Cuori e mani per il Kurdistan

Come ho scritto di recente, i kurdi sono praticamente gli unici che stanno combattendo l’Isis. Per di più, si trovano a vivere gli attacchi dei turchi, che fingendo di combattere l’Isis bombardano le comunità kurde, condannandole, sostanzialmente, a doversi difendere su più fronti. In queste settimane molte carovane di solidarietà stanno partendo dall’Italia e non solo, per portare solidarietà alla lotta ed alla resistenza kurda. Anche da Milano, il 5 ottobre, ne partirà una, composta da molti giovani, molti dei quali conosco e stimo. Vi invito dunque a sostenere la loro campagna di finanziamento, a conoscere il progetto ed a seguirne gli aggiornamenti!

L’appello

Succede che tutto si tiene e oggi il Kurdistan racconta una resistenza ed un esperimento rivoluzionario da sostenere e con cui intrecciarsi: nella crisi mediorientale tra guerre di interesse, istinti genocidi, rivolte e popoli in fuga è nato il fiore del Rojava e del suo confederalismo democratico; progetto che noi riconosciamo (senza timori di esagerare o apparire retorici), come non accadeva da molto tempo, patrimonio nostro e dell’umanità.Non solo il Rojava offre un modello egualitario e di convivenza per quel Medio Oriente sconvolto dalla fine dei confini disegnati da mano occidentale ormai un secolo fa: rappresenta anche una resistenza al nazismo genocida di Daesh (lo Stato Islamico), un rifugio per le folle in marcia, una promessa di ritorno per i migranti che in questi giorni varcano le frontiere d’Europa, un’opposizione diretta al governo autoritario di Erdogan in Turchia (cje negli ultimi mesi ha infatti scatenato una strategia della tensione ed una repressione feroce non solo contro i curdi, ma verso tutti gli oppositori politici).

Dal “fronte di tutte le contraddizioni della globalizzazione” arriva un messaggio che parla anche a metropoli e territori che, nella nostra fortezza europea, sono apparse per troppo tempo normalizzate.

Per questo partiamo, per questo ne parliamo, per questo vi chiediamo di darci una mano.

Cuori e mani per il Kurdistan, ci proviamo.

http://rojavaresiste.noblogs.org/

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Aldo Giannuli

Storico, è il promotore di questo, che da blog, tenta di diventare sito. Seguitemi su Twitter o su Facebook.

Comments (7)

    • con aerei missili e droni soltanto non si possono vincere le guerre perche’ una volta rasa al suolo una postazione nemica bisogna mandarci la fanteria a prenderne possesso, a questo punto se i fanti si trovano a fronteggiare dei guerriglieri il vantaggio tecnologico viene annullato perche’ si arriva anche allo scontro corpo a corpo (come e’ accaduto tra le macerie di Stalingrado) e cosi vince chi e’ piu’ accanito e determinato. Ecco perche’ gli USA ad eccezione Grenada e Panama (dove non c’era una guerriglia da combattere) non hanno mai vinto una guerra. Il principale handicap americano sta’ nel fatto che fanno una guerra dietro l’altra senza una strategia sensata ma piu’ che altro per gli interessi dell’industria bellica nei confronti della quale lo stato si indebita continuamente ed e’ probabile che sara’ questa la causa della caduta come impero. Tuttavia anche le guerriglie hanno bisogno di soldi, e mentre si capisce chi ha interesse a finanziare l’ISIS: Turchia, Isdraele, Arabia, USA in funzione anti IRAN e SIRIA, non e’ altrettanto chiaro chi finanzia i guerriglieri curdi, dato che non sono ben visti ne da Turchia ne da IRAN ne da IRAQ e ne dalla SIRIA

      Tuttavia anche una guerriglia ha bisogno di mezzi economici non indifferenti e infatti

      ,”… i kurdi sono praticamente gli unici che stanno combattendo l’Isis. ….”

      • I curdi sono divisi almeno in due fazioni, facenti parti a clan familiari-settari come tutte le fazioni politiche/sociali del Medioriente. le due principali sono quelle del clan Barzani e del clan Allawi. Il clan Barzani, che sostiene creazione di uno stato curdo in Irak senza toccare la Turchia, è finanziato riccamente da Israele e portato in palmo di mano da Erdogan. Barzani non si sogna certo di combattere l’Isis, perché rientra perfettamente nel piano Ynon.
        Questa dei “curdi che sono gli unici a combattere l’Isis” è un’altra favola propagandata per screditare Assad e fare a pezzi la Siria e l’Irak in un colpo solo con un intervento esterno.
        Infatti chi è il principale sostenitore di questa favoletta? Bernard Henri-Lybie!!!
        Cerchiamo di non cascarci, per favore.

  • Si potrebbe tentare una mossa furba: dare un paccotto di cartine, cartamoneta, swap, cambialoni, cheques bancari, derivati, monete, tratte e assegni post datati ai giornalisti della libera stampa filogovernativa dei mercanti anseatici del nord per mettere in giro la voce che nel Kurdistan si sono esaurite le riserve di petrolio e gas. Seguo l’iniziativa.

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