Come si sa, il debito pubblico italiano (per il rapporto debito-Pil) è il terzo del Mondo con oltre 2.300 miliardi di euro e, nonostante i governi abbiano giurato di impegnarsi per ridurlo, da almeno 30 anni, non ha fatto che crescere, salvo la breve parentesi dei primi anni novanta, quando, con le privatizzazioni, qualcosa entrò in cassa ma senza che il debito sendesse in modo apprezzabile. Dopo è stato solo corsa in salita.
La flessione del Pil (-0,1% dopo 14 trimestri tutti con il segno più) muta seriamente il quadro politico. Neanche a dirlo, le opposizioni e la stampa se la prenderanno con il governo accusandolo di essere la causa di questa incombente recessione. Non credo di essere accusabile di indulgenza verso il governo giallo-verde, ma, onestamente, credo che sia il responsabile minore di questa prospettiva che trova le origini più lontane nel tempo e nello spazio.
Mercoledì 5 dicembre, alle 18.30 parteciperò a questo interessante incontro all’Arci Bellezza di Milano promosso da Patria e Costituzione. A partire dalla presentazione del libro “Sovranismi. Stato, Popolo e conflitto sociale” di Alessandro Somma, approfondiremo diversi aspetti di questi temi e risponderemo alle speriamo numerose domande. Siete tutti invitati!
Cerchiamo oggi di sgomberare il dibattito economico da un errore di fondo comune commesso da molti commentatori che si cimentano all’interno del dibattito economico: il presunto accostamento tra l’economia classica e l’economia neoclassica (o marginalista, o neoliberista).
Lo spread non fa più notizia perché non si registrano più “salti in alto” come quelli di settembre e sembra essersi assestato su un valore intorno ai 300 punti con oscillazioni quotidiane, anche se, va detto, che a maggio era a 140 e che a quota 300 non reggiamo mica molto. Comunque, per ora possiamo far finta di nulla o quasi.
Nell’intero mondo occidentale, le liberaldemocrazie stanno fronteggiando l’ascesa apparentemente inesorabile dei partiti politici anti-establishment. Genericamente classificate con l’etichetta di “populisti”, queste nuove organizzazioni politiche sperano di intaccare le radici stesse delle consolidate democrazie occidentali, nel tentativo rivoluzionario di stravolgere quelle che vengono percepite come società profondamente diseguali.
Pier Camillo Davigo si è fatto interprete di un pensiero di molti magistrati ed ha chiesto una riforma per la quale, dopo una sentenza di primo grado, si sospendano i termini di tempo per la prescrizione. Come si sa, il ministro della Giustizia Bonafede (5 stelle) ha presentato un disegno di legge in questo senso, salvo poi ritirarlo per le proteste degli avvocati penalisti e l’opposizione di Salvini che ha criticato la proposta dicendo che questo aprirebbe la strada ai “processi eterni”. Potete immaginare quanto mi secchi dover dare ragione al leader della Lega, ma quando uno ha ragione occorre riconoscerlo anche se è il peggiore dei nemici.
Settimanali e quotidiani hanno iniziato una campagna terroristica per descrivere come e qualmente questo paese sprofonderebbe nel più nero degli abissi se dovesse uscire dall’Euro, unico scudo della nostra malandata economia. Si tratta di una delle operazioni più in malafede che si siano mai viste che si basa su serie di fake news. Ragioniamo cominciando dal principio.