Cosa conviene fare a Grillo con il Pd?
Ho scritto su queste pagine -e lo confermo- che in caso di nuove elezioni a breve termine, Grillo con ogni probabilità andrebbe ancora avanti e, dunque, avrebbe tutto l’interesse a far fallire qualsiasi ipotesi di governo per votare entro giugno. Ugualmente, converrebbe a Grillo un governissimo Pd-Pdl, così, al più tardi alle europee fra 15 mesi, avrebbe un salto in avanti spettacolare. Però, questo non vuol dire che le cose siano così semplici e non possano esserci soluzioni tattiche diverse, magari di cortissimo respiro, ma che servano al Pd (ed anche al Pdl) a prendere fiato.
Ad esempio, immaginiamo che il Pd, pur senza l’ipotesi di un governissimo, riesca ad arrivare all’anno prossimo, alle europee. Avrebbe un anno di tempo per cercare di dividere i grillini e logorarli nelle battaglie parlamentari, per approvare qualche legge utile a guadagnare consenso (credito agevolato alle imprese, qualche sgravio fiscale, una legge sulla corruzione magari solo simbolica…).
Il successo attuale del M5s sarebbe abbastanza lontano e la sua “onda” sarebbe esaurita o fortemente ridotta e, con una campagna elettorale lunga un anno, pensata proprio in funzione di argine ai 5 stelle, potrebbe pensare di arginare la piena e poter pensare a nuove elezioni in condizioni migliori. Magari candidando Renzi, per riassorbire il centro e cercare consensi a destra. Magari sperando in un divorzio Pdl-Lega.
Non è detto che riesca, ma per il Pd sarebbe sempre meglio che affrontare nuove elezioni nel giro di qualche mese con l’onda del successo grillino ancora in fase alta. E questo potrebbe essere il piano dei dalemiani e della destra renziana che aspettano che fallisca l’apertura a Grillo. Ma come ottenere questa tregua? Intanto, trovando l’accordo con il Pdl che potrebbe offrire l’astensione dei suoi senatori, quindi non una maggioranza organica, che darebbe fiato al M5s, ma solo una astensione tecnica ed a tempo (ovviamente motivata dall’alto senso di responsabilità ecc. ecc….) e, poi, causata “dall’irragionevole ed antidemocratico irrigidimento del M5s…”.
Ed il Pdl che ci guadagnerebbe? In primo luogo la Presidenza del Senato per Berlusconi, su cui pendono una raffica di sentenze a brevissimo termine: diventando una delle quattro alte cariche dello Stato, i processi si fermerebbero automaticamente ed, almeno alcuni, vedrebbero avvicinarsi le prescrizioni. Poi, magari, un buon Presidente della Repubblica (butto là un nome a caso: Massimo D’Alema) potrebbe incaricarsi di garantire un atteggiamento “responsabile” della Magistratura o intervenire in qualche modo appropriato per evitare altre noie al “capo dell’opposizione”….
Anche il Pdl, da parte sua, ha interesse ad evitare una ripetizione a breve dello scontro elettorale: il M5s è in fase buona, c’è il problema della Lega che, a questo punto, se ne va da sola, la difficoltà di ricominciare una campagna elettorale con il rischio astensione di massa così a breve intervallo dall’altra. Poi, stai a fare una campagna elettorale con Berlusconi già condannato…
D’altra parte, c’è la speranza che il governo Pd faccia un po’ di “cose alla Monti”, su istigazione della Bce o dei tedeschi, per cui poi si può fare una campagna elettorale sulla “sinistra-partito delle tasse” e, nel frattempo, si può lavorare a sfasciare i montiani e riassorbire una bella fetta della loro base elettorale, ecc.
Insomma, per ora facciamo passare la nottata…
Dunque, si può profilare uno scenario dilatorio che intanto metta in cottura i grillini. In primo luogo, verrà scaricata su di loro la responsabilità del fallimento dell’apertura di Bersani: “noi volevamo… sono loro che non accettano di ragionare con nessuno…”. E così lasciamo il cerino acceso nelle mani di Grillo. Poi, vediamo quanto è compatto il gruppo grillino: ora c’è un gruppo parlamentare ed anche numeroso, ci saranno altre persone sotto i riflettori e stavolta Grillo non può proibire ai capigruppo di Camera e Senato di parlare con i giornalisti o andare in Tv… Poi inizierà il gioco dei presidenti delle commissioni (a cominciare dal Copasir) ed alcuni grillini potrebbero diventare presidenti di commissione: altre persone che sarebbe impossibile tenere lontane dalla stampa e che sarebbero esposte fatalmente alle tensioni derivanti dalla carica istituzionale.
Insomma, si aprirebbe la fase della trasformazione del M5s da aggregato informale, riunito intorno ad un solo uomo-immagine, in forza politica articolata con un vero e proprio gruppo dirigente. La campagna elettorale, (almeno per ora) è finita ed a Grillo, più che un nuovo balzo elettorale, adesso deve interessare governare questo processo di trasformazione del suo movimento. A meno che non voglia correre seriamente il rischio che gli esploda tutto fra le mani in mille schegge.
