Crisi: qualche breve precisazione. A ognuno il suo
Rispondo con un brevissimo appunto (scusatemi ma sono affogato dai tempi di consegna del prossimo libro e faccio fatica a star dietro al sito) a diversi interventi (Tommaso Coen, Pierluigi, Zeno, Stefano ecc.) a proposito delle radici di questa tempesta sui titoli italiani, su cui non vorrei che si creassero equivoci.
1- la pistola fumante non c’è: e non può esserci per definizione. Cosa volete? Comunicati stampa, lettere di intenti, verbali di consigli si amministrazione? Avete mai visto uno speculatore che dichiara : “adesso faccio una speculazione per rovinare l’Europa”? E neppure ci danno accesso alle carte dei vari hedge fund. E’ naturale che questo genere di operazioni avvengano nel massimo riserbo –prima e dopo l’operazione- e spesso per confluenza spontanea, senza neanche bisogno di intese esplicite e tanto meno scritte. Dunque, l’ “ordine di servizio” di affondare l’Euro non è stato mai scritto e non lo sarà mai per nessun’altra moneta o azienda. Dunque, conviene orientarsi analizzando i fatti per quel che si manifestano, metterli in relazione con le “opinioni” e le indiscrezioni che circolano e ragionare su quale sia la tendenza in atto. In queste cose non esistono prove ma solo indizi e, in questo caso, di indizi ce ne è una valanga. Dopo di che è sempre possibile sbagliare, ma spesso ci si prende e, comunque, è l’unica strada che abbiamo a disposizione.
Ricordate l’insegnamento del Maestro: “ A pensar male si fa peccato, però si indovina”.
2- Che ci sia una operazione contro l’Euro è reso evidente anche dalla successione stringente delle manovre sul rating e dall’attacco sistematico, prima ai titoli spagnoli e portoghesi, poi italiani, ora francesi. Una successione scientifica che approfitta di ogni centimetro quadrato di fianco scoperto e che non può essere solo frutto del sentiment del mercato. Il capitalismo finanziario non è Lotta Continua e non ama lo spontaneismo.
3- Rating: che le tre principali agenzie di rating operino in unità di intenti con Wall Street e con il Potomac, direi che è cosa che non richieda dimostrazione alcuna, così come il fatto che di giorno c’è il sole e di notte la luna.
S&P ha declassato i titoli americani? Si però: 1. è rimasta sola, 2. il suo presidente è resistito al suo posto meno di due mesi 3. conti alla mano, gli Usa stanno messi peggio dell’Italia sia dal punto di vista del debito accumulato, sia da quello del disavanzo, sia da quello della bilancia commerciale. Eppure…
Però dispongono del maggiore esercito del Mondo e, soprattutto, sono i padroni di casa.
Per cui, fatemi il piacere…!
4- Berlusconi e l’affondamento dei bond italiani: detto questo (che c’è una manovra palese contro l’Euro che spara a Roma per colpire di rimbalzo a Francoforte) non vorrei che qualcuno pensasse che sia questa l’unica causa della tempesta. A questa causa prima se ne è sovrapposta un’altra: l’impresentabilità del nostro Presidente del Consiglio, che ha ridotto la credibilità del nostro paese ai minimi termini. Per di più, lo spregevole uomo di Arcore (politicamente spregevole), ha protratto la sua agonia oltre ogni limite e lo spettacolo della compravendita dei voti, dell’impotenza dell’opposizione ecc, hanno spazzato via quel residuo di considerazione di cui l’Italia poteva godere. Per cui, se dovessimo descrivere con una formula il disastro attuale, proporremmo questa: (Dda X Se) elevato a Fb. Dove “Da” sta per “ Dimensioni del debito accumulato”, “Se” sta per “speculazione contro l’Euro” e “Fb” per “fattore Berlusconi” che ha moltiplicato esponenzialmente la nostra debolezza.
Dunque, dire che i fattori della crisi sono tre e non solo il fattore Berlusconi, non significa assolutamente dare una qualche attenuante all’orrendo Cavaliere.
5- Infine: ma di chi è la colpa del debito accumulato? Il peccato originale è della classe politica della Prima Repubblica: Dc in primo luogo, Psi in seconda fila. Il programma modernizzante del centro sinistra venne varato ma subito smorzato dall’esigenza di far salva la rendita e gli interessi delle corporazioni che sostenevano la Dc, dalla rendita fondiaria alle pensioni di invalidità del Mezzogiorno, dalla evasione strutturale di commercianti ed artigiani alla foresta di enti inutili tenuti su per alimentare un ceto politico ingordo, volgare e parassitario. Per cui le riforme furono fatte senza toccare gli interessi parassitari e la quadratura del cerchio fu trovata nel disavanzo sostenuto da crescenti emissioni di titoli di debito pubblico.
I socialisti si adeguarono partecipando al banchetto ed, anzi, ci misero del proprio.
