Come al solito è difficile parlare del M5s
Grillo e la sua creatura politica suscitano simpatie ed antipatie feroci ed è sempre difficile mantenere un atteggiamento pacato. Tuttavia non rinuncio a tentare un confronto razionale fuori dal tifo calcistico.
1- Elezioni: La recente sconfitta elettorale è stata variamente commentata dallo stesso Grillo: prima “è colpa degli italiani”, dopo: “Ma veramente abbiamo vinto: passiamo da 400 ad 800 consiglieri”. Se la logica non è un’opinione, dunque, gli italiani hanno la colpa di aver fatto vincere il M5s. Oppure ho capito male? La prima reazione è una sciocchezza, la seconda un pietoso tentativo di consolarsi.
La prima è una sciocchezza perché è l’eterno ritornello dei politici che non vogliono ammettere di essersi sbagliati e rovesciano le cose dicendo che sono gli elettori ad essersi sbagliati. Come se Marchionne dicesse “Io faccio le macchine migliori e più belle, se non vendo abbastanza la colpa è di quegli stronzi dei consumatori che non le comprano”. Dopo di che sarebbe necessario l’intervento dell’astanteria psichiatrica. O no?!
La seconda è una pietosa bugia perché, con questo criterio, se il M5s avesse preso tre consiglieri in più, si potrebbe dire che, comunque, ha vinto avendo preso più consiglieri della volta precedente. Anche questo espediente del raffronto con le elezioni meno recenti ma più affini è vecchio come le barzellette di Berlusconi. Quando in tre mesi sei elettori e mezzo su dieci non ti votano non puoi cavartela dicendo “Ma cinque anni fa non avevamo nemmeno quei tre voti e mezzo che ci sono rimasti”.
C’è un problema politico, così come il fatto che la gente voti il M5s nelle politiche e poi non lo voti nelle amministrative, non è il frutto di una congiuntura astrale, ma il fatto che a quel livello il movimento non è convincente, forse per i candidati e per il modo con cui sono scelti, forse per i programmi un po’ affrettati, non so, ma di certo questo è un altro problema politico da affrontare e risolvere.
Ugualmente errato mi sembra l’atteggiamento di quanti, pur collocandosi in opposizione a questa orrenda classe politica, sperano che questa sconfitta significhi l’inizio della fine del M5s e ne gioiscono. Posizione sbagliata per due motivi: primo perché non mi pare il caso di vendere la pelle dell’Orso che, per quanto ferito, è ancora vivo e grosso ed ha ottime chances di rimontare. Secondo perché una scomparsa del M5s sarebbe un fatto altamente negativo che, nell’immediato, ci riporterebbe indietro di cinque anni, al tempo dello sterile bipolarismo Pdl-Pd, ed, in prospettiva, potrebbe regalarci sorprese molto sgradevoli: ve la sentite di escludere del tutto la comparsa di un movimento di protesta dichiaratamente antidemocratico e di destra? Nonostante i suoi errori e pasticci –che non sono pochi- il M5s sin qui ha incanalato la protesta contro questo sistema mantenendola su un terreno democratico. Magari il passaggio dalla protesta al progetto è ancora tutto da fare, siamo d’accordo, ma non mi pare che quanto è stato fatto sin qui sia da sottovalutare.
Posso capire la frustrazione di molti compagni che vedono le formazioni come Rivoluzione Civile esclusa dalla rappresentanza o come Sel ridotte a dimensioni molto modeste, ma questo è anche il prodotto degli errori fatti e, comunque, la sinistra antisistema ha tutto l’interesse alla maturazione del M5s non alla sua scomparsa. In un prossimo intervento dirò qualcosa sul rapporto sinistra-M5s.
2- La balla del Governo con Bersani.
C’è un ritornello dei sostenitori del M5s (anche nei post seguiti ad uno dei miei precedenti interventi): “Non è vero che il M5s abbia sbagliato nella fase iniziale della legislatura, rigettando le offerte di Bersani perché non c’erano le condizioni per un governo M5s-Pd e Bersani stava solo cercando di raggirare il M5s senza offrire niente di concreto”.
