Doria, De Magistris, Pisapia, Marino: ma che disastro che sono questi sindaci “arancione”!
Poco più di tre anni fa, ci fu l’affermazione di una schiera di nuovi sindaci che conquistavano comuni in buona parte amministrati dalle destre, dopo aver battuto nelle primarie i candidati del Pd. E che comuni! Milano, Roma, Napoli, Genova, Cagliari. Spesso erano militanti di Sel o appoggiati da Sel, in qualche caso ex dipietristi come De Magistris. Vittorie che suscitarono molte speranze di una sinistra diversa, meno legata agli apparati e più legata alla società civile, e, perciò stesso, più credibili ed in grado di battere le destre. Fu proprio quella tornata di amministrative che aprì la strada al crollo berlusconiano. A distanza di tre anni il bilancio è desolante.
De Magistris, dopo aver sgovernato Napoli, è caduto proprio sul terreno della legalità che ne era l’originaria bandiera, Doria si rivela un inetto che ha lasciato che restassero inerti i cantieri per la messa in sicurezza di Genova, la Roma di Marino è una catastrofe senza precedenti e di Pisapia tutto quello che si può dire è che è una Moratti con più tasse. A salvarsi probabilmente è il solo Zedda a Cagliari, nonostante un’inchiesta penale –ancora in corso- per un caso del tutto minore.
Politicamente è una Caporetto di cui dobbiamo capite il perché.
La difesa degli interessati è quella più scontata e prevedibile: abbiamo trovato città a pezzi, casse vuote e troppi debiti. Siamo in condizioni disperate in cui non c’è nulla da fare, se non pietire una qualche legge speciale per avere soldi dal governo centrale.
Spiegazione che ha del vero, d’accordo, però che la situazione fosse una tragedia non lo abbiamo scoperto dopo, in gran parte lo sapevamo anche da prima. Ed allora, perché promettere un “cambiamento” che non si era in grado di realizzare? Per vincere le elezioni? D’accordo, ma poi la gente resta delusa e la “furbata” propagandistica diventa un boomerang. Ma, poi, siamo proprio sicuri che sia impossibile fare di più? Prendiamo il caso Genova: i lavori sono bloccati da tre anni per colpa della “burocrazia”, ma il sindaco che ci sta a fare? Questa misteriosa burocrazia ha dei nomi e cognomi o è un virus misterioso e impersonale di cui nessuno è responsabile? Perché Doria non ha denunciato inerzie, responsabilità, ostruzionismi, interessi, facendo nomi e cognomi? Poteva convocare conferenze stampa, chiedere al consiglio comunale di istituire commissioni di inchiesta, fare esposti alla magistratura. Quando mai ha fatto una sola di queste cose?
Marino: un perfetto incapace, che non riesce a controllare neppure la sua giunta e la sua maggioranza che gli si sfila ogni due per tre. Semplicemente inerte anche in materia di provvedimenti di costo ridotto o costo zero.
E di Pisapia vogliamo parlarne? Mancano i soldi? Ma allora perché non riscuote le multe per le affissioni abusive (400.000 euro solo per l’ultima tornata elettorale)? Perché l’ufficio tecnico ed i vigili non contestano i ritardi (ben oltre il limite massimo della licenza) degli eterni cantieri che si sa quando iniziano ma mai quando finiranno? Ci sarebbero belle penali da pagare, con giovamento delle casse comunali, nonché del traffico cittadino.
Ha aumentato del 50% il costo del biglietto Atm, per non aumentare l’abbonamento. Dopo, dopo due anni, ha aumentato di costo dell’abbonamento per non aumentare il biglietto. Crede che tutti i milanesi siano scemi e non si accorgano dell’imbroglio? Va bene, il costo del biglietto era troppo basso e nelle grandi città europee arriva sino a 4 o 5 euro. Però Milano ha dimensioni che non sono quelle di Londra o Parigi e poi, Pisapia ha mai pensato a dare una bella sforbiciata ai compensi del management Atm, come di tutte le società comunali? O magari ridurre la folta schiera di consulenti che non si sa bene cosa facciano?
E che dire dei vigili? Non ci vuole nessuna spesa aggiuntiva per metterli in strada e non tenerli solo negli uffici. Ma la potente corporazione non accetta neppure di discuterne e, quando uno dei consiglieri di maggioranza fece presente il problema, il loro comandante rispose indignato: “Ma lei ci vuol mettere a fare multe per strada?”. Come se il compito dei vigili fosse quello di dirigere la Scala!
Invece, fioriscono le unità di lavoro della polizia locale come quella per prepararsi ad un attacco nucleare o batteriologico, quella sul terrorismo ecc. A noi risultava che c’è già un esercito e ben tre corpi di polizia per queste evenienze.
