Il Califfato, l’Ucraina e la crisi di panico dell’Occidente.

Siamo sull’orlo di una crisi di nervi? Pare proprio di si: il neo presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk evoca la “grande guerra con la Russia”, invitando implicitamente l’Europa a prepararsi a menare le mani, David Cameron gli va dietro, Hollande assume pose da dittatore romano davanti al Rubicone, il premio Nobel per la Pace Obama va a corrente alternata: un giorno minaccia apocalissi ed il giorno dopo si ritira. E sui giornali si leggono cose impensabili sino a qualche settimana fa. Ezio Mauro legge le crisi contemporanee di Ucraina ed Iraq come un attacco congiunto all’Occidente ed ai suoi valori di libertà, di stato di diritto, al suo stile di vita, anzi, (diciamolo!) alla sua civiltà. Anni cinquanta: il Mondo Libero contro l’Urss. Bello l’accenno al carattere ontologicamente imperialista della Russia che “ha preceduto, accompagnato ed è sopravvissuto al comunismo”: sembra di leggere il “lungo telegramma” di George Kennan.

Nessun dubbio sulle guerre del Golfo e sui 400.000 morti costati agli iraqueni, o sulla gestione demenziale dell’occupazione dell’Iraq, sulle bestialità fatte dall’intelligence americana, sugli effetti politici di quello che fa Israele ai palestinesi: tutti spiacevoli equivoci. E nessun dubbio neppure sul fatto che anche i russi possano avere le loro ragioni. Putin è un dittatore? Si, ma perché a Kiev sono allievi di John Locke e Tocqueville? Oppure a Wall street c’è il club Voltaire? La strage di Odessa? Perché c’è stata una strage ad Odessa? “Quando? Nel 1942?

L’apoteosi arriva con Giuliano Ferrara che invoca la “guerra di religione” con l’Islam: “L’unica risposta è in una violenza incomparabilmente superiore”. Sic! Il che suona semplicemente come un invito ad usare armi nucleari (beninteso: tattiche, piccole, mica roba pesante!). Poi è travolta ogni distinzione fra jhiadismo, fondamentalismo ed islam in quanto tale: tutto un mucchio.

Che sta succedendo? E’ l’effetto delle macchie solari? Oltre che quello di ebola c’è in giro il virus della demenza? Niente di tutto questo: per la prima volta si sta manifestando una crisi di panico delle classi dirigenti occidentali, di fronte all’evoluzione imprevista della globalizzazione, che si era immaginata come la marcia trionfale dei valori dell’Occidente nel Mondo e si sta trasformando in un incubo. “Perché ci sparano addosso quei popoli che dovrebbero ringraziarci, visto che gli portiamo la libertà, il benessere, la democrazia, la cultura? E’ chiaro: è colpa dei Putin, degli Osama, dei despoti che hanno paura della nostra libertà ed aizzano i loro popoli per mantenersi al potere”.

L’Occidente (cioè gli Usa con il solito codazzo di lacchè europei, australiani e giapponesi) ama consolarsi della sua sconfitta politica raccontandosi la favoletta della congiura dei tiranni contro di sé. Si sente assediato da una Cina che cresce (e si arma) troppo in fretta, da una Russia che è l’orso imperialista di sempre, all’Islam che è la solita armata di pidocchiosi sanguinari, dai sudamericani che sono ingrati, incapaci e non vogliono pagare i loro debiti ed anche da quei sornioni degli Indiani che non si sa mai da che parte stiano.

Il Mondo odia l’Occidente: e non vi dà nessun sospetto? Il fatto è che l’Occidente ha innescato la sua decadenza con le delocalizzazioni, per non pagare tre centesimi in più i suoi operai, con la totale deregolamentazione finanziaria, che ha sottratto i capitali al fisco producendo la voragine dei debiti pubblici, con il ritorno di spaventose diseguaglianze sociali interne, che compromettono la stessa efficienza del sistema, con una selezione demenziale delle classi dirigenti, sempre meno capaci di gestire l’enorme potere affidatogli, con la corruzione, che fa crollare la legittimazione del sistema. Ora raccoglie i risultati di questa semina disastrosa, si accorge che la sua egemonia traballa sempre più e, invece di avviare un serio esame dei propri errori, mette mano alla fondina della pistola.

Questo non vuol dire che gli altri non abbiano i loro torti, che l’Isis faccia bene a decapitare i suoi prigionieri e Putin a cercare di risolvere la crisi Ucraina a schiaffoni o i cinesi a tenere forzatamente basso lo yuan renminbi; ma le responsabilità preminenti sono certamente degli Usa e dei loro scagnozzi, che rifiutano ostinatamente di prendere in considerazione l’ipotesi di un diverso ordine mondiale. Non sono tanto utopista da pensare ad un ordine mondiale idillico e senza egemonie, né tanto ingenuo da pensare ad un potere che si spoglia da sé. Ma il momento storico che stiamo attraversando richiederebbe maggiore saggezza: l’egemonia costa, ha dei costi. L’“Occidente” se li può ancora permettere?

La situazione mondiale dei debiti sovrani è tale che i debiti degli stati occidentali (Usa in testa, poi Giappone, Italia, Inghilterra, Francia, ed anche la virtuosissima Germania) hanno superato la soglia del 90% del Pil e, pertanto non sono più restituibili, tanto più a ritmi di crescita che, quando va di lusso, arrancano fra il 2 ed il 3% ed in diversi casi hanno il segno meno davanti. Dunque, diciamocelo una buona volta, i nostri stati sono quasi tutti tecnicamente falliti, perché il momento in cui non si riuscirà a pagare gli interessi non è lontano, se è vero, come è vero, che gli interessi sul debito ormai eguagliano ed in diversi casi superano l’incremento del Pil.

In una situazione del genere, non sarebbe il caso di discutere una ristrutturazione mondiale del debito, compensandone una parte con i reciproci crediti ed un’altra con lo scambio fra moratoria e quote di potere mondiale? Può l’Occidente, nelle condizioni attuali, pretendere il monopolio delle posizioni apicali nel Fmi, nella Bm, nel Wto?

Un ordine mondiale, sia monetario che politico, fondato sull’egemonia di un gruppo di 7-8 grandi potenze (Usa, Giappone, Cina, Brasile, India, Russia, Sud Africa e, se riesce ad esistere, Ue), sarebbe sicuramente più equilibrato e, attraverso un efficiente sistema di regolazione dei conflitti internazionali, consentirebbe una riduzione bilanciata della spesa militare. Sarebbe il declino dell’egemonia occidentale, ma non per il passaggio ad un’altra egemonia monopolare, bensì ad una egemonia bilanciata e condivisa.

Tutto questo non è ritenuto degno di considerazione da parte delle nostre classi dirigenti che, piuttosto che cedere il loro vacillante monopolio di potere, pensano di passare alle armi. Non è il “mondo dei tiranni” ad avere paura delle libertà occidentali. E’ l’Occidente ad avere paura della propria decadenza, che legge nello specchio della crisi.

Aldo Giannuli

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Aldo Giannuli

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Comments (50)

  • Analisi perfetta di una situazione già Chiara in precedenza se non addirittura fin dall’esito della seconda guarra mondiale e della successiva Guerra fredda che cessando è sfociata in questa crisi inevitabile, in fondo il capitalismo non è la forma di governo perfetta avendo raggiunto il suo limite, se non si considerano I paesi del terzo mondo che sono irraggiungibili

  • Non riesco a capacitarmi quale arma di ricatto usino gli USA per costringere l’Eu a comportarsi in maniera così idiota, pericolosa e/o altro. Qui dovrebbero dare il premio Nobel per la pace a Putin ( premio Nobel declassato,avendolo sputtanato nel darlo a Obama in anticipo e sulla fiducia,(roba da chiodi). Se al posto di Putin ci fosse stato qualche dottor Stranamore americano penso che non staremo qui a disquisire su niente. L’impero USA sta crollando se ne facciano una ragione invece di andare in giro per il mondo a bombardare popolazioni inermi, giusto per fare PIL. Ultima ( ma ce ne sarebbero tante); ma vogliamo smetterla di considerare questi assassini impuniti che per ragioni loro seminano migliaia di morti e dettano e dispensano morti in nopme della democrazia? (sic)!

