Corea del Nord.
Cappuccino, brioche e intelligence n° 54. Kim Jong Un non è tipo che possa ispirare la più flebile simpatia, certamente è un tiranno sanguinario ed un personaggio umanamente repellente. Su questo non abbiamo dubbi di sorta. Ma siamo sicuri che sia il pazzo alla Caligola che ci stanno dipingendo?
Mi spiego meglio: che abbia eliminato buona parte del gruppo dirigente coreano, compreso lo zio e altri parenti, è un fatto pacifico. Già appaiono meno credibili le modalità efferate delle esecuzioni: a colpi di cannone, sbranati da cani affamati ecc.
Anzi l’ultima volta, con un generale reo di essersi addormentato durante un suo discorso, sarebbe stato usato un cannone antiaereo. Può darsi che questo faccia parte di una “strategia del terrore”, per cui proprio le modalità feroci dell’esecuzione sarebbero funzionali al suo potere, anche se dobbiamo dire che, poi, almeno la storia dei cani è stata fortemente messa in dubbio e, molto probabilmente, è stata una trovata propagandistica dei suoi nemici. Comunque, di questo non valer la pena di scrivere.
Quello che, invece, desta perplessità sono le motivazioni francamente futili: uno che ha fatto sesso durante il mese di lutto nazionale seguito alla morte del padre, un altro che si è addormentato, un altro ancora che avrebbe riso fuori tempo durante un suo discorso. Solo nel caso dello zio (che bella famiglia!) si accennò ad un tentativo di colpo di Stato per deporlo, ma la cosa finì lì. E, invece, credo che proprio di lì occorra iniziare.
Ultimamente vedevo una foto dei funerali di Kim Jong-il (il padre) in cui, intorno al feretro, si riconoscevano le maggiori personalità del regime (come è nella liturgia dei paesi “socialisti”) ed erano indicati con un cerchio rosso quanti, nel frattempo, sono stati eliminati: tutti, semplicemente tutti.
Dunque, la prima cosa evidente è che Kim Jong-un ha eliminato tutto il gruppo dirigente che attorniava il padre e questo fa capire quanto siano pretestuose le motivazioni ufficiali. Ma, se questo è facile da dedurre, meno facile è capire il perché. Ovviamente, Kim il piccolo avrà voluto eliminare il vecchio gruppo dirigente per metterci gente sua, ma questo, a sua volta, pone un’altra domanda: dove porta questo cambio di cavalli? Si tratta solo di un avvicendamento di persone magari per ragioni dinastiche?
In effetti, come si sa, la sorella di Kim (esclusa dalla successione che avviene solo in linea maschile) ha ambizioni politiche che coltiva con il marito, alto ufficiale, e questo potrebbe far temere colpi di mano. Però, sin qui non è giunta notizia della eliminazione di sorella e cognato.
Dunque, resta un rebus: capire dove porta questo avvicendamento nel gruppo dirigente. Dal punto di vista interno non pare che siano in vista novità di sorta; si è accennato a possibili riforme economiche ma la cosa è durata solo pochi giorni e dopo non se ne è parlato più. Il tema caldo è quello della politica estera e della difesa, o meglio del programma nucleare. A quanto pare Kim ha tutte le migliori intenzioni di proseguire il programma nucleare del genitore e dovrebbe essere molto prossimo alla costruzione della bomba nucleare. Il governo nord coreano ha sempre avuto una speciale relazione con Pechino. Non che i cinesi abbiano mai fatto salti di gioia per alleati così, però hanno sempre fatto da grande protezione, non desiderando avere altre potenze ostili ai confini. Ed i nord coreani hanno sempre avuto buoni rapporti con la Rpc: sia Kim Il-Sung che Kim Jong-il si sono recati più volte a Pechino.
Invece non pare che Kim Jong Un lo abbia ancora fatto a quasi quattro anni dal suo insediamento. E c’è di più: quando venne arrestato e fatto fuori lo zio, accusato di star preparando un colpo di Stato, per un attimo, balenò la notizia che dietro il golpe ci sarebbe stata la Cina.
A questo punto, il sospetto che l’epurazione stia colpendo gli uomini della vecchia guardia legati alla Cina è più che legittimo. E qui sorge un altro problema: per fare cosa? Restare in isolamento assoluto o cercare qualche tacita intesa con Giappone, Sud Corea ed Usa? Peraltro, agli americani starebbe bene anche una Nord Corea isolazionista, separata e forse addirittura ostile a Pechino. Sta per cambiare un equilibrio di area? Ciò non meriterebbe attenzione se non fosse che quel bamboccione, dall’aria così poco intelligente, ha per le mani (o sta per avere) un giocattolo atomico ed in una delle zone più calde del mondo: non troppo distanti dalle isole Senkaku, per dirne una.