Allora, questo cambiamento così strombazzato dove è? Le finte piste ciclabili, la casa della memoria, il registro delle unioni civili? D’accordo, tutte cose giuste (quando non sono false) ma sono le più urgenti e qualificanti?
Di De Magistris non diciamo nulla per carità di patria.
Dunque, i problemi di soldi ci sono, ma questa è solo una delle ragioni e neppure la principale.
Ne indichiamo un’altra nell’impreparazione assoluta di questo ceto amministrativo inventato. Ai tempi della deprecata prima repubblica, era rarissimo il caso di sindaci che non fossero stati prima consiglieri comunali o assessori. L’idea (giusta!) era che non si entra nel comune dalla casella più alta, senza un minimo di esperienza. Salvo il solo Zedda (che è stato prima consigliere regionale) nessuno dei sindaci arancioni ha avuto la benché minima esperienza amministrativa precedente. E non mi pare un caso che Zedda sia quello che se la sta cavando meglio. Inoltre quasi nessuno di loro ha alle spalle una vera e propria militanza in un partito politico o ha una specifica preparazione politica, distinta da quella professionale. E nessuno aveva un programma vero che non fosse una massa di slogan fumosissimi. Un sindaco privo sia di esperienze amministrative, che di preparazione politica cosa volete che combini?
In primo luogo, succede che gli apparati burocratici (uffici tecnici, vigili, dirigenza amministrativa, società collegate ecc.) se li mangiano, continuando a fare i propri comodi. E questi sindaci sono carenti sia della preparazione necessaria a capire i loro giochi e i loro trucchi, sia del coraggio politico necessario a scontrarsi con queste corporazioni. Questa è la misteriosa “burocrazia” che blocca i lavori…
Il fatto è che questo è il risultato di una certa retorica antipolitica per cui si pensa che onestà ed estraneità alla vita politica siano un buon viatico. Come se scegliessimo il primario di un ospedale sulla base di criteri come la fedeltà alla moglie e l’assoluta mancanza di esperienze ospedaliere!
L’onestà personale è un pre requisito importante in politica ma non è affatto sufficiente. Sosterrò sempre che un corrotto competente sarà sempre preferibile ad un onesto incapace.
Quindi in primo luogo il disastro si spiega con le carenze soggettive di questi sindaci che sono dei “media event” emersi perché i partiti proponevano alternative indigeribili.
Dobbiamo porci il problema di come formiamo e selezioniamo la nostra classe politica ed amministrativa o sarà sempre peggio. Poi ci sono aspetti oggettivi come l’obiettiva ingovernabilità delle nostre metropoli e l’inadeguatezza del quadro istituzionale presente. Torneremo a parlarne, ma siamo sicuri che questa divisione del potere fra governo centrale ed autonomie locali, così come è pensata, sia ancora attuale ed auspicabile?
Per ora chiudiamo su un punto: la primavera arancione è pienamente fallita e se i sindaci in questione ne prendessero atto, dimettendosi in blocco, questo sì che sarebbe un primo segnale di cambiamento.
Aldo Giannuli
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Gabriele
Destra e sinistra a Roma secondo me sono sinonimo di cemento e mi auguro che le persone se ne rendano conto il prima possibile, perchè in città non si può più costruire e ancora meno dare permessi per demolizioni e ricostruzioni improbabili che devastano solo la vita alle persone. Non se può più.
Tenerone Dolcissimo
SU De Magistris ci sarebbe molto da dire. COndanna temepstaivissima ed altrettanto tempestivissima applicazione della sospensione in un paese dove non si sospende nessuno. Sarebbe il caso di capire cosa è succcesso. Perché a chi è “americano” come me non piace la storiella che la legge si applica a tutti e se a volte si inceppa non fa nulla.
Pisapia poi è il classico galantuomo di sx: onestissimo lui, ma accompagnato da una corte dei miracoli radical chic, gente schifosa che gli sta vicino ed a volte vicinissima, praticamente a contatto di pelle.
Vincenzo Cucinotta
No, caro Aldo, non condivido minimamente il taglio dell’articolo, che attacca facendo di tutta l’erba un fascio questi quattro sindaci (perchè poi Leoluca Orlando di palermo è sfuggito alla tua analisi, non starà per aderire anche lui al M5S?).
E’ trasparente l’intento di parte di questo attacco indiscriminato, mentre a me sembrerebbe comunque doveroso considerare ogni caso separatamente con le sue specificità.
Ad esempio, Marino mi sembra un caso ai limiti del patologico, non tanto dello stesso sindaco, quanto di chi ha deciso di candidarlo e dei numerosi romani che l’hanno eletto.
Se non vi basta guardare l’espressione persa nel vuoto del sindaco, diventa incomprensibile votarlo dopo averlo sentito parlare.
