Commento ai risultati elettorali
C’è poco da commentare: sono risultati che si commentano da soli. I calcoli sono fatti sui risultati provvisori, per cui possono rivelarsi un po’ imprecisi, ma il senso politico rimane.
Pd: il “vincitore” perde 4.760.877 voti rispetto alle elezioni del 2008 (più di un voto su tre di quelli che raccolse 5 anni fa) e, pur avendo pronostici largamente favorevoli, scende al 25% contro gli oltre 30 punti attribuitigli da tutti i sondaggi, ottenendo 64.165 voti in meno del M5s che è una lista che si presenta per la prima volta e che non ha neppure un decimo dell’apparato organizzativo e delle risorse del Pd. Grazie all’ortopedia del sistema elettorale ottiene la maggioranza dei seggi alla Camera, ma non se ne fa nulla perché al Senato non fa maggioranza neppure con Monti. La chiamiamo vittoria? Se è così, somiglia molto ad una catastrofe.
Sel: nelle regionali del 2010 insieme al Psi ottenne 950.926 voti nelle 14 regioni in cui si votava. Oggi ne ha 1.090.802 su tutto il territorio nazionale, raggiungendo il 3,2%, con una perdita dello 0.45% rispetto a quelle regionali, nonostante pronostici molto più favorevoli che, nel periodo 2010-2011 avevano sfiorato l’8% e che, in questa campagna elettorale, oscillavano fra il 4 ed il 6%.
E’ una vittoria? Non direi.
Rivoluzione Civile: cosa c’è da dire? Nelle Europee di 4 anni fa, la sola Federazione della Sinistra ebbe 1.035.190 voti pari al 3.05% e l’Idv l’8% con quasi 2 milioni e mezzo di voti. Oggi Rc prende 765.054 voti cioè 270.000 in meno di quelli che prendeva la sola Federazione della Sinistra. Un fallimento annunciato, previsto, ma soprattutto, meritatissimo. Ma su Rc torneremo con un pezzo ad hoc.
Monti: la coalizione ottiene 3.591.560 voti pari a un risicatissimo 10,54% che “salva” una striminzita Udc ridotta all’1,78%. Nel 2008 la sola Udc aveva avuto 2.050.319 voti. Considerato che questa era la lista del Presidente del Consiglio uscente, che aggiungeva i quattro gatti di Fli, che si giovava dell’apporto di Italia Futura (Cordero di Montezemolo), della Comunità di Sant’Egidio (Riccardi), di un mezzo appoggio della curia vaticana e che i primi sondaggi oscillavano fra il 16 ed il 19%, mi sembra che possiamo parlare di una completa débacle.
Pdl: attirandomi commenti sprezzanti, avevo segnalato come il Cavaliere stesse facendo una pericolosa rimonta, dovuta in larga parte alle sue non comuni doti comunicative. Beninteso: lo so che ha seminato fumo, che ha promesso cose irrealizzabili, che la sua lettera sul rimborso dell’Imu è una cosa da codice penale e che è un bandito. Non ripetiamoci cose che sappiamo benissimo, questo non toglie che si tratta di una belva molto pericolosa e che è sempre costantemente sottovalutato dai suoi avversari. Lo ammetto: anche io a dicembre lo avevo dato per definitivamente spacciato e mi accorgo di averlo fortemente sottovalutato. Bisogna riconoscere che ha fatto un miracolo cogliendo il massimo dei risultati per lui possibili (ingovernabilità al Senato e scarto di soli 120.000 voti alla Camera rispetto alla favoritissima coalizione avversaria). A dicembre aveva un partito ridotto al 15% nei sondaggi, dal quale stavano prendendo il largo decine di dirigenti di primo piano, non aveva nessun alleato –la Lega giurava di non volerne sapere- e sembrava destinato a prendere meno voti di Monti.
Detto questo, va considerato che, pur trattandosi di un recupero strepitoso, il risultato resta molto, molto al di sotto di quello di 5 anni fa, rispetto al quale il Pdl perde 6.296.744 voti (quasi la metà di quelli raccolti), per cui parleremmo di un “mezzo successo”: cioè di una sconfitta secca rispetto a cinque anni fa, ma di un fortissimo recupero rispetto alla situazione di tre mesi fa.
Lega: altro grande sconfitto, si riduce al 4% e vedremo se conquista almeno la Lombardia.
M5s: anche se di un soffio, è il primo partito italiano, con un quarto dei voti del totale, e tiene in scacco l’intero sistema politico. Ha succhiato voti a tutti ma in particolare alla sinistra. Sappiamo tutti benissimo quali siano le fragilità di questo movimento, sappiamo che più che voti alla sua proposta si è trattato di voti contro tutti gli altri partiti. Questo non toglie che sia l’unico a poter dire di aver vinto ed io direi anche stravinto. E c’è molto da imparare…
CHE SI FA?
Più avanti cercheremo di spiegarci perché è andata così ed in cosa hanno sbagliato Bersani, Vendola, Ingroia e Monti e perché Grillo abbia avuto questo strepitoso successo. Ma prima ancora di fare questa analisi (vedremo anche quali sono stati i flussi elettorali), chiediamoci che situazione si è determinata. In un pezzo precedente avevo detto che era una partita a tre uscite ed avevo ipotizzato una situazione in cui la somma dei voti Pdl-M5s rendesse impossibile ogni maggioranza al Senato. Anche se ritenevo questo l’esito meno probabile, credo di essere stato uno dei pochi ad ipotizzarlo come possibile. Ora ci siamo.
Cosa può fare il Pd che, avendo la maggioranza assoluta alla Camera è quello che decide cosa si può fare? Ci sono tre possibili scenari:
-immediate nuove elezioni con questo sistema elettorale.
-accordo Pd-M5s
-accordo Pd-Pdl
Non ci sono altre uscite e nel frattempo occorre eleggere anche il Presidente della Repubblica.
Le nuove elezioni (intendiamo entro giugno) sarebbero affrontate da un Pd in pieno marasma: crollo psicologico per la mancata vittoria, leadership di Bersani più che traballante ecc. Vice versa, il Cavaliere avrebbe chance migliori di quelle della partita appena conclusa, ma anche grossi problemi da risolvere, a cominciare dal fatto che la Lega, uscita con le ossa rotte dalla competizione e non più interessata a concludere accordi con lui (comunque vada oggi pomeriggio, la Lombardia non sarebbe più in discussione) molto probabilmente si sfilerebbe. Ovviamente Monti ne uscirebbe ulteriormente bastonato mentre scomparirebbero del tutto Fid e Rc.
Unico a poter guardare con fiducia ad un nuovo successo è il M5s che, stante questo sistema elettorale, potrebbe pensare di raggiungere la maggioranza relativa e portare a casa il premio di maggioranza alla Camera.
