Una bufera in arrivo: Israele-Iran.

Cappuccino, brioche e intelligence n°31

L’Aiea conferma che l’Iran sarebbe sul punto di concludere la sua ricerca per l’uso militare dell’energia nucleare, cioè a breve disporrà di ordigni nucleari. Nonostante le dichiarazioni ufficiali di segno contrario, Israele sembra sia in procinto di realizzare una azione militare sul modello del raid su Osirak del 1980. In due parole stiamo dicendo che sta per arrivare un conflitto di proporzioni non calcolabili.

Iniziamo da alcune considerazioni sulla fondatezza della notizia sul possesso dell’arma nucleare da parte dell’Iran. Il rapporto Aiea conferma quanto già americani ed israeliani (cioè fonti di parte) avevano detto ma, per quel che se ne sa, più che prove ci sarebbero indizi, anche se non pochi o leggeri. Dunque, non siamo affatto sicuri che le cose stiano nel modo in cui vengono presentate, anche se il sentore va esattamente in questo senso.

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I dolori del giovane Assange

Cappuccino, brioche e intelligence n°30

“Panorama Difesa” ottobre 2011: “Wikileaks, la misteriosa pazzword del “cablegate””. Assange aveva predisposto le cose in modo da pubblicare i report delle ambasciate americane, intercettati illegalmente, senza i nomi delle persone a rischio, ma in rete hanno iniziato a circolare anche le versioni “non censurate” cioè con i nomi in chiaro.
Wikileaks accusa il giornalista inglese David Leigh del “The Guardian”  di aver diffuso la pw che dava accesso alle versioni integrali. In effetti Leigh, in un suo libro sull’affaire, aveva inserito la pw in questione, ma si è difeso dicendo che essa era stata diffusa dalla stessa Wikileaks con l’avvertenza che sarebbe stata cambiata in poche ore.

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Ma davvero Berlusconi sta preparando un colpo di Stato?

Cappuccino, brioche e intelligence n°29

Il numero dell’”Espresso” che è in edicola attribuisce al Presidente della Repubblica Napolitano queste frasi:

<<Quell’uomo non mollerà ed è capace di tutto. Temo che nelle prossime settimane possa perfino succedere qualcosa di brutto…>>

Ed, a proposito della sceneggiata di Berlusconi che ferma Obama per dirgli che in Italia c’è una dittatura dei giudici di sinistra:

<< Non sia superficiale: quell’orrenda figuraccia  in favore di telecamera non si spiega, in effetti. A meno che quella scena non serva a dire al Presidente degli Stati Uniti e al mondo intero: guardate, in Italia siamo in una condizione di anomalia democratica, non vi stupite se tra un mese succederà qualcosa di serio. Uno scossone, un botto…>>

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Dopo Bin Laden: che succede se….?

Vi diamo appuntamento a martedì per il commento dei risultati delle elezioni amministrative!

Cappuccino, brioche e intelligence n°28

La morte di Bin Laden è come quel colpi che mettono in moto tutte le bocce, facendole urtare fra di loro: occorre aspettare che i rimbalzi finiscano per poter capire, appunto “a bocce ferme”, cosa è successo.
Vediamo un po’ nel merito iniziando da Al Quaeda che, sembra, si stia dando un nuovo capo. Stando a quello che si legge in giro,  la scelta sarebbe  fra il “falco “ Al Zawahiri ed il “falchissimo” Abu Yahya Al Libi.
Il primo –egiziano- era il braccio destro di Osama, come si sa, ed era l’ideologo del gruppo. Il secondo  -libico- molto più giovane (48 anni) altro ideologo, reso famoso da una rocambolesca evasione dal carcere afghano di Bagram. Però non si sa se sia vivo ancora.

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La morte di Osama Bin Laden: perchè ora?

Cappuccino, brioche e intelligence n°27

Partiamo da questo assunto: Bin Laden era effettivamente un nemico degli Usa e non un “agente della Cia”, come molti sospettano. Diversamente non si spiegherebbe una guerra durata 10 anni: se  Osama era un agente americano, vuol dire che anche il Mullah Omar lo era, perchè sarebbe stato impensabile che uno ignorasse chi era l’altro. D’altra parte Al Quaeda ha combattuto in sintonia con i talebani. Ma, allora,  se gli americani avessero avuto dalla loro Osama e magari anche Omar, la guerra sarebbe durata molto meno, sarebbe costata meno morti e, cosa più importante per gli americani, meno dollari, perchè ci avrebbero pensato i loro agenti a portare al disastro la guerriglia afghana.
Dunque, era effettivamente un nemico, ma un “nemico funzionale”.

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La morte di Osama Bin Laden: le pentole, i coperchi e la nebbia di guerra.