Pisapia al contrario è una persona intelligente, che tuttavia soffre dei pregiudizi della sinistra. LO dimostra innazitutto la sua completa acquiscenza all’organizzazione dell’EXPO la cui organizzazione nel 2015 appare francamente incomprensibile. Mentre il web e l’accresciuta mobilità umana hanno creato il villaggio globale, qui stiamo ancora in pieno novecento (anzi primo novecento) quando in effetti l’EXPO era l’unica occasione di avere notizie di prima mano di altri lontani popoli. Che farsene oggi di un esposizione che non può che concentrare in uno spazio ristretto quanto già chi vuole, ha i tutti i mezzi di conoscere da sè col semplice accesso alla rete? Io credo che i milanesi si accorgeranno a loro spese cosa significa vedersi catapultare tante persone in un ambiente così profondamente antropizzato da non potere ospitare così numerose presenze aggiuntive, un vero inferno li attende prossimamente.
Degli altri sindaci, so troppo poco per parlarne, ma nel caso di De Magistris non sarebbe male ricordare com’erano le strade di Napoli al momento delle elezioni. Avrà forse operato male, ma insomma mi pare che qqualche progresso ci sia stato.
Ma forse si potrebbe continuare l’elenco con l’inceneritore di Parma e Pinzarotti, le delusioni mi sembrano non vedano grandi eccezioni, è il sistema paese che non funziona e finchè non si capisce quanto sia urgente una rivoluzione vera, quanto una singola persona sia inevitabilmente impotente, rimarremo nella merda senza speranza alcuna di uscirne.
Romeo Cerri
Sono sostanzialmente d’accordo anche se la mia indole mi porta ad essere meno drastico nei giudizi conclusivi. Ritengo che l’articolo contenga diversi spunti utili per un dibattito serio sulle amministrazioni locali in genere e sul come si debba qualificare la presenza della sinistra che è ciò che mi interessa.
tsiprazo
ah professore, che brutto articolo.
Condivisibile l’analisi sul fallimento delle amministrazioni arancioni, in particolare sul fatto che si lamentano delle mancanze di fondi ma non hanno capacità amministrative, oppure del fatto che hanno promesso un cambiamento che non esiste, ma molto, troppo superficiale tutto il resto! Non condivido per nulla questa ossessiva personalizzazione: vero che Pisapia e compagnia cantante (di cui non sono stato elettore) stanno fallendo, ma nemmeno un accenno al resto della classe dirigente? Mi scusi, ma lei in una situazione così attacca i singoli e non il pd, per esempio, come le piace (giustamente) tanto fare, che esprime la stragrande maggioranza di queste amministrazioni? scusi, ma un articolo così, in questi giorni tragici, se non la leggessi da tempo con stima seppur in maniera critica, sarebbe quasi da sciacallo che gode speculando sulla tragedia di genova per portare voti ai 5 5 stelle, un po’ come ha fatto grillo che dopo 4 giorni dall’alluvione gioca coi media annunciando che sarà a genova. mi verrebbe da dire “passa quando vuoi beppe”! sono comportamenti speculativi orribili al pari dell’incapacità dei sindaci che lei attacca. e poi, mi scusi, ma per parlare dei problemi di milano e giudicare pisapia lei mi parla dei biglietti del tram e dei vigili e non spende una parola su expo e sull’idea di città che ci sta dietro e a cui tutta la giunta e la maggioranza pisapia si sono adeguati? un’analisi un po’ da “buco della serratura”, mi verrebbe da dire. brutto articolo professore, buttato lì su temi molto delicati che necessiterebbero di una reale esperienza di cosa vuol dire amministrare e risente un po’ della sindrome da blog, dove è facile sparare contro tutto e tutti, mancando magari il bersaglio… Cosa farà alle prossime elezioni, sosterrà decorato? professore, provocare è divertente, ma la politica, lei lo sa bene, è un’altra cosa.
aldogiannuli
TZIPRAZO: SCUSA MA IO NON PARLAVO DELLA CLASSE POLITICA IN GENERALE, MA DELLA FALLITA ALTERNATIVA ARANCIONE PERCHE NON E’ COSI CHE SE NE ESCE. GUARDATI ATTORNO E DIMMI SE (AD ECCEZIONE DI ZEDDA) CHE NE E’ UNO CHE SI SALVA.
