Elezioni comunali: sale la Lega, resiste il Pd, tracolla il M5s.

Con le elezioni comunali di domenica scorsa si è conclusa la tornata di elezioni post 4 marzo confermando e sottolineando le tendenze emerse già in Friuli, Molise e Val d’Aosta: il centro destra avanza e si compatta intorno alla Lega, il Pd si ridimensiona ulteriormente perdendo molte amministrazioni comunali, ma rallenta la caduta, unico ad andare decisamente male è il M5s.

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C’è in vista un regime?

In una intervista all’Huffington Post, Fausto Bertinotti paventa il pericolo che il governo giallo-verde possa sfociare in un regime. Personalmente non lo credo perché non penso che questo governo possa avere una vita così lunga da poter dar vita ad un regime. Mussolini cii mise due anni e mezzo, Hitler un anni e mezzo, dubito che questa maggioranza duri tanto, ma, ammesso che superi questa durata, occorre considerare che sia Mussolini che Hitler guidavano governi sostanzialmente monocolori e questa è una coalizione a due. Soprattutto, un regime richiede un progetto coerente, una strutturazione organizzativa, una solidità di leadership, un’ omogeneità di cultura politica di cui forse (forse) è dotata la Lega ma non certamente il M5s.

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La diversa logica del maggioritario e del proporzionale.

I partiti italiani, con il passaggio al nuovo sistema elettorale, avrebbero dovuto passare da una logica maggioritaria ad una logica proporzionale, cercando in Parlamento le alleanze necessarie, questo non è accaduto. Perché? La risposta è molto semplice: perché un partito educato da un sistema maggioritario, ha un modo di essere e di pensare completamente diverso da quello di un partito che agisce in regime proporzionale: cambiano le strategie comunicative, la cultura politica, il rapporto con l’elettorato, soprattutto il modello organizzativo; passare da un modello all’altro non è affatto semplice ed indolore. Per capirlo vale la pena di analizzare la diversa logica dei due sistemi.

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Tante sono le aspettative sul nuovo Governo

Alla fine il Governo Conte si è insediato con la sua, se pur lievemente corretta, lista dei ministri. Dopo le turbolenze della scorsa settimana (ne abbiamo viste davvero delle belle) il Prof. Savona siederà al dicastero degli affari europei e all’economia siederà Giovanni Tria, suo fedelissimo, che i maliziosi dicono sia stato lo stesso Savona a scegliere.

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Il governo di destra è nato: durerà?

Dopo un travagliatissimo parto è nato il “governo del cambiamento” e ci chiediamo se e quanto durerà. Va da sé che c’è già una data entro la quale questa maggioranza “farà il tagliando”: maggio prossimo alle europee. E si richiedono due condizioni per passare l’esame: che la somma del due partiti registri una sostanziale tenuta e che nessuno dei due subisca una flessione superiore al 4-5%. Diversamente, si riaprirebbe la partita degli equilibri interni e questo potrebbe portare anche ad elezioni anticipate.

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Per chiudere sulla questione di Mattarella

Confesso di essere un po’ spaventato per le cose che ho letto anche in questo blog sulla questione di Mattarella e della sua messa in stato d’accusa, e non certo per il livore di alcuni interventi ed anche per le insolenze e gli insulti di parte grillina che non mi impressionano affatto, ma per i danni che la cultura giustizialista ha prodotto sul piano della cultura politica diffusa. Ho cercato –con scarsa fortuna in verità- di separare l’aspetto penale da quello politico, sottolineando il mio prieno dissenso politico dalle scelte del Presidente, torno sulla vicenda solo sul versante giuridico.

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Una puntualizzazione sul pezzo di Nicola Biondo.

Chiedo scusa per farlo solo ora, avevo in mente di farlo prima ma questa mattina il sito era irraggiungibile anche per me e subito dopo sono dovuto andare a lezione. Ho pubblicato il pezzo di Nicola, nonostante alcune perplessità di cui mi accingo a dire, perché come sa chi segue questo blog, ho il massimo rispetto della libertà di pensiero (ospito persino commenti di insulti nei miei confronti anche se a qualcuno particolarmente insolente rispondo mandandolo a quel paese) perché credo che anche il più aspro confronto ha una sua utilità. Peraltro di Nicola ho stima e considerazione per il suo lavoro giornalistico.

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Di Maio assediato. Sotto accusa chi ha suggerito l’attacco a Mattarella. Il Metodo Casaleggio.

Con il consueto piacere ed interesse vi propongo questo pezzo di Nicola Biondo, autore del volume dedicato al Movimento 5 Stelle che sta facendo molto discutere. Nei prossimi giorni tornerò su questo tema molto importante in questa fase politica. A.G.

di Nicola Biondo. Mentre il caos politico e istituzionale non dà cenni di conclusione, la domanda che bisogna porsi è questa: come ne esce Luigi Di Maio da questo stress test tra veti, bugie e furbate?

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Mattarella e la linea d’ombra.

Nel pezzo precedente mi sono occupato del profilo istituzionale e penale della vicenda del governo Conte, oggi mi occupo del profilo politico che (la cosa non è affatto chiara per diversi frequentatori di questo blog) non sono affatto la stessa cosa e la messa in stato d’accusa del Presidente non è una azione politica (come sarebbe una mozione di sfiducia, peraltro non prevista dalla Costituzione) ma l’avvio di una procedura penale che, in quanto tale, deve rispettare i principi del garantismo penale.

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