In primo luogo nessuno ha mai parlato di un governo Pd-M5s: Bersani non ha mai proposto un governo ai M5s ma ha sondato una loro disponibilità generica a dare i voti necessari al Senato per far nascere il governo Pd e proponeva otto punti di programma per confrontarsi. Fra questi otto punti ce ne erano alcuni che coincidevano, almeno in parte e sulla carta, con alcuni dei 20 punti del programma del M5s (ad esempio: taglio delle retribuzioni a parlamentari e consiglieri locali, legge sulla corruzione e sul falso in bilancio, legge sul conflitto di interesse, impulso all’economia verde). Peraltro, non era neppure necessario che il M5s votasse a favore del governo, poteva anche limitarsi a fare uscire dall’aula i suoi senatori al momento del voto, applicando una sorta di “sospensione di giudizio”, per cui il governo poteva formarsi e realizzare almeno alcune delle riforme promesse. E ciò con l’evidente condizione del passaggio al voto contrario (ed alla conseguente caduta del governo) nel caso in cui Bersani non avesse attuato le proposte concordate o avesse assunto decisioni ritenute inaccettabili dal M5s.
Naturalmente, gli otto punti di Bersani potevano essere solo uno specchietto per le allodole e poi, alla prova dei contenuti, rivelarsi solo un bluff. Possibilissimo. Ma nel poker, come nella vita, c’è un solo modo per sapere se uno sta bluffando: dire “vedo”, che è quello che il M5s non ha fatto, chiudendosi in un rifiuto pregiudiziale totalmente sterile. Se avesse detto “vedo”, magari sarebbe venuto fuori che qualcosa da prendere c’era e si poteva decidere se era abbastanza per una “sospensione di giudizio” come quella descritta o meno, se, invece, fosse stato scoperto il bluff questo sarebbe diventato un argomento a favore del M5s che avrebbe potuto ben motivare il suo rifiuto.
Temo che, in questa assurda rigidità tattica, abbiano giocato due fattori: una ingessatura ideologica (il M5s è molto più ideologico di quanto non sia disposto ad ammettere) e la molta inesperienza.
3- Il ruolo di Grillo e l’aggressività.
Come già si è detto in altra occasione, Grillo pecca per due cose: l’eccessivo presenzialismo ed i toni permanentemente urlati. E sono due peccati che possono costargli molto cari: in una società come la nostra, dove il bombardamento di notizie è continuo, i miti e le mode si consumano presto. Quel che oggi va per la maggiore sarà desueto fra sei mesi e totalmente dimenticato fra nove. Quanti “leader carismatici” si sono avvicendati in questi anni finendo nel nulla o quasi? Chi si ricorda più di Segni e Occhetto? E di Fini e Bertinotti? E Di Pietro chi è? Anche Monti non è che sia durato granchè.
La super esposizione accelera il consumo di un personaggio e durare diventa sempre più difficile se non si hanno una serie di “spalle” capaci di reggere la scena e di consentire al protagonista di riprendere fiato dietro le scene. Non comparse ma veri comprimari, sia chiaro. E le cose di aggravano se la comunicazione conosce un solo registro vocale: quello dell’urlo continuato. La “sparata” attira l’attenzione se ha un carattere in qualche modo eccezionale, serve se è un “alzare la voce” per significare la reazione a qualcosa di particolarmente grave. Ma se gridi sempre, anche per ordinare un cappuccino, si perde quell’effetto particolare che attrae l’attenzione e diventa un rumore di fondo. E tutto diventa prevedibilissimo teatro di cattiva qualità.
In gioventù ho fatto molti comizi, e mi dicevano che me la cavavo abbastanza bene, ma fare comizi non mi è mai piaciuto, proprio perché è un tipo di comunicazione monocorde, che deve essere gridato, soprattutto nelle conclusioni. La cosa, però, mi è servita a capire perché questo non è efficace. Mi trovavo più a mio agio negli interventi in assemblea, dove c’era l’esigenza di una maggiore modulazione che poteva passare dalla argomentazione pacata alla denuncia gridata, in base alle esigenze del momento e senza un registro standard che appiattiva tutto e diventava solo pessimo teatro.