COSA FARE ALLE PROSSIME ELEZIONI? BE SI PUò SEMPRE PENSARE AD UNA LISTA CIVICA O ANCHE ASTENERSI, PERCHE’ NO?
quanto alla persobnalizzazione: non e’ colpa mia se l’elezione diretta del sindaco e lo stesso modo in cui gli arancioni hanno giocato le loro campagne elettorali hanno indotto a questa personalizzazione. Io mi adeguo allo schema di gioco che mi hanno imposto
POI C’E’ SEMPRE LA QUESTIONE PIù IMPORTANTE CHE TU, NEL TUO TENTATIVO DI DIFENDERE QUESTI INCAPACI, NON HAI NEPPURE NOTATO: E’ ANCORA ATTUALE QUESTO ASSETTO DI POTERI LOCALI?
alberto
caro dottor giannuli,
secondo me oggi, se non sei del m5s, è molto, e dico molto difficile che tu abbia come sindaco un agibilità libera da intralci di tipo clientelare.
in fondo da chi sono stati messi lì questi personaggi?
chiediamocelo e poi forse potremmo avere una risposta che spiega questa catastrofe.
certo è molto più ovvio cercare le cause in una loro deplorevole incapacità amministrativa, ma allora se il cittadino sceglie un incompetente anche egli è incompetente a scegliere un cittadino esperto in materia amministrativa.
ed allora, mi sembra, che si stia andando verso un’elezione degli amministratori pubblici sulla falsa riga delle “elezioni” degli attuali consigli provinciali.
la tecnocrazia amministrativa sostituirà la democrazia elettorale.
se marx diceva che saranno i produttori a scegliere il prodotto da fabbricare, il mercato (i capitalisti), invece ha deciso che saranno i tecnocrati a decidere quale prodotto si dovrà consumare.
siamo nel regno del mercato dunque nel regno della tecnocrazia che invaderà le nostre vite e questo sarà valido a tutti i livelli.
non stupiamoci degli inetti dunque, essi sono l’equivalente di un prodotto qualsiasi, in questo caso di bassa qualità, che i cittadini hanno comprato accorgendosi presto di avere fatto una cazzata.
auguri fino al prossimo acquisto.
saluti
alberto
tsiprazo
professore ma ha letto il mio commento? non mi sermbra di aver mai difeso nessuno, ma di averle fatto una critica “da sinistra” se mi passa il termine (visto che ormai molto spesso ha le stesse tesi di berlusconi…), perchè ho trovato l’articolo inutilmente provocatorio vista la tragicità del momento. ho scritto che sono d’accordo sul fallimento di queste amministrazioni e che non le ho votate, quindi forse ha bisogno di calmarsi. Detto questo, sono d’accordo con lei che questi modelli di governance ormai sono del tutto inutili: per esempio, che senso hanno ancora i consigli comunali? i consigli metropolitani votati da nessuno? i consigli regionali? sarebbe una sfida per voi intellettuali e scienziati politici, per trovare nuovi assetti democratici, se non foste troppo impegnati a correre dietro alle scorribande populiste di grillo…
Ora non mi risponda che sono un fallito, come le piace fare, già lo so che non contiamo nulla a sinistra e non mi rinfranca vedere che anche i 5 stelle hanno i loro problemi di bassa politica, come si può leggere anche dal suo blog…
con simpatia,
tsiprazo
giandavide
complimenti professore, casomai legga pure la lucia annunziata, che dice le stesse cose sue: nel caso dell’annunizata certe stronzate si giustificano con un renzianismo palese; nel suo caso come si giustificano? con le frasi di grillo di ieri che parlavno di prendersi genova?
oppure sono cose decenti anche quelle scritte dall’annunziata e quindi i renziani sono tutti bravi e onesti? per me potrebbero essere vere entrambe: tanto, caro prof, in quanto grillino si ritrova già dalla stessa parte della barricata rispetto a renzi. e articoli del genere in cui si chiede rigore e disciplina solo a quelli di sinitra mentre gli altri possono fare il cazzo che volgiono tradiscono una partigianeria sfacciata verso la premiata ditta grillo renzi.
p.s. nell’ultimo elettorale di scalfari non si parla di una durata di renzi di pochi anni, e devo dire che dato che oggi sono tutti renziani, ma proprio tutti, compreso il prof giannuli, quersti vent’anni inizio a vederli tutti. vent’anni per capire l’irreparabilità del danno di essersi messi con grillo. basteranno?
p.p.s
trovo che l’articolo sia solo inutile propaganda renziana per il semplice fatto che la legge elettorale che elegge i sindaci inganna molto l’elettore facendogli credere di votare un padre padrone della città che può far tutto. ma il professore dovrebbe sapere bene che il consiglio comunale non rappresenta quasi mai il solo blocco elettorale che ha fatto eleggere il sindaco e che questa presunta onnipotenza dei sindaci è solo presunta.
p.p.p. s
se il professore giannuli conservasse ancora un minimo di equilibrio avrebbe dovuto esaminare anche pizzarrotti e sancire l’esaurimento della spinta del m5s. se il sindaco è così onnipotente, come mai pizzarrotto non ha fermato l’inceneritore? gombloddo?
giandavide
qua l’annunziata
http://www.huffingtonpost.it/lucia-annunziata/genova-per-noi_b_5973294.html?utm_hp_ref=italy
che peraltro ieri aveva un’altro titolo che si riferiva esplicitamente ai sindaci arancioni.
ma i contenuti sono veramente spiccicati. per me la cosa è preoccupante
Stefano
L’aumento del prezzo dei biglietti ATM era stato deciso dall’amministrazione precedente. Pisapia non ha potuto fare altro che mettere la firma su documenti preparati per l’esecuzione da mesi.
