Soglie di vittoria: come analizzare il voto del 4 dicembre?

Come nelle altre occasioni, cerchiamo di capire il valore del voto del 4 dicembre non solo in riferimento a chi supererà il 50%, ma anche in riferimento all’ampiezza del consenso e delle sue particolarità (distribuzione territoriale, questione voti all’estero ecc). Nonostante questa volta ci siano solo due voci (Si e No) da valutare, a differenza delle elezioni dove ci sono i risultati delle due o tre coalizioni e degli 8 o 9 partiti che di solito partecipano, l’interpretazione di questo risultato deve tener conto di un notevole pluralità di punti di vista da considerare. Ovviamente il dato fondamentale sarà chi prende un voto più dell’altro e vince, ma c’è modo e modo di vincere (o di perdere).

Cominciamo dal rapporto fra voto effettivo ed aspettative: i sondaggi, in genere danno il no al 52-53% e questo è il risultato che in genere la gente si aspetta. Ma si tratta di sondaggi che considerano anche il voto all’estero o no?  E questo è già un primo problema che però considereremo a parte. Per cui il fronte del Si parte in qualche modo “avvantaggiato” nel senso che se dovesse vincere anche di un solo voto, avrebbe superato la prova e invertito le previsioni. Un secondo vantaggio sta nel fatto che il fronte del si è costituito dal solo Pd, salvo poca insalata di contorno, mentre il No assomma tutti gli altri, per cui, anche con un 48-49% Renzi si confermerebbe segretario del partito di maggioranza relativa mentre gli altri sono una pura sommatoria aritmetica, messa insieme occasionalmente dal quesito referendario.

Però andrebbero considerati anche i fattori opposti: in gennaio il Si registrava sondaggi con  valori molto elevati (in qualche caso intorno al 60%) ed in più ha goduto di un appoggio mediatico senza precedenti. Per cui un risultato inferiore indicherebbe una vittoria morale dell’opposizione. Ma come è noto “vincitore morale” è sinonimo di perdente e quello che conta è chi vince e, dunque, se vince il Si questo dato apparirà irrilevante e nessuno si degnerà di notarlo ma, vice versa, se vince il No questa considerazione farà di “moltiplicatore” del senso di vittoria.

Ma facciamo alcune ipotesi a scaglione:

a-    SI vincente oltre il 52-52%: vittoria piena di Renzi che ragionevolmente porterà al voto appena possibile, magari con l’Italicum  ( il risultato potrebbe influire anche sulla Corte Costituzionale) così da vincere al primo turno con il 40%; anche la Ue dovrebbe tenerne conto, dato il risultato il controtendenza rispetto alle sconfitte delle èlite al potere; ovviamente ci sarebbe una durissima epurazione nel partito (si e no sarebbe rieletto il solo Cuperlo. L’esito potrebbe essere sintetizzato in una sola parola: regime. Crisi economica permettendo.

b-    SI vincente di misura, dal 50,1 al 52%: Renzi uscirebbe rafforzato dalla prova, ma non del tutto padrone della situazione, sarebbe assediato da quanti l’avranno aiutato e che passerebbero a riscuotere. Inoltre dovrebbe misurarsi anche con gli umori della Corte Costituzionale e fare i conti sul quando e come andare a votare ed intanto misurarsi anche con gli effetti di spesa delle regalìe elettorali con una Ue meno comprensiva di quanto non lo sia stata sino al voto. Probabile scissione del partito ad opera di D’Alema.

