Referendum: il flop di Renzi e del Pd a Piazza del Popolo.

Piazza del Popolo è, dopo piazza San Giovanni e piazza dei Cinquecento, la piazza più grande di Roma : “sforzata”, sino a piazzale Flaminio e verso i tornanti che portano al Pincio,  può arrivare a 200.000 perone. Senza sforzi ne contiene comodamente 100.000. Comunque, con meno di 50.000 si rischia la magra figura.  Se ne deduce che, se uno sceglie quella piazza per una manifestazione, lo fa perché si aspetta almeno dalle 50.000 alle 100.000 persone, diversamente è molto meglio scegliere piazze più “raccolte” come Santi Apostoli, Pantheon, Navona, San Silvestro ecc. Quanta gente c’era a questa manifestazione di sabato?

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Costituzione e sistema elettorale: dalla Costituente proporzionalista al maggioritario.

Sul finire dei suoi lavori l’Assemblea Costituente affrontò il tema della legge elettorale proporzionale che, in seno alla seconda commissione,  il grande giurista Costantino Mortati (Dc) propose di costituzionalizzare. La proposta di inserire la legge nella carta non venne accolta, ma l’orientamento pressoché unanime fu quello di adottare la proporzionale per l’elezione della Camera nel 1948. 

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Referendum: e Renzi ordinò ai suoi, “Facite ammuina”!

Un divertente falso storico sostiene che nel regolamento della marina napoletana, ci fosse la prescrizione “Facite ammuina” nel caso in cui si fosse inseguiti da vascello nemico più veloce ed armato, allo scopo di confondere il nemico. Renzi però, lo ha preso alla lettera e vista la mala parata del referendum, ha impartito l’ordine ai suoi di “fare ammunina”.

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Riforma Costituzionale e globalizzazione.

In una recente trasmissione televisiva, Luciano Violante (esponente del Pd troppo noto perché si debba dire chi è) ha giustificato la riforma costituzionale con le necessità del momento: “Nel mondo della globalizzazione la democrazia deve essere decidente”. (Come se qualcuno volesse una democrazia non decidente) sottintendendo con questo che il governo deve avere le mani libere dai troppi impacci del confronto con l’opposizione.

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Il mio prossimo libro: “Da Gelli a Renzi (passando per Berlusconi)”. Appello al passaparola.

Giovedì prossimo, 13 ottobre 2016, sarà in libreria il mio ultimo libro: “Da Gelli a Renzi (passando per Berlusconi)” e, questa volta ho proprio bisogno del vostro aiuto per far sapere che c’è, perché si fatica molto ad ottenere qualche recensione o segnalazione e tutto mi fa pensare che faticheremo molto a restare in libreria. Per cui vi rivolgo un appello con il passaparola segnalando il libro ad amici e conoscenti, mandando qualche mail, condividendo su Fb e rilanciando su Twitter. Insomma mi aspetto che mi diate una mano.

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Il piano B di Renzi per Referendum e riforma della legge elettorale.

Renzi, lo sappiamo, è un combattente (gli va dato atto) e combatterà sino all’ultimo, come si diceva una volta, “Casa per casa, strada per strada”. Sino all’ultimo proverà a vincere il referendum per sciogliere immediatamente le Camere e (Corte Costituzionale permettendo) andare alle elezioni a febbraio e tentare il “colpaccio” del 40% al primo turno e vincere. E questo è, ancora oggi, il piano A.

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Referendum: perché Napolitano adesso striglia Renzi?

Napolitano continua a comportarsi da capo della maggioranza e da Presidente della Repubblica (al punto che non riusciamo a capire perché si dimise due anni fa), ed ha colto l’occasione per strigliare Renzi attribuendogli errori che avrebbero fatto partire il No, mentre, con il sotto tono, la vittoria del Si sarebbe stata certa e tranquilla.

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Cari compagni ed amici del Pd, benvenuti nella destra.

Cari amici e compagni del Pd (ce ne sono ancora di compagni che, a mio avviso,  “sbagliano” restando nel Pd), mi sembra che, dopo la dichiarazione di ieri di Renzi  non ci sia più nulla che non sia chiaro:

<<La questione vera oggi è la destra. E l’elettore di destra oggi si trova di fronte a due scelte: votare sul merito, non votare sul merito. Se la scelta diventa votare sul merito vota Sì >>

La riforma è una riforma di destra, e lui, giustamente, chiede i voti a destra.  

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Referendum il 4 dicembre? Ci avrei scommesso, ecco perchè.

E’ fatta: si vota il 4 dicembre. Pochi giorni fa sono stato alla festa di Rifondazione Comunista e, ad un compagno che mi chiedeva cosa pensassi della data del referendum, ho risposto sicuro il 4 dicembre (per la verità, sbagliando ho detto il 5 che è lunedì). Decisione prevedibilissima, dopo che Renzi aveva rinunciato al blitzkrieg del 2 ottobre, in modo da precedere al Corte Costituzionale (che avrebbe dovuto pronunciarsi il 3 ottobre).

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