  • Naturalmente, condivido lo spirito complessivo dell’articolo. Tuttavia a mio parere tu sottovaluti l’aspetto economico che non è uno assieme a tanti altri, è il motivo principale del casino in cui siamo.
    Sottolineo questo fatto per ribadire una posizione che ho più volte espresso, che cioè nel rapporto tra grande finanza e stati sovrani c’è stato un salto di qualità. Se sempre i ricconi sono riusciti a condizionare pesantemente la politica degli stati, oggi la cosa è diventata particolarmente vistosa.
    Inoltre, una cosa su cui dissento rispetto alla tua analisi è che anche tu fai quello che io considero un errore ricorrente sui mezzi di informazione, porre al centro della crisi economica il debito pubblico. Ciò non è corretto, seppure gli stati sono potenzialmente falliti, questo non è mai stato un problema, era ovvio che chiunque era disposto a prestare proprio perchè di stato si trattava, purchè cioè lo stato affermasse il suo diritto sovrano di stmapare moneta. E’ solo quando lo stesso stato dichiara di non avere questa facoltà che ai potenziali creditori vengono i dubbi, mi pare una cosa ovvia.
    La verità è che è il sistema bancario ad essere tecnicamente fallito, questo è una cosa arcinota, i debiti privati, perchè ormai l’intero sistema bancario occidentale che conta è privato, sono fuori controllo ed impossibili da restituire. Il debito pubblico complessivo sarà al più un 20% dei debiti complessivi che circolano sui mercati finanziari (probabilmente anche meno).
    Poichè gli stati sono ormai comandati senza le mediazioni di una volta dalla grande finanza, il cerchio si chiude, gli stati si occupano della situazione economica dal punto di vista di come prolungare l’agonia del sistema bancario globalizzato. Per questo, si combinano casini, perchè si deve permettere agli stati arabi del petrolio di armare fanatici a gogò per controbilanciare Iran e Siria, stati sciiti. Si è accondiscendenti perchè questi hanno il denaro che può proseguire questa agonia.
    Qui, l’unica cosa sensata da fare sarebbe far fallire il sistema bancario globale rigorosamente privato, e sostituirlo con uno nuovo di zecca pubblico, come del resto era almeno in Europa fino a pochi decenni fa.
    Se non si arriva a questo, questa tua idea del consesso mondiale di chi conta non serve a nulla, finchè comanderanno le banche la
    sinistra ombra della terza guerra mondiale rimarrà davanti ai nostri occhi.
    Del resto, in cosa questo consesso sarebbe differente dall’ONU? Come dice brillantemente la Bonino oggi, ma l’ONU per caso è in ferie che si mettono su coalizioni raccogliticce senza neanche pensare di passare per il palazzo di vetro?

  • Bella analisi, purtroppo. Spero comunque che lei abbia torto, perché non sono affatto sicuro che un mondo pluri-egemonico, come quello da lei prospettato, sarà più sicuro e pacifico del mondo a guida americana attualmente in crisi.

    (Fra l’altro, come la vede con il fatto che, fra gli otto soggetti che lei ha elencato come future potenze dominanti, solo gli Stati Uniti dispongono di un effettivo soft-power, cioè di una forte narrazione ideologica in grado di legittimare la loro egemonia?)

  • Buongiorno professore, condivido molto la sua analisi, ma ritengo che ci sia un passaggio fondamentale da evidenziare, ovvero la crisi di risorse, che stanno quasi tutte nei paesi esterni e senza di essa una crisi solo finanziaria non avrebbe generato una tale ingestibilita del debito. Ritengo inoltre che il settore finanziario sia stato già un segnale che la crescita dell’economia reale con le risorse a disposizione aveva raggiunto un suo limite e si è cercato di proseguirla sulla carta con i marchingegni matematici derivati.

  • Sicuramente c’è dietro un’analisi politica che non comprendo…

    Quando ho fatto economia – e non sono passati moltissimi anni… – i titoli del Tesoro venivano considerati “sicuri”, ovvero senza rischio, cioè i migliori titoli per i risparmiatori totalmente avversi al rischio.

    Quindi esistevano le obbligazioni, per coloro con bassissima propensione al rischio, quindi le azioni per coloro che avevano più o meno propensione al rischio e che volevano “provare il brivido” delle attività speculative.

    Bene.

    Di conseguenza, salvo catastrofi belliche, crolli di regime con il relativo apparato statale, il “debito pubblico” di uno Stato sovrano, PER DEFINIZIONE, è rimborsabile. Sempre.

    Il FMI che ormai sta sorpassando sulla sinistra gran parte degli esponenti della “sinistra” internazionale, ricorda che l’insostenibilità di ALCUNI debiti pubblici è CONSEGUENZA dell’eccesso di debito estero, in gran parte PRIVATO, causato da squilibri generalmente legati al cambio: ovvero Paesi “forti”, che possono imporre “trattati internazionali” che possono cristallizzare gli asimmetrici rapporti di forza, ottengono dai Paesi deboli “garanzie sul cambio” (ovvero ingiustificate “tutele” sul rischio di investimento).

    (Infatti il FMI è nato con BW proprio per risolvere i problemi degli squilibri della bilancia dei pagamenti dei paesi che aderivano al sistema internazionale)

    Quindi come fecero notare Keynes e poi Triffin, e tanti altri dopo Bretton Woods, il dollarocentrismo avrebbe portato a gravi problemi di squilibri finanziari: squilibri che, fintanto che vennero applicate politiche keynesiane (fine anni ’70), venivano – in Occidente – attutiti (i Paesi del Terzo mondo, ovvero le colonie spesso ricche di materie prime, venivano invece massacrati).

    Quindi: se un vero socialista ha ben presente che l’insostenibilità del debito pubblico è solo una conseguenza di eccesso di debito estero di Stati con sovranità limitata e/o ceduta/persa, perché si insiste a promuovere il suo abbattimento come SOLUZIONE se, come è noto e pacifico, è solo una conseguenza? Perché si insiste su questo punto quando è poi storico frame da propaganda neoliberista?

    La globalizzazione è de facto bipartisan (con buona pace anche dei no-global), è inutile lamentarsi degli squilibri geopolitici, il dado è tratto. Non resta che sperare nel terzo segreto di Fatima.

    Non è che semplicemente non esiste più da tempo, se mai è esistita, una Sinistra democratica e impegnata alla realizzazione dell’uguaglianza sostanziale?

  • A me sembra chiaro… Il braccio di ferro tra occidente e resto del mondo è, ormai, prossimo al collasso. I muscoli sono tesi da troppo tempo e i contendenti lo sanno bene e si preparano… Chi vincerà? e chi lo può dire… Certamente non vinceranno i lavoratori, carne da macello a basso costo e di nessun valore. A meno di non sognare che da questo, ennesimo, cataclisma possa aversi un riscatto della classe lavoratrice tutta… ma ci siamo già passati e finora non è mai stato così. E se anche fosse resta da vedere se sarebbe ancora possibile un qualcosa, un dove, un come, un che da ricostruire. Sono estremamente pessimista, lo so, ma non riesco a vederla diversamente.
    ps: il liberale Locke era, ai suoi tempi. un convinto schiavista

  • Bellissima disamina , se non fosse a quel riferimento all’ISIS , che è ormai chiaro essere una organizzazione governativa americana che si diverte a fare finte decapitazioni su web per dare modo all’imperialismo di ottenere ciò che vuole.

  • non voglio mettere sempre i puntini sulle i, ma quali schiaffoni starebbe rifilando Putin?
    io non oso immaginare quale possa essere la reazione USA se un domani la Cina svendesse a quote di realizzo l’enorme quantità di titoli pubblici USA nelle sue mani.
    E starebbe esercitando solo il diritto di un qualsiasi acquirente di disporre come vuole dei propri investimenti finanziari, insomma nulla di paragonabile a una dichiarazione di guerra come le sanzioni economiche.
    Gli USA attaccherebbero militarmente la Cina, non prima di aver rinchiuso i cinesi che stanno negli USA in appositi campi di concentramento, come fecero con i giapponesi.
    Mentre Putin sta rispondendo in misura assolutamente limitata a un attacco assolutamente ingiustificato, dato che se anche stesse facendo ciò di cui lo si accusa, non avrebbe fatto all’altro di ciò che ha fatto l’Occidente in questi 30 anni di dominio unipolare.
    Insomma, strappare il Kosovo per consegnarlo a una banda di tagliagole spacciatori di droga e di organi come l’UCK, in modo da poter finanziare le operazioni coperte della CIA con i proventi della droga, va bene e invece assecondare qualche milione di novorussi che non hanno alcuna intenzione di dividere la loro terra con un’accozzaglia di nazisti che sputa sulle tombe dei loro padri e nonni, non va bene?
    Non capisco perchè in ogni discorso, sia pure per il resto apprezzabile, come quelli che solitamente ci arrivano da Giannuli, si debba sempre premettere che Putin è comunque un piantagrane avvezzo a menar le mani.
    Mi ricorda il politicamente corretto “premettendo che non sono razzista…”.

    • le solite menate: ma insomma della Crimea ce ne siamo dimenticati? Che poi nel merito Putin abbia ragione è un altro paio di maniche e sono d’accordo, ma non mi pare che ci sia andato con un mazzo di rose

  • carissimo aldo, l’ordine mondiale attuale è l’ordine di quell’1% della popolazione mondiale su cui si riversano incessantemente i soldi di tutti gli altri, e non è che arriva obama o babbo natale e ci regala un nuovo ordine mondiale, la sitazione è un pò più complessa: i danni dello stile di vita americano li abbiamo metabolizzati, ormai sono cosa nostra e gli usa non controllano più da tempo i potentati economici: non vedo come possano uscirne per mano di un presidente che non è nemmeno riuscito ad imporsi sulla riforma sanitaria. mi sembra veramente difficile che riesca ad opporsi a settori della finanza così ampi e a ottenere una ristrutturazione mondiale del debito. anzi mi risulta che simili ristrutturazioni si tendano a fare dopo conflitti su larga scala, come è vero che le guerre preparatorie si fanno prima, e che i giuliano ferrara li si sguinzagliano per ammorbidire l’opinione pubblica prima della guerra anch’essi. infatti credo che sia meglio per tutti che si abbassino i toni, dato che quando c’è una percezione diffusa che con gli accordi pacifici si ottenga di più che con una guerra, nessuno vorrà la guerra; dopo anni in cui la pace si riduce a un muro contro muro in cui cresce solo il disprezzo reciproco, la gente inizia inevitabilmente a pensare che con la guerra si ottenga qualcosa.