c-    NO vincente di strettissima misura: Renzi incasserebbe il colpo dimettendosi nella notte stessa dei risultati, ma resterebbe segretario del partito, anche se potrebbe manifestarsi una fronda (Franceschini, Emiliano, Rossi, forse i piemontesi); magari potrebbe ottenere un reincarico o quantomeno imporre un Presidente del consiglio di suo gradimento (in fondo, senza il Pd non c’è maggioranza possibile). Una eventuale bocciatura della legge (anche perché la sopravvivenza del Senato spingerebbe la Corte in questo senso) complicherebbe non poco la vita a Renzi che, dovendo trovare una maggioranza per una nuova legge elettorale dovrebbe rivolgersi a Fi che detterebbe le sue condizioni. Il fronte del no, ovviamente si scomporrebbe subito non avendo mai avuto alcuna reale solidarietà interna, il M5s chiederebbe le elezioni subito, ma senza sponde in altri partiti  resterebbe isolato come al solito. Probabilissima scissione del Pd. Insomma, mare mosso con moto ondoso in aumento

d-    Vittoria netta del NO fra il 53 ed il 55%: corrisponderebbe, ovviamente ad una secca sconfitta di Renzi che si troverebbe subito una sommossa nel partito. Facilmente a questo si sommerebbe una pronuncia sfavorevole della Corte sulla costituzionalità dell’Italicum. Forti difficoltà nel trovare una nuova legge elettorale e concreta possibilità di andare a votare in primavera con un qualche “consultellum”. Scissione quasi certa del Pd e marea montante del M5s. Sarebbe la fine del renzismo ma non del Pd.

e-    Vittoria travolgente del No oltre il 56%: sarebbe la fine del Pd. Le elezioni sarebbero inevitabili, salvo attendere il giudizio della Corte ed andare a votare con quel che resta della legge dopo la sentenza. spinto a frantumarsi (da vedere se già prima delle elezioni), questo potrebbe tanto avvantaggiare il M5s quanto sfavorirlo, togliendogli il principale avversario. Vice versa, potrebbe giovare alla destra che potrebbe riorganizzarsi approfittando un sistema semi proporzionale.

Dato variabile: che succede se il SI prevale grazie al voto degli italiani all’estero: scontato il ricorso del comitato del No per le diverse irregolarità già emerse (ad esempio, il ministero ha dato al solo Pd gli indirizzi di quanti si sono iscritti nelle liste dei votanti all’estero e questo comporta già una violazione dell’uguaglianza delle condizioni  di partenza, poi ci sono molti altri dubbi sulla procedura), in ogni caso, sarebbe la situazione più  difficile da equilibrare: il risultato, anche se dovesse risultare formalmente ineccepibile, sarebbe politicamente debolissimo perché chiunque capisce che non puoi perdere sul territorio nazionale e vincere con i voti presi in Argentina o Australia.

Altra variabile: è normale che ci sia un’alternanza di risultati fra regione e regione, soprattutto se il risultato finale dovesse ruotare intorno al 50% per ciascuno dei due schieramenti, ma la cosa si caricherebbe di significati politici più minacciosi se, ad esempio,  ci fossero risultati troppo divaricanti fra Nord e Sud con medie del 60% dei No da una parte e, viceversa del Si dall’altra.

Infine vedremo la distribuzione di voto per classi di età e strati sociali (nei limiti in cui ciò è possibile in consultazioni di questo tipo).

Aldo Giannuli

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Aldo Giannuli

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Comments (39)

  • Ultima settimana prof!
    Settimana di passione e di lotta, alla caccia degli indecisi, di chi quel giorno non andrà neppure a votare, perché scoraggiato, disinteressato, eccetera. Io ormai penso che, per ritorsione, qualcuno prima o poi mi bucherà le gomme della bici talmente sto rompendo le scatole a tutti. Ma qualche risultato penso di averlo ottenuto. Anche perché, da cane sciolto quale sono, mi sono accorto che è un vantaggio, nel senso che la mia parola all’uomo della strada vale più di quella di un quadro di partito. mi sento dire: cosa te ne viene? ti danno qualcosa in cambio? vinci qualche premio? Poi, quando smettono di coglionare… pensano, e rumina che ti rirumina… ti danno anche ragione! 🙂
    Buona ultima settimana!
    Paolo

    • Tenerone Dolcissimo

      NOn hai idea di quanta gente casca dal pero quando gli dico che con la deforma la UE avra i mezzi per comandare in maniera definitiva e assoluta in Italia.
      E questa gente sembra interessata quando gli parlo delle prossime tasse che serviranno a salvare Deutsche Bank con ipertassazione delle nostre case e loro svalutazione e loro confisca o vendita alle immobiliari tedesche
      Generalmente si tratta di gente che ancora non sa dei 40 miliardi spediti alla UE da Monti nel luglio 2012 per salvare le banche tedesche e francesi.
      Prova a giocare questa carta.