Ma, consideriamo pure l’ipotesi più favorevole alla sua attuale strategia: che si vada a votare a giugno con questa legge elettorale e che lui si aggiudichi il premio di maggioranza alla Camera. E’ facile prevedere che, però, al Senato la situazione sarebbe più o meno quella attuale di ingovernabilità. E’ vero che il M5s avrebbe innegabilmente un potere contrattuale maggiore, essendo il partito con la maggioranza netta in uno dei due rami del Parlamento (la condizione attuale del Pd), ma dovrebbe comunque trattare con altri se vuol governare e non andare ad un terzo appuntamento elettorale (che però, a questo punto, rischierebbe di tornargli addosso come un boomerang). E, dunque, con chi dovrebbe cercare di intendersi?
Non certo con Berlusconi, immagino… Monti sarebbe stato raso al suolo e comunque non vedo proprio come potrebbe capircisi. Insomma, pur sempre con il Pd e Sel. E come farebbe a capirsi dopo aver rigettato pregiudizialmente ogni intesa solo qualche mese prima, al punto di far sciogliere di nuovo il Parlamento? Al suo posto, io troverei più saggio restituire il cerino acceso a Bersani: proporgli un pacchetto di provvedimenti urgenti, un nome decente per la Presidenza della Repubblica e tagliare la strada ad una presidenza del Cavaliere al Senato. Se l’operazione va in porto, lui può portare a casa un bel carniere di successi politici, se va male sarebbe colpa di Bersani e del Pd e diventerebbe anche più costoso per loro intendersi con Berlusconi.
Insomma, mi sembra più conveniente questa tattica che, inoltre, gli permetterebbe di rodare i suoi gruppi parlamentari e presentarsi alle europee con una serie di conquiste politiche non da poco.
Ci pensi Grillo, ci pensi…
Aldo Giannnuli
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Gerardo D'Ambrosio
Ma, definendo “morto che cammina” Bersani, Grillo non starebbe inviando una sorta di messaggio all’establishment dei democratici che con la vecchia guardia non vogliono averci niente a che fare e, semmai, proprio per non “sputtanarsi” difronte al proprio elettorato, magari un’apertura la farebbero con gente nuova, pure tra le fila del Pd?
Fabio Forgione
Questa volta non sono d’accordo con lei, prof. Non è il momento di tattiche per il m5s. Finirebbe per impantanarsi nella palude delle rivendicazioni sterili (alla Rifondazione, per intenderci). Credo che il movimento sia portatore di una rivoluzione che faccia giustizia del monetarismo, imperialismo, politiche regressive di questi anni, ecc. Deve insistere con una linea intransigente e salvare il Paese dal tracollo cui è destinato altrimenti.
Sergio Parmentola
Non sono così sicuro che il M5S, in caso di nuove elezioni, continuerebbe ad avanzare. Su facebook leggo già la preoccupazione di qualcuno che l’ha votato. Per molti, il voto a Grillo voleva essere un voto di protesta. Ma pochi si aspettavano un successo tale da rendere il movimento decisivo per ogni maggioranza, tranne l’innaturale governissimo. E la prospettiva dell’ingovernabilità spaventa anche qualche suo elettore. Lo si vede dagli appelli a Grillo di alcuni neoeletti perché accetti il dialogo col PD. Credo che anche per i suoi elettori la funzione di Grillo debba essere quella di mettere il fiato sul collo dei governi, non di impedirne la formazione. La paralisi non conviene a nessuno.
giandavide
allora come mai grillo ha chiesto di fare un governo 5stelle e cercare l’appoggio di pd-pdl? anche a me sembrava più comoda la posizione di appoggio a bersani su delle proposte legge specifiche, ma sembra che grillo voglia esporsi in prima persona (ai successi) o ai fallimenti di un nuovo governo facendosi votare la fiducia dagli altri (che poi mi sa che si tratta sempre del pd, dato che lo voglio vedere berlusconi votare contro il falso in bilancio). se bersani riuscirà a calare le braghe a grillo con classe e dignità forse potrebbe uscirne fuori un governo decente. l’importante è che grillo capisca che deve scegliere tra trattare con bersani ora oppure trattare con renzi tra due mesi, e in quel caso ricordoche renzi è paladino di acqua privata e inceneritori. tanti auguri
Un futuro grillino
Secondo me, paradossalmente converrebbe allearsi con il PDL, perché così non si corre il rischio di essere fagocitati dal PD e varare una buona legge elettorale, dopodiché andare a votare ed aspettare il trionfo! Quelli, con la scusa di essere “cugini” vi faranno sparire. Meditate gente, meditate …..
Sergio P.
Professore, la sua analisi è molto elaborata, ma in alcuni passaggi mi sembra onestamente poco dialettica.
Provo a spiegarmi: da qui al varo di una nuova tornata elettorale la politica e l’economia internazionali non starebbero certo immobili; in particolare l’ipotesi di un aggravamento della crisi appare pienamente nell’ordine delle cose. E la possibilità di uscita dell’Italia dalla moneta unica potrebbe diventare il vero tema della lotta politica italiana, da qui a pochissimi mesi. Come del resto la possibile apertura di una nuova crisi internazionale che oggi non è alla vista.
Quindi le reali convenienze e sconvenienze di attuali alleanze politiche in ottica puramente elettorale, possono essere ampiamente imprevedibili.
Il “rivoluzionarismo piccolo borghese” davanti a queste cose si sgonfia in fretta, e non di rado passa in tempi rapidissimi a posizioni molto più prudenti.
Il programma del grillismo è ambiguo in molti punti, ed ogni elettore, al di là di alcuni aspetti generalmente condivisi, lo riempie di contenuti secondo il proprio orientamento, credendo di trovarvi conferma.