Però anche Pci e sindacati dettero il loro generoso contributo: si pensi alle riforme senza copertura di spesa, alla crescita degli apparati burocratici ecc. Più di tutto si pensi al disastro delle Partecipazioni statali cui dettero tutti fiato, compresi i sindacati che pretesero di “irizzare”, “gepizzare” e così via, qualsiasi catorcio di fabbrica che andava chiusa, in nome di una improbabile lotta per l’occupazione, i cui costi pagano oggi i nostri giovani con l’assenza di futuro lavorativo che li colpisce.
Ma dopo ci sono le responsabilità del ceto politico della seconda repubblica e, ad essere onesti, la sinistra ne ha di peggiori della destra. La “seconda Repubblica è durata 197 mesi (da maggio 1994 ad oggi, dopo non sappiamo), il centro destra 97, il governo “tecnico” di Dini (sostenuto da Lega e centro sinistra) 17 e il centro sinistra è stato al governo 83 mesi,. Dunque, il 42% del tempo, in cui avrebbe potuto fare qualcosa per avviare il risanamento del debito e, proprio, non lo ha fatto. Anzi, gran parte delle privatizzazioni –che sarebbero dovute servire a colmare il buco del debito- sono state fatte più da governi di centro sinistra che di centro destra ed il debito, invece, è ancora tutto lì. Vogliamo parlare dei casi Telecom, Cirio ecc. ecc.?
Poi il centro destra di suo ci ha messo soprattutto lo scandalo di tre anni di legislatura passati esclusivamente ad occuparsi dei casi personali del Cavaliere.
Insomma, una bella gara, vi pare?
Aldo Giannuli
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Caruto
Il quadro desolante dei problemi irrisolti ed aggravati dal sistema politico italiano negli ultimi 60 anni mi vede, purtroppo, d’accordo.
E’ un dato oggettivo in termini strettamente numerico-economici ed in termini di pre-visioni sul comportamento futuro (salvo improbabili palingenesi) degli attori del sistema.
Nell’intervento precedente del Prof. Giannuli si faceva un certo ragionamento sulla ricomposizione del ceto politico in chiave cattolico-conservatore, con aggiunta di finanza: sono del tutto d’accordo, perche’ segue le linee delle Institutions italiane, cioe’ di quei caratteri fondamentali che riemergono nei momenti cruciali di passaggio.
Avremo un’Italia piu’ ristretta, economicamente piu’ povera.
Per la sinistra, che comunque ci sara’, non riesco a fare previsioni: ma andrebbero fatte perche’ sono comunque attori del sistema.
Eppero’, molto dipende da fenomeni esogeni al sistema Italia, come e’ stato giustamente aggiunto in una risposta successiva di Giannuli all’intervento precedente.
A breve, se le cose andranno mediamente male-bene (senza apocalissi finanziarie) ci potrebbe essere lo sfaldamento del PDL, la (auto)marginalizzazione della lega, il dissolvimento di questo centro-sinistra ed il progressivo esaurirsi della sua spinta propulsiva: qualcosa ci sara’ dopo, ma non so cosa.
In sintesi, avremo un’Italia “piu’ sobria”: cioe’ tutti piu’ poveri salvo quel ceto medio-alto cattolico-moderato che dovrebbe riemergere come gruppo dirigente: la Chiesa Cattolica e’ scesa in campo, c’e’ stato un convegno a Milano, e De Rita ha dato il suo imprimatur con un articolo sul Corriere.
L’aria che tirera’: De Bortoli che dice: “Poffarbacco! Manifestare in piazza e’ di cattivo gusto.”
Penso che i vari Occupy hanno poche chances: certamente in Italia e molto probabilmente anche altrove.
Lorenzo Adorni
Il “nuovo dollaro” e la “nuova” super potenza americana si baseranno sul fallimento dell’euro.
Fra qualche anno, lungo il 35° parallelo, dagli Stati Uniti fino alla Cina, troveremo solo e solamente regimi “fidati” di Washington.
Il progetto è quello di una sola moneta, una sola politica energetica, una sola alleanza militare.
Per quanto riguarda il caso italiano, i conti che hai fatto, riguardo i mesi di governo, non rendono solo bene l’idea di come il fallimento sia pressoché comune a tutta la classe politica ma, rendono anche l’idea di come il centro sinistra sia stato totalmente incapace di effettuare un ricambio generazionale della classe dirigente in grado di governare questo paese.I politici del centro sinistra che,alle prossime elezioni, si candideranno a guidare il paese, sono esattamente gli stessi presenti all’inzio della “seconda” Repubblica, 197 mesi fa. Sono ancora li, credendo che prima o poi si presenti la “loro” occasione.
aldogiannuli
questa pòrevisione di nuovo impero americno non mi convince: secondo me la crisi travolgerà anche loro
Caruto
Dimenticavo di aggiungere che la riemersione di quello che ho chiamato “ceto medio-alto cattolico moderato + finanza” dovrebbe esserci comunque, anche con apocalissi finanziarie perche’ e’ comunque un carattere di fondo del sistema Italia.