Il Pd potrebbe avere una grossa tentazione: andare alle elezioni allargando la coalizione a Monti e magari presentare come candidato Presidente Renzi. Sulla carta potrebbe anche funzionare: Vendola, con il suo 3 e spicci per cento, non avrebbe possibilità di impedirlo e la sommatoria sarebbe intorno al 40%. Ma queste sommatorie sulla carta non funzionano quasi mai: in primo luogo l’emorragia di consensi al Pd è avvenuta verso il M5s e non verso il centro, per cui un nome come Renzi ed un alleato come Monti causerebbero un nuovo esodo verso il M5s e verso l’astensione. Anche gli elettori del centro non è detto che seguano Monti in questa direzione ed anzi è ragionevolissimo che una parte di essi si riversi verso il Cavaliere. Infine, la cosa avrebbe una pessima immagine: il cartello degli sconfitti che si mettono insieme all’insegna dei limoni spremuti. Sarebbe una alleanza all’insegna del “rigore” che è proprio quello che gli italiani hanno appena bocciato. Se tutto andasse a gonfie vele, potrebbero pensare di portare a casa un 32-34%, ma potrebbe anche venire fuori un risultato decisamente al di sotto.
Vice versa, Grillo sa di avere diversi terreni di espansione: risucchiare le spoglie di Rivoluzione Civile e forse anche di Fid, attirare altri delusi del Pd, mordicchiare la destra, ma soprattutto sperare in un forte flusso dall’area dell’astensione.
Se gli va bene può sperare in una maggioranza relativa che, grazie al sistema elettorale, gli regala il 54% dei seggi alla Camera. Se gli va male può pensare al ripetersi di una situazione di stallo al Senato simile a quella attuale, ma con un maggiore potere contrattuale dato dall’ ingrossamento delle sue fila.
Dunque, non è difficile prevedere che il Pd guardi con molto sfavore a questa ipotesi.
L’accordo Pd-M5s, basato su un’intesa di programma anche limitata nel tempo, sarebbe sicuramente la cosa più auspicabile, ma è anche quella meno probabile, soprattutto perché Grillo non ha molto interesse a farlo, avendo, invece, tutto l’interesse a nuove elezioni. Ma anche perché questo esigerebbe una duttilità di cui non crediamo capaci i dirigenti del Pd. La cosa potrebbe prender quota se il Pd offrisse un pacchetto di misure da realizzare in un anno (legge sul conflitto di interesse, legge sulla corruzione, riduzione drastica degli stipendi dei manager pubblici e dei parlamentari, abolizione secca dell’Imu ecc.) e, nello stesso tempo, offrisse una candidatura di gradimento comune al Quirinale. Ovviamente, questo esclude in partenza qualsiasi esponente politico o intellettuale legato al Pd; occorrerebbe orientarsi verso una personalità della società civile che abbia titoli morali tali da essere presentato come un vero garante super partes. Butto lì un nome come quello di Don Gallo (salvo il fatto che dovrebbe chiedere la dispensa ecclesiastica). Ve l’immaginate Bersani che dimostra tanta agilità intellettuale? Neanche a parlarne.
Resta l’intesa con Berlusconi in nome della salvezza economica del paese mentre lo spread impazza ecce cc. Non so, poi, quanto l’ “Europa” ed i “mercati” possano sentirsi rassicurati da un governo di coalizione con il Cavaliere, ma ci si può sempre provare. La cosa dovrebbe passare per la cruna dell’ago del Quirinale ed, in questo quadro, i due candidati più quotati sarebbero Berlusconi e Dalema.
Fate voi…
Poi, però, fra un anno vengono le elezioni europee e, con una intesa Pd-Pdl, possiamo scommettere sul fatto che Grillo schizzerebbe al 45%.
Insomma la cosa non mi pare messa bene per il Pd.
Ed allora che fare?
Intanto occorrerebbe eleggere comunque il nuovo capo dello Stato (anche qui la sommatoria Pd-Monti non credo che basti, quindi occorre intendersi o con il Cavaliere o con Grillo) anche perché dubito fortemente che questo Presidente possa costituzionalmente sciogliere le Camere ed indire nuove elezioni.
Fatto questo, la cosa più auspicabile è che il nuovo inquilino del Quirinale convochi al colle il Presidente della Corte Costituzionale, come suprema autorità di garanzia costituzionale, e gli affidi l’incarico di comporre un governo a termine con l’unico punto di programma di approvare una nuova legge elettorale per procedere a nuove elezioni, con regole più accettabili di questo schifo di legge elettorale che il Pd ha scelleratamente impedito che si cambiasse.. Una legge che non potrebbe essere che puramente proporzionale e con voto di preferenza.
Insomma: il centro sinistra, con i suoi 10 milioni di voti rappresenta il 21,42% del corpo elettorale e si vede attribuito il 54% dei seggi, vi sembra una cosa decente? Beninteso, sarebbe lo stesso uno schifo se al posto del Centro sinistra ci fosse il centro destra o il M5s: non si può falsare la rappresentanza sino a questo punto. Per di più, gli “eletti” sono poi nominati dalle segreterie di partito o sono passati per discutibilissime elezioni primarie o, peggio ancora, “parlamentarie”. Siamo seri: rifacciamo le regole elettorali (anche per evitare questa assurdità di camere a maggioranza alterna) e rimodelliamo i partiti in modo più aderente alla società italiana e con personale politico meno sclerotico ed impresentabile. Ci vorrà tempo, dovremo passare per governi di coalizione, per maggioranze funamboliche, quello che vi pare, ma inizieremo ad uscire da questo pantano in cui il preteso bipolarismo (oggi fallitissimo) ci ha precipitati.
Aldo Giannuli
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angelo
Analisi impeccabile sotto ogni punto di vista. Per il presidente della Repubblica io ho proposto ( e insisto) Carlo Petrini (fondatore PD come rappresentante società civile) sarebbe un segnale di grande rottura (e di respiro internazionale) e certamente sarebbe gradito a M5S
_nero
La vera domanda (l’unica che valga la pena) è: quale sistema elettorale potrebbe raccogliere abbastanza consensi da essere votato a breve?
Tu che dici?
giandavide
sono d’accordo su molti punti, ma non sulla legge elettorale. la calderoli 2, ovvero il provincellum, che tanto piace ad aldo, avrebbe creato una situazione del tutto simile a questa: l’unica differenza sarebbero i meno parlamentari del pd alla camera, ma non avrebbero cambiato lo scenario che ci si trova davanti e che richiede coalizioni di qualche tipo. d’altra parte, se aldo preferisce il provincellum, ovvero “SBARRAMENTO AL 4-5% O, AL SENATO, AL 6% ” non solo non ha molto da parlare di distrorsioni, ma anche la sua cosiddetta fede proporzionalista mi sembra vacillante, dato che una soglia del 6% è un proporzionalismo un pò strano e distorto verso il centro. l’unica alternativa sarebbe stato il mattarellum, che avrebbe creato una maggioranza abbastanza sicura, cosa che sarebbe servita perlomeno a cambiare legge elettorale nuovamente per adattarla al contesto non più bipolare della politica italiana.
detto questo, credo che alleanza con pdl sia possibile teoricamente, ma a livello pratico renzi, che ha già perso le primarie, dovrebbe prima o poi tornare alle urne con una collaborazione con berlusconi alle spalle: grillo al 75%, dato che persino un elettore di bocca buona come me li manderebbe affanculo. il pd dovrebbe calare le mutande un attimo e proporre quelle 6-7 cose che condivide con grillo (falso in bilancio, unioni civili eccetera. non sono pochi i punti comuni) sulla base di queste proposte si dovrà decidere tutto: un governo breve per dfare ste cose, legge elettorale e poi alle urne.
