Cosa votare? Concludendo, per quel che mi riguarda, la prima parte del discorso
Diversi intervenuti mi sollecitano ad esplicitare la mia posizione sul voto (il particolare il mio amico Franco De Mario che mi sembra assai impaziente). Per quanto mi riguarda, posso iniziare a restringere il campo delle possibili opzioni, escludendo due delle quattro ipotesi iniziali: Pd-Sel da un lato e M5s dall’altro. Di Pd e Sel non c’è bisogno di aggiungere molto a quanto già detto, se non il fatto che vedo la coalizione sempre più “montiana” e spostata al centro. M5s: mi sembra poco generoso accusarmi di scarsa attenzione verso questo movimento al quale ho dedicato parecchi pezzi di analisi e verso il quale ho avuto un atteggiamento abbastanza aperto e, direi, tutt’altro che pregiudizialmente ostile.
Avevo espresso dei dubbi sull’inconsistenza programmatica e sulla preoccupante assenza di democrazia; devo dire che sono terrorizzato da alcune risposte dalle quali si capisce che si è perso completamente il senso delle cose e non si sa più né cosa sia un programma politico (al punto di scambiare per tale un documentino che non dice una parola sulla politica estera, sulla politica monetaria, sulle riforme istituzionali, sull’immigrazione ecc.), né cosa sia la democrazia interna (al punto di ritenere che la questione sia solo una “bufala mediatica” perché, evidentemente sembra normale che ci sia un partito-proprietà privata “e chi non è d’accordo può anche andarsene”). Ma sul M5s tornerò più avanti con un pezzo specifico. A chiudere del tutto la partita viene oggi la dichiarazione di Grillo su casa Pound, in cui apre alla possibilità di entrare nel movimento ai fascisti, visto che “non sono un partito”. Va bene: quando è troppo….Resto aperto al dialogo con il movimento che non penso maggioritariamente convinto di queste uscite grilliane, però anche gli aderenti al M5s occorre che si aprano alla discussione, piantandola con l’aria da samurai anti regime che dispensano lezioni a destra e a manca. Questa sterile autocelebrazione non serve a nulla ed è vagamente comica.
Le opzioni in campo restano due: arancioni o dispersione del voto (ho già detto perché l’astensione pura e semplice non mi convince). Qui non posso ancora sciogliere la riserva del tutto: caro Franco abbi ancora un po’ di pazienza, ma non dipende da me. Devo prima vedere cosa offre Rivoluzione civile. Per quel che mi riguarda, ho due pregiudiziali assolute:
1) l’incandidabilità di qualsiasi esponente di Rifondazione, Pdci, Idv (e preciso: non dei soli Ferrero, Diliberto, Di Pietro, ma di chiunque abbia fatto parte del gruppo dirigente ristretto di quei partiti dal 2006 in poi e di chi è stato parlamentare) perché posso persino sopportare un tangentista, ma un incapace fallito no (a proposito: mica vero che per andare in Parlamento non servano competenze specifiche e basti essere onesti. Fra un delinquente capace ed un onestissimo imbecille è sempre da preferire il primo, non fosse altro perché il delinquente, debitamente sorvegliato, può anche comportarsi correttamente, mentre l’imbecille non può fare altro che comportarsi da imbecille). Ovviamente, Rifondazione, Verdi, Pdci, Idv (o quel che ne resta) hanno diritto ad essere rappresentati, ma propongano un materiale umano più accettabile e, se non lo hanno, lascino perdere e si accontentino di essere rappresentati dagli altri.
2)Qualche contenuto che non sia proprio aria fritta: non basta dirsi “contro Monti”, vorremmo anche sapere qualcosa di più su cosa significa questa proclamazione. Cosa pensa questo cartello elettorale sulla permanenza nell’Euro, su come gestire il debito pubblico, sulla patrimoniale, sul fisco, sulle politiche occupazionali ecc. ? Degli slogan non sappiamo che farcene, quindi vediamo se esce qualcosa di più serio.
Detto questo, resto in attesa di vedere che piatto mi portano in tavola Ingroia ed i suoi amici e se è almeno passabile si può fare, ma se è una brodaglia riscaldata preferisco saltare il pasto.
Sono stato chiaro questa volta?
Aldo Giannuli
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Caruto
Qui il ragionamento si fa piu’ sensato, almeno a mio modo di vedere.
Perche’ non ragionare anche tenendo conto della possibilita’ che, regione per regione, il voto possa essere utile alla lista Ingroia?
Perche’ votare qualcosa se si sa che quella lista non prendera’ il quorum?
margherita d'andrea
Caro Aldo,
sono d’accordo sull’analisi intorno alla questione astensione. Il problema essenziale, che forse i piu’ non si pongono, è che il sistema costituzionale italiano è congegnato in modo tale che seppure a votare fossero in 300 su 60 milioni,esprimendo quindi una carica rappresentativa pari quasi a zero, tuttavia su quelle sole misere espressioni di voto si formerebbe comunque la composizione parlamentare. Se è vero che l’astensione politica esprime un lecito dissenso, non si puo’ non tener conto del fatto che si tratta di un dissenso sterile. Il motivo è semplice. Il sistema istituzionale italiano è come una testa: puo’ essere pure bacata (il che è comunque tragico), ma non puo’ mancare, perchè se manca muore tutta la struttura (e poi come li paghiamo gli stipendi dei dipendenti pubblici e le pensioni, per dirne una?). Quindi, al di la’ delle trite indagini sul perchè della disaffezione alla politica, non si cambierebbe proprio nulla a volersi astenere(del resto basta guardare alle ultime elezioni siciliane, con poco piu’ del 50 per cento di elettori). A meno che, ovviamente, i cittadini non decidessero di prendere le armi e fare la rivoluzione.
Sulla questione partiti, io votero’ Ingroia, perchè le ragioni a favore superano i dubbi, che pure rimangono (non deve assolutamente tornare a fare il magistrato, per esempio).
Mi spiego: è vero che si potrebbe trattare di un altro partito personalistico, ma d’altra parte sarebbe stata un’impresa impossibile scegliere un candidato premier semisconosciuto a due mesi dalle elezioni. Sappiamo tutti che i decenni del berlusconismo hanno lobotomizzato a tal punto i cittadini che questi ora confondono il leader, con le sue qualità personali, e il programma di governo, sostanzialmente scegliendo a simpatia piu’ che con l’analisi critica. Questo è un problema serio, ma non si puo’ risolvere a due mesi dalle elezioni. A due mesi dalle elezioni, nel nostro caso, l’unico modo per entrare in Parlamento, per consentire una opposizione alle politiche della troika, era di mettere a capo una figura riconosciuta. Esattamente quello che è stato fatto. E’ un discorso di pura strategia elettorale, mi rendo conto, ma in questo momento essere fuori mi spaventa di piu’, e il caro Vendola, d’altra parte, non mi sembra proprio barricadero in questo momento!
E’ anche vero che tutto il discorso di prima è fatto un po’ a fiducia, perchè rivoluzione civile non ha le idee chiare su una serie di questioni, e probabilmente Ingroia non ha nemmeno una gran cultura in fatto di politica economica. La speranza è che si faccia affiancare da uomini di valore, e il passo indietro che ha voluto la classe dirigente facesse (poi è chiaro che si stanno scannando per qualche poltroncina in piu’)mi sembra un buon punto di partenza. Ho apprezzato, per di piu’, quello che ha detto sul problema carcerario italiano (via le misure cautelari per reati bagattellari, piu’ severità per i reati, soprattutto finanziari, dei pezzi da novanta), e sull’equità e giustizia sociale. Se non altro, dice “qualcosa di sinistra”. Stiamo a vedere!
Vincenzo Cucinotta
Bene, permettimi di considerare le due opzioni che proponi.
La prima, voto a Rivoluzione civile, richiede nella tua opinione due condizioni. La prima condizione potrebbe ben verificarsi, ma davvero penso che tu te ne sia innamorato troppo. Non milito in nessun partito da più di trentanni e quindi come immagini non sono affatto tenero con questi micropartiti, ma paradossalmente sei tu che conferisci a questi soverchia importanza, Del resto, abbiamo un comunicato di Ingroia che prevede che egli sia ovunque il capolista, mentre al secondo posto ci saranno candidati della cosiddetta società civile, espressione quanto mai ambigua, ma che esclude tassativamente i dirigenti dei micropartiti, penso che questa decisione sia adeguata, non chiederemo a Ferrero di suicidarsi per votare la lista!
La seconda condizione è invece assolutamente irrealizzabile, perchè, e mi pare dovrebbe essere evidente per tutti, si tratta di una coalizione molto eterogenea al proprio interno che non ha certo potuto elaborare una linea chiara, tutto ciò deve essere oggetto di battaglia politica interna alla lista, ed è fondamentale che tale battaglia si svolga in un ambito ben più ampio di quello dei parlamentari eventualmente eletti. Ciò significa che le questioni organizzative sono in questa fase più rilevanti di quelle di definizione del programma politico.
La seconda opzione è la dispersione che ti assicuro coincide con l’astensione, non vedo dove stia la differenza, o si tenta di far eleggere un certo soggetto o non lo si tenta, poi posso anche mettere un disegnino sulla scheda, cosa mai cambierà?
Questa opzione mi pare masochistica e comporta una grave incomprensione dell’importanza storica di questa consultazione, dare rappresentanza a una opposizione intransigente al progetto liberista ed autoritario in corso in tutta europa: disertare, è un grave errore di miopia politica che risulterà evidente nel giro di qualche anno al massimo, quando sarà troppo tardi per riparare.
Per questo, insisto nel votare comunque Rivoluzione civile, non come delega assoluta, ma come momento iniziale di coinvolgimento politico anche personale.
Michele
ma quanto te la tiri..
aldogiannuli
Michele:
può darsi che me la tiri, ma sai: siamo a questo punto perchè la base di sinistra è sempre stata troppo poco esigente ed ha concesso il suo consenso con troppa facilità a gruppi dirigenti impresentabili. Meglio tirarsela
Luigi
“l’incandidabilità di qualsiasi esponente di Rifondazione, Pdci”…
li mandiamo a rogo? nei campi di concentramento? li chiudiamo in quarantena perchè sono degli appestati,dei lebbrosi? li mandiamo in giro con la stella di davide cucita sui vestiti?….
ma per favore….
aldogiannuli
per Luigi
Ma no, niente rogo, quarantena o stella di David. Ma dove sta scritto che devono sempre stare sulle tavole del palcoscenico? Semplicemente, devono sparire dalla scena politica esattamente come quelli dichiarati falliti dai tribunali non possono più fare gli imprenditori. Perchè per l’economia si e per la politica no.
massimo
Vorrei avere una tua opinione, mi permetto di darti del tu per la stima che ho da tempo nei tuoi confronti Aldo, sulla battaglia contro i poteri massonici deviati e non che sta conducendo da tempo l’ex magistrato Paolo Ferraro che propone la creazione di un intellettuale collettivo contro il sistema tutto, da destra a sinistra.