Grillo dice di frequente cose giuste, ma quasi sempre nel modo più sbagliato, irritante e, soprattutto, inefficace. Per di più, con il suo presenzialismo quotidiano ed i suoi divieti di andare in Tv e dare interviste, sta ingessando i suoi deputati e senatori e soffocando il suo Movimento. Ma, soprattutto, impedisce che possano affermarsi quei comprimari che gli sarebbero necessari per durare. Faccia pure come crede, ma temo che a breve si accorgerà di quale errore stia facendo. Ovviamente, può benissimo darsi che sia io quello che si sbaglia ma alcuni precedenti (come Pannella) per ora mi danno ragione.
4- I dissensi.
Ovviamente, la scelta di dare via libera alla discussione, permettendo a tutti i parlamentari di esprimersi liberamente, comporta molti rischi (soprattutto in considerazione della fragilità del movimento) e, a giudicare da quello che abbiamo visto nella presentazione dei neo parlamentari, verrà fuori una sinfonia di fesserie al cui confronto il coro delle oche del Campidoglio sembrerà un simposio scientifico di alto livello. Non importa: è lo scotto che si deve pagare all’inesperienza, all’impreparazione ed anche all’ingenuità. Dopo le prime solenni scivolate, impareranno anche loro e sono convinto che verranno fuori anche teste politiche di buon livello. E’ un passaggio fisiologico che bisogna attraversare se si vuole trasformare questo minestrone di malumori in un soggetto politico efficiente. Continuare a tenere il bavaglio può avere un effetto molto negativo: dirigere il malcontento verso l’interno.
Naturalmente, liberi di esprimersi, i parlamentari diranno cose molto diverse fra loro ed in dissenso anche con Grillo. Ma questo non è affatto negativo: i dissensi –anche quelli sbagliati- non sono una manifestazione di debolezza, ma di vitalità di una forza politica. Temo che il M5s stia raccogliendo una delle peggiori eredità del Pci, nel quale dissentire era sinonimo di tradire, in una mentalità di “stato d’assedio”. E, per la verità, sin che lo stato d’assedio ci fu (diciamo sino al primi anni sessanta, quando la morsa dell’anticomunismo iniziò gradualmente ad allentarsi) tutto questo poteva avere qualche giustificazione, anche se ci furono errori bestiali come l’espulsione di Cucchi e Magnani o l’infelicissima epurazione del 1956. Ma, a lungo andare, i dirigenti ci presero gusto e la caccia all’eretico diventò costume usuale. Il, risultato fu quello di esaltare lo spirito di caserma, scoraggiare ogni spirito di iniziativa, coltivare lo spirito gregario più imbecille e promuovere i mediocri ed i peggiori yesmen. Alla fine, l’”ufficio quadri” preposto alla selezione dei dirigenti, divenne l’”Ufficio per la promozione del cretino”. E i risultati possiamo gustarli ancora oggi vedendo cosa ci ha lasciato in eredità il vecchio apparato del Pci.
L’intolleranza verso il dissenso è il migliore attrattore di tutti i fanatici ed i cretini del circondario. Spero che Grillo non voglia ripetere questa esperienza. Il guaio è che lui è convinto di stare correndo i 100 metri, mentre qui si tratta della maratona e questo spiega molte cose.
