Che succederà dopo le elezioni?

Nel confusissimo dibattito sulla legge elettorale sono tutti angosciati dal problema della governabilità, scoprendo che con il modello tedesco nessuno ha la maggioranza, anzi non c’è neppure una coalizione che possa governare e, magari, sognano il ritorno all’Italicum o sistemi consimili. Diversamente saremo condannati all’ingovernabilità o al peggiore degli inciuci.

Allora, facciamo qualche considerazione generale: effettivamente la prospettiva più probabile è proprio quella dell’assenza di maggioranze precostituite. Ma questo non tanto per effetto di una legge elettorale proporzionale, quanto per la persistenza del bicameralismo perfetto ed anche se ci fosse un sistema maggioritario questo rischio sarebbe scongiurato. E questo perché Camera e Senato hanno due corpi elettorali diversi, per di più il sistema al Senato è, per Costituzione, su base regionale, per cui la vittoria di uno in Lombardia è compensata dalla vittoria di un altro in Piemonte e Sicilia e di un terzo in Liguria e Veneto. Il punto è che il sistema politico ha assunto un formato tripartitico, per cui quello che è stato un rischio per quasi un ventennio (la maggioranza di governo ha sempre avuto il suo tallone d’Achille al Senato) ormai è quasi una certezza.

Vediamo le formule “possibili” e quello che dicono le simulazioni di questi giorni sulla base del modello tedesco:

Pd+ Fi si fermerebbero intorno ai 300 seggi alla Camera e, forse potrebbero farcela al Senato (ma è decisamente incerto)

M5s+ Lega alla Camera andrebbero meglio: circa 310m seggi, ma al Senato (per effetto della estrema debolezza della Lega nelle regioni centro-meridionali, e per la mancanza dell’elettorato sub venticinquenne, che rappresenta una quota rilevante degli elettori M5s) la coalizione si fermerebbe decisamente sotto di 150 seggi.

Per di più c’è un eventuale quarto polo: la sinistra di articolo 1-Mdp e Sinistra italiana che non sarebbe solubile né in una coalizione Pd+Forza Italia e Centristi né in una M5s + Lega + FdI.

Insomma, la possibilità che si formi una maggioranza stabile è legata al fatto che una di esse conquisti la maggioranza assoluta dei seggi sia alla Camera che al Senato. Il che non appare molto probabile, soprattutto per il Senato.

Anche se adottassimo un sistema premiale maggioritario più o meno generoso, non i risolverebbe il problema, perché nessuno può garantore che il risultato del Senato sia conforme a quello della Camera.

Quindi, mettetevi l’anima il pace che, anche con imbrogli del tipo premio del 14% a chi supera il 40%, proprio non si risolve il problema.

Ed allora che si fa nel caso non ci siano i numeri per una qualsiasi coalizione?

In teoria, potrebbe esserci una maggioranza Pd + M5s, magari allargata alla sinistra, o addirittura estesa a Fiche sarebbe l’unica a potersi definire di “larghe intese” (visto che le altre intese sono decisamente strette, come si vede), ma allo stato attuale nessuno la evoca neppure per il più remoto dei casi, ma, nel caso di maggioranze diverse fra Camera e Senato, chi sarebbe il Presidente del Consiglio? Ve l’immaginate il Pd in un governo Di Maio o, al contrario, il M5s in un governo Renzi? Per di più, la campagna elettorale sarà tutta all’insegna della competizione fra i due. Ma mai dire mai: in fondo se il M5s fosse disposto ad allearsi con la Lega, perché non potrebbe farlo con il Pd? In fondo non sono poi così diversi.

Resterebbe un piccolo problema: quanto durerebbe un governo del genere? Votando a settembre, siamo sicuri che non cada già a Natale?

E, in fondo, la stessa considerazione si può fare per le coalizioni 5stelle-Lega, mentre un governo Pd-Fi potrebbe durare sei mesi in più.

C’è poi un secondo tipo di soluzione possibile: in omaggio alle scelte dell’elettorato che avrebbe indicato un vincitore “relativo”, il secondo partito potrebbe astenersi per consentire la formazione del governo al primo, “nell’interesse della Nazione”. Possibilissimo, ma è ovvio che il secondo partito si riserverebbe il diritto di passare all’opposizione in ognbi momento e di votare contro qualsiasi progetto del governo, determinandone la paralisi. Anche qui la durata sarebbe assi breve e servirebbe giusto in attesa di qualche manovra (magari una scissione che modifichi i rapporti di forza).