senza contare che ad un prossimo giro elettorale le cose per il pd potrebbero farsi più facili: non tanto perchè ingroia e monti non sarebbero più un problema (risulterebbero dei falliti) ma soprattutto perchè il più logorato da altre elezioni sarebbe proprio berlusconi, che ha elemosinato alleanze col pd a scrutinio ancora aperto, mostrando non solo una pezzenteria senza fine, ma anche una totale mancanza di prospettive. insomma, cosa dirà berlusconi ai suoi elettori: votatemi ancora di più così bersani (o renzi o dalema)stavolta dovrà accettare di governare con me ? lo voglio proprio vedere.
comunque gli ingroiani, grazie al loro vate di pietro, non sono nemmeno riusciti a prendere voti per se, ma solo a toglierli a bersani attaccandolo per tutta la campagna elettorale (e incolpandolo insieme a crozza della propria sconfitta). e a conti fatti la cosa mi sembra perfettamente coerente con la figura di dipietro, che penso si possa affermare senz’ombra di dubbio che sia stata la più deleteria della sinistra italiana da dieci anni a questa parte. il precedente vincitore è veltroni, ma devo dire che dipietro gli sta rubando la coppa ai punti: d’altra parte riuscire a metterla in quel posto a tre alleati di centrosinistra in un anno non è poco, è un’impresa quasi eroica, da perfetto eroe della destra tale è dipietro, che come il napalm, ha lasciato solo terra bruciata in quella che era l’area elettorale del centrosinistra. propongo crocifissione in sala mensa.
per il resto io ho sottovalutato si berlusconi, ma non così tanto. se ho votato vendola, è perchè ritenevo la sua entrata al govenro possibile e temibile, e infatti ho attaccato spesso gli ingroiani che dicevano che il banana non era un problema. e si è visto che non è un problema. ora sono entrato nel periodo “ve lo avevo detto”.
ps.
comunque il risultato mi sembra coerente con il voto di dispersione: zero governo. risultato raggiunto?
aldogiannuli
giandavide: non ci siamo capiti, noin penso al provincellum ma ad un sistema proporzionale su lista con preferenza unica, senza premi di maggioranza e senza clausole di sbarramento. Pumnto e basta senza alchimie elettorali. E’ ovvio che nessuno avrebbe la maggioranza e pertanto si andrebbe a governi di coalizione, che all’inizio sarebbero necessariamente forzate, ma è l’unica strada che consenta di avviare un processo di ristrutturazione del sistema dei partiti. Tutto il resto sono intrugli da pataccari.
Del Pd riparleremo
Peucezio
Ottima analisi, come sempre.
Ho qualche dubbio però sul fatto che Renzi (senza Monti però, che sarebbe una zavorra: tanto più Renzi è telegenico e piace, tantomeno lo è Monti) non potrebbe essere una carta vincente per il Pd. Non so quanto in questo caso si applichino le coordinate classiche di destra-sinistra-centro ed estremismo-moderatismo. Renzi è uno che piace a molti elettori berlusconiani e anche a molti che hanno votato Grillo (da ex berlusconiani, ex diessini o altro), quindi la sua non verrebbe percepita come una proposta centrista (che Renzi sia centrista lo capiscono i politologi ecc., ma non la visceralità della simpatia popolare), ma come una proposta innovativa di un giovane simpatico. Che poi non ci sia in realtà nulla di innovativo in Renzi e che la simpatia non serve a granché neanche per amministrare un condominio, è verissimo, ma la gente non lo sa.
Un altro dubbio circa la legge elettorale: è vero che prendere più della metà dei seggi con poco più di un quinto dei voti non è giusto, ma con un consenso popolare distribuito in tre pezzi (più il pezzettino montiano) incompatibili tra loro, o si rinuncia ad avere un governo oppure si deve per forza premiare una maggioranza relativa per quanto ridotta. Francamente non vedo molte alternativa a un sistema a doppio turno (oppure a un sistema in cui al Senato, chi ha la maggioranza relativa in una regione ne conquista la totalità dei senatori). Probabilmente non si farà né l’una cosa né l’altra, il che significherà che o si tornerà a votare più volte senza mai avere una maggioranza o, più probabilmente, si farà un inciucio lasciando fuori Grillo, che al giro successivo prenderebbe davvero la maggioranza assoluta o quasi.
E’ interessante comunque il riflesso sociologico di questo voto: è evidente che ha perso l’Italia del rigore e dei ceti egemoni e si è manifestata violentemente un’Italia popolare forse poco consapevole e istintiva, ma recalcitrante a farsi addomesticare. In un paese a tradizione “moderata” e democristiano per quasi mezzo secolo, non è un fenomeno da poco.
Piero
Ottimo. Ineccepibile. Lucido. Essenziale.
David Arboit
Posto che concordo sulla impossibilità di un accordo PD-5stelle (Grillo per non essere lapidato come inciucista sarebbe costretto a porre condizioni umilianti) non c’è altra via d’uscita se non un governo di scopo dedicato esclusivamente alla riforma elettorale.
Ammesso e non concesso che poi, dopo una riforma rigorosamente proporzionale e il voto, non ci si ritrovi esattamente allo stesso punto da cui si è partiti. Proviamo infatti a fare il seguete esercizio: con i dati freschissimi che abbiamo sotto mano, supponiamo che siano poi interpretati come rigorosamente proporzionali, a comporre un governo. Voglio proprio vedere.
giandavide
anch’io su una cosa del genere ci metterei la firma, ma la proposta per cambiare la legge elettorale non era questa, era appunto il provincellum, e per questo specifico punto mi sembra ingiusto incolpare il pd, dato che la maggioranza era comunque del centrodestra, e in fondo il centorsinistra si è semplicemente rifiutato di accettare la riforma pataccara di calderoli. gli insulti al pd me li sto tenendo fino alla prossima uscita di bersani…
ma piuttosto, qualcuno ha capito cosa vuole fare grillo con la legge elettorale? io ho il vago sospetto che gradirebbero maggiormente una legge maggioritaria senza doppio turno. in fondo, se il mattarellum è stata la legge che ha fatto dire al banana “mi candido” (vedere famosa intervista a minoli), perchè grillo dovrebbe vederla diversamente ed essere favorevole ad un proporzionale (se poi non si vuole alleare con nessuno?)
luca iozzino
1)Per prima cosa ( Soprattutto per Giandavide ) La prossima volta fidatevi di chi ha più esperienza e vi da una previsione basata su esempi concreti e facilmente verificabili. http://aldogiannuli.it/nuovotest/2013/01/che-succedera-alla-elezioni-una-partita-a-tre-uscite/ .
2) condivido pienamente l’analisi del voto di Aldo ed aspetto con ansia la parte dedicata a Rivoluzione Civile su cui ho parecchie cose da dire avendola dovuta vivere dall’interno mio malgrado essendo stato collocato d’ufficio da ottusi dirigenti del mio ex partito ( IDV ) dentro un movimento senza che nessuno si sia degnato di chiedermi se ero d’accordo. Mi sono naturalmente allontanato appena ho visto le schifezze delle liste e non ho fatto campagna per rivoluzione Civile. Come Aldo la cosa migliore che ho potuto farne è stato non parlarne.