Leggo oggi che il Dott. Ferraro si candiderà da indipendente in una lista di Forza Nuova perchè egli sostiene che ormai le etichette non hanno senso, bisogna ritrovarsi sul terreno delle battaglie comuni da affrontare, superando i vecchi steccati ideologici divenuti ormai strumento di irretimento delle masse strumentalmente usato dai poteri mondialisti. Ammetto di essere stato spiazzato da questa sua scelta; è da tempo che seguo la sua attività e la trovo molto apprezzabile e lodevole a maggior ragione perchè viene da un magistrato di sinistra per formazione e cultura, che si è scontrato con la complessa realtà massonica presente anche nella magistratura oltre che nella politica e che si è reso conto dei meccanismi nuovi usati da questi poteri per esercitare il loro dominio.
Personalmente nutro fiducia nell’uomo e nel progetto anche se oggettivamente è di ardua applicazione pratica.
Gradirei avere una tua valutazione del fatto.
Saluti.
aldogiannuli
per Massimo
conosco poco Ferraro, ma sai che non sono favorevole all’idea che i magistrati si candidino. E non mi piace molto l’idea del “magistrato con l’elmetto”: la magistratutra non deve fare la lotta al terrorismo, alla mafia, alla massoneria o alla finanza corsara, deve giudicare quel sngolo cittadino accusato di terrorismo, mafia o altro reato e deve produrre le prove delle accuse. La lotta alla mafia, al terrorismo ecc. spetta al potere esecutivo ed al legislativi, cioè alla politica, la magistratura faccia il suo mestioere.
Anemone
Giannuli, il movimento 5 stelle non ha un programma perchè non gli serve. il movimento non andrà al governo del paese. e, secondo me, neanche ci vuole andare: quindi non ha bisogno di un programma di governo. il movimento ha l’obiettivo di andare in parlamento per controllare quello che combinano gli altri e denunciarne le malefatte.
Quanto alla scelta fra un imbecille e un delinquente capace, io opterei per il primo. la storia ci ha insegnato che i delinquenti capaci non si fanno controllare (al massimo si fanno ricattare) e sono pure duri a morire. un imbecille fa danni, ma te lo togli dai piedi molto facilmente.
aldogiannuli
per Anemone:
se controllare gli altri significa che non facciano cose illegali basta la magistratura (o dovrebbe bastare)
se significa controllare che non facciano cose incostituzionali, per queeszto c’è la Corte costituzionale
Se controllare gli altri significa sindacare sul merito politico delle loro decisioni, come fai a farlo se non hai un tuo quadro politico concettuale di riferimento?
Il problema non è il programma formale ma l’identità politica di un movimento e, per ora, il M5s non va molto oltre una protesta giustissima, ma assai confusa e che mette insieme cose troppo diverse fra loro. Non si può andare in Parlamento se non per fare politica e non si può fare politica se non si ha un pensioero politico: ti pare?
giandavide
sono d’accordissimo col punto 1: questa dirigenza, che se al posto loro c’era un cane faceva meno danno, è la causa principale della degenerazione della sinistra in italia, e pensare di tenerseli è folle. hanno sbagliato tutto quello che potevano sbagliare, e nonostante il fallimento manifesto, si ripropongono dimostrando una mancanza di dignità che non ha euguali, specie se si considera che perlomeno la seppur scarsa sinistra piddina è riuscita a liberarsi degli impresentabili dalema e veltroni: qua siamo ancora al tizio delle tante case e al comunista casa e chiesa (valdese, vabbè) ferrero. e direi che il punto 2 è strettamente conseguente dal punto 1: a che serve un programma quando in realtà si vuole solo garantire un ammortizzatore sociale a dei dirigenti incapaci in modo che possano continuare ad esercitare la loro incapacità?
riguardo al fascista grillo mi sono già espresso prima, forse in modo un pò legnosetto, ma il concetto è quello.
aldogiannuli
per giandavide
mi pare che siamo d’accordo su tutto, salvo la definizione di Grillo come fascista. Non credo che sia fascista perchè ha anche uscite di segno diamentralmente opposto a queste, Pù che altro mi sembra uno in stato confuzionale. E sinceramente non so se è meglio o è peggio.
Ucci
A completamento di quanto detto dall’altra parte, faccio notare che le aperture ai fascisti non sono nè cosa nuova nè ristretta al capo. Ad esempio: http://www.contropiano.org/en/news-politica/item/13253 http://www.newnotizie.it/2011/05/bolzano-lista-grillo-casa-pound/ http://www.antifa.ca/antifa-news/riminimovimento-5-stelle-non-vota-odg-contro-forza-nuova
militante
Caro Giannuli,
devo dire che le tue ultime uscite sono deludenti, imbarazzanti quasi.
Ne conosco tanti che danno giudizi a destra e a manca, che sputano sui partiti (alle volte anche dall’interno o dopo esserne vissuti all’ombra per anni) per non trovare triste ed inconcludente il tuo articolo ed alcuni precedenti.
Triste perchè non sfugge al più vuoto conformismo “anti-partitico” che va tanto di moda al giorno d’oggi. Che coraggioso che sei a prendere a calci dei corpi feriti. Che eroe a dare addosso a gente con cui ti frequentavi fino a quando erano in auge, ed oggi (che non lo sono più) derubrichi a “ceto dirigente incapace”. Tu, fossi stato segretario di uno di questi partiti cosa avresti fatto per evitare il degrado ed il qualunquismo di cui anche il tuo articolo è un segnale palese?
Cosa avresti fatto per mantenere in piedi strutture senza soldi, oscurate o derise dal sistema informativo, percorse da scariche di sfiducia e qualunquismo (lo stesso che trovi nella società)?
Tu ce l’hai la ricetta magica? O pensi che sia tutta colpa dei partiti e dei loro dirigenti?
Ma la cosa che mi preoccupa di più non è questa. In fondo c’era da aspettarselo. Anche il compagno Majakovskij diceva che “In una nave che affonda gl’intellettuali sono i primi a fuggire subito dopo i topi e molto prima delle puttane”. Perchè stupirsi del tuo scandalo e della tua indignazione per l’incapacità dei perdenti? Mi stupirebbe se ti indignassi per l’arroganza e l’ignoranza dei vincenti. Ma, dopo cotanta analisi, non mi aspetto contanto coraggio.
Quello che mi preoccupa di più, è che una persona ISTRUITA come te non conosca nemmeno lontanamente il programma (quello vero) dei candidati (che pure, non è un oggetto misterioso, per una persona dotata di almeno 3, dico 3, neuroni). Ed ancora più squallido che il programma venga messo, come importanza, allo stesso livello delle candidature del disprezzato “ceto politico fallito ed ignorante”. Un atteggiamento degno di un ignorante più che di un professore.
Un intellettuale, in altri tempi, si sarebbe preso il tempo di riflettere e capire e sarebbe stato anche molto cauto nei giudizi, vista la confusione che regna sovrana. Tu ti sei preso solo la briga di giudicare e deridere. O tempora, o mores……
P.S. non sono un professore, non sono un dirigente di partito, non sono un qualunquista
aldogiannuli
per “Militante”
può darsi che i miei ultimi articoli siamo imbarazzanti come tu dici, di sicuro c’è che non hai capito niente di quello che c’è scritto:
1. io non ce l’ho affatto con i partiti che sono una forma di partecipazione politica che difendo. Ce l’ho con gli incapaci che li gestiscono sfruttando il consenso dei “militonti” e il cui modo di fare è proprio la ragione specifica che genera l’ondata di qualunquismo antipartitico che abbiamo davanti
2. Dici: “Che eroe a dare addosso a gente con cui ti frequentavi fino a quando erano in auge…” : dici sciocchezze perchè io i dirigenti di Rifondazione li ho frequentati poco e nulla e quelle poche volte sempre nelle sedi di partito e mai nei loro salotti privati.
3. dici che oggi (solo oggi) derubrico i tuoi amati dirigenti “a ceto politico incapace” : e dici un’altra sciocchezza da disinformato perchè, come tutti i compagni che mi conoscono possono confermarti che ogni qual volta ho potuto prenderli a pesci in faccia nelle assemblee di partito lo ho fatto e da molti anni
4. Tutta colpa dei partiti e dei dirigenti? Parliamo dei dirigenti (che sono quelli che poi definiscono la politica del partito): se un esercito perde una battaglia e la perde rovinosamente, anche quando ci sarebbero condizioni oggettive per un risultato migliore, la responsabilità di chi è? Del fato? Mi pare che in quel caso te la prendi con lo Stato Maggiore. E perchè in questo caso dovrmmo usare un metro diverso nei confronti di quelli che dirigono e, quindi, hanno responsabilità?
5. Mi sembra che i risultati parlino chiaro: lo stesso gruppo dirigente che ha portato Rifondazione a perdere 2 elettori su 3 (dico 2 su 3!) nel 2008 poi nei quattro successivi ha perso quel che gli restava. E’ colpa degli astri?
6. La mancanza di soldi, altro alibi ed altra solenne falsità: i soldi del finanziamento pubblico sono durati sino agli inizi del 2011 e sono stati spesi tutti per mantenere un inutilissimo apparato di funzionari incapaci la cui unica funzione era organizzare il consenso di quelli come te e mantenere quei dirigenti al loro posto. Nulla o quasi è stato speso per l’iniziativa politica e questo è stata una delle ragioni dell’attuale ulteriore sfasco.
7. Non mi pare di risparmiare toni molto aspri all’arroganza dei “vincenti”: o tu hai letto solo questo pezzo?
Il programma cui fai riferimento è una inconsistente accozzaglia di slogan ed è il prodotto di quello stesso metodo politico che produce quei candidati.
In definitiva: sono d’accordo con te quando dici che non sei un dirigente o un professore, ma non quando dici che non sei un qualunquista. Sei un qualinquista ed anche piuttosto disinformato.
elghorba
Concordo pienamente con Aldo.