Altrimenti non si spiegherebbe la contemporanea presenza in uno stessa organizzazione politica di: ex- berlusconiani, ex-piddini, ex-leghisti, ex-rifondaroli, ex-dipietristi, ed ex-fascisti addirittura (qualcuno mi corregga se non è così).
La base sociale del grillismo è estremamente composita, i valori di riferimento anche.
E questo a mio parere è destinato a provocare profonde fratture nel movimento (l’aspetto interclassista sembra sfuggire anche ai sinistri-sinistri che pensano di far coesistere la lotta per gli interessi del lavoro salariato con il dare priorità alla piccola e media impresa).
Oltretutto la possibilità di trasferirsi in altri gruppi politici, oppure al gruppo misto, alla prima “scusa” buona, potrebbe essere un importante richiamo per i neoparlamentari a cinque stelle: stipendio più elevato e possibile allungamento della vita politica.
La strategia di decidere caso per caso “in base alle idee del movimento” la trovo poi personalmente di un’ingenuità pazzesca.
A riprova di questo, già ieri sera, a commento della dichiarazione di Grillo di non dare alcun sostegno a Bersani c’è stata una accanita discussione tra i lettori del suo blog, e pare anche l’avvio di una petizione online per invertire la rotta.
E siamo solo a un giorno dalle elezioni, oltre che nel merito di una scelta di importanza vitale (gli elettori non avevano capito? O Grillo lo ha deciso ieri?).
Peraltro strana idea di democrazia quella di Grillo: prima il capo decide la linea, e poi i sostenitori (veri o presunti) esprimono la loro opinione (sul blog). E senza ricevere alcuna risposta.
Per concludere: a mio parere più che cercare di intendersi con gli altri partiti, i Grillini dovranno fare una gran fatica per cercare di intendersi tra di loro.
Finchè va bene va bene.
Ma presto ritengo che emergeranno questi ed altri problemi, e allora tra i (post)grillini avremo numerosi i nostalgici del “come eravamo belli una volta”.
Con stima (e scuse per la lunghezza del post)
SP.
luigina
Niente inciuci..Grillo non deve allearsi con nessuno! Io ho votato M5S e non PD. Grazie Grillo, siamo con te che sei la nostra ultima speranza!
Gismondo
Analisi completamente sballata. Elezioni entro giugno = fine M5S. Stop.
Antonio Nardone
A mio modestissimo avviso un partito che ha la maggioranza relativa avrebbe tutto il diritto di chiedere ed ottenere qualcosa. La presidenza di una delle due camere, qualche importante commissione ad esempio. Non per fare “inciuci” ma per sfruttare il successo elettorale, facendo vedere a chi ha votato che qualcosa si è fatto e si sta facendo. Ci vogliono i fatti, basta parole. Faranno presto altrimenti a dire che il voto al M5S è stato un voto inutile. Inoltre trovare un accordo su quello che le persone sentono più urgente: IMU, IVA, TARES per citarne alcuni, poi sanità, lavoro; l’elenco è lunghissimo e tutto in un giorno non si può fare. Saranno mesi cruciali: un calendario fittissimo di momenti fondamentali. Ora si è entrati nella stanza dei bottoni dovremmo cercare di usarli, sennò fino a qui che ci siamo arrivati a fare?
Domenico Di Russo
Caro Prof. Giannuli,
sono d’accordo, anzi come ho scritto stamattina sulla mia pagina Facebook, se fossi Beppe Grillo (e ci tengo a precisare che a queste elezioni mi sono astenuto, senza pentirmene peraltro), farei così.
(1) Accetterei un’alleanza a breve termine col PD vincolata all’attuazione di alcune riforme di portata generale, che rappresentino una parte importante del programma del M5S: a) riforma della legge elettorale, improntata a un sistema fortemente proporzionale con il ripristino delle preferenze; b) elezione del nuovo Presidente della Repubblica, per il quale sia scelta di comune accordo una personalità netta ed eminente ma equidistante e di comprovato senso delle istituzioni (mi permetto di proporre Tina Anselmi: non so quanto sia fattibile ma, anche se anziana, si tratterebbe comunque di una donna di grande autorevolezza, per giunta vicina al PD ma anche molto autonoma); c) finalmente una legge sul conflitto d’interessi degna di questo nome. Così facendo, mostrerei di avere senso dello Stato, m’ingrazierei una parte dell’elettorato cattolico del PD, neutralizzerei Silvio Berlusconi guadagnando il consenso dell’elettorato legalitario trasversale alle varie forze politiche e darei in generale il segno di un reale cambiamento nel giro di pochi mesi dimostrando di essere una forza di governo capace di legiferare, spegnendo così in poco tempo le critiche di qualunquismo, populismo e chi più ne ha più ne metta. Così facendo, i consensi per il M5S potrebbero aumentare e superare la soglia del 30%.