    • giandavide: qwuesta volta siamo abbastanza d’accordo, il fatto è che la ristrutturazione del debito finirà per imporsi come nel 1944 a Bretton woods, tutto sta a vedere se la facciamo prima o dopo unabella guerra di quelle serie

  • ilBuonSoldatoScveik

    Egregio Professore, la nota di Vincenzo Cucinotta è molto realistica ed è il segreto di Pulcinella: non c’è nemmeno lontanamente la quantità di denaro circolante nel mondo che servirebbe se dovessero essere pagati i crediti privati. Questo significa che i soldi che mettiamo sul nostro conto corrente spariscono e non ci sono più. L’Occidente si salva solo se continua a stampare moneta (QE), che non è più nemmeno carta straccia. E’ soltanto una battuta di tasti su qualche computer della FED. Le singole filiali delle banche devono fare un lavoro certosino per scoraggiare in ogni modo il ritiro di contante. In prospettiva vorrebbero proprio abolirlo il contante.
    Si può davvero ingenuamente pensare che nazioni che hanno le risorse naturali (Russia) e la capacità manifatturiera (Cina) continuino ad accettare di essere subordinate ad un sistema che si regge sui soldi del Monopoli?
    Dall’altra parte si può davvero ingenuamente pensare che l’asse Londra, Washington, Tel-Aviv, che regge l’Occidente e il suo sistema finanziario tecnicamente fallito, possa rinunciare alla sua unica arma di controllo (il dollaro come moneta di riferimento globale) per un nuovo ordine ripartito in cui la propria mancanza di risorse e di capacità manifatturiera lo porrebbe presto in una condizione di servitù rispetto agli altri?
    Non succederà, almeno fino a quando l’Occidente avrà la supremazia tecnologica militare. Anche se il problema occidentale non sono le ‘armi intelligenti’ ma i miseri fantaccini. Quelli si fa fatica a trovarli. Come si è visto nel Dombass dove le reclute coscritte ucraine, che faticavano ad individuare la posizione del grilletto sull’AK-47, scappavano invece di combattere. Fra l’altro bisogna dire che gliela stanno già facendo pagare a questi cittadini/soldati codardi, dato che la UE ha prontamente sospeso l’invio massiccio di denaro in Ucraina, che era stato approntato come presunti aiuti all’agricoltura.
    Allora si cerca di soffiare sulla propaganda: i pennacchioni come Mauro e Scalfari danno voce alla retorica massonica. Più in basso il polacchetto isterico Tusk o l’untuoso Ferrara (come non ricordare che il giovanissimo Ferrara era fra i contestatori urlanti di Valle Giulia nel ’68 quando Pasolini disprezzava quei figli della buona borghesia e parteggiava per i poliziotti figli del popolo… eh, ne capiva di cose Pasolini…). Ecco, questi ultimi fanno la propaganda per la gente dei bar, inneggiando alla rissa da avvinazzati.
    Poi, come aveva fatto Mattei con la chimera del metano della pianura padana, si prospettano nuove mitologiche fonti di approvvigionamento: lo shale gas. Ma quanto costerebbe in Europa dato che bisogna liquefarlo per trasportarlo via nave e poi rigasarlo? Inoltre nessuno ha pensato che la Russia ha ereditato dall’Unione Sovietica la più potente flotta di sottomarini del mondo? Con i sommergibili nucleari di classe Oscar e Typhoon quante navi commerciali potrebbero attraversare l’Atlantico? Saremmo di nuovo alle incursioni del Lupi Grigi con gli U-boot?
    Va bene. Tutto questo non prospetta una soluzione… ma se il problema è il panico. Ed effettivamente quello è un grande aspetto del problema d’insieme. Allora bisogna fare come quando un ragazzino viziato ha un attacco di panico… si cerca di rassicurarlo prima che atti inconsulti producano il peggio.

  • La Crimea è terra russa, nel momento in cui si disgrega l’URSS non cè alcun fondamento giuridico che consenta all’Ucraina di tenersi la Crimea che fu inclusa nell’Ucraina solo per volere di due presidenti sovietici ucraini, Kruscev e Breznev.
    Se non vale più la Costituzione Sovietica, non vale più neanche l’appartenenza della Crimea all’Ucraina.
    E il diritto russo sulla Crimea ha ragioni storiche, l’indipendenza del Kossovo no, perchè il Kossovo è terra di valenza storica per la Serbia.
    Eppure nessuno ha difeso il diritto all’integrità teritoriale della Serbia.
    E’ sempre la stessa storia, gli USA sono sempre le solite lingue biforcute che firmavano i trattati con la Nazione Indiana per poi stracciarli il giorno dopo.
    Per loro il diritto vale solo finchè gli fa comodo.
    E se così è allora vale anche per la Russia che per me potrebbe prendersi anche Kiev, ne avrebbe tutto il diritto, visto che la storia russa nasce con la Rus’ di Kiev…

    • le solite menate: e infatti io dico che la Crimea è giustamente rivendicata dalla Russia, l’ho detto e lo ripeto. Ma il metodo (è di questo che stiamo discutendo, vero?) mi pare che sia stato piuttosto “energico” se vogliamo dire cosi. E magari anche un tantinello avventuroso. Insomma non venite a dirmi che Putin non regoli le cose a schiaffoni perchè evidentemente non è vero. Va bene che si possa simpatizzare per una parte ma almeno l’evidenza dei fatti ripettiamola.

  • ………………..
    TRANQUILLI…TRANQUILLI… (E facciamolo ‘sto salto qualitativo dal ‘battibecco’ all’analisi…)
    ……….
    E’ solo una crisetta di CRESCITA/ASSESTAMENTO…nel quadro della ‘Globalizzazione’…
    …sono ‘lottuzze’ civili fraticide ispirate dai FANATICI dell’una e dell’altra parte…
    (Voglio dire: la conflittualita’ e’ perenne nelle aree di confine etnico o religioso…ogni tanto questa conflittualita’ si ‘accende’ un po’ di piu’ e…fraternamente si sparano. E’ la guerra.
    Poi arrivano i ‘Grandi’, SI METTONO D’ACCORDO, e fanno tacere le armi. E’ la ‘guerra’ finisce e la ‘normale conflittualita’ di zona di confine con mescolanza etnica o religiosa, riprende come d’uso. E questo sara’… “finche’ il sole risplendera’ sulle sciagure umane”).
    ……………
    La soluzione del problema della pace nel Mondo europeo NON e’ difficile, anzi e’ certa perche’ qui il mondo e’andato avanti come coscienza civile.
    ……………..
    Le crisi cui accenna Aldo Giannulli, sono solo una questione di ‘equilibri geopolitici’ mondiali da (ri)bilanciare.
    …………
    Se qualcuno ha voglia di leggere, attraverso una ‘lettera ipotetica’ a Putin, cerchero’ di fare il punto cosi’ com’io lo vedo..
    (Cambiando un poco le parole, questa ‘lettera ipotetica’ andrebbe bene anche per Obama.
    Per l’Eu e’ piu’ difficile trovare un nome – in Ue siamo infatti ‘sparsi’ ancora come entita’ politica ‘una’ – ma un ‘angelo’ al femminile ED IL SUO GRANDE PAESE, credo potrebbe aiutare molto a formare una triade per frenare i FANATIsmi in campo :
    Putin dunque, Obama, ed ‘un’altra’ persona. Tre in campo basterebbero; gli altri potrebbero SI essere li’, ma come vociante ‘ripieno’ assentente).
    ……………..
    Non arrivero’ a proposte concrete di soluzione (troppo complesso il problema) ma…se aveste voglia e pazienza e interesse, a conoscere il problema ‘crisi’, provate a leggere e… NON avrete piu’ paura (della guerra in Ucraina almeno).
    ————
    ————-
    Caro Putin,
    (e cara ‘Ue’ – leggimi e pensa ti prego. E anche tu, ‘USA’, medita).
    ………….
    Ti sei trovato in
    questo guazzabuglio/rompicapo’ “Ucraina”.
    ………………
    Tu sei il ‘Capo’ della Russia Putin!
    (Quella Russia che va dall’Atlantico – San Pietroburgo/Baltico – al Pacifico
    – Vladivostok/Mar del Giappone -. Lo Stato piu’ grande della terra!).
    ……………
    Tu Putin certamente vedi la realtà politico/economico/militare delle cose. Sei sempre stato un uomo di poche chiacchiere e statista di decisione!!! Ed hai lunga esperienza politica in chiave ‘equilibri geopolitici nella globalizzazione’.
    ………….
    Una volta si diceva che l’Europa (geografica) andava “dall’Atlantico agli
    Urali”…
    Col processo avanzato di globalizzazione, possiamo dire oggi che l’Europa
    (culturale) va “dall’Atlantico al Pacifico” ‘attraverso’ la parte‘orientale’
    (asiatica) che fa da…’cuscinetto di collegamento’!
    Ai confini ‘del Sud’ infatti, con Pietro il Grande – più di tre secoli ormai passati – la Russia ‘chiuse’ con ‘i Turchi’ e la loro Sublime Porta (Governo islamico).
    Con la sua San Pietroburgo, sul Baltico, a Ovest, Pietro il Grande volle ‘guardare all’Europa’ e volle deliberatamente allontanarsi dalla islamica
    Costantinopoli/Istanbul e dalla sua cultura ‘levantina’.
    (E la ‘Santa Russia’ non ha mai avuto ripensamenti su questo).
    …………
    I confini ‘Nord’ della tua Russia, ‘nostra’ Europa Putin, sono le fredde terre affacciate sul Mar Glaciale Artico. (‘non navigabile’ a nessuna flotta per gran parte dell’anno).
    ……………..
    Sei lo Stato più grande della terra o Russia di Putin!
    Ricco come pochi Stati e di risorse e di permeata europea antica cultura.
    …………………..