Ingroia ha delle potenzialità e credo che una sua personale vittoria sarà già quella di arrivare a redigere delle liste presentabili contenendo quanto più possibile la “naturale” pervasività degli incapaci falliti di cui sopra a cui però non si può certo negare l’inutile esperienza (vorrei dire faccia di culo ma preferirei mantenermi sobrio) nell’ordire trame, ricatti miserabili e affini. Temo però che la paventata assenza di contenuti non sia peccato di gioventù quanto caratteristica connaturata alla storia e alla passione di Antonio.Lui è uomo di legge (e giustizia in senso alto, me lo si passi). Dovrà scegliersi un valido team per poter mettere giù un pensiero articolato in ogni direzione. Già… ma dove trovare questo team? ecco allora che fanno capolini gli incapaci falliti di prima.Insomma, questa candidatura in zona Cesarini è una coperta davvero corta. Ma Ingroia merita una fiducia particolare. Non foss’altro per avere la speranza che un domani, da parlamentare, possa raccontarci tutto quello che sa sulle oscure trame degli anni passati e che non ha mai potuto, da magistrato, rivelare.
Caruto
Leggermente fuori tema, ma interessante sotto molti punti di vista.
Sull’ultimo Espresso, a pag. 42, un breve riquadro dal titolo: “Dal loden al guru della pubblicita’”.
Tra l’altro viene detto che gli esperti USA che aiutarono Obama con la comunicazione on line (ne parlai in un post subito dopo le elezioni presidenziali, citando degli ottimi articoli del NYTimes) sono gia’ in Italia per aiutare Monti: 1) si conferma un certo interesse USA per la vittoria di Monti; 2) saro’ curioso di vedere come cercheranno di applicare all’Italia un metodo che li’ funziona perche’ la rete e’ molto piu’ usata.
david arboit
Grillo fascista. Confusione? No, molto chiaro. Ci sono dei precedenti storici. Gabriele D’annunzio e l’impresa di Fiume (1919-1920). Evidentemente Grillo non è D’Annunzio, ma le analogie sono interessanti. Il fatto è che la confusione tra destra e sinistra è da sempre stata il brodo di coltura del fascismo. Volontarismo sedicente rivoluzionario, azionismo fine a se stesso, attivismo che proclama il cambiamento ma senza alcuna precisa determinazione degli schieramenti economico-politici, cioè di classe. Quindi una certezza c’è, ed è molto chiara, perché la storia ce lo ha insegnato: dalla confusione destra/sinistra si esce sempre a destra e chi alimenta questa confusione è coscientemente o incoscientemente organico a un progetto di destra. Non era necessario aspettare le dichiarazioni su Casa Pound per definire Beppe Grillo di destra, era già più che sufficiente la sua affermazione della indifferenza delle differenze destra/sinistra a renderlo oggettivamente organico e complice di una cultura politica di destra. Quindi se Grillo non è fascista è certamente protofascista.
Questione dirigenti. Uno dei luoghi comuni più triti della politica è la separazione tra dirigenti e base. Tra dirigenti e base c’è sempre o un circolo virtuoso o un circolo vizioso ed è molto difficile districare la matassa cercando di capire chi è ostaggio di chi. Mediamente chi ce l’ha con i dirigenti è in genere un pantofolaio che non ha voglia di rimboccarsi le maniche e cerca una scusa per starsene a casa. Chi sta in un partito e partecipa attivamente alla vita sociale del partito sa bene che se è vero che ci possono essere dirigenti non all’altezza di rispondere alle domande politiche della base e altrettanto vero che esiste una base che è ottusamente sorda alle intelligenti proposte politiche della dirigenza. E questa ottusità della base, purtroppo, è particolarmente evidente tra quelli della cosiddetta sinistra radicale. È una ottusità tipicamente ideologica testimoniata dalla fatica, se non dalla impossibilità, di liberarsi di una parola inutile (comunismo). Inutile rispetto alla intenzione di conseguire gli obiettivi e gli orientamenti che quella stessa parola ha per lungo tempo indicato.
Quindi non buttiamo la croce sui dirigenti. È molto più utile che ciascuno si metta allo specchio e si guardi in faccia e si chieda prima di tutto: io, proprio io, sono all’altezza (moralmente, culturalmente e in termini di quantità e qualità del lavoro politico) dei compiti che qui e ora, oggi, adesso, la storia mi propone? IO quando la storia chiama rispondo “eccomi” oppure, non ho voglia, non ho tempo, sono stanco, tengo famiglia, i dirigenti sono tutti cattivi ecc.
Scegliere per chi votare può essere l’esito di un percorso che parte una “pratica politica”, da un lavoro politico, dove ci si paragona concretamente con cose, persone e problemi concreti, in carne ed ossa, oppure è solo opinione (doxa) che nel sistema della comunicazione di oggi ha contenuto di verità (rapporto con la realtà) tendente a zero.
aldogiannuli
Caro David.
1. spero tu non voglia mettere sullo stesso piano D’Annunzio e Grillo! Manteniamo un po di senso delle proporzioni storiche. Grilo fa uscite antifasciste, filofasciste, liberiste, antiliberiste ecc un po a casaccio per cui mi sembra uno in stato confusionale il che -insisto- non è detto che sia meglio dell’essere lucidamente fascisti
2. dove proprio non siamo d’accordo è sulla questione delle respoinsabilità dei dirigenti. C’è una questione etica molto più importante del prendere o meno tangenti: chi si assume incarichi dirigenti si assume anche le relartive responsabilità e se sbaglia deve pagare esattamente come iun generale sconfitto, un imprenditore fallito, un rpofessionista che causa danni con un intervento sbagliato. La sanzione è che deve avere la sensibilità di togliersi dai piedi e se insiste già per questo andrebbe espulso per indegnità. Invece, in particolare a sinistra, si fa una gran confusione fra partito e gruuppo dirigente (a proposito: di rapporti virtuosi fra base e gruppo dirigente nei nostri partiti non ne ho visti mai. Tu si?) La base del Pci (da cui derivano sia il Pd, in parte, sia Rifondazione, OPdci ecc) è stata sepre condizionata da una sorta di riflesso automatico dovuto alla guerra fredda: difendere il partito -e prima di tutto il suo gruppo dirigente- da qualciasi attacco o critica senza distinfguere l’uno dalle altre. Si poteva capire nel tempo della guerra fredda e con dirigenti come Togliatti, Secchia, Di Vittorio, Terracini, Pajetta, Amendola… Ma ti sei accorto che adesso abbiamop Bersani e Ferrero? Di questo passo i prossimi saranno Scaramacai e Platinette.
Volete svegliarvi?
Domenico Di Russo
Caro Prof. Giannuli,
dalle sue precisazioni, ma il suo intervento precedente era già molto chiaro, si capisce che tre sono le possibilità che considera le “meno peggio” e sono disposte su due ordini, vale a dire astenersi o votare.
L’astensione non la convince troppo perché, anche qualora avesse un carattere “alto”, cioè muovesse da un’analisi politica di critica profonda e avesse per obiettivo tattico un rifiuto totale dell’attuale sistema nelle sue manifestazioni più conclamate, ossia l’attuale classe dirigente, nel suo complesso improponibile, e l’attuale legge elettorale, altrettanto scandalosa, andrebbe di fatto a confondersi col grosso di quella astensione che potremmo definire “bassa”, ovvero con l’insieme di qualunquisti, menefreghisti, ignoranti, profittatori, apolitici, e dunque asociali, e compagnia cantante.
Il voto, che invece la trova meno riluttante, può d’altro canto esprimersi in soli due modi: la dispersione oppure la scelta di Rivoluzione Civile, a condizione però che quest’ultima presenti un programma politico degno di questo nome, improntato a una decina di punti rilevanti su ciascuno dei quali si indichi un programma di riforma legislativa concreto e non generico.
Per quanto riguarda la dispersione, onestamente, mi pare che non ci sia la capacità d’analisi e l’intelligenza, sia da parti dei politici che dei commentatori mediatici, per coglierne il valore e la portata e sarebbe pertanto condannata a finire nel calderone dei piccoli partitini guardati con un sentimento alterno di disprezzo e compassione.
Rispetto alla scelta di Rivoluzione Civile, il suo ragionamento non fa una piega ma, come lei stesso sospetta, alla fine non ci sarà alcun programma serio e dettagliato (ha ragione, bastano una decina di paginette dense e sintetiche ma capaci di andare al cuore dei problemi e di parlare al cuore e alla ragione dei cittadini). Del resto, gli uomini che si sono raccolti attorno a questo movimento li conosciamo bene, la loro sterilità politica e la povertà culturale di molti di loro li rendono di fatto impresentabili e aspettarsi da loro una tale maturità sarebbe come concedere un ennesimo credito a un bancarottiere incallito (cosa che peraltro è nelle dinamiche interne a questo modo di produzione e alla sua deriva finanziaria).
Non crede che di fronte a tutto questo l’astensione sia la scelta migliore non solo dal punto di vista etico e morale ma anche sul piano politico? Mi spiego: è inutile fasciarsi la testa, è inutile rammaricarsi del fatto che i mezzi di comunicazione di massa più tradizionali, legati a filo doppio ai loro protettori politici e alla loro proprietà espressa dai maggiori gruppi di potere economici e finanziari, mescoleranno l’astensione “alta”, che non sono in grado di contemplare, con quella “bassa” rappresentandole nel grande miscuglio dell’antipolitica. Non è possibile aspettarsi qualcosa di diverso, almeno nel grosso del mainstream. Perciò, anziché preoccuparsi di come l’astensione “alta” verrà letta e maleinterpretata, sarebbe forse il caso di preoccuparsi di darle un senso nel nostro piccolo che vada oltre la contingenza elettorale e assuma, necessariamente, un ambito collettivo. L’astensione può diventare il punto di partenza per stringere contatti fra quanti l’hanno praticata con quello spirito “alto” di cui si diceva, confrontarsi sulle ragioni e sulle condizioni per la costruzione di qualcosa d’altro, per trovarsi sulla costruzione di proposte di riforma, per recuperare forme di lotta civile. Lo so che questo ragionamento sembra pura velleità, che il paese è per buona parte inaridito e che un discorso del genere non ha grandi speranze di attecchire nel breve termine sulle masse popolari ma, se non altro, può fra breccia tra i più volenterosi, può raccogliere quanti hanno qualcosa di buono e genuino da dare e non l’hanno mai fatto prima, soprattutto tra i più giovani, il cui talento, e mi creda ce n’è, è tanto grande quanto inespresso.
Come diceva quel tale, “You may say I’m a dreamer, but I’m not the only one”.