(2) Fatto ciò, comincerei a mettere strumentalmente sul tavolo le riforme su quei temi cruciali sui quali è impossibile qualsiasi accordo col PD. In tal modo, terrei alta la cifra riformatoria del M5S, ormai del tutto inquadrata nel piano dell’attività legislativa e parlamentare, e approfitterei delle sicure resistenze interne al PD per far ricadere su questo la responsabilità del blocco temporaneo dell’attività di riforma. Il PD si mostrerebbe così per come è in effetti: un partito con un gruppo dirigente che è divenuto, balbettando, liberal-conservatore, statico e immobilista ma che ospita ancora alla sua base una buona parte di militanti, simpatizzanti ed elettori che si dichiarano di sinistra, socialisti, comunisti o, più in genere, progressisti. Lavorerei dunque al logoramento del PD, al suo spaccamento, in maniera da assorbirne i delusi e i dissidenti, che probabilmente costituiscono un terzo delle forze del PD. Dopo aver neutralizzato Berlusconi, avrei così neutralizzato Bersani & co., e il M5S si presenterebbe come una forza movimentista e al contempo di governo: cioò significherebbe, salvo ovviamente inciampi, intemperanze interne, usicte a vuoto, ecc., un ulteriore aumento dei consensi con la possibilità di superare il 35% avvicinandosi addirittura al 40%.
(3) Mi mostrerei sconfortato per la mancanza di volontà riformatrice da parte delle altre forze e, approfittando delle defezioni nel PD e dei franchi tiratori, voterei la sfiducia alla Coalizione di governo e premerei sul Presidente della Repubblica perché, dopo le consultazioni di rito, sciolga le Camere e provveda a indire nuove elezioni.
(4) A quel punto, approfittando della crisi economica che nel frattempo sarà peggiorata, e non per colpa di Grillo ma per le tendenze internazionali su cui i singoli Stati possono poco, a meno che non prendessero decisioni radicali (tipo uscita dall’Unione Europea e dall’Euro), mi presenterei alle elezioni come l’unica forza che ha cercato davvero di cambiare le cose e che ci è in parte riuscita approvando riforme che fino ad allora nessun partito aveva saputo o voluto approvare e come un movimento che ha data dunque prova di essere forza di governo senza perdere il suo forte radicamento fra i cittadini e quindi la sue verve “rivoluzionaria”. Ci sarebbero così buone possibilità perché il M5S sia il primo partito tanto alla Camera quanto al Senato e con una larga maggioranza.
(5) Tuttavia, con la nuova legge elettorale proporzionale, sarebbe comunque necessario formare una coalizione di governo ma, a quel punto, sarebbe il M5S a dettare le condizioni e l’agenda perché, se qualcuno fra i vecchi partiti pensasse di approfittare dell’occasione per vendicarsi non concedendo la fiducia, bloccando così ancora una volta il paese, commetterebbe niente di più niente di meno di un autentico suicidio politico perché i cittadini, ormai stufi ed esasperati, non esiterebbero a sollevarsi contro i vecchi burocrati che tanto hanno danneggiato la nazione.
Insomma, se Grillo avesse un po’ d’intelligenza tattica e una visione strategica di lungo periodo, potrebbe cogliere l’occasione che ha fra le mani per conquistare un potere e un’autorità che nessuno ha avuto nella storia repubblicana. E non tanto per: sarebbe davvero un’occasione irripetibile per avviare riforme profonde ed epocali, per le quali, ahimè, il M5S nel suo insieme non mi pare ancora all’altezza.
Vediamo un po’ cosa combina Grillo.
Un saluto
Domenico
Jacopo
Ma guardate che gli “inciuci” come li chiamate possono rivelarsi positivi per gli scopi che si prefiggono. Un “saccente” può aver ragione. Ma che commenti sono i vostri? Associate ad una parola un risultato automatico. Non è sempre così.
E comunque se il M5S non accettasse di condividere la responsabilità adesso, alle prossime elezioni rischia, occhio che alcuni equilibri sono già cambiati. Qui ognuno deve fare la propria parte per andare ad un governo in ognuno mette sul piatto qualche cosa da far approvare: M5S, Monti, PD-Sel, PDL ognuno sono sicuro che ha qualche buon proposito per il nostro paese. @futuro grillino: dimentichi che alla camera PD-Sel ha la maggioranza e il PDL al senato, quindi alleanza PDL-M5S non regge….
sergio
I suoi consigli a Grillo mi trovano del tutto d’accordo; bisogna capire come mai Grillo insulta Bersani proprio mentre quest’ultimo rappresenta nel pd (accanto a Franceschini e Vendola) la linea più aperta a Grillo e più avversa al governissimo pd-pdl (che piace a D’alema e veltroni). Mentre finge di scaricarlo, lo indebolisce per cooptarlo? Avendo espressamente contemplato l’ipotesi di un governo M5S sostenuto dal pd, è come se Grillo si preparasse al secondo round nella forma da lei immaginata – nel caso in cui vincendo alla camera avesse bisogno di allearsi al senato… Credo che Grillo per ora stia facendo tattica per sondare la sincerità delle proposte provenienti dal pd e salvando almeno a parole (morto che parla) la sua linea senza compromessi. Bisogna riconoscere che non gli sarà facile evitare il rischio (e il timore, soggettivamente) di disperdere di un consenso tanto vasto raccolto in così breve tempo, con così esili strutture (risorse) e senza poter entrare in prima persona in parlamento.
enzo de toni
Carissimo professore, il D’Alema che si ripropone è da terrore puro per tutte le persone con un minimo di buon senso (ricordiamoci la Bicamerale ecc..ecc..).Beppe deve resistere e pd e pdl si sfarineranno per implosione interna.Poi verrà la fase di una disarticolazione di questo regime e la possibilità di costruire di una ITALIA moderna.
aldogiannuli
DE TONI: D’accordo al 130% su Dalema; mi sa che che Lei è un po’ troppo ottimista sulla possibilità di sfarinamento interno degli altri partiti; tenerd duro va bene, ma su cosa? Nuoee elezioni? E se ci ritrovassimo con la stessa situazione al Senatp che si fa?
cinico senese
Uè profesur, si vede che c’è una telepatia tra noi perchè ieri sul post del Messora ho proposto esattamente la sua soluzione – che oggi leggo qui, salvo che prima deve essere messa ai voti online degli iscritti M5*. C’è molta confusione sotto il cielo italico, la situazione è ottima.
massimo
ma… la mia impressione è che il 25% a grillo non è assolutamente un voto consolidato… fra le mie amicizie c’è stato un compatto passaggio da diciamo SEL a Grillo (ci sono anch’io)… ma si è trattato di un voto all’impalpabilità ed impresentabilità di programma/alleanze/motivazioni di tutto quello che si muoveva sul restante piano politico.