Aldo Giannuli
aldo giannuli, beppe grillo, bersani, bipolarismo, contraddizioni beppe grillo, movimento 5 stelle, pd, pdl, populismo
luciano
Non dire cazzate ,e sputtanare le persone ,di piuttosto quanti voti hanno perso il pd e pdl dalle amministrattive del 2008 di roma alle amministrative del 2013 , te lo dico io circa 240.000 voti sia pd che pdl , in qunto ai deputati e senatori del ms5 si devono esprimere a difesa dell’impegno preso dagli elettori ,dal programma del m5s , e resto non conta un cazzo, sono dei soldati mandati a difendere il programma del m5s ,visto che il miglior programma degli ultimi 40 anni anche di piu’, giornalisti continuate a scrivere menzogne tanto la gente ,alla fine pagherete il conto anche voi ,saluti Luciano
aldogiannuli
a proposito di fabnatici e di cretini: se colevate una prova, ecco un esempio.
bruno
Io invece sono d’accordo con le critiche che ritengo costruttive. Aggiungerei che, al momento delle consultazioni con Bersani, avrebbero dovuto fare le LORO proposte: entrare nel governo alle LORO condizioni. Se mai fosse accaduto (e ne dubito fortissimamente) sarebbe comunque stata difficile: il m5s sarebbe stato ricattato con lo spauracchio di addossargli la responsabilita’ di un’eventuale caduta del governo, del ritorno alle elezioni e…la solita storia, insomma.
Tutto sommato va bene cosi’. L’importante ora e’ gestire questo capitale di fiducia nel Movimento che comunque in gran parte rimane. Certo i media non aiutano. Ma neanche prima gli erano favorevoli e nonostante cio’, grazie a Grillo, ha ottenuto un 25% (qualcuno dice che e’ anche troppo, non atteso neanche da Grillo). Grazie alla rete (che vedi caso la casta vorrebbe imbavagliare) riusciamo a vedere quello che i m5s fanno in Parlamento.
A mio avviso solo chi si aspettava il miracolo e’ rimasto deluso. Lo zoccolo duro e piu’ informato e’ sempre piu’ convinto del proprio voto di febbraio.
Solo un ultima cosa: non dimentichiamo comunque che paragonare le amministrative alle politiche non e’ proprio corretto e che , nonostante tutto, i recenti sondaggi (per quel che contano) parlano ancora di un 20%. Se lo zoccolo e’ del 20% abbiamo grosse speranze.
Un saluto
ilBuonPeppe
Sono sostanzialmente d’accordo.
Mi permetto di segnalare un’analisi sugli ultimi due post di Grillo che, finalmente, affronta alcuni temi economici in maniera abbastanza diffusa:
http://www.pleonastico.it/modules/news/article.php?storyid=276
Erion Kondakciu
Prof. Giannuli,
nell’aria c’è una rabbia alimentata dalla “impotenza” di fare qualcosa da parte del cittadino per cambiare questa situazione! Nel commento del Sig. Luciano io “vedo” la rabbia di molti cittadini. Anch’io, anche se non ho ancora il diritto di votare, sono un grande sostenitore del M5S e non perdo l’occasione per confrontarmi con gli altri su di loro! Non ci faccia molto caso al commento di Sig. Luciano perché è pura Rabbia… e come lui ci sono tanti, incluso me!
E’ da piú di 2 anni che seguo il suo blog e colgo l’occasione di farle i miei complimenti.
Lei ha dei punti di vista che, se anche Grillo ogni tanto desse un’occhiata, potrebbe prendere degli spunti per migliorare “un po’” la strategia comunicativa del movimento.
Saluti,
Erion.
aldogiannuli
Erion: le ha ragione e non creda che la sua rabbia non sia nemmeno la mia, ma quando uno non capisce le quwllo che sta leggendo è una critica benevola e, tutto sommato, simpatetica, bisogna pur dirgli ci accendere il cervello prima di parlare. O no?!
Pierfrancesco ciancia
Concordo sul suicidio di continuare lo stancante tour urlato, dicendo sempre le stesse cose, e consumandosi anche la salute. Molto meno sul governo PD, avrebbe solo rimandato il ricatto, se si fosse deciso di non votare qualcosa facendo cadere il governo, si sarebbe subito levato il coro di accuse per il ritorno di berlusconi.
