Elezioni in Sicilia: terremoto in arrivo e mosse disperate

In sintesi:
-il Pdl si squaglia come un gelato all’Equatore, passando da 900.000 a 247.000 voti (persi più di 2 su 3);
-il Pd “vince” ma perdendo 248.000 voti (1 su 2);
-l’Udc, non solo non intercetta un voto di quelli persi dai partiti maggiori, ma ne perde 130. 000 dei suoi (più di 1 su 3);
-la lista Sel-Federazione della sinistra va malissimo perdendo 25.000 voti sui risultati del 2008 (il peggior risultato in assoluto, rispetto al quale c’era stata una ripresa alle europee dell’anno dopo);
-il Movimento 5 stelle decuplica i voti rispetto a 4 anni fa e sfiora il 15%

L’astensione, per la prima volta nella storia delle consultazioni elettorali dal 1945 in poi, supera la metà degli elettori.

Il quadro mi sembra chiaro: se le formazioni di destra si dissolvono, il Pd non rappresenta alcuna alternativa ed affonda più lentamente del suo concorrente, ma affonda. Non è la crisi della maggioranza di destra, ma la crisi del sistema politico che precipita. Se si trattasse di indicazioni valide a livello nazionale, dovremmo dedurre che i partiti interni al sistema non superano il 35% dei consensi totali. E, infatti, il boom delle astensioni è un evidente segno politico di ritiro della fiducia degli elettori nei confronti del sistema nel suo complesso.

Continua a leggere

Grillo, Casaleggio, Favia…

Questa volta mi sembra che Grillo stia sbagliando. Ma cominciamo dal principio. Giovanni Favia, consigliere regionale emiliano del movimento, alla fine di una intervista,  ha fatto una serie di pesanti dichiarazioni fuori onda sulla mancanza di democrazia nel M5s sul ruolo di Roberto Casaleggio, che poi il giornalista (molto scorrettamente) ha mandato in onda, provocando una tempesta di dichiarazioni, smentite, polemiche. Ieri sul blog di Grillo è comparso un intervento del giornalista free lance Maurizio Ottomano che, esaminando la successione oraria dei fatti, sostiene che si è trattato di un finto fuori onda in realtà concordato fra Favia ed il giornalista. E questo perché Favia si starebbe apprestando a passare ad un altro partito (il Pd) ed avrebbe cercato di montare il caso. Ovviamente l’interessato ha smentito, una parte dei grillini lo ha attaccato come un nuovo Scilipoti, altri lo hanno difeso ecc. Sinceramente non so se si è trattato di un vero fuori onda o di una sceneggiata, ma sia in un caso che nell’altro il giornalista è di una scorrettezza totale: nel primo caso perché ha abusato della fiducia di un intervistato, nel secondo perché si è prestato a fare una truffa al pubblico.

Continua a leggere

Qualcuno vuole uccidere Beppe Grillo?

Qualche giorno fa, Beppe Grillo, lamentando la violenza degli attacchi rivoltigli sia on line che sulla stampa, ha scritto: “E dopo cosa verrà? Dal tiro al bersaglio metaforico, si passerà a quello reale? L’informazione sta sconfinando in molti casi in istigazione a delinquere come avvenne negli anni di piombo. Li diffami,  li isoli e poi qualcuno li elimina”. Una frase buttata là senza troppo peso, ma che ha scatenato una buriana di reazioni: “Grillo piagnone, vittimista, lo fa solo per farsi pubblicità…” Fra i più scatenati i Pd (in prima linea il sen. Dario Ginefra che ricordo da quando aveva 20 anni ed era il leader dei giovani del Pds a Bari, nel movimento della “Pantera”: uomo di partito già da allora) ma anche Rifondazione nel suo sito ha scritto cose analoghe. Grillo, in verità, non ha detto che vogliono accopparlo, ma ha solo lanciato l’ipotesi che la campagna contro di lui possa spingere qualcuno a passare ai fatti. Nulla di preciso, non una denuncia o un sospetto circostanziato e, diciamolo, non fosse stato per le reazioni, nessuno se ne sarebbe accorto e la cosa sarebbe finita là. Dunque, un’ uscita sopra le righe del comico in cerca di spazio mediatico?