Non è un voto di adesione al movimento (se il 25% della nazione avesse sentito davvero propria la vittoria delle elezioni avremmo visto i caroselli per le strade come nelle vittorie degli schieramenti realmente coesi come l’ulivo al tempo di Prodi e Berlusconi al 40%… qui non si vedono neanche troppi sorrisi)… direi che tutti i voti passati a grillo da sinistra sono in attesa che grillo “dica qualcosa di sinistra” e non sono interessati alla presa di potere o alla distruzione del pd… anzi… Il rifiuto di dialogo di grillo personalmente mette seriamente in discussione il rinnovo della scelta… e visto da fuori sembra proprio un inciucino volto pro domo sua (un futuro 35%) e non pro “l’urgente cambio di rotta” che il movimento sbandiera… e poi si… credo che sarà fisiologico che M5S si trasformi in qualcosa di più vicino ad un partito… e la lotta interna per determinarne in concreto l’appartenenza ad una sfera critica verso capitalismo/Europa dell’euro o ad una sfera anarcocapitalista meritocratico/utilitarista determinerà i veri conenuti del movimento, ma lo ridimensionerà sicuramente(quale che sia l’anima vincente) la questione è cosa esisterà ancora nel mondo politico circostante…
continuo a pensare che visto quello che c’era sul tappeto e le forze in campo non si poteva fare di meglio… e che tutta la protesta e la voglia di ripensare il presente a sinistra sarebbe finita in un voto mugugnato alla trista coalizione e una serie di rivoli movimentisti senza approdo rappresentativo. Se si pensa che questi movimenti siano in grado di modificare lo status quo, grillo è una sconfitta della sinistra, se non lo si crede resta un’opportunità… quante ne abbiamo avute negli ultimi 20 anni?
Caruto
Stamattina Grillo insulta Bersani un’altra volta.
O e’ per tirare verso un accordo vero. Oppure mira ad avere un interlocutore differente: cioe’ un governo di scopo con un presidente del consiglio che gli vada bene. Bisogna vedere pero’ a quel punto come si configurano gli equilibri successivi all’interno del PD, e se la linea voluta da Bersani viene ribaltata.
caneghira
Buonasera Professor Giannuli, ho letto con interesse la sua analisi, come sempre del resto e desideravo esprimere un semplice parere:
“La risposta alla domanda è semplice.
Quello che sta facendo e proponendo in queste ore.
Sappiamo bene che Grillo, osservando le altre neo forze parlamentari, è sicuramente più affine al PD quale potenziale alleato, seppure sui pochi punti programmatici di moralità politica etc. L’ostacolo sono gli interlocutori in quanto rappresentano la vecchia e marcia classe politica. Non possono essere Bersani, Dalema, Bindi, Vendola gli interlocutori con cui Grillo può solo anche cercare pochi punti programmatici; già solo per questo, di per sé, perderebbe di credibilità.
Il PD, al suo interno, ha sicuramente tanti volti giovani e puliti, non compromessi che di contro potrebbero agevolare un sincero patto elettorale. Grillo qualche risultato, seppur di facciata, lo deve ottenere e la testa di Bersani sarebbe probabilmente un inizio.
Tutto il resto che viene proposto, Grillo sa bene che è solo tattica dei volponi della politica di cui, a ragione, è bene non fidarsi.
In generale poi, penso che si navighi e si navigherà a vista.
Gli scenari sono in tale veloce evoluzione che possono stravolgere ogni analisi e sicuramente chi ha scheletri negli armadi e soprattutto coloro che li hanno ben visibili, devono seriamente temere di doverne rendere conto. Diciamo che la “moralità” andrà a prendere i politici pur’anche questi non riescano ad imporla per legge.
La generale debolezza della politica insomma renderà, legittimamente, più sicuri ed audaci altri poteri.
Non trovando accordi inoltre, Grillo renderà problematica al PD la possibilità di governare oltre il tempo necessario ad organizzare le nuove elezioni a rischio della sopravvivenza dello stesso PD (vero è che una parte di questo contenitore politico opta già da ora per accordi col Berlusca ma oltre Vendola ci sarà sicuramente un’altra ala che vi si opporebbe; sotto questo aspetto il PD deve rimanere immobile, statico).
Grazie per l’ospitalità.
aldogiannuli
mi guardo bene dal fdarle torto su Bersani, Bindi, Dalema (magari su Vendola si può essere un po’ piu generosi, ma non è questo pil punto) il guaio è che a èarlare oggi di facce nuove nel Pd spuntano i Renzi i Civati ecc che renderebbero la trattativa anche più complicata. Sono d’accordo con lei che nel Pd ci sono persone più giovani e pulete dell’attuale dirigenza ma occorre un minimo di tempo perche vengano fuori, adesso l’alternativa sarebbe quella che le ho detto
Caruto
Sono d’accordo con Massimo circa la transumanza provvisoria del voto a Grillo.
