Strage Bruxelles: quasi non fa più notizia. E’ solo la riprova degli errori che ci stanno portando alla sconfitta.

E’ orribile dirlo, ma ormai gli attentati con qualche decina di morti, quasi non fanno più notizia se avvengono in Europa, mentre non fanno per nulla notizia se avvengono in Turchia, Libia, Indonesia, Mali: quelli sono sotto-uomini e non meritano l’aristocratica attenzione dei media europei ed americani; fa più notizia una partita di calcio. Ma anche qui in Europa, ormai ci stiamo assuefacendo nonostante i media ci scarichino addosso valanghe di carta stampata e speciali televisivi.

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Gli errori dei servizi segreti sull’Isis: ma lo fanno apposta?

Partiamo da alcune constatazioni difficilmente contestabili:

la lotta al terrorismo islamico sta dando risultati catastrofici, peggiori della più pessimistica aspettativa;

-nella storia dell’intelligence occidentale non c’è una serie così lunga di insuccessi così completi, dunque non c’è un precedente in cui l’intelligence si sia dimostrata così al di sotto del loro compito;

-siamo di fronte ad un tipo di terrorismo totalmente nuovo per dimensioni, modalità d’azione, forme organizzative e di lotta (con buona pace di qualche imbecille che le compara con le brigate rosse che è come mettere sullo stesso piano la “compagnia della teppa” con il cartello di Medellin);

-i servizi segreti stanno facendo errori evidenti, persino sul piano del comune buon senso.

Tutto questo sta stimolando un dibattito: è solo una questione di errori o si tratta di complicità? Insomma: ci sei o ci fai? E allora vediamo.

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Regeni era una spia? Una infamia ed un depistaggio.

Già poche ore dopo il ritrovamento del cadavere di Regeni ha iniziato a circolare nel web la notizia dell’appartenenza di Regeni al servizio segreto militare, per conto del quale avrebbe dovuto svolgere una qualche missione. Una tempestività decisamente sospetta: da dove poteva venire questa notizia, ed in tempi così brevi, se non dai servizi italiani o egiziani? Dopo la versione ha iniziato a cambiare: era una spia si, ma degli inglesi. Cerchiamo di spiegare perché questa leggenda (che è tanto piaciuta nel web per la sua suggestività) non sta in piedi.

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Ancora sul caso Regeni

Sembra che ormai siamo al nocciolo della vicenda che è costata la vita al povero Giulio Regeni: l’Egitto inizia ad ammettere (per ora ufficiosamente) che egli è stato preso da un qualche corpo di polizia che lo avrebbe torturato per i suoi contatti con l’opposizione (si parla anche dei Fratelli Musulmani) e sarebbe morto più o meno casualmente. Dunque, ci stiamo avviando alla soluzione del caso? Neanche per sogno: questa versione non quadra affatto.

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Terrorismo: quale prevenzione?

La maggiore pecca della lotta antiterroristica dei paesi occidentali è sicuramente l’assenza o l’insufficienza del contrasto politico e psicologico, tuttavia, i rimedi di natura politica o psicologica richiedono tempo e, nel frattempo, abbiamo il problema di bloccare l’offensiva terrorista ed impedire altri massacri e questo si fa sul piano di polizia e di intelligence. Il guaio peggiore è che, anche su questo piano, si sta facendo l’esatto contrario di quello che andrebbe fatto.

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Gli sviluppi dell’inchiesta sulla strage parigina.

Si inizia a capire qualcosa in più sulla strage parigina ma, come al solito, la versione ufficiale ha qualche buco. Partiamo da una cosa: dopo le prima dichiarazioni minimizzanti per cui si parlava di due gruppi che avevano fatto tutto quel casino da soli, si comincia a parlare di tre gruppi e di una consistenza di una ventina di elementi.

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Ministero della Difesa e comandi militari intercettati. Di cosa si può trattare?

A quanto pare, da un mese il sistema di comunicazioni elettroniche del Ministero della Difesa e dei comandi militari è sotto attacco informatico. Sarebbero state “rubate” migliaia di e-mail sia ordinarie, che di livello riservato, ma non top secret (cioè, oltre le ordinarie, i “riservato” e forse qualche riservatissimo, ma non i “segreto” e “segretissimo”).

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