      • Attenzione a non esagerare che hanno in mente di rinfacciare tutte le bufale pochi attimi prima del voto proprio quando faranno più male.

        • Tenerone Dolcissimo

          Ci provino a definire bufale le nostre asserzioni. Gli scateniamo addosso BARRA CARACCIOLO, peraltro persona assai misurata.
          Tu giustamente dici che anche prima la UE aveva forte potere in Italia (se no Monti chi lo metteva) ma aveva l’intoppo dei diritti costituzionali che se passa la deforma vanno in soffitta.

          • Mi riferivo piuttosto ad evitare di essere troppo “liberali” con gli slogan e di limitarsi ai fatti accertabili.

            PS: Non mi riferivo ai controlimiti per i quali la tesi giuridica a spiegazione delle brevi affermazioni non è pervenuta. In ogni caso non può essere ricondotta ai vincoli presenti nel 117. Peraltro per alcuni articoli della costituzione vigente esistono plurime interpretazioni (es il potere di scioglimento delle Camere), dunque un solo passero non fa primavera ma si consiglia di tenere lontani dalla Corte costituzionale proprio quelli che danno l’interpretazione peggiore.

          • Tenerone Dolcissimo

            Carissimo Allora ditelo,
            chiedo venia per il ritardo. Dunque “La teoria dei “controlimiti” è stata elaborata in Italia dalla Corte costituzionale, similmente a quanto avvenuto presso altri giudici costituzionali europei, come argine rispetto a possibili violazioni dei principi fondamentali della Costituzione e dei diritti inviolabili da parte delle fonti degli ordinamenti sovranazionali e internazionale, oltre che del diritto concordatario e delle leggi costituzionali e di revisione” (Calvano)
            Questo controlimiti almeno in Italia ed almeno finora sembrano reggere come si evince da una recente sentenza della Corte costituzionale: la n. 86/2012 (red. Criscuolo)
            …omissis….
            Le norme dell’Unione europea vincolano in vario modo il legislatore interno, CON IL SOLO LIMITE DELL’INTANGIBILITÀ DEI PRINCIPI FONDAMENTALI DELL’ORDINAMENTO COSTITUZIONALE e dei diritti inviolabili dell’uomo, garantiti dalla Costituzione
            …omissis….
            Faccio notare che è sentenza successiva alla riforma costituzionale del 2001 che per prima iniziò a citare la UE nella nostra Carta.
            Cosa accadrebbe nell’infausto caso al referendum di domenica vinchi il SI? Difficile dirlo con precisione, ma sicuramente e nel caso migliore i controlimiti comincerebbero a vacillare e a presentare crepe. Quanto profonde ed estese? Occorrerebbe verificare chi sarebbero i giudici costituzionali in futuro ma con la vittoria della deforma Renzi avrebbe notoriamente mano moooooooooooooolto più libera. Insomma, per ricorre ad una sintetica espressione di Shakespeare, “for us would arrive acid cocks”.

