
Conte e l’arroganza della politica.
A volte nelle piccole cose si possono capire aspetti molto più profondi di quel che sembra. Parliamo del caso delle critiche al commissario Arcuri e della reazione del presidente Conte.
aldo giannuli, commissario arcuri, giuseppe conte, mascherine

Gaz
Bell’intervento. Al solito scintillante.
Mi manca il testo. però tra le cadenze diluite e la nuova modalità, infinitamente meglio la seconda.
Con questi non si va da nessuna parte. Lo status quo piace agli europeisti/euristi … a chi può vantare rendite di posizioni alla Renzi, o ai graziati dalla politica.
Il profilo interno, sommato a quello internazionale impone di dare uno shock al sistema economico.
Bisogna chiudere con l’UE, se vogliamo colmare il divario esistente nell’offerta interna.
Questa non può essere l’unica misura. Bisogna attrarre capitali dall’estero. Le imprese che vanno fiscalmente e a rifugiarsi in Olanda sottolineano più di un problema che non viene risolto da “questi”.
Che fine ha fatto la proposta di Di Maio di combattere i paradisi fiscali all’interno dell’UE?
Il livello della tassazione è elevato. Il debito pubblico va ridimensionato. Con lo spread bisogna chiudere una volta per tutte.
Con questi non si va da nessuna parte.
Occorre la Politica con la P maiuscola, la quale si basa sul consenso quanto più largo possibile.
Allora ditelo
A me sembra ci siano una serie di malintesi e delle intercalazioni a schiocco leggermente fastidiose ma non si può che concordare con la richiesta di maggiore trasparenza.
Il dossier segreto non può comunque essere retrodatato a prima che i cinesi sapessero di avere un’epidemia di SARS-CoV-2.
Quanto all’ironia di Conte è stata debitamente accompagnata da ben più formale ed articolata risposta a chi chiedeva se “secondo Conte” Arcuri dovesse fare un “passo indietro”. In effetti bastavano due lettere (un semplice “no”) ma giacché era palese che il mandato non fosse stato revocato avrà optato per fornire il fumo, l’arrosto, il contorno e le patatine: A qualcuno sarà venuta l’acquolina in bocca ma c’è chi preferisce tutt’altra cucina.
Vorrei che qualche giornalista si facesse carico del lavoro necessario (per es accesso agli atti) chiarire debitamente se siano stati disattesi degli obblighi.
«la Gismondo si dice stupita che nei documenti redatti dopo il lavoro siano state sempre comprese alcune raccomandazioni da tener presenti per prepararsi ad una emergenza sanitaria. Fra queste vi è l’invito rivolto a tutte le nazioni di mantenere un adeguato stock pile, o scorta essenziale, che include i Ppi, le protezioni individuali come guanti, mascherine e camici monouso e i farmaci tra cui antidoti, antibiotici e vaccini. Inoltre, nello stesso documento si invitano i Paesi ad avere un piano di riconversione sanitaria che permette un rapido utilizzo dei posti letto in base all’emergenza.» — https://www.ilgiornale.it/news/cronache/coronavirus-gismondo-che-questa-emergenza-serva-lezione-1846779.html
«L’ultimo piano governativo contro le pandemie, redatto dopo la Sars nel 2003, è stato aggiornato nel 2016 ma sembra essere scritto oggi. Prevede una serie di adempimenti. È un dossier scrupoloso, redatto seguendo le indicazioni dell’Oms, che in caso di emergenza di un nuovo virus, dà indicazioni chiare su come muoversi.» — https://www.corriere.it/cronache/20_marzo_28/coronavirus-piano-anti-pandemia-che-l-italia-non-ha-seguito-02bcf4cc-7109-11ea-a7a2-3889c819a91b.shtml
In ogni caso l’emergenza ha fatto sorgere l’esigenza di qualificare alcuni prodotti come risorse strategiche il cui approvvigionamento deve essere in tutto o in parte garantito dalla produzione nazionale.
Se c’è qualcuno che nel corso di una pandemia ancora pretende di reperire facilmente dall’estero determinati prodotti deve aver fatto troppi passi avanti.