La catastrofe finanziaria influirebbe sulle condizioni del sistema non sugli Attori Dirigenti.
Caruto
Pero’, come si concilia il “la crisi travolgera’ anche loro” con l’ipotesi di un attacco all’Euro con l’assenso del Potomac?
O sono dei suicidi (cosa anche possibile) o siamo su linee di decisione tutte interne al mondo della finanza.
In questo momento agli USA conviene avere un’Europa che faccia da cuscinetto nello scontro con la Cina.
Al massimo, si liberano di incomodi cone Strauss Kahn.
aldogiannuli
i concilia benissimo perchè è proprio sulle spoglie dell’Euro che gli Usa vogliono rilanciare il loro sogno imperiale. Ma ci sono anche i progetti sbagliati destinati al fallimento
Lorenzo Adorni
I cambiamente sul piano internazionale intercorsi negli ultimi due anni sono molto più significativi e sostanziali di quelli occorsi durante i due mandati Bush jr.
Gli Stati Uniti sono oggi impegnati nello sfruttare a loro vantaggio ogni singolo avvenimento, ogni “scricchiolio” di regime o sistema politico. Il loro fine ultimo oggi è quello di contrastare o per lo meno contenere la Cina. Il rapporto del FMI sulla Cina, pubblicato nelle scorse ore ne è un esempio.
Io credo che il loro progetto sia quello. E’ ampio e di enorme portata, quindi serve un assoluta continuità di intenti e coesione fra USA e suoi “alleati”. Forse la crisi, il declino della super potenza americana di cui da molto tempo si parla saranno un insormontabile problema di fronte al quale gli stessi Stati Uniti non riusciranno a far fronte.
Quando gli Stati Uniti comprenderanno di trovarsi in un sistema multipolare e inizieranno a comportarsi di conseguenza non è ancora chiaro.
Se non lo dovessero comprendere e attuare, il fallimento come sostieni tu, è praticamente inevitabile.
Quanto, invece, il crollo, anche solo parziale, di altri attori internazionali come l’Europa (con il suo Euro) possa influenzare (negativamente o positivamente )questo processo, in questa fase di transizione, non lo possiamo ancora sapere.
giandavide
perfettamente d’accordo su tutto tranne che sulle percentuali finali: questo 42 suppongo contenga anche la bicamerale e amato, che possono essere considerati di sinistra solo in modo formale piuttosto che sostanziale e qualitativo. anche senza rispolverare bergson e le distinzione tra la durata di un evento e la sua segmentazione in unità di tempo, credo che una suddivisione percentuale renda poco dell’effettivo potere detenuto da berlusconi in questi anni.
aldogiannuli
ovviamente include anche il governo Amato ( la bicamerale non c’entra non essendo stato un governo) che era sorretto dalla stessa maggioranza di centro sinistra che aveva sostenuto Prodi e D’Alema. Anche scorporando i 10 mesi di Amato, peraltro, le cose non cambiano granchè
franchino11
Una precisazione sul debito pubblico: questo è effettivamente esploso nel 1981 con il cosiddetto divorzio tra Banca d’Italia e Ministero del Tesoro. Prima di allora, quando il Tesoro non riusciva a collocare i titoli del debito ai risparmiatori, ricorreva allo sconto presso Banca d’Italia, a un tasso irrisorio rispetto a quello di mercato. Con il divorzio (che ha come corollario, l’autonomia di Banca d’Italia dal Tesoro) il debito è letteralmente esploso, in quanto si ricorse solo al mercato per il collocamento dei titoli pubblici. Anche allora la giustificazione della separazione dei due enti fu giustificato con la solita litania: è il “mercato” che tutto deve decidere, pertanto bisognava rendere autonoma Banca d’Italia per favorire il buon andamento del mercato, senza interferenze esterne. Con l’entrata in scena della BCE, il meccanismo è stato il medesimo, se non peggio per il fatto che abbiamo adottato una moneta unica pesante, tarata sulle esigenze della Germania e in subordine della Francia. Anche allora la scusa fu la medesima: il “mercato” ci chiede una moneta forte, unitaria e unificatrice, che risolverà tutti gli atavici problemi della nostra economia e della nostra mentalità da paese sottosviluppato culturalmente (il famoso familismo amorale). Il mercato, la moneta unica ci avrebbero catapultato in una nuova dimensione modernizzante, l’abbattimento di ogni barriere alla circolazione delle merci e persone (globalizzazione) avrebbe fatto il resto. Questa ideologia pervasiva ci è stata imposta come un mantra, giorno dopo giorno, dalla stampa, dalla TV, dai media mainstream, dai professoroni dell’economia ecc. Ci hanno riempito la testa con questa religione fondamentalista. Invece, la realtà era un’altra. La nostra economia orientata all’export e le nostre in efficientissime e corrotte amministrazioni pubbliche, non avrebbero mai potuto reggere l’urto sul lungo periodo di una tale moneta. Le monete riflettono l’andamento economico dei settori privati e pubblici, di questi attori dell’economia e non viceversa. La pratica ha vinto sulla teoria e ora ne scontiamo le apocalittiche conseguenze. E’ stato un suicidio entrare nell’Euro e la globalizzazione era motivata solo dalle spinte di grandi interessi economici e finanziari. Il risultato di tutto ciò: anni di crescita bassa e sconclusionata, disorganica, confusa, una classe politica della seconda repubblica degna delle peggiori “inettocrazie” planetarie e un vassallaggio dello Stato nei confronti della BCE e del “mercato”. Quindi fallimento della Politica, certo, ma soprattutto fallimento del Dio Mercato.