3) condivido gli auspici di Aldo sugli scenari ma credo che realisticamente si cercherà un Intesa PD-PDL per eleggere un presidente della Repubblica Napolitanesco che tuteli certi interessi e garantisca certe immunità e tirare avanti fino alle europee ( poi dio vede e provvede, soprattutto il PD non ha mai dato segno di lungimiranza non scommetto che lo dia ora ). Probabilmente un nuovo Governo Monti ( se sono poco poco decenti con un altra persona vista la figuraccia elettorale rimediata dal professore). La scusa sarà l’impennata dello Spread pilotata da Draghi che smetterà di acquistare Bond Italiani sui mercati secondari.
Commento ai risultati elettorali di Aldo Giannuli | Phenomenology Lab
[…] Commento ai risultati elettorali di Aldo Giannuli martedì, febbraio 26, 2013By RedazioneC’è poco da commentare: sono risultati che si commentano da soli. I calcoli sono fatti sui risultati provvisori, per cui possono rivelarsi un po’ imprecisi, ma il senso politico rimane. Pd: il “vincitore” perde 4.760.877 voti rispetto alle elezioni del 2008 (più di un voto su tre di quelli che raccolse 5 anni fa) e, pur avendo pronostici largamente favorevoli, scende al 25% contro gli oltre 30 punti attribuitigli da tutti i sondaggi, ottenendo 64.165 voti in meno del M5s che è una lista che si presenta per la prima volta e che non ha neppure un decimo dell’apparato organizzativo e delle risorse del Pd. Grazie all’ortopedia del sistema elettorale ottiene la maggioranza dei seggi alla Camera, ma non se ne fa nulla perché al Senato non fa maggioranza neppure con Monti. La chiamiamo vittoria? Se è così, somiglia molto ad una catastrofe. (continua la lettura sul sito AldoGiannuli.it) […]
Davide
Io di questioni elettorali non me ne intendo proprio e quindi taccio a proposito. Per me il problema e’ che questa classe politica ormai non cerca l’elezione per curare gli interessi del Paese, far valere la Costituzione, riportare il sistema scolastico a livelli ottimali, creare un mercato del lavoro che rispetti tutti. Questi politici ormai fanno l’assalto alla diligenza, ben sapendo che un altro posto di lavoro cosi’non lo trovano. Nessuno li puo’ licenziare, si aumentano lo stipendio ogni 6 mesi coi soldi nostri, usano lo Stato per piazzare famigliari, intrallazzano con le Mafie e il Vaticano e fanno pure le celebrita’ in televisione. Qualcuno ha detto che la politica e’ “sangue e merda”. Si e’ dimenticato di specificare che il sangue lo mettiamo noi cittadini e la merda la mettono i politici.
Marco86
E’sempre molto bello commentare le elezioni degli ultimi anni, visto che chiunque vinca, l’analisi finale è sempre la stessa: il centrosinistra non vince e Berlusconi non perde(sempre che non vinca).
PD-Dobbiamo commentare? Bersani perde 9 punti alla camera rispetto al 2008, quando il tanto disprezzato Veltroni colse un risultato a mio giudizio strepitoso (33% con sul groppone due anni di fallimentare governo Prodi e un centrodestra strabordante). Girò l’Italia piazza per piazza(compose le liste in maniera bizzarra certo, vedi casi Calearo, Serra ecc) e fece spesso pienone. Non gli si poteva chiedere di più. Oggi Bersani riporta il Pd, dopo due anni di disastri della ditta Berlusconi-Abc, ai livelli del disarmo franceschiniano…non penso ci sia altro da aggiungere
PDL-Diciamo che l’1% dei voti è del centrodestra in quanto tale, il restante 20% e rotti è di Berlusconi, come sempre. Chiaro che si possa parlare di tenuta, ma tre anni fa qualcuno da quelle parti iniziava a parlare di maggioranza assoluta e comunque la coalizione girava a percentuali in doppia cifra con il 4 davanti allo 0. Di fatto il dominio è dimezzato. Non mi pare qualche cosa di cui andare fieri. Oltretutto, come se servisse ancora una dimostrazione, l’ottantenne Berlusconi cannibalizza il centrodestra, dopo di lui non c’è nulla e il nulla generalmente non prende voti.
Degli altri partiti e degli scenari non voglio parlare, è chiaro che RC non esiste e non è mai esistita, i vari di Pietro, diliberto, ferrero e compagnia dovrebbero pensare a trovarsi un lavoro stabile, dato che in parlamento non ci torneranno mai più. Vadano a fare compagnia a Ferrando e cerchino di arrivare il prima possibile a un consolidamento certo della posizione di rendita garantita dall’esistenza a percentuali vicine allo 0,5%. Altro dubito che possano fare.
riccardo todini
ASPETTIAMO CHE FANNO L’INCIUCIO COSI’ GLI ELETTORI SOPRATUTTO DEL PD VEDONO CHIARAMENTE A CHI HANNO DATO IL LORO VOTO…
domenico
ma perchè molto semplicemente non si chiede al partito di maggioranza relativa alla camera (mm5) di farsi carico di una proposta di governo?
in fondo a lui basterebbe allearsi col pd o col pdl per avere la maggiornaza
cinico senese
Dipende tutto dallo tsunami spread di cui oggi abbiamo intravisto in lontananza l’onda – con il suo aumento a 340 (a questa ora) e il raddoppio interessi nell’asta bot 6 mesi + borsa profondo rosso. Speriamo sia una illusione ottica ma se arriva, le pressioni internazionali faranno mettere assieme PDmenoL e PDL nel santo inciucione per la salvezza dell’Italia (cioè la loro). Il PDmenoL è sempre presente quando si tratta di mettere il culone su poltrone per senso di responsabilità verso l’itaGlia. Così verrà risucchiato ancor più da M5Stars. A meno che prevalga nelle loro teste radical chic il buon senso di cambiare la legge elettorale + leggi anticasta, come dici tu, alleandosi con M5stars. Ne dubito. Piuttosto ci portano al disastro del commissariamento BCE. Il PDmenoL comunque si muova, perde. Scacco al re (?)
vito
d’accordo quasi su tutto.
quindi specifico dove non sono d’accordo.
sul meccanismo con cui le forze politiche hanno scelto i futuri parlamentari.
dato che le uniche selezioni piu o meno democratiche son state 2 mi concentrerò su quelle:
M5S e PD.
molti confondono il numero di preferenze attribuendo alla foza con il maggior numero una maggiore democraticità.
peccato che nel ”nostro caso” non sia cosi.
differenza tra primarie e parlamentarie.
-PRIMARIE:3 milioni di votanti.
2 euro a elettore per votare.
classica prassi della spesa di tempo e congelamento degli impegni per ”andare a votare”.
gli ELETTI non hanno vincoli di mandato.
quindi 3 milioni di votanti valgono ZERO.
chi vota il PD alle nazionali basa il rapporto tra PD ed elettori sulla ”fiducia”.
ovvero l’elettore deve ”sperare” che gli eletti del PD non facciano di testa propia(compresa la dirigenza)
quindi l’elettore non ha certezze.
