Ma come funziona il M5s e perché vince?

A molti il M5s sembra un evento inspiegabile come la “ venuta degli Ixos” e se ne chiedono il perché del successo. Proviamo a spiegarlo ragionando per punti.

1. Il M5s non viene dal nulla: è il figlio (o il nipote) dell’ondata populista nata nei primi anni novanta ad opera di Pannella, Occhetto e Segni portatori di uno schema politico plebiscitario, simil-presidenzialista basato su soggetti fluidi raccolti intorno ad un leader. La Seconda Repubblica è nata ed ha vissuto all’insegna del populismo, ha poi avuto una ulteriore svolta, con l’attuale iper populismo, per il mix fra la comparsa del media ultra-populista, il web e la crisi finanziaria del 2007-2008.

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L’autunno che viene.

Chiedo scusa per la lunga assenza, ma sto ultimando il mio prossimo libro che troverete in libreria a novembre e spero vi piacerà (ma ne parleremo). Riprendiamo con qualche considerazione su quel che ci aspetta ne prossimi due o tre mesi. La prima scadenza è molto vicina: domani (salvo rinvii), quando si deciderà sui 49 milioni che la Lega deve allo Stato.

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L’arroganza di Boeri

Ancora una volta il pensiero unico in campo economico torna a farsi sentire nel peggiore dei modi, attraverso arroganza e saccenza, questa volta nelle parole di Tito Boeri in risposta al Governo sul tema del decreto dignità, che lo additava di aver dato previsioni errate, lui risponde parlando di “negazionismo economico”.

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Scacco matto agli stregoni della notizia. La parola a Marcello Foa.

Il mondo contemporaneo è caratterizzato da un dibattito acceso sul ruolo e il futuro dell’informazione: informazione vista sempre come una componente strumentale della modernità, dato che diatribe come quella accesasi sulle cosiddette fake news erano essenzialmente incentrate sulle loro conseguenze a fini elettorali. L’informazione è, in ogni caso, un campo di battaglia dove ogni contendente è interessato a mettere in gioco le sue strategie più raffinate; un ruolo molto spesso sottaciuto è quello giocato, in questo contesto, dagli spin doctor, gli esperti di comunicazione legati al potere politico che, muovendosi nella linea d’ombra tra la comunicazione istituzionale e quella personale dei leader, esercitano un peso determinante nell’orientamento dell’opinione pubblica.

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Vitalizi e pensioni d’oro: trappole in cui non dobbiamo cadere.

E’ del tutto comprensibile la tentazione di molti di approvare la norma contro i vitalizi dei parlamentari. Sappiamo tutti che, sul piano economico, la manovra (con i pretesi 40 milioni di risparmio) è semplicemente ininfluente, ma il vero effetto è quello di punire la classe politica strappandole un privilegio deciso in altri tempi.

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Ma il Pd può fare ancora una cosa buona: sciogliersi.

La disfatta di domenica scorsa ha messo il punto fermo alla storia del Pd: non c’è più niente da fare. Zingaretti propone un asse fra il centro ed i sindaci, Emiliano vuole un congresso subito, Orlando ci aggiunge un “costituente” convinto che quell’aggettivo risolva, Calenda propone di andare oltre il Pd, c’è chi parla di “fonte repubblicano” e chi rispolvera il partito della Nazione … tutte parole vuote che non hanno senso.

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I padri del populismo odierno

Se non ci fosse da piangere per lo stato in cui siamo ridotti, ci sarebbe da ridere a leggere (o sentire) le lamentazioni sui grandi giornali e nelle Tv sui danni della terribile ondata populista che si è abbattuta su di noi. Già, come lo sbarco degli Ixos per il quale su scambiato il fascismo. Certe cose non cadono dal cielo e sono preparate da processi molto lunghi. Per la verità, nella prima repubblica quasi tutti i partiti civettarono di tanto in tanto ed in particolare nelle campagne elettorali con il populismo e con l’antipolitica (anche il Pci) ma in modo episodico e contenuto, peraltro  abbondantemente contrappesato dalla funzione didattica che i partiti svolsero. La svolta venne a fine anni ottanta promossa dal funesto trio Pannella-Segni-Occhetto che lanciarono la campagna contro il proporzionale.

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Quando dura il governo Salvini Di Maio?

Come era prevedibile, sono iniziati gli attriti fra Lega e 5stelle e vanno via via aumentando man mano che i sondaggi danno il M5s in calo e la Lega in aumento sino al soprasso dalle seconda sul primo. E’ palese che fra Di Maio e Salvini c’è lo scontro fra una pagliuzza ed un trattore: non c’è partita. Ora (e già con molto ritardo) Il M5s sta cercando di fare la guerriglia su singoli punti (le vaccinazioni, i rom, ecc) e cerca di ottenere al più presto qualcosa sul reddito di cittadinanza forzando Tria che gli ha già detto picche: non proprio il pasto intero, magari un assaggino, in antipasto, un aperitivo, magai una sola soliva di reddito di cittadinanza, comunque qualcosa da sbandierare per resistere ai carri armati leghisti. Invano: fra pochissimo (diciamo a partire dai primi mesi prossimo anno) il paese precipiterà in una crisi finanziaria serissima e altro che reddito di cittadinanza ci attende! Nessuno ne parla, ma da gennaio finisce il Qe e per di più  non siamo affatto sicuri (anzi …) c he la Bce rinnoverà i 400 miliardi di bond italiani a breve scadenza, dopo di che si inizia a ballare sul serio, con la troika dietro la porta di casa, ma vedo che nessuno ne parla o ne è inquietato, tutti ballano felici  a bordo del Titanic. Che Dio ce la mandi buona.

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Lo scandalo romano: tra garantismo e valutazioni politiche.

Era un po’ che non si registravano scandali e, puntualmente, è arrivato questo del nuovo stadio romano. Per la verità era un affare che odorava male sin dall’inizio e qualcuno, nella giunta Raggi, aveva avvertito che la cosa era sospetta, ma la sindaca non volle dargli ascolto e se ne disfece come assessore. Va detto che la stampa presenta questo come il primo scandalo della maggioranza Lega-M5s, passando la mano leggera sugli arresti targati Pd e Fi, ma a quelli siamo abituati e non fanno più notizia.

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Soumaila Sacko, figlio di un Sud minore

Con molto piacere vi propongo il primo contributo di un nuovo autore del sito: Marco Gabbas. Benvenuto Marco e buona letura a tutti! A.G.

Introduzione
È recente la notizia del barbaro assassinio del sindacalista e bracciante Soumaila Sacko. Un fatto di tale gravità merita assolutamente un commento più generale e di più ampio respiro, oltre che considerazioni immediate. Tra queste considerazioni immediate, alcune si impongono.

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