Quanto a modelli sul numero di morti in assenza di qualsivoglia contromisura non serve attendere dossier segreti.
Tali previsioni possono essere formulate dati i valori di R0 e del tasso di letalità del covid.
Il valore R0 serve per stimare la percentuale della popolazione suscettibile che deve essere infettata prima che ci sia un numero di sopravvissuti immuni tale da giungere almeno temporaneamente all’immunità di gregge (si diceva il 60-70% della popolazione)
Il tasso di letalità serve per calcolare quanta parte della popolazione sarebbe morta dopo aver ricevuto tutte le cure possibili (e dunque senza saturazione del sistema sanitario)
Quale tasso di letalità si sceglie? con l’1% sarebbero 400’000 (se r0=3)
«R0 is proportional to the contact rate and will vary according to the local situation. A recent review of 12 modelling studies reports the mean basic reproductive number (R0) for COVID-19 at 3.28, with a median of 2.79. This is in accordance with estimates of R0 from Italy, ranging between 2.76 and 3.25. […] Robust estimates for the COVID-19 case fatality rate are still lacking and potentially biased by incomplete outcome data and differences in testing policies. The mean crude case-fatality (proportion of deaths among total cases reported) from the EU/EEA and the UK by 6 April 2020 was 1.5% (median country-specific estimate: 1%; range: 0.0–25%).» — https://www.ecdc.europa.eu/sites/default/files/documents/covid-19-rapid-risk-assessment-coronavirus-disease-2019-eighth-update-8-april-2020.pdf
Gaz
Mah!
A furia di frequentare Macron, che quanto ad arroganza non è secondo a nessuno, Giusepppi si è contaminato?
Gaz
… l’arroganza degli altri
Stéphane, una moglie infedele (La femme infidèle), regia di Claude Chabrol, sceneggiatura di Claude Chabrol e Sauro Scavolini, Francia 1969
La trama riguarda lui, lei e l’altro, che finisce, ad opera del marito, sul fondo di uno stagno maleodorante. Il tutto si snoda all’interno di un rispettabile quadro borghese parigino, nel quale neppure la polizia riesce a far breccia, perché ostacolata dalla silenziosa (omertosa non si può dire, visto il contesto) complicità dei due coniugi. La coppia vive sotto il segno del non detto, quando non della bugia, che si trasforma presto nel fare fesso tutti gli altri che capitano a tiro. Tra falsi attestati di autenticità di quadri falsi e maschere sul viso delle facce da fessi, i significati più profondi delle parole sono sovvertiti; gli altri sono cose utili per i propri fini.
Non si lascia ingannare chi la sa più lunga dei coniugi, perché conosce dal di dentro la “materia” e al primo venticello di menzogna fiuta l’aria.
Il film è un monumento alla pedagogia inganno.
Pellicola vivamente consigliata ai politici che vanno a trattare all’estero, per comprendere lo spirito con cui si approcciano certe controparti.
Gaz
La scomparsa del Professor Alberto Alessina, teorico dell’austerità espansiva e dei tagli selettivi alla spesa pubblica nei perido di recessione, quale fattore di crescita, da l’occasione per riparlare del crescente debito pubblico Italiano.
I tagli agli sprechi e la riqualificazione della spesa pubblica orientata verso gli investimeti, piuttosto che verso i consumi sono cosa diversa dai tagli puri e semplici e dai tagli selettivi della stessa nei periodi di depressione per non aumetare le tasse e invertire il segno della crescita.
Il problema era già noto a Keynes, secondo il quale “il boom, non la recessione, è il momento giusto per l’austerity” .
La ricetta economica proposta da Alesina può funzionare solo nel caso (eccezionale e drogato dalle autorità) di simultanei bassi tassi di interesse e di cambio, colmando così col resto del mondo il divario di domanda interna.
Ma in questa maniera si spostano i problemi, innanzi tutto di innovazione e produttività, su altre economie concorrenziali.
Senza andare troppo lontani è il caso Germania.
Il pensiero economico di Alesina va preso per quello che è: un attacco ai paradigmi keynesiani.