mic
Tutto corretto, e viene la rabbia a pensare come sia stata massacrata una gigantesca azienda come Telecom, che era certamente uno dei tanti carrozzoni pubblici, ma aveva le potenzialità per diventare un colosso della tecnologia moderna. Invece gli amici di D’Alema (gli stessi che poi sono diventati amici di Berlusconi nella vicenda Alitalia!) hanno banchettato alla grande, fino allo spolpamento completo di Trochetti – altro manager (?) assurdamente strapagato.
E pensare che quello che sta ritirando su Telecom adesso, con grande fatica, era lo stesso che aveva tentato di resistere all’OPA di Colaninno & C.
Bastava tenerselo stretto.
Come sempre a noi italiani piace buttare alle ortiche il tempo, le opportunità e le brave persone.
GA
Non so se è lecito farsi pubblicità in un altro blog, ma tutto sommato potrebbe essere un contributo interessante alla discussione: http://goffredoadinolfi.wordpress.com/
aldogiannuli
o non mi arrabbio affatto se viene segnalato una ltro blog
Daniele Visentin
Ma perche’ si dovrebbe cercare una pistola fumante? Non sono nemmeno sicuro che ci sia un mandante, figuriamoci la prova. L’unico fatto e’ che e’ in corso un attacco all’euro, ma non condivido la dietrologia che viene addirittura data per scontata nella discussione.
Il mandante non sono gli Usa, tutt’al piu’ e’ basato negli Usa (in quanto sede dei principali inventori mondiali). L’attacco speculativo non e’ orchestrato da fantomatiche sfere politiche, l’attacco speculativo ha come obiettivo il profitto, e’ fatto di singoli uomini nei desk delle grandi banche e fondi d’investimento che inseguono il loro bonus di fine anno, in alcuni casi maggiore dell’intero stipendio fisso annuale. Loro possono anche non sapere chi sia il premier italiano o cosa faccia nel tempo libero (informazioni che non ci sono nelle pagine dei mercati del Sole, dell’FT o del Wsj), ma sanno che il debito italiano in questo momento e’ il piu’ vulnerabile e con alcuni strumenti finanziari hanno addirittura la possibilita’ di scommettere sul fallimento italiano. Sanno che l’Italia offre un rendimento alto a un rischio alto, e fanno le loro valutazioni e operano sui mercati. Ma ripeto ancora, per un trader di New York, Londra, Singapore o Milano non ha nessuna importanza che Berlusconi sia premier o che gli Usa abbiamo l’esercito piu’ grande del mondo.
Infine una postilla sugli Usa: sebbene i fondamentali dell’economia siano in peggioramento, si trovano sempre in una condizione invidiabile, seconda forse solo alla Cina. Il rischio di default ad agosto e’ stato dovuto solo alla spregiudicata dissennatezza dei repubblicani, ma nessuno ha mai messo in dubbio la solvibilita’ degli Usa, e il declassamento di S&P e’ stato una mossa quasi coraggiosa (meglio: pubblicitaria). Se per gli Usa la situazione economica si mettesse davvero male, potrebbero ridurre la spesa militare e/o aumentare le tasse e/o tagliare la spesa pubblica: hanno ancora spazi di manovra amplissimi, non costretti dal peso eccessivo del pagamento degli interessi – e questa e’ appunto la grande differenza: il loro debito e’ in dollari. Oltre a poter stampare moneta a piacimento (entro certi limiti) e ad avere la Fed come prestatore di ultima istanza – vantaggio che l’Italia non ha – gli Usa possono prendere a prestito a tassi bassissimi, perche’ la domanda di titoli di stato americani e’ sempre altissima, a maggior ragioni in periodi di crisi economica.
GA
Grazie 😉
rosario
Sì, penso che l’analisi sia, come al solito, precisa ed acuta. Detto questo, visto che per il passato non si può fare più nulla, resta per il presente un forte attacco alla moneta europea che stava diventando la valuta alternativa più efficace rispetto al dollaro. L’Europa è un mercato ricco, pieno di buone aziende e se i prezzi di questi “assets” calano, anche i ricchi investitori esteri (sauditi, cinesi,russi e, perchè no, paesi sudamericani) hanno un interessante parco di diversificazione per i loro investimenti. Quindi…bastona il cane che sta affogando! Io non vedo nell’immediato altre soluzioni se non una stringente riforma dei mercati finanziari e tassazione selettiva delle speculazioni più devastanti. Per il futuro occorrerà un nuovo slancio europeo sui mercati del lavoro (antidumping) fondi europei mirati al ritorno degli investimenti industriali sul territorio europeo e una pianificazione delle politiche fiscali e finanziarie. E scusate se è poco!
