Nè elitismo nè populismo: l’emergenza che abbiamo davanti.

Lo scontro in atto fra istituzioni europee e governo giallo verde italiano è solo il riflesso di quello più ampio che, quantomeno in Europa ed Usa, sta contrapponendo la rivolta populista alle èlites e che sta schiacciando la sinistra democratica (ovviamente non è del Pd che parlo) in un referendum che, come che vada, la vede sconfitta in partenza.

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La sinistra europea sta morendo: e se lo merita.

Di fronte al processo di globalizzazione neo liberista la sinistra europea (limitiamoci a questa area) si è divisa in tre aree:

a. la sinistra “riformista” (o, se volete, socialdemocratica) che ha accettato supinamente la rivoluzione neo liberista, non opponendo alcuna resistenza e cercando maldestramente di ritagliarsi uno spazio di sinistra interna al sistema. In questo processo di omologazione, questa sinistra ha cessato di essere socialdemocratica (e lo ha dimostrato accettando la demolizione un pezzo alla volta del welfare) per diventare semplicemente liberale, pur se con vaghissime aspirazioni socialeggianti.

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Una legge di regolamentazione dei partiti?

Nella scorsa legislatura, la Camera approvò il disegno di legge di regolamentazione dei partiti, passandolo al Senato. Favorevoli 268 (i dem e parenti stretti come casiniani, alfaniani…) contrari 36 (Sinistra Italiana e Conservatori Riformisti di Fitto), astenuti 114 (Forze Italia, Lega, democrazia solidare e … sorpresa, M5s che non ha votato contro). Il M5s ha sostenuto una battaglia serrata contro la legge, ritenendola diretta contro di sé, ma si è astenuto dichiarando di non essere contrario in linea di principio ad una regolamentazione per legge dei partiti. Naturalmente non se ne è saputo più niente. Qui riprendiamo il senso politico della questione.

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Fra Tria e Di Maio: austerity o finanza allegra?

Non sono mai stato un fautore dell’austeruty e non lo diventerò ora. Fare una politica restrittiva in un momento di forte indebitamento e di deflazione è come dare un colpo di freno mentre si sta andando a tutta velocità su una strada bagnata: il modo migliore per capottare. E, infatti ,si è visto con la “Montinomics” seguita dai governi dal 2012 al 2018. Il modo per uscirne è rilanciare investimenti, consumi ed occupazione. Questo non vuol dire che, se ci mettiamo a buttare soldi dalla finestra, poi c’è la ripresa economica.

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Perché flat tax e reddito di cittadinanza non funzioneranno e peggioreranno tutto.

Iniziamo dalla flat tax: l’idea di base è questa: “abbassiamo fortemente le tasse dei super contribuenti, quelli da centinaia di milioni di euro in su, questo attirerà molti contribuenti stranieri il cui gettito colmerà e supererà la differenza fra il gettito attuale e quello che gli attuali contribuenti risparmieranno. Così la pressione fiscale pro capite diminuirà, riprenderanno i consumi e ci sarà la ripresa economica.

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Casalino ed i burocrati del Ministero dell’Economia e Finanze: come leggere quello che sta succedendo.

Come al solito il dibattito politico di questo paese scivola fatalmente nella storiella complottista e banalizza tutto. Sta succedendo ora con la polemica fra i 5 stelle e gli apparati del Ministero del tesoro. Agli inizi dell’avventura di questo governo scrissi che fra le difficoltà con cui esso avrebbe dovuto misurarsi ci sarebbe stata la resistenza degli apparati disomogenei a queste forze politiche.

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