Quanto agli “eterni cantieri” uno dei pochi pregi dell’amministrazione Pisapia è proprio che lentamente li sta facendo sbloccare: il problema è che il Comune non è una autocrazia, molti cantieri sono privati e l’esproprio proletario non è ahinoi ancora compreso nello Statuto comunale o tra le leggine-devolution degli scorsi anni.
Considerato che Pisapia ha contro l’organico dei mammasantissima del PD, direi che la sua amministrazione va quantomeno elogiata per essere riuscita a non fare esprimere unicamente il peggio del PD lombardo, ormai ridotto ad una “ditta”.
Sospetto anche io, come Cucinotta, che questo articolo sia stato scritto con uno scopo.
giandavide
ah c’è anche un’articolo del giornale sempre con gli stessi contenuti:
http://www.ilgiornale.it/news/politica/de-magistris-agli-sgoccioli-e-milano-genova-movimento-si-1055806.html
davidem
Mi viene spontanea una difesa d’ufficio degli imputati.
1. Innanzitutto, come da lei ricordato, professore, i fondi disponibili e la situazione delle casse parlano chiaro. Chi ha promesso il cambiamento forse non aveva del tutto idea della portata economica del dissesto. Per usare una metafora, ahimè sempre attuale, la situazione idrogeologica genovese non l’ha creata in due anni la nuova giunta. Poteva non promettere nulla? Si è mai vista tentare una rivoluzione al grido di “ci proveremo ma sarà lunga e dovremo aspettare anni e probabilmente non avremo soldi”?
2. Ho seguito un riepilogo delle vicenda Demagistris fatto recentemente da Travaglio e sinceramente mi sembra più “The Empire strikes back” contro Demagistris che aveva osato indagare un sistema marcio. Stiamo parlando dei limiti che il magistrato deve avere nell’intercettare le telefonate dei deputati, mica di problemi di corruzione o altro.
3. Cerchiamo di riscalare il concetto di competenze e “malgoverno”: prima di Pisapia c’era la batcaverna di Moratti jr., i lanzichenecchi della Lupa a Roma o la monnezza di Napoli, nel quadro di un settore amministrativo in cui un quinto dei consiglieri locali si è fatto rimborsare cose per quali in germania ci sarebbe il taglio della testa dopo la fucilazione.
Detto questo, sono il primo a darle ragione sulla questione della necessità di formare una nuova classe dirigente alternativa che riporti la politica ai progetti di società e non allo scontro spettacolo all’americana fra due o tre contendenti. Sulla sua affermazione “Meglio un corrotto capace di un onesto incapace” la riformulerei meglio: dipende dalla competenza necessaria e dal livello di incapacità. Attorno ad un tavolo operatorio serve un chirurgo, ma per governare decentemente serve uno che sappia circondarsi di medici capaci, che abbia un’idea di quali siano le priorità da curare e che non tagli il ventre dei pazienti senza motivo, solo per farsi rimborsare.
Diego Pietrafesa
Caro professore, purtroppo, come tanti che non conoscono la realtà di Napoli, se non dai resoconti di stampa, anche lei incorre in errori e approssimazioni, che non le fanno onore. La consiliatura di Luigi De Magistris non può essere assolutamente bollata come fallimentare,ci sono state sicuramente tanti fallimenti, rispetto alle promesse fatte, ma anche tante cose buone, sulle quali non le sarà difficile documentarsi, se lo vorrà. Le offro dei link per darle qualche spunto: http://puntomagazine.it/index.php/napoli/109-intervista/2904-napoli-asia-miracolo-del-giudice-il-presidente-fa-un-resoconto-del-lavoro-fin-qui-svolto ; poi anche l’opinione di uno suo collega, che sono certo debba già conoscere, http://giuseppearagno.wordpress.com/2014/10/13/dignita/ http://giuseppearagno.wordpress.com/2014/10/03/de-magistris-alfano-e-a-memoria-corta/
Quindi, per lo meno per quanto riguarda Luigi De Magistris, forse potrebbe documentarsi un po’ meglio. Saluti Diego Pietrafesa
Doria, De Magistris, Pisapia, Marino: ma che disastro che sono questi sindaci “arancione”! | NUOVA RESISTENZA
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Pierfrancesco
mi spiace professore ma questa frase se la poteva davvero risparmiare, non rende onore alla sua intelligenza ne alla logica
“Sosterrò sempre che un corrotto competente sarà sempre preferibile ad un onesto incapace.”