Cordialmente
Domenico Di Russo
aldogiannuli
L’astensione confonde l’astensionismo fisiologico (per età, malattia, assenza dall’Italia, impossibilità ecc) con quello per scelta politica. La dispersione al contrario permette di quantificare una scelta politica e non casuale. E non è vero che non sarebbe colto un dato come un 8-9% non rappresentato in Parlamento, oltre una certa soglia la questione si imporrebbe da sola. Piuttosto è vera un’altra cosa: l’astensione è un costume consolidato, mentre la dispersione è una novità assoluta che occorre far maturare. Ma c’è sempre un inizio
alberto
se grillo non rientra dall’uscita incautissima e maleodorante su casa pound perde il mio voto, irrevocabilmente.
avrò mille difetti ed incongruenze, ma l’unico punto di assoluta intransigenza è l’essere fieramente ed incontrovertibilmente antifascista.
temo che dovrò optare per la dispersione del voto; ahimè…..
saluti
alberto
militante
ripeto, Aldo, giudicare è facile, fare è molto difficile. Quando avrai voglia di sporcarti le mani seriamente in un partito e fare qualcosa piuttosto che perdere il tuo tempo a giudicare il lavoro (e spesso la stessa persona) degli altri, avrai fatto un bel passo in avanti. Ma mi rendo conto di chiedere troppo, di questi tempi.
Personalmente mi interessa molto poco difendere dei dirigenti di partito (che hanno indubbiamente le loro colpe, anche gravi). Ma frequentando il mio partito (ed anche qualcuno di quelli “limitrofi”) mi rendo conto che la situazione è un pò più complessa e ingarbugliata di come la dipingi tu. Così come è ingarbugliata la situazione della società che esprime questo personale (e questi soggetti e questa base) politici.
Ma per te vale l’esempio che hai fatto. Basta cambiare “i generali” e cambia anche l’esercito. Non ci credo, mi dispiace. E non credo nemmeno che tutto il problema sia tra i generali e che “la base” o il paese siano sani.
Ne ho visti troppi seguire “nuovi generali” peggiori dei vecchi, perdersi in elucubrazioni e soluzioni fantascientifiche che coprivano (o scoprivano) solo la loro ignoranza o finire a fare i commentatori da bar.
Sarò qualunquista, come dici tu, ma la pochezza delle tue argomentazioni mi fa orrore. Soprattutto perchè viene da una persona intelligente e stimabile. Stimabile, ma non nel suo ruolo di commentatore politico 🙂
aldogiannuli
Caro militante,
protetto dalla confortevole ombra dell’anonimato, insisti con un tono inaccettabile. Io sono uno che le mani se le sporca da 45 anni con la militanza politica in tutte le forme. Tu hai parlato di intellettuali che dopo aver vissuto sotto l’ombra di un partito, poi sono i primi ad abbandonare la nave, dopo i topi e prima delle puttane. Come ti permetti? Sappi che io di ombra protettiva di qualsiasi partito non ne ho avuta mai, i miei libri sonos ati recensiti da Repubblica e dal Corriere, ma Liberazione non se ne è mai (o qusi) accorta; nessuno dei miei libri è stato mai presentato da un dirigente di partito, l’unica volta in cui lo chiesi a Bertinotti mi risposero con cortesia infinita che, insomma, il capo (già allora non piu èparlamentare) aveva altro da fare. non ho mai usufruito del benchè minimo appoggio per finanziamenti, rapporti editoriali, incarichi ecc.e non li ho mai cercati: quello che ho fatto l’ho sempre fatto sulla base delle mie iniziative personali e con le mie fortze. Con i dirigenti che tu ami tanto ho sempre avuto rapporti molto critici anche quando erano in auge e loro mi hanno ripagato (giustamente peraltro) con la più schetta antipatia. Allora che cazzate vai dicendo?
Nella tua servile difesa dei dirigenti dici che non basta cambiare i generali e che anche la base ha le sue responsabilità: giustissimo e la presenza di gente come te lo dimostra. Io la penso come totò che, quando qualcuno distiurbava a teatro, interrompeva lo spettacolo e rivolto verso il palco del maleducato diceva: “io non ce l’ho co n te, ma con quello che ti sta a fianco che non ti butta di sotto”. Ecco, appunto
Quanto al giudicare ed al fare: non ho bisogno di lezioni di nessuno tantomeno di uno che si autodefinisce militante ma che noin sappiamo cosa faccia di preciso. Mentre nel mio caso ci sono molti compagni che possono dire quale sia il mio lavoro.
Prima di parlare cerca di pensare e di informarti.
giandavide
è vero. d’altra parte non tendo a stabilire delle relazioni di identità in quanto non conosco la scatola nera della mente della gente, la mia affermazione del grillo fascista non è da intendersi in senso letterale. ma rimane una serie di somiglianze nello sfondo che iniziano a diventare un pò troppe. quindi, per non avere timore di sbagliare, mi limito a usare di nuovo la locuzione di walter benjamin: grillo “lavora per il fascismo”, a prescindere da cosa pensa in realtà.
aldogiannuli
Stammi a sentire Giandavide, quello non è fascista, e non lavora per il fascismo (che, a differenza dei tempi di benjamin
, è un fenomeno tutto sommato residuale). E’ uno che fa un casino spaventoso e che può fare danni molto ser. Anche se ha avuto il merito di dare voce alla rivolta contro il sistema politico ora noin sa dove portare quella protesta perchè non ha nessun pensiwero politico (neppoure fascista) e questo rischia di provocare danni bestiali.
militante
mamma mia come sei permaloso, Aldo. Capisco che la tua tattica è difenderti attaccando, ma te la prendi troppo. Io faccio quel poco che mi consente la mia condizione sociale e le mie modeste capacità. Detto questo, provo orrore per chi giudica (dall’esterno) il lavoro degli altri, alludendo al fatto che (se avesse potuto) avrebbe fatto di meglio. Casualmente, questo “se fossi io” non si trasforma quasi mai in idee concrete o in pratiche effettive.
Poi, nessuno ti accusa di essere vissuto alle o sulle spalle dei partiti. Dico solo che oggi è facile attaccare chi difficilmente può difendersi (visto il discredito generale) dopo essere stato spesso al fianco (non pagato, aiutato, o mantenuto. Capito???) di chi oggi si critica.
Tutto qui. Penso che le persone come te, proprio perchè hanno dato qualcosa anche anche agli altri e sono stimate, hanno un dovere di prudenza e di analisi più grande di quanto non debba avere uno qualunque come me.
Per quanto riguarda il giudizio sui dirigenti di partito, ripeto quanto detto: posso concordare sul giudizio ma non sulla soluzione. E dare un giudizio senza dare una soluzione credibile non basta. E’ riduttivo. Non basta dire mandiamoli a casa. E poi? Si risolve tutto così?
Personalmente, apprezzo di più chi, nel proprio piccolo, quelle critiche le fa dall’interno, pagando il prezzo che può pagare uno all’interno. Tu lo fai dall’esterno. Non è la stessa cosa. E’ molto più semplice ma meno produttivo….
Infine, questa faccenda dall’anonimato è ridicola. Se anche mi qualificassi con nome e cognome, città e titolo di studio, cosa cambierebbe? Conta quello che ho detto (e che tu, nella foga di rispondere, distorci) non chi sono.
Non te la prendere. Ma se uno ha un blog aperto non incontra soltanto persone che gli battono le mani ma, ogni tanto, anche qualcuno che non la pensa come lui….
aldogiannuli
Cawro Militante,
io non sono affatto permaloso e sul mio blog non ho mai censurato nulla, compresi giudizi critici e persino offensivi. Rarissimamente ho risposto e mai con la durezza che ho usato con te (se non ci credi scorri le pafine e vedi…)
Perchè sono stato così duro?
1. perchè tu, neanche troppo velatamente, mi hai accusato di opportunismo e di criticare il gruppo dirigente solo quando è caduto in disgrazia, Le accuse di opportunismo non le accetto soprattutto in questo caso dove si insinuano vantaggi precedentoi (rileggiti…) che non ho mai avito o cercato
2. le critiche si fanno dall’interno. E’ una banalità ed una fesseria (con questo criterio non si potrebbero criticare che i gruppi dirigenti del proprio artito) ma lasciamo perdere. Semplicemente stai dicendo una cosa non vera: sono stato iscritto a Rifondazione dal 1995 al 1998 quando uscii perchè ritenni una bestialità la scissione e coime era stata gestita la cosa da tutte due le parti. Poi la tessera l’ho ripresa nel 2008, dopo il disastro elettorale (e questo ti dice quanto sballata sia la tua critica di chi abbandona la nave nel momento del disastro). Ho partecipato a tutte le (poche) occasioni che sono date ad un militante di esprimere il proprio pensiero (asselmblee di circolo, riunioni di componente, 1 assemblea cittadina, altre non ne ho viste), ho partecipato a festival di Liberazione o a dibattito organizzati da altri ciircoli, sia in Lombardia che fuori, ogni qual volta mi hanno invitato. Mi sai dire che altro avrei potuto fare “dall’interno” come dici tu?
3. Sin dal 2008 ho sostenuto, con interventi, con il blog, con articoli e con libri che su questa strada si andava al fallimento e che il gruppo dirigente stava accumulando bestialità su bestialità; quindi non ho atteso il presente disastro finale. Mi pare che i fatti mi stiano dando ragione o no? Vuoi dire che non siamo al disastro?
4. e quando una impresa (economica, politica, cultural, militare o quel che ti pare) fa bancarotta a chi credi che si debba chiedere conto se non a quelli che l’hanno gestita in prima persona? O dobbiamo prendercela con il “destino cinico e baro” come faceva Saragat?
5. mai detto che fucilando i generali si risolvono tutti i problemi: magari fosse cosi semplice! Intanto, però, risolviamo uno dei problemi togliendo di mezzo chi si è dimostrato totalmente incapace. Poi vediamo se ci riesce di trovare un gruppo dirigente nuovo, giovane (insisto sul giovane) e capace che sappia fare di meglio. Forse si ed allora possiamo rimetterci in piedi, forse no ed allora è giusto chiudere baracca: i partiti non si fanno per fare dare uno stipendio ad un po di mangiapane a tradimento.
