Cosa converrebbe fare a Renzi.

Con la doppia sconfitta delle amministrative si apre un periodo di riflessione per Renzi ed il suo “giglio magico”. La propaganda vorrebbe un Renzi di nuovo decisionista e rottamatore (ma, perché, quando ha smesso di esserlo? Io non me ne sono accorto), la ripresa di slancio delle riforme e così via: ma è solo propaganda, qui i guai sono grossi e conviene pensarci su, facendo un inventario dei danni del terremoto.

Il 40% è ormai un ricordo e, se le regioni sono state scambiate alla pari (anzi, la Campania è più popolosa della Liguria), nelle città è stata una Caporetto. Insomma: l’incanto si è rotto. Soprattutto il segnale negativo è la totale mancanza di attrattiva sull’elettorato che al primo turno non ha votato Pd.

Il che significa che se il doppio turno fosse stato previsto anche per le regionali, il Pd se la sarebbe vista brutta, quantomeno in Umbria e forse Campania. Dunque, il rischio di perdere non è più solo teorico. Poi occorre fare qualche considerazione sul tempo che si prospetta e Renzi ha tre grane che gli stanno cadendo addosso: i migranti, la crisi ucraina e la prevedibile tempesta dello spread.

La valanga umana dei migranti, prevedibilmente, durerà ancora alcuni mesi, con altri arrivi a rate crescenti, realisticamente sino a novembre, e la protezione civile non sembra nella forma migliore. La crisi ucraino-baltica rischia di precipitare nel giro di settimane. Quanto alla crisi finanziaria, soprattutto se crolla la Grecia, non ci vuole molto a capire che la speculazione finanziaria picchierà duro su Italia, Portogallo e Spagna.

Poi a novembre, nemmeno il tempo per fare i bilanci dell’Expo (che non promettono di essere splendidi), ed arriva il giubileo.
Non pare che siano mesi che promettano successi smaglianti, quanto, piuttosto, rischi di insuccessi e di erosione del consenso. Comunque, è tempo durante il quale i suoi oppositori si riorganizzano dentro e fuori del partito.

A tutt’ora la migliore carta in mano a Renzi è l’assenza di un competitore numericamente credibile sul suo fianco destro, dove ancora prevale Salvini che, di tutti i competitori, è quello più comodo per lui. Mentre l’area che va da Fi ai popolari di Casini e Alfano, è ancora in stato confusionale. Però in politica i vuoti non durano a lungo e, soprattutto ora che il centro destra è tornato a vincere grazie al doppio turno, si, intensificheranno i tentativi di darsi una leadership alternativa a Salvini. Molto dipenderà dalle comunali del prossimo anno a Milano, Torino, Napoli, Bologna e molto probabilmente Roma. Vale a dire nelle quattro principali città del paese e qualche altra appresso. Una prova decisiva in vista delle politiche e che potrebbe non avere appello.

Per Salvini non sarà un esame facile: di fatto può pensare di farcela solo a Milano, ma già Torino è un osso più duro da rodere per la Lega. A Bologna l’anno scorso ci fu un boom (che non è detto si ripeta) ma non è detto che basti ad arrivare al ballottaggio. I guai si presentano a Roma e Napoli dove la Lega ha scarsissime probabilità di raccogliere percentuali decenti. E questo significherebbe che la Lega non è competitiva, sul piano nazionale, perché nel sud scompare. Quel che incoraggerebbe la nascita di un rassemblement del centro, anche grazie all’appoggio di personaggi come Marchini, Fitto, Spacca e soprattutto Tosi. Le comunali del prossimo anno potrebbero, di fatto, essere le primarie del centro destra e la situazione diventare molto scomoda per il Pd (ed anche per il M5s che difficilmente ce la farebbe ad essere secondo se la destra si riunifica).

Peraltro le amministrative (soprattutto a Roma) potrebbero diventare un’altra batosta per il Pd, il che non sarebbe di buon auspicio.