Pierluigi Tarantini
Concordo su tutto tranne nel ritenere le responsabilità della sinistra pari o, addirittura superiori, a quelle della destra.
Non volendomi ripetere evidenzio che con un debito monstre come il nostro o si cresce a livelli cinesi, e ciò per un’economia matura è improbabile, o si tengono i tassi d’interesse bassi.
Quest’ultimo risultato è stato assicurato per 10 anni grazie all’entrata nell’Euro ottenuta da Prodi.
Se poi 10 anni, praticamente un’era geologica, sono stati sprecati è responsabilità di chi ha governato in questi dieci anni.
E poi, Aldo, una volta Padoa Schioppa è un’ingenuo impolitico avendo avuto la colpa di anticipare i tempi costituendo il ” tesoretto”, un’altra volta la sinistra non ha fatto niente per ridurre il debito dopo tre anni passati da Berlusconi a dire che la crisi non ci toccava…
Citi le privatizzazioni come esempio delle responsabilità della sinistra: bé, Berlusconi ha di recente “privatizzato” le frequenze del digitale terrestre.
Quelle in uso alle telecomunicazioni sono state vendute in un’asta con centinaia di rilanci per 4 miliardi di euro.
Quelle televisive sono state cedute con una procedura denominata “beauty contest”.
Devo supporre,per quello che scrivi,che tu sia all’oscuro del prezzo che Mediaset ha pagato per le frequenze…
Questo mentre si chiudono gli ospedali.
Nicola Mosti
Semmai il rumor che le vendite a raffica dei titoli italiani fossero iniziate ad opera di Goldman-Sachs era riportato su Milano Finanza, che non è esattamente una testata di Maurizio Blondet…
Stefano
L’importante è capirsi, Professore! Auguri sinceri per la sua nuova fatica editoriale, che sicuramente acquisterò per unirle alle Sue altre
Massimo
Pur non essendo un fan di Prodi , bisogna riconoscere che il debito pubblico era in diminuzione dal 1996 al 2001 : se Berlusconi avesse proseguito il trend , approfittando dei tassi bassi sui Bot , oggi avremmo un rapporto debito – pil dell’ 80 % circa.
Ripeto , non sono di sinistra ma ho un minimo di memoria e di capacità nel leggere i dati, nonchè di onestà intellettuale.
Concordo pienamente con l’ articolo di Giannuli.
franchino11
Secondo me, il Centro-Sinistra Post-Comunista non ha avuto alcun merito nella diminuzione del Debito Pubblico. Né si segnalano altri meriti particolari se non assegnare nel 1995 lauree honoris causa agli speculatori che solo tre anni prima avevano portato l’attacco alla lira. Non che il Centro-Destra abbia meriti. I due poli politici sono divenuti irrilevanti nell’epoca della globalizzazione. Servono solo a dare una parvenza di alternanza democratica alle masse, ma i poteri sono quelli “mobili”, transnazionali e finanziari. I poteri sono altrove, dietro il sipario del teatro della pop-politica, i poteri veri sono completamente deresponsabilizzati, non si mostrano, stanno dietro le quinte.
La momentanea riduzione del debito nel periodo 1996-2001 è data dalle maggiori entrate statali che erano particolarmente elevate in quanto la crescita mondiale era trainata dalle bolle finanziarie (quindi domanda artificiale, non domanda naturale) in corso sulle borse USA. Gli effetti delle bolle si riflettevano positivamente anche sui nostri conti statali con maggiori entrate. Ma erano effetti artificiali. Il Centro-Sinistra ha beneficiato dell’economia della bolla finanziaria mondiale: quindi le maggiori entrate che hanno spinto al ribasso il debito non erano certo date dal fatto che il nostro sistema economico e amministrativo si stesse modernizzando sotto la spinta della Politica modernizzatrice del Centro – Sinistra. Inoltre il Centro-Sinistra è stato attivo nello smantellamento del ceto medio e medio basso (hanno provveduto ad alzare le imposte reddituali sempre ai soliti noti, come richiesto loro dalle Elites mondiali). Il Centro-Sinistra ha effettivamente svolto bene il suo ruolo, di attivo demolitore del ceto medio. Certo, sempre con tante belle chiacchiere sulla solidarietà ecc. Ma ha forse provveduto ad abbattere il voto clientelare, ridimensionato i ceti parassitari? Oltre a non fare ciò, ha assecondato la globalizzazione, senza mai metterla in discussione. Il Centro-Destra, che è la copia del Centro-Sinistra, invece è sempre stato più sfortunato: ha governato quando le bolle si sono sgonfiate, pertanto con cali nelle entrate statali e conseguente espansione del debito. Ma entrambi i poli si sono dimostrati covi di becero clientelismo, sperpero delle risorse pubbliche nonché asservimento alle direttive dei centri finanziari e burocratici (Commissione UE- BCE – WTO ecc). Oltretutto il Centro-Sinistra è stato molto attivo in questi decenni nella svendita strategica degli assets nazionali, un triste primato dato che hanno provveduto a svendere aziende strategiche che sono state “cannibalizzate” e finanzia rizzate dai soliti noti, con perdite rilevanti di posti di lavoro, know-how e crescita globale del sistema-paese.