Gaz
Conte, quanto ad arroganza, é in buona compagnia.
Secondo il consigliere economico della cancelliera Merkel, Lars Feld, l’urgenza principale dell’Italia é abbassare il debito pubblico.
Non so con quale autorità politica pontifichi al riguardo.
Allora perchè non parlare del surplus commerciale della Germania e di una economia orientata all’esportazione che sta strangolando i vicini?
Vogliamo parlare dei tassi di interesse negativi tedeschi?
Feld fa dichiarazioni sulle economie degli altri, senza una briciola di prova argomentata.
Ma guarda un po’ dove siamo arrivati ?! Siamo comandati su come dobbiamo fare meglio gli interessi degli altri.
Ma tanto a Feld cosa interessa se con l’austerità c’è deflazione e distruzione di ricchezza?
Politica, se ci sei, svegliati !
Gaz
Il Governo di Giuseppi ha mostrato di avere una carica propulsiva inesistente, per quanto è al traino delle decisioni di Germania e Francia, le quali decidono le politiche nel nome primario dei loro precipui interessi.
L’obiettivo macro economico dei nordicos è la propria crescita … anche a discapito dei vicini. Se c’è crescita superiore al rendimento dei titoli di Stato, il debito pubblico lo si può vedere diminuire e tenere tranquillamente sotto controllo. Non parliamone se i tatti sono negativi.
In nome della loro presunta superiorità morale los nordicos come ricetta economica vogliono imporre agli spendaccioni del sud Europa altra austerità, la quale, come ormai dovrebbe essere noto anche alle pietre, nel 99% dei casi, porta solo recessione, decrescita e tasse.
L’intervento non solo regolatore, ma attivo nell’economia pubblica e privata è una conquista dell’economia Keynesiana. La programmazione dello sviluppo economico è per lo più eseguita mediante decisioni Statali.
Per un’economia di austerità non è necessario avere una macchina burocratica servente e complessa. Basta l’apparato fiscale di uno Stato minimo, come negli stati ottocenteschi: il welfare diventa allora un fardello che va ad accrescere il debito pubblico.
Se il sistema economico non è Keynesiano, abbiamo pubbliche amministrazioni ridondanti, sulle quali bisogna tagliare, nella vana speranza di non indebitarsi.
Lo Stato minimo ha caratterizzato le colonie, i protettorati, le autorità nazionali, e in genere le entità non propriamente e compiutamente statuali, i cui flussi monetari sono attratti dagli Stati colonialisti, perchè colà sono allocate a tassi più elevati. In altri termini il destino economico delle colonie è il sottosviluppo per mancanza di capitali in fuga e di accumulazione primaria, pur in presenza di grandi risorse.
Non a caso los nordicos stanno centellinando miliardi, che si vedranno l’anno del dopo e il giorno del forse, per attrarre a se gli asset italiani al prezzo di un boccone di pane.
Giuseppi con l’emergenza del Coronavirus ha perso l’occasione di raccogliere intorno a se una maggioranza amplissima per essere Stato e porre in essere tutte quelle riforme che si riescono a fare per efficientare il settore pubblico, ma anche quello privato.
La politica è l’arte del possibile, ma a volte anche dell’impossibile.
Giusepppi ha invece creduto di essere bastevole a se stesso: di sicuro non basterà all’Italia.
Giuseppi non è Stato. La sua non è politica. E’ ubbidienza ad Aquisgrana.
L’Italia ha di fronte a se un bivio: nuotare da subito sopra lo sviluppo, e per forza di cose, fuori dall’Euro, oppure affogare nell’austerità con l’euro e l’UE legati al collo.
Magari Conte mostrasse un pizzico di arroganza verso los nordicos!
Gaz
E’ la Politica a latitare, surrogata dall’arroganza.
Questi politici che ci ritroviamo non hanno nessuna idea o progetto per l’ Italia, se non quella imposta dai los nordicos. Vivacchiamo. Sono stati eletti non per meriti propri, ma per demeriti di quelli che stavano prima e che avevano promesso di cacciare, salvo allearsi e fare pappa e ciccia.