    Vale la pena uccidersi in Ucraina tra europei ‘focosi’, spinti avanti dalle
    rivendicazioni nate solo da oscuri maneggi di mestieranti politico/militari e
    da diatribe economiche e di potere di non facile identificazione per la gente
    comune?
    Vale la pena alludere
    all’atomica tra fratelli europei (fratelli di cultura, di religione, di filosofia, di un po’ alfabetica greco/latina/cirillica scrittura, di ‘costumi’ in genere, etc.) o anche solo accennare alla possibile eventualità di ‘lasciare senza gas’ (per energia e riscaldamento) il prossimo inverno i ‘fratelli europei Ue’, o accennare alla rincorsa agli armamenti atomici per fronteggiare altri ‘fratelli – europei di cultura – d’oltremare’ (le ex colonie EUROPEE inglesi o spagnole, oggi USA, accumunate a noi da lingue e religioni ‘europee’?
    ………….
    Andiamo Putin…Non ci crede nessuno a questa guerra…
    (Se non fosse per il rispetto degli ormai morti, potremmo incontrarci con vodka e musica, e balletti di Igor Aleksandrovic Moiseev, in qualche tua taberna costassu’, da te. – Si autoinviterebbe pure Cacciari, ridente una volta tanto. Ed il “B” & C. sarebbe gia’ li’ di sicuro con le sua amicizie allietanti a far parte della compagnia).
    ………
    .
    Sei chiamato ad arbitro nel Mondo Putin!
    Sei troppo Grande!
    Tu non farai MAI l’errore della guerra se non nelle di parole di qualche
    prezzolato giornalista tuo o ‘nostrano’…
    …E sarai sempre
    ricordato dalla Storia come ‘un Grande’ Putin.
    Nel bene o nel male sarai ‘un Grande’ NELLA STORIA DELL’EUROPA! (Come lo e’ ‘quell’altra’ persona dell’Ue o l’Obama degli USA).
    ………..
    Putin…hai occhieggiato ‘SI’ a Oriente (Cina/Pacifico), ma nel quadro della
    convenienza di Stato (politica ‘spicciola! non STORIA!) nella ‘fenomenologia del presente’ politico caratterizzato dal difficile/complesso/troppo rapido processo di
    Globalizzazione con la sua necessita’ di ricerca di nuovi equilibri mondiali!
    ……
    Certamente tu Putin, NON vuoi LA GUERRA nella TUA/NOSTRA Europa. (La guerra/’guerriglia’ è una cosa rimasta ‘evoluzionalmente’ solo nei cervellini degli… ’sciocchi mentalmente e culturalmente arretrati’ CHE ANCORA CIRCOLANO numerosi purtroppo in talune lande della terra, ma non in Europa – se non di importazione.
    ………….
    L’Ucraina – ci dicono qui in Europa Ue – ha voglia d’Europa.
    Ma l’Ucraina ‘è gia’ Europa. (Come lo e’ la Russia TUTTA dall’Atlantico al Pacifico…E tu Putin lo sai).
    L’Ucraina è ‘inzuppata’ in Europa e nell’Ocidente come un biscotto nella tazza di latte di un bambino.
    L’Ucraina confina a Nord con la Bielorussia, a Nord/Est con la TUA Russia, a Ovest con la Romania/Moldavia, l’Ungheria, la Slovacchia, la Polonia, a Sud col Mar Nero.
    Parla e scrive e capisce, in gran parte, la tua lingua russa Putin…e vuole aprirsi ancora ad altre lingue europee…
    ………..
    L’Ucraina è dunque ‘dentro’ l’Europa; l’Ucraina “è’” geograficamente e
    culturalmente Europa. Pregano o bestemmiano perfino lo stesso Dio!
    Le questioncelle di assestameno politico ‘del momento’, sono un fatto da
    relegare nella sfera delle diplomazie…Ordina Putin ! (e pure gli altri due ordinino) e sentirai i tuoi diplomatici come ti ‘batteranno i tacchi’ senza discutere!
    “Jawohl ! Heil Europa!” assentirebbe la Signora… “Dalla Grande Germania alla Grande Europa? Jawohl ! Bene per noi essere di nuovo geograficamente ‘core’ dell’Europa dopo 70 anni di…semplici esagerazioni esagerazioni o… infamanti calunnie?”
    “Yes yes”…sorriderebbe’ a 32 denti slim Barack lo smilzo (‘siccu siccu si fici’), felice di poter portare finalmente a casa un successo ‘a effetto’ in politica estera.
    (Gli altri…, ‘lo scooterista’…, ‘l’accoppiata ‘bottoncino/Mogherini’ – tanto giovani alle apparizioni nello scenario mondiale di ‘color che contano’, che con gli occhi ‘si dan di gomito’…, ‘fumo di Londra sorridente sempre pacioso…’, e la marea dei presenti, o non, che assentirebbero compiaciuti, paghi al pensiero di presentarsi poi ‘ai loro’, nei rispettivi Paesi, come artefici della partita di pace portata a compimento).
    …………..
    Putin, le conflittualita’/scontri in Ucraina, purtroppo ora sanguinosi, sono frutto piu’ di allarmismi giornalistici prezzolati – per far piacere a qualcuno (?!?) o per aumentare i prezzi di qualcosa ai ‘soliti poveri cristi’ il prossimo inverno – che realta’ oggettive di necessario conflitto/guerra di riequilibrio.
    I guai GROSSI del Mondo bisognosi di ricerca di un nuovo equilibrio, sono altrove Putin…e tu lo sai…ed urgono e ‘spingono’ forte te Russia e noi Ue. (Si vuole un ritorno al Medioevo Putin! E piu’ indietro forse…).
    Tu lo sa Putin…Hai piu’ di semplici nozioni toriche nella tua formae mentis di statista. (E anche tanta altra ‘gente comune’ che non capisce, che non sa con esattezza, ma che ‘sente’…che…intuisce’… – perche’ la Scuola e la TV ed Internet hanno aperto gli occhi/allargato la mente nell’Occidene degli ultimi settant’anni… – ha sentore di cosa accade dentro ed intorno l’Occidente).
    ………………..
    …………
    Resta il problema contingente della tua flotta nel Mar Nero Putin.
    L’Ucraina ti da’, Putin, i porti della Crimea e nell’Azov per la tua Flotta. Tu dai a noi Ue, gas ed energia. Dai anche qualcosa (a chi? Quanto?) agli ucraini. Ne hanno bisogno. (Da questo bisogno e’ nata la conflittualita’ attuale). Anche Ue e USA daranno una mano nel largo giro degli ‘scambi internazionale.
    In ‘soldoni, un accordo ci costa meno – a noi Occidente – di una una guerra, sia pur localizzata.
    Altri vantaggiosi scambi commerciali gia’ sono in atto tra noi Ue/Russia ed altri ne verranno all’interno della NOSTRA unica Europa.
    (Siamo ‘legarti’ in un libero scambio ‘di sostanza’… e tu e noi Ue, lo sappiamo)! Pur nella conflittualita’ del passato e nella nervosita’ del presente, siamo appiccicati insieme nei destini prossimi, come camicia e sedere.
    ………
    Siamo tutti Europa ed ccidente Putin!
    Tu come noi Ue! La Russia come l’Ucraina! (E gli USA).
    E inutile ‘farci reciprocamente male/danno’ (guerra o guerriglia che sia,
    invece di ‘assisterci’). Oltretutto sta arrivando il freddo ed e’ meglio stare in casa al caldo ,che ‘di guardia’, o ‘di vedetta’, fuori.
    ……..
    Vogliamo ucciderci per delle quisquilie? Per articoli giornalistici? Per
    l’egoismo/vanita’ di qualcuno?
    Diamoci una mano per aiutarci, invece!