Quindi: puoi fare tutte le critiche che vuoi ai quello che dico (ci mancherebbe altro!) ma non fare apprezzamnenti personali gratuiti che non corrispondono a verità e, come vedi pubblico anche quelli. Non puoi scrivere -senza reazione da parte mia- che sono il solito intellettuale che “non si sporca le mani” quando è cosa provatissima che le mani con la politica militante me le sporco ogni giorno da 45 anni. Quanto all’anonimate, è una cosa di nessun peso figurati, ma è un po fastidiosa questa asimmetria poer cui tu scrivi sapendo chi sono ed io non so chi sei. In teoria (ma non lo credo) potresti essere anche uno dei dirigenti che io attacco o un suo stretto congiunto e sodale che recita la parte del militante proletario di base. Comunque non è di questo che mi risento, ma di cose ben più pesanti e, ripeto, vai a rileggere quel che hai scritto…
Germano Germani
Sui muri di Valle Giulia nel mitico anno 1968 apparve, una scritta, mai così attuale come addesso:”l’antifascismo è una battaglia di retroguardia”.Fu il grande teorico marxista eretico Amedeo Bordiga,definire l’antifascismo il peggior prodotto del ventennio.L’antifascismo di stato, ridotto a una parodia di religione con riti e cerimonie varie, venne imposto dai vincitori americani agli italioti. L’antifascismo di maniera altro non è che merce avariata, contrabbandata per novità. E’ nel suo nome che il prossimo varo di leggi liberticide manderanno in galera, docenti universitari,giornalisti, ricercatori storici non conformisti, che non accettano i dogmi di tale nuova religione di stato.Ma badate bene, solo taluni dogmi storici sanciti a Norimberga nel 1945 dai vincitori,gli altri no. Forse è questa che Casa Pound denuncia e che viene presa giustamente in considerazione da Beppe Grillo? Ma cos’è questo meccanismo perverso che vi viene in mente, ogni qualvolta ci si sottrae al pensiero unico dominante? Possibile che non riuscite a percepire che altro non è, che un riflesso condizionato di pavloviana memoria,frutto di quasi un secolo di “intossicazione” ideologica. Basta portare il cervello all’ammasso,basta fare le scimmie ammaestrate del sistema!
aldogiannuli
Be io non sono un fautore della centralità dell’antifascismo oggi. Ritengo che le discriminanti prioritarie siano altre, ad esempio quella fra liberisti ed antiliberisti. Però non esageriamo! Intanto l’antifascismo resta una delle componenti di base della nistra cultura politica (e tu citi Bordiga che, insomma, rappresenta una presenza assai marginale nella storia del movimenrto operaio italiano ed anche lui mi pare che come segretario del Pcdi non è che abbia colto successi strepitosi..a proposito di dirigenti che non la imbroccano). e poi, va bene, si può essere tolleranti, valutare laicamente, tutto quello che vuoi, ma insomma non mi pare che sia decente fare alleanze di nessun tipo con i fascisti. Almeno queasto manteniamolo….
martino
@militante: il fatto che tu voglia rimanere anonimo, mi fa pensare che tu sia una persona che aldo la frequenta, o per lo meno ha avuto modo di incontrarla/leggerla piuttosto di recente o frequentamente. il che rende il tuo commento, per quanto legittimo, leggermente fastidioso, in quanto, lungi dal censurarti, sarebbe carino sapere con chi si ha a che fare, ma tant’è. nel merito dei tuoi commenti, penso che al di là dello squallido giochino di fare le pulci ad aldo su quanto e come milita, e aldo ha già risposto per sè, penso che sbagli completamente il focus del tuo intervento. parli di sporcarsi le mani, di criticare dall’interno, di stare nelle situazioni invece che criticarle dal di fuori: ecco, è proprio questo il problema. da militante, forse troppo addentro alle dinamiche marce dei partiti (tutti, purtroppo), che vivono di vuoto tatticismo e perdono ore, giorni, mesi a ragionare su strategie spicce e di prospettiva nulla, a mio modo di vedere troppo spesso ormai si perde il riferimento col fatto che senza idee, non si va da nessuna parte. e la sinistra italiana, in questo momento, non ha mezza idea nuova. è questo il fallimento della classe dirigente della sinistra radicale, la sua sconfitta, se mi passi il termine, storica: sono stati 4 anni a menarsi il torrone in cerca di fini strategie per darsi una pensione e riprodurre apparati, facendo finta di tornare tra la gente (dove poi? a giocare sulla sfiga della gente in crisi illudendoli con la michetta ad 1€?!), invece che interrogarsi sulle idee, su come rinnovare quel patrimonio di idee e valori che, ci piaccia o no, trent’anni di neoliberismo in occidente e di berlusconismo in europa hanno smantellato e portato via! e se parliamo di intellettuali, diciamo chiaramente che ognuno si contorno dei suoi fedeli, perchè le critiche vanno bene, ma l’importante è che non siano eccessive se no danno fastidio! o no?! o mi vuoi dire che nei partiti come nelle università i “circoli culturali” sono aperti quasi solo esclusivamente a chi la pensa come te?
spero non arriverai a citare il libro di ferrero sulla crisi come una valida riflessione sulla crisi, perchè c’è un limite a tutto.
concludendo: aldo potrà avere tutti i difetti che vuoi, ma come storico, in questi anni, è stato uno dei pochi ad interrogarsi con due libri e molto altro lavoro, tra cui questo blog, sull’universo valoriale ed ideale della sinistra, cercando di dare contributi di analisi e propositivi (si può essere in sintonia o no, ovviamente): questa, per me, è la miglior forma di militanza per una persona che voglia dare qualcosa alla sinistra, in questo momento. certo servono anche i burocrati e i militanti, sono fondamentali, ma senza idee, non andiamo da nessuna parte.
antonella policastrese
Queste elezioni sono solo un bluff. Andare a votare con questa legge elettorale, significa legittimare ancora una volta le scuderie di partito, uomini che stanno ancora una volta imponendo candidati per avere un posto al sole. Il dissenso è il non voto, raccogliendo le schede e restituendole nei vari uffici elettorali. Comunque vada sarà un successo per loro e un insuccesso per chi continua a perdere lavoro. Il potere d’acquisto delle famiglie ormai è una voce flebile, l’economia reale è in coma profondo, la politica estera appannaggio della Germania alla quale saremo annessi. A proposito la Merkel sta lavorando bene per il suo delfino Monti. D’incanto lo spread è sceso,le borse chiudono in positivo, i mercati non si arrabbiano più. Davvero uno sfascio senza precedenti. Altro che elezioni. Chi può cerca di scendere nell’agone politico. Tutti si sono accorti di quanto sia redditizio questo settore. Tutti vogliono fare i politici e salvare il paese. In realtà l’Italia avrebbe bisogno di veri leader che attualmente non ci sono. E come potrebbe essere diversamente se sono sempre gli stessi a tenere banco?
Gio
la necessita di essere incisivi e radicali a questo giro elettorale è d’obbligo, pena la conservazione di tutto ciò che abbiamo già visto… senza indugi, mandiamo a casa gli apparati, cerchiamo di raccontarci la verità dicendo che i partiti non lavorano piu’ sul territorio, ma lo occupano… i partiti, l’istituzione burocratica di un partito, gli uffici, i palazzi, i vitalizi, i compensi, gli amici, i raccomandati, le lottizzazioni, le spartizioni delle eree geografiche, degli interessi sulle partecipate, sulle cooperative, sulle banche, i costi in generale della ‘politica’ cucinata dai partiti, che siano 5 o 2 o 12 non permette la visione della realta’ quotidiana. m5s è un modo furbo, di imporre nuovi argomenti sul piatto (cosa che già avviene) della democrazia italiana. Perchè solo la forza degli argomenti possono farci migliorare, non con la tv, la propaganda di partito o le alleanze con i meno peggio.
Domenico Di Russo
Caro Prof. Giannuli,
la ringrazio per la risposta. Mi pare che siamo d’accordo sul fatto che la dispersione e l’astenzione siano le scelte meno peggiori: personalmente le preferisco a ordine invertito, tant’è che credo mi asterrò.
Non ce la faccio proprio a disperdere il mio voto. Mi spiego: non voglio che il mio voto vada a nessuno di questi figuri, nessuno. Come ho già scritto, ho già ceduto tre volte al ricatto del voto utile, quindi ho già tre colpe da cui redimermi.
Detto questo, la ringrazio ancora per il suo impegno, per la sua onestà intellettuale e per la sua lucidità, anche nei confronti di chi usa questo blog per intorbidire le acque e dare sfogo a pulsioni primitive.
Al prossimo post.
Cordialmente
Domenico Di Russo
Ucci
Grillo non ha nessun pensiero politico, ma Casaleggio ce l’ha eccome. E’ inutile interrogarsi sull’autoconsapevolezza dell’attore e sullo stile personale dell’improvvisazione: conta chi scrive il canovaccio.
Che i follower siano in confusione, non c’è dubbio (infatti sono tenuti ben lontani dalla tv e, forse, dal parlamento), ben diverso l’atteggiamento di chi tira le fila.
L’alternanza di uscite fasciste/antifasciste è calibrata per prendere il voto dell’uno e non perdere il voto dell’altro, tecnica della confusione che dovremmo ben conoscere dopo 20 anni di berlusconismo.
Chi vuole votarlo anche a sinistra lo voterà, pure dopo l’outing con CasaPound: la ritrattazione ci sarà, e chi vuole potrà nascondersi l’evidenza.
Intanto si aggiungerà il “voto utile” dei fascisti.
Una volta manda al diavolo gli immigrati, la volta dopo mette l’antirazzismo nel programma. Si autodefinisce baluardo contro i nazisti di Alba Dorata, mentre sdogana i fascisti del 3 millennio. A bilanciare posizioni antiliberali non mette il liberismo, ma la lusinga della piccola-media borghesia (è ben diverso: come mescolare socialismo e nazionalismo). Questa non è confusione ma calcolo.
E ricorda davvero tanto il fascismo, nei caratteri strutturali, non certo nei dettagli. Poi chiamiamolo come vogliamo, magari inauguriamo davvero il virus del grillismo a beneficio dell’umanità… è che chiamandolo fascismo ci si capisce un po’ in tutto il mondo.
alberto
provo a fare ordine.
antifascista: colui che è contro all’ideologia di mussolini; ergo, noi del XXI secolo non lo possiamo essere. al massimo noi possiamo dire di essere i portatori della memoria degli antifascisti combattenti.
neofascista di casa pound: essere nostalgico delle idee di mussolini e provare a ripercorrere la stessa strada in forme nuove.
sintesi: i portatori della memoria antifascista non possono in nessun modo essere alleati ai neofascisti, pur anche se a grandi linee alcune idee sul da farsi odierno possano convergere.
conclusione: grillo deve fare una decisa e opportuna retromarcia per ottenere il mio voto; deve dire esplicitamente che il neo fascismo di casa pound non può essere compatibile con le idee del m5s.
non lo farà?
perderà il mio voto e il mio conta, eccome se conta!!
saluti
alberto
militante
Aldo non sono un dirigente e nemmeno un parente o sodale di nessuno. Faccio semplicemente quello che hai fatto tu quando eri militante nel PRC. Le uniche differenze tra me e te sono che io non ho una storia ed una professionalità come la tua (per cui il mio ruolo è ancora più marginale di quanto potesse essere il tuo) e che io vedo le cose in maniera diversa da te.