I pregiudizi e i sensazionalismi interessati e diffamatori portano a trattare di fronte all’usicta dall’UE in modo diverso la Gran Bretagna e l’Italia.
Alla prima è stato permesso. Invece la disprezzata Italia la si tiene legata a Bruxelles e a Francoforte, E’ la Politica a latitare.
Questi politici che ci ritroviamo non hanno nessuna idea o progetto per l’ Italia, se non quella imposta dai los nordicos. Vivacchiamo. Sono stati eletti non per meriti propri, ma per demeriti di quelli che stavano prima e che avevano promesso di cacciare, salvo allearsi e fare pappa e ciccia.
I pregiudizi e i sensazionalismi interessati e diffamatori portano a trattare di fronte all’usicta dall’UE in modo diverso la Gran Bretagna e l’Italia.
Alla prima è stato permesso. Invece la disprezzata Italia la si tiene legata a Bruxelles e a Francoforte, perché è il capro espiatorio di Aquisgrana, che tiene uniti Francia e Germania. L’Italexit farebbe emergere le contraddizioni dell’asse franco tedesco.
Questi politici senza nerbo non hanno fatto l’unica cosa che andava fatta e che avevano promesso: un bel vaffa all’Europa. Sono andati a Bruxelles a trattare i decimali di spesa, invece di indire immediatamente un referendum in tempi brevissimi che avrebbe rafforzato la loro posizione e messo los nordicos di fronte alle loro irresponsabilità predatorie.
Il vaffa che timidamente non sono stati capaci di pronunciare, lo riceveranno loro.
Qualcuno paventa che senza l’UE in Europa si ritornerebbe alle vecchie contrapposizioni, se non alla guerra.
Fin ora chi ci ha rimesso nell’UE e nell’Euro è stata l’Italia.
Chi ha subito una guerra – Libia beninteso- è stata l’Italia.
Il prezzo della pace non può essere pagato dall’Italia, che fino a prova contraria non è colpevole di nulla, ma più spesso è considerata irrilevante..
Se los nordicos vogliono scornarsi, affari loro. Le loro guerre non sono le nostre guerre.
Smettiamola con la retorica europeista.
Ricordiamoci che i migliori alleati non sono los nordicos, ma la forza usata intelligentemente.
Abbiamo un Grande Fratello Oltreoceano, ma quando ci mette mano fa pasticci. Dobbiamo imparare a trarci d’impaccio da soli. è il capro espiatorio di Aquisgrana, che tiene uniti Francia e Germania. L’Italexit farebbe emergere le contraddizioni dell’asse franco tedesco.
Questi politici senza nerbo non hanno fatto l’unica cosa che andava fatta e che avevano promesso: un bel vaffa all’Europa. Sono andati a Bruxelles a trattare i decimali di spesa, invece di indire immediatamente un referendum in tempi brevissimi che avrebbe rafforzato la loro posizione e messo los nordicos di fronte alle loro irresponsabilità predatorie.
Il vaffa che timidamente non sono stati capaci di pronunciare, lo riceveranno loro.
Qualcuno paventa che senza l’UE in Europa si ritornerebbe alle vecchie contrapposizioni, se non alla guerra.
Fin ora chi ci ha rimesso nell’UE e nell’Euro è stata l’Italia.
Chi ha subito una guerra – Libia beninteso- è stata l’Italia.
Il prezzo della pace non può essere pagato dall’Italia, che fino a prova contraria non è colpevole di nulla, ma più spesso è considerata irrilevante..
Se los nordicos vogliono scornarsi, affari loro. Le loro guerre non sono le nostre guerre.
Smettiamola con la retorica europeista tutta italiana.
Ricordiamoci che i migliori alleati non sono los nordicos, ma le forze usate intelligentemente.
Abbiamo un Grande Fratello Oltreoceano, ma quando ci mette mano fa pasticci.
Dobbiamo imparare a trarci d’impaccio da soli.
Gaz
Una bella tirata d’orecchie alla Politica, che ha smarrito sè stessa, è giunta da Governatore della Banca d’Italia nelle “Considerazioni Finali” per l’anno 2019.