    Tolti i ‘quattrinai’ in genere, che NON vogliono ‘la fratellanza europea della gente comune’, abbiamo sia noi gente dell’Ue che tu Putin/Russia, formazione in fondo all’anima di ‘amore cristiano assorbito sin dal latte materno.
    Nel concreto immediato, Tu Putin freni/bacchetti i tuoi fanatici (e maneggioni politici) e noi freniamo/bacchettiamo i nostri!
    ………
    E mentre cerchiamo la ‘fratellanza europea’ dall’Atlantico al Pacifico, non
    dimentichiamo altre fratellanze umane che – in epoca di Mondo ‘UNO’ – ci
    orbitano intorno (Islam moderato, Cina, India, Africa, etc.).
    Dovremmo allargare dalla fratellanza europea, alla fratellanza dell’Occidente, con sguardo alla altre entita’. Ma per una cinquantina d’anni potremmo anche trovare un quieto/semplice ‘stand bay’nell’Occidente, lasciando che “l’andare naturale del Mondo”, lavori anche lui all’equilibrio di dimensioni universali del quale il Globo avrebbe bisogno. (I pocessi richiedono pero’ i loro tempi storici di maturazione, e non si puo’ chiedere SUBITO un frutto fuori stagione).
    …..
    Il Mondo Putin, e’ pieno di ‘uomini di buona volonta”. Li trovi negli ultimi tempi persino
    in…Internet, seppure un po’ confusi dalla complessita’ del tutto. Li’, in Internet, si stanno incontrandosi come mai prima.
    “””Siamo entrati nella Storia anche noi, con i panni le scarpe che avevamo.”””
    …….
    ……….
    Ci hai tutti ‘sul groppone’in questo momento, Putin! Sei stato chiamato a
    decidere dalla Storia, non dalla politicuzza!
    Sei ‘un Grande’ tra i grandi, Putin, tu lo voglia o no.
    …………
    Mostrati Grande come sei e ‘butta a mare’ i fanatici/maneggioni e i loro fanatismi
    ed intrallazzi.
    Di uomini (e donne)‘di buona volontà il Mondo è pieno come ho detto ed allarga lesue ottiche! Hanno gia’ chiesto ‘persino’ l’ONU (una multinazionale spirituale?) delle Religioni! (Fantastica l’evoluzione delle cose, la capacita’ di adattarsi ‘ai nuovi corsi’ da parte dell’uomo! Ci lavorano dalla prima marcia della pace di Assisi di 50 ani fa’.).
    Dagli potere ‘agli uomini di buona volonta’ Putin! Ascoltali! Noi cercheremo di fare lo stesso in Ue ed in USA (in fondo basta frenare le PERSONE egoiste, affamate solo di ‘silente protagonismo e di denaro e di potere’).
    Non farti rifilare la distinzione Europa Geografica/Europa politica. Sono sfumature NELL’Occidente e nel Mondo globalizzato!
    Vola alto Putin! e tu, che gia’ fosti pilota (d’aereo), non vedrai piu’ confini politici sotto di te, in “””questa aiuola che ci fa tanto feroci””” (la Terra).
    SIAMO Europa Putin! Siamo Occidente! E la Russia e la Ue. Ed anche l’Ucraina con il suo popolo apparentemente ‘mezzo di qua’ e mezzo di la, e’ Europa’.
    E NON dimenticare MAI Putin che : SEI un PROTAGONISTA!
    Non barattare la
    primogenitura (che la Storia ti ha conferito per le tue capacita’ nelle scelte
    responsabili politiche) per un piatto di lenticchie!
    Resta ‘un Grande’ PUTIN ! Il Mondo ti guarda.
    Vola alto… pilota!
    …………..
    PS: per i partecipanti.
    E se cominciassimo a sottolineare di piu’ – senza eccessiva rabbia in corpo’ – che in questo mondo cosi’ “malo” c’e’ qualcuno che ci campa piu’ che da papa, da padreterno – come si sente da luuunga pezza – e che dunque non vuole cambiarlo e ‘rema contro’?

    • Bellubellu: io pubblico tutto come al solito, ma Lei crede che qualcuno legga una lenzuolata del genere, più lunga dell’articolo che commenta? Credo che se fosse un po più contenuto avrebbe anche più lettori: lo dico per Lei

  • […] http://aldogiannuli.it/nuovotest/2014/09/crisi-di-panico-occidente/ Condividi:TwitterFacebookGoogleMi piace:Mi piace Caricamento… Questo articolo è stato inserito il venerdì, 12 settembre 2014 alle 17:37 ed etichettato con media, medio oriente, ucraina e pubblicato in medio oriente, ucraina. Puoi seguire tutte le risposte a questa voce con il feed RSS 2.0. « Obama: altri 500 soldati in Iraq e bombardamenti anche in Siria […]

  • A occhio e croce parrebbe che chi manovra l’ordine mondiale, dall’abbandono di Bretton Woods, agli euromissili, al WTO, alla destrutturazione degli “stati canaglia” agisca in maniera codificata (liberismo), coerente, e pianificata. L’Ucraina, per esempio, era già acquisita dall’OccidenteAnglossassoni. Oggi, sfacciatamente (altro che panico), la si usa per mettere sotto pressione e eliminare (possibilmente dall’interno) l’unico vero e proprio osso duro presente nel percorso. Se ci si riesce, poi accordarsi con la Cina non sarà così difficile. Il panico quindi non riguarda certo i manovratori, e neanche (per ora) i cittadini normali. Probabilmente comincia a riguardare (vedasi il linguaggio del corpo di Hollande) i maggiordomi dei manovratori: se il Progetto non andrà a buon fine perderanno il loro privilegio di servitori. Nel teatro mainstream appaiono come decisori di qualcosa ma la realtà è diversa. Identificare l’Occidente (2000 e passa anni di storia) con personaggi così modesti forse è un pò irriguardoso.

  • Buonasera prof. Giannuli,

    il conflitto in Ucraina non è una guerra locale qualsiasi come quella di Bosnia. Temo che possa degenerare in un conflitto atomico. Nell’augurio di sbagliarmi e di fare la figura dello scemo.
    Saluti,
    Marco

  • Ho apprezzato molto l’approccio dell’intervento e lo condivido.

    Per abitudine evito di chiudere la “forbice’ ed arrivare a conclusioni piu’ o meno catastrofiche. Nello specifico spero che la presenza di ordigni nucleari faccia da calmiere delle menti calde (ma Putin ha ricordato l’arsenale russo, pochi giorni fa).

    Molto utile il richiamo (in uno degli interventi) alle risorse minerarie in mano ai Russi ed alla capacita’ manifatturiera cinese per spiegare i rapporti di forza che si prospettano.

    Ragionando sui tempi lunghi delle scienze sociali (diciamo qualche decennio) ed escludendo una guerra totale (tocchiamo molto ferro) si potrebbe ipotizzare, con un ragionamento di carattere idraulico, uno spostamento delle risorse all’interno dei sistemi, regolato dai rapporti di forza in atto. Per essere piu’ chiari ed in parte ripetendo quello che ho gia’ detto in un precedente intervento: la supremazia statunitense sull’Europa con un travaso di risorse oltreoceano, secondo uno schema politico-economico di quello che fu la vittoria militare della II guerra mondiale.

    Una sorta di riequilibrio interno secondo aree di influenza.

    Rimane un piccolo problema, che rischia di azzerare tutto: poche ore fa un altro avvertimento circa i rischi del riscaldamento mondiale e l’avvicinarsi del punto di non ritorno che innescherebbe una crisi del clima con effetti catastrofici ed imprevedibili, soprattutto inarrestabili. In questo momento stanno molto contribuendo alla CO2 la Cina (per l’uso del carbone) e gli Stati Uniti, mentre pare che l’Europa si stia comportando bene.

    Cosi’: o tutte le analisi catastrofiche sul clima sono inventate o tra qualche anno ci ritroveremo a parlare di altro rispetto alle raffinate analisi sul debito pubblico.

    Oppure, alle ragioni della crisi internazionale qui ricordate si aggiungeranno le catastrofi ambientali, con un effetto cumulativo che e’ intituitivo capire.

    Sembra incredibile, ma l’unico ragionamento che bisognerebbe fare e che potrebbe costituire un terreno di intesa tra le classi dirigenti del pianeta sarebbe il cambiamento del modello economico fondato sullo sfruttamento massiccio delle ricorse della terra.

    Facile, no?

  • Articolo davvero interessante, quasi quanto l’intelligente approfondimento di Cucinotta. Mi sembra che Giannulli tenda a impostazioni tanto radicali quanto condivisibili, che si annacquano appena ci si avvicina al ‘che fare?’ onde mantenersi nel cerchio della political correctness umanista e demoplutocratica imperante. Alla fine per lui è sempre in torto chi non punta a ad ampi consensi, vasti compromessi e soluzioni irenistiche, come se la storia non fosse dominata dalla violenza e dalla sopraffazione, un popolo oppresso non fosse semplicemente un popolo più debole del suo oppressore, e l’opinione pubblica non fosse una variabile del controllo dei mezzi di disinformazione di massa.

    Suggerisco due precisazioni all’intervento di Giannulli e una a quello di Cucinotta. A Giannulli: gli alti lai dei pennivendoli di regime esprimono il loro sconcerto per le falle che continuano ad aprirsi nell’armatura del sistema che li foraggia, ma in una prospettiva più vasta sono propedeutici ai venti di guerra che cominciano a soffiare sempre più forte man mano che l’impero USA perdendo colpi sul piano economico preme il pedale della sua egemonia militare. Non è tutta psicologia quel che riluce o quantomeno è una psicologia molto organica (gramscianamente parlando) alo spirito dei tempi. Per fare le guerre bisogna prima fanatizzare il gregge.