Detto questo, ribadisco 2 cose. La prima: non ho detto che sei vissuto alle spalle del PRC ma che, essendo vissuto nel PRC, nei limiti della tua esperienza all’interno, anche tu sei (per la tua piccola parte, come io per la mia) corresponsabile della situazione. Ripeto, pro-quota, piccola per quanto sia. Anche se ti opponevi alle scelte che credevi sbagliate. Quando si discute, si sbaglia assieme e si azzecca assieme. E almeno, prova a riconoscere che il PRC, nella poltiglia generale, è praticamente l’unico partito dove esiste (o forse, resiste) un minimo di democrazia e di discussione interna.
La seconda per me è più importante: tu non sei la prima persona che passa per strada. Sei una persona che per cultura e relazioni conosci (o puoi conoscere) le dinamiche dei partiti e della vita politica interna (ed esterna) ad un partito. Molto più profondamente di quanto non possa fare un passante o l’ avventore di un bar.
Per questo, sai benissimo che i mali del PRC (e di tutti i partiti della sinistra) hanno radici molto più profonde delle miserie dei loro gruppi dirigenti. E sai ancora meglio che i gruppi dirigenti incapaci e falliti (parole tue) sono più l’effetto che la causa della crisi della sinistra. O per lo meno le due cose sono mutuamente comunicanti.
Siccome immagino che tu non sia uno sprovveduto (pur non conoscendoti di persona) mi fa specie che capovolgi l’ordine delle priorità assegnando al ricambio dei gruppi dirigenti un ruolo di apripista per il rilancio dei partiti che, purtroppo, molto spesso è il contrario di quello che accade.
Faccio un esempio. Nella mia città, come in molte altre, si sono tenute delle assemblee di “cambiare si può”. Non do un giudizio su questa esperienza, ma mi ha incuriosito la dinamica che si è scatenata. Il PRC la faceva da padrone per numero di compagni presenti e (magari, tu non sarai daccordo) per qualità degli interventi. Tutti gli altri, autoqualificatisi “società civile”, hanno speso la gran parte del loro tempo a dare addosso ai partiti (in quanto tali) a denigrare il PRC (come partito e come gruppi dirigenti) ed a proporre il loro microcosmo (per alcuni l’ambiente, per altri il femminismo, per altri i diritti civili….) come il centro dell’universo. Il tutto precipitava nella richiesta di un ricambio dei gruppi dirigenti per far posto, guarda un pò, alla società civile, ivi opportunamente rappresentata (SIC). I compagni del PRC, con una pazienza infinita (prova tu a fare una riunione dove metà degli interventi ti additano come l’untore senza reagire) hanno smussato le asprezze, ricomposto la discussione perchè avesse un minimo di filo logico ed hanno “retto la baracca”.
Senza il PRC, quel percorso (che pure è un cosa piccola, assolutamente insufficiente alla bisogna) probabilmente non sarebbe nemmeno mai nato e la meravigliosa società civile di sinistra avrebbe passato il suo tempo nel suo sport prediletto: il darsi addosso tra compagni.
militante
Martino, sono stato uno di quelli che è andato in giro a vendere la michetta ad 1€ (come dici tu). Si da il caso che la vicenda e la scelta di quel percorso sia un pò diversa da come la descrivi tu e, personalmente, non l’avrei mai fatto se avessi pensato di “giocare con la sfiga della gente” come dici tu.
Quell’iniziativa (che, peraltro continua ancora oggi in molte altre forme) aveva ed ha un’analisi alle spalle che bisognerebbe conoscere prima di derubricare a “gioco sulla sfiga della gente”.
Magari prova ad informarti meglio ed ad approfondire il tema e poi ne riparliamo.
Poi, posso essere daccordo sul senso (non su tutti i passaggi) del tuo intervento.
Che ci sia un difetto di elaborazione e di sistematizzazione a sinistra è evidente.
Che ci sia stato (e ci sia ancora) una parte di “ceto politico” assolutamente parassitario (come dice anche Giannuli) è un fatto, non un’opinione mia o tua.
Però ci vorrebbe uno sforzo ulteriore da parte dei compagni che criticano. Te compreso.
Se tu fossi stato un dirigente, cosa avresti fatto? Con quali armi avresti combattuto lo scollamento tra “ceto politico” e base militante o elettori? Come avresti coinvolto il tuo partito su una battaglia e su quale battaglia lo avresti fatto? Ti faccio un esempio? I circoli del PRC che hanno venduto la “michetta ad 1€” o hanno fatto iniziative simili sono mediamente quelli che hanno perso meno iscritti e che meno hanno risentito delle (tristi) vicende elettorali post-2008. Come mai?
martino
caro militante,
non sto qui a scriverti cosa faccio nella vita, ne quali forme di militanza adotto, anche se ne avrei per un bel po’, ma non mi interessa perchè non mi piace stare a fare il gioco di chi è più puro a sinistra. la soddisfazione personale direttamente proporzionale a ciò che uno può dire di fare la lascio ad altri. ti chiedo solo, se ti è possibile, di usare toni un po’ diversi quando ti riferisci a persone che (forse) non conosci, in quanto io non mi permetto di giudicare quello che fai tu non sapendolo, come spero tu faccia lo stesso con me.
ho seguito molto da vicino l’esperienza del “populismo di sinistra” della michetta a 1€, leggo più che posso giornali, riviste, siti di movimento e di partito, compresi quelli dove si parlava di queste esperienze. ebbene resto convinto (posso sbagliarmi ovviamente) che, con tutta la buona fede del mondo e lo slancio rivoluzionario del mondo, quella fosse una iniziativa sbagliata. ma scusa: si critica la grande distribuzione, si dice rilanciamo il piccolo commercio, il km 0 ecc, e poi cosa fai, vai a vandere il pane a 1€ in culo ai fornai che non possono fare quei prezzi perchè devono pagare le tasse, l’affitto dei locali in cui lavorano, i dipendenti ecc? a me sembra puro e semplice populismo, che cerca di attrarre la gente sul tema della crisi. e c’è grande differenza con i gas ed esperienze di acquisto di quel tipo, che fanno un lavoro ben diverso.
sarà vero che le sezioni dove sono rimasti più compagni sono quelle che dici, ma il problema è: quante sezioni sono rimaste aperte?
io dico questo: fossi stato un dirigente, il mio primo ed urgentissimo problema sarebbe stato: analisi analisi analisi ed elaborazione. senza quella, a sinistra, si perde prima ancora di iniziare a giocare. lo so che le strutture vanno tenute in piedi ecc ecc, ma senza idee, le strutture sono cattedrali nel deserto.
giandavide
lascio perdere la polemica con l’avvocato difensore di ferrero, dato che trovo allucinante spendere così tante righe per una dirigenza che dovrebbe essere mandata a zappare, con tutto il rispetto per chi zappa, di certo mediamente più dotato di un idiota come ferrero.
ma riguardo al resto, non capisco perchè aldo si sta dando ai campionati provinciali di locuzioni edulcoranti. “grillo non è fascista ma è confuso che è peggio”, “uno che fa un casino spaventoso e che può fare danni molto seri”. insomma entrando nello specifico grillo non è fascista perchè non si può dire, ma rientra in un nebulosa concettuale che è peggio, ma non hai gli strumenti concettuali per descriverla? ma per favore, non è credibile. dai aldo, non violentare la tua intelligenza, dato che con l’arrampicata sugli specchi del grillo indefinibile ma inassociabile con il fascismo non prendi in giro solo chi legge, ma anche te stesso, dato che un’idea della cosa ce la siamo fatta tutti, e anche tu hai ammesso che quando è troppo è troppo. e a sottovalutare il fascimo (che è tendenzialmente in crescita in tutta europa e non capisco neanche questa ostentazione di tranquillità) si finisce sempre accanto a tipi come germano germani (sarà uno del movimento lombardista) a ricordare quant’è bello mussolini.
Jacopo
Io voterò Partito Democratico e Bersani. Il motivo è semplice: cambiare il codice fiscale, liberare risorse dove è possibile attraverso trasparenza e facilitare il cittadino e l’imprenditore a fare, piuttosto che a non fare.
militante
Martino, l’hai seguita da vicino ma se non abbandoni il pregiudizio di definirla “populismo di sinistra” non la capirai mai.
L’analisi serve se poi ti dai delle pratiche concrete per trasformare l’analisi in fatti. Se ti rinchiudi nelle analisi senza mai provare a capire davvero cosa vuole chi ti circonda (anche a costo di prendere grosse cantonate o di sentirti dare del “populista di sinistra”) non serve a molto.
Tanto per fare un altro esempio, sento spessissimo parlare di “ritornare a radicarsi nei luoghi di lavoro”. Puntualmente a NON provare a farlo concretamente sono proprio quelli che più ampiamente ne parlano (e brandiscono l’argomento come metro di giudizio verso gli altri).
Infine, non ti giudico perchè non ti conosco, ho solo giudicato ciò che hai scritto, che per me è sbagliato e merita ulteriori approfondimenti….
Lucignolo
Sinceramente mi aspettavo qualcosa di meglio su questo blog, intendo su Grillo. Qualcuno scrive sul giornaletto di turno “Grillo fascista!”, “Grillo apre a casa pound!”, ma prima di ciarlare, qualcuno ha avuto un minimo di scrupolo ed è andato a verificare queste “notizie”? Il sottoscritto l’ha fatto! Ed ha potuto vedere che sono bufale da ciarlatani. Hanno montato, i fascisti di casa pound, spezzoni di un filmato per far sembrare qualcosa che non è, basta guardare il filmato originale. Chi avesse voglia di ragionare lo trova facilmente su youtube e così verificare l’infondatezza della questione. Ovvio che certi media si sono catapultati sulla “notizia” per poter vomitare fango sul Movimento 5stelle. Possibile che ogni volta che sparano fesserie su Grillo per far male al Movimento 5stelle molti abboccano senza farsi qualche domandina nella testolina? Come la storia del “Grillo come Gesù”, una panzana pazzesca! Scaturita da una traduzione volutamente sbagliata proprio nel principio di diffamare i 5stelle (l’intervista era in inglese). Andate a verificare!