        • Tenerone Dolcissimo

          Certo e come ha detto il professore anche un orologio rotto segna l’ora esatta due volte al giorno.
          Battute a parte andrebbe esaminato il perché una certa nomenklatura sta togliendo la terra sotto Renzi. Molti si sono chiesti il perché della presa di posizione per il NO dell’Economist.
          In parte si spiega con il fatto che Renzi ha solato un po’ tutti, anche coloro che avrebbero dovuto appoggiarlo. In parte si spiega col fatto che Renzi non si mostra all’altezza del compito di depredare gli italiani, iniziando a concedere qualcosa, cosa che si spiega con il brontolio di protesta che sente salire dalla piazza e dal comprensibile desiderio di non finire appeso all’ingresso di palazzo chigi. Ma questo non interessa molto a chi conta sui soldi degli italiani per salvare le proprie banche.
          E qui mi taccio perché sto entrando in un terreno minato e degno di una analisi del professore

          • Se ho ben capito, la carta Monti sarebbe dunque il jolly nel mazzo…? Oppure ‘Rigor’ è un bel trafficone che ha tratto profitto dal consiglio di Gracián: “All’uomo prudente giovano più i nemici che allo sciocco gli amici” (Al varón sabio más le aprovechan sus enemigos que al necio sus amigos), comunque…
            Grazie tante, Tenerone.

          • Tenerone Dolcissimo

            Caro Foriato
            ketty devo dire. Sono giochi sotto traccia e difficilmente interpretabili anche ai professionisti come Giannuli
            Di certo si sente che l’aristocrazia o almeno suoi pezzi stanno silurando il Bomba. Non dimentichiamo che qualche mese fa iniziarono manovre mediatiche per rivitalizzare Monti

  • Matteo, stai sereno.
    E ci voleva Big Jim americano per insegnarti a voltare le frittate, quasi che i partiti di governo fossero all’opposizione?
    Matteo, dammi il 50% dei soldi che il partido D da all’emiricano, tanto il referendum lo perdi, ma almeno risparmi l’altro 50%.

  • E’ fantastico vedere su questo blog il banner pubblicitario a favore del referendum sulle ferrovie e sugli enti inutili .. ci manca che promettano più pilu pi tutti.
    Non sono indignato. Anzi, faccio un appello ai promotori del SI.
    Fate passare più vostra pubblicità a pagamento sui siti del NO. 🙂 :))

  • egr prof,come da copione trito e ritrito,se la notizia dell attacco alla caserma di bolgna, è vera,ritorna, nel nostro paese la strategia della tensione,e meno male che ci sono stati danni,limitatissim,ma noi non andremo a votare,nè per il si,nè per il no.viva l italia,l italia,sotto l talloni degli stranieri!

  • Il Financial Times e l’Economist…son per il No. Mi preoccupa quando sti giornalacci al servizio dell’ 1 % della popolazione si schierano dalla parte del “popolo”. Ovviamente voterò un NO deciso.

  • Tenerone Dolcissimo

    gli altri sono una pura sommatoria aritmetica, messa insieme occasionalmente dal quesito referendario
    ***
    Non è esatto o non del tutto esatto. Questo referendum è solo una tappa di una lotta per riconsegnare l’Italia agli italiani. Siamo di fronte ad un confronto non fra destra e sinistra, ma fra patrioti e collaborazionisti, come affermato autorevolmente dal professor RINALDI
    Quindi dopo il referendum non portare le armi in soffitta.

      • Cosa fare se vince il sì? Io ho incontrato solo gente decisa a votare un no grande quanto una casa e inizio ad aver paura delle clientele, evidentemente chi risponde sì ai sondaggi lo fa per qualche motivo e quelli a votare ci vanno di sicuro… il caso De Luca è emblematico. Inizio ad aver paura.

        • Tenerone Dolcissimo

          Fai bene!!!
          La vittoria del NO non è affatto scontata. Forse la mia visione è viziata dal vivere a Roma e, quindi, di essere circondato da servi pronti a vendersi per una frittura di pesce. Il rischio di perdere io lo sento, tanto per confermare la mia fama di uccello del malaugurio.

  • Purtroppo credo che con una vittoria del no inferiore al 60% Renzi potrebbe vantare di aver raccolto più del 40% tutto da solo, con una parte del proprio partito contro, quindi un consenso maggiore di quello ottenuto alle europee.