Pierluigi Tarantini
Per confutare tutte le affermazioni che si affastellano nell’ultimo post di franchino 11 servirebbe una memoria di replica.
Mi limito a ricordare che il centro sinistra ha governato solo due degli ultimi dieci anni.
Peraltro, se si pretende che il centro sinistra italiano, neanche al governo, possa mettere in discussione un fenomeno mondiale come la globalizzazione opponendosi nel contempo alla Commissione europea, alla BCE ed al WTO,credo che più che argomentare si manifesti un rifiuto della realtà.
giandavide
a parte il fatto che ho confuso bicamerale e governo d’alema (le informazioni acquisite nell’adolescenza sono le meno sicure) il punto rimane, e non sono il solo ad averlo notato: definire gli inciuci parlamentari responsabilità del corpo elettorale di sinistra è, a parer mio, sbagliato. i cedimenti della dirigenza pd agli interessi del comparto berlusconiano sono evidentemente in controtendenza rispetto alle volontà dei loro elettori. non mi interessa chiedermi se abbia più responsabilità il corrotto o il corruttore, ma voglio semplicemente fare notare che se ciò che vuole x è lo stesso di ciò che vuole y, x e y stanno dalla stessa parte.
quindi, considerando le responsabilità politiche, preferisco ritenere i vari d’alema veltroni e letta degli uomini di berlusconi che vanno contro il loro elettorato, che ha scelto prodi due volte e che è responsabile solo per prodi, mentre veltroni ha perso come candidato premier e d’alema ha perso pure nel suo circolo di gallipoli.
questa dirigenza pd, essendo figlia dei guai combinati da occhetto (ricordo ancora l’articolo di aldo in questione) e da cacciari, manda avanti un partito che per vincere deve trovare qualcuno che venga da fuori, come dimostra non solo prodi, ma anche nel loro piccolo pisapia e de magistris, e i cui programmi di fatto non sono caldeggiati dall’elettorato che è però costretto a votarli.
d’altra parte bisogna anche ricordarsi che il pd è nato da pd e margherita, ovvero da un partito di sinistra e uno di centrodestra, e tra i due è evidentemente dominante il secondo, che il pd non sta nemmeno nel pse, e che quindi vi sono nomi, cognomi e relative scelte scellerate se uno vuole prendersela con qualcuno piuttosto che un generico “centrosinistra” che in realtà non esiste e che diluisce le colpe alleviando le responsabilità dei vari dalema e veltroni
giandavide
p.s.
aldo, ma un bell’articolo su cacciari? mi sembra che manchi solo lui…
franchino11
E per fortuna che ha governato per solo pochi anni il Centro-Sinistra! Altrimenti il ceto medio si sarebbe assottigliato in modo ancora più impressionante. Bisogna andare oltre alla lettura del quotidiano Repubblica per difendere il Centro – Sinistra. E poi aspetto le argomentazioni contrarie alle mie, basta sintetizzarle. Sulla sinistra post-comunista e post-socialista europea, se proprio vogliamo allora ampliare il dibattito a livello Europeo, mi pare che Giuseppe Berta abbia detto cose egregie nel saggio “Eclissi della Socialdemocrazia”, il mio consiglio è di leggerlo approfonditamente perché è una critica pungente e acuta di tutta la pseudo-politica di Centro-Sinistra andata in onda dalla caduta del muro di Berlino (a livello europeo, certo, ma che si riflette anche in quella cosa chiamata Centro- Sinistra italiana).
giandavide
non capisco gli interventi di franchino. cosa è il centrosinistra? i dirigenti o gli elettori ? nel primo caso non capisco perchè non li chiami per nome e cognome. nel secondo caso non capisco lo stesso, mi sembra mitologia qualunquista e mentre gli elettori di sinistra veltroni non lo hanno votato, gli elettori di destra e i loro amici astemnuti hanno contribuito a fare elggere berlusconi, e ancora oggi stanno a chiacchierare come se venissero da marte e non c’entrassero nulla.
io credo anche che chi ha fatto vincere berlusconi con l’astensione denoti solo disnteresse qualunquista nei confornti della politica. una cosa lecitissima, per carità, ma che implicherebbe anche il fatto di continuare a disinteressarsi e non lamentarsi degli altri ma guardare alle proprie scelte
Pierluigi Tarantini
… altrimenti il ceto medio si sarebe assottigliato in maniera ancora più impressionante …
E questa sarebbe un’argomentaqzione cui replicare?