Di fatto, gli schemi possibili del ballottaggio finale, alle politiche sono questi:

a- Renzi/Salvini
b- Renzi/ mister X di centro
c- Renzi/Di Maio (se, come sembra, dovesse essere lui il candidato del M5s)

Il caso più favorevole al Pd resta il primo, molto insidiosi sarebbero gli altri due, non fosse altro perché i ballottaggi Pd-M5s dal 2013 in poi sono stati vinti quasi sempre dal M5s anche quando c’erano 20 punti di stacco iniziale. I ballottaggi con la destra moderata (o centro) almeno nella recente tornata, sono stati vinti in quasi tutti i casi dal centro destra. Stando ai precedenti, la partita ha 2 probabilità su 3 di chiudersi male.
E per di più, occorre fare i conti anche con un possibile ulteriore calo di consensi.

Ed allora? Rifare la legge elettorale è possibile, ma sarebbe un disastro di immagine. Forse la cosa più semplice sarebbe quella di andare a votare in ottobre, con il Consultellum che, pur non dando nessun premio ed essendo quasi proporzionale, avrebbe non pochi vantaggi per il Pd che ancora è il partito di maggioranza relativa e mentre gli altri sono ancora lontani dall’aver trovato un accordo. E’ realistico che il Pd non conquisterebbe la maggioranza assoluta dei seggi, la quella relativa si e potrebbe giocare la carta della sua centralità politica per mettere insieme una qualche maggioranza di coalizione. Non è molto, ma magari in attesa di tempi migliori…

Aldo Giannuli

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Aldo Giannuli

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Comments (15)

  • professore, lei la fa molto facile. fatto sta che renzi si può dimettere, ma non è assolutamente detto che si torni alle urne dopo che si è dimesso. anzi secondo me è probabile un governo tecnico. ma anche se si va alle urne col consultellum ci sarebbe un governo tecnico. ma anche se vincesse salvini col ballottaggio poi si scidnerebbe mezzo partito e farebbero un bel governo tecnico. il m5s, sempre tutto preso dalla sua attitudine ferrerista (infatti viene votato da quelli che prima votavano ferrero e dai forzaitalioti più rampanti), non ha alcun interesse ad impedire l’esercizio del potere di questa classe dirigente. e infatti l’ha favorita, isolando il pd a sinistra e giustificandone quindi ogni svolta a destra.
    quindi renzi non deve fare molto. anzi non deve fare niente: meno fa meno si rafforzano i suoi avversari, e se non ha avversari il più forte è sempre lui.
    ma la cosa che manca sempre in queste analisi è cosa dovrebbe fare una eventuale opposizione per cambiare questo stato di cose: ma evidentemente il professore non ne sente il bisogno: evidentemente la tattica corrente del m5s (che può essere sintetizzata in “inseguiamo salvini”) gli sembra intelligente foriera di nuove sorti e rock progressive

          • tranne salvini altrimenti si sputtana, tutti gli altri lo sostengono. Non vi sarà opposizione. Con tutto quello che ha combinato è ancora lì; l’importante è l’immobilismo )-:

          • Si?! il M5s lo voterebbe? Dive si vede questo film? E, spprattutto, perchè Renzi, segretario del partito che ha oltre 300 deputati dovrebbe dare i suoi voti dopo essersoi dimesso?

      • la maggioranza di quelli che se cade il governo non prendono il vitalizio, ad esempio. poi, per la piattaforma politica, ci penseranno dopo. l’alternativa è quella di essere probabilmente trombati alle prox elezioni data l’assenza di premi nel consultellum…

          • se renzi manda tutti a casa e fa cadere il governo sperando in prossime elezioni, direi che lo scenario sarebbe un pò diverso da quello attuale. anche perchè col consultellum non si tratta solo di rinunciare al vitalizio, ma anche alle speranze di seggi futuri. infatti non solo non c’è il premio, ma renzi candiderà i suoi, che non saranno per forza queli di adesso

          • verissimo, ma in primo luogo gli attuali deputati potrebbero essere spuinti dalla speranza individuale di essere ricandidati, in secondo luogo come fa la “sinistra” Pd a dissociarsi dal suo segretario per votare un governo tecnico, cioè una soluzione formalmente più a destar di renzi?