    Confido quindi nel fatto che la stragrande maggioranza degli italiani non si fidi più di Renzi e voti in massa NO.

      • Ha visto professore, gli italiani hanno confermato le nostre più rosee aspettative, basate solo sulla matematica e sulla statistica.

        Le sottopongo una proposta di legge elettorale, diciamo così di democrazia diretta.
        Primo turno proporzionale puro senza coalizioni, con i correttivi necessari.
        Secondo turno fiducia diretta dei cittadini al governo, si presentano le varie coalizioni possibili con i voti del primo turno, che abbiano la maggioranza qualificata per governare. La coalizione che ottiene più voti governa. Se la coalizione si spacca si torna alle urne. Il presidente del consiglio è espresso dalla forza politica che ha avuto più voti nella coalizione al primo turno.

        • devo confessare una cosa, già verso ottobre ho iniziato a pensare che avremmo vinto con il 56-57% ma non ho mai avuto il coraggio di scriverlo per scaramanzia (lo so, avete ragione, sono fesserie, ma io sono meridionale). Poi mi sono preoccupato per le sporche manovre dei renziani negli ultimi 10 giuorni ma ho continuato a credere che avremmo vito, forse con un margine più ristretto. Ma quando ho visto il boom dell’affluenza mi sono terrorizzato ed ho iniziato a sudare freddo temendo una vittoria a valanga del Si al punto che ho smesso di vedere la Tv e mi sono messo a scroivere cose che non c’entravano nulla, sino a quando mi ha telefonato Nico Perrone per farmi la notizia, meravigliandosi che già non sa sapessi.

          Morale: hai un bel dire che l’analista deve mantenersi freddo, ma ci sono momnenti in cui sei così coinvolto che non capisci più cosa è analisi, cosa desiderio e cosa timore.

    • Tenerone Dolcissimo

      Tommaso ha evidenziato un particolare trascurato ma importante. Qui non si deve vincere con il 51%.
      Come insegnano le vittorie della Brexit e di Trump, chi comanda nell’ombra se ne fotte del nostro voto. Quindi, il Bomba non va sconfitto, ma va seppellito sotto una valanga di NO, anche per cacciare via il fregnacciario di Riano e per fare in modo che il prossimo presidente del consiglio non sia il quarto Quisling impostoci dal superciuk bruxellese.
      Ergo sotto a convincere gli indecisi che questa e’ la settimana decisiva

  • A me piace semplificare, perciò, pur apprezzando, ci provo:
    A) vince il “SI”: come vince, vince, Renzi esce molto rafforzato, ma non sta scritto da nessuna parte che vincerebbe anche alle elezioni, sopratutto al primo turno e con il 40% di voti.
    Perciò, forse farà un po’ di pulizia nel partito, sebbene per molti, ad iniziare da D’Alema, sarà il definitivo canto del cigno e sarà la stessa sconfitta del “NO” a rottamarli, senza bisogno di suoi interventi.
    Solo in caso di vittoria con percentuali bulgare, si arrischierebbe a mettersi subito in gioco con elezioni anticipate.
    B) vince il “NO”: anche qui, escludendo percentuali bulgare, non cambierà nulla. Renzi, come ha già detto rimangiandosi le dichiarazioni da sbruffone, si rimetterà alle decisioni del partito e, aggiungo io, degli alleati. Non è inglese e non si chiama Cameron. Il partito non è in mano a gente democratica, perciò in assenza di alternative credibili, si guarderanno bene dal giubilarlo. Gli alleati di governo, tra cui metto anche buona parte della cosiddetta destra, non possono certo sperare di andare al governo con nuove elezioni. Qualcuno, Alfano e compagni in primis, rischia perfino di scomparire. Quanto alla Lega, è di oggi l’attacco di Bossi a Salvini, che non riscuoterebbe più, a suo dire, la fiducia della base. Ergo, Renzi non si dimetterà affatto, né sarà costretto da altri a dimettersi.
    Piuttosto, quello che trovo imbarazzante e assolutamente sbagliato, è il fatto che non ci sia nessuno che faccia ricorso PRIMA di conoscere l’esito della consultazione, se è vero che il ministero ha dato al solo PD gli indirizzi di quanti si sono iscritti nelle liste dei votanti all’estero. Trovo che questa sia una cosa di una gravità inaudita, pari a brogli accertati. Gli aventi diritto al voto all’estero sono più di 3.800.000; una cifra importante, tale da condizionare pesantemente qualsiasi consultazione. Attendere l’esito del referendum per iniziare l’ennesima battaglia giudiziaria se e solo se si perde, trovo che sia scorretto oltreché perdente.