-PARLAMENTARIE: 20 mila su 30 mila elettori 5 stelle.(il 66% del m5s quando si decise che si sarebbero fatte le parlamentarie)
voto gratis e online.
voto da casa,quindi nessun tipo di problema.
gli ELETTI hanno vincolo di mandato interno al m5s.
quindi i 20 mila voti contano tutti e 20 mila.
se l’eletto sbaglia va fuori dal m5s.
il rapporto tra M5S e elettore è basato sulla certezza,non sulla fiducia, grazie al vincolo di mandato(relativo a statuto,programma e regole di democrazia diretta)
quindi chiunque alle nazionali abbia votato m5s saprà che l’eletto applicherà il programma votato dall’elettore.
se poi consideriamo che il programma è stato scritto e votato dalla base 5 stelle,si puo dire che chi comanda nel m5s è la base(che prima era piccola e relativa a quei 30 mila, successivamente diventata 250 mila circa e oggi probabilmete piu di 1 milione)
sul resto condivido,ma la invito a riflettere su una cosa:
il m5s non si allea con nessuno perche ”non è un forza politica”, è ”un altro sistema”.
punta alla democrazia diretta e all’abbandono del sistema rappresentativo.
e le regole di una democrazia diretta prevedono l’impossibilità strutturale e insensatezza nel formare alleanze.
detto questo, bell’articolo
carlo63
prof. Giannuli, come spesso mi capita condivido le sue analisi, ma Don Gallo non le sembra un pò troppo “giovane” per fare il presidente della repubblica? che ne dice pensa invece di S. Rodotà??
massimo
sigh prevedo impennate dello spred e gravi crisi da affrontare con reponsabilità (credo che responsabilità sarà la parola d’ordine dei prossimi mesi).
penso che sì si userà la responsabilità, chissà si recupererà passera come premier perchè è di un tecnico che c’è bisogno… ma così Berlusca si terrà il suo 30% e il pd qualsiasi sia il leader si giocherà un altro 5-10%… l’unica scelta sensata sarebbe tentare un governo a breve progettuale con grillo (anche finalmente per affrontare nodi come il conflitto di interessi…) ma anche io vedo che il PD sta reagendo con molta più rabbia nei confronti del M5S che con un ripensamento sul proprio ruolo e sulla propria interpretazione della società italiana… il fatto che i tedeschi siano preoccupati potrebbe anche dire che stiamo andando nella giusta direzione…
MAURIZIO BAROZZI
Caro Giannuli,
la sua analisi del voto e post voto è obiettiva, semplice ed evidente. Ma il problema adesso non è tanto quello di capire quale coalizione potrebbe verificarsi e reggere per un certo tempo, pur facendo rizzare i capelli in testa per chi ha votato PD, o Pdl, o Mov. 5Stelle, visto le nette contrapposizioni che hanno contradistinto questi partiti e che ora dovrebbero essere accantonate. Il problema è uno solo: come uscire dalla stretta usurocratica che gli organismi e le Istituzioni mondialiste ed Europee hanno imposto al nostro paese.
Non prendiamoci in giro: siamo privi di sovranità nazionale, ma non possiamo uscire dalla Nato, ne buttare a mare le 113 pericolosissime (per tutti noi), basi militari, anche atomiche, perchè non ce lo permetterebbero con ogni mezzo.
Dovremmo uscire dall’euro per salvare un minimo di autonomia finanziaria, ma se lo facessimo andremmo in contro ad una sorta di ritorsioni e ricatti inimmaginabili dall’Europa e dalla Bce, i nostri carnefici e strozzini.
Dovremmo salvare un minimo di partecipazioni statali per evitare che tutto il tessuto sociale sia sottoposto alla legge del profitto, ma, a parte che c’è rimasto ben poco da salvare, tutti i partiti, escluso mi sembra Grillo, sono impegnati a liberalizzare e consegnare beni e aziende alle grandi banche di affari internazionali.
Per ultimo Monti, nel suo mandato governativo ha emesso trattati, decreti e leggi che obbligano i futuri governi a sottostare alle imposizioni di quella che, di fatto, è la grande truffa del “debito pubblico”.
Mi dica lei quindi chi potrà trarci da questa tragica situazione che ha liquidato lo Stato Sociale e ha riportato gli anziani, ma non solo a raccattare avanzi ai mercati rionali?
Qui sento gente che si lamenta che il Pd non è all’altezza, che sogna ad occhi aperti un ritorno di “sinistra”, magari da quelli che sono i residui di Rifondazione Comunista, ed altre utopie del genere. Ma non ci si rende conto che un patrimonio di ideali di sinistra, quasi centenari se si considera la nascita del Pcdi nel 1921 ed ultra centenari se consideriamo il partito socialista, sono stati liquidati interamente e gli epigoni del Pci, ovvero il PD e altri addentellati sono oramai una struttura e una forza politica di stampo “liberal”, mente gli epigoni di Rifondazione sono oramai preda delle devastanti ideologie neoradicali. Ergo, tutti costoro possono avere idee e attitudini divergenti dai disegni dell’Europa dei “tecnici” e dei “consulenti bancari”, ma NON sono antitetici. Sono sempre disponibili, attraverso inciuci di ogni genere, ad assecondare i Monti e i Draghi di turno. Non a caso sono quelli che hanno portato nei governi o li hanno mantenuti, gli Amato, i Ciampi, i Prodi, vale a dire gli uomini dell’usura bancaria internazionale, i fratelli predecessori di Monti. Tutti sappiamo che la finanza “illuminata” italiana, espressa da La Repubblica di De Benedetti, ha da tempo in tasca gli epigoni del PCI. Del centro destra, Berlusconiano e non, inutile spendere parole visto lo squallore e gli interessi che rappresentano.
E allora?