Piu’ o meno tutti stanno (stiamo) dicendo in queste ore dell’opera di richiamo della protesta da parte del M5S.
Mi preoccupano alcune cose:
1) una parte del PD non ha sentito il boom di incazzatura nei loro confronti. Incomprensibile. Oppure sono sotto ricatto per qualche furbata degli anni e dei decenni scorsi. Levassero il disturbo.
2) Seppure in maniera fioca, mi ritorna in mente il ragionamento di Freccero, sul ruolo ambiguo del M5S per mettere in difficolta’ quello che non e’ centro e destra.
Rispetto al punto 2), di Grillo mi pare di poter dire che e’ quello che sembra. Nulla questio.
Per il ruolo di eminenza grigia dietro le quinte, diventa meno rassicurante la figura di Casaleggio perche’ non si espone mai. Brutto segno.
Se puntano a scassare, pur in assenza di un partito organizzato e di quadri preparati e pronti a governare, diventa un problema e ripenso all’articolo di Marco Lillo sul Fatto di ieri (28.02.2013) che ho gia’ citato in un post precedente e che si intitolava: “Dai servizi alla Chiesa, il partito del governissimo. Le larghe intese trasversali lavorano per Amato a Palazzo Chigi e De Gennaro Presidente di Finmeccanica”.
Il riferimento a Finmeccanica e’ appropriato perche’ fin da quando e’ iniziata la guerra nucleare contro Berlusconi (2009: vi ricordate le fotografie di Villa Certosa?) Finmeccanica e tutto il settore degli idrocarburi sono diventati il terreno di scontro e di battaglie con una parte dei servizi contro un’altra parte.
Nell’articolo di Lillo si cita anche un certo Ignazio Moncada che e’ venuto fuori in alcune conversazioni di Gotti Tedeschi intercettate dai magistrati che stavano indagando non so piu’ su cosa.
Del Fratello Moncada (Gotti Tedeschi teneva a precisare che non era un massoncello qualunque, ma un vero burattinaio) non si e’ saputo piu’ niente (appunto). Pare sia inserito in quell’ambientino che vede insieme massoni, servizi segreti, forniture militari, alleanze internazionali, ecc.
Conclusione: ho una gran confusione in testa, ma se il tentativo di Bersani (o chi per lui) va in porto alla luce del sole, approvando un po’ di cose chiare, e si continua con un controllo dall’interno della macchina decisionale tramite i 5Stelle parlamentari nelle commissioni che contano, sarebbe un bel risultato.
Se invece qualcuno cerca la Rivoluzione Palingenetica allora dovrebbe fondare una Chiesa “perche’ io non sono di questo mondo e in verita’ vi dico… ecc.”.
PS: Interpretazione complottista: oggi un paio di ex (?) terroristi (di destra e di sinistra) hanno fatto una rapina a Roma e ci sono stati dei morti. Continuera’ cosi’ o possiamo stare tranquilli?
Chissa’.
Nel frattempo c’e’ il problema Siriano da risolvere. Nell’ipotesi originaria (di G. W. Bush e compagnia) doveva essere il tassello successivo dopo l’Irak (e dopo ancora c’era l’Iran).
Al primo tentativo e’ andata male. Vuoi vedere che a poco a poco gli obbiettivi saranno raggiunti lo stesso?
A proposito, che succederebbe al ruolo di fedele alleato dell’Italia, nel caso di un Governo tutto spostato su quei pazzerelloni dei 5Stelle? Forse che il vaggio e le riunioni di Kerry in Italia possono andare sprecati?
Ed il Muos, in Sicilia? Si puo’ bloccare un tassello fondamentale della strategia della comunicazione militare della marina USA?
Non sarebbe meglio, in questo senso, un bel Governissimo?
giandavide
@caruto
a parte che il fatto è un giornale illegibile che richiede sempre verifica su altre testate, dato che le notizie sono scritte male, informarsi sull’house organ di un partito su cosa faranno gli altri partiti è un pò ridicolo. sembra che gli unici convinti della necessità di un governissimo sono berlusconi, il suo ex dipendente beppe grillo, e i dipendenti di grillo, come messora e casaleggio. gli elettori del pd sono contrari nel 98% dei casi e hanno detto chiaramente che in tal caso il partito è finito. d’altra parte si sabenissimo che un governo pd pdl non durerebbe pochi mesi, ma 5 anni, dato che i partiti coinvolti avrebbero una paura sfacciata di andare al voto e preferirebbero logorare grillo per 5 anni. ed è la stessa cosa che vuole casaleggio: un’italia ancora più impoverita e logora dal berlusconismo sarebbe il paese pronto alla svolta autoritaria che sembra leggersi benissimo nelle parole di gente strana come messora, e sarebbe anche il paese che arricchirebbe i gruppi internazionali che hanno appoggiato casaleggio e che hanno tutto da guadagnarci da azioni speculative sul nostro paese. se vogliamo essere complottisti, tirare fuori la solita storia di amato è ridicolo: amato da che mondo e mondo serve solo a spaventare la gente, dato che sarebbe dura trovare una maggioranza tra i parlamentari eletti con le primarie, che non sono dei semplici nominati ma gente che non teme il confronto con l’elettorato perchè lo ha già vinto nonostante abbia promesso l’austerity che è un punto del programma pd destinato a cadere vista la debacle di monti.
ma grillo che vuole berlusconi al governo a tutti i costi mi sembra un dato particolarmente chiaro e un atteggiamento che risponde a fini precisi. o forse mi sbaglio e grillo è veramente interessato alla legge sul falso in bilancio come è scritto nel suo programma. fatto sta che stando così le cose mi sa che più che vedersi in parlamento ci si rivede alle urne, finchè il marchese del grillo non si stanca di fare i giretti in ferrari e toglie il guinzaglio ai suoi parlamentari, a meno che berlsuconi non glieli compri tutti prima.