Grillo certo non è privo di difetti e non sono sempre daccordo con con il suo operato, ma comunque il Movimento 5stelle resta l’unica proposta veramente nuova ed alternativa a queste elezioni. Io voterò 5stelle, sbagliero? Pazienza se votassi PD sarei sicuro di sbagliare ancora prima di arrivare nella cabina elettorale. Ingroia? troppo raffazzonati, in tutta fretta… dimostrino qualcosa di serio e tangibile e poi se ne riparla. Comunque fatemi una cortesia: cercate di verificare un minimo quello che spareranno addosso a Grillo da qui alle elezioni, perchè vedrete che ne succederanno di tutti i colori, Il Movimento 5 stelle fa paura ai “poteri forti” cercheranno di affossarlo. Prima di dire “tolgo il mio voto a Grillo” verificate, verificate e verificate!
aldogiannuli
Lucignolo e Giandavide:
sul M5s tornerò più avanti. per ora mi limito ad osservare
a Giandacvide
che le posizioni di Grillo non sono riducibili a nessn contenitore ideologico perchè sono molto poco coerenti tra loro. Non ho alcun timor riverenziale per il quale “non si può dire che Grillo è fascista” semplicemente la cosa non mi pare vera.
a Lucignolo
sarà pure vero che i giornalisti sono afflitti da un pregiudizio sfavorevole a Grillo e distorcano le sue dichiarazioni, non discuto, ma questo implicherebbe una maggiore prudenza da parte dell’interessato nelle sue uscite. Insomma la frase “Se uno di casa Pound ha i requisiti… io lo candido” la ha detta o no?
E se la ha detta, io non dico nè che lui sia faswcista nè che abbia fatto una proposta di liste comuni con casa Pound, però dice che l’antifascismo non fa parte della sua cultura politica. E questo ad uno come me, che pure non pensa che oggi l’antifascismo sia la questione principale, non sta affatto bene. Tutto qui
Germano Germani
Allora proverò a sintetizzare, sulla vexata questio “fascismo-antifascismo”; siete d’accordo a mandare in galera, docenti universitari, giornalisti, ricercatori storici, colpevoli solo di aver scritto dei libri revisionisti? Oppure bisogna continuamente paragonare il nazifascismo al diavolo dei nostri tempi, vale a dire “il male assoluto”, si o no? Questo è il vero problema dei nostri tempi, altro che resuscitare le mummie imbalsamate dell’ANPI. Giannuli ma come fa lei, a stare zitto, mentre in Europa (fra breve anche in Italia) la nuova inquisizione dei nostri tempi manda al rogo mediatico autori di libri, impone censure, spedisce in galera,le streghe moderne di questi giorni, vale a dire dei suoi pari? E’ questo che l’uscita estemporanea di Grillo su Casa Pound merita un dibattito sereno e pacato.E’ questo il vero nervo scoperto, che vi manda in bestia ogni volta e vi impedisce di ragionare, ma anche di convincere per poter vincere!Siete dei vinti sconfitti dalla coca cola, siete dei falliti perché non avete voluto fare i conti con i veri vincitori della ultima guerra santa,scatenata in Europa.Siete dei fossili e dei detriti di tutte le logge e di tutte le cupole del mondo. L’antifascismo è vero ha vinto, ma grazie alle sue armi (atomica compresa) ma non per le sue idee e valori!
aldogiannuli
Germani
Lei è libero di rivalutare storicamente il fascismo, di ritenere l’antifascismo solo un ferrovecchio di Loggia e così via. Secondo me si sbaglia di grosso ma quello di sbagliare è il primo diritto dell’uomo e non sto a questionare nel merito. Però non può dire che io sto zitto sulla questione delle leggi penali in materia di negazionismo e revisionismo perchè mi sono regolarmente espresso contro sia in questo blog, sia firmando appelli, sia intervenendo nel dfibattito interno alla Sissco, sia nel mio libro “L’Abuso pubblico della storia”. Cosa altro diovrei fare?
Poi nel merito ritengo i negazionisti dei mestieranti privi di metodo, ma questo è un altro paio di maniche
giandavide
@lucifero
stavo pensando appunto di fare commenti scherzosi sulla smentita “à la berlusconì” del diversamente fascista grillo: una retromarcia dovuta alle numerose critiche che gli sono venute dall’interno, dato che queste cose in stile vagamente destrogolpista doveva dirle dopo le elezioni, non prima (ma evidentemente grillo non si è visto il massone di guzzanti, o forse è troppo stupido per capire guzzanti) rimane il fatto che il video è inequivocabile, e che, se si considera la legge martino, e quindi il fatto che non puoi dichiararti esplicitamente fascista sennò dovrebbero tendere ad arrestarti, va detto che grillo non poteva fare molto di più: ha fatto tutto il fattibile per essere etichettato non solo a destra (a quello ci aveva già pensato prima suggerendo di menare i marocchini ed altre amenità del genere) ma “dalla stessa parte della barricata” di casa pound. quindi che ora i piccoli goebbels made in casaleggio tentino di rigirare la frittata è normale in un paese dove nessuno si informa e la memoria è labile, ma l’effetto è patetico. in fondo l’apertura a casapound è stato il regalo più bello che grillo ha fatto a ingroia (che nei sondaggi sembra stare meglio di due giorni fa), che nonostante la mancanza di idee ha avuto la fortuna di essersi trovato contro un idiota che non sa gestire le sue esternazioni destrorse tese a un ridicolo equilibrismo tra populismo di destra e populismo di sinistra. e quindi si troverà fiaccato da ingroia, che come populismo non c’è male neanche lui: sostiene di arrestare tutti gli evasori e togliere l’imu. perfetto, si è solo scordato di dire che avrebbe anche trovato un milione di posti di lavoro tra un arresto e l’altro.
@germano x 2 l’anitfascismo figlio della bomba atomica? direi che la bomba atomica è figlia di quella cultura militaresca da cui nascono tutti i nazionalismi tra cui il fascismo, senza contare che i fascisti del nuovo millennio sono tutti figli del consumismo in stile americano, modaioli e normalizzati come un qualsiasi fighetto (sennò si sentirebbero degli scarsamente abbienti come ritengano siano quelli di sinistra), e quindi sono i primi a portare alta la fiaccola della coca cola. ma figurati se i fascisti sono in grado di capire queste loro contraddizioni. antifascisti oggi significa anche essere contro quel populismo di destra fatto di slogan che si sente non solo nelle omelie dei neofascisti, ma anche nelle parole di berlusconi e in quelle di grillo, significa essere contro gli urlatori con la bava alla bocca che non fanno altro che cercare minoranze da demonizzare, in modo da marginalizzare la protesta di sinistra per fare trionfare il capitale e la tecnocrazia repressiva di cui i neofascisti sono figli.
giandavide
“diversamente fascista” va bene?oppure è meglio “di destra non conforme non conforme” o “non conforme alla destra non conforme?” o “di destra non conforme alla destra non conforme?” insomma sono un pò scettico: i termini servono per capirsi, non per effettuare comprendi esaustivi della realtà: perchè continuiamo a chiamare “sedie” le sedie? potremo chiamarle “manufatti atti a sedersi dotati di 4 gambe e schienale”, “poltrone più scomode”, “poggiaculo”, ma per capirsi è meglio usare un termine come convenzione. e credo che “fascista sia un termine che ha il merito di permettere un adeguato livello di sintesi e contemporaneamente di essere sufficientemente specifico
Vincenzo Cucinotta
Beh, mi dispiace per chi ci contava, ma per occuparsi di politica, ci si dovrà confrontare anche con situazioni in cui usare il termine “sedia” non basterà. Si dice, basta intendersi, ma il punto è proprio questo, cosa si vuole lasciare intendere. le parole sono molto importanti e non possiamo proprio permetterci se non per nascondere l’incapacità di argomentare le proprie proposte, di riassumere i giudizi politici con qualche accusa di fascismo e populismo sparsa in giro. Forse qualche allocco che ci casca si trova, forse qualche altro allocco che creda che Bersani potrà proporre una politica significativamente differente da quella di Monti si troverà anche, ma questi mi sembrano discorsi buoni al più per il bar.
Se oltre a tifare, si vuole anche argomentare, allora ci vuole ben altro che un’accusa di populismo di sinistra e di destra, e ci vuole ben altro che riproporre la stantia invocazione del voto utile, soprattuto quando tale voto più che inutile è proprio dannoso.
giandavide
@vincenzo cucinotto:
riguardo agli allocchi che credono che bersani e monti abbiano una politica uguale, faccio notare che bersani non si è limitato a dire “meno tasse per tutti” come ingroia, monti e berlusconi, ma ha pensato alla copertura economica di quello che dice, e questa, per chi ama gli argomenti e non gli slogan in stile publitalia, è una differenza di fondo sostanziale rispetto al buffone che dice che ha arrestato tutti da magistrato e continuerà ad arrestare tutti da politico, come se essere di sinistra oggi significhi giocare a guardie e ladri e fare la parte della guardia. ma forse per molti è così: completamente ricnoglioniti dal verbo di grillo, non credono più che sinistra e destra esistano, e preferiscono votare quello che solidarizza con i macellai della diaz (non fini, quell’altro, l’ex magistrato che si candida con ferrero) e che non propone nessuan via d’uscita al neoliberismo vigente se non un secondo governo monti e conseguente fallimento del nostro paese. quindi dato che mi sembra di avere un concetto di sinistra un pò meno superficiale del tuo, forse è meglio pensare alle tue numerose contraddizioni, che ti pongono in quella dimensione post-ideologica che ti isola dal resto della società, dato che gli unici che riescono a portare avanti l’assurdo discorso che destra e sinistra non esistono sono quelli che hanno il fuoco di fila mediatico sufficiente a sostenere questa stronzata (monti, berlusconi, grillo). gli altri sono destinati a rimenere marginali e dotati di una comunicazione incoerente che va bene per la società dello spettacolo, non per le conversazioni politiche con persone ragionanti. e se non capisci quello che ho scritto: allocca sarà tua sorella, non certo io
Richard
Gentile Giannulli, alla sua domanda “’Se uno di casa Pound ha i requisiti… io lo candido’ la ha detta o no?” la risposta è no. Quello che ha detto (l’ho trascritto) è: “Se un ragazzo di Casa Pound volesse entrare nel M5S che ha i requisiti per entrare ci entra”. Di Stefano cerca di mettergli in bocca le parole, tipo “meglio votare noi che votare Berlusconi,” e Grillo non ci casa: “No, questo non lo posso dire”. Poi, c’è una versione manipolata da Casa Pound, ma volendo, anche su You Tube, è disponibile la versione lunga, non girata da CP. Poi, ovvio, il fatto che non l’abbia detto non sposterà di una virgola l’interessante dibattito in corso sul suo bel sito, visto che a gran parte dei partecipanti della realtà, mi sembra, non importa nulla
aldogiannuli
Lei forse ha ragione di riserntirsi ed io andrò a controllare (non si ha mai il tempo di verificare tutto, questo è il guaio, ed io sono in un momento di super compressione) appena potrò e, nel caso, le garantisco di rettificare. Lde chiedo solo di avere un po di pazienza: questo blog è fatto in modo molto artigianale e non riescde ad essere efficiente come dovrebbe..
ugoagnoletto
se il 41% delle famiglie italiane non arriva a fine mese, se il governo continua a inchinarsi di fronte al vaticano e alle spese militari, vuol dire che ci stiamo avvicinando a una situazione ingestibile da questa politica. Ci vuole ben altro che discutere se votare o non votare, tanto non cambierà assolutamente niente. L’unico che aveva i numeri per fare qualcosa (Bersani) si è messo d’accordo con Berlusconi e Monti!
