La televisione deve abbattere il muro che la divide dalla piazza, basta con l’etichetta falsa da studio televisivo, bisogna dare la parola alla ggente (con due G)”. Era il “Ggentismo”, declinazione sinistrorsa del populismo. E di populismo stiamo morendo: non è più possibile fare un discorso minimamente documentato e logico (pur nel rispetto dei ritmi televisivi: intendiamoci), non è più possibile formarsi una opinione razionale su qualsiasi problema, ma ci si deve schierare sulla base di istinti gregari di appartenenza di branco.
Abbiamo sostituito all’etichetta di studio televisivo l’etichetta da taverna portuale.
Il populismo più plebeo è oggi la maggiore patologia politica di questo paese (peggio anche della corruzione e dell’affarismo). Ma sarebbe ingiusto darne la colpa solo a Bossi e Berlusconi (che di populismo vivono e prosperano perchè sanno farlo meglio degli altri) o Di Pietro (che di populismo vivacchia).
Un generoso contributo lo hanno dato anche quei conduttori televisivi che, con lo Ggentismo, hanno predisposto il terreno per le vittorie della destra populista dei Bossi, di Fini, dei Berlusconi.
Ormai è un modello antropologico vincente che ha fatto proseliti anche a sinistra: ricordate la proposta fatta un anno fa da Paolo Ferrero, che voleva costruire un “populismo di sinistra”? Lui non è stato neanche capace di farlo, ma resta che ormai il concetto è “sdoganato” anche a sinistra.
Posso dirlo? Dipendesse da me, licenzierei molte persone in Rai e Santoro sarebbe fra i primi.
So di dispiacere diverse persone fra quante seguono questo blog (e forse lo stesso Travaglio non sarebbe d’accordo con me) ma, davvero, non se ne può più.
Aldo Giannuli, 22 febbraio ’10
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Ugo Agnoletto
lei parla di formarsi una opinione razionale sui problemi. Invece si ragiona per simpatia o antipatia. Questo è primo fenomeno che scatta di fronte a qualsiasi persona, soprattutto se ha delle responsabilità. E’ chiaro che questo viene sfruttato attraverso il Ggentismo.
marta
E’ da anni che seguo Travaglio. Giovedì sera ho guardato Anno Zero. La mia impressione è che Travaglio avendo la fedina penale pulita, lo si voglia per questo condannare pubblicamente. Ieri sera ho provato disagio nel leggere la lettera che Travaglio ha scritto a Santoro nel sito Voglio Scendere. C’è molta amarezza nelle sue parole.
Fabrizio
Vittorio sgarbi viene regolarmente invitato in televisione perchè 90% litigherà e farà audience. Direi che siamo allo stesso livello, con la differenza, come dice il Professor Giannuli, che si ha come l’impressione che Santoro goda nel vedere i litigi, come se fosse in presa diretta con l’ Auditel.
E rimango sempre dell’idea che chi siede in quello studio abbia una vena narcisista quasi perversa.
Il risultato è che due volte su tre una persona pacata come me spegne il televisore e va a leggere il marchese De Sade: almeno quella è perversione come si deve.
Alessandro
Travaglio sente che il vento è cambiato, e anche lui è figlio del ‘Ggentismo’, i suoi libri sono fatti per il ‘Ggentismo’, ma negli ultimi mesi, qualcosa è successo. Dal flop dell’operazione coordinata piazza-viola/pentito-mafioso-che-parla-di-berlusconi/The-Genchi’s-files si vede che il ‘Ggentismo’, (che quello sia urlato di Santoro, o quello para/pseudo-argomentato di Travaglio), quale strumento di manovra non serve più. E’ tempo di mettere in ripostiglio i burattini; ma i burattini non se ne danno per inteso.
Hai voglia lamentarsi e sentirsi amareggiato, scopre l’acqua calda, quella che provano tutti coloro che hanno espresso indignazione per il massacro di Gaza, o hanno indicato nella riunione sul Panfilo Britannia l’inizio della spoliazione irreversibile dell’Italia.
Anche Travaglio, così, scopre cosa si pensa quando uno, a queste domande, si sente rispondere, con risatine da rettile, che ‘Io sto con Israele’ o che ‘la vicenda del Britannia 1992 è una leggenda’. Chiara dimostrazione dell’argomentare ‘à la Travaglio’.