Andrea Spanu
Personalmente non credo che “cullare il caos” porterebbe ad una nuova affermazione del M5S nelle prossime elezioni. La tattica di Grillo e Casaleggio, consistente nel provocare un marasma ingovernabile non solo prima, ma anche dopo il voto, finirà per allontanare molti elettori del M5S che dagli attacchi dei mercati internazionali e da un ulteriore peggioramento dell’economia hanno molto da perdere. E non è difficile intuire dove andrebbero i voti: tornerebbero all’ovile di una destra berlusco-leghista che avrebbe gioco facile a proporsi come unico argine rispetto al caos totale e all’instabilità permanente. Detto in altri termini, l’illusione di Grillo e Casaleggio di svolgere un ruolo “rivoluzionario” attraverso un irrigidimento settario nei confronti del PD avrà la conseguenza oggettiva di favorire una massiccia restaurazione berlusconiana e una rapida “normalizzazione” del quadro.
Caruto
Caro Giandavide,
questa mattina ho letto su Il Fatto che il sen. De Gregorio ha dichiarato ai magistrati di aver chiesto l’aiuto degli USA per conto di B. per far cadere il Governo Prodi nel 2008.
L’influenza degli USA sul sistema politico italiano non e’, purtroppo, un’invenzione di quel quotidiano o di Marco Lillo, e la questione Finmeccanica e la politica internazionale degli idrocarburi del governo B. e’ stata un problema serio tra Italia e USA, molto di piu’ di quello che ufficialmente si dice. Anche se, a leggere le dichiarazioni ufficiose di molti esponenti politici italiani di quel periodo, era chiaro fin da allora.
La differenza tra il 2008 (caduta Prodi, vittoria alle elezioni politiche di B.) ed il 2009 (inizio di quella che ho chiamato guerra nucleare contro B.) sono state le elezioni presidenziali USA, con l’elezione di Obama, che ha avuto un riflesso diretto sul sistema politico italiano.
Se vai a rileggere le dichiarazioni di B. su quelle elezioni e vedi i filmati televisivi relativi ti accorgerai che al povero B. venne quasi uno sturbo, perche’ capi’ che il vento era cambiato anche per lui, dopo che era cambiato per quei gentiluomini di Bush e compagnia (“monsters” li chiamava Paul Krugman nei suoi articoli sul NYTimes).
Ovviamente gli USA possono influire sul sistema politico italiano, a difesa dei loro interessi, se qualcuno glielo permette dentro e fuori il PD ed il PDL.
Il succo del mio intervento era che il combinato disposto della rigidita’ grillina (a prescindere da complotti, che possono esserci o meno) e l’attitudine realista (a scopo auto-conservativo) di alcuni esponenti di peso del PD potrebbe portare ad un governissimo o ad un governo del presidente che farebbe perdere l’occasione di fare qualcosa di buono nei prossimi due anni (non penso si possa andare oltre) e di rimettere in piedi (fortunosamente) un sistema politico che di fatto e’ collassato da qualche anno (ha funzionato quasi solo Napolitano- e le primarie/parlamentarie del PD).
Per meglio gli equilibri che si stanno configurando bisogna vedere chi sara’ il nuovo presidente della Repubblica.
Su Amato: ho stima di lui, ma e’ un soldatino con pochissima autonomia (non ha truppe politiche, voglio dire). E se gli chiedessero di guidare un governo tecnico lo farebbe ed anche bene. Ma a quel punto, gli interessi USA sarebbero difesi automaticamente visto che, in assenza di un sistema politico fisiologicamente dialettico, si decidera’ sulla scia delle cose gia’ in itinere e che permettono di mantenere l’equilibrio raggiunto faticosamente.
Infine fatti una domanda: preferisci un caos politico (ed economico) permanente o un’ulteriore cessione di sovranita’ nazionale che ti garantisce una qualche forma di tranquilla sopravvivenza?
E’ una domanda antipatica ma la questione, secondo me, si pone in questi termini.
Gli stessi partners europei, piuttosto che un collasso economico-finanziario dell’Italia, favorirebbero quella soluzione: chi gli potrebbere dare torto? E poi, a loro, della sovranita’ italiana, col casino che facciamo continuamente, gliene importa qualcosa?