    Secondariamente, non vedo in che altro modo Putin avrebbe potuto procedere in Crimea. Forse Lei pensa che avrebbe dovuto organizzare un bel tavolo di riconciliazione nazionale come quello messo in piedi dal deposto presidente ucraino, che non appena ha dato seguito all’accordo firmato coll’opposizione allontanando la polizia dalla capitale si è ritrovato gli edifici pubblici occupati mitra in pugno dalla manovalanza della NATO?

    A Cucinotta: l’avvicinarsi di una terza guerra mondiale (che probabilmente avrà un inizio progressivo, come intervento regionale destinato a durare e ad espandersi in un conflitto via via più vasto) non è legato alla dittatura dell’alta finanza, ma al declino dell’impero in quanto tale. Questa dittatura lo affretta in quanto rende più erratica e meno preveggente la politica imperiale, ma è impensabile che l’afflosciarsi della pax americana non apra conflitti d’immensa portata. D’altro canto non si vede come gli USA, con il debito che hanno, potrebbero accettare di ridimensionare il proprio ruolo e spogliare il dollaro del suo ruolo di riserva mondiale senza entrare immediatamente in una serie di bancarotte a catena.

  • Professore, ma lei cosa pensa di questo famigerato Ttip, trattato di libero scambio radicale Usa-UE condotto in gran segreto da governi e lobbisti, con l’obiettivo, si dice, di deregolamentare tutto e ridurre all’impotenza gli stati? All’estero se ne parla molto, in italia qualche sparuto articolo e due brevi dibattiti su Radio24 con ospiti professori e giornalisti, mai politici. Pensa di scriverci qualcosa?

  • La ringrazio professore per la sua nota per me.
    Anch’io la penso come Lei, ma si scrive anche per noi stessi.
    “Ci piace ascoltarci” direbbe Shakespeare.
    Gradisca i miei saluti. Sinceramente.

  • @Lorenzo
    La ringrazio del suo intervento che mi permette di meglio chiarire il mio punto di vista.
    Ciò che penso coincide con l’espressione che Aldo ha scelto per l’articolo, “crisi di panico dell’occidente”, ma in effetti la crisi di panico riguarda specificamente la classe dominante delle grandi finanze.

    Ora, tra l’essere in panico e fare scelta razionali mi pare ci stia una profonda contraddizione.
    Razionale nella situazione data, sarebbe procedere alla bancarotta globale. Se si conviene, come mi pare tra noi conveniamo, che la bancarotta è inevitabile, meglio che avvenga al più presto ed in maniera controllata.
    Giustamente, lei ricorda che c’è sempre l’alternativa della guerra, ma ciò su cui dissento è considerarla una scelta razionale. Sarò ingenuo, ma per me la guerra, una guerra totale con i mezzi tecnologici oggi disponibili, con l’opzione dell’uso degli armamenti nucleari, non può in nessun caso essere considerata un’alternativa razionale.

    Se davvero pensiamo che la grande finanza ha già scelto questa opzione, allora ogni movimento di opposizione dovrebbe partire da qua, da un’opposizione per niente pacifica, sia chiaro, anzi portata con tutti i mezzi possibili a questi governi esecutori di una tale criminale e catastrofica scelta.

  • @Caruto
    Grazie per avere richiamato i problemi ambientali.
    Il punto è che bisogna procedere a scelte drastiche: o si sta nell’economia di mercato o si va a un modello pianificato. Da questa alternativa non si esce.
    Ora, l’economia di mercato non può fare a meno di un’inarrestabile crescita, è una questione che a livello teorico è stata ampiamente esplorata e verificata.
    Ci sono economisti che dicono che sì, bisogna in effetti crescere, ma dobbiamo crescere nel settore terziario, quello dei servizi, così evitiamo di sprecare le preziose e limitate risorse naturali. Si tratta di una ipotesi del tutto inconsistente, i bisogni fondamentali degli uomini sempre quelli sono e nessuno vorrà essere più ricco ma nello stesso tempo condurre una vita sempre più frugale.
    Non rimane che scegliere per la pianificazione economica, cioè la sistematica ottimizzazione nello sfruttamento delle risorse naturali. Aggiungo che la proprietà privata dei mezzi di produzione è del tutto compatibile con un’economia pianificata, purchè anche l’impresa privata stia dentro il piano economico, una sorta di capitalismo senza la dittatura del mercato che comunque rimarrebbe a livello locale.
    In realtà, non occorrerebbe attendere questo accordo internazionale a cui lei accenna, la sovranità nazionale consente anche ad una singola nazione di procedere alla pianificazione dlela propria economia, controllando ovviamente il flusso di capitali e merci ai propri confini.

  • Dal 2001 anglossassoni e israeliani portano avanti qualcosa che non è cambiato di una virgola nonostante due presidenti usa teoricamente opposti. La moneta mondiale che consentisse di ristrutturare ordinatamente (Medvedev a Pratica di Mare) è stata brutalmente archiviata (Strauss Kahn fatto fuori poco dopo). L’Onu non esiste (più) quando il copione pare preveda, in una situazione di crisi economica molto simile (e in parte voluta) a quella pre WWII, l’invasione o comunque l’asservimento della Russia. Oggi come allora, nazisti compresi (dato che Hitler fu finanziato per invadere l’URSS). In un mondo molto pìù interconnesso e veloce le soluzioni ai problemi di clima e risorse sono ovviamente visti in termini di demografia (c’è troppa gente) e di massiccia automazione industriale (i robot non scendono in piazza). L’Europa non esiste ed è dunque una grande truffa durata sessant’anni (a cui in tanti hanno creduto). Gli appelli bellicosi, o para-identitari, dei maggiordomi semplicemente urlano e scampanellano che la ricreazione è finita. Ma si è arrivati a fari spenti a questo punto grazie proprio al loro servilismo. Seguo le Sue analisi, professore, e sono sempre interessanti. Le campanelle mi pare però dicano che ormai siamo oltre.
    Sperando di sbagliare di grosso La saluto cordialmente

  • Complimenti a Lorenzo… però…

    Se gli USA avessero compiuto quel processo di democratizzazione sostanziale, costituzionalizzando il socialismo come nell’Europa post-nazifascista, avrebbe ancora senso parlare di “declini di imperi” e bellicismo necessitato per cui si debba ricristallizzare un nuovo ordine internazionale secondo le leggi di Sparta?

    Ha senso usare queste proposizioni così fataliste, come fossero immanenti nella Storia, nel momento in cui sono state fatte precise scelte, a monte, nel dopoguerra? Semi che han germogliato non dopo la “pax-americana” che, diciamocelo, non è mai esistita ma, bensì, dopo la “pax-nucleare”, quello “stallo” di natura tecnica che aveva consentito quel virtuoso processo – come argomentò brillantemente Myrdal – di causazione circolare e cumulativa che portò a quei progessi di “distensione” a livello internazionale e di progressiva socialistizzazione e democratizzazione delle comunità nazionali?

    È possibile ancora fare una Scelta, hic et nunc, per cui ciò che non si sarebbe mai più dovuto ripetere, non si ripeta veramente mai più?

  • ilBuonSoldatoScveik

    Una domanda per il Professore e Vincenzo Cucinotta, di cui apprezzo sempre le analisi, ma le cui conclusioni qualche volta mi stupiscono. Se si evocano ‘scenari da brivido’ o, più ancora, si prospetta come soluzione l’autarchia mussoliniana o i piani quinquennali sovietici, non vi pare che si offra aiuto alla propaganda massonica?
    Sì, perchè, se si prospettano queste soluzioni, sorge immediata la voglia di imbracciare il fucile ed andare a difendere la democrazia occidentale e il suo liberismo, seppure selvaggio, contro i fondamentalisti.
    No, io credo che sia la trappola del fervore ideologico in cui i bilderbrghiani vogliono far cadere i normali cittadini che dovranno indossare una divisa (una o l’altra non importa) e divenire gioiosamente carne da macello.
    Quelli che ci hanno difeso, tutti quanti, sono stati fino ad adesso solo gli ucraini codardi che sono fuggiti invece di combattere.
    E dire che il detto di grande saggezza popolare è stato coniato qui da noi qualche secolo fa: ‘Con Franza o Spagna purchè se magna’. Speriamo di sapercelo tenere bene a mente!

  • Caro Cucinotta,

    non crede che favellando di una bancarotta globale gestita consensualmente dall’universo mondo, Lei ripete (elevato a potenza) il sogno di Giannulli sulla creazione concordata di un nuovo ordine mondiale policentrico? L’ha scritto Lei stesso: “in cosa questo consesso sarebbe differente dall’ONU?” E se l’ONU è ridotto a un colorato ferrovecchio vuole che si riesca a concertare per via pacifica e pattizia una rivoluzione integrale dei rapporti economici e geopolitici globali, in cui

    1) gli attuali detentori del potere, i grandi pescecani capitalisti, si autoespropriano del loro potere
    2) gli Stati Uniti depongono il loro impero
    3) gli altri potentati mondiali, dai pesci grossi a quelli piccoli, si accordano per una spartizione delle sfere di influenza economica e politica entro un quadro completamente rinnovato.

    Le sembra un prospetto realistico? Che succede quando la Russia chiede la finlandizzazione della Polonia e la Polonia rifiuta di farsi finlandizzare? Chi si spartisce il libro paga delle élites arabe occidentalizzate?