Francesco Acanfora
Vorrei solo far osservare che la dinamica principale dell’attacco all’euro NON si svolge affatto intorno a Milano, che ha una rilevanza del tutto periferica per questi giochi di potenza su scala planetaria, ma fra le due sponde del Reno. Cerco di farmi capire ricorrendo a un esempio che forse può essere di comprensione più immediata per alcuni commentatori di questo tema posto da Aldo. La disputa fra centro destra e centro sinistra italiani è come una sfida Empoli-Brescia per non andare in serie B, mentre la questione della crisi dell’euro riguarda la partita Barcellona-Manchester per la coppa campioni, per cui è inutile dispiegare striscioni rossi del simpaticissimo comune toscano, nei cui dintorni nacque Leonardo, in cui il PCI aveva il 75% dei voti, e il PSI il restante 25%, o striscioni bianchi per il nebbioso dormitorio lombardo pieno di fastidiose zanzare in cui la DC prima e Lega-Pdl poi hanno avuto, immagino per disperazione, sempre tanti immeritati consensi. Su queste cose possiamo disputare serenamente mettendo a confronto esperienze e convincimenti personali, e divertiamoci come nelle migliori tradizioni italiche a chi la spara più grossa, ma facciamolo altrove perchè qui sono davvero irrilevanti.
Quel che conta è che l’attacco a Sud si sta rivolgendo come nei piani verso Ovest. Oggi su Le Monde c’è un attacco furibondo a Monti-Draghi-Papademos, defini grembiulini al servizio di G&S. E oggi il governo tedesco ha intimato a Londra di darsi una regolata, perchè “in Europa si parla tedesco”. La pistola fumante forse inizia a prendere forma. La Libia è stata rimessa in riga da un intervento anglo-francese (dispendiosissimo), con le retrovie garantite dalla flotta USA, e le basi italiane, dunque poste in città aperte in balia degli alleati. La Germania non ha partecipato, e non ha gradito. Paesi europei hanno subito attacchi speculativi violentissimi, e ovunque sono caduti governanti per essere sostituiti da figure più affidabili per Francoforte. Ora l’attacco si rivolge contro la Francia, dove non si può semplicemente sostituire il premier, perchè è uno stato indipendente, con una sua politica, non una repubblica delle banane. Che deve fare la Germania, svenarsi per un alleato che ormai fa il doppio gioco, o mandarlo a quel paese cercando di ridefinire l’area degli interessi economici e geo-politici a partire da casa propria? Secondo me, i tedeschi su queste cose non hanno dubbi. La GB non è nell’euro, e se la Francia vuole accomodarsi, se ne torni con gli inglesi, e fine della paralisi chiamata UE. L’euro si fa a Francoforte, si chiama con un nome storico, solido, e affidabile, e si fa con chi ci sta.
Noi, se la linea tedesca diventa quella della rottura, stiamo messi molto male, perchè siamo messi in trazione fra potenze assolutamente soverchianti. Iniziamo ad aprire una riflessione su questo, con l’unica consolazione che la Lega per fortuna ha finito il suo ciclo politico, perchè un Lombardo-Veneto che vuole l’annessione alla corona britannica è uno spettacolo d’arte varia che nemmeno Paolo Conte in preda al brandy se l’è mai potuto immaginare.
aldogiannuli
Unica obiezione: Brescia non è piena di zanzare, a differenza di Vercelli. E peraltro è una bella città.
Gianluca
E’ venuto a mancare proprio il terreno di coltura della sinistra, la base sociale di riferimento. Non c’è possiblità di alcuna identità di classe nella società attuale. Non è che siano venuti meno coloro situati alla coda del sistema(e nn mi riferisco al sottoproletariato), ma sono persi nella frammentazione ideologico-culturale della società moderna. Insomma quello che beck chiama società del rischio,anche se non chiarisce bene il neo-protagonismo dell’individuo. Insomma la struttura esiste ancora, nn si è liquefatta come dice baumann, ma non “funziona” seguendo gli stessi meccanismi di prima. Di certo in queste condizioni un pensiero che voglia dirsi di sinistra deve ricostiuirsi totalmente, e la strada è in salita.
giandavide
mi introduco furtivamente per commentare f. acanfora.
non capisco cosa ci possa fare la francia con l’inghilterra: il 33% del pil della gb è procurato dalla finanza, ed effettivamente si tratta di un paese che sta scommettendo molto forte contro l’euro, e quindi anche contro la francia, che se crolla l’euro viene colonizzata dagli algerini, altro che interessi geopolitici. io non vedrei il tutto come una partita di pallone: le squadre non devono per forza essere due, la partita non deve durare per forza 90 minuti eccetera. in questo caso gli attori sono molti, e la posizione di forza ce l’hanno i tedeschi, ma il punto è, come ha notato aldo, legato ai costi di ciò che dici: per la curva sud si tratta di tirare vari dadi a sei facce per capire per quanti anni giocheremo nel campionato del terzo mondo, per la curva nord si tratta comunque di un prelievo fiscale come mai han visto prima, e di industrie che chiudono perchè non si riesce a vendere col marco costosissimo dopo.
