Commissione di inchiesta: Renzi se la prende troppo calda per essere solo una questione di banche di provincia.

La pausa natalizia, come era prevedibile, ha messo la sordina su tutta la politica interna ed in particolare sulla questione delle banche. Ora vedremo se la storia riparte, ma nel clima dei giorni precedenti alle feste, c’è stata poca attenzione ad una serie di avvenimenti più o meno piccoli che, messi in fila, meritano d’essere meditati.

A dicembre era emersa la proposta di una commissione Parlamentare di inchiesta sulla questione delle banche popolari ed il Presidente del Consiglio, dimostrando molta sicurezza, si era detto subito d’accordo. La stessa sicurezza aveva mostrato la Boschi affrontando il voto di sfiducia individuale. Poi nel Pd era venuta fuori qualche voce per suggerire non una commissione di inchiesta ma una più tranquilla ed innocua commissione di indagine e le acque si erano un po’ agitate (pensate: ha alzato la voce persino del merluzzo lesso di Bersani…); ed allora commissione di inchiesta sia. E qui cominciano le prime cose strane.

Nella bozza voluta da Renzi, vengono fuori due particolari mica da poco:

a- la Commissione avrebbe il diritto di chiedere alla magistratura inquirente gli atti della loro inchiesta, man mano che si producono

b- il periodo sottoposto ad inchiesta è esteso sin dal 2000, periodo in cui ci furono i primi scandali finanziari della stagione liberista (Parmalat, banca 121, Antonveneta eccetera)

La norma iniziale non ha alcun precedente ed è di assai dubbia validità costituzionale, violando il principio della separazione dei poteri, infatti non lascia la discrezionalità al magistrato di decidere se e cosa inviare alla commissione parlamentare (come accadeva per le commissioni di inchiesta sulla P2, Caso Moro, Stragi, Antimafia e Mitrokin) e, per di più, su una istruttoria in corso.

Di fatto, è una intimidazione alla magistratura alla quale si suggerisce, implicitamente, molta discrezione nell’indagare. Peraltro, stabilirebbe un precedente sulla strada della subordinazione della magistratura inquirente al governo, un antica passione gelliana. Si immagina che, se la proposta dovesse essere formalizzata, la magistratura non resterebbe inerte a guardare: si aprirebbe un conflitto frontale fra poteri dello Stato senza precedenti. Renzi non è così sciocco da non metterlo in conto: se lo rischia deve avere le sue buone ragioni.

Ancora più interessante la seconda norma che sposta l’attenzione ad un arco di tempo che chiama in causa il periodo in cui si succedettero al Governatorato, Fazio e Draghi. Come dire che stiamo chiamando in causa Opus Dei e Bce. Andiamo sul pesante, a quanto pare. E infatti, a stretto giro di posta sono arrivate le dichiarazioni –praticamente congiunte- di Napolitano e Mattarella.

A proposito, è un periodo in cui non ci facciamo mancare niente: due papi, due Presidenti della Repubblica… Solo che il past-Papa ha la discrezione di restare in silenzio ed in ombra, limitandosi a comparire solo in occasioni straordinarie come l’apertura del giubileo, mentre il past-President esterna più di quello in carica che ormai sembra il suo vice. Ed i due presidenti si sono precipitati a dire che no, non si può mettere a rischio la credibilità della Banca d’Italia, ne andrebbe della ripresa (ripresa? Quale ripresa?).

La Bce, poi neanche nominarla! Si legge nei Comandamenti: “Non nominare il nome della Bce invano”.

Come dobbiamo leggere questa strana esternazione dei due presidenti che, peraltro, invade il campo decisionale del Parlamento? Suona tanto come un “Messaggio ricevuto”. Di fatto, dopo l’esternazione bi-presidenziale della Commissione di inchiesta non se ne è più parlato se non per alcune voci del Pd che dicevano che in effetti…

Ora vedremo dopo la pausa festiva se se ne riparla o no e come. A chiamare le cose con il loro nome, questa di Renzi è stata una bordata in piena regola che sfida magistratura, Bce, Banca d’Italia e Parlamento (ma per il Parlamento non c’è problema: non conta niente). E vi pare che si fa un polverone del genere per il fallimento di quattro banchette di provincia? Non è di questo che si sta parlando, ma di altro. Torneremo a parlarne.

Aldo Giannuli

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Aldo Giannuli

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Comments (8)

  • Tenerone Dolcissimo

    Insomma …. MUOIA SANSONE CON TUTTI I FILISTEI ….
    Articolo molto interessante, caro Giannuli, di cui aspetto gli sviluppi.
    Cmq, mi sia consentito dire che è l’ennesima conferma che le commissioni di inchiesta servono solo a insabbiare gli scandali.
    Quanto alla magistratura -che ha lanciato alti lai non appena Berlusca anche solamente la guardava male- mi sembra che sia quasi felice di essere presa a pedate da Renzi. Ho, inoltre, l’impressione che il toscano la magistratura la stia “comprando” elargendo alti incarichi. E l’oramai arcinoto procuratore di Arezzo non è il solo nella sua situazione.

  • a quanto pare vogliono nascondere la spazzatura sotto il tappeto. Io temo che prima o poi ci saranno fallimenti di varie banche anche grandi e non solo italiane. Quello che mi insospettisce e’ la recente legge sul “bail-in” sollecitata dall’ UE e che tutti i governi europei hanno prontamente messo a punto. Questa legge prevede che in caso di fallimento di una banca non sara’ piu’ lo stato a salvarla come e’ stato finora, ma secondo un ordine di priorita’, gli azionisti, i sottoscrittori di obbligazioni della banca stessa, i titolari dei conti di deposito, in ultimo se necessario anche i correntisti. Perche’ mai avrebbero fatto una legge simile proprio ora che si parla di una possibile ripresa?

  • Giannuli,vede che cosa sta succedendo a Quarto?
    Quell’articolo scritto da lei qualche mese fa si sta avverando.
    Scriva un articolo su questo fango che stanno gettando che ha pochi precedenti nella storia d’Italia..

    • Tenerone Dolcissimo

      Ho seguito poco la vicenda di quarto, ma devo dire che ce ne vuole per accusare di mafia un movimento che ha cacciato a pedate uno PRIMA che fosse indagato, in un paese in cui noti mafiosi restano al loro posto fino a che sia provata la loro colpevolezza id est fino a definitiva pronuncia della cassazione (cioè trent’anni o giu di li)

    • Si sta soprattutto avverando cosa disse un commentatore circa l’infiltrazione di emissari allo scopo di far esplodere scandali con perfetto tempismo. Il caso Quarto è simile dopo tutto…

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