Un corrotto agisce in funzione di un interesse che è altro da quello collettivo e nostro in particolare, per cui, piu è preparato e peggio è, si tratta di un nemico insomma, diciamo che uno onesto e incapace ha “possibilità” di far gran danno, ma uno disonesto farà sicuramente il massimo danno che la carica permette, e piu è capace peggio è.
Roby Consadori
RAPALLIZZARE: un tempo si usava questo termine.
Il sindaco Doria, preferito dai suoi concittadini ad un pezzo da novanta come la Pinotti, ministro della Difesa, in due anni avrebbe potuto porre rimedio a più di mezzo secolo di urbanistica dissennata? Nessuno parla più di urbanistica e pianificazione territoriale viste come vincoli al progresso ed esaltazione della burocrazia. Niente regole = più Pil, da Monti a Lupi: ignoranza o tendenza a delinquere?
La colpa è del mancato allarme….
Germano Germani
Provo aggiustare il tiro sui sindaci di sinistra. La sinistra è fallita storicamente con la caduta dell’URSS e del muro di Berlino, ma in Italia monopolizza ancora la grande maggioranza dei giornali, dei mass media, delle mafie accademiche, della sub cultura sinistroide,del culturame.La sinistra marxisteggiante a livello globale, è stata sconfitta dalla coca cola e non da una guerra mondiale; ma i somari nostrani,non ne sono ancora consapevoli e votano le giunte e i partiti di sinistra, credendo ancora nei miti fasulli, del progresso,della democrazia,del parlamento,della libertà, dei partiti, dell’antifascismo stile ANPI. Salvo poi fare i conti con la realtà che è antidemocratica per eccellenza.La Cina popolare e rossa ne è l’esempio eclatante attualmente, una casta di mummie comuniste imbalsamate al vertice,alla base un turbo capitalismo da paura. I veri sindaci delle città citate, non sono i Marino, i Pisapia,ecc.ecc. ma delle cricche,delle congreghe, dei circoli,degli apparati, delle mafie accademiche, degli enti culturali, rigorosamente tutti schierati a sinistra. I sindaci sono solo delle foglie di fico che coprono le pudenda invereconde.Per scendere dall’astratto al concreto prendiamo la capitale, taluni sostengono che il vero sindaco di Roma, non è il politicante di turno,che siede in Campidoglio, ma altre realtà, che sono ben note agli osservatori disincatati. Ma attenzione questo avveniva anche con Alemanno, Marino continua su questa rotta.
paolo
Pienamente d’accordo professore. Almeno su Pisapia per esperienza personale almeno. Gli altri per sentito dire…
Mi stupisco che ancora qualcuno possa definire Pisapia una persona intelligente…manco suo padre da quanto mi è riferito da chi lo ha conosciuto bene, l’avrebbe definito tale!!!
L’ho votato sì, ma perchè non c’era alternativa per cacciare quella pagliaccia incapace della Moratti.
Io sarei sempre per un ritorno al passato….no non al solito “si stava meglio quando si stava peggio”…intendevo alla gogna sulla pubblica piazza per chi, eletto dal popolo non mantiene e non fa quanto promesso. e se per di piu’ viene beccato a rubare…una (non piu’ di una) sonora sberla da ogni cittadino della città amministrata.
O migliorano le cose o non si candida pu’ nessuno!!!!
mirko g. s.
Cucinotta forse non si è accorto che scrivere un pezzo intero sui dilettanti della politica è una critica neanche troppo implicita al m5s. Ogni volta che si parla dei grillini esplodono reazioni irrazionali. Pensate alla salute che è meglio.
per quanto riguarda il merito del post prof convengo sulle autonomie locali io infatti ritengo che dovrebbero essere abrogati in blocco tutti i comuni e le regioni riducendo il numero delle province tuttavia siamo proprio sicuri che un chirurgo internazionale o un magistrato penale non capiscano certi giochetti e non abbiamo un apprendistato politico di tutto rispetto nei settori tutto altro che idilliaci in cui hanno operato? La loro sconfitta non potrebbe essere solo il fatto che tenendoci adessere rieletti o a continuare nella politica hanno provveduto troppo a tutelare gliinteressi di certe lobby?
lucio
La primavera arancione forse è fallita se si tiene conto delle apettative generate negli ingenui da promesse in linea con i tempi e con la maturità dell’elettorato, ma i sindaci che l’hanno preceduta hanno fatto peggio nonostante la loro esperienza amministrativa.