    La guerra non è una scelta, razionale o irrazionale: è lo sbocco inevitabile dello stato di caos generato dallo sgretolarsi dell’Impero.

  • @ilBuonSoldatoScveik
    L’analisi storica deve sicuramente costituire uno dei fari di riferimento nell’azione politica, ma la storia può anche costituire una trappola che ci paralizza.
    Mi pare che la sua visione delle esperienze di economia pianificata finisca appunto in queste secche perchè, ignorando il differente contesto storico e non analizzando i fattori di fallimento di quelle esperienze, finisce con l’attribuire tutto alla scelta di pianificazione e non alle modalità con cui è stata attuata.
    E’ lo stesso che rifiutare il capitalismo in base ai suoi fallimenti.
    Io rifiuto l’economia di mercato non fermandomi ai suoi evidenti fallimenti, ma anche su una base teorica, cioè attraverso la constatazione che nelle condizioni date non è logicamente possibile che tale modello economico possa anche soltanto fare sopravvivere l’umanità. Ciò non potrei dire dell’economia pianificata che, pur potendo essere attuata in maniera terrificante, è teoricamente adeguata al compito che abbiamo di fronte.
    La inviterei a riflettere sui secoli ormai di dibattito, di esperimenti, di variazioni che hanno attraversato la storia del capitalismo e la frettolosa bocciatura che lei fa della pianificazione presa come un blocco monolitico, senza sentire il bisogno di entrare nel merito, di distinguere, di suggerire modalità che evitino gli errori del passato.
    Senza volere (e potere) anticipare qua tale processo di maggiore specificazione, dirò soltanto che la pianificazione deve essere sottratta alle chiuse stanze della burocrazia e diventare oggetto di dibattito pubblico, naturalmente supportata da dati e modelli scientifici all’altezza del compito. E’ chiaro, non sto parlando di cose facili da gestire, ma la ritengo l’unica speranza che abbiamo.
    Le obiezioni che mi aspetterei al mio punto di vista sarebbe soltanto il prospettare uno scenario che non sia catastrofico come quello che i potenti ci prospettano oggi, alternativo a quello che io propongo.
    Se lei ha presente una terza via, sarei lieto se lei ne anticipasse qualche elemento di fondo. Grazie dell’attenzione.

  • @Lorenzo
    Si può fare analisi politica fine a sè stessa, come una professione come molte altre, e ciò ci aspettiamo appunto da un accademico.
    Molti di noi (non saprei lei), che sono invece dilettanti (di diletto in verità ce n’è ben poco), concepiscono l’analisi come propedeutica all’azione, alla proposta politica.
    Lei quindi non dovrebbe scandalizzarsi se esco dall’ambito teorico ed entro nell’agone politico, si potrebbe dire che ci sono sempre stato anche quando analizzo (fare politica con altri mezzi).
    L’analisi mi permette di evidenziare l’impasse in cui il potere oggi si trova per propria colpa. Ne deduco quindi lo stato di confusione e di disperazione di costoro, che in ultima istanza comporta una loro enorme pericolosità, potere e panico costituiscono un mix micidiale.
    Sottolineo poi, come del resto confermato dai recenti eventi bellici in corso, che un probabile tragico sbocco possa essere la terza guerra mondiale, che rischia di essere combattuta anche usando ordigni nucleari.
    Detto ciò, non mi aspetto certo che questi potenti mi diano ragione e umilmente dismettano i loro tesori.
    Il mio messaggio è evidentemente rivolto a tutti gli altri, cioè alla grande maggioranza delle persone, l’analisi vuole essere uno strumento di lotta politica. Ciò che sostengo è che non dobbiamo avere paura di combattere anche a rischio della nostra vita questo blocco di potere che c’ha portato a questo e che dimostra senza possibilità di dubbi, di essere incapace di trovare una via d’uscita che non sia una nuova guerra globale. Per questo, devo ribadire che la guerra non è una scelta razionale.
    Lei dice che la guerra è inevitabile, ma sta invece alla politica evitarla, questo è appunto lo spazio proprio della politica. Probabilmente, lei è giovane, mi sembra di vederlo proprio da questa sorta di disincanto che ostenta, le cose vanno come devono, sembra dire, e solo un ingenuo come Cucinotta può credere di potere incidere.
    Eppure, anche questo disincanto, questa mancanza di speranza, è parte dell’ideologia dominante, perchè in realtà nella storia le scelte politiche sono state fatte ed hanno fattivamente contribuito a cambiare il mondo, dobbiamo avere più fiducia nelle nostre possibilità, e tale fiducia funzionerebbe da moltiplicatore di tali possibilità.

    Infine, mi permetta di tornare sulla questione delle colpe della situazione attuale, che avevo colpevolmente trascurato nella mia precedente risposta.
    Lei sostiene che è il declino dell’impero in sè che alimenta le probabilità di guerra, non la dittatura della finanza.
    Io ribadisco il mio punto di vista. Detto in parole povere, se domani il sistema bancario globale fosse fatto fallire, per la stragrande parte dei cittadini USA non cambierebbe quasi nulla, soprattutto se si predisponesse un piano di salvaguardia dei piccoli depositi. Questo atto sarebbe la soluzione del problema, l’economia potrebbe ripartire tumultuosamente, magari spostando il piano dei problemi sull’aspetto ambientale. Non lo si fa perchè non è nè il parlamento nè il presidente che comanda, essi sono fantocci nelle mani dei veri potenti, tali in base ai capitali che hanno accumulato. Ribadisco, l’unico modo per evitare la guerra è togliere con tutti i mezzi possibili il potere a costoro ed ai loro servi insediati nei governi di tutto il mondo.
    Potrei concludere che l’unica guerra degna di essere combattuta è una guerra civile, cioè il contrasto in base ai propri convincimenti: se guerra si deve combattere sia quella necessaria a togliere il potere a chi oggi lo ha e lo gestisce in maniera così criminale.

  • Come in altri casi, dobbiamo solo sperare che queste sue riflessioni siano, almeno in parte, condivise dagli “strateghi di minoranza” delle nostre diplomazie e che un domani questi possano influire maggiormente sui centri decisionali.
    Nei giorni scorsi, ho potuto seguire un’intervista a Emma Bonino su Rai News 24 che ha confermato quanto l’esponente radicale sia competente sui temi all’ordine del giorno. Lei si sarebbe in grado di farsi promotrice di una posizione più equilibrata rispetto alla crisi ucraina.

  • Qui si (s)paventa di una possibile imminente terza guerra mondiale, ma le bombe atomiche non si possono usare! Gli arsenali in possesso di America e Russia sono bastevoli a distruggere due tre forse dieci pianeta terra e di completa sterilizzazione del pianeta si tratterebbe, perché Putin e Obama dovrebbero volere questo? Per l’Ucraina? Ma ai miei occhi è chiaro che se la sono già spartita. La ridicola e tragica guerra civile conseguente serve solo a mettere il sigillo su una spartizione di fatto.
    Chi possiede un arsenale atomico non può non sapere che una guerra nucleare esclude per sua natura la possibilità che vi sia un vincente, altrimenti per quale ragione l’unione sovietica si sarebbe lasciata implodere pur di non provocare una guerra nucleare? E allora perché dovrebbe volerlo l’america?
    Naturalmente non ho le conoscenze e le competenze che ha lei Giannuli, sono considerazioni credo di buon senso, forse un po’ ingenue e superficiali, ma ammetterà che il senso complessivo di questo suo post è spaventevole.

  • @ Cucinotta

    Lungi da me l’idea di soffocare il suo impegno politico, che anzi condivido appieno. Anche se credo che una guerra dei trent’anni con uso di armamenti chimici, biologici e nucleari sarà la ricompensa più appropriata per le masse di consumatori teledipendenti con un telefonino al posto del cervello che vanno allo stadio e votano Renzi perché fa figo. Non faccia l’errore ricorrente di imputare tutte le colpe ai capi. Le masse sono espressione della decadenza quanto loro.

    Per il resto il suo discorso continua a non convincermi. Prima lei dice (realisticamente) che l’azzeramento del sistema bancario privato comporterebbe una gigantesca ridistribuzione della mappa del potere mondiale. Quando le faccio notare quanto poco sia verosimile che una simile redistribuzione abbia luogo in maniera pacifica, vien fuori che “se domani il sistema bancario globale fosse fatto fallire, per la stragrande parte dei cittadini USA non cambierebbe quasi nulla”. Quasi fosse solo una questione di rovesciare gli attuali dominanti e poi “l’economia riparte tumultuosamente”.

    La finanza anglosassone rappresenta il collante dell’attuale sistema di relazioni planetarie, i grandi gruppi finanziari sono le corazzate dell’occidente nello sfacelo della globalizzazione ed un loro collasso improvviso rovescerebbe tutti i tavoli balcanizzando il mondo nel giro di poche settimane. Che è il motivo profondo per cui si è disposti a tutto pur di non farli fallire (non è solo questione di poteri occulti).

    Un’ultima osservazione: l’idea che compito della politica sia evitare le guerre è una bestialità liberale. Carl Schmitt identifica l’essenza del politico nell’individuazione del nemico. La guerra appare nemica della speranza solo a un’umanità esulcerata dal benessere e dal consumismo.