Lucio Mamone
Cosa ha sbagliato il Pd in questa campagna elettorale? Tutto, semplicemente tutto. Anche dopo gli schiaffi del voto dimostrano di continuare a non capirci nulla. Berlusconi ha intuito mesi fa che per avere qualche speranza di rimonta doveva far identificare, agli occhi degli elettori, il nefasto governo Monti con la sinistra. Risposta della sinistra? “Il nostro programma è l’Agenda Monti, più qualcosa!” Il timore per il ritorno dell’odiato avversario ha portato il Pd ad una strategia suicida: difendere Monti per screditare il Cavaliere che lo attaccava. E così ha dimostrato non solo di non essersi accorto del malcontento feroce e quanto mai meritato che la stragrande maggioranza della popolazione provava verso Monti, ma soprattutto di non sapere cosa pensasse la sua “base”: resta pur vero, nonostante il Pd in pubblico se ne vergogni, che questa base è di sinistra e che per la gran parte non ha apprezzato le politiche liberiste e classiste del fu governo tecnico. Il Pd ha insomma lasciato che la critica all’austerità fosse condotta solo da destra, dal M5S e dalla minoritaria sinistra di Ingroia (che io ho votato proprio per questo motivo). Così non potendo convincere neanche un pensionato a concedergli un nuovo voto, ha impostato tutta la campagna elettorale in un vago antiberlusconismo privo di contenuti (ma pieno di stucchevole retorica) e soprattutto nel tentativo di contenere le “spinte centrifughe” verso il 5 Stelle e la sinistra di Ingroia (tanto il Pdl è indietro, dicevano…). Con RC l’operazione è riuscita, con Grillo naturalmente no anche perchè non sono riusciti a tirar fuori nulla di più che le classiche accuse mosse a Berlusconi, populista e fascista, di cui puntualmente gli elettori mostrano di non fottersene nulla. Ma torniamo all’asse Pd-Monti: Berlusconi inizia a recuperare perchè la gente inizia a cascarci all’associazione Monti-Bersani-CGIL-tasse, i numeri al Senato iniziano a non bastare e il genio tattico del Pd esprime il meglio di sé, iniziando a parlare di una futura alleanza con Monti (giusto per convincere quegli indecisi a non votarli). Al di là della scelta moralmente ignobile, colpisce la valutazione miope, perchè Monti già in quelle settimane veniva dato intorno al 12% quindi non era sicuro che con questa alleanza “i numeri bastassero”. Così ieri sera, si sono ritrovati ad essere spalleggiati da gruppo senatoriale che conta ad essere generosi come un due di briscola (meglio che niente, per capirci). Grandioso! Ma mi sembra ancora più grandioso che dopo aver condotto una campagna elettorale dove l’unica cosa che si è capita nella contraddittorietà della loro proposta è che non volevano Berlusconi, stanno ora prendendo in considerazione la proposta di fare un grande coalizione con chi? Con Berlusconi naturalmente… Che per carità, mi sembra anche una soluzione giusta, se lo scopo è quello di far votare M5S ad un elettorato come quello del csx abituato a sopportare tutto per la promessa di esser liberato dal Cavaliere. Credo che l’unica soluzione che gli resti per non sparire del tutto entro 2 anni sia quella di fare un Brest-Litovsk con Grillo e in cambio della fiducia al nuovo governo, accetti di essere sotto ricatto del Movimento per i prossimi 5 anni. “Firma senza leggere” insomma…
giandavide
@luca, ti devo dare ragione per quanto riguarda i sondaggi di bersani, sebbene i miei dubbi erano prevalentemente diretti al fatto che i voti in meno sarebbero finiti a ingroia, e su questo non mi sono sbagliato. andrebbe anche detto che al tempo mancava un mese e francamente la campagna elettorale del pd ha fatto un pò schifo in quest’ultimo periodo: pensavo facessero meglio e recuperassero un pò di voti. comunque ammetto che sebbene non abbia ritenuto berlusconi completamente innocuo, mi ero fidato troppo della enorme forbice dei sondaggi
per il resto se bersani e grillo si alleano sui punti di programma condivisi devo ammettere che la mia stima per grillo potrebbe crescere vertiginosamente. e le affermazioni recenti di grillo mi stanno facendo quasi sperare…
Massimo Copetti
Impeccabile come sempre l’analisi di Aldo. Incontrovertibile direi, dato che si basa su cifre e dati di fatto.
Personalmente, saluto con grandissimo piacere la disfatta di quelli che secondo me erano i più impresentabili e insopportabili: PD, Monti, Ingroia, Fini. Deludente a mio parere il dato di affluenza alle urne, perchè in una situazione del genere ha votato almeno un 10% di troppo. In ogni caso gli atensionisti rimangono saldamente il primo partito del Paese. E se non se ne parla è merito di Grillo: il suo successo copre il dato di una grandissima e crescente disaffezione di fondo che riguarda tutto il sistema e la classe politica, lui incluso (o per primo, per quanto mi riguarda).
Maurizio Barozzi propone però un’analisi altrettanto valida, seppur impostata in maniera diversa. Ognuno dei contendenti, infatti, incarna una variante diversa del liberismo, cioè di un sistema che sta creando una catastrofe dopo l’altra, a cominciare dall’Argentina per arrivare alla Grecia. Assurdo che tutti parlino di “merito”, “riforme”, “tagli” (o meglio “liberalizzazioni”), cioè si ostinino a proporre – differenziandosi tra loro solo nei toni – un modello che è già storicamente fallito. Che lo facciano con le battute sconce (Berlusca), con la voce di un robot (Monti), con la faccia da funerale (Bersani) o con le belle parole (Vendola), la sostanza non cambia: più o meno aggressivo, più o meno diluito, rimane il liberismo la loro stella polare.
Non so se – e in tal caso come – uscire dall’Euro rappresenti una reale possibilità politica. Rimane il fatto che restiamo privi di sovranità nazionale in ogni campo, dalla politica economica a quella estera.
Dobbiamo disperatamente tentare di invertire la tendenza, ma non c’è la volontà nè tantomeno uomini o formazioni politiche che siano in grado di farlo in modo competente e ragionato. Sarebbe una catastrofe? Probabile. Certo è che continuando su questa strada, il nostro futuro sarà quello di rovistare tra le immondizie e non vaccinare più i bambini.
giandavide
x il senese: la specialità degli inciuci tra pd e pdl è guarda proprio siena la cui vita politica mostra livelli di corruzione che sono assolutamente analoghi a quelli del peggior meridione – e lo dico da meridionale -. forse è un pò ingiusto prendersela con il pd per i vostri scandali, come io non me la posso prendere con il pd per l’esistenza della mafia..-
makno
egregio prof giannuli interessante la sua analisi piuttosto classica, sui risultati elettorali, guardando i numeri bruti si evidenzia un momento di rottura della società italiana, che periodicamente , circa ogni 20 anni colpiscono l’italia- 1946-1948 elezioni successive alla fine della guerra e del fascismo, 1976 elezioni successive al 68 e al post boom economico, 1992-1994 elezioni successive alla caduta del muro e all’affermarsi del neo liberismo, 2013 elezini successive al fallimento del processo neoliberista a partire dal 2008-. vorrei segnalare che nelle mie zone estremo nord est il cambiamento è stato strutturale paragonabile a quello del 1992 quando interi strati di elettorato hanno abbandonato la dc, interi paesi, e cittadine medio piccole hanno dimezzato o ridotto a 1/3 il voto quasi plebiscitario a berlosconi ed alla lega. per le prossime settimane prevedo che si ballerà un sacco a livello economico, con momenti di vero panico in seno al paese, dovrebbe essere disposto dopo un primo momento di spesamento e di successiva paura, l’elezione del presidente del senato- magari un grillino- indi l’elezione di un presidente della repubblica in una persona stimata e fuori dai giochi , non certo un anziano prossimo ai 90- butto lì la bonino- l’incarico a una persona con profilo tecnico qualche presidente di corte o giù di lì, con mandato di non più di 2 mesi per fare una legge elttorale proporzionale con preferenze – 1 uomo e 1 donna- con sbarramento al 5 %. andare alle elezioni intorno alla fine di giugno con un berlosconi che si ritroverebbe come napoleone di ritorno dall’elba e i suoi 100 giorni precedenti a watterloo. con stima e cordialità makno
Roberto Buffagni
Suggerisco di leggere il commento alle elezioni italiane di Jacques Sapir, sirettore della Ecole d’Hautes Etudes Sociales:
http://russeurope.hypotheses.org/936
Angelo Iannaccone
Credo anch’io che la scelta dell’opzione accordo PD-M5s sia nettamente la preferibile ed aggiungo: credo che sia anche una necessità, se si vuole evitare per il PD un prossimo futuro ancora peggiore. Molti dubbi sorgono però sulla effettiva possibilità e capacità del PD di portare avanti tale opzione, se si tiene conto che la stessa dovrebbe essere condotta da quella stessa leadership, che ha condotto una campagna elettorale demenziale e fallimentare e che non è stata capace di comprendere che cosa sta succedendo nel Paese ed ha dimostrato tutta la propria incapacità strategica e tattica. Se ci fosse la capacità si potrebbe addirittura isolare e mettere in difficoltà Berlusconi (che avrà i suoi problemi con la Lega), contrapponendo i fatti alle balle mirabolanti. Se si realizzasse una tale possibilità si verificherebbe addirittura che in conseguenza del risultato elettorale verificatosi, i risultati concreti sarebbero nettamente migliori di quelli, che si sarebbero avuti nel caso in cui il PD avesse conquistato la maggioranza assoluta. Sinceramente non mi sembra che l’esordio di Bersani possa motivare eccessivo ottimismo: continua ad ignorare la questione imposte ed i problemi delle imprese, lasciando tali questioni al dominio esclusivo di Berlusconi. Ad aumentare le difficoltà potrebbero aggiungersi le pressioni dei mercati, che potrebbero spingere per altre soluzioni. Neanche due mesi fa ci chiedevamo se Bersani avesse la capacità di riuscire nella mission impossible di perdere queste elezioni e Bersani, dando prova delle sue immense capacità in merito, ci è riuscito alla grande. Perché l’aspirante Presidente del Consiglio riesca a riscattarsi, non so se basterebbe portarlo a Lourdes e sperare che la Madonna di Lourdes faccia il miracolo. Bersani ha dichiarato che lui non se la sentiva di contrapporre alle balle mirabolanti del pifferaio di Arcore altre balle altrettanto mirabolanti, come se questa fosse una opzione che i suoi critici gli suggerivano, dimostrando di essere ben lontano dal capire perchè ha perso le elezioni.