Il dopo elezioni è stato giocato molto bene da pd e pdl, non c’era molto da fare, penso sia stato meglio giocare la carta della coerenza, alla fine tutta la campagna elettorale era stata contro il PD. Per i dissidenti invece aspetterei di vederne uno che rinuncia ai soldi allo stesso modo dei 5S prima di chiamarlo tale, questa fino ad ora è solo gente che si è fatta sedurre, dai soldi o da qualcosaltro. Certo è difficile trovare persone valide e ubbidienti allo stesso tempo, ma l’obiettivo è quello, se non si è almeno un pò come un esercito che speranze ci sono di sconfiggere un sistema tanto potente e radicato come quello italiano?
salvo lombardo
l orso,m5s,è ferito e a breve morira,ma ci dispiacera lo stesso,anche se chi è causa dei propri mali pianga se stesso.il m5s,è nato prematuro,quasi abortito,vuoi per quelli che ha presentato e a fatto eleggere,vuoi per mancanza di democrazia basilare e quant ‘altro.ma non sono loro il nostro vero problema,sono i vecchi mammuth della vecchia politica,che ci stanno “suicidando” gettandoci nella miseria piu buia e piu profonda,e che noi vigliacchi senza palle,non possiamo fare altro che augurargli una morte subitanea a tutti,per causa naturale, e a camere congiunte!
giandavide
non vendiamo la pelle dell’orso si; ma in pratica? i 5stelle si sono tagliati tutti i ponti che gli avrebbero permesso di fare effettivamente qualcosa di utile. ogni tanto si parla di governo a tempo, e della grande paura di berlusconi riguardo la possibilità che il governo non cada subito in caso di dimissioni di letta, con eventuale ulteriore governo a tempo sorretto da una maggioranza pd m5s avente come fine principale quello di fare il culo al nano. bellissimo certo, così bello che non esiste: una tale opzione è infatti portata avanti dalla dissidenza del m5s, non certo dai vertici che la pensano in un altro modo (molto vicino a quello di letta). in questo contesto, a meno che grillo non cambi rotta in modo sostenuto, non vedo grosse possibilità nel futuro dei 5stelle. almeno se si parla di cambiare lo stato attuale.
se invece vogliono fare un partito di estrema destra del 15%, una sorta di alleanza nazionale in versione 2.0, ecco, là forse ci sono più vicini. d’altra parte forse sarò poco analitico a considerare poco attuabile la possibilità di rimonta dei m5s e quindi la riaffermazione di un progetto di questo tipo.
ma allo stesso modo credo che sia sbagliato escludere a priori la possibilità che il m5s si conformi come il partito d’estrema destra “definitivo”. non solo perchè 2 giorni fa grillo ha detto che nigel farage dell’estrema destra era uno di loro, ma soprattutto in quanto la conformazione ideologica che ha assunto il m5s è molto simile a quella dell’ukip e credo che tutto sommato sia inseribile nella dialettica relativa alla galassia dell’estrema destra, che è sempre molto attiva e che ha una vivacità intellettuale che non sospettiamo, tutta tesa verso il fine di lanciare modelli di cultura egemone e destrorsa. e non mi sembra di gridare al complotto: pensare all’egemonia culturale è forse il fine principale degli intellettuali che si approcciano alla politica. e che questo sia un problema che si pongono a destra ma non a sinistra è un dato di fatto sicuramente legato al clima triste del pci di cui parla aldo, ma che di fatto tradisce un habitus oramai accettato, secondo cui è lecito che i canali di comunicazione tra destra ed estrema destra siano sempre attivi, ma ci si allarma se il centrosinistra e la sinistra cominciano a dialogare. uno degli effetti si potrebbe anche riscontrare nei termini che uso: l’estrema destra c’è ancora, mentre a sinistra il concetto di estremo è diventato inadeguato per descrivere l’esisitente. insomma io non credo che la possibilità per una svolta di estrema destra del m5s sia da escludere del tutto, e che questa marginalizzazione politica potrà persino accelerare questi processi. non dico che finirà così per forza, in fondo è vero che considero grillo un vecchio pazzo, ma non pazzo fino a tal punto. almeno spero vivamente di no.