Vincenzo Cucinotta
Vabbè, Giandavide, spero che ti sarai capito almeno tu. L’unica cosa che si capisce è che mia sorella è allocca e che non sei d’accordo con me.
Io speravo solo di riportare la discussione sui binari della realtà, quella che c’ha dato più di un anno di governo Monti appoggiato da PDL e PD oltre che dai centristi, Questi sono i fatti, rispetto a cui Berlusconi col suo stile mente pietosamente e Bersani invece riconferma di aver fatto bene e di volere rispettare l’agenda Monti. Questi sono i fatti, e le dichiarazioni non sono mie ma di Bersani.
Quindi, accettando nell’ordine la modifica costituzionale del pareggio di bilancio, accettando il principio del rientro dal debito a botte di avanzi di bilancio dell’ordine di decine di miliardi, Bersani dovrebbe essere un mago per modificare la situazione di profonda crisi.
Poi, naturalmente si può spostare la discussione dai fatti alle fantasie, misurare il grado di populismo o il grado di sinistrosità, ma molti direbbero che questo è rimozione psicologica o detto da un politicante, vendita di fumo.
Ad Aldo vorrei dire che il punto non sta nel fatto che la dispersione è più visibile dell’astensionismo, sarà anche così, non entro nel merito, quanto piuttosto se oggi sia il momento dei gesti simbolici, a me pare di no e che sia un clamoroso errore crederlo, quasi come credere che il PD cambi la situazione economica.
Richard
Caro Giannuli, se è a me che si riferisce col “risentirsi” mi permetta di fare un intervento di tipo personale e dirle che il mio voleva essere solo un contributo al dibattito. Il fatto è che chi considera il M5S uno sviluppo positivo nel panoramma politico e intellettuale italiano non può non soffrire per i continui attacchi, e magari reagisce con un in più polemico, certo fuori luogo nel rivolgersi a uno studioso serio coem lei. Io posso solo che esserle grato per l’enorme lavoro. E aggiungo, citando Goethe: “Le uniche discussioni che valga la pena fare sono quelle tra persone che sono d’accordo su tutto”. Poi sui dettagli….
giandavide
@cucinotti. quali fatti? a me non risulta che bersani segua l’agenda monti, forse lo hai letto nell’house horgan di beppe grillo, il paccoquotidiano. il pd ha un programma diverso da monti, ma per i disinformati che seguono il lecchino travaglio sono tutti uguali tranne i populisti ingroia e grillo, che dicono di ridurre le tasse senza paralre di copertura e quindi sono più responsabili di bersani.
per il resto, stai ammettendo tranquillamente che la situazione internazionale è troppo difficile per bersani, e che monti si comporterebbe meglio. e ciò dimostra non solo che tra ingroiani e centrodestra c’è convergenza, ma che sono di fatto alleati per fare perdere bersani e dare più spazio a monti e berlusconi.
Vincenzo Cucinotta
Giandavide, prendo atto della tua fede cieca che non ammette argomenti e quindi la chiudo qui, non vedo perchè dover tollerare le tue ingiurie gratuite.
Spero solo che tu voglia smentire le cose che ti sei totalmente inventato e che, in preda a una vis polemica fuori luogo, mi attribuisci:
“per il resto, stai ammettendo tranquillamente che la situazione internazionale è troppo difficile per bersani, e che monti si comporterebbe meglio”
Grazie, apprezzo molto.
tho86lmb
Caro Aldo Gianulli,
anche grazie ai tuoi ragionamenti (sempre intelligenti e sostanziati) sono giunto a questa diversa conclusione:
Votare M5S oppure Astensione.
La ragione é che ho soppesato diversamente i pro e i contro. Avverto della tensione tra le righe, é il segno che tu trovi importanti questi argomenti e queste elezioni. Sono d’accordo con te! Io peró non penso alle elezioni con lo scopo di trovare il miglior governo (o il meno peggio) ma con quello di creare un cambiamento, VERO.
Capisco te e molti altri che hanno trovato offensiva l’apertura di Grillo a Casa Pound, anch’io la penso piú come Jacopo Fo, c’é un limite morale, evidentemente quello di Grillo é diverso dal nostro;
Con ció detto trovo che il M5S, fatto di cittadini indipendenti (non c’entrano né Grillo né Casaleggio né nessun altro) sia l’unica vera novitá. Il fatto che non facciano parte di un partito con gerarchie interne ma di un movimento li rende ancora piú autonomi (spero).
Essi potrebbero essere la scintilla di qualcosa di diverso. Personalmente studio e auspico un cambiamento radicale (vedi Demarchia), ma anche l’ipotesi avanzata da Pluchino e Co. nell’articolo apparso su Le Scienze (http://www.lescienze.it/news/2013/01/04/news/democrazia_elezioni_caso_fisica_parlamento-1446002/) potrebbe essere un inizio.
Critica: non c’é tempo per esperimenti di democrazia e per l’ingresso della societá civile nel parlamento in questo momento difficile, c’é bisogno di esperti.
Forse é vero, ma di esperti ne vedo pochi e in ogni caso non solo non avrebbero la mia fiducia, ma anzi sarei portato a pensare che in questo stato della democrazia, qualunque politico “professionista” non farebbe altro che mantenere l’equilibrio (sulle spalle dei soliti).
Voglio un cambiamento.
se il M5S non mi convincerá fino in fondo allora opteró per l’astensione e spero che come me molti lo facciano.
ciao
Mario Colombari
Caro Aldo, il M5S è un sogno, è una rivoluzione che vuole sostituire la Democrazia rappresentativa con quella Diretta, vuole togliere l’arroganza fascista di chi non vuole che il cittadino si interessi di politica ed economia facendole passare per materia adatta solo agli iniziati e poter così rubare e vessare, il M5s è tutto ciò che può dare il buon senso dei cittadini e non ha inquadramenti ideologici o politici tanto che ha punti del programma in comune con parecchie formazioni politiche di destra ma anche di più di sinistra, nel momento in cui si sarà raggiunto l’obiettivo di una Democrazia Diretta, il MoVimento sparirà insieme ai partiti. Ora però naviga in regime di DR e per sopravvivere ha bisogno di un garante e di una struttura ibrida, proprio per evitare il compromesso, il ricatto, l’affezionarsi alla poltrona e non trasformarsi in un disgraziato partito.
Il ruolo del Movimento non è quello di schierarsi a favore di Casapound, o a favore di chi quelle molotov gliele ha tirate, ma di condannare la violenza, da e verso casapound. Il nostro modo di far politica è quello di far partecipare tutti alla gestione della cosa pubblica indipendentemente da qualunque approccio ideologico.
Se mettiamo paletti ideologici prima di ragionare sui contenuti il M5S ha fallito in partenza, non ce lo possiamo permettere, non è il nostro scopo.
Personalmente io sono antifascista, magari il 99% dei membri del Movimento è antifascista, essere d’accordo su un provvedimento concreto con un fascista farebbe di me un fascista?
Saremo attaccati a 360 gradi su questo piano per tutta la campagna elettorale.. Perché? Semplice, gli schieramenti ideologici sono quelli che permettono ai partiti di mantenere un proprio bacino di voto senza dover entrare nei contenuti, senza dover parlare dei programmi…
Come potete pensare che Casapound o i Black Block possano “aderire” senza diluirsi e snaturarsi in un MoVimento che non ha connotazione legata ai vecchi schemi ma segue l’indirizzo dato dalla maggioranza dei partecipanti? Evidentemente non avete abbastanza conoscenza del MoVimento e di quello che succede al suo interno. Questa è la dichiarazione degli eletti e dei candidati dell’Emilia-Romagna:
“Il Movimento 5 Stelle è una libera associazione di cittadini, composto da persone che condividono valori democratici e che hanno superato i vecchi concetti di destra/sinistra e le antiquate ideologie sulle quali gli altri partiti sono fondati.
Il M5S è aperto a qualsiasi persona che non sia iscritta ad altri partiti e risulti impregiudicata. Chi decida di perseguire determinati obiettivi è ben accetto, se questi sono condivisi nel programma del movimento stesso.
Il M5S ha un programma, che difficilmente si concilia con quello di Casa Pound o altri movimenti e partiti, soprattutto per quanto riguarda la salvaguardia dei diritti civili e il rifiuto di qualunque posizione contraria al dettato costituzionale, ivi compresa la celebrazione dell’ideologia nazifascista o l’organizzazione di attività che si ricolleghino a tali ideali.
Il M5S, inoltre, ha costruito un programma che nulla ha a che fare con i metodi di propaganda usati dagli altri partiti e che, soprattutto, è fondato sul principio dell’ inclusione di tutti i cittadini in egual misura e senza nessuna forma di discriminazione.”
Se c’è da scandalizzarsi lo faccio quando vedo i corrotti della partitocrazia che vanno in TV a promettere cose che non manterranno, mentre a Parma, Mira, Sarego, Comacchio e in Sicilia le promesse vengono mantenute e i corrotti vanno in galera.