Consigli di lettura #10

1. Marco GRISPIGNI “Quella sera a Milano era caldo”
Fra poco più di 13 mesi cadrà il cinquantenario del sessantotto: un tempo sufficientemente lungo per un vero bilancio storico. Ma ne saremo capaci? Quando penso che l’intervallo di tempo che mi separa dal sessantotto è lo stesso che divideva me ragazzino dalla prima guerra mondiale, che allora mi pareva un avvenimento remotissimo ed ormai consegnato alla definitività della storia; ma stento a pensare in questi termini un a vicenda che ho vissuto e che non voglio pensare archiviata come tutte le altre che l’hanno preceduta.

E’ come archiviare me stesso, ma, d’altra parte, madame Clio non fa sconti ed è arrivato, per la mia generazione, il momento in cui fare i conti con la propria storia. In fondo Bloch ci ha insegnato che ogni generazione ha il diritto d’esser la prima a scrivere la propria storia. E’ dunque è auspicabile che nel cinquantenario compaiano molte opere sul tema, soprattutto di autori che hanno conosciuto quella stagione e sappiano parlarne con il calore chi parla della propria vita  ed insieme con il distacco critico di un onesto esame di coscienza-

Ha cominciato Marco Grispigni, che quella stogione l’ha vissuta solo nell’ultima fase (il sessantotto italiano è durato un decennio, per concludersi con il rapimento di Moro e Marco è nato nel 1957), dunque solo per un breve tratto, abbastanza però, per impregnarsi degli umori dell’epoca.

Il libro affronta il nodo della violenza politica che ci è stato imposto come focus centrale di tutta quella vicenda (per senza esserlo, in realtà). Grispigni, (riprendendo ed approfondendo un suo lavoro del 2008), ripropone le sue critiche alle visioni polarizzate: tanto di quelli che negano o minimizzano il rapporto fra violenza e sessantotto, quanto quelle di chi fa di questo tema il palo cui impiccare tutta quella esperienza storica, presentandola come la lenta incubazione della cupa stagione terroristica (e qui rinviamo a quello che abbiamo già detto del libro di Vladimiro Satta). L’autore dimostra che il percorso del fatti è stato molto più tortuoso di quanto non dicano queste tesi irragionevolmente di parte e sottolinea come la particolarità del caso italiano non sta tanto la lunga durata del “sessantotto” o negli eccessi ideologici, quanto nell’irrompere di un’altra violenza ben maggiore, quella delle stragi che porta il marchio indelebile della destra fascista e della protezione accordata dagli apparati dello stato.

La comparazione con altri casi, come quello francese e le statistiche sugli episodi di violenza nella fase che va dal 1968 al 1971 permette di cogliere aspetti troppo spesso dimenticati dalla pubblicistica “politicamente corretta” in materia. Da leggere.

2. M. M. RABA’ “Potere e poteri”
Come recita il sottotitolo  è uno studio sul conflitto per l’egemonia in Italia settentrionale fra i 1536 ed il 1558, cioè dopo la Pace di Lodi (1454), il tramonto dell’età medicea , la pace di Bologna (!530) l’inizio dello scisma protestante, Un momento fondamentale della storia del nostro paese nel quale si posero le premesse per la successiva decadenza e del ritardo nella sua modernizzazione. La storia, come si sa, ha le ombre lunghe e molti problemi dell’Italia di oggi hanno le radici molto indietro ne tempo, appunto nella metà del XIV secolo.
Il libro propone una interessante innovazione metodologica che fonde l’ approccio di storia economica con quello di storia militare ed applica criteri propri della più recente scienza della politica.

3. S. ZWEIG  “Balzac”
Biografia del grande scrittore francese  proposta dallo scrittore viennese che si era già cimentato con quella di Fouchè. Anche in questo caso Zweig mopstra una forte sensibilità psicanalitica che gli veniva dal contatto con Freud (del quale, pure, scriverà una biografia). Con penna leggera e divertente, Zweig ci fa assistere alle mille astuzie (ma sarebbe maglio dire vere e proprie truffe) di Balzac  per sopravvivere all’assedio dei creditori, ai suoi eccessi, ma, soprattutto ci porta all’interno delle strade tortuose del suo genio e della sua capacità di capire, prima di chiunque altro, il proprio tempo di cui ci ha lasciato uno straordinario reportage nella  sua “Comédie humaine”.
Libro affascinante su uno dei grandi della letteratura mondiale visto dalla lente della grande Vienna dei primi decenni del secolo.

aldo giannuli, consigli di lettura


Aldo Giannuli

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Comments (2)

  • egrprof, da noi,i quest,anno l annata delle olive è scarsa,ma in compenso è andata bene con le rape selvatiche,una specie di quelle pugliesi,che sbollentate e fatte rosolare in padella con aglio intero,da buttare via,ci condiamo degli ottimi spaghetti,amarissimi,di piu dei tempi ch stiamo vivendo,che ci impongono di vivere.fortunatamente stiamo organizzando per conto di un comune limitrofo,la sagra delle lumache depresse,e percepiremo un compenso di:funghi porcini di bosco,e 30 litri di novello rosso,corposo e con retrogusto dolcetto.e il pittore della nostra categoria,sta realizzando dei capolari,degli oli su tela,bellissimi,e spera,di poter essere contattato dai grevizi gregheti nostrani,perche ha un progetto di come far guadagnare onestanente e legalmente,attraverso le sue opere,un sacco di soldi allo stato di cui ci degniamo di appartenere.

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