Referendum: un consiglio agli elettori “militanti”.

Si susseguono i sondaggi che, più o meno unanimemente, sostengono che:
a.    una bella fetta di elettori  non ha affatto chiaro su cosa si voti, cosa ci sia in questa nuova Costituzione ecc
b.    circa un terzo degli elettori non sa se andrà a votare e, tantomeno, cosa voterebbe se ci andasse
c.    circa un quindi degli elettori ha deciso che andrà a votare ma è in dubbio fra si e no
d.    lo stacco fra Si e No non è elevatissimo, soprattutto se teniamo conto dei troppi incerti, e tende a diminuire,
e.    il No tende a salire più velocemente del si che, ‘erò, è dato generalmente in vantaggio
f.    una fetta consistente di quelli che andranno a votare, daranno il loro voti in favore o contro Matteo Renzi, piuttosto che sul testo della Costituzione.
Questo il quadro di insieme. Cose prevedibilissime, ma che sono sempre più confermate.

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C’è qualcosa di peggio di Renzi? Si: la sinistra Pd.

Dopo la strage di Nizza e quello che sta succedendo in Turchia, ci si sente male a commentare quel che fa la folla di omuncoli che occupano il nostro palcoscenico politico: Verdini, Alfano, Renzi, Salvini, Speranza, Bersani… C’è una sproporzione inaudita fra le tragedie planetarie che si stanno consumando e che ne preannunciano di altre e più gravi e l’infinita piccolezza dei nostri cialtroncelli di regime.  

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Referendum: ora “ce lo chiedono” due Europe.

Con piacere e gratitudine, torno ad ospitare sul sito un contributo dell’amico Umberto Baldocchi. Buona lettura! A.G.

“CE LO CHIEDE L’ EUROPA”. Questo “mantra” usato strumentalmente e demagogicamente dai sostenitori delle più svariate politiche restrittive battezzate in Italia “riforme” ed anche della RIFORMA COSTITUZIONALE, oggi, dopo la BREXIT, forse non sarà più tale. Incredibilmente esso sta diventando vero, adeguato alla realtà che sta emergendo.

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Italicum: cari amici 5stelle non facciamo pasticci.

Ci sono state reazioni molto negative del M5s alla proposta di revisione dell’Italicum che tendono a chiudere il discorso prima di iniziare. Posso capire: le modifiche affacciate sono tutte in funzione anti-M5s: abolire il doppio turno che, come si è visto, determina regolarmente il sorpasso del Pd che arriva primo nella prima tornata ma poi perde il ballottaggio con M5s, reintrodurre le coalizioni, che svantaggiano il M5s unico partito che (a mio avviso sbagliando) rifiuta ogni coalizione e aumentare gli spazi delle preferenze ed anche questa è una novità fastidiosa per il M5s che ha preferenze bassissime, mentre gli altri potrebbero drenare più voti con una competizione più aperta.

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L’insolubile rebus elettorale.

Il risultato delle amministrative ha riaperto la piaga del sistema elettorale creando una situazione pressoché insolubile.

Il Pd aveva commissionato ai suoi esperti un sistema elettorale che ne garantisse la vittoria trasformando la sua maggioranza relativa in maggioranza assoluta, qualunque fosse la base di partenza. Questo era già il Porcellum, ma la Corte Costituzionale lo bocciò, quindi bisognava fare altro e gli scienziati del Pd o circonvicini (Ceccanti, D’Alimonte eccetera) ebbero la formidabile trovata del “doppio turno con trucco”, cioè premio di maggioranza già al primo turno se una lista ottiene almeno il 40% (all’inizio si parlava di coalizioni ed il Pd alle europee, da solo, aveva avuto il 41% mentre M5s e destra arretravano) oppure premio al secondo turno al migliore. E questo nel presupposto che i voti degli altri due poli (M5s e destra) non si sarebbero sommati, data la distanza politica.

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Comitato interuniversitario per il No al referendum Costituzionale.

Il 24 giugno 2016, nei locali dell’Università della Bicocca si è svolta una assemblea dedicata al referendum costituzionale e sulla legge elettorale “Italicum”, indetta dagli “studenti indipendenti-Link milano, presieduta da Lorenzo Morandi ed introdotta da Nadia Urbinati (della Columbia University) e da Filippo Pizzolato (dell’Università Cattolica di Milano).

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Referendum: se Renzi perde deve andarsene? Si, con buona pace di Di Maio.

Che deve fare Renzi se perde il referendum? Deve andarsene, punto e basta. In primo luogo perché ha impegnato la sua parola in questo senso e non possiamo permettere che possa restare Presidente del Consiglio un Pulcinella del genere, poi per ragioni di ordine costituzionale che ho già spiegato. Per questo non ho per nulla apprezzato la recente uscita di Luigi Di Maio (“non chiederemo le sue dimissioni”). Uscita inopportuna ed anche assai incauta.

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Referendum: Confindustria si schiera per il Si, la Cgil che fa?

La Confindustria, per bocca del suo neo presidente Boccia si è apertamente schierata per il Si alla riforma della Costituzione, in particolare per quel che attiene l’eliminazione del bicameralismo perfetto causa della lentezza decisionale del Parlamento e supporto agli ostruzionismi di minoranza. Una presa di posizione perfetta che si allinea pienamente alla filosofia della riforma renziana e ne rende manifesta la natura di classe. Per il padronato, soprattutto in un momento di crisi, serve un centro decisionale perfettamente funzionale alle strategie del sistema economico internazionale e che non abbia l’intralcio della discussione democratica.

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