Terzo tipo, che forse finirà con imporsi: costatata l’assenza di una possibile maggioranza precostituita e lo stato di difficoltà del paese (vedrete che musica dopo le elezioni tedesche !) si forma un esecutivo promosso dal Presidente che si presenta alle Camere con questo discorso “o mi votate la fiducia o si va a votare di nuovo”. Insoma una atro governo Monti. Ragionevolmente Pd e Fi lo voterebbero, tutto sta a vedere se non si formi un qualche gruppo di “responsabili” (in Italia non ne mancano mai) che porti i voti necessari.

Neanche a dirlo, il governo arriverebbe giusto alle Europee dove si giocherebbe la partita decisiva.

E forse non sarebbe il peggiore di tutti i mali, perché darebbe quel paio di anni di tempo necessari a cambiare l’offerta politica, perché, se non lo si fosse capito, qui quello che non funziona più che la legge elettorale, è l’offerta politica che quando non è impresentabile (come nel caso di Pd, Fi e Lega) è ancora inadeguata (come nel caso di M5s, Articolo 1-Mdp e Si). C’è bisogno di modificare sensibilmente il quadro delle forse politiche, ma le pere sull’albero non sono ancora mature.

Aldo Giannuli

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Aldo Giannuli

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Comments (18)

  • Paventare l’instabilità cagionata da partiti che brigano per distorcere la rappresentatività dei risultati elettorali e che poi ne approfittano per portare il Paese allo stallo è una ammissione della loro inadeguatezza e certificazione della loro pericolosità.

    Una situazione del genere non si risolve dando loro fiducia ma riconoscendone l’incapacità di mediazione e l’inabilità alla politica.

    Perché è chiaro che nessuna normativa approvata senza mediazione tra le parti politiche potrebbe rimanere intatta dando la “governabilità” a minoranze differenti ad ogni giro di roulette elettorale.

    E questa instabilità è quella che continue mistificazioni tendono a celare.

    Con tutte le porcherie in cantiere sulle leggi elettorali per far rimanere solo tre quattro partiti è bene che trovino la quadra.

    Non è che si può dare la colpa dell’inadeguatezza politica alle leggi elettorali e distruggere una democrazia per l’incapacità di parti che non sono in grado di comprendere di essere minoranze che da sole non sono rappresentative della Nazione.

  • Sembra che i partiti più grossi abbiano trovato un compromesso per eliminare le zanzare fastidiose che, in omaggio alla cara, vecchia e intramontabile politica dei due forni, pretendono molto più di quello che danno, e impedire inoltre che forze alternative genuinamente sovraniste o di sinistra possano arrivare in Parlamento e in posizione di visibilità politica tale da generare la speranza che si possa costruire qualcosa di diverso dal Nuovo Ordine Mondiale.

    Una volta presi i voti, le alleanze si faranno nelle segrete stanze o davanti ai caminetti. Forza Italia, PD, Movimento Cinque Stelle e, in parte, Lega Nord sono perfettamente allineati ai valori del Nuovo Ordine Mondiale, per cui non ci sarebbe nessuna difficoltà ad attingere tra i loro eletti, magari attraverso giochi di (scarso) prestigio fatti di mini-scissioni, cambi di nome o singoli responsabili per costruire qualcosa di apparentemente nuovo e accettabile alla stanca, sfiduciata e mediaticamente lobotomizzata “opinione pubblica”. Tanto ciò che dovrà fare il “Governo” italiano sarà deciso oltreoceano o al massimo dalle parti di Berlino e Bruxelles, come ormai siamo abituati a vedere da parecchi anni.