Marco
Il programma di Santoro è da un anno e mezzo che versa in condizioni francamente deprimenti. Avevo apprezzato moltissimo l’esordio del nuovo Annozero dopo la grande “epurazione bulgara”, con un taglio intrigante, martellante, inchieste giornalistiche condotte in maniera minuziosa e inedita. Puntate davvero efficaci condotte sul problema della corruzione sanitaria, sul problema del lavoro e dell’edilizia popolare. Poi come al solito, essendo gli ascolti di quel tipo di giornalismo marginali o comunque non in grado di fare il “botto”, ha prevalso il Santoro versione mediaset, vanitoso, permaloso, capace di fare andare la trasmissione secondo schemi degni di un talk show all’italiana appunto. Invitare in trasmissione la D’addario piuttosto che dedicare una puntata ai trans romani, bypassando invece, tanto per fare un esempio, l’anniversario della strage di Piazza Fontana, nell’unica tribuna di approfondimento nazionale con un certo seguito di pubblico, ha implacabilmente segnato la deriva gossippara e caciarona del programma. Semplicemente si tratta di un format che non esiste in nessun altro paese europeo occidentale, lì non si mischia l’inchiesta con l’approfondimento politica; in Francia ci sono programmi dove si fa inchiesta e programmi dove si fanno domande secche ai politici vis à vis. Punto. Non si può prendere una puntata, buttarci dentro un po’di politica, un po’di inchieste, un po’di gossip e un po’di cronaca giudiziaria e pretendere anche che si possa capire qualcosa. Su Travaglio c’è poco da dire, il giornalista è in gamba, l’uomo “satirico” anche. Trovo squallide le sue affermazioni su Israele e sul massacro di Gaza, non condivido quasi mai il suo tono giustizialista, ma è evidente che è il giochino è chiaro: lui pungola i politici e qualche giornalista, loro lo insultano…ma in Italia funziona così, fino a che la politica non scende da Marte e non si mette a rispondere di quello che fa davanti ai cittadini la via più facile è quella del “non mi dimetto perchè il popolo è con me”, o, nel migliore dei casi “Travaglio tu sei un cretino”. Amen
Niccolò
Il format di Annozero è un inedito italiano oggettivamente un po’ pasticciato. Mescolando dibattito, inchieste, editoriali, gossip rischia di complicare la comprensione del filo conduttore della trasmissione, che comunque è sempre presente (al contrario di Ballarò, ad esempio) e mai messo da parte dal conduttore. Il vero problema è che spesso a Santoro è impedito di fare il proprio mestiere, poiché certi figuri deviano il dibattito o delegittimano gli interlocutori quando sono senza argomenti. Ovviamente l’editoriale di Travaglio fa molta paura per ciò che dice e, grazie alla sua indubbia dote satirica/sarcastica, per come lo dice. Sia Santoro che Travaglio hanno i loro difetti, ormai risaputi, ma sono due ottimi giornalisti. Togliendo pure loro come sarebbe ridotta la Rai? Cosa rimarrebbe a chi è stanco della “verità” televisiva, ma altrettanto stanco di spegnerla sempre per sconsolatezza?
davide
alessandro ha perfettamente ragione,Travaglio si macchia di colpe ben più grosse quando si manifesta per quello che è:un destro sionista.
Il loro tempo lo hanno fatto,usando i loro mezzi.
Per questo io seguo gente e giornalisti più seri come Fulvio Grimaldi o professori come Domenico Losurdo,Gianfranco LaGrassa, Costanzo Preve,vuol mettere il livello alto portato da questi e le miserevoli considerazioni del sionista Travaglio.,Di Pietro ,Grillo,alla fine di un’epoca di intendere l’opposizione al sistema deprimente berlusconiano.Il loro democretinismo,il silenzio sugli affari degli amici-travaglio ha mai detto null sui condoni fiscali grilleschi,sulla vicenda poco chiara di pietro/cia-ormai è alla fine
Come comunisti cerchiamo di essere pronti e presenti a combattere contro l’imperialismo americano/sionista e i suoi sostenitori.
I grilli parlanti fan la brutta fine anche nella canzone di bennato
Io abbandonerei lui,il degno compare Saviano
Niccolò
Tal Davide, mi inchino alla tua capacità di scelta dei riferimenti giornalistici da seguire, posso però orgogliosamente dire di aver imparato molto di più dal pensiero del meno degno Travaglio, di quanto tu abbia fatto dai tuoi ottimi maestri. Questo lo dico perché leggere un tale disprezzo verso chi, su molte cose, la pensa come te (e tu noti solo le differenze), mi fa capire sempre più come noi di sinistra saremo sempre più confinati in una riserva indiana. Anzi, se la sinistra è rappresentata davvero da chi la pensa come te, posso fieramente dirmene estraneo.