Maurizio Melandri
Io non so se concordare con il “suicidio” mediatico di Grillo, troppe volte sono rimasto scottato da situazioni che credevo avessero prodotto situazione che non si sono mai verificate.
Su una cosa non sono minimamente d’accordo. La protesta antisistema è stata narconizzata da Grillo, diventando, non so se involontariamente o meno, il vero difensore di questo sistema. Grillo in sostanza indica il dito (la casta) invece di indicare la luna (questo tipo di società e di economia) facendo credere che questa società meglio organizzata e meglio gestita sarebbe l’ideale. Propone soluzioni semplicistiche a problemi complessi.
Tipico di un movimento oggettivamente di destra.
Massimo Copetti
Pur con qualche riserva di natura linguistica riguardo all’ultima frase (mi viene sempre più difficile usare i termini di destra e sinistra per definire, oggi, delle categorie concettuali) sono perfettamente d’accordo con quanto scritto da Maurizio Melandri.
bruno
A Salvo vorrei dire : grazie per il pensiero ma non credo sia molto vicina la morte dell’orso. A Maurizio vorrei invece ricordare che spesso (quasi sempre) Grillo dice che bisogna cambiare mentalita’ e capire che la finanza non e’ l’economia: l’economia e’ moneta/merce/moneta cioe’ ricchezza prodotta da lavoro. A differenza della finanza che e’ moneta che crea moneta, il vero problema degli ultimi decenni.
Vincenzo Cucinotta
Sui punti 1 e 3, non aggiungo nulla, condivido totalmente le tue parole.
Sul punto 2, malgrado tu dica cose assolutamente ragionevoli, mi pare però che manchi qualcosa che tacendo, rischia di cambiare il senso delle conclusioni.
Ciò che non dici è che Bersani (e su questo concordo con lui) era convinto che il M5S quelle assenze dall’aula le avrebbe concesse ed era disposto a scommettere su questo. Se la cosa non si è fatta, ciò dipende esclusivamente dalla volontà pervicace di Napolitano di lasciare al suo successore il compito di insediare il nuovo governo, e comunque il disegno di Napolitano come si è visto con la sua rielezione, era quello delle grandi intese, esattamente all’opposto della soluzione che Bersani voleva portare in porto.
L’errore di Grillo è stato quello di credere di fare la trattativa con Bersani quando la stava facendo con Napolitano, ed alla fine assecondando il progetto opposto al suo.
Sul quarto punto, io sposterei la questione. Il problema non è se c’è dissenso o non c’è. Dovremmo innazitutto stabilire quale sia la fonte del dissenso. La mia opinione è che un partito dove si discute bene ed a lungo (diciamo sempre, il dibattito non si deve mai arrestare), ma soprattutto dove esiste davvero una strategia politica che includa quindi obiettivi e modalità di conseguimento di questi, non ha bisogno di queste manifestazioni ostentate di dissenso.
Il problema del M5S è il sentirsi soddisfatto del non-statuto, del famoso programam iscritto sul marmo a futura memoria e simili manifestazioni di stampo scopertamente propangadistico, senza avere una reale strategia politica e di non avere una propria clase politica, finendo col candidare i votati sul web. Il dissenso ha un effetto deflagrante quando la struttura appare fondata su basi così precarie, come un edificio costruito con le carte da gioco che al primo soffio crolla.
giandavide
@ cucinotta: “L’errore di Grillo è stato quello di credere di fare la trattativa con Bersani quando la stava facendo con Napolitano, ed alla fine assecondando il progetto opposto al suo”
sui fondamentali sono d’accordo. ma siamo sicuri che sia stato un errore? a pensar male non si va in paradiso, come ha detto andreotti, ma a volte ci si azzecca…
sofia
Salve, quando ho fatto per la prima volta un commento su questo blog ho erroneamente spuntato “notifica nuovi commenti via email”… ora purtroppo ogni volta che viene aggiunto un commento ricevo quattro email con lo stesso commento. C’è un modo per annullare questo servizio? Grazie!
aldogiannuli
provvediamo a sistemare.