Consigli di lettura #4.

Novità:
 1.    J. ATTALI “Prevedi la tua vita”
Attali ( che fu fra i consiglieri più ascoltati da Mitterrand durante la sua presidenza) si cimenta da tempo con la futurologia, lo studio scientifico delle tendenze già visibili ora che modelleranno il nostro domani (o il domani di chi sarà ancora). Per la verità, in diverse occasioni e per diverse tendenza ha dimostrato di averci preso anche più del suo collega Alain Minc (altro protagonista d’epoca mitterrandiana), ma non sono affatto mancate le occasioni di segno opposto. Nel suo metodo (ignoro se faccia ricorso a modelli di simulazione, ma non mi pare) c’è molto illuminismo (d’altronde, siamo in Francia)  ma forse un pizzico di pensiero negativo nietzchiano non ci starebbe male (giusto un pizzico) come anche un minimo di influenza del principio di indeterminazione dal campo della fisica a quello delle scienze sociali. In fondo, il problema maggiore è quello di produrre previsioni “autoinvalidanti”. Mi spiego meglio: se vedo che il lume si sta straccando dal soffitto ed avverto chi ci sta sotto, è plausibile che chi si sta sotto si scansi e questo è quello che vogliamo. Magari, la previsione di un ciclone non cambia nulla in quel che accadrà, perché il ciclone ci sarà comunque, ma la previsione su fenomeni umani, per definizione, turba l’oggetto osservato e, in qualche modo, invalida la previsione stessa. Se prevedo nel modo più esatto ed incontrovertibile la fine del petrolio,  questo metterà in moto una serie di reazioni finanziarie, militari, politiche, sociali e da parte di una grande pluralità di soggetti, spesso in contrasto uno con l’altro. A quel punto, la previsione dovrebbe estendersi a quella delle reazioni dei tanti soggetti e, magari, con un modello di simulazione posso anche andarci molto vicino, ma a sua volta, questa ulteriore previsione (facciamo sempre l’ipotesi che si tratti di previsioni generalmente credute) scatenerà ulteriori reazioni. Ad esempio se l’Arabia Saudita, che ha reagito alla prima previsione progettando una guerra contro l’Iran, alleandosi ad Israele, appreso che questo provocherebbe lo sbarco degli americani nella penisola arabica, modificherà i suoi piani, magari rovesciando le alleanze. E così via, sino a determinare comportamenti caotici non prevedibili. Se questo non accade è perché le previsioni non sono generalmente credute, perché la capacità previsionale dei soggetti varia di molto o perché siamo tutti convinti che “il futuro è sulle ginocchia di Giove” ed a noi è consentita una vista parzialissima ed imperfetta di quel che si prepara. Il che non toglie che studiare le tendenze che prevedono il futuro sia utile ed, in qualche modo, necessario, ma sciogliendoci dentro sempre un po’ di salutare dubbio.

Relativamente Nuovi:

2. J. BROTTON “La storia del Mondo in dodici mappe”
Grande libro che dimostra come i cartografi non si limitino a “descrivere” il Mondo, ma lo producono nella mente dei loro contemporanei. Gli uomini non si comportano sulla base di quel che è davvero reale ma sulla base di quel sembra loro reale. E le carte contengono il giudizio che una comunità umana, in determinato angolo del Mondo persa di esso: molto più che del Mondo, sono il ritratto dell’idea di Ordine Mondiale che ogni epoca ha. E, più ancora, del suo progetto.  E non è da credersi che oggi che disponiamo di foto satellitari precise al millimetro, le cose cambino rispetto al XV secolo. Semplicemente, oggi è cambiata la nostra concezione della geografia ed al centro di essa non ci sono più i confini più o meno naturali, ma le reti di connessione e questo si presta ancor meglio a progetti di dominio. Ed il capitolo finale su Google Earth è straordinario. Questo libro è prezioso per capire il mondo della globalizzazione ed i conflitti di cui è gravido.

Di recente ripubblicazione

3. R. ANTUNES  “Il lavoro ed i suoi sensi”
Il libro (che è del 1999) uscì in Italia, per la prima volta, nel 2006 per i tipi della Jaca book ed oggi è riproposto in versione aggiornata dalle edizioni Punto Rosso. Lettura utilissima che smonta una serie di luoghi comuni, quanto infondati, ad esempio che il lavoro umano “stia finendo”, perché l’automazione lo sta sostituendo. In realtà la grande maggioranza degli esseri umani dipende dalla sua attività lavorativa. Il che non toglie che sia in atto una profonda trasformazione del lavoro umano, della sua divisione mondiale, delle sue caratteristiche concrete.

Letteratura recente:

4. L. SCIASCIA “Fine del carabiniere a cavallo”

Una raccolta di saggi ed articoli scritti del nostro maggiore scrittore della seconda metà del Novecento (quando si scriveva per far pensare e non solo per intrattenere) fra il 1955 ed il 1989.
Sfiziosa è la galleria di ritratti di scrittori contemporanei all’autore (da Borgese a Rugarli, da Brancati a Longanesi, sino a Bufalino che fu una scoperta proprio di Sciascia).
Pur non essendo fra i lavori migliori di Sciascia, qui è lì lampeggia il suo tocco magico come nel brano sull’Aids o “Una Sicilia alla Stendhal”.

6. A. MUTIS “La neve dell’Ammiraglio”
Racconto lungo o romanzo breve (comunque primo di una trilogia) di un  scrittore latino americano, assai meno noto di Marques, Borges o anche Allende o Cortazar) ma che figurerebbe molto bene nella galleria dei maggiori. Romanzo fondamentalmente autobiografico: dietro il protagonista, Maquroll il Gabbiere, ispirato a Marlow, si intravede lo stesso autore. Ma si parla di un Marlow non più padrone del racconto che porta dove vuole, ma di Un Marlow smarrito, condotto da racconto verso mete impreviste e non sempre desiderate. Forse l’ allegoria di un viaggio nel  secolo difficile e disordinato che ci siamo lasciati alle spalle.

aldo giannuli, consigli di lettura


Aldo Giannuli

Storico, è il promotore di questo, che da blog, tenta di diventare sito. Seguitemi su Twitter o su Facebook.

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