Angelo Iannaccone
Dalle prime reazioni al timido ed insoddisfacente discorso di Bersani, pare che nel PD ci siano critiche e resistenze alle aperture al M5s: pare che Dalema vorrebbe aperture al Pdl e Veltroni vorrebbe affidarsi a Napolitano. E’ pazzesco: nel PD c’è chi è peggio di Bersani (vedi Dalema, Veltroni ecc.), che di qui a poco porteranno il PD ad altre sonore sconfitte: insomma un modo traumatico di far pulizia di vecchi tromboni, che ormai non vedono al di là del proprio naso. Insomma non c’è limite al peggio e poi ci si sorprende che Berlusconi appaia un fenomeno difronte a tali soggetti.
Quanto alla resa dei conti, anche uno sprovveduto capirebbe che non è questo il momento, ma sembra che ciò non sia alla portata di alcuni genii del PD. Quel che è certo che la responsabiltà evidente e macroscopica di Bersani è condivisa da tutti i vecchi e nuovi tromboni del partito, che vorrebbero la resa dei conti. Questi poi sarebbero i politici di professione, che si permettono di sollevare dubbi sulla capacità e competenza dei grillini per la loro inesperienza. E’ evidente che solo un pazzo potrebbe affidare il Paese a tali politici di professione, dai quali è necessario liberare con urgenza il Paese. Quel che è certo che nel PD sono in molti a non aver ancora capito.
alberto
nodo lombardo.
prima domanda: come fà una regione a decidere che il 75% delle tasse restino in regione?
penso ci voglia una legge nazionale, vero?
dunque se la lega non è al governo l’ipotesi è assolutamente irrealistica.
seconda domanda:la lega dispone di 1/3 dei consigli comunali tra veneto, lombardia e piemonte per tentare la formazione della macroregione secondo l’art. 132 della costituzione?
terza domanda: ma è poi realistico che la macroregione del nord crei quel paradiso fiscale( perché è questo il vero e autentico obiettivo storico della lega,o no,giannuli?) chiamato padania?
saluti
alberto
aldogiannuli
prima domanda: si
seconda domanda: si per Veneto e Lombardia non so Piemonte
terza domanda: no noin è realistico senza secessione
Giovanni Talpone
Non sono d’accordo su di un punto: che sia così improbabile un qualche accordo PD-M5S. Per due motivi: 1) Dal punto di vista del PD, tutte le altre alternative sono peggiori 2) Dal punto di vista del M5S, Grillo porterebbe a casa un pacchetto di risultati che lo rafforzerebbe ulteriormente (anche perchè quando si è portato a casa un simile risultato, è difficile giocare all’infinito all’apposizione pura). Il vero rischio per il PD è la forza della vecchia guardia autodistruttiva (D’Alema in testa) che metta un veto a questa possibilità per aprire la strada a qualche improbabile avventura con Renzi, Monti e Berlusconi.
aldogiannuli
Giovanni: ma il Qi dei dirigenti piddini dove lo metti?
rosario
Penso che il PD, con la sua vocazione “maggioritaria”, che ha conservato nonostante la (felice!)scomparsa di Veltroni e D’Alema, abbia suscitato molte antipatie (tra cui la mia) dando un’impressione di arroganza e supponenza inaudita. Se avessero provato almeno a contattare il M5s prima del disastro, così, tanto per capire chi fossero, oggi non si dibatterebbero come anguille nel cesto, imbarazzati dal dover ammettere che un accordo col M5s si dovrà fare, alle loro condizioni, o altrimenti ..niente!!! Per la Lombardia, che è stata persa (ahinoi!!)pur con il miglior candidato di sempre, forse sarebbe stato possibile (prima) fare almeno un accordo di voto disgiunto. Un’altra occasione persa, un’altra cocente sconfitta. Per il resto concordo pienamente con l’ottima analisi del Prof. Giannuli, che ascolto volentieri anche a Radio Popolare. Un saluto a tutti.
Caruto
A me e’ piaciuto l’articolo di Barbara Spinelli su Repubblica di oggi (27.02.2013):
http://www.repubblica.it/speciali/politica/elezioni2013/2013/02/27/news/la_pentola_scoperchiata-53501002/
Riprendendo un ragionamento di qualche giorno fa proposto da Giannuli (“se vince Maroni c’e’ un pericolo istituzionale serio”) faccio una parziale autocritica: forse non sono da sottovalutare i problemi temuti-prospettati.
Li colloco nell’onda lunga del crescente e progressivo divario socio-economico Nord-sud iniziato 40 (quaranta!) anni fa, e nell’evidente collasso della “forma” politica italiana (ne accenna la Spinelli nell’articolo citato).
Circa il QI dei dirigenti del PD, purtroppo, concordo con Giannuli. Ma era quanto di meglio passasse il convento: se i risultati sono questi, c’e’ da preoccuparsi.
E’ come se l’Italia fosse un grande iceberg che gradualmente ma inesorabilmente si sta squagliando.
Se fossi Bersani mi metterei in gioco fino alla fine (anche perche’ ormai la sua carriera l’ha fatta) e cercherei di attuare un po’ di misure shock (quelle giuste) che potrebbero avere l’appoggio del 5Stelle.
Se fanno inciuci vuol dire che si vogliono suicidare. Ma si porterebbero dappresso quello che resta e soprattutto perderebbero l’occasione di tentare di costruire qualcosa per traghettare verso qualcosa che non si sa cosa sia, ma che e’ meglio del blocco decisionale e del cedere al ricatto dei Gangster.