Forse ci converrebbe lasciar perdere il colore e studiare un po’ più seriamente la questione.
Aldo Giannuli
aldo giannuli, arma atomica, asia, cina, corea, equilibri asia, giappone, Kim Jong Un, nord corea, sud corea
Mattia
Era stata interessante la vicenda del film “The interview” (https://en.wikipedia.org/wiki/The_Interview_%282014_film%29): all’approssimarsi dell’uscita della pellicola che trattava l’immaginario assassinio di Kim Jong-un, la Sony (produttrice) fu vittima di un pesante attacco informatico.
Peculiarità degli attacchi informatici è la difficoltà di attribuzione; eppure gli USA in quel caso furono immediatamente certi della matrice nord coreana dell’offesa.
La Sony decise persino di ritirare il film – che pare essere piuttosto scadente – dalle sale cinematografiche.
Difficile credere che, per quanto potente e spregiudicata, una grande casa di produzione così strettamente legata al governo americano (tanto da ottenere supporto governativo nella propria difesa informatica) possa permettersi di produrre film che ridicolizzano un capo di stato estero, soprattutto se così poco ricettivo all’ironia e alle critiche.
Sarei curioso di sentire il parere del prof. Giannuli sulla vicenda, per poter inquadrare l’evento in una visione più ampia.
Gherardo Maffei
E’ una costante propagandistica delle cricche criminali plutocratiche che dominano la porcilaia occidentale, in specie quella statunitense,che ricordo che fu l ‘unica al mondo ad aver usato la bomba atomica contro popolazione civile inerme, dipingere tutti i capi politici mondiali che si oppongono a tale immonda egemonia, come dei pazzi.Rammento la propaganda idiota che vuole che Hitler fosse un depravato che si faceva defecare in bocca dalla propria nipote, oppure in preda a visioni notturne del demonio, peggio in preda alla follia che si arrotolava sul pavimento mordendo i tappeti della cancelleria.Ancora qualche decennio e poi la verità storica alla fine prevarrà: Hitler è stato per i tedeschi ciò che Napoleone fu per i francesi. Le stesse considerazioni furono fatte per Mussolini, che videro un frammento del suoi cervello, prelevato dagli americani e sottoposto ad esami clinici negli USA, in quanto si sosteneva che fosse diventato pazzo a seguito di una sifilide giovanile mal curata.Infine voglio ricordare il compianto in primis da noi italiani il grande leader libico Gheddafi, sempre definito come un pazzo, linciato con il figlio dopo essere stato sodomizzato con un bastone.Stia sereno professore che l’industria propagandistica statunitense, ci ripropone lo stesso copione di sempre, naturalmente citando la crociata della seconda guerra mondiale, che vide il “bene” contro il “male assoluto”. Saranno loro ad usare l’energia atomica contro le popolazioni civili, come ad Hiroshima e Nagasaki, ma il bello è che troveranno largo consenso presso tutti i “sinceri democratici” che da quasi un secolo hanno portato il cervello all’ammasso.
Orso Balu
Mattia, io il film The Interview l’ho visto ed è tutt’altro che scadente. Anzi, a parte qualche caduta di stile, mi sono scompisciato dalle risate.
È un tipo di umorismo alla Ali G ma più curato. Secondo me dietro la decisione della Sony c’era qualche ragionamento di marketing.
Mattia
Orso Balu ti ringrazio per il parere; il mio giudizio si basava sulle recensioni lette dato che il film non ho avuto l’occasione di vederlo.
Anch’io sono convinto che da parte della Sony ci sia stata la volontà di metter su una bella operazione di marketing; non ho visto i dati degli incassi, ma sicuramente il film è stato uno dei più chiacchierati recentemente prima ancora della sua uscita.
Trovavo solo strano nella mia ignoranza che una casa produttrice tanto legata a un governo avviasse un’operazione del genere solo per il marketing e senza curarsi del lato politica estera. Anche perché l’attribuzione dell’attacco informatico è stata fatta da parte del governo che ha additato la Corea del Nord e non dai tecnici della Sony: gli USA piegano la propria politica estera per favorire operazioni di marketing di aziende private?
Tenerone Dolcissimo
Caligola era sicuramente matto come del resto Nerone e altri. E’ pero’ quanto meno strano che gli imperatori matti siano proprio quelli che vollero limitare i poteri del Senato.
Aldo Giannuli
allude a Renzi?
Tenerone Dolcissimo
Per carità Professore, io sono alieno dalla sterile polemica né sono aduso indulgere in striscianti allusioni: la mia era una considerazione squisitamente storica. Vero è che la follia imperiale era sempre sorella alla prevaricazione dei poteri senatori, almeno nella storiografia ufficiale del tempo che, strana combinazione, si promanava da uomini che del ceto senatorio facevano parte. Saluti