Che succederà dopo le elezioni?

Nel confusissimo dibattito sulla legge elettorale sono tutti angosciati dal problema della governabilità, scoprendo che con il modello tedesco nessuno ha la maggioranza, anzi non c’è neppure una coalizione che possa governare e, magari, sognano il ritorno all’Italicum o sistemi consimili. Diversamente saremo condannati all’ingovernabilità o al peggiore degli inciuci.

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Le proposte di nuova legge elettorale: ovvero come ti frego il M5s.

E’ la terza volta in 10 giorni che inizio questo articolo: per due volte, appena l’avevo finito, veniva fuori un’altra proposta che superava la precedente: prima Renzi sembrava andare verso il sistema tedesco, poi si scopriva che, in realtà era una mediazione fra il sistema tedesco ed il Mattarellum ( la Legge Mattarella approvata nel 1993 e che ha avuto vigenza sino al 2002, quando venne introdotto il cosiddetto “Porcellum” cioè Legge Calderoli), poi è venuto fuori il “Rosatellum” (da Rosati) che era un “Mattarellum” peggiorato, poi Berlusconi è tornato al modello tedesco e Renzi ha subito accolto l’idea accantonando il Rosatellum che, però resta come base di discussione per mediare con Berlusconi.

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La sentenza della Corte Costituzionale sulla legge elettorale: analisi delle motivazioni.

E’ arrivata la motivazione della sentenza della Corte Costituzionale sulla legge elettorale che conferma tutte le riflessioni negative che avevamo avanzato al momento delle pubblicazione del dispositivo: la Corte ha girato intorno al tema senza affrontarlo seriamente ed ha prodotto un pasticcio peggiore di quello che c’era prima. I punti su cui la sentenza fa acqua sono due: quale sia il margine di torsione sostenibile del principio di rappresentanza ed i limiti posti dalla forma di governo al legislatore.

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Elezioni si o no?

Sino ad una settimana fa, il dado sembrava tratto: elezioni a giugno (se non addirittura il 30 aprile) e la campagna elettorale era già iniziata con tanto di proclami. Persino Mattarella, salvo una flebile reiterazione della richiesta dell’impossibile armonizzazione dei sistemi elettorali di Camera e Senato, sembrava arreso all’inevitabilità dello scioglimento anticipato. 

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La sentenza della Corte Costituzionale: un commento a caldo.

Dopo una attesa interminabile abbiamo finalmente la sentenza sull’Italicum: resta il premio di maggioranza, saltano ballottaggio,  capilista bloccati e candidature plurime, non sappiamo nulla sulle soglie di sbarramento (vedremo nelle motivazioni). In teoria il sistema è pronto per votare, anche se è diverso fra Camera e Senato, ma ci sono diverse questioni che, nelle more dell’armonizzazione delle leggi fra i due rami del Parlamento, potrebbero risorgere (coalizioni, ampiezza collegi, preferenza unica o plurima, collegio nazionale per la quota proporzionale o meno ecc.). Dico subito che non è una sentenza splendida, anzi è molto criticabile.

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Ma quando si vota? Il groviglione e le strategie in campo

I sondaggi dicono che il 67% degli italiani vogliono andare a votare e logica vorrebbe che così fosse: questo è un Parlamento eletto con una legge dichiarata incostituzionale, per cui avrebbe dovuto esser sciolto appena possibile, poi, un Presidente assai originale decise che prima di essere sciolto avrebbe dovuto fare le riforme istituzionali (per evitare lo stallo fra Camera e Senato che si verificò nel 2013) e rifare la legge elettorale.

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Come funziona il Mattarellum: l’ennesima truffa delle oligarchie nazionali.

Uno degli argomenti  più ricorrenti a favore del Mattarellum che trova sorprendentemente consensi anche a sinistra e persino in ambienti M5s è quello per il quale in questo modo si elimina il fenomeno dei “nominati” senza ripristinare le aborrite preferenze. Per di più questo metodo avvicinerebbe l’eletto agli elettori. Vediamo nel merito di che si tratta.

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