    • “… trovo che sia scorretto oltreché perdente.”
      Forse avrei fatto meglio a dire “trovo che sia PERDENTE, oltre che SCORRETTO”.
      PERDENTE, perchè anche se un domani la Corte Costituzionale dovesse accogliere il ricorso, le modifiche alla Costituzione sarebbero già in vigore da tempo e si produrrebbe l’ennesimo ingorgo istituzionale. Così, oltre a non mandare a casa Renzi, non si sarebbe ottenuto l’obiettivo veramente importante, cioè evitare l’inquinamento della Costituzione. I Renzi passano, la Costituzione resta, e sperare un domani di metterci una pezza è utopia pura.
      SCORRETTO, perché se si pensa che la consultazione sia già su un piano di scorrettezza, allora bisogna denunciarlo non appena se ne ha il sospetto e porre in essere tutti gli interventi ammissibili per inficiarne il risultato a prescindere; va bene il realismo, ma un minimo di rispetto per la democrazia, quella vera, bisogna pur averlo!

    • Tutte osservazioni valide, complimenti. Gli appelli a un secondo referendum inglese esprimono l’incredulità dell’estabilishment sul fatto che le élites britanniche non si decidano a ribaltare sottobanco il risultato del referendum sulla Brexit, come farebbero loro.

      Il referendum costituzionale è solo un passo – per quanto importante – dello sforzo dei poteri forti di aggregare saldamente l’Italia al carro imperiale americano e a quello eurista. In caso di vittoria del NO vedranno come meglio aggirare il blocco, vuoi lasciando in sella il fiorentino d’assalto, vuoi intronando un governo tecnico alleato con Berlusconi e tenendo Renzi (che comunque rimarrebbe segrtetario del PD e quindi continuerebbe a giocare un ruolo fondamentale) di riserva per il prossimo balzo.

      Io non escludo interamente che lor signori abbiano un piano C: vista la situazione di sfascio del sistema bancario (destinata a emergere nel 2018 colle nuove regole europee di gestione), se falliscono i piani per gestire la cosa a modo loro (leggi a spese nostre), potrebbero far andare al governo il M5S subito prima dello scoppio della crisi e guardarlo sciogliersi come neve al sole creando una colossale Syriza moltiplicata per dieci. Da qualsiasi cosa che abbia un vago sapore sinistrorso OGGI (in passato le cose stavano altrimenti) possono solo venire tradimenti.