Quindi la domanda è, sia a livello locale che nazionale: continuare a farci governare dai politici esperti che hanno condotto il Paese al disastro o rischiare di affidarci a governanti inesperti ma intelligenti, onesti e con idee innovative che, magari dopo il necessario “rodaggio”, possano aiutare questa povera Italia a uscire dal baratro che la sta inghiottendo?
Io scelgo la seconda, i corrotti capaci hanno già dato abbastanza, no grazie!
lucio
Giandavide, per mettere Grillo e Renzi dietro la stessa barricata devi necessariamente aver assunto qualcosa di molto forte: puoi dirmi di cosa si tratta che ne avrei bisogno anche io visto quanto mi deprime la politica del nostro amato governo? Oppure qualcuno ha messo qualcosa nel tuo caffelatte?
giovanni
il giochetto propagandistico di Giannuli è abbastanza vecchio, anche se dai commenti sembra che ci sia ancora gente che ci casca. La propaganda si può fare sia direttamente (il partito X è il migliore) che indirettamente: il partito Y fa schifo, quello Z è pieno di corrotti,.ecc.ecc., io non dico di votare X, lascio che ci arrivi “spontaneamente” da solo per esclusione….
E così se Renzi è quello che è, e i sindaci arancioni sono un disastro, qual è l’unica alternativa rimasta?
Massì, sempre lui, il signore il cui rispetto della democrazia implica chiedere all’esercito di fare un golpe (e poi si ha il coraggio di criticare De Magistris per una condanna che più spudoratamente politica non si può, tanto che PERSINO IL PM aveva chiesto l’assoluzione!)
Ugo Agnoletto
dalle mie parti si dice: o mangi questa minestra o salti dalla finestra. Quindi dobbiamo tenerci gli arancioni, Renzi e tutto il resto.
leopoldo
aldo secondo me sottovaluti l’incrocio di interessi economici e sociali di un comune, peggio ancora se è grande come milano, napoli, ecc..
trovare la quadra che accontenti tutti è impossibile, sopratutto in un periodo critico come questo (-:-)
Clemente
Anch’io, come molti che mi hanno preceduto nei commenti, non sono d’accordo con quanto sostenuto dal Prof. Giannuli. Tranne su una cosa: e cioè che il sistema di elezione diretta dei sindaci, vantato dagli opinionisti e dai politologi di regime come il non plus ultra della modernità, si è dimostrato adeguato solo a rendere più inefficiente la macchina comunale e a favorire demagogia e incompetenza.
Detto ciò, e parlo da milanese, non concordo con la critica così radicale a Pisapia, per quanto abbia certo commesso errori, a partire dalla sua posizione conformista su quella grande mangiata a danno dei cittadini che è Expo. Ma onestamente paragonarlo ai disastri di Albertini & Moratti, con le loro cementificazioni a tutto spiano e pure mal pensate (per dire: ma quale fesso pensa di fare un parcheggio sotto la Darsena?) e i loro clientelismi spudorati (il caso Madaffari a es.), è davvero ingiusto. Poi in generale il record delle destre nei Comuni riesce quasi a far promuovere un Marino, al confronto. Non so: la giunta Vignali a Parma, Bruni a Como che fa costruire un muro sul lungolago, Alemanno che imbarca palate di neonazisti nelle municipalizzate. Suvvia!
Quanto poi alla vecchia storia che è meglio un competente corrotto, questo lo dicevano i socialisti di una volta, ma come giustamente nota Pierfrancesco un corrotto competente è uno che sa dove mettere meglio le mani per rubare di più senza farsi beccare. La corruzione è sempre un danno per i cittadini perché porta a sprecare i soldi pubblici, a premiare le aziende meno efficienti, riduce la fiducia nella cosa pubblica… e si potrebbe continuare.
giandavide
caro lucio, io guardo ai fatti, ovvero i risultati di grillo: l’unico risultato concreto dell’attività politica del movimento 5 stelle è stato il siluramento di bersani e l’ascesa prima di letta e poi di renzi.
per quanto mi riguarda ci sono due categorie di persone: quelli che giudicano per quello che uno dice e quelli che giudicano per quello che uno fa. io appartengo alla seconda categoria, e quindi è indifferente che grillo abbia detto varie volte di essere contro renzi, dato che l’unica cosa ottenuta è stato l’aumento del suo consenso.
io ormai mi diverto a girare il coltello nella piaga dei 5stellini, forse è questa la mia droga.
mirko g. s.