“Le ingiustizie e i profondi effetti distorsivi che ne derivano si riverberano sulla capacità di crescere e di innovare delle imprese; generano rendite a scapito dell’efficienza del sistema produttivo. Un profondo ripensamento della struttura della tassazione, che tenga anche conto del rinnovamento del sistema di protezione sociale, deve porsi l’obiettivo di
ricomporre il carico fiscale a beneficio dei fattori produttivi.
Politiche, riforme e comportamenti che ci riportino su ritmi di crescita sostenuta, diffusa ed equilibrata contribuirebbero anche a mantenere condizioni distese sui mercati finanziari, riducendo l’onere medio del debito e favorendo il necessario graduale riequilibrio dei conti pubblici. L’incertezza di fondo che grava sui rendimenti dei titoli di Stato e li rende così più elevati rispetto ai paesi a noi più vicini può essere dissipata solo con scelte di politica
economica che guardino oltre il breve termine.
La sostenibilità del debito pubblico non è in discussione, ma il suo elevato livello in rapporto al prodotto è alimentato dal basso potenziale di crescita del Paese e al tempo stesso ne frena l’aumento.”
Non mi pare di scrivere cose tanto diverse.
Gaz
… e dell’arrognza dele Merkel?
Per Dioscuri abbiamo un bravo waglione e un ottimo padre di famiglia.
Quando hanno deiso di volare a Bruxelles gli hanno fattovedere i sacri documenti firmati e li hanno scambiati per Testi Sacri. Così si sono condannati con le loro stesse mani, perchè il Pilota Automatico agli occhi degli aquisgranesi è più affidabile di loro.
Erano partiti baldanzosi, ma sono ritronati con le pive nel sacco.
Quando si mette piede sull’aereo è già troppo tardi per sottrarsi al confronto.
Questa regoletta elementare è ben conosciuta da quella furbacchiona della Cancelliera tedesca, la quale ha dato il due di picche a Trump per il prossimo G7 negli Stati Uniti, col pretesto del coronavirus.
Angela soffre di una malattia diplomatica. Non partendo, vuole sottrarsi al richiamo all’ordine da parte di Trump per le politiche disinvolte e fin troppo strette verso Cina e Russia, ma anche e sopratutto per la concorrenza sleale che la Germania sta facendo agli USA, grazie alle politiche monetarie della BCE.
I politici tedeschi con la Riunificazione da un lato ritengono superato lo schema spartitorio di Teheran/Yalta, dall’altro stanno nelle strutture difensive comuni, ma stanno pure sotto (il piccolo) l’ombrello atomico francese, ma pur sempre atomico. Sia pur di straforo, da essere nemici delle Nazioni Unite, la Germania è entrata nel club dei Cinque Grandi.
Trump non ha nulla di buono da dire alla Merkel: lei lo snobba.
L’atteggiamento degli USA verso l’Italia e l’Europa rasenta la schizofrenia.
Gli americani prima si fanno comandare dai francesi e da altri europei in funzione anti italiana, col risultato di indebolire e ridimensionare un alleato che insieme a loro ha vinto la Guerra Fredda. Poi, quando si accorgono che hanno bisogno dell’Italia, scoprono che poi non è così inaffidabile, come la si vorrebbe descrivere e che dopo tutto non è il loro “ventre molle”.
A Washington hanno compreso che la soluzione dei problemi americani in Europa passa per la Politica italiana, unica sul Vecchio Continente in grado di far crollare le strutture di potenza e sopravalutazione di Aquisgrana.
A Roma invece i politici si sono barricati nei palazzi del potere e di lasciare le poltrone non ne vogliono sapere. Però Roma non è Berlino.
Ci ritroviamo in un passaggio così delicato una classe politica che pensa alle proprie poltrone e non all’Italia, di cui non ha nessuna idea. Hanno ragione nello scrivere che con certa classe politica Palazzo Chigi è ininfluente. Non lo è la Casa Bianca
Gaz
Speriamo che il Governo si mostri arrogante verso il Debito Pubblico. Mi spiego.