      • Ringrazio per l’apprezzamento.
        Purtroppo (ma fino a non molto tempo fà, ci stava più che bene!), siamo già “aggregati saldamente al carro imperiale americano e a quello eurista.” E non da oggi. Pensare di potersi sfilare a colpi di referendum o, peggio, contando su un governo M5S che faccia quello che Syriza non è stata in grado di fare in Grecia, è cosa pericolosa e miope illusione.
        Ci sarà da sudare sangue, ammesso e non concesso che ci sia un sufficiente sostegno della gente ad una politica in tal senso. Ma non per tirarsene fuori, a parer mio; solo per attenuarne gli effetti più deleteri e penalizzanti. Anche perchè, globalizzazione o non globalizzazione, nessuno, tantomeno l’Italia, può pensare di fare parte a se, novella Svizzera formalmente politicamente indipendente, ma anch’essa sotto il tallone della grande finanza.
        Da qualche parte bisogna pure stare, a qualcuno bisogna pur associarsi; in questo momento il mondo non è politicamente duale, non c’è più il blocco Orientale, con la Russia come riferimento, e quello Occidentale, ad egemonia anglosassone.
        Oggi il mondo è diviso in Islam e tutto ciò che non è Islam: possiamo pensare di divenire mussulmani?
        Sostengo il M5S e mi auguro di cuore che arrivi a governare: se succederà, certamente saranno molto più preparati di quando sono stati presi alla sprovvista dall’exploit del 2013 che nessuno poteva immaginare. Ma oltre che amministrare bene, certamente importante, dovranno imparare un’arte difficilissima e decisiva per il nostro futuro, abbandonata da tempo dalle mezze calzette che ci governano da oltre 20 anni: la diplomazia internazionale. Poi certo è anche importante tenere pulite le città, far funzionare i trasporti, rivedere il sistema del welfare e quello fiscale, non intrallazzare per fini personali, ecc. Ma senza una diplomazia capace ed attenta agli interessi del Paese, tutto il resto scomparirà alla prima manovra artificiosamente attuata sullo spread.
        La saluto cordialmente.

        • Per liberarci bisogna che il sistema collassi. E il collasso porterà guerra e dittatura. Qualsiasi partito o movimento che non si muova in questo contesto è fuffa. Il M5S, mi perdoni la schiettezza, si spiaccicherà come una medusa caduta dal quinto piano non appena avrà responsabilità di governo. Non parliamo di cosa accadrebbe qualora si trovasse a gestire una situazione di estrema emergenza.

  • L’analisi è interessante, ma c’è una cosa che non comprendo.
    Lei Giannuli afferma che “Vittoria travolgente del No oltre il 56%: sarebbe la fine del Pd” – Perchè??
    Supponiamo che il No arrivi persino prossimo al 60%. Dall’altra parte c’è sempre più di un 40% tutto di Renzi. A questo punto, perso per perso, Renzi sarebbe tentato di giocarsela il tutto per tutto andando diritto alle urne (senza il suo ok nessun governo può stare in piedi) con l’Italicum e se (almeno in teoria) quel 40% gli ritorna, avrebbe in mano una vittoria clamorosa (ed immagino lo scorno per voi grillini!). Altro che PD finito (PD di Renzi naturalmente!)
    Il rischio è evidentissimo e, se proprio andasse così, penso che ci sarebbe una corsa da parte dei pontisti di centrodestra per far rimanere in sella Renzi rinnovando il patto del Nazzareno (il che andrebbe benone anche a Berlusconi visto che potrebbe tornare in gioco), magari oltre che per varare una nuova legge elettorale, anche per rivedere fin dove possibile la Costituzione con una maggioranza sicura dei 2/3.
    Penso che, purtroppo per lei, non sarà per nulla facile liberarsi di Renzi.
    Tenga duro!

    • .. precipitevolissimevolmente pel clivo di monte Citoros ruzzolò e finì nei gorghi del biondo Tevere, dove politicamente annaspò.
      Non è una quistione soggettiva: se così fosse voteremmo in massa per l’attore più fotoigienico; invece è una quistione politica

    • Paolo (un altro Paolo )

      Guarda che ci sono io che ho il nick Paolo già da un bel po…vedi qualche post precedente…usane un altro o aggiungici qualcosa …se vuoi usare Paolo …a me sta bene..ma dimmelo ed io al mio Paolo ci aggiungo un altra sigla. Altrimenti sembra che sia la stessa persona…questo post non è mio …e confonde i lettori.

      guarda questo lo ho fatto io:

      Paolo

      28 novembre 2016 a 07:58 | #

      Il Financial Times e l’Economist…son per il No. Mi preoccupa quando sti giornalacci al servizio dell’ 1 % della popolazione si schierano dalla parte del “popolo”. Ovviamente voterò un NO deciso.

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