Grillo, Gambaro e la democrazia
Come era prevedibile, l’assemblea dei gruppi parlamentari del M5s ha deciso a maggioranza di proporre l’espulsione Adele Gambaro, “rea” di aver criticato pubblicamente Grillo e (per di più) senza averlo fatto prima nelle riunioni di gruppo. Ovviamente la “rete” voterà plebiscitariamente per la sua esclusione, manco a dirlo, e tutto tornerà nella “normalità” del M5s. Ma possiamo parlare di “normalità”? La vicenda si presta ad una serie di considerazioni.
1. In primo luogo, sinceramente non mi pare che le cose dette dalla Gambaro (giuste o meno, non ha importanza) fossero così gravi da meritare una simile reazione. In fondo aveva fatto critiche alle modalità della comunicazione di Grillo, attribuendo ad esse l’insuccesso alle amministrative. Personalmente trovo che fosse una critica molto all’acqua di rose e che ben altri siano stati gli errori politici di Grillo e del M5s, ma insomma, non mi pare che per due frasette così si possa parlare di “lesa maestà”. E, pertanto, trovo la vicenda leggermente ridicola e trovo strano che un comico come Grillo non lo avverta.