Covid e annessi: i dati di ottobre 2020.

Con piacere ed interesse, torno a proporvi sul sito le analisi di Lamberto Aliberti, che con acume e competenza, ci riporta all’importanza dei dati per capire cosa sta succedendo per davvero e soprattutto provare a capire con anticipo cosa succederà. Buona lettura! A.G.

Di Lamberto Aliberti. Dove ci porterà questa pallina piena di aculei, prima di trovare un vaccino che la neutralizzi definitivamente? Cosa dobbiamo aspettarci come contagiati, morti e guariti?

Abbiamo il diritto di chiederlo, perché, come già vediamo adesso tutti i giorni, la nostra vita cambia drasticamente in presenza dell’epidemia. E noi abbiamo messo in campo un modello matematico. L’unico mezzo in grado di fornirci queste risposte che cadono su un sistema troppo complesso per essere risolto con carta e matita. E infatti nessuno lo fa.
Per funzionare il modello ha però bisogno di numeri, da cui ricavare delle regole. Li abbiamo? Dobbiamo fare appello alla storia. Dovremmo risalire al manifestarsi della malattia, ma incontriamo subito un warning. La storia ufficiale ha cominciato ad entrare nei fattori essenziali dell’epidemia piuttosto tardi. Probabilmente per il suo sviluppo giornaliero ci si è messo del tempo a dare una dimensione e una connotazione completa anche a grandezze della massima evidenza, come i morti. La malattia comincia lo scorso febbraio e solo un paio di mesi dopo, si è certi della sua differenza rispetto alla comune influenza. Figuriamoci variabili con sfumature di soggettività estremamente pronunciate, come la guarigione
Mettersi in questo caos col modello diventa un rischio consistente nell’assumere come regole quelli che sono errori. Per questa ragione preferiamo la nostra analisi storica farla partire da ottobre, quando il fenomeno sembra consolidato e forse palese, se non nitido agli occhi dei rilevatori.

I casi.
Anche se tuttora la nostra esperienza si è consolidata, resta una variabile non troppo solida, come diciamo noi, cioè non sempre riconoscibile, anzitutto per la frequente presenza di asintomatici, inoltre per la mancanza di manifestazioni caratteristiche singolarmente. I sintomi più comuni sono infatti febbre, tosse secca spossatezza e difficoltà nella respirazione. Quelli meno: indolenzimento e dolori muscolari, mal di gola, diarrea, congiuntivite, mal di testa, perdita del gusto e dell’olfatto, eruzione cutanea o scolorimento delle dita di piedi e mani.
Niente di meno caratteristico, insomma. Quindi con tutti i dubbi del mondo andiamo a leggerci i dati.

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Lamberto Aliberti

Lamberto Aliberti, già Ceo della Maspa Italia, società leader nella system dynamics, è da sempre impegnato anche nel campo della formazione. Da alcuni anni coordina il gruppo Dext,Designing Models for Economics and Politics.

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