    Sulla presunta “diversità” del Movimento Cinque Stelle vorrei fare qualche precisazione.
    Nel 2013 ha avuto un successo enorme ed ha suscitato grandi speranze di cambiamento. Arrivato in Parlamento sotto forma di una nutrita rappresentanza di persone che non avevano nemmeno l’esperienza di un piccolo Consiglio Comunale, ma un fervore talebano di essere i salvatori della Patria, è rimasto strenuamente in una cieca, sterile e mi verrebbe da dire ottusa opposizione attraverso la quale ha contribuito in maniera determinante a far fuori dal PD quanto c’era di vagamente riconducibile alla Sinistra e spianare la strada al renzismo e dunque al Partito della Nazione, che si può fare benissimo anche chiamandolo in altro modo.
    Nello stesso tempo, attraverso “strane” e massicce espulsioni, ha fornito un numero di parlamentari più che sufficiente a tamponare le esigenze di “responsabilità” nazionale, svincolandoli nel contempo da ogni obbligo di correttezza verso il “partito” che li ha presi dal nulla e li ha proiettati nel massimo organo decisionale italiano (almeno formalmente) salvo poi cacciarli via. In poche parole, ha garantito una decisiva e probabilmente irreversibile svolta a destra del maggiore partito italiano, ha fornito carne da votazione alla maggioranza e ha dato ai media la possibilità di dire che in Italia c’è un’opposizione dura e pura e piuttosto fastidiosa alle “élites”. Un capolavoro politico, altro che una serie di bizzarrie senza senso come parecchi le hanno dipinte. Un capolavoro probabilmente pianificato e costruito a tavolino da “menti raffinatissime” e autentici professionisti della finzione scenica finalizzata al controllo delle masse.
    Spero che in questo quadro desolante possa emergere una forza politica autenticamente nuova, in grado di dare una risposta a tutti coloro che si sono rifugiati nell’astensione, nel voto utile (utile a chi?) o nell’illusione che il PD sia davvero l’erede della Sinistra e Forza Italia quello della Destra per formare un’alternativa che non sia semplicemente un gioco delle parti. Al momento quel poco che c’è di interessante viene completamente oscurato dai media. Ma forse una speranza c’è.

  • Tenerone Dolcissimo

    Andrebbe inserita un’altra variabile. Che politica seguirà il M5S?
    Passerà la linea antiUE e antiEURO dei vari Sibilia e del transfuga Zanni ovvero l’appecoronamento alla Merkel del famoso ex pizzettaro di cui mi sfugge il nome e del vezzoso Di Maio?!?!?!?
    Ah … saperlo!!! starà dicendo lassu’ il buon Pazzaglia

  • Nel frattempo, è apparso in rete l’emendamento Fiano, dal quale si deduce che voteremo con un’unica scheda, per cui in effetti il voto nel collegio uninominale non è dato al candidato di quel collegio come specifica persona, ma come componente di una lista.
    Così, crolla ogni rapporto col sistema tedesco che prevede invece due distinte schede, consentendo così all’elettore di votare per liste differenti tra il collegio e la parte proporzionale. Tale separazione valorizza il giudizio rispetto al candidato nell’uninominale.
    Sicuramente dal punto di vista tecnico, le differenze ci saranno, ma nella sostanza, che senso ha prevedere una parte in uninominale e uno nelle circoscrizioni? Se si obbliga l’elettore a votare in modo uniforma, tanto valeva togliere questa che apapre come un’inutile complicazione.
    Inoltre, è evidente che così si è creato un superporcellum riguardo alla mancanza di scelta del singolo candidato da votare. Una cosa è votare un dato candidato che poi rappresenta anche un partito, ma che in ogni caso impersona pienamente ed in esclusiva quella lista, ben differente cosa è votare perchè vincolati al voto uniforme per cui il meccanismo si inverte, si sceglie la lista e si vota il candidato uninominale prioritariamente perchè membro di quella lista.
    Nel riproporre questo blocco delle candidature in tal modo impedendo all’elettore la scelta, siamo certamente fuori dal quadro costituzionale, siamo apertamente in opposizione alla sentenza della Consulta in proposito,e quindi il parlamento, nell’approvare una simile legge, compie un vero e proprio golpe approfittando dell’impossibilità di accedere in tempi così stretti a un nuovo giudizio della corte.
    Ancora una volta si dimnostra come questo regime in cui siamo ormai finiti è incompatibile con l’esercizio della democrazia.

  • Esistono varie combinazioni e possibilità, ma bisogna tenere presente anche gli effetti della campagna elettorale.

    Se, come è probabile, Renzi personalizzerà le elezioni, come ha fatto con il referendum, occupando i media h24 a reti unificate, verrà fuori una sorta di ballottaggio tra Renzi ed il M5S.