  • Quando Renzi è arrivato al potere le voci contrarie alle politiche europee di austerity erano poche e isolate.
    Ci raccontavano che era il modo migliore per uscire dalla crisi e la gente era fiduciosa.
    Adesso le cose sono cambiate, mentre Renzi è sempre lo stesso scolaretto della Merkel e di Juncker che si ostina a ripetere ad una nazione stanca, dopo sette anni di crisi, le favolette fallimentari dei signori di Bruxelles.
    Al di là delle alchimie politiche e del tipo di sistema elettorale, se vuole rimanere al potere, Renzi deve uscire dalla tutela degli euroburocrati e avere il coraggio di cambiare .
    Credo, comunque, che il personaggio sia di una levatura talmente modesta che elaborare qualcosa di diverso dalle imbeccate e dalle lezioncine di Hollande e della Merkel sia per lui un’impresa impossibile.

  • Sebastiano Marino

    La cosa che mi fa rabbia del M5S, e` che, non solo non risponde alle domande, a parte che dovrebbe essere favorevole alla raccolte firme #NoGuerra
    ~ #NoNato, ma si affaccia agli elettori con scene e risposte gia` usuali, trite e ritrite, solo per compiacere i “cittadini” con degli slogans e filmati “Accattivanti… e siccome l’ho gia` scritto, ripeto che non basta parlare delle spese militari e dell’inutiule spesa soprattutto degli F35…Ad abboccare ad un partito, che non si sbilancia piu` di tanto, e che dovrebbe di piu` attenersi ai fatti e nopn ali slogans acchiappAllodole, … ed al quale ho gia scritto cosi`:
    “Vedi Caro “Amico”
    Lo Diceva anche Lucio
    ….”Saranno i troppo furbi
    o i cretini d’ogni eta`”

  • A Sebastiano Marino
    Penso che i cretini di d’ogni età siano trasversali a tutti i partiti. Sinceramente questa animosità nei confronti del M5s oltre che essere di cattivo gusto, mi appare ingenerosa e pertanto, in definitiva, neanche corrispondente alla realtà delle cose.
    Sono un po’ stufo di vedere profferire insulti e accuse da alcuni senza circostanziare con un minimo di fatti o argomenti in modo da avere non dico un dialogo ma almeno un contraddittorio.

  • continuo qua la risposta per evitare di scrivere in sonetti; la vulgata narrativa del pd, anche da prima di renzi, è stata quella del pragmatismo, della responsabilità, di quelli che governano comunque per spirito di servizio eccetera.
    ecco, se il capo manda tutti a casa per ritornare alle urne e governare con una maggioranza simile a questa, dove starebbe questa famosa responsabilità? per noi che non votiamo pd questi discorsi possono sembrare ridicoli, ma immagino che chi lo vota queste cose le consideri. e d’altra parte silurare un renzi offuscato dall’insuccesso governativo non è facile, ma nemmeno impossibile, soprattutto se la tendenza continua e la popolarità di renzi cala ulteriormente. qualcuno ha creduto che renzi era gesù? benissimo, ci ripenserà, come di solito fa chi nutre pensieri simili.
    l’alternativa dei singoli parlamentari è quella di farsi ricandidare, ma si sa benissimo che non ci sono posti per tutti, non sono posti sicuri, e sono sicuramente molti di meno che questa volta. insomma penso che sia proprio il calcolo individuale che faranno in molti a rendere impossibile il ritorno al voto.
    poi non sono nemmeno così sicuro che un governo tecnico sia formalemente più a destra di questo. peresempio, un governo tecnico non avrebbe mai tolto l’articolo 18 per sostituirlo con il controllo a distanza del lavoratore. e, dato che provvedimenti come questo entrano nella vita delle persone con tendenze a distruggerla, non lo so come sia oggigiorno la percezione che la gente ha di renzi

  • Professore,non sarebbe rischioso per Renzi andare a votare già ad ottobre con un PD che sta perdendo pezzi? Inoltre,secondo me,è un altrettanto segnale di debolezza andare a votare con il Consultellum. Penso che a Renzi convenga prendere tempo per “ristrutturare” il partito: vedere quali e quanti saranno i transfughi verso Possibile ed implementare una strategia elettorale a conti fatti.

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