e io qua non direi che destra e sinistra non c’entrano nulla, dato che se anche se si tratta di dare mazzate economiche alla popolazione, c’è sempre la possibilità di regolare queste mazzate con criteri socialmente più equi (di sinistra) o che diano più peso agli equilbri (?) costituiti, e quindi conservatori e quindi di destra. e anche se sospetto che mario monti non ci andrà molto per il sottile, credo che i cittadini debbano farle queste distinzioni e persino lamentarsi se mario bros va da tutt’altra parte, piuttosto che sedersi in poltrona e guardare la champions league credendo di avere davanti dei geni del pallone
aldogiannuli
l’asse franco inglese che si va costituend da un anno circa non dipende tanto da valutazioni economiche e finanziarie quanto politiche, ma ci tornerò a breve
Francesco Acanfora
Ovviamente destra e sinistra c’entrano, e nessuno propone di dedicarsi al gioco del pallone, quel che volevo dire è che la politica di spesa, la salvaguardia delle caste feudali, l’immobilismo della PA, lo stato di sfacelo della magistratura, il crollo della natalità, la fermata dello sviluppo, non dipendono solo dalla destra. La sinistra ha le sue responsabilità, e Aldo faceva bene a sottolineare che almeno ha tentato, con Prodi, di mettere ordine nei conti pubblici, mentre altre cose semplicemente ha eliminato dall’universo del discorso politico, pensiamo al monopolio tv di Berlusconi, tanto per fare un esempio molto meno complicato e costoso di un intervento sull’occupazione giovanile.
Una discussione sulle cifre decimali delle percentuali di responsabilità sarebbe interessantissima se fossimo in una guerra di trincea, potrebbe però apparire un futile discorso da bar dello sport se la storia si mettesse improvvisamente a correre, e ci si svegliasse dall’oggi al domani in un quadro in cui la nostra vita quotidiana è improvvisamente e drasticamente cambiata.
Forse è più saggio cercare di capire che cosa ci aspetta in questa situazione, che obiettivamante è nuova, se non altro perchè l’asse franco-tedesco durava ormai da oltre 50 anni, e in tutte le scuole abbiamo insegnato per anni ai ragazzi che in Europa non vi saranno mai più guerre, perchè gli europei hanno finalmente capito che devono stare insieme in pace, eleggendo un unico Parlamento, esibendo all’estero il passaporto dell’Unione, e pagando con le stesse fruscianti banconote dal pretenzioso disegno post moderno.
Per Aldo, ma c’è ancora la Pro Vercelli?
steffa88
un attacco americano all’Europa mi sembra poco probabile, gli Stati Uniti avrebbero solo da perderci, il default dell’Italia con conseguente recessione europea, sarebbe una bella botta per tutti, Cina e USA compresi. Oltretutto non mi sembra gli Stati Uniti intendano opporsi alla Cina, o meglio, cercano un contenimento politico, e forse militare, ma non economico, altrimenti tanto varrebbe imporre dazi pesanti, e rifiutarsi di pagare pagare il debito, la Cina sarebbe KO per un bel pezzo. agli americani fa troppo comodo comprare a basso prezzo dalla Cina rifilandole titoli di stato a un tasso di interesse addirittura inferiore all’inflazione.
andrea
mi chiedo se tutto questo non serva per facilitare la vendita dei titoli di stato americano l’anno prossimo,e ridurre il prezzo politico che gli americani dovrebbero pagare per convincere i cinesi a comprare una cospicua quota.insomma un europa meno stabile,potrebbe indurre i mercati a rifugiarsi ancora per un po in america ?.
Infondo politicamente l’europa non ha una struttura forte,non ha una detterenza militare adeguata,perchè un paese come l’america dovrebbe pensare di cedere il passo e potere in favore di una moneta forte non tutelata politicamente e militarmente?
sicuramente dal mio punto di vista preferirei che fosse una mossa scientifica che una reale situazione di caos.
aldogiannuli
esti potrebbero con larga probabilità essere gli obbiettivi a breve periodo, ma penso che quelli a più lungo periodo suan ben più ambiziosi
andrea
la cina ha difronte a se dieci anni decisivi,forse ancor più decisivi di quelli americani,un adeguata operazione finanziaria,e dei mirati sabotaggi potrebbero davvero sfaldare l’impero cinese.
l’importante per quanto mi riguarda è che si riescano a riassegnare gli asset mondiali al fine di creare una stabilità geopolitica,altrimenti in sutuazioni caotiche, non delineate e stabili,il rischio e la tentazione di emergere sfruttando le risorse militari diventa davvero alto.
pierluigi tarantini
Trovo valida la chiave di lettura di Andrea fermo restando che è meglio non avere concorrenti che averne di indeboliti.