L’alternativa, non disprezzabile, sarebbe la perdita definitiva (almeno per un po’ di anni) di quello che resta della sovranita’ nazionale. Ma ho paura che potrebbero esserci riflessi anche a livello europeo, e non sono cosi’ sicuro che i partners europei e nord-atlantici sarebbero cosi’ gentili e caritatevoli nei nostri confronti.
Simone Mucci
Prof. Giannuli,
condivido pienamente la sua analisi sui risultati delle elezioni. Tuttavia, credo che fra i possibili scenari post-elettorali lei non abbia inserito quello che il TG La 7 di oggi chiama un “governo del presidente”. Mi spiego: Napolitano, col plauso dell'”Europa” e dei “mercati”, dà l’incarico di formare il governo a una persona “super partes” (fosse vero!), quale ad esempio Giuliano Amato, con Franceschini presidente della Camera e Berlusconi presidente del Senato. Personalmente non ho la certezza che accadrà qualcosa del genere, ma almeno il sospetto sì, per più motivi:
1) Forse i poteri forti, quali che siano, impareranno più il là a sfruttare il M5S, ma per ora non sembra esserci qualcuno che all’estero conti che sia contento del successo di Grillo (basti vedere come l’hanno presa i giornali tedeschi). Come lei ha detto, Grillo ha tutto l’interesse a crescere e ad andare nuovamente alle urne, esattamente tutto il contrario di ciò che può far comodo sia al PD sia, per come la vedo io, a Napolitano e persino a chi ci ha proposto/imposto Monti al governo (troika e compagnia bella). Dunuqe, far fuori il M5S mediante un governo di larghe intese farebbe star buoni tutti quelli che contano, in patria e all’estero.
2) Le “riforme”, ovvero l’applicazione delle dottrine di Milton Friedman per quanto riguarda la spesa pubblica e più in generale lo Stato, si potrebbero fare molto più agevolmente con un governo siffatto, assai ligio ai dettami dell'”Europa”.
Chiaramente quanto propongo non rientra fra le cose che spero accadano, e francamente potrebbe trattarsi di pura fanta-politica; ma avendo visto con quale serenità la Costituzione italiana è stata forzata nel 2011 per imporre un governo non eletto al paese (era l'”Europa”, erano i “mercati” a chiedercelo), non mi meraviglierei se qualcosa del genere accadesse di nuovo. Tra l’altro, sappiamo che partiti come PD e PdL si presterebbero a giochi simili, visto che nel 2011 l’hanno già fatto.
Lei cosa ne pensa? Trovo sempre molto istruttivi e illuminanti i suoi pareri, specie su questioni del genere.
Ermes
personalmente non ho contribuito all’ascesa di nessuno, ma se anche si raggiungesse come unico scopo la realizzazione di 4-5 leggi “paratecniche” (cioè necessarie e condivise da pd e m5s), sarebbe già un miracolo… In merito a Monti (a proposito, grazie prof per la Sua risposta!), voglio proprio vedere se sarà così miope da non optare per quel tipo di pseudo maggioranza trasversale per riciclarsi l’immagine. Se lo sarà, allora si meriterà di scemare nell’indifferenza più totale (con tanti saluti ai suoi consulenti politici).
PS complimenti per l’ultimo libro sui media, molto interessante!
Jacopo
al netto degli errori che sono stati commessi in campagna elettorale dal PD: da cittadino provo profonda tristezza per il risultato in cui si trova il paese e per i commenti di quelli che sembra che godano del fatto che l’italia non abbia la maggioranza (di centro sinistra). E’ vero che la tendenza e’ quella ormai da anni di uno svuotamento dei salotti decisionali dall’Italia all’Europa. Ma e’ anche vero che se non avremo un governo che prenda decisioni conteremo sempre meno ovunque. E’ evidente che quelli che piu’ esultano sulla non piena vittoria del PD-Sel sono i soliti che continuano ad aver la panza piena quando in Italia non si governa!
Caruto
Berlusconi dichiara tramite facebook:
“Partiamo dalle proposte, non dalle alleanze. Prima che si insedi il Parlamento, il 15 marzo, dovremo riflettere sugli scenari politici. Nessuna forza politica e responsabile può ignorare il valore della governabilità”. E poi: “Sarò personalmente in campo”.
Interpretazione benevola: “E’ uno statista. Cerca di favorire un governo.”
Interpretazione mia: “Continua il gioco della campagna elettorale. Qui si nasconde dietro Grillo (e Bersani) dicendo le cose che dice Grillo e cerca di rimanere nel gioco.”
Tanto domani, se cambia il vento, dira’ un’altra cosa.
aldogiannuli
Caruto:
interpretazione mia: vuole fare il presidente del senato per far fronte alla valanga di condanne in arrivo (fra cui quella con interdizione per i pubblici uffici) e magari offrirà lì’astensione al giverno. Dopo si vede quanto deve durare la legislatura
Caruto
Caro Giannuli,
Berlusconi pres. del senato?
E’ un test per misurare il grado di scellerataggine dei nostri cari dirigenti politici.
Paolo
1) Visto che su queste pagine avevo difeso Rivoluzione Civile, tocca dirlo. Sconfitta. Senza appello. Completamente fuori dai giochi senza neanche dover tirare in ballo il voto utile l’oscuramento mediatico o altre scuse.
2) Vedo improbabilissima l’idea del governo di scopo. Cioè, bisogna fare una manovra correttiva dei conti, è evidente. Il PD lo sapeva prima delle elezioni e lo teneva nascosto, Monti lo sapeva e lo sbandierava. Tanto più che con un giorno di spread alto abbiamo aggiunto un miliardo e mezzo di spese per debito.
Il PD, dicevo, lo sa, e infatti il governo di scopo che Bersani propone è tuttaltro che di scopo, parla di ricontrattare gli impegni europei. Ovviamente è una farsa, ma richiede mesi e mesi.
aldogiannuli
PAOLO: di Rc parleremo presto
Paolo
Altro piccolo commento sulla Lombardia
1) Pisapia ha voluto candidare Ambrosoli sostenendo che un candidato di sinistra può magari vincere nella progressista Milano ma verrebbe asfaltato nella pedemontana. Infatti Ambrosoli ha snobbato la pedemontana e ha vinto solo in provincia di Milano (e a Mantova che, si sa, non è Lombardia).
2) La sinistra lombarda è polverizzata. All’altro giro ha salvato qualche coccio con l’eletta di SEL e Cavalli dentro le liste di Di Pietro. A questo giro SEL non elegge nessuno e Etico riesce nella titanica impresa di non arrivare all’1%. Di Pietro ridotto a numeri di liste che vengono votate per caso, come Basta Tasse o la lista di Samorì.
3) Alle regionali, il M5stelle perde rispetto alla camera il 32% nel Lombardia 1 e 2, nel Lombardia 3 perde il 25%. La punta più alta nell’ultra leghista Sondrio, la più bassa nell’emiliana Mantova.
traslochi-casa
Bell’articolo, molto utile! Stavo facendo le mie belle letture di post pre-nanna, dove lasciare qualche commento, con la speranza di ritorni sul mio blog, quando ho letto questo articolo! Grazie delle dritte!!!