    Chiunque voterà un’altra forza politica infatti, regalerà potenzialmente la vittoria a Renzi che ha già pronto un accordo con B. per avere i numeri per governare.

    Qualche elettore potrebbe quindi turarsi il naso e con il voto utile, amplificato dallo sbarramento al 5%, far vincere il M5S, che comunque non avrebbe i numeri per governare.

    A questo punto Renzi dovrebbe prendere atto della sconfitta e dimettersi. Il PD derenzizzato potrebbe persino sostenere la nascita di un governo di coalizione con il M5S.

    Questo è solo uno dei tanti scenari possibili.

  • Agostino Marrella

    Buona sera al professor Giannuli e a tutt*.

    Il fatto che il “nuovo” sistema slettorale sia gradito anche a Grillo & C. non muta neppure di una “virgola” l’oligarchismo, la partitocrazia e l’ennesima “suinaggine” che esso esprime.

    E una domanda si impone: a cosa e/o a chi è “alternativo” il M5S?

    http://www.corriere.it/politica/cards/legge-elettorale-capilista-bloccati-paracadute-collegi/come-vengono-ripartiti-proporzionalmente-candidati-livello-nazionale-o-quota-circoscrizionale_principale.shtml

  • Ma guarda un po’ ! Tocca proprio a me, che dialetticamente ho qui contraddetto i nostalgici, ricordare che nel panorama politico esistono, in omaggio al principio di realtà, gli arcipelaghi di destra.
    Con qualche aiutino potrebbero superare l’asticella (stavo per dire “stampella”) e continuare contraddittoriamente e ambiguamente a fare quello che hanno sempre fatto in Italia, ovvero predicare in un certo modo nei piani bassi (spacciare una politica social-socialista per prendere più voti) e agire in un altro nei piani alti (stare con la vera destra).
    Così, nella migliore tradizione tedesca avremmo due partiti e mezzo: solo che qui i liberali tedeschi, come ago della bilancia, sarebbero rimpiazzati dai post-nostalgici, apparentemente barricaderos, ma in realtà sensibili alle sirene dei poteri forti e dei salotti buoni.
    Scientificamente parlando, nella susscessione dei partiti nell’arco parlamentare-ideologico, al PD dovrebbe seguire il duo Forza Italia-Fratelli d’Italia, del cui primo è una costola, alitata dal divin Silvio e benvoluta dai giornali della di lui famiglia.
    *****
    Raramente mi sono così annoiato nello scrivere e, -sopratutto-, emendare qualcosa.
    E’ stato molto più effervescente la mini elezione che ha visto Rajoy ricevere il mandato da Mattarella.
    Che sbadiglio !!

  • MDP potrebbe sostenere un governo M5S-Lega o anche uno PD-Fi, in realtá. Rimane da vedere quanto prenderanno.
    C’é poi la possibilitá che si presentino altre forze politiche, magari unendo le forze tra quelle minori, ci stiamo lavorando con http://www.sovranitapopolare.it

  • Dal quadro disegnato dal prof. ne viene fuori l’ingovernabilità totale. In Olanda da mesi è così e vanno avanti senza governo. I globalisti liberisti cercano proprio questo: rendere inutile perchè irrilevante il processo elettorale democratico (Monti dixit) tanto le cose andranno avanti col pilota automatico (Draghi dixit) deciso dalle oligarchie finanziarie: fare i compitini scritti dalla Troika: smatellare il welfare, svuotare le costituzioni socialdemocratiche uscite dall II guerra mondiale, privatizzare tutto, farci entrare in competizione animalesca sul mercato del lavoro con gli immigrati. Sicchè una legge elettorale che imballa il processo democratico è la benvenuta. I partiti se ne rendono conto? SI. Sono in malafede.

  • Marcello Romagnoli

    Il problema vero è la bassa qualità dei politici che i partiti propongono agli elettori. Persone più capaci hanno saputo scrivere la Costituzione senza avere delle maggioranze forti.

    Ridicolo è poi credere al fatto che il M5S abbia bisogno di tempo per crescere. È solamente assurda l’idea su cui si fonda: la rete!

    Non è con la rete che si costruisce un partito fatto di persone pescate nella rete che è in grado di prendere le meglio intelligenze.

    Mi spiace per la sua stima politica del fondatore, ma secondo me l’idea non è affatto geniale.

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