Allora si aggiorni o metta gli occhiali che la solita storia della fantaofferta di Bersani oltre ad essere iramai più esausta della Carrà in prima serata dimostra una certa miopia politica. E spunti il suo coltello.
giandavide
carissimo, le tue osservazioni sulla fantaooferta rimangono osservazioni. che grillo non abbia fattoun cazzo è un dato di fatto, dato che non c’è una cosa che vada meglio da quando i salvatori della patria hanno iniziato a salvare la patria. quindi, mirkuzzo, se oltre a renzi avete qualcosa da mettere sul piatto bene, sennò è inutile parlare degli altri per nascondere il fatto che siete uguali a loro
Vincenzo
La fallita alternativa arancione, deflgrata nella figuraccia di rivoluzione civile, fa parte dei prodromi del fallimento dell’antipolitica o politica non professionista.
pippo
La incapacità di Marino è una benedizione per unicredit, parnasi, pallotta e tutti quelli invischiati sia nel progetto per la realizzazione di tre grattacieli da 220 metri ciascuno (con la scusa di realizzare uno stadio di calcio per una squadra che dovrà pure pagare un affitto per trenta anni), che nella demolizione di una caserma in zona (pregiatissima) prati (vicino il vaticano) per realizzare 200 appartamenti di lusso e 70 appartamenti a canone agevolato (possibilmente per amici degli amici).
E gli urbanisti? Silenzio!
E i dirigenti del comune responsabili dei provvedimenti? Favorevoli
mirko g. s.
Giandaviduzzo, evidentemente non si informa abbastanza, purtroppo non è il solo. Scacci un pò di puzza sotto al naso e veda un pò cosa fanno i grillini col magro 25% che hanno raccolto.
Persio
Come si fa a valutare l’opera di un sindaco senza tenere presente il contesto in cui si trova ad agire?
Un contesto determinato da un certo quadro normativo schizofrenico e paralizzante, dalla qualità spesso pessima della classe politica locale, dalle incrostazioni prodotte nella burocrazia comunale dall’opera decennale di camarille affaristiche di ogni genere, da funzionari paraculi e infedeli sopravvissuti a chissà quanti sindaci, da dipendenti guastati da anni di menefreghismo ciabattone e incompetente ma clienti di chissà chi e, infine, da difficoltà di bilancio che non consentono di rispondere a società spesso molto problematiche né di mantenere il livello standard dei servizi ai cittadini.
Per riuscire a fare qualcosa di utile in certi contesti bisogna avere la carognaggine di Genny, l’acume politico di un Richelieu, il pelo sullo stomaco del Padrino, il calcio potente di un centravanti, la testardaggine di un mulo.
E anche avendo queste caratteristiche (e chi viene dalla sinistra difficilmente possiede alcune di queste) la maggior parte del tempo concesso dal mandato se ne andrebbe nel rendere un po’ più efficiente la macchina comunale, mentre la città va a puttane.
aldogiannuli
Persio: benissimo, bisogna sempre valutare il contesto, le inerzie burovratiche della macchina comiunale, i limiti temporali del mandato ecc. Va bene, ma pwerchè questi argomenti spuntano sempre quando si parla di un sindaco del proprio colorepolitico e mai quando si tratta di un avversario?
Persio
Caro Giannuli, ha ragione: è uso comune anteporre la difesa faziosa della propria “squadra” all’onestà intellettuale. Dev’essere a causa dell’ancestrale tendenza italica a difendere il proprio campanile contro gli altri.
Personalmente cerco di evitare di farlo. Soprattutto perché trovo ridicolo che si applichino al sindaco certe categorie “ideologiche”, visto che la parte proponderante del suo ruolo è l’amministrazione più che la politica.
E per amministrare bene una città, in particolare metropoli come Milano, Roma, Napoli, ecc. in primo luogo occorrono al sindaco grandi doti manageriali e solo in subordine la coerenza politica.
Queste considerazioni però si applicano solo ad un ambiente politico non inquinato da partiti-greppia, da forze politiche che sono comitati d’affari, quando non di malaffare.
In tal caso l’appartenenza politica diventa il criterio di scelta prioritario, visto che divide onesti da disonesti, amministratori forse meno capaci, ma fedeli, da amministratori forse più capaci, ma infedeli.
In Italia spesso l’ambiente politico locale è inquinato, dunque la faziosità politica acquista un senso diverso da quello deteriore che avrebbe in un ambiente pulito.
La conclusione logica di questo ragionamento è che la politica (intesa come sistema basato sui partiti) dovrebbe essere tenuta fuori dall’elezione delle cariche cittadine, ad iniziare da quella del sindaco e compresa quella del consiglio.
Perché la caratterizzazione politica o è ininfluente ai fini della buona amministrazione della Città opoure è dannosa per l’interesse generale della cittadinanza.
A mio modesto parere l’elezione delle cariche cittadine dovrebbe seguire criteri del tutto diversi da quelli attuali.