Cappuccino, brioche e intelligence n°26

Le stravaganze della versione ufficiale sulla morte di BinLaden sono tali e tante da far dubitare che il morto sia effettivamente lui, ma anche che la Cia non sia più in grado di fare un’operazione decente (se l’aggettivo si può usare in un contesto di questo tipo).
Va bene: il delitto perfetto non esiste e il diavolo fa le pentole ma non i coperchi, ma qui si esagera: possibile che non fosse possibile ricomporre il cadavere e fare una foto presentabile? E perchè tanta fretta di ucciderlo e disperdere il corpo in mare?  E poi tutte quelle versioni aggiustate, pasticciate, smentite, rabberciate!
Troppi errori in una volta sola.
A meno che il morto non sia lui e questa non sia una sceneggiata.

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La morte di Osama Bin Laden: buio pesto, in una notte di eclisse di luna, dentro una miniera di carbone.

Cappuccino, brioche e intelligence n°25.

Più passa il tempo e meno ci si capisce nella storia di Bin Laden, degna conclusione di una guerra decennale nella quale nulla è mai stato come sembrava. E neanche siamo sicuri che sia la conclusione.
Tirando le fila:
a- non si capisce come è andata perchè abbiamo almeno una mezza dozzina di versioni diverse
b- non si capisce perchè ci sia stata tanta fretta ad uccidere Osama
c- non si capisce cosa ci sia di così raccapricciante nelle foto del cadavere di Osama (mentre quelle degli altri non sarebbero raccapriccianti… perchè?) da non poter essere mostrata, e peraltro si poteva anche ricomporre la salma prima di fotografarla
d- non si capisce il perchè sia stato necessario buttarlo in mare “secondo il rito islamico” (che, in realtà, è contrario all’inumazione in mare)
e- non si capisce da quando e come sia stato identificato il suo covo
f- non si capisce come mai il capo di Al Quaeda fosse così debolmente protetto.

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Cappuccino, brioche e intelligence n°24. La morte di Osama Bin Laden: posso dire che non mi convince per niente?

Mai come questa volta il titolo della rubrica è quello giusto: questa  mattina ero proprio al bar davanti al cappuccino, però senza giornali (non usciti per la festa del 1 maggio), quando una delle persone che incontro abitualmente e con la quale commento le notizie del giorno (un simpaticissimo signore piuttosto anziano, ma curioso di tutto come un quindicenne) mi ha portato la notizia della morte di Bin Laden. La morte di uno stragista non può certo addolorare uno come me che ha speso 20 anni della sua vita per studiare le stragi italiane, per cui non ne sono stato affatto addolorato, ma via via che il mio amico mi dava  i particolari appresi dalla Tv, iniziava a farsi strada una crescente incredulità. Troppe cose non quadravano e poi, se c’era un momento adatto per la morte del capo di Al Quaida, più opportuno di così non poteva essere.

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Cappuccino, brioche e intelligence n°26. La rivolta libica è stata preparata con l’aiuto di francesi, americani e inglesi. E allora?

La rivolta libica è stata preparata con l’aiuto di francesi, americani e inglesi. E allora?
Enrico Piovesana riprende su Peace Reporter (25 marzo 2011) alcune rivelazioni di “Libero” sulla crisi libica, dalle quali si apprende (grazie all’urto diplomatico fra Italia e Francia, che ha indotto i nostri servizi ad una inconsueta loquacità) che fin da ottobre i francesi lavoravano a sobillare la rivolta libica. Riprendendo a sua volta  la newsletter diplomatica Maghreb Confidential, “Libero” riferisce che Nouri Masmari (il responsabile del protocollo del colonnello Gheddafi) ha defezionato rifugiandosi a Parigi il 21 ottobre.

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Cappuccino, brioche e intelligence n°24. Gli USA perdono il controllo dei propri missili ICBM.

di Lorenzo Adorni

“LF Down”. In una base militare nel Wyoming, ospitante missili strategici intercontinentali, sarebbe apparso questo messaggio ai tecnici del centro di controllo lancio. Il problema, comparso il 23 Ottobre scorso, sarebbe stato più serio di quanto si possa credere.

I tecnici si sono trovati nella condizione di non poter comunicare con ben 50 dei 450 ICBM che gli Stati Uniti dichiarano di mantenere sul suolo americano. In particolar modo, oltre ad essere impossibilitati a comunicare con i missili, numerosi sistemi di sicurezza fra cui quelli di intrusione nei silo e di controllo delle testate sono rimasti fuori uso per circa un ora. Le dichiarazioni di ufficiali militari e funzionari governativi non sono servite a chiarire in via definitiva la dinamica dell’incidente.

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