L’economia italiana è in avanzo primario dal 1993, con l’eccezione di un anno, eppure il Debito Pubblico invece di diminuire è cresciuto, perché il tasso di crescita del PIL è stato inferiore al tasso di interesse pagato sui titoli di Stato.
L’austerità ha portato con sé la deflazione: l’alto livello della pressione tributaria è servito per alimentare la sostenibilità del Debito Pubblico, ma non la sua deteriorabilità, tanto da essere qualificato prossimo ai junk bond, da criticabili agenzie di sconto.
Il problema si focalizza nel rapporto tra Debito Pubblico ( il suo impiego e la sua struttura), e il PIL.
Nelle ultime decadi il Debito Pubblico indistintamente ha goduto di una cattiva letteratura, perché assorbirebbe le risorse altrimenti destinate alla crescita. Tuttavia, se il Debito Pubblico va a finanziare Investimenti e non la spesa corrente, o peggio politiche clientelari dallo scarso impatto sulla crescita, è un fattore positivo.
Va osservato che ci sono Stati che hanno livelli bassissimi o addirittura inesistenti di Debito Pubblico, ingenti risorse minerarie eppure non crescono.
Se ne ricava che la crescita economica non è influenzata nelle società avanzate solo dal rapporto Debito Pubblico/PIL, ma anche da fattori sociologici, che sono assenti in molte economie, che pur non hanno Debito Pubblico.
Allora il quesito è come liberarsi dal Debito Pubblico?
Nel lungo periodo il fattore fondamentale è la produttività del sistema;
nel medio periodo è la crescita. Il modo più facile per innescarla è l’immissione di moneta nel circuito produttivo.
La diminuzione dei tassi di interesse per aumentare la domanda interna non genera inflazione fintanto che colma i divari nella domanda. L’inflazione si genera quando la domanda supera l’offerta, o la si importa.
Le manovre sul tasso di cambio e la svalutazione della divisa nel breve periodo favoriscono le esportazioni. Tuttavia hanno l’inconveniente di importare inflazione e nascondere le pecche della produttività.
L’aumento ex abrupto dei salari e dei dividendi, se completamente slegato dalla produttività, genera inflazione interna e diminuzione della competitività, ma se segue ad investimenti produttivi (per i quali occorre denaro), è un fattore di espansione del ciclo economico.
Anche in presenza della contemporanea leva di questi quattro fattori possono residuare fattori produttivi interni non allocati.
Il divario lo si colma con la domanda di investimenti provenienti dall’estero.
Allora è’ il sistema Paese che deve diventare concorrenziale, competitivo e attraente rispetto al passato. Questo lo si ottiene con politiche migliorative a tutto campo dall’istruzione, alla sanità, alla sicurezza, alla fiscalità, alla giustizia, ai trasporti, all’ecologia, al commercio, all’urbanistica, alla qualità di vita, alla Politica …
Tra deflazione con recessione e inflazione con crescita è di gran lunga preferibile la seconda.
Il libro dei sogni di crescita -da avviare subito- è incompatibile con l’euro e con i vincoli di bilancio europei, che presto saranno riattivati appena l’emergenza covid cessa; l’euro è pienamente funzionale agli incubi ad occhi aperti e al rigore ulteriore nei conti pubblici che le cicale del nord ci vogliono imporre, attraverso l’aumento del Debito Pubblico e con la decrescita del denominatore.
Se non c’è uno Stato con un Tesoro proprio, ma ci sono i singoli debiti statali, come fa la falsa propaganda del nord Europa a sostenere che i mediterranei vivono al di sopra delle proprie possibilità alle spalle dei laboriosi nordici? Perchè costoro non si occupano mai del diverso costo del denaro (addirittura negativo per i nordici) preso a prestito sui mercati internazionali per i diversi Paesi, pur in presenza della stessa moneta? Lo spread è la coscienza sporca dell’Europa del nord, su cui si scaricano le tensioni tra i diversi sistemi economici.