Ad maiora.
giandavide
appunto mettiamo la discussione in questi termini: un governo con un berlusconi perdente alle elezioni e sospettato fortemente di corruzione parlamentari opposto schieramento quanto potrebbe durare? pochissimo, e non tanto per la pressione su un esecutivo che sarebbe ritenuto da tutti gli italiani un inciucio, ma per la pressione sui titoli di debito del nostro paese: apparirebbe lo stesso un govenrno debole e poco credibile, e ci sarebbe lo stesso il caos istituzionale sufficiente a garantire insicurezza per tutti, senza contare le probabili esplosioni di estremismo che renderebbero ancora più frammentato il panorama politico: sarebbe il caso di pensare ad emigrare. senza contare che il tuo discorso ha dei problemi fondamentali di aritmetica: i pontisti tra pd e pdl al momento sono pochi e non sono sufficienti per maggioranze solide. anzi in caso di governo con pd e pdl, credo che nascerebbe immediatamente una forza politica alternativa al pd che lo svuoterebbe del tutto di parlamentari e di elettori. trovo invece che se non si riesce a formare un governo a tempo basato sui punti comuni tra pd e 5stelle, e se il cerino rimane in mano a grillo e questi rifiuterà di mettere in pratica punti importanti del programma come il falso in bilancio, o la riduzione costi politica (sulla legge elettorale non ci spero troppo), non sarà certo il pd il perdente delle elezioni, dato che grillo potrebbe accusare il colpo e le slinguate post elettorali rivolte da berlusconi al pd (senza contare degregorio) non sono il migliore biglietto da visita per presentarsi alle urne, dato che l’elettore potrebbe trovare noioso andare a votare contro il pdper fare eleggere un tizio che ha come unica prospettiva quella di governare col pd “per responsabilità”. piuttosto vota renzi, togliendomi l’incombenza di votarlo io.
marcov2
C’è almeno una grossa pecca nel suo ragionamento. Al senato l’astensione vale come voto contrario.
aldogiannuli
infatti per astenersi occorre uscire dall’aula
Dombrechi
Riconosco di dovere molto a grillo: l’eredità di mio padre era tutta in bond parmalat. lessi alcuni giudizi di grillo e vendetti prima di ritrovarmi in braghe di tela.
Ma non l’ho mai capito politicamente. Tra l’altro da anni ormai ha perso anche la capacità di farmi ridere. E il suo movimento ne è lo specchio, avendo meno senso dell’umorismo di quelli di forza nuova.
Ho cominciato a farmi delle domande. Ma se “uno vale uno” ogni eletto dovrebbe poter fare e votare quello che gli pare. E poi ora noi siamo i loro “datori di lavoro” e loro nostri dipendenti, vero? E che faranno quindi: faranno quello che chiedono i loro datori di lavoro o quello che vuole grillo? Che domande balzane!…
E se la tattica grillistica fosse solo quella di sfarinare il PD dando già per morto politicamente B. a seguito delle sentenze che da qui a giugno gli cascheranno sulla gobba?
Non c’è nessuno che abbia la sensazione che grillo usi dei tatticismi da democristiano prima repubblica? Oltretutto senza assumersi responsabilità in prima persona?
Giovanni
Caro Aldo condivivo molto quello che generalmente dici pero’ io ho una mia opinione e sarebbe questa.
Grillo scomparira’ molto velocemente se PDL e PD si mettono d’accordo e fanno veramente nuove leggi. Purtroppo non c’e’ scelta, Grillo e’ pazzo se non entra nel governo la gente e’ stufa di politica e’ lui sta’ facendo come gli altri, parlare a vanvera se non entra dentro vuol dire che e’ come gli altri io non lo voto piu’. Berlusconi e’ un furbacchiotto si mettera’ daccordo per salvarsi la pelle dara’ a Bersani quello che vorra’ e quando la gente vedra’ qualcosa si dimentichera’ di Grillo perche chi ha votato Grillo vorrebbe vedere le riforme pero’ se luibnon va al governo segnera’ la sua fine..
Saluti dall’Australia.
Giovanni
Gherardo Maffei
Grillo e l’unico al momento ad avere le idee chiare; il centrodestra e il centrosinistra, non sanno letteralmente che pesci pigliare;idem Napolitano.E’ la tattica di sedersi in riva al fiume ed aspettare che i cadaveri dei nemici passano oltre.Logorare e spaventare ecco il grillismo; poichè con il malcontento e l’esasperazione che monta dal paese reale, le caste dei politici di centro,di destra, di sinistra, che hanno fallito e portato il paese allo sfacelo, sono linfa vitale per Grillo, che in caso di nuove elezioni con il suo movimnto, diverrà il primo partito nella penisola.Poi lasciatemi aggiungere che è da maramaldi, cari compagni scaricare su Berlusconi tutte le colpe di una crisi economica a livello mondiale di tale portata che stiamo subendo. Rosy Bindi, D’Alema,Bersani,Berlusconi? Ha ragione Grillo sono dei cadaveri che deambulano, sono dei falliti e pure finiti aggiungo io.Grillo è il nuovo che avanza, inarrestabile come la crisi economica attuale che è la sua carta vincente, l’asso nella manica.L’unica cosa che sono certo che accadrà a breve, ci saranno sicuramente molti più suicidi-omicidi, anche per spirito di emulazione specie nelle menti più sconvolte e fragili.A tale proposito, sarebbe opportuno non amplificare tale fenomeno, proprio come fece il fascismo durante il ventennio, proibendo la pubblicazione sulla stampa di notizie inerenti ai suicidi.Concludo con una nota dedicata ai giornalisti, sia della stampa che delle televisioni,costoro hanno cominciato una guerra mediatica contro Grillo; perchè sanno che Grillo oltre che ad abolire i soldi ai partiti, vuole abolire il finanziamento pubblico ai giornali, che sopravvivono grazie ai soldi dei contribuenti. Ma si rassegnino i gazzettieri di regime, faranno la stessa fine di Rosy Bindi!