Continua a leggere

Se Grillo e Landini…

Si legge sui giornali di proposte della Fiom a Grillo per la formazione di una lista che raccolga i movimenti di protesta in un unico polo ed è di qualche giorno fa un appello di Giulietto Chiesta che andava in questo senso. Un mese fa era stato Di Pietro a proporre un accordo elettorale a Grillo, che ha respinto la proposta. Prima ancora ci aveva provato Pannella. Tutti tirano per la giacca il vincitore delle ultime amministrative, ma non tutti per gli stessi motivi, con le stesse proposte politiche e con la stessa credibilità. C’è chi pensa ad una aggregazione politica  permanente simile a Siryza, chi ad una vasta alleanza anti montiana e c’è chi pensa solo di prendere un tram per Montecitorio. Il Movimento 5 Stelle si trova ad un punto di svolta che determinerà la sua storia successiva, ha di fronte a sé tre scelte base (con alcune varianti interne a ciascuna).

Continua a leggere

Movimento 5 stelle: è di Sinistra o di Destra?

Diversi interventi precedenti mi stimolano ad intervenire su temi quali l’esito delle rivoluzioni in Russia e Cina, la storicizzazione dei concetti di libertà ed eguaglianza ecc. Lo farò, ma intanto vorrei concludere il ragionamento sulla collocazione politica del M5s.

Di fronte alla nascita di un nuovo movimento politico ci sono due modi opposti di non capire nulla: c’è chi già “sa” come andrà a finire, perché tutto è già visto e tutto è già detto  (“Nihil sub sole novi!) e il nuovo movimento è solo la reincarnazione di qualcosa che c’è già stato; poi c’è chi, al contrario, parla di qualcosa di totalmente nuovo, incomparabile con qualsiasi esperienza passata, che non si sa bene cosa farà, ma sicuramente non ripeterà gli errori del passato ed è qualcosa di totalmente diverso da qualsiasi altro soggetto politico ed al quale, pertanto, non può essere applicata nessuna regola conosciuta.

Continua a leggere

Vendola, Di Pietro, Bersani, Grillo: cosa si muove a sinistra?

Sino ad un mese fa, la situazione della sinistra era sostanzialmente questa:

Ferrero stava attaccato alla giacca di Vendola elemosinando un accordo elettorale

ma Vendola (e con lui Di Pietro) non se ne dava per inteso, perché stava attaccato alla giacca di Bersani, sperando di consacrare l’intesa di Vasto

ma Bersani –insidiato dagli orrendi moderati che albergano nel suo partito- stava attaccato alla giacca di Casini per decidere se fare alleanza solo con lui o sia con lui che con Vendola e Di Pietro o, in mancanza, ripiegare sullo schema di Vasto

Continua a leggere

Caro Presidente Napolitano, a proposito di speculatori ed evasori

Abbiamo letto con interesse la Sua ultima esternazione nella quale Ella ha sostenuto che speculatori ed evasori sono elementi antisociali che non meritano questo paese: perfetto! Ma vorremmo capire meglio il Suo pensiero. Partiamo da un problema: per definire qualcuno speculatore o evasore è necessario che compia reati o ci sono comportamenti che, pur legalmente ammessi, hanno in sè caratteristiche di antisocialità?  Pensiamo che il riferimento fosse al secondo caso. In effetti, dire che, chi compie un reato a fini di lucro, è un elemento antisociale è una ovvietà: come dire che l’acqua è bagnata. E con i criminali le invettive servono a poco: se l’immagina quale sarebbe la reazione di un mafioso se gli dicessimo: “sei un anti sociale e non ti meriti questo Paese”? Se ne farebbe un baffo. In questo caso la questione andrebbe posta, semmai, sul piano  di quali misure repressive assumere per stroncare il fenomeno.

Continua a leggere