Il Primo Ministro del paradiso fiscale olandese, Mark Rutte, ha avuto il coraggio di chiedersi come mai gli spendaccioni Paesi del Sud Europa non hanno risorse da mettere in campo per l’emergenza covid, tanto da volere una commissione d’inchiesta.
L’Euro non è compatibile con la crescita dell’Italia: lo è col rigore e con la recessione.
Gaz
… e veniamo all’arroganza della Merkel
La sentenza della Corte Costituzionale tedesca del 5 maggio scorso sull’acquisto sul mercato secondario da parte della BCE di titoli di Stato, sposando il monismo internazionalistico come proprio faro interpretativo, ha posto la Germania di fronte ad un out out: o eseguire il dictum dei giudici in rosso, e quindi mettere in crisi l’esistenza dell’euro, oppure non eseguirlo e mettere in stress la struttura stessa dell’UE, perché questa non è uno Stato, ma è frutto di una serie di accordi pattizi.
La Merkel tutto vuole, tranne che distruggere i due giocattoli che le hanno consentito di costruire il proprio dominio sull’Europa, senza però averne gli svantaggi.
La Canceliera ha la necessità di uscire dal vicolo cieco nella quale è stata cacciata dalla Corte costituzione. A quest’ultima non si può chiedere un overuling sulla propria giurisprudenza.
Da un lato i giudici di Karlsruhe vanno tenuti a bada, dall’altro bisogna continuare a fare affari come al solito e meglio di prima.
La soluzione che metterà tutti d’accordo sarà trovata sulla base della eccezionalità del covid, grazie al quale la Germania potàa centellinare il riso sulla punta di uno spillo ai PIGS, dirsi generosa e continuare a dettare legge.
La stessa eccezionalità, una volta venuta meno l’emergenza sanitaria, consentirà di ripristinare le regole del bel tempo che fu e di imporre agli spendaccioni mediterranei altro rigore, spremerli a sangue, farli piangere, aumentargli le tasse, tagliargli la spesa pubblica ed esigere i generosi (per modo di dire) prestiti, onde vadano ancora in deflazione, mentre i nordici potranno esportare al sud Europa inflazione.
Frau Merkel avrà buon gioco nel dimostrare ai tedeschi, che le stesse cicale del sud finanzieranno i loro prestiti con l’aumento dell’Iva, una cui percentuale va al bilancio del Parlamento Europeo, il quale si indebiterà in loro vece, perché sui mercati finanziari internazionali non godono di rispettabilità.
I balocchi della Merkel saranno salvi e i nordici potranno continuare gingillarsi con i giochi finanziari di sempre.
I PIGS invece daranno i propri soldi al Parlamento Europeo, col quale si indebiteranno per riaverli indietro sotto forma di prestito, maggiorati di interessi e condizioni, non ultime fiscali.
Siamo alla follia.
Gaz
Ma c’è qualcuno che ancora crede alle favole di Giuseppi, Angela e Manuel?
Miliardi di milioni … ma di fantasie. Quelli davanti ti lisciano, da dietro …
Gaz
Questa è arroganza di un piccolo pezzo grosso!
Valdis Dombrovskis, espressione di un partito che dalle sue parti ha intorno al 25% ha il magico potere di venire a comandare, come proconsole franco-germanico, in Italia.
Il vice di Ursula, nonché Commissario per la Stabilità Finanziaria e l’Unione dei mercati dei capitali e dei Servizi Finanziari, ha dettato le condizioni per accedere ai prestiti dell’UE, ovvero la progettualità verso la transizione ecologica e digitale. Chi è fuori si attacca al tram.
Ora, ci sono settori interi che esulano dalla green economy e dal digital divide, che di fatto non vedranno un soldo. Nell’economia digitale c’è il grosso problema internazionale delle sanzioni USA Cina legato al 5G.
Dombrovskis sta facendo gli interessi di Francia e Germania. A lui di tessile, agricolo – forestale non interessa nulla.
A parte la discutibilità di una simile risposta economica in un periodo di crisi, c’è che los nordicos stanno sfruttando il covid per affossarci. Green e digita non esauriscono neppure i campi dell’economia dell’innovazione.
Cosa si aspetta ad uscire dall’Euro?