  • ilBuonSoldatoScveik

    Buongiorno Vincenzo Cucinotta, non vorrei abusare dello spazio su questo blog dato che non ho uno curriculum storico di molti post precedenti, ma lei mi chiede di una possibile terza via… Guardi, non c’è una terza via perchè non c’è la prima e nemmeno la seconda via. Sono soltanto trucchi per arruolare truppa. Bisogna far credere alla gente, troppo abituata al benessere, che esistono ragioni per cui vale la pena di rischiare la vita e che c’è un qualche tipo di guerra che è cosa buona e giusta combattere. Quindi, prima di tutto si riduce il benessere con la crisi, si evidenzia il fallimento del sistema finanziario di base anglosassone (come indica bene Lorenzo) e il timore di una possibile balcanizzazione del pianeta, e poi si aspettano i volontari a cui far seguire i coscritti a calci nel sedere. Come è sempre stato.
    A pensarci un attimo è evidente che è tutto orchestrato ad arte. Se si volesse stare in pace basterebbe digitare sui computer ancora qualche cifra e ci sarebbero i fondi per gli investimenti. Ma questo non è un tempo in cui la pace è utile. Il sistema finanziario è sempre stato fallito, perchè è soltanto una presa in giro per perpetuare il potere di chi ce l’ha.
    E per quanto riguarda le bombe atomiche, Paolo Federico, le backpack nuke (bombe atomiche da zaino o atomiche tattiche) sono già state testate dall’Iraq in avanti in diversi scenari di guerra. Gli Israeliani le hanno usate in Libano. Alcuni reports dicono che sono servite per la ‘demolizione’ delle Torri Gemelle (e anche dell’edificio vicino in cui non si è infilato nessun aereo). In Italia ce ne sono 40 a Ghedi e 50 ad Aviano ed aspettano solo l’arrivo degli F-35, che l’Italia deve acquistare, dove saranno montate.
    La guerra non si prospetta per il futuro. La guerra c’è già. Ci sono anche le armi giuste, molto distruttive ma non definitive. Chi deve salvarsi avrà i suoi rifugi. Ad Aviano o Ghedi (non ricordo) hanno già consegnato l’ospedale/bunker per americani e famiglie utile in caso di attacco batteriologico. Manca solo una bella massa di fanteria composta da straccioni e suddivisa sotto diverse bandiere. Tutti si lanceranno all’attacco quando potranno gridare convinti ‘dio è con noi’ (ognuno con la sua propria personale idea di dio, ovvio).
    A proposito di dio… oggi ho riso molto di me stesso perchè ho sentito il papa dichiarare: ‘la guerra è una pazzia e l’umanità non ne ha ancora imparato la lezione’.
    Ho riso perchè mi sono trovato perfettamente d’accordo con lui… d’accordo con un gesuita! Caspita, ho pensato ridendo, quanto i gesuiti ci sanno fare!

  • @Lorenzo
    Solo due ultime precisazioni, non intendo monopolizzare questo spazio, in cui sono semplice ospite (guest).
    La prima è dovuta perchè mi rendo conto di essermi espresso in maniera quantomeno ambigua.
    Non volevo dire che la politica serve ad evitare la guerra, volevo in realtà dire che la funzione della politica è dirigere il corso degli eventi, inclusa eventualmente la possibilità di evitare le guerre.
    Del resto, finivo il mio precedente intervento proprio come definendo non assurda almeno un tipo di guerra, quella in cui si contrappongono idee ed interessi opposti. Mi sembrerebbe che tutti noi dovremmo rigettare la guerra come mezzo per perpetuare il potere di chi già oggi ce l’ha e lo gestisce palesemente in modo così pessimo e criminale.
    Insomma, c’è guerra e guerra, almeno ci toccherà distinguere, no?

    Per quanto riguarda l’ipotesi del fallimento del sistema bancario globale, volevo sottolineare quanto importante sia un momento di discontinuità. Per illustrare questo concetto, potrei usare la metafora della lavanda gastrica a chi si è avvelenato. Non è che dopo un tale trattamento ci si senta bene, anzi a quanto se ne dice è un intervento devastante, ma dopo si riparte senza le sostanze tossiche che si erano assunte.
    Il “day after” sarà terribile (e per questo da anni ormai predico l’uscita dell’Italia dal circuito globale, sapendo bene di non avere alcuna possibilità di venire ascoltato), ma dopo (e sottolineo “dopo”) si ripartirà “più forti che pria”. Oggi faremmo ancora in tempo ad uscire da questo giro in manierta quasi indolore, ma, visto che la paura ci attanaglia nel difendere le nostre attuali miserie, non resta cha andare a sbattere. Anche in questo caso, un’alternativa c’è, invece di sbattere contro un muro di calcestruzzo, sbattere contro una scarpata di terra, l’urto ci sarà comunque, ma i danni sarebbero contenuti.

  • ……….
    Ho letto tutto/tutti, magari correndo un po’ come tutti tranne il prof. Giannuli.
    ……….
    E se, come IPOTESI di studio, si cominciasse a chiederci se chi ha avuto il potere economico ‘per secoli’, non avendolo mai perso, lo avesse ancora?
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    Setterie/conventicole, e non religioni di popolo, dove non e’ possibile entrare ‘se non per diritto di nascita’.
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    Ci vuole tanto tanto tanto potere economico (praticamente tutto quello esistente nel mondo occidentale) per far parlare IN QUEL MODO, per 70 anni, dei propri 6 milioni di morti, e far dimenticare (mettere in sordina) i restanti 48 milioni di caduti nello stesso disastroso frangente. (WWII.)
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    …………
    Il denaro ‘sono numeri’, ‘cartaccia’ da quando non e’ piu’ convertibile in oro!
    E’ conteggiato/intestato nelle Banche. Le banche hanno ‘un gestore/padrone’ che provvede alla sua stampa ed alla sua distribuzione. (Finche’ la barca vaaa…).
    …………
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    PER PASSARE AL PRATICO, (per me e’ anche ora di pranzo) riporto ‘lo sfogo’ del Vincenzo Cucinotta che ‘sbotta’ infine:
    “””Io ribadisco il mio punto di vista. Detto in parole povere, se domani il sistema bancario globale fosse fatto fallire, per la stragrande parte dei cittadini USA non cambierebbe quasi nulla, soprattutto se si predisponesse un piano di salvaguardia dei piccoli depositi. Questo atto sarebbe la soluzione del problema, l’economia potrebbe ripartire tumultuosamente, magari spostando il piano dei problemi sull’aspetto ambientale. Non lo si fa perchè non è nè il parlamento nè il presidente che comanda, essi sono fantocci nelle mani dei veri potenti, tali in base ai capitali che hanno accumulato. Ribadisco, l’unico modo per evitare la guerra è togliere con tutti i mezzi possibili il potere a costoro ed ai loro servi insediati nei governi di tutto il mondo.
    Potrei concludere che l’unica guerra degna di essere combattuta è una guerra civile, cioè il contrasto in base ai propri convincimenti: se guerra si deve combattere sia quella necessaria a togliere il potere a chi oggi lo ha e lo gestisce in maniera così criminale.”””
    …..
    Illuminanti le righe dalla quinta all’ottava,(da: ‘Non lo si fa’…fino a ‘mondo’) forse, per capire i guazzabugli/rompicapo Ucraina e panico ed altro ancora nel mondo.
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    …………
    Ma la mia e’ solo un’IPOTESI di studio…fantasie…come detto in apertura…
    Ed il “El sueño de la razón produce monstruos” (il sonno/sogno della ragione produce mostri) anziche’ aiutarci a capire, ci crea altri rompicapo perche’ ‘sueño’ ha sia il significato di ‘sonno’ che di ‘sogno’, caro Cucinotta (dal bel cognome).
    ……………
    Eppoi – diciamocelo ‘tra noi’ – il non accennare MAI da parte di nessuno, in 70 anni di dopoguerra, ad un’ipotesi di studio come quella da me proposta “just for fun”, non e’ ipocrisia: e’ cacagna! (tengo famiglia…) o dabbenaggine/fideismo.
    …..
    Che Dio ce la mandi buona!
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    God bless you! and God bless the Unites States of America!
    Dice Hussein Barack Obama (siccu siccu si fici) alla fine di ogni suo discorso alla Nazione.
    ………
    God bless us, rispondo io.
    ……
    Omaggi al prof . Giannuli ‘reggitore’.
    …………..

  • Atomiche tattiche come quelle di Hiroshima e Nagasaki? Bombe da mezzo, forse un megatone di potenza eppure così devastanti ( e le devastazioni si sono protratte per i successivi trent’anni ). Con due colossi nucleari come Russia e America di fronte si verificherebbe una fulminea escalation di rappresaglie che porterebbe nel giro di poche ore, non giorni, ore, all’utilizzo delle bombe più potenti, quelle che vanno dai quindici ai cinquanta megatoni e forse più ( per la bomba di Sakharov si parlò di cento megatoni e oltre ).
    Putin e Obama non possono non sapere queste cose.
    Russia e America sono destinate a non fronteggiarsi mai in campo aperto e infatti non è mai accaduto in settant’anni, perché dovrebbero farlo proprio ora?

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